SPORTING ARNO: Bambini, Rocchini, Lucatuorto, Ndreu, Martini, Sisti, Obino, Crescenzo, Crini, I. Fossi, Rotondi. A disp.: Baroni, Filandro, Lombardi, Marvataj, Mauriello, Poggiolini, Ceccherini, Viviani, Zisa. All.: Dario Giulivo.
CASELLINA: Tafi, G. Senesi, Meli, Barro, Conforti, Simeone, Bettino, Corradi, Apicella, Bellieri, Piccini. A disp.: Acampora, Baldini, Rios, C. Senesi, A. Fossi, Galloni, Berlincioni. All.: Claudio Latini.
ARBITRO: Sinca di Firenze
RETI: 19' Rotondi, 25', 32', 64' I. Fossi.
Anche se qualcuno lo ha già ribattezzato San Giulivo da Scandicci lui, ragazzo giovane ma con in testa idee ben chiare, sa bene che nello sport i cosiddetti miracoli non esistono. Per compiere un'impresa tanto eccezionale da non sembrare neppure vera Dario Giulivo ed i suoi ragazzi sapevano fin troppo bene quali ingredienti sarebbero stati necessari. Spirito di sacrificio, cambio di mentalità ma soprattutto capacità di adattamento a un sistema di gioco ben definito che disciplini difensori e centrocampisti allo svolgimento di un duro lavoro in fase sia di rottura sia di costruzione dovevano rappresentare le basi di una rincorsa che fino a qualche mese fa pareva impensabile. Lo Sporting Arno ne era ben conscio quando si trovava laggiù in fondo a una classifica che sembrava vederlo inesorabilmente spacciato; e lo è ancora più adesso che la vittoria sul Casellina (4-0, tripletta di Iacopo Fossi) gli consegna la salvezza: la quarta squadra retrocessa è la Fortis Juventus. La stracittadina aveva un valore tutto speciale anche per Giulivo, che indossando proprio la casacca biancorossa aveva reso ancor più ardente la sua passione; è questa che adesso lo spinge avanti alla ricerca di quell'ultimo risultato destinato a proiettarlo a buon diritto nella storia del calcio giovanile regionale. L'approccio che il suo Sporting Arno ha con questo delicatissimo ultimo impegno stagionale è la più nitida istantanea del suo credo: la manovra di centrocampo, avvolgente, che punge sugli esterni grazie a Crescenzo a destra e Obino a sinistra; raccogliendo una gran quantità di palloni nel cuore della mediana, Lapo Sisti illumina con qualità e precisione la manovra sfoderando rilanci lunghi e precisi; in questo modo incendia le polveri del duo d'attacco formato da Iacopo Fossi e Rotondo; lo schieramento si completa con una difesa che fa della concentrazione il proprio mantra, e che attorno al fulcro rappresentato da Martini fa ruotare due calciatori di qualità come Lucatuorto e Rocchini. Date queste premesse, il Casellina è costretto a rintanarsi nella propria trequarti e a impegnarsi in una dispendiosa fase d'interdizione che gli consente di resistere solo per una ventina di minuti. Nel primo spicchio di partita però la preoccupazione è alta. Lo Sporting Arno crea e spreca; mentre dopo appena sei minuti il suo assistente di parte Piero Lombardi rimedia un inconsueto cartellino giallo con annessa reprimenda in quanto impegnato, a detta di Denis Alexandru Sinca (nel quadro di un arbitraggio più che sufficiente, una cosa è evidente: non gli piacciono i chiacchieroni) più a conversare con il pubblico che a seguire lo svolgimento del gioco. È un evento insolito, divertente, che fa sorridere un po' tutti, ma che soprattutto scioglie la tensione che attanaglia la testa e le gambe dello Sporting Arno. Al 6', pochi secondi dopo l'episodio raccontato in precedenza, Rotondi è bravo a liberarsi in area per poi calciare, da buona posizione, di poco oltre la traversa. Al 9', dopo aver arpionato un pallone sulla trequarti ed essere avanzato in bello stile, con uno splendido lancio in profondità l'ex lastrigiano Sisti avvia un'altraazione d'attacco: davanti a Rotondi si apre un'autentica autostrada, che è bravo a percorrere a tutta velocità; ma giunto a tu per tu con Tafi è costretto a pagare un pedaggio salatissimo, concretizzato nell'opposizione col corpo al tiro a botta sicura. Il Casellina però nulla però può fare allo scoccare del 