Allarme rosso, rossissimo, incandescente. L'Arezzo Academy perde la terza partita di seguito, e resta in zona retrocessione; perde la terza partita di seguito, e ora l'attende la prima di ritorno con la Sestese; perde la terza partita di seguito, perché Taglioli vanifica il provvisorio pareggio di Galassi e consente al Maliseti di prolungare la striscia positiva che lo mantiene a un punto dal podio. Archiviati i brividi per il colpo di testa di Savini sulla rimessa profonda di Gallorini (pallone a lato), già nel primo tempo s'era avuto un presagio dell'esito finale: spostato a destra intorno ai trenta metri, Dardha imbulletta il pallone sotto l'incrocio; a lanciarlo era stato Andreola, che nello spazio che resta tra il vantaggio e l'intervallo fallisce due buone occasioni per il raddoppio (mancino svirgolato, poi destro centrale) dal limite dell'area. Nonostante l'apnea cui lo costringono venti minuti in affanno, l'Arezzo Academy finisce dunque il primo tempo ancora aggrappato alla partita; e in avvio di ripresa le mosse di Magnanensi, che ritocca interpreti e assetto, gli consentono di spalancare il pertugio intravisto alla fine del corridoio. Sono due neoentrati a rendersi subito pericolosi: Murgoci calcia alto dopo una serie di rimpalli; e sul tiro di Lachi da fuori Naselli è costretto ad allungarsi. Il Maliseti replica con una discesa di Marinozzi non finalizzata da Dardha (tiro sporco, pallone angolato ma lento: Regini para), ma si vede raggiunto sul traversone di Gallorini cui Kola s'oppone con la mano, almeno secondo Sgaramella: Naselli respinge il rigore di Galassi, che però scaraventa in rete la respinta (78'). L'Arezzo Academy pensa dunque d'aver rimediato una partita difficile; e si distrae, e quasi subito finisce di nuovo sotto: un'incertezza di Bidini consente ad Arcioni di conquistare il possesso, affondare verso l'area e calciare verso lo specchio nonostante una carica ai limiti della regolarità; sulla parata di Regini il pallone schizza nella zona di Dardha, generoso nello scaricarlo al limite per Taglioli che lo schianta in porta accanto al secondo palo. Allo scadere mancano quattro minuti appena; per pareggiare l'Arezzo Academy costruisce una sola occasione, ma nitida: Naselli la neutralizza, vincendo di nuovo il duello con Galassi. È il sigillo sull'ottava vittoria stagionale, la settima di misura. Amplificato dalla differenza reti di nuovo in equilibrio, il messaggio è chiaro: il Maliseti capitalizza al massimo le occasioni; e, merito anche di Naselli, dietro concede pochissimo. Calciatoripiù : nella ripresa Lachi e Murgoci danno sostanza a una formazione che fin lì s'era retta sui soliti Broccatelli e Gallorini ; non basta però per strappare punti da una partita decisa dalle reti di Dardha e Taglioli (ottimo ingresso dalla panchina), protette dai muscoli di Gestri (Maliseti Seano) in mediana.
Il secondo è il primo dei terrestri. Si capisce come mai, anche se facilmente pronosticabili, il Fucecchio valuti pesanti i tre punti che porta via da Piombino: la vittoria di misura, terza consecutiva, vale infatti l'aggancio all'Affrico caduto a Cecina. Decide Matteo Paradiso poco prima della mezz'ora; il Fucecchio aveva già sfiorato il vantaggio con un destro violento di Brotini (traversa, rimbalzo sulla linea), e aveva rischiato sul traversone di Atqaoui sul quale Baldassarri aveva mancato la deviazione vincente. La punizione laterale di Matteo Paradiso, che da destra beffa Matteo Buti tradito dalla traiettoria velenosa e dal riflesso del sole, spacca la partita; fino all'intervallo l'Atletico Piombino s'abbassa e rischia su due affondi di Gjoni, che per due volte punta Matteo Buti e per due volte non riesce a superarlo. Il vantaggio resta dunque minimo, e nella prima metà della ripresa l'Atletico Piombino prova a intaccarlo; l'occasione migliore per il pari nasce su una discesa di Lavagnini, che dal fondo serve a rimorchio un pallone splendido calciato a lato da Atqaoui. Non è abbastanza per far male al Fucecchio, che nell'ultima mezz'ora torna ad attaccare e sfiora per due volte la rete del raddoppio: la mancano Piccirilli e Gjoni, nessuno dei quali centra lo specchio spalancato; ma non può essere una ragione sufficiente per lamentarsi. Basta guardare la classifica per ricordarsi perché: in un campionato così indirizzato chiudere l'andata al secondo posto inizia a profumare di successo. Calciatoripiù: Matteo Paradiso e Brotini (Fucecchio).
