C'è poco da fare, in questo giochino i centravanti contano. Nella ripresa, per cancellare un primo tempo bruttarello (eufemismo, eufemismissimo), Berchielli decide di raddoppiarli: fuori Termini, ben controllato dal San Giuliano, e dentro Guerra, che s'affianca a Morelli. La mossa paga tantissimo: tre reti in due, e partita vinta. In trasferta era accaduto una volta soltanto, il 19 ottobre a Maliseti; ed è la ragione principale per cui il divario dalla Sestese s'è così dilatato. Al momento pensare di riprenderla è utopia, fondamentale continuare a fare punti. Al Bui ne arrivano tre, ma per tutto il primo tempo s'è avuta la sensazione che avrebbero potuto essere zero: nonostante le sette assenze (pesano soprattutto quelle a centrocampo: fuori Dessì, Chelucci e Marco Mariani; dunque Nuti deve adattare Tararà da mezzala) il San Giuliano parte forte; e tamponate le prime accelerazioni di Termini comincia a costruire azioni d'attacco. È soprattutto a destra, dove Bartalini non riesce a fare filtro, che l'Affrico soffre; e da lì che nascono le occasioni migliori, non finalizzate né da Tommaso Papini (due: una a lato d'una spanna; una spenta da Guarducci in ripiegamento disperato), né da Accorsini murato a colpo sicuro, né da Buzzanca sul quale Conti si rende protagonista d'una diagonale sontuosa (35'). D'una cosa sola Berchielli può essere contento all'intervallo, del punteggio; anche se per ora lo premia, dello 0-0 però non può accontentarsi: decide dunque di rinforzare il centrocampo con Bartoletti (fuori Andrei) e soprattutto d'appesantire l'attacco inserendo Guerra; ne viene fuori un 4-4-2 solidissimo, che consente all'Affrico di prendere metri, e costringe il San Giuliano ad arretrare. La partita è cambiata, se n'ha un assaggio già dopo una manciata di minuti sull'accelerazione di Casati, che ritrova la corsia mancina dopo esser stato dirottato a destra per metà primo tempo: sul suo traversone teso irrompe Guerra, contenuto dal riflesso di Ruglioni. È la prova generale del vantaggio, costruita sullo stesso asse dopo una leggerezza del San Giuliano in impostazione: traversone, controllo, girata, rete. Per consolidare il successo ora Berchielli interviene sulla destra: dentro Giannoni per Bartalini, dentro Tellini. Davanti ora gira tutto benissimo, cancellate le difficoltà del primo tempo: incide soprattutto Guerra, che dalla distanza colpisce un palo e che a venti minuti dalla fine gioca da pivot nell'azione del raddoppio; ne approfitta Morelli, che si porta avanti il pallone col tacco e con la punta esterna lo spedisce sul secondo palo. Prostrato dal doppio svantaggio dopo un primo tempo dominato, il San Giuliano s'arrende e subisce anche la terza rete: segna di nuovo Guerra, che da trenta metri capitalizza la verticalizzazione di Giannoni schioccando il pallone sotto la traversa. È la firma in calce a una delle affermazioni più ovvie in assoluto: c'è poco da fare, in questo giochino i centravanti contano. Calciatoripiù : dietro Guarducci non fa rimpiangere Vignozzi, assente forzato; davanti Guerra (doppietta, un palo in allegato) spacca la partita entrando dalla panchina.
