a nome di tante persone con cui mi interfaccio nell'ambiente calcistico non per mestiere ma per diletto vista la passione del figlio, volevo esprimervi il mio dissenso per quella che è stata la stesura ed interpretazione del nuovo DPCM del 18/10/2020.

Si, perché il decreto già di per se detta linee guida discutibili per non dire incomprensibili, ma anche l'interpretazione lo è. Spettava a voi e doveva esser fatta anche nell'ottica di quel senso non scritto di equità che ci si aspetterebbe sempre nelle norme generali. Ed invece non si è persa l'occasione per creare società di serie A e di serie B, ragazzi di serie A e di serie B come se nel calcio giovanile, ed è di quello che parlo, il 15enne che milita in una squadra regionale abbia maggior diritto di divertirsi giocando a calcio rispetto a quello che milita in quella provinciale. Probabilmente i regionali sono immuni al virus? E non venite a dirmi che il decreto cita cosi, la norma è interpretabile soprattutto se in senso restrittivo.

E così si è deciso di far allenare e giocare i ragazzi che giocano in squadre che militano nella categoria regionale e far allenare, ma senza partitelle, e non far giocare quelli delle categorie provinciali.

Per i ragazzi il calcio è svago, divertimento e passione, ma in questo modo siete riusciti a creare una ulteriore forma di discriminazione che si ripercuote sulla loro psiche già messa eccessivamente alla prova in questo periodo che non saprei ancora come definire.

E cosi stasera abbiamo amici e compagni di classe con opposte sensazioni, chi festeggia e chi è triste..messaggi, chat, social..la differenza?..difficile capirne il perché..dipende dalla squadra in cui giochi..

Scusate lo sfogo, so che la situazione crea anche a voi difficoltà gestionali e decisionali, ma non potevo fare a meno di esprimere quello che è sicuramente il parere si molte persone.

Cordiali saluti e buon lavoro.