LASTRIGIANA: Hila, Bonaiuti, Marchi, De Pascalis, Sona, Duccio Guasti, N. Ballerini, F. Innocenti, Tomeo, Mandolini, Sarti. A disp.: F. Magnolfi, Corrado, Stefanacci, Fontani, Talakhadze, Vignolini, Oliveri, Stefanucci, Vettori. All.: Davide Guasti.
AFFRICO: Soccodato, Baroncini, Bartolacci, Biba, Benci, Vignozzi, Petrini, Palazzini, Russo, Guerra, Mosconi. A disp.: Wang, Andrei, Toci, Giannoni, Tamburini, Casoni, Di Gaudio, Puggelli. All.: Massimiliano Benfari.
ARBITRO: Improda di Empoli
RETI: 10' Petrini, 70' Bonaiuti, 87' Fontani.
Splendido fino in fondo, come una delle grandi classiche del ciclismo: e questa sorta di Milano-Sanremo in salsa calciofila non poteva che emettere il proprio inappellabile verdetto solo all'ultima pedalata. Vince la Lastrigiana, mai in testa se non adesso: quando conta. Vince perché vince in rimonta lo scontro diretto con l'Affrico e approfitta del capitombolo del Fratres Perignano, ormai ex capolista, sul campo del Fornacette che comunque retrocede. Le due gare sembrano altrettanti treni fermi alla stazione in attesa che qualcuno ci salga su per metterli in moto. Non so se avete presente quando l'altoparlante annuncia che: «Si partirà con un ritardo di venti minuti per ritardo nella preparazione del treno». Ecco; è più o meno quel che accade. Mentre a Fornacette i primi minuti scorrono via lisci come l'olio e senza reti, a Lastra a Signa ci si rende ben presto conto che un match figlio dell'equilibrio ma anche della paura mai potrà essere spettacolare come quello disputato all'andata sul terreno del Lapenta. Ciononostante, le primissime schermaglie mettono bene in evidenza l'atteggiamento tattico adottato dalle due squadre. L'Affirco, che scende in campo con l'impellente necessità di conquistare l'intera posta in gioco, è schierato da Max Benfari in maniera ultraoffensiva. Accelerano subito sugli esterni Petrini a destra e Mosconi a sinistra, completando un tridente d'attacco che prevede Russo quale riferimento centrale; lo supportano sia Guerra, insolitamente sistemato in cabina di regia, sia o due mediani Biba e Palazzini. Un Affrico dunque a trazione anteriore che dopo due minuti va vicino al vantaggio con Mosconi che dopo essersi fatto luce in area non centra lo specchio della porta da buona posizione. Decisamente più conservativo appare invece l'atteggiamento di Davide Guasti che, davanti a Fabio Hila, schiera una nutritissima linea difensiva formata dagli esterni Marchi e Bonaiuti e dai centrali Sona e Guasti ulteriormente puntellati da Liam De Pascalis. In mediana, il compito di far gioco è affidato alla coppia Ballerini-Innocenti che si occupa sia del disbrigo della normale amministrazione in fase di contenimento, sia di una rapida fase d'impostazione che nelle intenzioni deve fungere da innesco per il trio Sarti-Tomeo-Mandolini. In questo contesto diventano così fondamentali i palloni inattivi; e al 6' è proprio in occasione di una sponda aerea nata in conseguenza di un angolo che l'incornata da due passi proposta da Tomeo è alzata oltre la traversa da Soccodato, ex Cattolica Virtus (cognome da bomber dei tempi che furono; presente da guardiano sempre vigile e sicuro). In questa prima fase, la maggior pressione esercitata dall'Affrico mette in evidenza le fragilità di una retroguardia biancorossa piuttosto balbettante. Ne approfitta come meglio non potrebbe Petrini che al 10', catapultandosi su un pallone rimesso nel cuore dell'area lastrigiana, prima anticipa l'incerto Marchi e poi tocca in rete da due passi il pallone del vantaggio. Il primo sussulto azzurro scuote la classifica. A Fornacette il risultato non si sblocca: se questa situazione perdurasse fino al novantesimo, il Fratres Perignano vincerebbe il titolo con un punto di vantaggio beffando entrambe le rivali. L'Affrico comunque non se ne dà pena e al 13' sfiora il raddoppio: ancora frastornato, Marchi ne combina un'altra sbagliando un facile disimpegno e regalando il pallone a Guerra che senza pensarci due volte entra in area e spara a rete dalla media distanza; Hila è bravo a opporsi d'istinto e anche fortunato, visto che il successivo tiro di prima proposto dall'accorrente Petrini prende la via dei cieli. Al 17' l'Affrico si rende ancora pericoloso grazie al mobilissimo Petrini che scappa via lungo la corsia di competenza e poi fa partire un insidioso tiro-cross al quale Hila si oppone con buon riflesso mettendoci la manona e alzando la traiettoria oltre la traversa. Nuovo brivido al 24': l'Affrico intesse una splendida manovra per vie centrali, sviluppata da Palazzini che prima avanza e poi inventa una deliziosa imbucata in area; il raddoppio azzurro sembra solo una formalità; peccato che Russo getti nel cestino la classica occasione d'oro sparando centralmente sul corpo di Hila un pallone che con un pizzico di freddezza in più poteva essere incrociato in porta e dunque tolto dalla sua disponibilità. Nel frattempo giunge da Fornacette quella notizia che per il momento albergava solo nei sogni