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    Intervista a Francesco Gozzi, allenatore degli Allievi dello Scandicci

Sembra di vivere un déjà vu, ma non per i motivi che ci si può immaginare. Il riferimento infatti non è al tentativo - un anno dopo - da parte del calcio dilettantistico di innescare una ripartenza alla quale segua poi la necessaria continuità ma piuttosto al fatto che, esattamente come un anno fa, registriamo un cambio di panchina che coinvolge Francesco Gozzi. Chiusa nella primavera del 2020 la lunga e trionfale esperienza alla Cattolica Virtus, il tecnico fiorentino decano dell'élite Allievi (assieme a lui fra gli attuali allenatori del massimo campionato giovanile regionale solo Michele Citi era presente alla prima edizione del torneo) si era accasato al Tau Altopascio, un trasferimento che aveva inevitabilmente fatto rumore. Poi il vuoto pneumatico della pandemia, fino alla notizia di un altro spostamento: nella prossima stagione Francesco Gozzi siederà sulla panchina dello Scandicci, al timone (ovviamente) della formazione Allievi. Pur attutita dal torpore dei mesi di stop, anche questa notizia ha fatto parlare gli addetti ai lavori del circuito élite.

È anche per questo che le sue prime parole ufficiali nelle vesti di tecnico dello Scandicci che vi proponiamo hanno una notevole importanza, ben oltre che per il semplice fatto che a Gozzi non piace mai fare zero a zero, né sul campo né quando si concede (sempre volentieri) ai nostri taccuini. Ecco dunque l'intervista uscita sull'ultimo numero di Calciopiù.

Non le sembra strano anche a lei che, dopo tredici anni alla Cattolica, nel biennio in cui il calcio è stato fermo abbia cambiato ben due casacche?
È uno spunto al quale non avevo pensato anche perché in entrambi i casi nella decisione che ho preso non c'entrano niente il Covid e le sue ricadute o il fatto che non si sia giocato per un anno e mezzo. Il motivo per cui ho salutato la Cattolica è perché dopo aver intrapreso un ruolo dirigenziale non ero soddisfatto di quanto stavo facendo e avevo bisogno di rinnovare stimoli e motivazioni; ad Altopascio invece il fatto di non aver praticamente mai giocato può aver inciso ma il vero problema è che l'impegno non era compatibile con gli altri miei impegni, lavorativi e familiari. Lo sottolineo, il motivo è solo questo: pensare di dover vivere un'altra annata con in più il calcio giocato non era per me fattibile, per il resto i miei rapporti con la società sono stati e restano ottimi, in particolar modo con il presidente Semplicioni che si è sempre comportato con me in modo esemplare. Tempi troppo stretti a livello logistico: non avrei potuto portare avanti e applicare come dovuto la mia idea di calcio. Il mio rammarico è aver verificato un'incompatibilità con l'impegno sportivo richiesto legato alla distanza, se il Tau anziché ad Altopascio fosse un po' più vicino di certo non avrei preso questa decisione. E, senza nulla togliere alle altre società come Sestese, Scandicci e Cattolica, il rammarico è aver lasciato la società che in questo momento è al top, un passettino più avanti degli altri. Spero che nessuno si offenda, ma questo è il mio pensiero.

Ha comunicato al Tau la sua decisione e a quel punto immagino che il suo telefono abbia iniziato a ricevere molto più traffico. Che cosa l'ha convinta a sposare l'offerta dello Scandicci e come si è evoluto il trasferimento ai blues?
Verso fine marzo ho ricevuto una chiamata da Claudio Davitti, che è poi diventato in questi mesi il direttore generale dello Scandicci, che effettuò un primo sondaggio. Avevo già maturato la scelta di lasciare Altopascio, ma dovevo effettuare il necessario passaggio della comunicazione alla società. Dopo un po' di tempo che questo è avvenuto ho ricevuto una seconda telefonata da parte dello Scandicci, nuovamente da Davitti; ci siamo incontrati e a quel punto ho parlato sia con lui sia con Yuri Pozzi, che nel frattempo aveva assunto il nuovo incarico di diesse del settore giovanile. Mi hanno delineato tutti i loro intendimenti e progetti, io a quel punto mi sono preso qualche giorno per riflettere, dopodiché ho accettato.

In quel periodo che ha impiegato per pensarci su ha valutato anche altre proposte o solo quella dei blues? Che cosa la tratteneva da un ok immediato?
Ho preso in considerazione soltanto la loro offerta e mi è sembrato normale doverci riflettere su; accettare di far parte di un progetto come quello che mi è stato presentato comporta un'attenta valutazione di tutte, e sono tante, le componenti in gioco.

