Il potere della memoria, Uberto Gatti rivive i primi anni della Cerbai
È una vera e propria forza attrattiva, una gravità irresistibile, quella che calamita coloro i quali hanno legato parte della propria vita al campo da calcio davanti alla possibilità di aprire gli archivi storici e far galoppare la memoria. Accade esattamente questo anche quando si apre il faldone relativo alla Coppa Cerbai: è un calcio di venti anni fa, ma il pallone collega con un filo rosso passato e presente, intreccia i ricordi e smuove con una forza magnetica ricordi, sensazioni e immagini sedimentate nelle pieghe del tempo.
Perché alcuni di quei protagonisti di allora -oggipiù che cresciuti - sono rimasti nel calcio diventando allenatori o dirigenti, altri sono ancora in sella a una panchina e anche chi non c'è più può essere ricordato in maniera degna.
Quando la Coppa Cerbai fu organizzata per la seconda volta, nella stagione 1998-'99, Uberto Gatti era un allenatore in rampa di lancio e, con la sua Impruneta Tavarnuzze , prese parte al torneo. Il tecnico che la Toscana ha poi imparato a conoscere come uno dei selezionatori più vincenti di sempre (ha all'attivo ben quattro titoli nazionali - di cui due da prima guida in panchina - con la rappresentativa toscana Juniores) stava mettendo in mostra tutte le sue qualità che, non a caso, l'anno dopo lo portarono sulla panchina delle giovanili della Rondinella, nel campionato professionistico. Gatti scorre i nomi di quella squadra Allevi B dell'Impruneta Tavarnuzze che dette vita a un appassionante duello in campionato con la Cattolica Virtus e lo Sporting Arno e che poi fu eliminata dalla coppa Cerbai proprio dai rosanero di Badia a Settimo, in un doppio confronto che l'attuale selezionatore degli Juniores toscani ricorda bene - 'scorrere i nomi di quella formazione smuove tanti bei ricordi: il portiere Mengoni, Masi, i gemelli Biondi, Nardoni, Trentanovi, Giuliani, Migliori e tanti altri. Eravamo davvero una bella squadra. Chiudemmo il campionato alle spalle della corazzata Cattolica Virtus e poi affrontammo la Cerbai, che metteva di fronte le vincenti di ogni provincia: la coppa fu per noi un'ulteriore occasione di crescita e confronto. L'annata Allievi B rappresenta un tassello di crescita molto importante nella carriera di ogni calciatore: indirizza poi le annate successive e opera una selezione importante. Alcuni dei giocatori di quell'Impruneta hanno fatto strada e, ripensandoci, quell'anno saremmo potuti arrivare anche più lontano perché il gruppo era uno dei più uniti che abbia mai avuto anche se la rosa era un po' corta'. L'Impruneta iniziò il suo cammino nella Cerbai eliminando nel doppio confronto degli ottavi di finale la Spa Valdiserchio (0-1 in trasferta e 2-1 al 'Nesi' di Tavarnuzze), poi però - nei quarti di finale - ecco che sulla strada dei verdeblù si para la sagoma dello Sporting Arno. Una bestia nera per i ragazzi di Gatti, come ricorda lui stesso - ' Lo Sporting classe '83 era un altro squadrone di quel periodo, con i vari Cardinali, Parlatore, Venturini e Castagnoli che erano individualità di grande talento, guidate da un grande allenatore come era Rivi. All'andata perdemmo in modo netto, pregiudicando il match di ritorno che fu più che altro un saggio di fine stagione e terminò con un punteggio pirotecnico ma sempre in favore dei nostri avversari. Lo Sporting Arno quell'anno fu la nostra bestia nera: ce lo ritrovammo di fronte anche in finale al torneo 'Bianchi' e anche in quell'occasione la spuntarono loro, di misura, per 3-2'. La medicina del tempo e la venatura dolce che ha il sapore della nostalgia riveste il ricordo di una sfumatura positiva - 'il primo imperativo del calcio è scendere in campo per la vittoria ma saper accettare un'eventuale sconfitta al novantesimo; nella mia mente quelle sono emozioni che solo il calcio ha saputo regalarmi, che siano sconfitte o vittorie poco importa a distanza di anni. E rileggere le pagine di Calciopiù, che custodisco gelosamente, aiutano l'emersione dei ricordi. Leggo qui nell'ultimo articolo dopo l'uscita dalla Cerbai contro lo Sporting Arno, a commento della nostra annata: 'la gara rappresentava il commiato da una stagione che è stata senz'altro positiva, culminata col primato in classifica per lungo tempo. La sconfitta e l'eliminazione dalla Cerbai non gettano certo ombre su un'annata importante'.Che calcio era, a differenza di oggi?Non credo sia giusto ritenerlo poi così diverso da quello attuale; concordo con chi ritiene che ci fosse più selezione, la tecnica generale era molto buona e concetti come intensità e ritmo erano già ben presenti'.
Dopotutto un archivio come quello di Calciopiù non serve solo a organizzare, racchiudere in una cornice storica gli eventi del calcio toscano, ma anche per lasciare un segno che vada ben oltre i quindici minuti di celebrità vaticinati da Andy Wharol. E chissà se fra vent'anni, ammesso che sia possibile ripescarlo nei meandri dell'etere, un post di Instagram o un tweet avranno la stessa solidità.
Lorenzo Martinelli Calciopiù