Guarito del tutto ancora non l'ha, ma nel Firenze Ovest la terapia delle ultime settimane ha chiaramente infuso lo spirito d'Alessandro Rivi: la rimonta sul Bibbiena, che a dodici minuti dalla fine vinceva 0-2 e che viene via da Peretola con un pari amarissimo, ne propone una chiara evidenza. Solo una squadra che non molla mai e che ha voglia di dimostrare al mondo che sbagliava chi l'aveva già bancata tra le delusioni poteva realizzare l'ennesima piccola grande impresa stagionale, e pazienza se stavolta produce soltanto un punto: quando non c'è da recuperare posizioni, ma semplicemente da consolidarle, gli scontri diretti conta non perderli. Con un altro spirito era partito il Bibbiena che, salvo sul tiro di Nuti dalla distanza (pallone a lato di poco), passa poco oltre il quarto d'ora sul traversone di Luca da sinistra: Angileri valuta sempre viva l'azione in prossimità della linea laterale, e dunque convalida la rete di Giorgioni che trova la porta in acrobazia. Una cattiva lettura della difesa del Firenze Ovest favorisce la ripartenza del raddoppio: nessuno tampona l'avanzata né il filtrante di Moncini, sulla cui imbucata Bimbocci supera Ciappelli, di nuovo preferito a Seferi. Sullo 0-2, parziale all'intervallo, il Bibbiena sembra vicino alla vittoria; né lo impressionano le due ripartenze che in avvio di ripresa gestisce male, e che sfruttando la temporanea superiorità numerica avrebbe potuto trasformare nel tris. Uniti al calo fisico dell'ultimo quarto d'ora, gli errori costano carissimi: al 78' Fabbri riapre la contesa con un tiro violento dalla distanza; e sette minuti più tardi Patacca pareggia deviando sul secondo palo il traversone profondo di Giardini. Del 2-2 il Firenze Ovest s'accontenta; meno volentieri lo fa il Bibbiena, che nel recupero costruisce l'occasione per vincere: la neutralizza Ciappelli, opponendosi al tiro di Bonelli a colpo quasi sicuro. Anche se a mezza bocca, Rivi può sorridere: con questo pari salgono a dodici i punti ottenuti sotto la sua guida tecnica; se mantiene la media per tutto il girone di ritorno, le proiezioni si fanno rassicuranti. Calciatoripiù: Patacca (Firenze Ovest), Alessio Gentile, Bimbocci e Giorgioni (Bibbiena).
Media da coppa: in quattro partite Tedeschi ha conquistato otto punti. Anche l'ottavo pesa tantissimo: il Forte dei Marmi se lo prende sul campo del Fratres Perignano, che anche se non vince dal 9 novembre resta comunque una delle squadre più attrezzate della Toscana. L'1-1 nasce per intero nel primo tempo: dopo aver ringraziato Matteo Pucci per le parate sull'altro Pucci, Filippo, e su Hoxha, il Forte dei Marmi passa alla prima vera occasione, creata dall'angolo di Iacomini e concretizzata dal colpo di testa di Lagomarsini. Lo 0-1 però non arriva intatto all'intervallo: al 40' pareggia Venturin, che col destro spedisce in porta il pallone servitogli a rimorchio dalla discesa di Filippo Pucci sulla corsia destra. In chiusura il Forte dei Marmi spreca il contropiede del possibile nuovo vantaggio (solo davanti a Becherini, Carpentieri calcia a lato); e dunque deve accontentarsi di superare il valico sull'1-1. Al riavvio prova subito a romperlo il Fratres Perignano con due iniziative di Filippo Pucci e Zampardi, senza esito; finisce allo stesso modo il secondo contropiede di Carpentieri, che stavolta sull'ultimo tocco s'allunga il pallone e favorisce l'uscita di Becherini. A dieci minuti dalla fine il Forte dei Marmi ci riprova con un traversone rasoterra di Donati (ottimo ingresso) da destra: Bertuccelli manca l'impatto, e il pallone scivola via dopo aver attraversato tutta l'area di porta. Così anche il Fratres Perignano ha modo di costruire l'azione buona per vincere; ma da posizione splendida Filippo Pucci non coglie lo specchio, e dunque non riesce a chiudere con la rete una partita di grande dinamismo. Da qui più dell'1-1 non può venire; e nonostante il vantaggio rimontato al Forte dei Marmi il punto va bene: sale a tre, una partita intera, il divario sulla zona retrocessione. Calciatoripiù: Filippo Pucci (Fratres Perignano), Lagomarsini (Forte dei Marmi).
