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    Folgor Calenzano, intervista al direttore sportivo Matteo Caciagli

Nella vita, quando si lavora per bene, i risultati arrivano e il calcio non fa eccezione. Ne è dimostrazione la Folgor Calenzano, che con le sue squadre sta conducendo una stagione superlativa sotto tutti i punti di vista. Con il direttore sportivo Matteo Caciagli siamo andati alla scoperta delle varie sfaccettature di questa ambiziosa società, dai sogni di Allievi e Giovanissimi Regionali al percorso di crescita delle categorie B :

Le vostre squadre regionali stanno andando molto bene: gli Allievi sono primi, mentre i Giovanissimi si trovano al terzo posto a soli cinque punti dalla vetta. Vi aspettavate questo rendimento all'inizio della stagione? Quali sono adesso i vostri obiettivi?

L'attuale rendimento delle nostre squadre rappresenta il frutto di un lavoro di anni, arricchito oggi dalla presenza di bravissimi allenatori e preparatori e da un'ottima organizzazione generale. L'obiettivo è quello di fare bene senza porsi limiti, siamo ambiziosi ma anche con i piedi ben saldi a terra. La società ci ha dato un preciso compito, sportivo e non, e noi stiamo cercando di svolgerlo nella maniera più giusta. Quello che più ci conforta e ci rende orgogliosi è vedere ogni settimana allenamenti a pieno organico, con i ragazzi sempre presenti e volenterosi: i risultati sono solo una conseguenza di tutto ciò.

Allievi B e Giovanissimi B si sono guadagnati la partecipazione al girone di merito in questa seconda fase di stagione: il lavoro che fate con loro è anche di prospettiva in vista della prossima stagione?

Senza dubbio quello dei Giovanissimi B 2009 è uno dei gironi più difficili ma al contempo stimolanti. I ragazzi stanno svolgendo lo stesso percorso che ha fatto il 2008 nella passata stagione, ci serve per individuare eventuali lacune e impostare il lavoro in vista del prossimo anno. Discorso simile per gli Allievi B, che abbiamo il dovere di preparare al campionato regionale cercando di capire come intervenire per migliorare il gruppo.

Dietro a dei buoni risultati cè sempre un grande staff: ci presenta gli allenatori delle vostre squadre?

Nei Giovanissimi B abbiamo Andrea Pieri, colui che ha riportato le categorie regionali a Calenzano e che per questo non ha bisogno di presentazioni. Con lui abbiamo intrapreso un percorso biennale e pertanto posso già dire che l'anno prossimo sarà l'allenatore dei Giovanissimi. Passando proprio ai Giovanissimi Regionali troviamo Pietro Martini, un mister giovane ma dotato di grande personalità e conoscenza calcistica. Per me non è stato una sorpresa, il suo lavoro si vede non solo nei risultati ma anche negli equilibri del gruppo e nella crescita tecnica dei ragazzi. Alla guida degli Allievi B c'è Roberto Mocali, allenatore esperto e sempre attento a ogni dettagli. Lavora a Calenzano ormai da diversi anni e nella scorsa stagione ha contribuito in modo decisivo alla salvezza dei 2007 nel campionato regionale. Infine Massimo Fiorentino, mister degli Allievi Regionali che in passato ha allenato in società blasonate quali Prato e Scandicci, nonchè in categorie come Promozione ed Eccellenza. La sua bravura non si discute e si vede dal modo in cui i ragazzi stanno in campo, da come si allenano e da come stanno affrontando questo campionato regionale: se siamo primi in classifica è perchè oltre alla qualità dei ragazzi c'è anche quella dell'allenatore.

Da direttore sportivo, quanto è stato difficile costruire le varie rose a inizio stagione? Ha dovuto pescare da fuori o poteva contare su organici interni già ben assemblati?

Io ho fatto le scelte finali, ma il lavoro è stato di squadra. Abbiamo cercato di effettuare rinforzi mirati, inserendo ragazzi nuovi solo nei ruoli in cui c'era bisogno. Le rose erano già competitive e con buoni innesti siamo riusciti a costruire squadre competitive, prive di eccessivi dualismi ma con una sana competizione interna. Il lavoro dei mister ha poi portato ai risultati attuali.

Il suo lavoro le permette di conoscere tanti ragazzi, anche di età diverse tra loro: è vero che le nuove generazioni stanno pian piano abbandonando il calcio oppure si può ancora salvare e mantenere viva la passione dei più giovani?

Conosco i ragazzi del settore giovanile uno per uno. Creare rapporti individuali è un compito faticoso ma gratificante, che mi permette a volte di giocare danticipo per prevenire eventuali malumori. Spesso ci riesco e magari altre volte no, d'altronde il mondo dei giovani oggi è molto più complesso. La pandemia li ha messi a dura prova, tanti hanno ridefinito le loro priorità comprese quelle calcistiche. In tal senso, tutto il movimento deve contribuire per non disperdere la ricchezza del calcio e dello sport nelle nuove generazioni.

Giulio Dispensieri