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Le vostre interviste: Antonio Bongiorni (Margine Coperta)

Le vostre interviste: Antonio Bongiorni (Margine Coperta)

Per la serie gli speciali di Calciogiovanile la nostra amica Cinzia ha raggiunto un grande del calcio toscano, Antonio Bongiorni.
Oggi è con noi Antonio Bongiorni
Salve Direttore iniziamo,
Oggi siamo qui con lei, Antonio Bongiorni nato a Massa classe 1947 come è nata la passione del calcio,dove ha tirato i primi calci e cosa ne pensava la sua famiglia, essendo altri tempi?
R:
Ho iniziato da piccolo a fare sport provenendo da una famiglia di ciclisti. Mio zio è stato un grosso corridore dilettante e mio padre D.S. di ciclismo, da giovanissimo ho corso in bici e vincendo molte corse in volata, dove ero esplosivo nei 100 mt finali, poi la svolta della vita, un rappresentante di commercio invita mio padre a fare un provino nelle giovanili della Sarzanese, nel frattempo giocavo nella squadra del paese a livello amatoriale e li parte la mia storia, ero seguito molto da lontano dagli occhi di mio padre che MAI ha interferito però chiedendomi di studiare cosa che ho fatto prendendomi il diploma di perito aziendale e lingue.
Ecco, Antonio Bongiorni di Massa, 73 anni portati alla grande, sposato con una lucchese doc, Antonella Morelli e due splendide figlie, Valentina e Chiara,da poco ancora nonno, la domanda sorge spontanea lei è nato a Massa, come ha conosciuto la sua Antonella?
R:
Antonella l'ho conosciuta alla chiesa di Monte S.Quirico allora adibito a Sala per la neo nata Radio Lucca..dopo uno strepitoso gol in Coppa Italia con il Siena fui invitato a partecipare ad una intervista e li per la prima volta ho visto Antonella ed è stato il colpo di fulmine. Era giovanissima e bellissima e solo dopo 8 mesi ci siamo sposati, era la donna della vita, era il destino avere avuto una donna cosi.
Ruolo ufficiale Ala sinistra, maglia n 11, anno 1966 debutta nella Sarzanese, in serie D e nello stesso anno convocato anche dalla Nazionale Juniores.Cosa ricorda, era un suo obbiettivo quello di crescere nel mondo del calcio, quali sono state le sue prime emozioni e conquiste personali.
R:
Dopo due campionati giovanili a Sarzana, vengo chiamato dalla Massese a fare in prestito la Coppa Toscana e li in finale con la Fiorentina io e Chiarugi segnammo una doppietta ed era presente il DT Galluzzi della Naz.Juniores che mi porta agli Europei in JUGOSLAVIA, fase iniziale a RIJEKA e pari con la Francia 1-1poi vittoria clamorosa con la CECOSLOVACCHIA 3-1 e poi 1-1 contro la INGHILTERRA con un mio gol nel finale che ci mandò a Belgrado, semifinale contro la Spagna 1-0 con rete dello scomparso Carlo Petrini e finale con la allora URSS e vittoria alla monetina allora e quindi Campioni d'Europa.Da lì parte la mia carriera da atleta
Negli anni successivi colleziona dei traguardi importanti, 1968 serie C nell 'Anconitana, convocazione nella Nazionale Militare, nel 1969 debutto in serie B nella Reggina, convocato anche nella Nazionale di serie B . Come era il calcio degli anni 60-70, il rapporto con i compagni di spogliatoio, c'è stato un allenatore che l'ha fatto crescere più degli altri?
R:
Per quanto poi la mia carriera è stata legata a due persone, Toni Giammarinaro ex Giocatore post tragedia del Grande Torino che mi porta ad Ancona e poi sarò con lui nella favolosa annata di Avellino vincendo il campionato in C, lasciando alla storia un'annata di grandi record 1972/1973, il calcio anni 70/80 era un calcio molto legato alla caratteristica tecnica, il legame con i ragazzi di spogliatoio era a carattere amichevole e familiare, eravamo spesso fuori a cena con tutti i nostri compagni, era un calcio meno frenetico e più affettivo e più rispettoso, caratteristica che nel mio futuro sarà determinante.
In seguito il Palermo la acquistò per inserirlo nella rosa della Serie A, ma il trasferimento viene revocato a novembre.Cosa era successo, in verità, è stata una delusione per lei?