Per rincorrere la Sestese è tardi; per la coppa sono tutte lì. La Lastrigiana quindi accarezza dolce l'1-2 con cui viene via dal campo del Pontassieve (appello condiviso: il sussidiario non è buono per l'élite), ancora inchiodato al penultimo posto. Avrebbe avuto più chance di lasciarlo se in avvio fosse passato in vantaggio sul lungo lancio di Rosetti per Lapo Bartolozzi, il cui tiro dopo lo stop volante col mancino esce di poco oltre il palo lontano; ma è un episodio circoscritto in un primo tempo complicato. La Lastrigiana infatti viene fuori, sfiora due volte la rete con Fontani (un tocco di troppo nel primo caso; a lato d'un pollice il destro sul lancio di Massaro, stoppato con la coscia sull'indecisione dei centrali) e la trova sugli sviluppi d'un calcio da fermo: in pedana si presenta di nuovo Massaro, che calcia a centro area una punizione da sinistra; sul suo traversone Castiglioni vince il duello aereo con Capanni e premia l'inserimento di Pezzano, che di prima sbatacchia il pallone in porta. Segnato lo 0-1, la Lastrigiana cerca subito di raddoppiare; ma anziché calciare Oliveri, che il triangolo con Baldini aveva liberato davanti a Limentra, cerca un improbabile servizio per Fontani, peraltro in fuorigioco. L'azione dunque sfuma; e sfuma anche quella alimentata dall'ennesima punizione di Massaro, che da sinistra cerca di replicare l'azione della rete: stavolta Castiglioni, allo stacco in zona dischetto, cerca direttamente lo specchio, solo sfiorato. Sull'errata decisione di Rubino, che a protezione dell'incrocio vede una deviazione che non c'è e concede alla Lastrigiana un angolo in eccesso, si chiude il primo tempo; la ripresa s'apre con la rete del raddoppio, favorita da un'indecisione di Bernardini (aveva rilevato Novelli, Marchionni aveva cercato d'aggiustare l'assetto difensivo): cattura il pallone Oliveri, sul cui scarico Pezzano apre per Moccia, letale nel pallonetto col mancino. Per reagire il Pontassieve, che rischia di nuovo su una punizione di Massaro (attento Limentra, traiettoria non angolatissima), ha bisogno d'intaccare l'ultimo quarto d'ora; poi una giocata superlativa di Del Zotto consente a Luzzi di scappare sulla corsia esterna, di liberarsi al tiro con un dribbling doppio e di sfruttare una deviazione per infilare il pallone dalla parte giusta del palo lontano. È l'1-2 che potrebbe rivitalizzare il Pontassieve; ma Lapo Bartolozzi spreca l'occasione per il pari immediato calciando alto il pallone servitogli dalla bandiera. Più pericolosa è la Lastrigiana, che sfiora il doppio vantaggio sia con Fontani (tiro pregevole da sinistra, incrocio sfiorato) sia con Alighieri, l'ex Floriagafir (aveva rilevato Baldini; dentro anche Vignolini per Pezzano, poi anche Cavicchi) che bagna l'esordio con un buono spunto a sinistra chiuso con un traversone teso, non toccato da nessuno. Dunque il Pontassieve resta in partita, e nel finale costruisce l'ultimissima occasione; ma in spaccata Fibbi, subentrato a Buset, manca lo specchio. Da Pontassieve dunque la Lastrigiana viene via con un successo: in trasferta è il secondo consecutivo, sempre col medesimo punteggio. Se alla Guardiana fosse stata più continua la Sestese sarebbe stata meno lontana. Calciatoripiù : le reti coronano la prestazione stratosferica di Pezzano e Moccia (Lastrigiana) in mediana.