mostruosamente proibiti di entrambe le squadre. Un micidiale uno-due dei padroni di casa complica maledettamente il cammino del Fratres Perignano che adesso sarebbe costretta allo spareggio con l'Affrico. È una notizia alquanto negativa per la Lastrigiana il cui improvviso risveglio la porta, al tramonto del primo tempo, a un passo dal pareggio. Dopo essersi liberato nel cuore della trequarti fiorentina, Mandolini allarga intelligentemente a destra premiando il puntuale inserimento offensivo di Tomeo che punta l'area di rigore, vi entra con decisione ma poi spreca incrociando di poco a lato il diagonale rasoterra. Nel frattempo, l'infortunio occorso a Duccio Guasti induce Davide Guasti a cambiare leggermente il proprio assetto: entra Talakhadze, e De Pascalis s'abbassa in una più consona posizione di centrale difensivo. Lo scampato pericolo e l'intervallo di metà gara sembrano giovare all'Affrico che rientra in campo più che mai deciso a chiudere i conti. Ci va molto vicino in un paio di occasioni con Guerra che però, incuneandosi in area dal settore di sinistra, non riesce a inquadrare la porta da ottima posizione. La fase centrale della ripresa vede una Lastrigiana maggiormente propositiva in fase di costruzione del gioco: si alza il baricentro; e i palloni inattivi cominciano a produrre frutti. Al 70', sugli sviluppi di un calcio piazzato dalla sinistra, un pallone respinto a fatica dalla difesa ospite è raccolto al limite dell'area da Sarti che senza pensarci troppo prende la mira e scarica a rete una conclusione tesa e ben indirizzata; Soccodato interviene in chiusura respingendo corto: Bonaiuti, venutosi a trovare in più che sospetta posizione di offside, gira in rete da due passi e fa esplodere di gioia la tribuna della Guardiana. Inutili sono le proteste dei sostenitori dell'Affrico all'indirizzo di Improda che convalida. A questo punto, mentre il Fratres Perignano affonda sotto i colpi di un impietoso Fornacette, il pareggio permette alla Lastrigiana di agguantare la testa in condominio: l'1-1 fa cambiare il partner di un eventuale spareggio. La gara è però ben lungi dal potersi considerare terminata. L'Affrico torna a pigiare sull'acceleratore e all'82' si fa di nuovo pericoloso con Russo che, ottimamente lanciato in profondità, prima resiste al prepotente ritorno di un avversario ma poi, dopo essersi incuneato in area, si vede sbarrata la strada da Hila che gli chiude la porta in faccia. Passano due minuti e un classico caso da moviola scuote la porzione di tribuna occupata dai sostenitori azzurri. La bella iniziativa portata avanti sulla sinistra da Biba culmina in un bel passaggio che libera al tiro il subentrato Tamburini; la sua conclusione a botta sicura si stampa sulla faccia interna della traversa, e il pallone poi rimbalza in campo. Secondo i calciatori ospiti avrebbe varcato la linea di porta; non è però dello stesso avviso l'arbitro Improda che lascia proseguire il gioco sotto una fitta pioggia di frasi non proprio all'acqua di rose nei suoi confronti. Gli ultimi minuti di gioco sono carichi d'emozione incandescente. All'87' Soccodato tenta d'intervenire in presa alta su uno spiovente dalla sinistra non calcolando però in maniera corretta i tempi dell'intervento; è lesto ad approfittarne il neoentrato Fontani che traducendo in rete da due passi permette alla Lastrigiana di operare il sorpasso, e fa venir giù la piccola e gremitissima tribuna. Prima posizione solitaria. Guai però a distrarsi: nei cinque minuti di recupero concessi da Improda la Lastrigiana deve stringere i denti. È in questo periodo che dimostra di non essere ancora del tutto guarita da quel sano masochismo sportivo che li porta a soffrire fino in fondo. Al 93' infatti la Lastrigiana avrebbe la possibilità di chiudere in bellezza quando lo sganciamento di Oliveri sulla sinistra è frustrato in maniera fallosa (almeno a giudizio dell'arbitro) all'interno dell'area di rigore azzurra. Improda concede con eccessiva magnanimità un rigore alquanto leggero che Talakhadze s'incarica di trasformare: la sua conclusione dagli undici metri è però lenta e prevedibile, e così permette a Soccodato di respingere e di ripetersi sulla ribattuta. Il recupero si allunga così di un paio di minuti; ma al triplice fischio di Improda (la prima rete biancorossa realizzata in più che sospetto fuorigioco, un gol fantasma non convalidato all'Affrico - il pallone pareva aver superato la linea di porta - e un calcio di rigore concesso con eccessiva generosità rendono gravemente insufficiente la sua direzione di gara) può liberarsi, incontenibile, la gioia biancorossa. La Lastrigiana ce l'ha fatta: piazzando l'ultimo prepotente scatto in prossimità della linea del traguardo, ha definitivamente sbaragliato la concorrenza conquistando il titolo regionale. È una vittoria sofferta, a lungo cercata e meritata, che premia il lavoro del tecnico, di un grande gruppo sempre unito e proteso verso il trionfo ma anche l'opera di una dirigenza biancorossa che ha