19' quando, sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti ben battuta da Lucatuorto, il pallone giunge in area sui piedi di Iacopo Fossi: Tafi è bravo a chiudergli lo specchio, ma Rotondi raccoglie la respinta e porta in vantaggio lo Sporting Arno. È l'episodio chiave che sposta gli equilibri, e soprattutto fa assumere allo Sporting Arno maggior sicurezza e padronanza dei propri mezzi in fase conclusiva. Al 25' il pubblico s'accorge che il manuale di Giulivo è stato mandato a memoria: una splendida triangolazione lungo la trequarti destra, coprotagonista Crescenzo, consente a Iacopo Fossi di liberarsi a due passi da Tafi e di farlo secco col 2-0. Il cronometro compie altri sette giri e al 32' il discorso salvezza è virtualmente chiuso: dopo aver recuperato un buon pallone sulla sinistra, Rotondi innesca Iacopo Fossi che fila rapidissimo verso Tafi e dopo averne eluso l'intervento in disperata uscita deposita nella porta rimasta a quel punto spalancata il pallone del 3-0; è il risultato con il quale va in archivio la prima frazione di gara. Il Casellina ha provato a opporsi in qualche modo allo strapotere avversario, ma affidarsi a qualche piazzato dalla grande distanza, calciato sì con potenza e precisione ma anche in maniera piuttosto prevedibile da Bellieri, serve solo ad alleggerire momentaneamente la pressione esercitata dai centrocampisti avversari. Lo Sporting Arno torna a fare la voce grossa anche nella ripresa, andando vicino al quarto gol già al 41' quando, dopo aver fatto il diavolo a quattro nell'area di rigore avversaria, Iacopo Fossi libera alla conclusione Rotondi che spara a rete dalla media distanza un preciso pallone diretto sotto la traversa; provvidenziale è un salvifico schiaffetto dato dal guantone di Tafi che prolungandone la traiettoria fa terminare di poco il pallone oltre la traversa. Al 49', sugli sviluppi di un corner calciato corto, Iacopo Fossi ha ancora la possibilità di andare alla battuta dal limite; stavolta però, dopo essersi creato lo spazio per la conclusione, tira tra le braccia di Tafi un pallone debole e centrale. Al 60' Fossi può approfittare di una bella invenzione di Crescenzo che liberandone la corsa grazie a una splendida imbucata gli consente d'involarsi verso la porta: la sua rasoiata in diagonale, d'un soffio a lato alla destra di Tafi, avrebbe meritato miglior sorte. Si fa fatica a credere alla tripla occasione che lo Sporting Arno getta nel cestino tre minuti più tardi: nuovamente innescato da un preciso servizio del solito Crescenzo, Fossi si fa ribattere per ben due volte da Tafi la conclusione a rete da posizione favorevole. L'azione prosegue e pochi secondi più tardi, il portiere del Casellina è bravissimo a disinnescare in tuffo anche la conclusione dalla sinistra proposta da Mauriello. Ma l'appuntamento con il meritatissimo poker è rimandato solo di una trentina di secondi. Al 61' infatti la chirurgica imbucata di Lucatuorto dalla trequarti sinistra calamita sui piedi dell'onnipresente Fossi un pallone stavolta girato in rete. È proprio vero: nel calcio, i miracoli, non esistono. Esistono il lavoro, l'impegno, l'applicazione tattica, la generosità e soprattutto la voglia di crederci sempre; anche quando tutto sembra perduto o impossibile. Per questo, lo Sporting Arno può festeggiare una più che meritata permanenza nei regionali; e proprio in virtù di quel che hanno fatto i suoi ragazzi il giovane Dario Giulivo si è guadagnato sul campo i gradi di tecnico capace e intelligente. A un Casellina che nell'occasione ha fatto quel che ha potuto non si può che augurare un pronto ritorno sul più importante palcoscenico del calcio giovanile toscano. Calciatoripiù : nello Sporting sono Arno stati degni interpreti del proprio ruolo Lucatuorto e Martini in fase difensiva, Crescenzo sul settore destro del centrocampo, Sisti in mediana e i due guastatori Iacopo Fossi e Rotondi . Nel Casellina si sono ben disimpegnati Bellieri, Bettino, Barro e Gabriel Senesi .