R:
Poi dopo Ancona ecco la chiamata a Reggio Calabria in serie B con la Reggina allora importante società per la serie B. Debutto importante contro il Monza e gol all'esordio come in un bel sogno al grande giaguaro Luciano Castellini. Il mio sogno si era avverato, poi dopo oltre 100 gare in B ecco la chiamata a Palermo in serie A . Grande gioia che purtroppo dopo 7 gare e 2 gol arriva la delusione, per problemi burocratici il trasferimento viene annullato e ritorno a Reggio Calabria. Delusione no, ma il mio sogno di arrivare alla serie A era giunto ma non ho potuto dimostrare che potevo starci.
Arriviamo agli anni 1970- 1975, dove una volta rientrato in Toscana, gioca nella Massese e poi nella Lucchese dove colleziona 68 gare segnando 12 gol, successivamente viene acquistato dallo Spezia dove resta tre stagioni, disputando 97 gare e realizzando 18 reti.Cosa ha lasciato a queste squadre e cosa le hanno lasciato loro, un esempio in particolare ?
R:
Ecco uno degli uomini che ha lasciato un segno nella mia carriera. Giammarinaro mi chiama a AVELLINO e all'inizio ero titubante a scendere in C. Invece è stata la mia seconda da parte di carriera a continuare alla grande vincendo il campionato e andammo in B. L'anno dopo a dicembre dopo 8 gare in B con Avellino e 3 gol decido di tornare a casa, Massese....Lucchese....Spezia e poi la morte di mio padre nel 1981 mi fa terminare la carriera di calciatore. Credo di aver lasciato a tutti un ricordo di un atleta che sul campo ha dato tutto e di più con onestà e impegno massimale, a livello personale Sarzana mi ha dato l'inizio, l'Ancona credo la speranza, la Reggina la sfida a raggiungere il sogno della vita, Palermo il paradiso mancato, Avellino la certezza di essere ancora valido, Massese il vivere la tua città e i tuoi cari e amici d'infanzia, Lucca destino dei miei affetti e del mio futuro, Spezia, porto di affetto e calore sportivo verso la mia persona.
1 Luglio 1981, hanno del ritiro come calciatore., adesso le dico un nome Nedo Sonetti, se non sbaglio,l' ha voluta per iniziare la carriera come dirigente sportivo?Come ha vissuto questa opportunità?
R:
Poi ecco il vecchio amico di squadra Nedo Sonetti appena saputo della tragedia familiare per la scomparsa di mio padre (lui era molto legato a mio padre) mi chiama alla Sambenedettese dove era allenatore in serie B e mi offre di fare l'osservatore.Nuovo impegno e cerco di mettere a frutto la mia esperienza di ex calciatore, riesco a fare relazioni positive su alcuni giocatori che poi saranno acquistati e tra questi Walter Zenga che lo osservai in una gara a SAVONA in serie C, era in prestito dall'inter. Da lì ho capito che poteva essere una opportunità di lavoro del dopo calcio giocato e probabilmente qualcuno mi ha guidato in questa avventura
Altra figura, credo importante per lei è stata Mino Favini, cosa le ha insegnato?
R:
MINO FAVINI è TUTTO nella mia carriera di Osservatore e Dirigente, un uomo a cui non si trovano parole per descrivere la grandezza di uomo saggio, affettuoso, disponibile, intelligente e di grandi principi Se ho fatto quello che ho fatto devo tutto ai suoi insegnamenti e consigli .Ad instaurare un rapporto forte negli affetti tra la sua e la mia famiglia è bastato poco, RICORDERO' sempre cosa disse in una riunione con tutti i vertici componenti della società Atalanta e il grande Emiliano Mondonico presente Antonio parla con la mia bocca....e vede con i miei occhi Ecco questo è stato Favini e il rapporto che mi legava a lui e cosa mi ha trasmesso.
Ben 37 anni di grande collaborazione come Direttore sportivo del Margine Coperta, fino al prossimo 30 Giugno 2020, come ha inziato questo viaggio, quali erano le sue aspettative .
R:
Il viaggio a Margine è cominciato con Dino Fedi allora eravamo a fare corso allenatori e mi chiese se a Bergamo si poteva fare un accordo di collaborazione, e parlai con Pizzaballa allora responsabile del settore giovanile Atalanta. Poi arrivò Favini e da lì parte il percorso che durerà 36 anni di successi e soddisfazioni che resteranno per sempre nella storia del calcio giovanile.
