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    Il saluto di Fabrizio Bellini alla Lastrigiana


Dopo tanti anni, da giocatore, allenatore e dirigente della Lastrigiana, Fabrizio Bellini chiude la sua avventura con i colori biancorossi:


Ciao a tutti,

ebbene sì.... siamo giunti ai saluti.

Mi ero ripromesso, quando questa avventura fosse giunta al capolinea, di lasciare la Lastrigiana in armonia, contrariamente a quanto succede più o meno a tutti coloro che ad un certo punto se ne vanno.

Salutare senza alcuna polemica, litigio o frizione ma semplicemente perchè 'è arrivato il momento'.

Io vivo di stimoli, di entusiasmo, di motivazioni e cerco di fare qualunque cosa al massimo delle mie possibilità, nello sport come nella vita, con passione e dedizione.

Lascio proprio perchè in questo momento non sono in queste condizioni e chi mi conosce veramente sono certo che capirà.

Purtroppo, o per fortuna, o solo perchè succede, cambiano le situazioni familiari, quelle lavorative e se il tempo dedicato allo sport inizia a diventare un peso ed il calcio viene vissuto come un sacrificio, significa che è giunta l'ora di mollare.

Sicuramente questa pandemia che si trascina da tanto, troppo tempo, ci ha messo del suo, non ha certo aiutato, ma cosi è!

Lascio dopo aver vissuto la Lastrigiana da giocatore (17 anni), da genitore (12 anni), da dirigente (10 anni) e da allenatore (2 anni... ma in realtà, 6 mesi).

Ho dato tanto e tanto ho ricevuto.

Da calciatore ho iniziato a 9 anni sullo sterrato della Guardiana, a 16 anni ho esordito in prima squdara, a 17 ho vinto il mio primo campionato, a 18 il DS dell'epoca mi disse che avrebbe costruito la squadra attorno a me.

Poi, a 25 anni, complici le famose motivazioni che non c'erano più, ho deciso di cercare nuovi stimoli in altre società, dopo aver contribuito a portare la Lastrigiana dalla II^ Categoria stabilmente in Promozione.

Da genitore ho iniziato a seguire i miei figli fin dalla scuola calcio, fortunatamente due maschi ed entrambi con la passione sfrenata del pallone.

Lorenzo è stato poco in biancorosso, ha iniziato subito un percorso diverso (tra Fiorentina e Cattolica Virtus) ma appena c'è stata la possibilità, a 17 anni, ha vestito nuovamente la maglia della squadra del proprio paese.

Quella maglia con la quale aveva iniziato, l'ha indossata stavolta in Eccellenza, categoria che ancora oggi resta, a mio parere, un orgoglio per tutta Lastra a Signa.

Leonardo invece, una storia esclusivamente biancorossa, rinunciando a qualche (presunta) chimera, fedele al progetto '2001' che tante soddisfazioni ha dato a questa società.

'Mai nessuno.... come il 2001' recitava una delle maglie celebrative dei tanti successi; un percorso fantastico, anche fuori dal campo (i risultati certamente aiutano) con un gruppo speciale anche di genitori.



Da dirigente, chiamato dal mio amico Mario Ambrosino a dare un contributo nell'era del Presidente Vignolini, soddisfazioni uniche e ricordi indelebili.

Prima, sostenitore convinto della politica e della gestione dell'attiità di base di Fabrizio ed Oliviero Mancini, con le perle dell'organizzazione della Europe Cup U12 e della Coppa Italia U11.

Poi, dirigente del Settore Giovanile con un occhio di riguardo alla classe 2001, dagli inizi con l'indimenticabile Vito Maurello al salto di qualità con Rossano Bartalucci: tante vittorie, qualche piazzamento d'onore, imprese eccezionali e la conquista di tutte le Categorie d'Elitè di Giovanissimi e Allievi.

Ancora, dirigente accompagnatore degli Allievi 2002, anch'essi guidati da Rossano Bartalucci, con la conquista di una sofferta salvezza dal valore inestimabile.

Infine, l'esperienza negli Juniores al fianco di Andrea Pratesi (e dell'inossidabile trio Spataro/Masini/Toni) con lo storico scudetto conquistato al 'Bozzi' difronte ad una cornice di pubblico da brivido.

Un traguardo assolutamente impensabile ma, d'altro canto, 'se lo sogni... lo puoi fare'.

Risultati e ricordi bellissimi sul campo.... ma anche fuori dal campo.

Come ai tempi delle Feste di Natale al Palazzetto dello Sport (anche 520 persone messe a tavola), o della pavimentazione in autobloccanti (tutti insieme al lavoro da volontari ed amici) o della copertura della tribuna (18 mesi di iter burocratico prima di vedere il lavoro finito).

Tutte iniziative volte a migliorare la nostra società e la nostra casa della Guardiana.

Da allenatore, purtroppo, un'esperienza segnata dal COVID-19 con due campionati interrotti.

Risultati sul campo non soddisfacenti ma l'orgoglio e la soddisfazione di vedere i miei ragazzi crescere singolarmente e la mia squadra, almeno a sprazzi, esprimersi in campo così come l'avevo pensata e immaginata.

Quante emozioni.... nella mia vita in biancorosso!!!!

Lo sport, il calcio in questo caso, come scuola di vita, sempre cercando di portare avanti i miei valori, quelli che mi accompagnano anche fuori dall'ambiente sportivo, fatti di passione, attaccamento, programmazione, rispetto e coerenza.

Voglio veramente ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo percorso, non li cito singolarmente soltanto per paura di scordarmi qualcuno.

Dirigenti, tecnici, collaboratori, genitori, calciatori..... ognuno di Voi, ve lo garantisco, mi ha lasciato qualcosa; anche coloro con cui ho avuto qualche inevitabile discussione, dovuta a posizioni e visioni diverse.

Sempre e soltanto per il bene della società e dei ragazzi che ne fanno parte.

Sarò sempre il vostro primo tifoso.... che sia questo un addio o solo un arrivederci....


I LOVE LASTRIGIANA Fabrizio Bellini