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    Verso il fischio di inizio: la Cattolica raccontata dal ds Billi

Se fosse chiesto di tracciare un identikit ideale del dirigente che siede dietro la scrivania della Cattolica Virtus, questo coinciderebbe fin dai tratti somatici con Lorenzo Billi. Perchè la Cattolica bisogna averla vissuta e averla nel sangue - e Lorenzo Billi è stato un atleta giallorosso da giovane - perchè la Cattolica bisogna averla conosciuta poi dal di dentro, e lui è stato allenatore prima di ricevere - e accettare con entusiasmo - la chiamata per il ruolo di direttore sportivo. Perchè, infine, la Cattolica bisogna conoscerla e soprattutto capirla, essendo un unicum, in cui coloro che stazionano dentro la sala dei bottoni devono pensare alla prima persona plurale, sempre. Ecco l'intervista al ds giallorosso uscita sull'ultimo numero di Calciopiù.

Mettendo in comunicazione la stagione scorsa e quella nuova, e considerando il lavoro estivo che avete svolto, fra poco più di una decina di giorni con quali presupposti inizieranno i vari campionati?
Credo che il nostro presente, il recente passato e il prossimo futuro siano legati da un aspetto fondamentale, che è la continuità del nostro progetto tecnico. Dato che il nostro obiettivo da sempre è quello della crescita e del giovane calciatore e la formazione del ragazzo che veste la maglia giallorossa, questo non può riguardare solo un anno sportivo ma deve essere spalmato negli anni in cui i ragazzi sono con noi nel nostro settore giovanile. Dobbiamo ricercare sempre una prosecuzione di quanto è stato fatto in precedenza, e il culmine del percorso è riuscire a portare più ragazzi possibile nelle principali squadre e ai massimi livelli del calcio dilettantistico. O, come accaduto quest'anno, con tante partenze destinazione professionisti.

Se non un record, sicuramente un numero molto alto: nel corso dei mesi estivi tanti vostri calciatori sono passati ai prof.
Ben nove proveranno questa nuova esperienza e siamo contentissimi di accompagnare i nostri tesserati verso un salto di qualità del genere: rientra appieno dentro l'obiettivo primario della nostra società che citavo in precedenza. Ulteriore nota positiva di questi mesi è stato il fatto che anche quest'anno siamo riusciti a trovare un'adeguata sistemazione a tutti i nostri classe 2006 in uscita dagli Allievi; si parla di una ventina di ragazzi che si affacciano al mondo dei dilettanti aggregandosi agli organici di squadre che militano negli Juniores Nazionali o nei regionali d'elite. E' una grande vittoria, forse la più bella che possiamo centrare, quella di sapere che chi completa il percorso nel nostro vivaio l'anno successivo calcherà palcoscenici importanti.

Entriamo nello specifico delle squadre che presenterete al via quest'anno. Balza agli occhi una cosa piuttosto inedita per il paradigma della vostra società, in base al trend degli ultimi anni: Diego Murras completerà il percorso biennale con gli Allievi 2007. Come mai questa scelta?
Avevamo previsto un cambiamento almeno per questa stagione; vogliamo dare continuità all'ottimo lavoro svolto da Murras con il gruppo dei 2007 e, dopo tanti anni, siamo tornati al programma biennale con la categoria Allievi. Proveremo a raccogliere i frutti del lavoro della scorsa stagione.

Obiettivi concreti di campo?
Avendo vissuto la Cattolica Virtus anche come allenatore prima e come direttore sportivo poi posso garantire che da sempre qui non chiediamo ai nostri tecnici un obiettivo come quello della vittoria finale; detto questo non ci scansiamo di certo per far posto ai nostri avversari, ma l'obiettivo iniziale con cui un nostro allenatore inizia la nuova annata sportiva è quello della crescita dei singoli inseriti nel contesto di gruppo; questo discorso vale per tutte le nostre squadre agonistiche, dai 2010 ai 2007; al riguardo di questi ultimi resta valido quanto detto, il traguardo finale dovrà essere quello di aver preparato dei giovani calciatori pronti per il delicato passaggio verso il calcio dei grandi.

Quanto cambierà rispetto allo scorso anno la squadra di Murras?
Siamo stati costretti a inserire due nuovi portieri perchè durante l'estate il nostro Mugnaini ha avuto un infortunio che lo terrà lontano dal campo per i prossimi mesi; abbiamo accolto in organico l'estremo difensore Mura, proveniente dalla Zenith, e Bardavelize dal Montespertoli. La squadra si è rinforzata poi con gli arrivi del centrocampista Gianassi e dell'esterno offensivo Nencioli dalla Fortis Juventus, del centrocampista Cesari da Scandicci e di Stinghi, un attaccante che può ricoprire più posizioni sul fronte offensivo, reduce dall'esperienza alla Settignanese.

