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    Calcio in rete: intervista a Fabio Giorgetti

Idee per la ripartenza, risposte per rimettere in moto la macchina del nostro calcio: sul nuovo numero Calciopiù in edicola da oggi, Lorenzo Martinelli intervista Fabio Giorgetti, presidente della commissione Sport del Comune di Firenze oltre che dirigente della Laurenziana.
Potete leggere l'intervista completa a pagina 4 di Calciopiù, intanto vi proponiamo i primi passaggi.

Recepire e dare voce alle richieste del territorio, battersi in consiglio comunale per vedere riconosciuto il valore aggiunto dello sport è la naturale vocazione politica di Fabio Giorgetti, presidente della Commissione Cultura e Sport di Palazzo Vecchio, fra i più attivi fin dai primissimi giorni di marzo nella battaglia che il calcio dilettantistico sta portando avanti per la sua sopravvivenza. Traendo consapevolezza e strumenti utili per adempiere al suo mandato istituzionale dall'esperienza maturata in tanti anni all'interno del mondo del calcio prima come giocatore e poi come presidente, Giorgetti ha intuito sul nascere il potenziale venefico del periodo che lo sport sta attraversando e si è rimboccato le maniche, chiamando a raccolta i colleghi presidenti dell'hinterland fiorentino dando vita all'importantissima iniziativa denominata Calcio in rete di cui parleremo, alzando poi la mano in consiglio comunale per chiedere che sia dato un sostegno concreto e riconosciuto il valore educativo e sociale del variegato mondo che comprende l'attivita' sportiva di base. «è necessario che le istituzioni, e in primissima battuta gli enti locali, si rendano conto di quanto sia grave la crisi che sta attraversando il mondo dello sport dilettantistico, e non solo il calcio» afferma subito Giorgetti «e il primo intervento che deve essere fatto riguarda il sostegno da assicurare alle società che gestiscono direttamente gli impianti sportivi».

Come giudica le prime risposte che sono arrivate dalla politica agli interrogativi posti dalle società sportive?
Non sufficienti per l'entità dei problemi che sorgeranno al prossimo orizzonte e per quelli che ci sono stati da affrontare in queste ultime settimane; mi riferisco a esempio alle utenze, che continuano a correre anche nel periodo di chiusura, o le spese per la manutenzione ordinaria degli impianti. In ogni impianto non ci si è potuti fermare neanche un giorno perchè un impianto sportivo non può essere lasciato a se stesso. In sottofondo poi l'incertezza genera ulteriore difficoltà perchè a oggi non possiamo sapere con precisione quando e come ripartirà l'attività agonistica .

Quest'ultimo punto coincide con una delle discriminanti che probabilmente risulteranno decisive nell'ottica della sopravvivenza di tutte le realtà sportive dilettantistiche; detto altrimenti, se si riparte all'inizio dell'autunno, con l'attività agonistica a porte aperte, probabilmente ritroveremo all'appello tutte le società, il discorso cambia e si aggiungono tinte fosche se si prospetta una ripartenza più in là nel tempo. Concorda con questa analisi? Al momento è a conoscenza di società che hanno annunciato di alzare bandiera bianca?
Dalla pubblicazione del decreto Rilancio ho premuto su un tasto specifico che è la richiesta dell'allungamento delle concessioni comunali come una delle misure, assieme ad altre, per fare in modo che nessuna società sportiva sia costretta a interrompere la sua attività: interventi mirati per evitare che manchino le risorse per la ripartenza. Deve essere un precipuo interesse del Comune assicurare che i suoi impianti continuino a essere gestiti dalle società che lo hanno fatto finora. A oggi non ho notizia di società che intendono abbassare la saracinesca ma alcune stanno davvero pensando di ‘riportare le chiavi' come si suol dire: tante, per non dire tutte, sono in seria difficoltà ma se si prospetta la possibilità di ripartire in autunno ce la possiamo fare. Purtroppo concordo sul fatto che se i tempi si allungassero e il periodo di inattività si dilatasse fino a gennaio per esempio, lo scenario assumerebbe dei contorni davvero complicati .

All'interno di questa situazione, lo abbiamo accennato, lei deve ‘sdoppiare' il suo impegno fra il piano istituzionale, nel ruolo di presidente della Commissione Cultura e Sport, e quello di dirigente della società Laurenziana a cui appartiene. Sotto quest'ultimo profilo è stato il promotore di un'importante iniziativa che ha portato i presidenti di 50 società del comprensorio fiorentino a unirsi in un tavolo permanente di riflessione dal quale sollevare all'attenzione della politica istanze e problematiche comuni. Ci racconta la genesi e lo scopo di questa gruppo di addetti ai lavori?
L'idea è nata e si è sviluppata rapidamente nei primi giorni dell'emergenza Covid con l'intento di mettere a confronto presidenti e dirigenti del maggior numero possibile di società calcistiche; lo scorso mercoledì ci siamo ritrovati sulle tribune del ‘Bozzi' di Porta Romana in una riunione che è stata un successo sotto tutti i punti di vista e dalla quale sono scaturiti i punti qualificanti di quanto richiede e propone ‘Calcio in rete', che è il nome attribuito all'iniziativa. è partito tutto con lo scambio di opinioni sui tanti problemi comuni come ad esempio i rimborsi spese o i costi delle utenze durante il lockdown e in poco tempo siamo arrivati a comprendere una cinquantina società, che rappresentano tutta l'area metropolitana di Firenze perchè si va da Lastra a Signa al Mugello passando per Bagno a Ripoli. Lo sport e il calcio dilettantistico nello specifico devono avere una maggiore considerazione a livello politico, tanto per iniziare occorre quindi rivedere gli strumenti di interlocuzione fra gli enti locali e le società sportive per metterle in condizione di lavorare al meglio .