AUDACE GALLUZZO: Arpaia, Voican, Gensini, Verga, Burroni, Gibbino, Martorelli, Sartiani, Vignoli, Fossi, Giapicchini. A disp.: Ibraliu, Burrini, Miranda, Guastalegname, Ara, Raimondo, Bedognè. All.: Mario De Fazio.
FLORIA: Vila Aliaga, Carrai, Bautista, Macaluso, Fibbi, Santoro, Nuti, Galletti, Materassi, Bettarelli, Ciaccia. A disp.: Servi, Romoli, Taddei, Esteves, Panteri, Laaroussi, Tassi. All.: Antonio Benevento.
ARBITRO: Rontani di Firenze.
RETI: Materassi 2.
Di certo c'è che se le cose andranno nel modo in cui spera Antonio Benevento, i suoi ragazzi almeno una pizza ai giocatori dello Spartaco Banti Barberino dovranno offrirla. Perché è vero che la compagine mugellana aveva bisogno di un punto per salvarsi, ed era quindi spinta prima di tutto da forti motivazioni personali, ma non era affatto scontato che riuscisse ad ottenerlo contro la Settignanese. Invece è andata proprio così: la capolista fermata sullo 0-0 e la Floria, corsara sul campo dell'Audace Galluzzo, che l'aggancia all'ultima curva trascinandola allo spareggio. Di fronte a una tribuna stracolma di tifosi biancoazzurri va in scena un primo tempo nel complesso equilibrato, dove però le occasioni principali sono per gli ospiti. Protagonista assoluto è dunque il portiere locale Arpaia che si supera in almeno tre occasioni, guadagnandosi quella dose di fortuna che gli permette di essere salvato dalla traversa quando non arriva sulla conclusione di Materassi. Il duello si rinnova nella ripresa, ma stavolta premia l'attaccante: dopo un primo tentativo respinto con il piede da Arpaia, Materassi si avventa sul pallone e lo ribadisce in rete facendo esplodere il proprio pubblico. Sempre lui, una manciata di minuti più tardi, sceglie bene il tempo di inserimento sugli sviluppi di un corner e di testa firma doppietta e definitivo 0-2. Il finale è nervoso con ben tre espulsioni, una per i locali e due per gli ospiti, ma per la squadra di Benevento è l'unica nota negativa della giornata. Da Barberino arriva infatti la conferma del risultato finale, uno 0-0 che salva i mugellani e infrange sul più bello i sogni della Settignanese, riaccendendo invece quelli della Floria che tra qualche giorno potrà provare a scrivere l'ultima pagina della sua favola in una partita che vale il titolo e l'intera stagione. Calciatoripiù : Arpaia , Gibbino e Verga (Audace Galluzzo). Materassi (Floria).
MONTELUPO: Faggioli, Tizzanini, Milanesi, Castaldi, Bitossi, Vegni, Baldini, Mazzei, Galli, Aprile, Trilli. A disp.: Puri, Napolitano, Vaiani, Simoncini, Squarci, Alfaroli, Cantini, Fiorini, Fossi, Gambone. All.: Peselli.
LANCIOTTO: Romanelli, Vivoli, Bianchi, Bushati, Vasa, Mannocci, Clemente, Malaj, Landini, Misiano, Stefanini. A disp.: Gueli, Hila, Bartolini, Calamai, Bandini. All.: Venturi.
ARBITRO: Trebbi di Firenze.
RETI: Bitossi, Alfaroli, 2 Mazzei.
All'ultima giornata, il Montelupo vince in casa 4-0 contro un già retrocesso Lanciotto e si assicura i tre punti che certificano la sua salvezza: si conclude quindi nel miglior modo possibile la stagione degli amaranto, e l'arrivo sulla panchina di mister Peselli, tecnico di enorme esperienza, è risultato semplicemente decisivo. Vittoria ampiamente meritata dai padroni di casa, che chiudono così con il sorriso una stagione tra molte difficoltà. Fin dai primi minuti, sono i locali a condurre il gioco e passano in vantaggio grazie alla realizzazione dagli undici metri di Bitossi. Il Montelupo continua ad attaccare e raddoppia allo scadere del primo tempo con Alfaroli. Nella seconda metà di gara non arriva la reazione da parte del Lanciotto. I padroni di casa allora ne approfittano con Mazzei che segna la doppietta decisiva per il 4-0 finale. Il Montelupo raggiunge così quota 34 punti insieme al Barberino e condanna così la Fortis Juventus, che domenica scontava l'ultimo turno di riposo, con 33 punti, alla retrocessione. Calciatoripiù : Mazzei spicca nel Montelupo, ma gli elogi vanno a tutta la squadra che conquista all'ultimo un traguardo importante.