costruito con sapienza una splendida creatura dimostratasi bella e perfetta. Adesso il duopolio caratterizzato da Michele Massimillo e Andrea Pratesi diviene un meraviglioso triunvirato. Sullo scranno più alto siede infatti con pieno merito anche Davide Guasti; un tecnico ben preparato che aveva gettato le basi di questo trionfo già ai tempi in cui, guidando gli Allievi Regionali classe 2005, aveva piacevolmente meravigliato il pubblico grazie alla qualità del gioco espresso. Quello confezionato dalla Lastrigiana è Un magnifico regalo anche per il presidente Samuele Vignolini che proprio venerdì, alla vigilia di questo importantissimo match, aveva compiuto gli anni, e per gli insostituibili accompagnatori Giacomo Spataro, Gioacchino Masini e Franco Toni, sempre presenti in ogni occasione in cui c'è stato da alzare un trofeo. Ad Affrico e Perignano vanno solo fatti i complimenti; perché se è vero che la Lastrigiana si è dimostrata più forte, è altrettanto vero che le avversarie hanno avuto il merito di tener viva la lotta al vertice dalla prima all'ultima giornata. Per questo escono sì sconfitte ma a testa altissima e con l'onore delle armi. E adesso guardando al futuro in vista della fase nazionale, il pensiero non può che andare a quell'assolato e caldissimo 16 giugno 2018, giorno in cui gli straordinari ragazzi guidati da Andrea Pratesi piazzavano alle spalle di Carolis, portiere del Tor di Quinto, il rigore che proiettava non solo la Lastrigiana e Lastra a Signa ma tutta la Toscana sul trono d'Italia. Intanto, ricominciamo da Terni. Poi, si vedrà. Calciatoripiù: oltre a Bonaiuti e Fontani, decisivi per l'assegnazione del campionato, meritano una citazione Sarti, Tomeo, Niccolò Ballerini (Lastrigiana), Biba, Petrini, Palazzini, Baroncini, Bartolacci e Russo (Affrico).
ZENITH PRATO: N. Landini, Nucci, Bashkimi, Nuzzo, Pagli, Manganaro, Marrano, L. Ammendola, D'Agati, Massimo, Gianashvili. A disp.: Fiordi, Caruso, Precaj, Demiri, De Simone, Cei, Dessì, Galeotti, Vignali. All.: Marcello Bucaioni.
ATLETICO PIOMBINO: Gasperini, G. Rossi, Mitcul, Patara, Campani, Rincon, Petrocchi, Dell'Agnello, Ricci, D. Vannini, Lavagnini. A disp.: Caggiari, Baldassarri, Regoli, Chtimi, Insolia, El Bouhlali, Colombo, Topi. All.: Mirko Serena.
ARBITRO: Iglio di Pistoia
RETI: 27' Gianashvili, 31' D'Agati rig., 71' Colombo, 76' Mitcul.
Per la coppa un punto bastava, e un punto è arrivato; e pazienza se la vittoria del San Giuliano a Fucecchio avrebbe reso indolore anche la sconfitta. D'altra parte la Zenith Prato al pareggio è abbonata: il 2-2 con l'Atletico Piombino fa schizzare a sedici il contatore (ma c'è chi ha fatto meglio, o peggio: il Maliseti chiude con diciassette). Perché la partita si sblocchi è necessario attendere la mezz'ora: fin lì la Zenith, pericolosa soltanto su un angolo di Leonardo Ammendola bloccato in due tempi da Gasperini (7'), aveva rischiato due volte, ma Niccolò Landini s'era opposto sia al destro di Ricci in corsa (ottima l'intuizione di Patara per farlo correre verso la porta) sia al tiro centrale di Dell'Agnello da venticinque metri. È dunque quasi una sorpresa l'azione che porta all'1-0. La costruisce Bashkimi scendendo a sinistra; il suo traversone rasoterra premia il taglio di Gianashvili, che controlla e incrocia il destro sul palo lontano (27'), e che quattro minuti più tardi conquista anche il rigore del raddoppio (pestone di Mitcul, fallo evidente): al rientro dalla lunga squalifica, conseguenza del battibecco furibondo con la tifoseria del Pontassieve, D'Agati lo trasforma nell'ottava rete stagionale. A ridosso della pausa potrebbe arrivare anche la nona, ma sul suo destro a colpo sicuro favorito da un'altra discesa di Gianashvili che era riuscito a far fuori Gasperini s'immola Rincon, e l'Atletico Piombino guadagna gli spogliatoi sotto di sole due reti. È ben altro lo spirito con cui affronta la ripresa: si rende subito pericoloso Regoli con un diagonale rasoterra; segue l'occasione enorme cestinata da Insolia che addomestica il servizio di Davide Vannini ma da tre metri scarica il pallone contro la traversa. Grazie a Fiordi, subentrato a Niccolò Landini che bene aveva sostituito contro l'Affrico, la Zenith si salva anche tra il 62' e il 64', al tiro Colombo e Regoli, entrambi col mancino. È però inevitabile che la pressione avversaria sfoci nella rete del 2-1: la segna Colombo che, ricevuto in area il pallone da Davide Vannini, finta di calciare col destro e si crea lo spazio per la stoccata di mancino. Dimezzate le distanze, l'Atletico Piombino ha bisogno d'appena cinque minuti per pareggiare: di testa l'ex Mitcul riscatta l'errore in occasione del rigore deviando in porta l'angolo di Topi che l'aveva pescato sul secondo palo. Il quarto d'ora finale regala soltanto un'altra azione, protagonista Massimo il cui tiro da quindici metri la difesa smorza in angolo; non un finale entusiasmante, ma quando gli obiettivi stagionali sono già al sicuro è impossibile pensare a una trama differente.
