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    MANIFESTO PER LA RIPARTENZA DEL CALCIO GIOVANILE E DILETTANTI, LA PROPOSTA DI CALCIOPIÙ

Manifesto per la ripartenza del calcio giovanile e dilettantistico - Ai dirigenti sportivi e politici

    Questi appunti non hanno alcuna pretesa, ma devono servire per trovare una piattaforma comune con l'intenzione di superare una crisi epocale. Non è il momento di andare sparsi per obiettivi particolari, ma si devono unire le forze di oltre 700 società dilettantistiche e giovanili della nostra regione.

  • Rivendichiamo il ruolo di Calciopiù, da oltre 38 anni al servizio delle società e dei calciatori. Avrà, se lo vorrete, un ruolo propositivo e di sintesi, lo avrà sempre e comunque.

  • Fiducia a figure istituzionali che rappresentano tutte le società, prospettive nel loro segno. A livello calcistico i punti di riferimento sono il presidente del Crt Paolo Mangini e il consiglio direttivo della Toscana.

  • A livello istituzionale, il messaggio del nostro mondo verso il governo, la Regione Toscana e i Comuni deve essere forte e coeso. Tutto deve essere finalizzato a far capire come sia dirompente la crisi che investe il settore e quanto il calcio dei dilettanti e del settore giovanile abbia un forte impulso sociale. Questo ruolo deve essere riconosciuto prioritario dall'intera collettività.

  • Diviene fondamentale il collegamento fra le istituzioni e la base. Sotto il duplice ruolo di dirigente calcistico e di presidente della Commissione Sport del Comune di Firenze, Fabio Giorgetti ha riunito l'esperienza e i pareri di diversi presidenti della Toscana con una chat che è già operante. Questa chat deve essere sempre più la voce dei presidenti della nostra regione, nel segno di un dibattito ma anche di proposte operanti con l'interlocutore sportivo e istituzionale.

  • Quando si riprenderà, si dovrà capire che non sarà più come prima. A tal proposito ci dovranno essere, soprattutto nella prima fase, misure sanitarie per attuare il distanziamento prescritto dalle regole che saranno emanate. Ci vorrà un grande piano da sviluppare assieme agli enti comunali e regionali, per adeguare i nostri spogliatoi e i nostri impianti a quelle misure che attualmente non ci sono. Come dopo la guerra, deve essere ricostruzione in tutti i sensi.

  • Se le società non fatturano, non strappano i biglietti, non hanno introiti, come possono pagare le utenze, i mutui, le spese correnti? Ci vuole indubbiamente un anno sabbatico: rinviare tutto a fine marzo 2021. In caso contrario le società possono solo chiudere.

  • C'è bisogno di un fondo straordinario governativo cui le società possano fare riferimento. C'è bisogno anche di tutti quegli strumenti istituzionali perché sia possibile disporre di liquidità: periodo eccezionale, strumenti eccezionali.

  • Come faranno le società a chiedere soldi a chi iscrive i figli alla scuola calcio? Anche qui, se si considerano il calcio e lo sport come elementi fondamentali della vita sociale, devono essere messi in campo strumenti eccezionali di mutualità (anche un fondo proveniente dai diritti televisivi) per ovviare a questa situazione.

  • Nel rispetto dei propri conti economici, la Lnd deve pensare che i costi per le iscrizioni ai campionati e per il tesseramento devono essere diminuiti e possibilmente diluiti nel corso dell'intera stagione.

  • Sia fra i dilettanti che nel settore giovanile, la prossima stagione dovrà essere il banco di prova per tutti. Torniamo al volontariato, come unica soluzione per diminuire costi allo stato delle cose impossibili da giustificare.

  • Si potrà superare questa situazione solo con il concorso di tutti e solo con la divisione dei compiti e l'individuazione di figure importanti che potranno fare da sintesi di tutte le esigenze esistenti. Il peggiore momento della nostra vita e della nostra passione possono essere superati solo con una visione collettiva. Solo così potremo pensare al futuro di tutti.

    Buona fortuna a tutti.

    Alessio Facchini - direttore di Calciopiù