Ed eccola alla guida degli Allievi élite dello Scandicci. Che squadra sono i suoi 2005?
Al primo giorno di ritiro mi sono ritrovato in mano una lista di venti nomi che, ad eccezione di uno che avevo visto all'opera due anni fa nei Giovanissimi, mi proponeva diciannove profili di ragazzi e di calciatori che non conoscevo per niente. Sono tutt'oggi all'interno della fase di conoscenza del gruppo, sospendo il giudizio e non posso sbilanciarmi su nessun aspetto tattico del futuro, come a esempio il modulo o perfino il ruolo preciso che ognuno dei miei ragazzi ricoprirà nel corso della prossima stagione. E anzi, sono contento di avere ancora un mese di lavoro davanti prima dell'inizio del campionato per potermi formulare un giudizio che sia mio e sia il riflesso dell'impegno dimostrato e delle qualità espresse dai ragazzi in questo primissimo scorcio di stagione che stiamo vivendo, iniziata con il ritiro e proseguita poi con gli allenamenti che ci stanno avvicinando al via del torneo.

Se è così per quel che riguarda la valutazione della sua squadra, immagino già quale possa essere la risposta alla domanda che le vorrei fare sulle altre concorrenti del girone.
La Cattolica è l'unica squadra che conosco, i 2005 sono un ottimo gruppo ma sulle altre non posso esprimermi, direi cose di circostanza e non mi piace: non so quali siano quelle più attrezzate fisicamente o quelle più tecniche, le avversarie da battere e quant'altro. Dell'altro girone invece conosco bene il Tau e posso sbilanciarmi nel dire che è probabilmente la favorita per il titolo regionale. Tornando alla mia squadra il primo obiettivo è quello di provare ad accedere al girone che nella seconda fase esprime la vincente del titolo, ma la strada davanti è tanta vista da qui.

Nutre comunque sensazioni positive?
Sul fatto che faremo bene sì, ma mi posso basare soltanto su queste pochissime prime settimane di lavoro; abbiamo svolto il ritiro a Loiano sull'Appennino Bolognese e tutto è filato liscio; mi piace evidenziare come i miei ragazzi si siano presentati tutti il primo giorno in un'ottima condizione atletica, segno che avevano eseguito il programma di lavoro che era stato assegnato loro dal preparatore atletico. È stato un primo segnale di serietà e l'ho molto apprezzato.

È l'ultima domanda ma so già che non la coglierò in contropiede perché se l'aspetta. Quando tornerà a Soffiano, perché un conto è tornarci con la divisa amaranto, un conto con quella degli storici rivali dello Scandicci, che tipo di accoglienza si aspetta e che emozioni si immagina che vivrà?
Lo scorso anno l'eventualità di una partita in cui sarei tornato alla Cattolica da avversario era rimandata forse alla seconda fase, quest'anno non sarà così e vivrò sicuramente una domenica speciale, che sarà ricca di emozioni, non ho niente da farmi perdonare e soprattutto nessun desiderio di rivincita, rivalsa o vendetta: le mie saranno soltanto emozioni positive perché in fondo un po' giallorosso so che lo rimarrò per sempre visto che cosa ha rappresentato per me la Cattolica Virtus in tanti anni. Per il momento qua a Scandicci non ho respirato minimamente ansia o attesa nei confronti di quella gara, ma ci sta che con l'avvicinarsi dell'evento le cose cambino. Che cosa mi aspetto? Tanti abbracci ma metto in conto che ci potrà essere qualcuno pronto a provare un piacere particolare in caso di sconfitta della mia squadra. Ma ripeto, mi aspetto di provare soprattutto emozioni positive, anche perché davanti da avversari avrò persone come Paolo Bosi, Luca Briganti e Lorenzo Billi con le quali i rapporti sono ottimi.
Lorenzo Martinelli


La rosa degli Allievi dello Scandicci:
Alfani Gregorio, Amico Niccolò, Bacheca Gabriele, Bertacchi Lorenzo (dalla Floria 2000), Bonaccini Giovanni, Canzani Giuseppe (dal Casellina), Cei Alessio, Conticelli Tommaso, Galli Leonardo, Iovino Gioele, La Torre Fabio, Manetti Daniele (dalla Floria 2000), Paoli Duccio, Perone Daniele (dal Pontassieve), Pretelli Duccio (dall'Audax Rufina), Sammartino Giovanni, Sgai Gabriel, Vanni Tommaso, Zeoli Dimitri.
Allenatore: Francesco Gozzi.