Nel calcio moderno anche un quarto d'ora in dieci rischia d'essere una condanna; figurarsi un tempo quasi intero. Pesa dunque triplo la rimonta del San Giuliano, che in dieci per tutta la ripresa (espulso Chelucci per una divergenza di vedute con Bragazzi) riesce comunque a prolungare la striscia positiva (terzo 1-1 in quattro giornate, in mezzo la vittoria pulita sulla Floriagafir), con la quale schizza a +9 sulla zona retrocessione, ammesso che dopo un girone d'andata così ci sia ancora qualcuno che crede possibile vederlo coinvolto nella lotta salvezza. Resta a meno tre la Lampo Meridien, che ha ufficializzato ciò che si sussurrava già da settimane (problemi di lavoro non consentono ad Andrea Innocenti di seguire costantemente la squadra: dunque, non più sostituto, Andrea Taddei si prende stabilmente la panchina) e che era passata avanti alla prima vera occasione: segna Febbe, per la settima volta in stagione, con un tiro secco favorito da una sterzata ai quindici metri. Costretto a una partita diversa da quella che aveva preparato, il San Giuliano si lancia all'attacco; ma per tre volte Lusha s'esalta su Esposito (doppio tentativo) e poi su Tommaso Papini, e consente alla Lampo Meridien di finire in vantaggio il primo tempo. La situazione che si genera sul fischio che ne sancisce la chiusura potrebbe sigillare la partita: Chelucci protesta deciso con Bragazzi (permalosissimo), che ritiene che non ci sia tempo per battere l'ultimo calcio d'angolo; e in risposta si vede esibire il cartellino rosso. Nuti è dunque costretto all'azzardo: per tutta la ripresa il sistema di gioco si trasforma in un 4-2-3, che produce occasioni da rete in sovrannumero. La mira però è infelice: da sinistra Tommaso Papini, che con le proprie accelerate fino al fondo fa arrivare in area un milione di palloni, sfiora il palo lontano; e per due volte Accorsini calcia sopra la traversa. Ad ammorbidire le difficoltà ci pensa la seconda espulsione di giornata, che ristabilisce la parità numerica: Garzi commette un fallo (dubbio: linea tecnica difficilmente decifrabile) che gli costa la seconda ammonizione dopo quella del primo tempo. È l'impulso che consente al San Giuliano di pareggiare: segna Cecchini, la cui volée fa schizzare in porta l'angolo d'Antoni. Se si considera anche il recupero, alla fine della partita manca una decina di minuti: Dessì prova a sfruttarli per completare la rimonta, ma il suo colpo di tacco da mezzo metro fa correre il pallone troppo lento; e recuperando la posizione per tempo Lusha blinda un punto che alla fine alla Lampo non va troppo stretto. Calciatoripiù : le parate di Lusha (Lampo Meridien) ritardano il più possibile il pari del San Giuliano; perché prenda forma è necessario il capolavoro di Cecchini sull'angolo d'Antoni (San Giuliano), che completa con l'assist vincente una partita sontuosa davanti alla difesa.
Così vai via: non scherzare, no. Anche se tra i più giovani non va più tanto di moda, è Baglioni a proporre la sigla dell'ultima d'andata: la cantano le rivali della Sestese, che dopo il successo per 4-0 (due reti per tempo, doppietta Fiorentino) la vedono scappare a una distanza (+10) che rimontare sembra umanamente impossibile; se qualcuno ci riuscirà, sarà bene mandare subito i documenti a Roma per la canonizzazione immediata. Per battere la Floriagafir, che sa che non in queste partite deve raccogliere i punti per salvarsi, non servono miracoli: solo la solita enorme qualità, che inserita in un'architettura perfetta produce reti con una facilità disarmante. Il punteggio si sblocca intorno al quarto d'ora, quando la Sestese decide d'accelerare: preziosissimo sull'affondo di Vilcea, Fiorentino scarica centralmente per Bravi il cui diagonale produce l'1-0. Perché lo scarto raddoppi c'è bisogno d'attendere gli ultimi minuti del primo tempo; tra le due reti la Floriagafir incastra l'occasione migliore, costruita da Pellecchia con un dribbling a rientrare e neutralizzata da Giusti che col piede respinge un tiro insidiosamente angolato. È un episodio che resta circoscritto: senza sudare troppo per fronteggiare le iniziative avversarie, la Sestese raddoppia col destro di Fiorentino, una rarità, sul traversone di Patrignani innescato dal recupero di Bravi ad avviare la transizione. Già all'intervallo dunque è diffusa la sensazione che la partita sia conclusa; a corroborarla ci pensa il mancino di Geri, che a metà ripresa segna il 3-0 calciando nell'angolo basso una punizione da destra. Neppure il ritmo più basso consente alla Floriagafir d'accorciare le distanze: pescato bene dietro la difesa, Serrini manca lo specchio. Resta dunque inviolata la porta della Sestese, che nel finale porta a quattro le reti di scarto: Fiorentino s'avvicina alla doppia cifra (per ora sono nove) capitalizzando il pallone profondo di Scarpelli; lo fa finire in porta dopo un dribbling secco nello stretto, bello come il buio, bello come dio.