RINASCITA DOCCIA: Pozzi, Marocchi, Roccavilla, Scaparra, Scatuzzi, Pazzagli, Tazzi, Fantechi, Bettini, Domi, Tramarin. A disp.: Paoletti, Arrighetti, Kulish, Nencini, Giannini. All.: Andrea Ghilli.
RONDINELLA MARZ.: Besa, Di Gangi, Biagiotti, Tema, Tentati, Gori, Pierini, Lombardi, Galli, Doddoli, Nannoni. A disp.: Pezzati, Calugi, Torelli, Bartolini, Deaconescu, Bracaloni, Fornaciai. All.: Andrea Ricci.
ARBITRO: Bigazzi di Firenze.
RETI: Nannoni, Pazzagli rig., Calugi.
Al Biagiotti di Sesto Fiorentino la Rondinella Marzocco batte il Rinascita Doccia nella classica partita di fine campionato, tra due squadre che non hanno più niente da chiedere: la matematica ha già decretato per entrambe sia la permanenza nella categoria, sia l'impossibilità di raggiungere una qualificazione per la coppa. Le due compagini sono infatti appaiate e si giocano al massimo il settimo posto in classifica. Neanche le perfette condizioni climatiche sembrano svegliare i ventidue in campo, e così il match comincia sotto tono con un predominio costante ma sterile dei biancorossi che giocano ininterrottamente nella metà campo avversaria ma senza mai creare pericoli alla porta di Pozzi. Al 10' la Rondinella trova la chiave giusta: sull'uscita sbagliata degli avversari Nannoni, con un perfetto inserimento da dietro che vanifica la salita dei rossoblù, si trova solo davanti alla porta avversaria e scavalca l'incolpevole Pozzi con un elegante pallonetto: 0-1. L'episodio non muta la trama della gara che prosegue sullo stesso binario fino al minuto 19 quando, su una rimessa laterale dei ragazzi di mister Ghilli, Tentati sbaglia il controllo e colpisce la palla con il braccio in maniera evidentemente involontaria, ma l'episodio è sufficiente all'arbitro per concedere il rigore. In questa stagione sono stati diversi gli errori dal dischetto dei sestesi, ed è quindi comprensibile che si respiri un po' di tensione prima della battuta. Capitan Pazzagli però onora la fascia, prendendosi la responsabilità e spiazzando Besa per l'1-1. Seguono due occasioni clamorose, una per parte: al 27' Nannoni sfonda sulla fascia sinistra e mette al centro, la palla attraversa tutto lo specchio e si spegne sul fondo senza che alcun calciatore possa intervenire. Capovolgimento di fronte e un cross di Tazzi viene spizzato da Bettini per Scaparra che, ancora di testa, mette alto da posizione favorevole. L'intervallo inverte i ruoli delle due compagini, con il Doccia che prende il comando delle operazioni e si rende più intraprendente. Dopo soli tre minuti Scatuzzi calcia da fuori e una deviazione fa impennare la palla, Bettini ci si avventa e supera Besa prima che Scaparra corregga la traiettoria in rete. L'arbitro però alza il braccio e segnala fuorigioco, facendo venire più di un dubbio al pubblico di parte rossoblù. Al 13' ancora Scatuzzi crossa da sinistra, Besa esce in presa ma la palla gli sfugge e il primo a raggiungerla è nuovamente Bettini che però, complice il ristretto angolo di tiro, permette al portiere di rimediare all'errore salvando il corner. Passano due minuti ed è ancora Rinascita Doccia: bella combinazione al limite dell'area tra Domi e Scatuzzi, quest'ultimo scarica un violento sinistro che si infrange sulla traversa a Besa battuto. La dura legge del calcio impiega solo tre minuti ad applicarsi: di nuovo un'uscita non perfetta dei locali permette a Calugi di puntare la porta di Pozzi e trafiggerlo in uscita. Contestata la posizione di partenza