FORNACETTE C.: Profeti, Barsotti, Casale, Ciardelli, M. Salvadori, Meola, Manuel Mariani (87' Zaffora), Shllaku, Studiati Berni (91' Paciarelli), Doda (81' Cerrai), Raffa. A disp.: O. Balluchi, M. Rossi. All.: Alessandro Balluchi.
FRATRES PERIGNANO: Poltronieri, Gentile, Oliva, Diaz Garrido, Polito, Del Bono, D. Carrai (67' Guelfi), Venturini (61' Hoxha), J. Ferrari, T. Mariani, Fallacara. A disp.: G. Mariani, Guelfi, Zanutto, C. Carrai. All.: Stefano Pagliai.
ARBITRO: Giusti di Livorno
RETI: 40', 43' rig., 59' Doda rig., 89' Shllaku.
NOTE: espulso Alessandro Balluchi. Ammoniti Ciardelli, J. Ferrari, Manuel Mariani, Oliva, Hoxha, Studiati Berni, Casale e Stefano Pagliai. Angoli: 2-3. Recupero: 2'+4'.
Piangono entrambe, ed entrambe forte: niente ultimo round, nessuna prova d'appello. Piange il Fratres Perignano, che dopo averla salvata più volte nonostante un mese in folle perde la testa della classifica proprio all'ultima giornata, scavalcato dall'unica squadra capace di batterlo due volte; piange, mentre al chiuso dello spogliatoio sente risuonare una serie di colpi sordi che sembrano due sillabe: Do-da, Do-da, Do-da. E piange anche il Fornacette, che vendica il 6-0 dell'andata con un 4-0 che costa il titolo regionale senza nessun controvalore: le vittorie di Firenze Ovest e San Giuliano lo costringono a retrocedere, l'élite abbandonata dopo un anno soltanto. Non è stata sufficiente una delle migliori prove stagionali per qualità e continuità, pochissime le occasioni concesse; ma anche arricchita di questi elementi resta inspiegabile la prestazione del Fratres Perignano, così inspiegabile da apparire sconcertante: per trovare un filo non basta unire il crollo fisico (intuibile, nelle tre partite precedenti erano arrivati soltanto tre pari per 1-1) con il blocco mentale, bisogna elevarlo a potenza. L'avvio però non sembra introdurre un finale impronosticabile: nonostante i ritmi bassi il Fratres Perignano occupa meglio gli spazi ampi del Masoni e punge al 12' quando Diaz Garrido («Dìazze, stai troppo basso; sali, non sei un centrale» gli urlerà più volte qualcuno dalla tribuna; ma ancora è presto per rendersi conto che la struttura sta per cedere centralmente) verticalizza per Timothy Mariani, in posizione regolare sul suo filtrante ma in fuorigioco sul tocco evitabile di Jacopo Ferrari che così vanifica la rete del possibile vantaggio. Giusti, che arbitra male ma che paradossalmente azzecca gli episodi (giusto annullare, come giusti sono i due rigori per il Fornacette) e che per finire lontano dall'azione avrà tempo tutta la ripresa, è ben piazzato: fischio, braccio alto e Fornacette ancora sopra la linea di galleggiamento. La sirena però torna a suonare due volte tra il 26' e il 28', i cento secondi in cui il Fratres Perignano prova a sfondare di forza: gli s'oppongono Meola, che contrasta il tiro di Venturini (il pallone schizza intorno al vertice dell'area dove lo cattura Timothy Mariani: sbagliata la traiettoria di quello che è stretto per essere un traversone e ampio per essere un tiro), e soprattutto Profeti, insuperabile sulla punizione conquistata (fallo di Ciardelli, primo ammonito della partita: alla fine le sanzioni saranno sette, cui aggiungere quelle per Pagliai e, doppia, per Alessandro Balluchi) e calciata da Dennis Carrai dietro la barriera. Ma anziché sfociare nella rete del vantaggio la pressione del Fratres Perignano si dissolve: che la partita stia cambiando s'intuisce alla mezz'ora esatta quando Del Bono, fin lì il migliore, va in affanno sull'imbucata di Raffa per Manuel Mariani e si vede costretto a concedere un angolo evitabile. È il primo per il Fornacette, che non lo sfrutta come non sfrutta la lunga rimessa di Casale verso l'area avversaria (Shllaku impiega troppo tempo a calciare dal limite; sulla chiusura di Diaz Garrido il pallone schizza a Manuel Mariani, sul cui destro dal limite Del Bono ripulisce la respinta incerta di Poltronieri) ma che fa capire che nonostante le pessime notizie dagli altri campi combatterà fino alla fine: lo favorisce l'errore di Venturini che, recuperato il pallone a Mirko Salvadori sulla linea che separa l'area dalla trequarti, anticipa la conclusione e stringe troppo il destro (35'). Di tutto il campionato è l'ultima occasione