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    Caso Zambra, parla il genitore di uno dei ragazzi coinvolti

Vada come andrà, alla fine resterà una brutta storia per chi ci si è ritrovato dentro. Dopo aver attraversato le canoniche tappe della giustizia sportiva, la vicenda della squalifica di tre calciatori e del tecnico dello Zambra e di un calciatore del Montignoso, in conseguenza di quanto accaduto nell'ultima gara del campionato Giovanissimi elite stagione 2021/2022, ha raggiunto un primo punto fermo. Il primo capitolo è stato un esposto presentato dalla Floria, che dal pari maturato in quel Montignoso-Zambra di fine primavera dello scorso anno uscì svantaggiata sul piano sportivo, e con in mano elementi ritenuti utili per adire vie legali e una procedura ricorsuale; i tesserati delle due società coinvolte erano stati assolti in primo grado dal Tribunale federale territoriale della nostra regione, salvo poi essere condannati in secondo a fine febbraio 2023 dalle sezioni unite della Corte d'appello federale. Il successivo e più recente pronunciamento del Collegio di garanzia del Coni, chiamato a decidere sulla legittimità delle pronunce che esamina, ha dichiarato inammissibile il ricorso dei tesserati squalificati con mano pesante dal giudice: 4 anni per il tecnico Viviani dello Zambra, altrettanti per i tre calciatori pisani, un anno per quello della società Montignoso.

Senza voler entrare nel merito di come si è articolata fin dalla sua scaturigine la vicenda processuale, risulta evidente come la decisione degli organi di giustizia sportiva sia di quelle destinate a produrre una eco notevole, sia per quanto tocca da vicino (di fatto quasi pregiudicando) la prosecuzione dell'attività sportiva dei ragazzi coinvolti, sia per la sua entità in termini sanzionatori. A farsi interprete del profondo senso di disagio che pervade da mesi, e in misura sempre più crescente, le famiglie dei giovani calciatori protagonisti loro malgrado di questa vicenda è proprio il padre di uno di loro, Fabio Zaccagnini. Calciopiù e Campionando hanno raccolto il suo sfogo.

'Sapete qual è un pensiero che mi dà forza, e che ripeto spesso a mio figlio? Che se fosse fermo per un grave infortunio sarebbe decisamente peggio. Ma ecco, per il resto la situazione è davvero pesante' - entra subito nel cuore delle difficoltà Fabio Zaccagnini, mettendo l'accento su quanto fosse importante il posto occupato dal calcio nella vita del proprio figlio - 'era abituato a vivere il giorno della partita o degli allenamenti in modo totale, dovevamo arrivare al campo almeno un quarto d'ora prima degli altri. Oggi, e da mesi a questa parte, tutto questo non c'è più, e le domeniche sono giornate particolarmente complicate sul pieno emotivo. Qualche settimana fa alcune squadre ci hanno contattato in prospettiva futura, fiduciose che la squalifica sarebbe stata annullata. Ci ha ridato un po' di speranza, ma è durata poco'.

Ma quella fatidica domenica in cui il pareggio in rimonta ottenuto dal Montignoso contro lo Zambra garantì la permanenza nell'elite ai massesi, cosa successe dal suo punto di vista? 'La partita andò nel modo in cui vanno migliaia e migliaia di gare simili. Lo Zambra giocò meglio fino alla parte finale, quando alcuni cambi e un po' di stanchezza consentirono il ritorno del Montignoso, decisamente motivato a raggiungere almeno il pari per ottenere la salvezza, fino all'episodio del rigore che, rivisto anche nei filmati, arriva con un guizzo repentino dell'attaccante massese che entra in area in corsa e intercetta la gamba di un difensore avversario. La nostra gara era iniziata con qualche minuto di ritardo rispetto a quella della Floria, e poco prima della fine in tribuna si diffuse la notizia che quest'ultima non era riuscita a vincere il proprio match. Lo svolgimento della gara Montignoso-Zambra è stato regolare, e nell'ipotesi in cui fosse avvenuto un illecito, come dice la sentenza, i ragazzi in campo non hanno alcuna responsabilità: queste, allora ed eventualmente, vanno cercate altrove'.

A livello di giustizia sportiva, quali strade restano ancora da percorrere per annullare o almeno ridimensionare l'entità della squalifica? 'Noi genitori siamo intenzionati a tentare ogni via, inclusa quella di un'interlocuzione con il presidente Malagò, con il quale c'è già stato un primo contatto. Come suggerito dagli avvocati, attendiamo di leggere le motivazioni dell'ultima sentenza, dopodichè procederemo come ci verrà consigliato dai professionisti, contemplando anche la possibilità di ricorrere al Tar o, appunto, di esporre il nostro caso direttamente ai vertici del calcio e dello sport italiano'.
l.m.