del giocatore biancorosso, ma occorre sempre ricordare quanto sia complesso per gli arbitri rilevare il fuorigioco senza l'ausilio degli assistenti. Lo svantaggio spegne i locali ai quali spetta però l'ultima occasione (e l'ultima recriminazione) al minuto 34 quando, dopo una percussione personale, Domi ha l'occasione di calciare verso la porta avversaria ma il suo tiro viene stoppato dal braccio largo di un difensore, in una dinamica molto più evidente di quella che aveva comportato il penalty nel primo tempo. Il direttore di gara lascia giocare e così il Rinascita Doccia deve arrendersi al risultato di 2-1 per la Rondinella Marzocco. A fine partita, giusto per sottolineare la pochezza della posta in palo, i vincitori prendono subito la via degli spogliatoi mentre sono i vinti a recarsi sotto le tribune per salutare il proprio pubblico per l'ultima volta in questa stagione. Calciatoripiù : Nannoni (Rondinella) quando ha allungato la falcata ha sempre messo in difficoltà la retroguardia sestese. Pazzagli (Rinascita Doccia) si è preso la responsabilità di un penalty pesante e ha sfatato la maledizione dei suoi dagli undici metri.
MALISETI SEANO: Tartoni, Camuso, Bellini, Ghinea, Di Motta, Durgoni, Di Mauro, Moretti, Verrilli, Pancella, Traversari. A disp.: Faggi, Becocci, Beneforti, Bianco, Burchi, Guidarelli, Torcasio, Truscelli, Vaccaro. All.: Andrea Bartolini.
SANTA MARIA: Torino, Salvadori, Abbruzzese, Shpijati, Geniotal, Innocenti, Lazzeri, Massaini, Tortorelli, Giusti, Fagioli. A disp.: Sabato, Cantini, Kamberaj. All.: Fabio Bartali.
ARBITRO: Iglio di Pistoia.
RETI: 22', 28' Moretti, 24' Pancella, 31' Durgoni.
Si chiude in bellezza per il Maliseti Seano, che nell'arco dell'anno ha acquisito un buon affiatamento di gruppo e centrato in crescendo dapprima una comoda salvezza, poi addirittura l'accesso alla coppa regionale. Il percorso dei ragazzi di Andrea Bartolini viene coronato dalla vittoria per 4-0 contro il Santa Maria. Il portiere degli ospiti parte bene, parando diversi tiri e lasciando la porta inviolata per il primo quarto di frazione, non riesce però a sfuggire al gol di Moretti al 22', quest'ultimo sfrutta al meglio un assist di Durgoni. Il Maliseti acquista fiducia e nel corso di 5' riesce a trovare altri tre gol. Al 24' arriva il raddoppio di Pancella che si trova libero sul secondo palo e non sbaglia, poi spazio per la seconda rete personale di giornata da parte di Moretti, che parte da centrocampo e salta anche il portiere, ed infine il gol di Durgoni. Inizia poi il secondo tempo, il Santa Maria non si perde d'animo e continua a creare azioni dando vita anche ad un forte pressing nella ricerca del meritato gol della bandiera; lo sforzo degli ospiti non riesce però a portare frutto. Arriva il triplice fischio dell'arbitro e iniziano così i festeggiamenti per la meritata vittoria del Maliseti, che ora affronterò al primo turno di coppa la perdente dello spareggio fra Settignanese e Floria che assegnerà invece la vittoria del campionato.
BANTI BARBERINO: Gaeta, Jerevia, Mengoni, Carpini, Mocali, Sophie, Rossi, Martinaj, Nencini, Asta, Madeo. A disp.: Vignoli, Mongatti, Lavacchini, Paolucci, Nicotra, Hasanaj, Calamini, Buset. All.: Pugliese.
SETTIGNANESE: Barbieri, Scarselli, Djoni, Galli, Pratesi, Gueye, Tozzi, Pietrosanti, Cecchi, Ragusa, Bianchini. A disp.: Roschi, Ciani, Arca, Sanso', Scognamiglio, Grassi, Straccali, Vassallo, Genovesi. All.: Zuccaro.
ARBITRO: Iacopini di Firenze.