costruita dal Fratres Perignano per passare in vantaggio: cinque minuti più tardi infatti Diaz Garrido cintura Shllaku sulla trequarti sinistra, in una posizione da cui ci s'aspetta un traversone; forse è questa la soluzione ricercata dal destro di Doda, o forse no: sta di fatto che descrivendo una curva ampia il pallone sorvola tutta l'area e senza che nessuno lo tocchi s'infila in porta, da dove non riesce a toglierlo la spaccata di Del Bono, accanto al palo lontano. Il Fratres Perignano non s'aspettava di finire sotto; lo svantaggio genera uno sbandamento tale da mandare fuori asse la difesa: due minuti più tardi Oliva affossa Manuel Mariani, che aveva violato l'area sulla cattiva lettura di Del Bono; e dal dischetto Doda apre il destro rasoterra per segnare la doppietta che fissa sul 2-0 il parziale all'intervallo. Si riparte quasi subito, e si riparte con la miglior occasione costruita dal Fratres Perignano nel tentativo di riaprire la partita: la tiene sigillata Meola, che a due metri dalla linea respinge il colpo di testa di Timothy Mariani innescato dal traversone mancino di Oliva. Ma una giocata incomprensibile di Venturini, che nel tentativo d'allontanare un pallone innocuo al limite interviene scoordinato su Raffa e lo abbatte con una gran pedata (cento secondi più tardi, al momento della sostituzione, ne arriverà una simile alla borraccia: frustrazione comprensibile): Giusti, che arbitra male ma che gli episodi li azzecca tutti, concede al Fornacette il secondo rigore, che Doda trasforma calciandolo allo stesso modo; e non importa che stavolta Poltronieri indovini l'angolo e tocchi il pallone, l'esecuzione è troppo forte perché possa evitare il 3-0 (59'). Per un po' le posizioni in classifica sembrano rovesciate: il Fornacette va di nuovo vicino alla rete sia al 63' (dopo aver dribblato Diaz Garrido in mezzo all'area, Shllaku alza il mancino di poco) sia al 67', quando Poltronieri si mostra reattivo sul tiro potente, ma basso e soprattutto centrale, scagliato da Doda sullo scarico di Studiati Berni. Bisogna attendere l'82' perché il Fratres Perignano riesca a costruire un'altra occasione da rete: la confezionano due neoentrati, Guelfi e Hoxha, la cui cucitura libera in area Jacopo Ferrari ostacolato dall'uscita di Profeti. Alla fine manca poco: è improbabile che anche segnando il Fratres Perignano sarebbe riuscito a riaprire la partita; i dubbi comunque non fanno in tempo a nascere, perché anche la sorte ha deciso che il titolo regionale deve finire da un'altra parte e tocca sul palo il rimpallo sul parastinchi di Timothy Mariani dopo che in uscita Profeti s'era opposto al primo tiro. Segnata a un minuto dalla fine del tempo regolamentare, la rete del 4-0 è il riassunto di un pomeriggio sbagliato: Del Bono perde un contrasto al limite della propria area e consente a Shllaku d'affondare e calciare serenamente tra i pali. La gioia del Fornacette, cui pubblico e panchina celano le vittorie di San Giuliano e Firenze Ovest, dura una manciata di minuti ancora; poi la notizia si diffonde anche tra i calciatori e la retrocessione diventa reale, retrocessione amarissima, piangono loro, piange il Fratres Perignano, piangono tutti. Calciatoripiù : è difficile salvarsi quando si dipende da una combinazione di risultati indipendenti; e dunque è difficile che il Fornacette ricordi questa partita come una delle migliori della sua stagione nell'élite. Bisogna però che si sforzino Barsotti e Casale , che sulle corsie laterali vincono tutti i duelli con i dirimpettai, Manuel Mariani , che conquista il rigore del raddoppio in un momento decisivo, e Shllaku , protagonista indiretto della prima rete e diretto dell'ultima, e sempre gran lottatore; e forse Doda non avrà bisogno di sforzarsi: una tripletta è per sempre, anche nel giorno più drammatico.
AREZZO ACADEMY: Avelli, Magi, M. Zerbini, Palmieri, Savini, Marmorini, Bardelli, Galassi, A. Papini, Sobhy, Martini. A disp.: Regini, Sovieri, Bidini, Fracassi, Paradiso, Friscia, Broccatelli, Bizzi, Arcangioli. All.: Luca Magnanensi.
GRASSINA: Ceccuti, Cappelli, Gelormini, Giudice, Chiti, Ronchi, Sani, Giraldi, Faccendini, Ignesti, Salimbeni. A disp.: Tempestini, Corsini. All.: Fabio Consigli.
ARBITRO: Bartolini di Siena
RETI: 53' Bardelli, 65' Faccendini.
