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    Intervista a Dante Lucarelli, responsabile settore giovanile del Pisa

In effetti lo step successivo, in termini di promozione e upgrade al proprio curriculum, non poteva che essere questo. Dal calcio dilettantistico a quello dei prof esiste uno scalino, ma il dislivello è poco pronunciato se a compierlo è Dante Lucarelli, che un professionista dentro i dilettanti lo era già da tempo, e il passo è quindi breve se a percorrerlo è lui dopo una lunga militanza al Tau, dunque dal vertice della piramide dei dilettanti. Quindici anni di crescita esponenziale, di scommesse vinte, numerosi trionfi a livello regionale in mezzo a sporadiche inevitabili delusioni (i due poli: lo scudetto italiano vinto nel 2012, ma anche il tricolore soltanto sfiorato a San Marino tre anni fa), vissuti sempre con la prua delle ambizioni puntata in avanti non si scordano facilmente, né Lucarelli vuole dimenticarli, come dirà poco più avanti, nella sua prima intervista ai nostri taccuini nelle vesti di nuovo responsabile del settore giovanile del Pisa al fianco di Umberto Aringhieri. Ecco l'intervista uscita sull'ultimo numero di Calciopiù.

Ci lasciamo alle spalle i giorni infuocati del mercato e iniziamo il veloce avvicinamento al via dei campionati: dall'alto della sua esperienza, è fiducioso sulla possibilità di disputare regolarmente la stagione?
Lo sono, credo che quest'anno i protocolli siano molto più chiari, la campagna di vaccinazione è a un punto molto buono, gli atleti e le famiglie hanno risposto benissimo in questo senso e ritengo che sia ormai divenuto evidente che è troppo importante tutelare l'attività sportiva dei più giovani; il nostro calcio è stato costretto a cercare nuovi equilibri ma rispetto a un anno fa vedo una situazione che lascia aperti margini di maggiore ottimismo.

La prossima sarà la sua prima stagione dopo quindici anni lontano dal Tau; come è maturata la decisione di lasciare Altopascio?
Probabilmente già prima del via della scorsa stagione eravamo arrivati a un punto del nostro rapporto in cui io stesso sentivo la necessità di provare qualcosa di diverso, ho vissuto ogni giorno al Tau dando il massimo di me stesso e con il massimo della professionalità ma dopo alcuni incontri con la dirigenza entrambe le parti si sono rese conto che sarebbe stato giusto anche se non semplice programmare una separazione delle nostre strade. Devo tantissimo al Tau: è grazie alla società di Altopascio se in questi quindici anni quello che per me era un hobby è diventato quasi un lavoro. La stima e l'affetto restano e resteranno invariate, il mio tifo sarà sempre per la società in cui lavoro ma un po' sempre anche per il Tau.

Facile prevedere l'abbondanza di chiamate che ha ricevuto a quel punto: la proposta migliore però è stata quella del Pisa.
Ho portato avanti i vari contatti che ho ricevuto con il massimo della trasparenza sia nei confronti del Tau sia verso l'Inter. A proposito: avevo già firmato il rinnovo con i nerazzurri ma avevamo un tacito accordo che se fosse arrivata una richiesta importante avremmo risolto il nostro contratto. Veniamo allora a inizio luglio, quando ho avuto vari incontri con la dirigenza del Pisa, con Umberto Aringhieri ma anche Claudio Chiellini, il direttore sportivo della prima squadra. Lo sottolineo con forza quest'ultimo aspetto, perché ho trovato questo interesse davvero intrigante e di ottimo auspicio. Per conto di Aringhieri parla il suo curriculum, lo conoscevo già ed è stato un appoggio decisivo, lo ringrazio per aver creduto in me. Così come decisivo ai fini della scelta è stato appunto l'interesse di Chiellini: non è cosa comune che un diesse di una società di Serie B dimostri tanto interesse come ho ricevuto nei confronti del settore giovanile e dei progetti che a esso sono collegati. È stato presente ogni istante durante la fase di programmazione e continua a esserlo: trovo tutto ciò semplicemente stimolante e molto positivo, perché quando la prima squadra di un club professionista crede e lavora in simbiosi con i propri giovani i risultati sono destinati ad arrivare come logica e naturale conseguenza.

Ritiene che ci siano i presupposti per una piccola discontinuità con il recente passato e assistere al ritorno di un Pisa che punta fortemente sul proprio settore giovanile?
Sono concentrato sul mio lavoro e in base agli elementi che ho visto in queste prime settimane posso affermare che la società ha intenzione di puntare e investire molto sul proprio vivaio, fin da subito. Lo dimostra, più di ogni altra cosa, il fatto che la proprietà stia per avviare fra pochi mesi i lavori sul nuovo centro sportivo, che stando a quanto si vede dai progetti preliminari sarà un vero e proprio fiore all'occhiello.