La sua collaborazione, ha permesso alla società Margine Coperta di raggiungere obiettivi di alto livello, per oltre 25 anni è stata sempre ai vertici del Settore Giovanile Dilettanti della Toscana, vincendo innumerevoli titoli toscani Allievi e Giovanissimi e raggiungendo il titolo di Campioni d'Italia con i Giovanissimi nel 2013 ! E addirittura negli ultimi 5 anni in collaborazione con il club della Juventus, per la scuola calcio Elitè, come è riuscito a realizzare tutto questo, ci sono state anche difficoltà ?
R:
A conquistare quello che abbiamo fatto è presto detto. Una società Atalanta che mi ha sempre supportato in tutto attraverso le mie richieste e che poi il tempo ci ha dato ragione nel vedere cosa è venuto fuori. I dirigenti del Margine mi hanno sempre supportato nelle mie richieste anche se alcune volte non eravamo sulla stessa sintonia d'onda, ma alla fine poi trovavamo sempre un accordo e i risultati ottenuti appianavano le divergenze.Con il tempo alcuni dirigenti purtroppo ci hanno lasciato, erano saggi e sapevano prendermi e convincermi a ripianare.
A scoperto anche molti talenti insieme a Mino Favini, per 20 anni Direttore del Settore Giovanile dell'Atalanta, dell'esordio in Serie A di Pisani, Rossini, Pagano, Guarente, Vannucchi, Buzzegoli, Pugliesi, Marconi, Polvani, Bianchi, Pazzini e Bonaventura, cosa ha notato in loro, che altri non vedevano ?
R:
In quanto ai giocatori lanciati nel mondo Professionisti credo sia una delle prime società in Italia, a notare cosa avessero in più degli altri .Sicuramente mi ha favorito la costante visione giornaliera della loro crescita e del loro quotidiano allenamento, poi la costante attenzione dei nostri tecnici nel programmare il loro lavoro. Poi quello che mi ha guidato nella mia professione di Osservatore a tutti i livelli credo sia stato..... l'Intuito.......E' qualcosa che hai dentro e che ti guida a non avere timori nel decidere quello che senti e che vedi, la paura di sbagliare è una sensazione negativa che ti porta immancabilmente a sbagliare. Però questo mio intuito spesso mi ha fatto decidere positivamente, l'esempio più rappresentativo è stato Bonaventura, allora scartato per problemi di crescita fisica, ho visto cose tecniche di assoluto livello e il mio istinto mi ha fatto capire che lavorando sul piano atletico avrebbe potuto essere interessante e ho avuto ragione, non era facile portare un bambino di 15 anni dalle Marche a Margine Coperta per giocare e prendersi la responsabilità sul suo futuro, ecco queste cose rafforzano il tuo INTUITO.
Due nomi : Marco Corrado e Marco Limetti ...
R:
Corrado e Limetti troppo facile descriverli Tenaci...passionali....competenti e persone VERE e AMICHE non voglio dire altro perché penso racchiude tutto quello che mi lega a loro.
Il 30 Giugno 2020, si chiude la Storia Margine Coperta,le mancherà il suo storico ufficio, pieno di ricordi come un antico museo? Inizierà un nuovo capitolo accettando la proposta del Seravezza Pozzi Calcio, dove comincerà a lavorare dal prossimo primo luglio.Aspettative, entusiasmo, idee in cantiere ?
R:
Seravezza sarà la società che chiuderà la mia carriera e sono grato a Lorenzo Vannucci presidente che mi ha voluto assieme alla dirigenza a guidare la società verde-blu, vorrei completare l'opera che hanno cominciato e sono certo che ci sono e ci saranno risultati che si aspettano e plasmare sotto l'aspetto organizzativo la società che ha grandi potenzialità e formare un settore giovanile che nel tempo potrà sfornare altri talenti nel calcio.
Se qualcuno le dicesse, chi è Antonio Bongiorni come lo descriverebbe in breve?
R:
Chi è Antonio Bongiorni? Uno che nella vita di tutti giorni è una persona che ha molti amici e che cerca sempre di aiutare gli altri in ogni momento, chi è stato e chi è nel calcio, direi uno che ha dentro una passione e un impegno che si porta dietro e che mette in pratica le sue esperienze e che alle nuove generazioni vorrei direascoltare molto e parlare poco poi basta un piccolo VIRUS a fermare tutto e tutti.
Un caro saluto a tutti coloro che mi conoscono e un grande abbraccio per il futuro a tutta la generazione futura
Direttore, sono veramente grata del tempo che ci ha dedicato.Grazie !
Cinzia Collodi