Avrebbe sbagliato chiunque. Chiunque avrebbe invertito la targa se dopo dieci giornate avesse dovuto immaginare chi fosse già salvo, e chi già retrocesso; pareva impossibile che il Grassina, allora sesto (pari alla Lastrigiana! Ma nelle venti partite rimanenti ha conquistato appena undici punti), finisse intrappolato, e improbabile che l'Arezzo Academy riuscisse a conservare la categoria, tanto più in anticipo. È un lampo che illumina un altro scorcio dell'impresa di Magnanensi, che ha preso una squadra rassegnata e l'ha convinta che aveva spirito e qualità per rimanere nell'élite; non la inficia l'1-1 contro il Grassina, che con la rete di Faccendini (quinta stagionale, score deludente considerate le premesse) quantomeno evita d'aggiungere un'altra tacca sul muro delle sconfitte. Forse ci sarebbe stata impressa se nel primo tempo Alessandro Papini avesse concretizzato almeno una delle tre occasioni che gli capitano: in due s'esalta Ceccuti, che alla terza riceve la grazia una volta scartato. Se ci s'aggiunge la buona parata di Avelli, cui dopo un anno da dodicesimo Magnanensi regala l'esordio, sul tiro di Faccendini a colpo sicuro si capisce come mai il primo tempo si chiuda senza reti. Bisogna invece tirare in ballo la sorte per estendere la spiegazione all'inizio della ripresa: c'è indubbiamente di mezzo lei nell'azione che vede Alessandro Papini colpire due pali consecutivi. È l'antipasto del vantaggio dell'Arezzo Academy, che passa al 53': segna Bardelli, servito da Galassi al vertice di una ripartenza verticalissima sulla corsia destra. Nei dieci minuti che seguono il Grassina rischia di subire un'altra rete, ma Fracassi sbatte prima su Ceccuti (lo aveva innescato l'angolo di Arcangioli, 2008 all'esordio: Magnanensi sta già lavorando in prospettiva) e poi sulla traversa. La ferita provocata dal mancato raddoppio comincia a buttar sangue al 65', quando l'Arezzo Academy si fa trovare spaccato dal filtrante di Salimbeni: il taglio di Faccendini si completa col pallone in porta. Nella quasi mezz'ora che resta l'Arezzo Academy costruisce una sola occasione per vincere, ma enorme; non la sfrutta Arcangioli, che avrebbe potuto regalarsi un pomeriggio indimenticabile ma che a porta vuota manca l'aggancio sulla respinta di Ceccuti. Ma è un dettaglio che in casa Academy non importa a nessuno: una salvezza così al primo anno nell'élite è già finita da tempo tra le storie da raccontare. Calciatoripiù: Martini (Arezzo Academy), Ceccuti (Grassina).
SESTESE: Rettori, Papucci, C. Gori, Garzi, Vilcea, De Rosis, Pecchioli, Gocaj, Mencarelli, Capecchi, Nuti. A disp.: Fantini, Pisaniello, Francesco Baldi, Pelagatti, Corigliano, C. Vannini. All.: Alessandro Rossi.
MALISETI SEANO: Naselli, Bartolozzi, Andreola, Sensi, Aiazzi, Menichetti, Filippo Baldi, Luccioletti, Dardha, Asara, Osasumwen. A disp.: Coppini, Meoni, Badiani, Taglioli, Susso, Mema, J. Ballerini. All.: Alessandro Di Vivona.
ARBITRO: La Rosa di Pistoia
RETI: 2' Dardha, 43' Pecchioli, 53' Nuti, 55' Osasumwen.
Se fosse stato possibile scommettere, a puntare sul pari si sarebbe rischiata la rimessa: quando gioca il Maliseti l'X è il segno più probabile (diciassette totali, record). Meno probabile è che subisca più di una rete: finora era successo solo cinque volte. La Sestese dunque entra nel gruppo ristretto, ma non le basta a vincere: Osasumwen neutralizza la controrimonta e fissa il punteggio sul 2-2 finale appena cento secondi dopo la rete del 2-1. S'era già nella ripresa alla quale, senza sorprese, s'arriva pari: il Maliseti passa avanti al 2' con l'incursione di Dardha che sfonda a destra e batte Rettori in uscita; ma a ridosso dell'intervallo, a chiusura d'un quarto di gara in crescendo dopo l'ottimo avvio del Maliseti, la Sestese pareggia con Pecchioli, lanciato in profondità da Nuti dopo un recupero alto sul possesso della difesa avversaria: destro angolato e 1-1 alla pausa. Il quarto d'ora che riavvia la gara è il più ricco di brio: il Maliseti crea un paio di occasioni (alti i tiri di Dardha e Asara), ma si ritrova sotto sulla formidabile giocata di Nuti che accelera dal fronte sinistro della mediana, con un paio di dribbling avanza fino ai venti metri e da lì schiocca il pallone all'incrocio. Ma il punteggio torna subito in equilibrio: Jacopo Ballerini dimostra d'essere entrato con lo spirito giusto e, liberatosi in mezzo all'area avversaria, fa filtrare a centro area un pallone che Osasumwen piazza alla sinistra di Rettori. Sul 2-2 improvvisamente la partita s'affloscia: nei quasi quaranta minuti che mancano all'ultimo fischio di La si registra una sola occasione, sprecata da Dardha che stanchissimo calcia alto. È l'ultimo atto del campionato di Maliseti e Sestese; a differenza di molti degli anni passati non è stato entusiasmante, ma la capacità di riuscire a scansare ogni possibile rischio può essere un fondamento solido su cui costruire il 2024/2025. Calciatoripiù: Gocaj, Nuti (Sestese), Asara, Osasumwen (Maliseti Seano).