Il Barberino avanza di un passo verso la luce, la Settignanese ne compie uno che non basta per scrollarsi di dosso la Floria: finisce 0-0 la gara più attesa dell'ultima giornata del girone D, dalla quale passava su un doppio binario la lotta per la salvezza, in cui erano invischiati i padroni di casa, e la vittoria del campionato - quest'ultimo discorso riguardante gli ospiti - la cui definizione è rinviata allo spareggio. Il Barberino è una formazione che non merita la sua posizione di classifica, considerando che annovera tra le proprie fila alcuni ragazzi di valore, meritevoli di categoria superiore, e certi risultati ottenuti contro squadre blasonate (come quello centrato contro la formazione di Zuccaro) ne sono testimonianza. La Settignanese è in testa dall'inizio del campionato, è una squadra che è riuscita a essere la sorpresa del torneo con molte qualità e un collettivo più che rodato in grado di vincere contro chiunque, con almeno 3-4 elementi di sicuro avvenire. Il Barberino (4-4-4-2 e in più di un'occasione 4-5-1 con il solo Nencini in avanti), pur svolgendo una gara tutta sulla difensiva, ha mostrato qualità, aggressività ed attenzione veramente encomiabili; inoltre i classe 2010 scesi in campo dal primo minuto hanno confermato ancora una volta che a livello giovanile più che la carta anagrafica conta la qualità e il saperci fare, quindi un doveroso complimento all'allenatore ed alla dirigenza mugellana che per un match così importante e delicato hanno deciso di dare fiducia ai propri giovani. La Settignanese in pratica ha giocato, seppur molto bene, solo il secondo tempo, e ciò sarebbe potuto bastare se non fosse stato per tutta una serie di eventi negativi e sfortunati. I bravi ragazzi ospiti hanno però tutte le carte in regola per affrontare con serenità e fiducia lo spareggio che li attende. I motivi della mancata vittoria della Settignanese sono da ricercare in occasione dell'episodio del gol non gol , del rigore non concesso e della strepitosa deviazione sopra la traversa da parte di Gaeta di un tiro che sembrava destinato in fondo al sacco; in più una serie di mischie pericolose in area mugellana sono state risolte da ribattute provvidenziali e tavolta anche casuali. La cronaca è scarna nel primo tempo e vede solamente la Settignanese in avanti, mentre il Barberino si dedica a un'ordinata fase di difensiva. Al 4' una punizione di Ragusa finisce alta un paio di metri sopra la traversa, al 13' un'azione personale di Bianchini sulla destra si conclude con un diagonale sul primo palo che viene deviato in angolo da Gaeta. Poi si passa al 23', quando c'è spazio per una punizione da 25 metri in posizione centrale di Bianchini che termina abbondantemente a lato. Pur offrendo una grande mole di gioco, le azioni pericolose della prima frazione di gioco sono tutte qui. La seconda parte è completamente diversa: oltre che copiose, fanno comparsa sul bell'impianto di Barberino le azioni, le occasioni da gol, e in generale quegli importanti eventi di gioco che possono portare all'assegnazione del campionato. Dopo appena tre minuti un cross, che poi si rivela un insidioso tiro, da parte di Ragusa, viene bloccato 0da Gaeta. Al 45' un fallo sul dinamico Sophie viene sanzionato con una punizione dal limite, la battuta di Asta termina alta di 4-5 metri. Al 53' ecco il primo episodio controverso della gara: un tiro di Genovesi dal limite va a sbattere sulla base del palo, Gaeta non arriva in tempo per la deviazione, la