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    Aquila Montevarchi, intervista al ds delle giovanili Cesare Margiacchi

Alla fine Cesare Margiacchi ha deciso. Anche se posta e messa giù così sembra che la decisione sia stata sofferta e tenuta a lungo in incubazione. Lo avrebbero fatto in tanti però, perchè dopotutto è un lusso per pochi avere la possibilità di un curriculum scritto da altri, scritto nello specifico dai risultati ottenuti, sul campo e non solo. E quello del direttore sportivo dell'Aquila Montevarchi è una lunga lista di brillanti tappe conseguite negli ultimi 10 anni, tutti vissuti lanciando in alto il settore giovanile rossoblù.

Costretta a ripartire dai regionali standard dopo la retrocessione della prima squadra dalla Lega Pro, l'Aquila ha riconquistato nel minor tempo possibile - giusto il volgere di una stagione - le categorie elite che aveva prima del salto nei prof. Le vittorie di Allievi e Giovanissimi, unitamente al cammino svolto dai Giovanissimi B nella fase regionale, hanno reso d'oro l'annata dei valdarnesi, e fatto sì che il nome di Margiacchi - già affermato nell'ambiente - attirasse su di sé le attenzioni anche dei professionisti. Com'è andata ce lo racconta lui stesso: 'Non voglio girarci troppo attorno, grazie all'Aquila Montevarchi che mi ha dato l'opportunità di crescere tanto in questi anni e grazie ai campionati che siamo riusciti a portare in fondo con successo, ho ricevuto delle proposte che mi hanno fatto immenso piacere e di cui vado orgoglioso, sia dai professionisti sia da realtà dei dilettanti, dimensione cui appartengo. Ma alla fine ho deciso di restare qui dove mi trovo, e dove mi sono sempre sentito a mio agio. La proprietà dell'Aquila ha sempre creduto in me e la possibilità di continuare il mio lavoro a Montevarchi, dove vedo ancora margini di miglioramento e crescita ulteriori, è stata quella che ho preferito. Qui sono stati fatti importanti investimenti sull'impianto che finalmente vedono prossima la data di conclusione, proprio questo aspetto logistico è stato uno degli incentivi che mi ha spinto a restare'. Ecco l'intervista uscita sull'ultimo numero di Calciopiù.

Resta a Montevarchi, con quale spirito e motivazioni?
Rinnovati entrambi, come se fosse il mio primo anno. Un altro stimolo viene dalla possibilità di tornare a disputare i campionati d'elite, che rappresentano il top del calcio giovanile dilettantistico, con l'ulteriore vanto di essere gli unici della provincia a farne parte. L'aria che si respira a Montevarchi poi è fortemente improntata alla valorizzazione del vivaio, lo dimostrano i dati di fatto, e le prospettive future. Anche i piccoli segnali sono orientati in questo senso, come quello della prima squadra di puntare su un allenatore giovane e che ama lavorare con i giovani calciatori. Che diversi nostri calciatori poi ricevano le attenzioni dei migliori club professionisti italiani, com'è il caso del classe 2007 Vignoli, è un'altra prova a sostegno della mia tesi. Metto in fondo poi, ma non certo in ordine d'importanza, quello che è uno dei motivi più forti che ha orientato la mia scelta: il feeling con i colleghi dirigenti. E in primis soprattutto con Roberto Burzi, con il quale l'intesa è totale, e lavorare assieme un piacere.

Avete già definito lo staff tecnico della prossima stagione?
Lo ufficializzeremo a breve, sono in fase di definizioni alcune panchine, a cominciare da quella che lascia Massimo Tesconi. Ci tengo a sottolinearlo: le strade dell'Aquila e di Tesconi si sono separate serenamente e di comune accordo, purtroppo ci ha comunicato di doverci lasciare per motivi personali e lo fa dopo due anni meravigliosi, durante i quali si è rivelato una persona stupenda, con la quale è stato un onore lavorare. Le caselle degli allenatori di Allievi elite e Allievi B regionali saranno definite fra pochissimo, mentre Fabio Landi è riconfermato nella categoria Giovanissimi. I nostri 2010 saranno impegnati nel girone d'elite. Sono campionati importanti, e teniamo tantissimo alle nostre squadre e ai ragazzi che lo compongono: ciò rende obbligatoria una attenta valutazione dei profili da inserire in panchina.

Su quale organico saranno concentrati i maggiori interventi in sede di mercato?
Vogliamo mantenere le ossature delle squadre che quest'anno ci hanno regalato immense soddisfazioni, sia per dare merito ai ragazzi sia per continuare il loro promettente percorso di crescita. Chiaro però che ogni ds prova sempre a migliorare le proprie squadre, e personalmente dovrò farlo per adeguare gli organici al livello dell'elite, operando alcuni ritocchi e innesti. Montevarchi merita di prendere parte a queste categorie che abbiamo riconquistato, ma le affronteremo con umiltà e consapevoli di doverci rientrare in punta di piedi. Pronti a fare la nostra parte, certi che occorrerà lavorare al massimo e a testa bassa.

Giusto tarare gli obiettivi delle vostre squadre anzitutto sulla conferma della categoria conquistata?
L'obiettivo primario, per come la penso io e per i motivi che come ho detto mi hanno spinto a restare a Montevarchi, è sempre quello di lavorare in modo che il nostro vivaio esprima ogni anno almeno 3-4 calciatori in prospettiva della nostra prima squadra, che milita storicamente in campionati prestigiosi.

Quali saranno gli obiettivi di campo e di classifica del vostro settore giovanile?
Il principale è quello enunciato in precedenza, provare a far sì che cinque o sei giovani prodotti del nostro vivaio svolgano la preparazione con la prima squadra, e se poi un paio di loro restano aggregati si può già parlare di un successo. I nomi di Casagni, Boncompagni o Lucatuorto sono solo alcuni di ragazzi che rispondono a questo identikit, emersi negli ultimi anni. Curare la prospettiva calcistica futura dei ragazzi fin dal biennio Allievi è prioritario, ma il nostro percorso formativo parte da lontano, anzi lontanissimo. Merito della scuola calcio in cui lavora Goffredo Rossi, e che amo supervisionare, perchè sapere cosa sta crescendo nel comparto dedicato ai più piccoli, fin dalle categorie più basse, fornisce la giusta e ampia prospettiva al mio lavoro e me lo facilita in vista del domani.

Dopotutto è sempre una questione di prospettiva, e prerogativa di un buon ds deve essere sempre orientarla al presente, con una forte tendenza al prossimo futuro.
Lor. Mar.