FIRENZE OVEST: Ciappelli, Bertacchi, Chiariello, Noviello, Fabbri, Margheri, Ermini, Vettori, Giardini, Taoufik, Baluganti. A disp.: Velleca, Baraoumi, Torelli, Brou, B. Becagli, M. Baldi, Rufat, Mazzoli. All.: Piero Carovani.
MONTELUPO: Consani, A. Parrini, Frilli, Michelucci, Bentivoglio, Scali, Nicolosi, G. Parrini, S. Tofani, Braconi, Nicolosi. A disp.: L. Gori, Cesari, Marcoionni, Pelucchini, Urgolo, Balis, Rosa. All: Tommaso Sabatini (indisponibile).
ARBITRO: Rinaldi di Empoli
RETI: Taoufik 2, Ermini 2, Giardini, Chiariello, Fabbri, S. Tofani.
Delle tre in lotta per non retrocedere aveva l'impegno più facile: il Montelupo già retrocesso si conferma un falso ostacolo per il Firenze Ovest, che vince 7-1 e conserva il diritto di giocare nell'élite anche nel 2024/2025. L'incontro si decide già nel primo tempo, aperto da Taoufik cui seguono le reti di Ermini e Giardini: per segnare il Firenze Ovest non ha bisogno di costruire azioni scintillanti; gli è sufficiente far arrivare il pallone in area, operazione non impossibile, e catturarlo per primo sui rimpalli che seguono. Più che i valori assoluti, tra le due squadre sono differenti le motivazioni: indirizzata la partita, il Firenze Ovest può potenziare il bisogno di punti con la serenità data dal triplo vantaggio. Così nella ripresa il divario aumenta ancora: alle reti di Chiariello, di testa su calcio d'angolo, e di Fabbri, che chiude il filotto in contropiede, s'aggiungono le seconde personali di Ermini e Taoufik, che sorpassa Balducci e raggiunge il secondo posto in classifica marcatori. Davanti c'è solo Samuele Tofani, il centravanti d'una squadra retrocessa, ennesimo paradosso d'un campionato che non vede nessuna squadra chiudere sopra i 55 punti e nessun bomber raggiungere le venti reti: l'ultimo sigillo stagionale, quello che fissa la partita sul 7-1, aumenta i rimpianti del Montelupo per la squalifica che l'ha colpito nel momento chiave della stagione.
FUCECCHIO: Gabriele Gori, Gragnoli, Banti, Bertini, Pagni, Vai, Pieri, Cartocci, Boye, Cardini, Lazzari. A disp.: T. Rocchi, Iaia, Melani, D. Vaccaro, Brotini, G. Vaccaro, Tiozzo. All.: Mirko Giorgetti.
SAN GIULIANO: Contini, Ferretti, Murro, Accorsini, Lelli, Galletti, Tararà, Marco Mariani, Balducci, Buzzanca, T. Papini. A disp.: Giannini, Concordia, Mandarano, Dalle Luche, Osabuohien, Boraschi, Baldacci, Favara, Braccini. All.: Michele Grasseschi (squalificato, in panchina Daniele Landi).
ARBITRO: Raciti di Siena
RETI: 46' pt, 69' T. Papini, 64' Marco Mariani.
Chi dice che il calendario non conta o è ipocrita o non sa di calcio, o tutt'e due. Ma un calendario favorevole non dev'essere una colpa: va saputo sfruttare; e va saputo costruire, perché solo alla vigilia si scopre se l'ultima giornata è una trappola o un trampolino. Al San Giuliano va bene: non è stato complicatissimo vincere (0-3 il finale) sul campo del Fucecchio; ma sarebbe stato inutile se si fosse trovato a rincorrere, e dunque la sua sorte fosse dipesa dai risultati delle altre partite. Invece si trovava in una posizione che non lo costringeva a calcoli: il cammino dell'ultimo bimestre (con gli ultimi tre in sette partite sono arrivati quattordici punti, media più alta di quella con cui la Lastrigiana ha vinto il campionato) lo aveva piazzato lì con merito; e da lì non è stato difficile fare l'ultimo saltino, e rendere vana l'impresa del Fornacette contro il Perignano privato della maglia rosa all'ultima tappa. La prima occasione però la costruisce il Fucecchio, pericoloso al quarto col colpo di testa di Cardini su uno spiovente da sinistra: la traiettoria alta lascia tranquillo Contini, che da quando è rientrato dall'infortunio è stato uno dei protagonisti assoluti della rimonta e che nelle ultime settimane ha trascorso pomeriggi ben più intensi. Messo da parte il primo acuto, per tutto il primo tempo infatti il Fucecchio non riesce a costruire azioni da rete; ma fatica anche il San Giuliano, nonostante l'estenuante battaglia fisica che Balducci ingaggia con la difesa avversaria. Bisogna attendere lo scadere per capire che fa bene a insistere: è lui infatti a sgraffignare il pallone a Pagni, che lo svirgola sulla trequarti, ad affondare in area da sinistra, a calamitare l'attenzione di Gabriele Gori e a servire a Tommaso Papini un pallone che appoggiare in rete è facile facile. Anche nella ripresa il Fucecchio dimostra di patire le ripartenze del San Giuliano: solo la buona lettura di Bertini, che con la classica diagonale va a chiudere su Balducci e lo costringe ad anticipare il tiro, fa sì che la prima azione dopo la pausa si chiuda col pallone altissimo sopra la traversa. L'aveva imbastita il filtrante di Marco Mariani, che al 64' si mette in proprio e raddoppia: stavolta al recupero palla non seguono filtranti né imbucate, ma solo un affondo rifinito con un tocco d'interno destro ad anticipare l'uscita di Gabriele Gori. Tempo cinque minuti e il San Giuliano è ufficialmente salvo: Balducci avanza sulla trequarti destra e confeziona il secondo assist vincente per Tommaso Papini, in rete con un tiro incrociato imprendibile per Gabriele Gori. La doppia parata di Contini, che al 72' neutralizza il diagonale di Giulio Vaccaro dai venti metri e la respinta violenta ma centrale di Brotini, sigilla lo 0-3 del San Giuliano: il primo anno nell'élite si chiude con una festa impensabile a metà del girone di ritorno. Calciatoripiù : non basta la grande fisicità di Boye (Fucecchio), che nel primo tempo impegna quasi da solo la difesa avversaria; Balducci confeziona due assist per Tommaso Papini, Buzzanca (San Giuliano) aggiunge la qualità che serve e la partita prende una direzione precisa.