In casa in un modo, fuori casa in un altro; e probabilmente per rompere la maledizione non basterà neppure il primo bacio d'amore. Tanto è principesco l'Affrico quando gioca al Lapenta, dove ha sempre vinto, tanto orchesco in trasferta: al Rossetti cade per la terza volta in stagione, piegato dallo Sporting Cecina che bagna nel modo migliore la prima della gestione Tarquini. In settimana infatti s'è concluso il rapporto con Di Tonno: al cambio in panchina la squadra reagisce bene, tanto da vincere 4-2 una partita insidiosissima. Berchielli l'aveva preparata accuratamente, puntando sul doppio centravanti Russo-Guerra e su Andrei in mediana, e confermando Conti e Casati anelli della catena di sinistra. Da un triangolo tra loro, un paio d'azioni dopo la lieve protesta di Hadji per una marcatura rude di Benci in mezzo all'area, nasce la prima occasione dell'incontro: Sozzi la neutralizza in angolo. Una manciata di minuti più tardi Conti rinnova il duello, cambiando tipo d'esecuzione con l'auspicio d'uscire stavolta vittorioso; ma il suo mancino dai venticinque metri, ben scaricato da posizione centrale, esce d'una spanna. Date queste premesse, è dunque inatteso il reset della difesa dell'Affrico sul primo calcio d'angolo che concede allo Sporting Cecina: Benci e Vignozzi perdono i riferimenti, e tra loro scivola Biondi che di testa corregge in rete il traversone di Di Tanto. L'1-0 agisce come una ditata sull'interruttore: l'Affrico si spegne, e fino all'intervallo riesce soltanto a conquistare un calcio d'angolo; è l'unica concessione di Pozzobon a Petrini, innescato a destra dall'apertura d'Andrei. Nell'impianto la tensione resta la stessa anche per tutto il primo quarto della ripresa, nel quale lo Sporting Cecina non rischia niente; anzi, costruisce un'azione pericolosa con un tiro di Hadji che da una quindicina di metri convoca Lami alla parata d'istinto. Rischia d'essere un episodio decisivo: a venti minuti dalla fine Sozzi perde la presa nel tentativo d'abbrancare una punizione di Conti da sinistra; il pallone sbatte sulla traversa, da qui su Rendina; e poi scivola in porta. È l'1-1, che l'Affrico legge come un segno; e lo sarebbe se sul servizio di Termini, che appena entrato vince un contrasto sulla trequarti, Guerra riuscisse a calciare. Invece il pallone sfila, e il segno si rivela un'illusione: sulla ripartenza Di Tanto scappa in profondità, e da una ventina di metri schiocca il mancino in prossimità dell'incrocio; e Lami, che vede il tiro partire tardi, può solo arrendersi. Lo stesso è costretto a fare cento secondi più tardi sul tiro di Tei, che col destro trova la porta dopo aver alimentato il lancio di Castelli con un dribbling su Bartalini: a dieci minuti dalla fine lo Sporting Cecina passa a condurre di due reti. Disperato per il 3-1 e per le notizie che arrivano dagli altri campi (vince il Fucecchio, vince la Lastrigiana, vince il Maliseti), l'Affrico si riversa all'attacco; e all'89' accorcia con Bartoletti, che dalla distanza trova una deviazione vincente, l'incrocio e la seconda rete stagionale. Sembra l'avvio dell'assalto; e invece al 92' l'Affrico si fa trovare scoperto sullo sfondamento di Nigiotti, che da destra serve a Londi un pallone delizioso convertito nel 4-2 con un tocco di prima. Tarquini esulta: in pochi hanno esordio attaccando sul tableau uno scalpo così prestigioso. Calciatoripiù : nel primo tempo Andrei aveva ben figurato nel ruolo di mediano che Berchielli gli ha cucito addosso, col compito di raccordare i due centravanti e la difesa ben guidata da Shehade (Affrico); tutto crolla nel momento in cui Di Tanto s'inventa la rete del 2-1: rimontarla è difficile, considerato il trattamento cui Pozzobon (Sporting Cecina) sottopone chiunque s'avventuri nella sua zona.