Quali sono i primi feedback in arrivo dal campo dopo le prime settimane di lavoro pre-campionato?
Con i gruppi 2007 e 2008 abbiamo svolto un ritiro che si è concluso una decina di giorni fa a Tredozio, in provincia di Cesena; è stata un'occasione utilissima per dare modo ai nuovi arrivati di conoscere i compagni e di iniziare l'ambientamento.

Il gruppo dei 2008 ha salutato Marzano, che è uno di quei ragazzi che si è messo in mostra nella passata stagione attirandosi le attenzioni dei prof; il prossimo anno vestirà la maglia del Pisa.
Per quel che riguarda Marzano probabilmente era arrivato il momento giusto per provare un'esperienza nei prof; un ragazzo davvero interessante, al quale auguriamo il meglio per la sua nuova avventura. Nonostante questa importante partenza però siamo convinti di aver migliorato la squadra grazie ai nuovi arrivi, che assicurano sulla carta un miglior equilibrio generale rispetto al passato. Abbiamo inserito dei nuovi profili un po' in ogni zona del campo, come ad esempio Sciulli in mezzo, in arrivo dalla Floria, Giaquinto da Pontedera per il ruolo di esterno basso, l'attaccante Barzagli dalla Florence, l'ex bomber della Sales Linares, Arcadipane dalla Pietà, dove era dopo le esperienze a Prato e Fiorentina, l'esterno d'attacco Papi dalla Rondinella e Randelli. Mi piace sottolineare poi l'inserimento in rosa di Pedro Ferraz, un centravanti ben strutturato, ottimo nella protezione della palla; si è trasferito a Firenze seguendo la famiglia che lo ha fatto per motivi di lavoro e lo scorso anno ha militato in una squadra di Verona che partecipava ai Giovanissimi elite. Qui la garanzia massima la propone l'allenatore: Francesco Vallini prende in consegna questa squadra da tecnico che rappresenta, semplicemente ma in tutta la sua complessità, la storia della Cattolica Virtus.

Più in linea con la vostra tradizione, ovviamente fra virgolette, la posizione del tecnico dei 2009, vale a dire Rosario Carubia, che completa il suo percorso biennale e guiderà i vostri Giovanissimi elite.
Ho parlato di Murras e Vallini, non posso esimermi dallo spendere due parole anche sui nostri due tecnici della fascia Giovanissimi. Il fatto che Mirko Alla sia con noi da così tante stagioni non può che esprimere meglio di qualsiasi parola quanto sia stimato e ritenuto in grado di incidere tantissimo, in positivo, sui ragazzi che allena, specialmente in questa categoria. Rosario Carubia rappresenta una novità della scorsa stagione, è al secondo anno qui da noi, ma al tempo stesso visto il suo curriculum è una delle tante solide certezze che abbiamo. Non lo conoscevo prima di un anno fa e ho scoperto un tecnico che mi piace tantissimo, non solo sul campo ma anche a livello comunicativo. Siamo orgogliosi dei tecnici che compongono il nostro staff tecnico.

Ha parlato fin qui alla prima persona plurale, la chiamo in causa per l'ultimo quesito che è - invece - strettamente personale. Le manca la panchina?
Apprezzo una domanda così specifica, la cui risposta non è semplice ma è comunque chiara: al momento no, non mi manca. Quando si è allenatori una delle caratteristiche fondamentali da possedere è l'entusiasmo da trasmettere ai ragazzi; io nell'ultimo periodo in cui ho allenato l'avevo un po' perso e a maggior ragione devo ringraziare il direttore generale Paolo Bosi che, quasi per gioco, mi ha proposto questa nuova attività, in un ruolo per me inedito ma che fin da subito mi è piaciuto moltissimo. Allenare è sicuramente meno impegnativo di ricoprire il ruolo di direttore sportivo, ma per fortuna non sono solo; la forza della Cattolica è anzitutto Paolo Bosi come coordinatore generale e l'apporto in direzione sportiva di Luciano Bresci e Gabriele Sarti, senza i quali tutto sarebbe molto più complicato. Ricoprire questo ruolo dirigenziale alla Cattolica ha per me un valore e un sapore speciale: qui ho giocato da giovane e allenato in seguito, quando penso a una seconda casa posso dire tranquillamente che si trova a Soffiano.
Lorenzo Martinelli