palla gli rimbalza sulla schiena e rotola verso l'interno della porta. Gol, non gol ? Due sono le cose sicure: la prima è la decisione chiara ed evidente da parte del direttore di gara di proseguire il gioco con ampi cenni delle mani, mentre la seconda sono le vibranti, accese e prolungate proteste degli ospiti visto che a loro dire la palla aveva oltrepassato la linea bianca. Al 58' finisce alta di poco una conclusione dal limite di Pietrosanti. Al 63' arriva il secondo episodio discusso animatamente in campo e sugli spalti: Straccali, una volta conquistata palla sulla trequarti sinistra del campo, si invola verso la porta mugellana e, dopo essere entrato in area, viene toccato da dietro da un difensore di casa. Straccali prosegue, nel tentativo di recuperare il pallone, per poi cadere a terra, invocando la massima punizione; il direttore di gara - forse condizionato dalla caduta leggermente in ritardo del giocatore rossonero - lascia proseguire il gioco tra le proteste degli ospiti. Al 67' spazio per una girata al volo di Bianchini su di un delizioso cross dalla destra, la conclusioneè forte e diretta in rete, ma con uno strepitoso intervento Gaeta salva porta e risultato alzando sopra la traversa. Nei restanti minuti il pallone staziona perennemente all'interno dell'area barberinese, con tentativi continui da parte della Settignanese, alla ricerca del gol che vale la vittoria del campionato, ma tutte le conclusioni vengono respinte, anche in maniera fortunosa, dai ragazzi di casa mantenendo inviolata la propria porta. Dopo 3' addizionali di recupero l'arbitro decreta la fine della gara dando il via alla festa per la salvezza (sudata) dei ragazzi di casa, mentre i sostenitori ospiti (molti) dovranno attendere la coda dello spareggio per poter ringraziare i propri beniamini. La prestazione di Barberino da' buone garanzie di riuscita, ma intanto un match-ball se ne è andato. Prosit! Calciatoripiù: Carpini (Banti Barberino): il migliore di tutti quelli scesi in campo. Sicuro, baluardo insuperabile del reparto difensivo. Rossi : lotta e combatte su tutta la parte avanzata dello schieramento recuperando palloni e tenendo impegnati i difensori ospiti. Gaeta : effettua un intervento strepitoso che decide non solo il campionato dei suoi, bravo e sicuro anche in altre circostanze. Bianchini (Settignanese): le sue sgroppate in avanti quando è in possesso palla sono una minaccia continua per i padroni di casa, bravo anche nella corsa. Straccali : il suo ingresso vivacizza la manovra ospite, bravo nel puntare sempre la porta e nel cercare la profondità. Scarselli : in pratica gioca tutta la partita da metà campo in avanti, bravo e propositivo in fase di spinta, giocatore molto tecnico. Arbitro: appare sempre convinto in occasioni delle difficili decisioni prese, non facile giudicare sul gol-non-gol, mentre sul rigore la sua scelta lascia dei dubbi. A parte ciò, come fischi e movimenti in campo, dimostra spiccata bravura.
F.CALENZANO: Lastrucci, Magurno, Andreuccetti, Garota, Cusumano, Pieralli, Innocenti, Lazzerini C., Pelagatti, Lazzerini M., Cecchi. A disp.: Braccini, Santucci, Oliarca, Finotello, Mazzanti, Pacifico, Benelli, Martelli, Sabatino. All.: Andra Pieri.
ZENITH PRATO: Zipoli, Bigagli, Paci, Topi, D'Anna, Alderighi, Mantuano, Fossi, Pecchioli, Falco, Bini. A disp.: Bonci, Castronuovo, Magni, Calistri Luca, Bernardini, Artusi, Calistri Leonardo. All.: Alessio Rotondo.
ARBITRO: Bello di Empoli.
RETI: 22' Lazzerini C.