Sono sicuro di sfondare un portone: quanto conta e incide sull'esito finale del lavoro svolto la possibilità di poter contare su strutture all'altezza della situazione?
È un passaggio semplicemente fondamentale, e la vetustà o la poca efficienza degli impianti è uno dei problemi che affligge in generale il calcio italiano. Ho avuto la fortuna di viaggiare all'estero dietro al pallone e quello che salta di più all'occhio è la dicotomia che esiste fra i centri sportivi italiani e quelli esteri. Quello del Pisa sarà splendido e funzionale, con tanti campi di grandi dimensioni e uno principale da mille posti in cui giocherà la Primavera. È una prospettiva davvero intrigante.

Un investimento come quello che verrà fatto dalla società, abbinato alla volontà di inaugurare un nuovo corso del proprio settore giovanile, possono proiettare il Pisa in una posizione prossima alle altre due big del calcio professionistico toscano, Fiorentina ed Empoli?
In questo momento non avrebbe senso negare che fra Fiorentina ed Empoli e noi non esista uno scalino; ma lei mi conosce e sa che sono una persona che vuole sempre migliorare il proprio punto di partenza, quindi posso affermare che il nostro obiettivo sarà quello di diminuire il prima possibile il gap che ci separa dalle altre due società di riferimento. Pisa, per chi non la conoscesse, è una piazza importantissima, passionale e attaccata ai propri colori, con una tifoseria incredibile che ama e vive di calcio. Se saremo abbastanza bravi da innescare un circolo virtuoso, trasferendo un po' di questa passione dentro il settore giovanile, faciliteremo il nostro percorso di crescita. Ne sono convinto.

Come sta vivendo questa sua nuova esperienza al Pisa, fra i professionisti: può rappresentare un premio per quanto ha fatto negli ultimi anni?
Sono qui da pochi mesi ma a volte ho la sensazioni di trovarmici da anni, è un'enorme soddisfazione personale aver ricevuto la chiamata del Pisa ma devo essere onesto intellettualmente ed ero contento anche dove mi trovavo prima, non ho mai considerato il Tau meno rispetto a una qualsiasi società del mondo dei prof; ho detto spesso in alcune interviste che la Toscana è una regione molto particolare, che ha tante società dilettantistiche che sono più professionali delle professioniste. E non ho cambiato la mia idea, che resta tale anche mentre sono qua: sento di appartenere ancora al mondo dei Dilettanti, anche se più in generale ormai ho capito che la mia dimensione ideale è sentirmi un uomo del settore giovanile.

Era già stabilmente all'interno dell'indotto dei professionisti grazie al raggio d'azione del Tau e della sua collaborazione con l'Inter; quali sono le principali differenze fra prof e dilettanti?
Per ora quella che ho avvertito come la differenza più pronunciata è in sede di mercato: le trattative sono molte di più e coinvolgono tante figure e intermediari, riguardando spesso l'estero. È complicato, ma affascinante e stimolante.

Entriamo nello specifico del suo lavoro, quali squadre gestirà direttamente?
Assieme a Umberto Aringhieri mi occuperò di tutte le squadre, dalla Primavera ai più piccoli: per il momento non abbiamo voluto suddividere la supervisione dell'attività del settore giovanile, in modo da creare una mentalità e una metodologia che accomuni le varie formazioni dalla Primavera alla scuola calcio. Sarà un lavoro lungo e da eseguire con cura e attenzione, ma la prima garanzia è che ho un progetto biennale, i presupposti poi per continuare ancora ci sono già da adesso, questo è un ulteriore fattore importante. Perché la volontà della società e della proprietà è quella di far crescere il settore giovanile ma operazioni come questa richiedono tempo. Punteremo a farlo bene e nel minor tempo possibile, siamo giustamente ambiziosi.

Se parliamo di ambizioni in fondo parliamo di sogni da realizzare: qual è il suo, aggiornato al 2021?
Raggiungere le fasi finali di un campionato nazionale.

Son passati un po' di anni da quando Dante Lucarelli, allora direttore sportivo di un Tau affamato di successi e destinato a vincere tutto di lì a poco, confidò ai nostri taccuini che il suo obiettivo era conquistare uno scudetto giovanile. Qualcuno alzò le sopracciglia e guardò di traverso, il resto è storia finita negli albi d'oro e negli archivi dei vincitori.
Lorenzo Martinelli

LE PANCHINE DEL PISA 2021/2022
Continuità (e un premio implicito) alla bontà dell'operato svolto fin qui per i tecnici del vivaio nerazzurro in questa stagione. Marco Masi mantiene la panchina della formazione Primavera, Alessandro Piscina resta nella categoria Under 17 prendendo in consegna il gruppo dei 2005 mentre Marco Giunta guiderà l'Under 16. Importante e meritata la possibilità per Fabrizio Nuti di confrontarsi con l'affascinante campionato Under 15 al timone del gruppo dei classe 2007.
Primavera: Marco Masi
Under 17: Alessandro Piscina
Under 16: Marco Giunta
Under 15: Fabrizio Nuti