Campionando.it

    L’inchiesta (parte 1), il green pass motore per una ripartenza sicura

Per una nuova stagione che sta per cominciare, un accorgimento in più da prendere. La seconda estate dell'era Covid sarà all'insegna dell'attenzione, della salvaguardia, della tutela. Con lo spettro di un'esplosione della variante Delta ad aleggiare sull'Italia, il governo Draghi ha ufficializzato il possesso obbligatorio del certificato verde onde evitare un ritorno alle chiusure. Fondamentale per accedere - in linea di massima - ai luoghi più affollati, in particolar modo quelli al chiuso, il pass entrerà in vigore dal 6 agosto, dando così a cittadini e a uffici pubblici il tempo necessario per uniformarsi alle nuove regole. Come spesso accade in un Paese colmo di contraddizioni come la nostra cara Italia, la nascita di questo nuovo strumento non è stata accolta da tutti in modo positivo, soprattutto per via del suo carattere obbligatorio e vincolante per talune situazioni altresì inaccessibili. Lungi dal voler entrare nei meriti e nei giudizi politici, civili e morali sull'impostazione e sulla bontà del green pass, restringiamo il campo d'interesse solo e unicamente intorno al mondo del pallone. Attenendoci a quanto enunciato dalle nuove disposizioni sappiamo dunque che, in zona bianca, la capienza degli stadi all'aperto sarà ampliata fino al 50% mentre per i palazzetti al chiuso si arriva al 25%. Alla luce di ciò, può l'entrata in vigore del certificato verde essere un punto di partenza solido e reale per la definitiva ripresa del calcio dilettantistico e in particolar modo di quello giovanile? Sondando il terreno intorno a noi, ciò che si evince dagli umori generali è un senso di positività e di fiducia nei confronti del pass, una luce in fondo al lungo e cupo tunnel della pandemia che pur mantiene qualche riserva ancora da sciogliere. Dai pareri di personaggi di rilievo quali l'ex medico e vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini e dell'attuale presidente del Comitato Regionale Toscana Paolo Mangini ai pensieri di alcuni dirigenti societari, vediamo quanto il mondo del calcio toscano sia sempre più pronto a ripartire nel segno della sicurezza.


Innocenzo Mazzini: 'Il certificato verde rappresenta un'opportunità d'oro da cogliere con saggezza'

Da medico e grande personaggio calcistico qual è stato, pensa che l'istituzione del green pass obbligatorio possa giovare al mondo del calcio dilettantistico?
Assolutamente sì, questo strumento è fondamentale per riaprire in sicurezza e per tornare finalmente a giocare in modo continuativo. Da ciò che abbiamo passato in questi mesi, dovremmo aver imparato l'importanza del cominciare e portare a termine la stagione; un nuovo stop improvviso rappresenterebbe una mazzata enorme per il mondo del dilettantismo, il quale troverebbe poi davvero difficile rialzarsi. Sia per i ragazzi che per le società, questo certificato verde rappresenta un'opportunità d'oro da cogliere con saggezza.

Rendere il possesso del green pass obbligatorio anche per il pubblico allo stadio è una scelta saggia?
A mio personale avviso sì, le precauzioni non sono mai troppe. Siamo in una fase in cui la vaccinazione procede sì piuttosto bene ma non a gonfie vele, difatti la soglia dell'immunità di gregge è ancora lontana dall'essere raggiunta. Una volta che la stragrande maggioranza delle persone sarà vaccinata, allora potremmo allentare un po' la morsa. Fino ad allora è però importante continuare a fare tutti i sacrifici del caso onde evitare dannosi passi indietro. Memori di quanto successo l'anno passato, è bene non adottare un approccio superficiale al problema perché la malattia è insidiosa e non va mai sottovalutata. Il calcio ha bisogno di poter ripartire in totale sicurezza: più accorgimenti prendiamo ora, meno pericoli ci saranno lungo il cammino della rinascita.
Lorenzo Profili