PONTASSIEVE: Foschi, Mazzuoli, N. Mengozzi, Pilacchi, Sy Becay, Serrotti, Pretelli, Pistol, Mannini, G. Salvadori, Candelori. A disp.: Giovanni Gori, Tommaso Gori, De Luca, Urbinati, Butteri, Batistini, Novelli, Longo, Spagni. All.: Simone Maccari.
SAN MARCO AVENZA: Giromini, Gargiulo, Mazzucchelli, Guidi, Pasquini, Rovani, Bellè, Ricci, Basile, Granai, Santini. A disp.: Ferri, Cimoli, Magaldi. All.: Francesco Iovinella.
ARBITRO: Giancaterino di Valdarno
RETI: 25' Pretelli, 32' Pistol, 39' N. Mengozzi, 47' pt Santini, 55' G. Salvadori, 70' Novelli, 74' Spagni.
Con la Lastrigiana s'è diviso il titolo platonico di squadra più talentuosa del campionato, ossia della Toscana intera; ci sta che la classifica finale e il divario dalla vetta (tre punti, solo tre maledettissimi punti) alimentino il rimpianto per le prossime settimane. Ma tirata l'ultima riga il Pontassieve non può che dirsi soddisfatto per la stagione: ha cambiato allenatore in corsa, nel tentativo (fallito) d'evitare la retrocessione della prima squadra; ha dovuto rinunciare a lungo a un gran numero di calciatori (Dreucci, Bartolozzi e Lemmi sono ancora fuori; per l'ultima di campionato, e per la prossima, s'aggiunge la squalifica d'Alessandro Niccoli); e in vista del futuro l'impianto resta validissimo, prova ne siano la presenza di un 2007, Mazzuoli, tra i titolari e la convocazione e l'esordio di due 2008, Tommaso Gori e Butteri. Il passaggio quantomeno del primo turno di coppa è considerato un obiettivo alla portata: lo rende un pochino più facile il terzo posto prodotto dal 6-1 al San Marco Avenza, che con questa sconfitta si congeda definitivamente dall'élite. Per sbloccare la partita è però necessario attendere il 25' e una delle classiche discese di Candelori che in dribbling raggiunge il fondo e si conquista il tempo per alzare la testa e studiare i movimenti a centro area: quello più efficace vede protagonista Pretelli, servito sottoporta da dove non ha problemi nell'accompagnare in porta il pallone del vantaggio. Quando è preso d'infilata il San Marco Avenza va in affanno: lo ribadisce l'azione del raddoppio, ideata da Mannini e finalizzata da Pistol che sfrutta il filtrante per tagliare in mezzo alla difesa e anticipare l'uscita di Giromini. Il primo tempo si chiude col Pontassieve avanti 3-1: Niccolò Mengozzi schianta il pallone in porta dopo aver calamitato una respinta della difesa, ma poi provoca il rigore che consente a Santini d'accorciare. La reazione del San Marco Avenza si racchiude però in questo sussulto: anche nella ripresa il Pontassieve è letale quando gioca in velocità; se ci s'aggiungono le doti di finalizzazione di buona parte dei suoi effettivi il risultato non può che ampliarsi. Il San Marco Avenza infatti cade sul mancino di Gregorio Salvadori da fuori area, sul rasoterra violento di Novelli che beffa Giromini e poi sul colpo di testa di Spagni, chiamato alla stoccata dall'ennesimo traversone di Pretelli. Il finale di campionato consegna dunque al Pontassieve un messaggio chiaro: dedicarsi ai rimpianti è un esercizio inutile; ora c'è da vincere un trofeo, e pazienza se non può più essere quello principale. Calciatoripiù: Candelori, Pretelli e Niccolò Mengozzi (Pontassieve).