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Valdarno F.C. - di Andrea Zielmi - Pagina2

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ANSELMO ROBBIATI, tra esperienza e costante voglia di ascoltare



Era lì, Anselmo Robbiati. Era in campo a sudare con i propri compagni, ed era presente quando Incisa e Figline si sono unite dando vita al Valdarno. È cresciuto all'interno del club - che si è liberato, via via, delle scorie del campanilismo - e allo stesso tempo l'ha visto crescere, dal punto di vista numerico, dell'organizzazione, delle strutture. È il simbolo di questa società, che gli ha affidato quest'anno la panchina dei Giovanissimi. Indubbiamente non ha bisogno di presentazioni, ma Robbiati non usa il suo passato come barriera tra lui e gli altri, ma anzi, è sempre pronto a mettersi a disposizione per apprendere qualcosa di nuovo dalle altre persone. Un esempio per gli altri, sotto ogni punto di vista.



Mister, che differenze ha trovato a passare dal campo ad avere un ruolo all'interno della società?


Di differenze ce ne sono tante. È un percorso fatto di aggiornamenti continui, che ti mettono costantemente alla prova. Però sono contento di questo, perché mi dà la possibilità di imparare tante cose. Sento di essere nella condizione di poter dare un consiglio ad ragazzo, quando questi è davanti ad una scelta importante, ma anche di ascoltare le tante cose che mi vengono dette dalle persone che ruotano intorno a questo club.



Anche il Valdarno di passi in avanti ne ha fatti da quando lei è entrato tra le figure dirigenziali:


Abbiamo incrementato negli anni i numeri degli iscritti, e questo significa gestire le strutture con un occhio in più di riguardo, per permettere a tutti i ragazzi di potersi allenare, a rotazione, su tutti i nostri campi, che sono oggetto di grande orgoglio per noi.



È a partire da questi presupposti che si può guardare con fiducia verso il futuro?


Le strutture sono, insieme ad uno staff preparato e competente, alla base di una società che ha in mente un programma di crescita per sé ed i suoi tesserati. In entrambi i casi abbiamo delle basi solide, con istruttori sempre aggiornati e campi da gioco che permettono loro e ai ragazzi di lavorare al meglio durante la settimana. Noi, al Valdarno, vogliamo offrire ai nostri ragazzi un percorso di continuità, che li porti, magari, un giorno a vestire la maglia dei più grandi. Sento che siamo sulla giusta strada.



Sul campo, qual è la sua filosofia di calcio?


È importante essere da supporto a questi giovani, sotto tutti i punti di vista. Serve costanza e impegno per sviluppare i concetti che si ha in mente, per poi trasmetterli ai ragazzi. È un percorso fatto di valori prima di tutto, ma anche di qualità motoria e tecnica.



Come si confronta con il suo gruppo? Qual è l'aspetto più impegnativo del suo ruolo?


È un rapporto sincero: sono tutti giovani che sanno ascoltare e ci danno soddisfazioni importanti. Approcciarsi con questi ragazzi è una delle tante sfide che mi pongo ogni giorno, così come quella di creare un rapporto di fiducia tra me ed il gruppo che si viene a formare. Non ci si può adagiare, devi creare curiosità ed interesse nei ragazzi ed essere pronto a rispondere in maniera soddisfacente a quelle che sono le loro tante domande.



Un bel rapporto, quello nato con Luca Granucci, con il quale condivide la panchina dei classe 2005:


C'è un bell'affiatamento tra noi due, sin da quando abbiamo incominciato a lavorare insieme. È una figura importante per i ragazzi, sia in campo che durante gli allenamenti in settimana. Non è semplice gestire un gruppo di 22 elementi, ed il suo è un lavoro preziosissimo. Inutile dire che non ci sia una gerarchia tra di noi, ed i ragazzi lo sanno bene.



Su che cosa si concentra maggiormente il suo lavoro?


L'obiettivo della categoria che ci siamo posti insieme alla società è quello di sviluppare l'aspetto motorio coordinativo del giovane, per creare basi solide ed ampliare il discorso della tecnica individuale, così come quello della tattica, che verrà ripresa durante gli Allievi. Crescere significa anche questo: dare continuità al lavoro degli anni precedenti e aggiungere pian piano degli elementi. Per il futuro Ed in questo senso l'apporto del nostro preparatore atletico, insieme alle competenze dei tanti laureati in Scienze Motorie ci dà delle grosse garanzie, sin dalla Scuola Calcio.



Che obiettivi si è posto insieme ai suoi ragazzi per questa stagione?


Con loro ho parlato chiaramente. Insieme affrontiamo questo campionato con l'idea di prepararci bene in settimana e arrivare alle partite nella maniera giusta. Questo viene prima di ogni vittoria, perché è il modo giusto per provare a vincere. In questo senso cerco sempre di motivare i ragazzi in allenamento.



C'è voglia di ottenere qualcosa di importante? Come l'accesso ad un campionato regionale:


Ogni squadra parte ad inizio campionato con questi presupposti, è ovvio. Noi vogliamo, domenica dopo domenica, alzare il livello di mentalità di questa rosa, in modo tale che al divertimento si accompagni costantemente l'impegno di tutti. Potersi confrontare con un campionato regionale sarebbe ottimo per migliorare sotto questo aspetto, ma sarà il campo a parlare. Il gruppo è sano e gli ultimi innesti fatti lo hanno migliorato ulteriormente: sono fiducioso.