Tutto in una notte, fantastico film anni 80 di cui consiglio la visione, si potrebbe tramutare in tutto in una mattina...anzi quasi tutto in una mattina perché, volenti o nolenti, il girone D non ha ancora una squadra campione ed avrà una elettrizzante coda-spareggio sconsigliata ai deboli di cuore. Neanche l'ultima giornata, quindi, ha risolto tutti i nodi anche se lo spareggio-champions è la sola sentenza ancora appesa. Al Facchini invece il nodo è stato sciolto eccome con un Calenzano tutto cuore, anima e testa che si guadagna uno strameritatissimo accesso alla Coppa Toscana (che comunque non era scontata ad inizio match) e si issa tra le grandi squadre strappando la medaglia di bronzo del girone proprio allo Zenith in uno scontro diretto per la terza prestigiosa piazza. Il match è facilmente commentabile: lo Zenith ha fatto la partita per quasi tutti gli 80 minuti (recuperi compresi), con grande ritmo e intensità ma sbattendo più e più volte la faccia contro l'ormai definitivamente rediviva linea Maginot rossoblu (anche oggi autrice di una prestazione impeccabile). Il Calenzano da par suo ha contribuito , in maniera assai pericolosa, nel mantenere il risultando in bilico fallendo in contropiede almeno quattro grandi occasioni ed evitando accuratamente di chiudere la partita anzitempo. La cronaca narra questo. Al 6' colossale occasione per i locali: Pelagatti non sfrutta una corta respinta di Zipoli su azione d'angolo e spara alto da due metri. Risponde lo Zenith al 13' quando una scatenato Paci semina il panico in fascia sinistra ma viene disinnescato all'ultimo momento dalla muraglia calenzanese. Al 22' il colpo della partita. Un furbissimo quanto geniale Lazzerini C. batte improvvisamente una punizione dal limite senza chiedere distanza. Non solo la sorpresa di tutta la retroguardia pratese ma anche palla all'incrocio e quindi chapeau al numero 8 e Calenzano avanti. Lo Zenith schiuma rabbia e pressa senza sosta ma comincia ad esporsi alle ripartenze della banda di Mister Pieri. Al 24' solo un disperato recupero impedisce a Innocenti il tu per tu con Zipoli. Risponde lo Zenith un minuto dopo (25') quando Bini (grande partita la sua) galoppa fino in fondo ed obbliga Lastrucci al primo e forse unico intervento della sua partita. Il primo tempo finisce con la sensazione di un grande grande equilibrio in campo. Nella seconda frazione non cambia il copione (rima non cercata). Lo Zenith scodella cento palloni in area, cerca continuamente spazi di tiro al limite, spera in punizioni pericolose da sfruttare o in qualche contatto in area ma azioni veramente e realmente pericolose non ne riesce e non ne riuscirà a creare. Il Calenzano infatti pare avere la giusta concentrazione e la consapevolezza adeguata per gestire la continua pressione ed il relativo stato d'ansia. La testa funziona...ma anche il contropiede. Uno sfortunato Innocenti infatti, perenne spina nel fianco della difesa pratese e sempre ben assistito e cercato dai compagni, tenta il colpo del KO in ben tre occasioni, rimanendogli sempre in canna: al 38', solo ma in scarsa coordinazione, tira tra le braccia di Zipoli da centro area, al 42' sfiora il palo con un gran tiro da fuori area e al 45' manca di un niente un suggerimento di Pelagatti a pochi metri da Zipoli. Tanti scontri a centrocampo (un ragazzo per squadra dovrà lasciare il terreno di gioco anzitempo causa infortunio) e tempo che passa inesorabile fino al minuto 63, quando anche il direttore di gara decide di continuare a godersi l'infernale ritmo partita annullando il 2-0 di Mazzanti (sempre rigorosamente in fulmineo contropiede) per un fuorigioco apparso quanto mai dubbio ai più. Lo Zenith ha poche idee e poche forze. L'esempio perfetto accade al 65' quando un corner, battuto teso e forte, attraversa tutta l'area piccola di Lastrucci senza nessuna maglia amaranto pronta al facile tap-in. C'è anche un tiro di Cusumano a lato di poco al 68' ma per il raddoppio oggi non è aria e quindi, scampato l'ultimo pericolo, il Calenzano abbassa il ritmo gara fin dove può, sfruttando ogni minima possibilità di riprendere fiato e concentrazione. Tale obiettivo riuscirà abilmente, attuato anche grazie a qualche punta di cinismo e di mestiere. Qualità che, a queste latitudini e fino a poco tempo fa, erano sconosciute ma che poi sono state sviluppate con costanza dalla banda rossoblu durante la propria crescita stagionale. Da ora le potremo annoverare tra le armi a disposizione di questa squadra. Lo Zenith infatti è ormai stanco e un po' sfiduciato e non riuscirà più a creare veri pericoli a Lastrucci. Dopo 7 minuti di recupero concessi è quindi game over e festa locale. Complimenti ai ragazzi del Calenzano che sono arrivati là dove forse nessuno credeva, meritando questo lottatissimo terzo posto. Una crescita evidente, pilotata dal proprio mister Pieri che l'ha plasmata con grande esperienza. Lo Zenith è innegabilmente una grande squadra, capace di sviluppare una gran mole di gioco e di stringere e costringere qualsiasi avversario alla trincea. Ci saranno mille altre occasioni per la rivincita e come sempre vincerà il migliore! E ora via alla Coppa Toscana per tutt'e due che ve la siete meritata!