In Casentino circola una petizione per abolire i minuti di recupero. Se le partite finissero al 90', il Bibbiena avrebbe sei punti in più: due col Forte dei Marmi; due con la Floriagafir; e due con lo Sporting Cecina: solo al 91' infatti Pozzobon segna il 2-2 che consente a Tarquini di restare imbattuto dopo il successo all'esordio con l'Affrico. È l'epilogo d'una partita che aveva avuto un prologo inatteso: bravo su Bimbocci lanciato a rete in avvio, Sozzi non lo è altrettanto su un retropassaggio volontario che raccoglie con le mani; Bertilone è obbligato a concedere al Bibbiena una punizione indiretta, che Zavagli sfrutta il tocco di Moncini per convertire nel vantaggio (11'). Costretto a ripensare l'approccio alla partita, lo Sporting Cecina accelera i tempi dell'attacco: ne nascono quasi subito un tiro di Hadji, a lato (Rendina ad avviare l'azione), e il diagonale vincente di Tei sugli sviluppi d'una punizione centrale battuta rapidamente da Biondi; in entrambi i casi i due cavi li tiene in mano Londi con due traversoni rasoterra dal fondo. È lui l'uomo più in forma della seconda metà della ripresa: suoi altri tre sfondamenti sulla destra, il più pericoloso dei quali si completa col tiro di Foti a lato d'un pollice scarso. Date queste premesse, cui s'aggiunge un'occasione gigantesca per lo stesso Londi in avvio di ripresa (Tei lo libera in campo aperto, tagliando in due la difesa avversaria colta di sorpresa su un angolo a favore: a lato il pallonetto su Santini), la rimonta sembra matura; a passare di nuovo è invece il Bibbiena, che per segnare l'1-2 sfrutta una rimessa laterale di Luca: la raccoglie Bimbocci, cui il dribbling consente di servire un pallone favoloso sopra la linea della difesa; sfilato alle spalle di tutti, Giorgioni non trova difficoltà nel superare Sozzi con un lob delicato e feroce. Allo Sporting Cecina tocca di nuovo rincorrere; fino al 91' però la sua pressione sempre più marcata produce solo qualche calcio d'angolo, su uno dei quali Hadji stacca bene ma manda a lato. Per pareggiare serve dunque la giocata del campione: se ne incarica Pozzobon, che sfonda in percussione a sinistra e con un diagonale secchissimo spedisce il pallone sul palo lontano. Lo Sporting Cecina esulta come se avesse vinto; e nonostante la rimonta subita quando fa più male al Bibbiena il pari va bene: in un campo difficile come il Rossetti ha tutt'altro che sfigurato. Calciatoripiù: Tei, Nigiotti (Sporting Cecina), Santini, Vignali, Zavagli e Luca (Bibbiena).
S'era messa male, malissimo, con lo svantaggio dopo quaranta secondi sull'angolo di Atqaoui mal calcolato da Ceccuti; ma nonostante la sfortuna che in avvio rischia di congelarla la Floriagafir rimonta l'Atletico Piombino, gli nega la prima vittoria stagionale e vincendo 1-3 fa salire a otto i punti di scarto sull'Arezzo Academy terzultimo: a fine campionato manca ancora un paio di vite, ma poter attaccare all'albero una classifica così serena è il regalo migliore per una squadra che per la prima volta passa il Natale nell'élite. Non che ormai neppure s'intraveda la sua gioventù: la reazione allo svantaggio è tipica della maturità; il più ispirato è Serrini, che con un lancio sublime manda in porta Pellecchia (pallone a lato) e che col lob sull'uscita di Matteo Buti, nel frattempo strepitoso sulla deviazione di Matteuzzi a correggere un tiro di Giannone, manca lo specchio d'una spanna. Dunque è solo per caso se la Floriagafir finisce il primo tempo in svantaggio; per caso e perché Mascelloni (decisione contestata, contestabile) rileva un fuorigioco dubbio, e annulla la rete di Manetti, che di testa aveva anticipato Matteo Buti sulla punizione laterale di Tommaso Meini. L'intervallo è una cesura solo formale: al riavvio l'inerzia della partita non cambia; solo che ora la Floriagafir inizia a concretizzare. Soprattutto incide l'ingresso d'Ermini Polacci, che Bertuccio inserisce nel tentativo d'aumentare il peso offensivo e che prima offre al destro di Cristian Paoli, altro neoentrato, il pallone dell'1-1; poi anticipa Matteo Buti sul servizio di Soldini, e segna l'1-2. Della ripresa s'è giocato solo un quarto d'ora, e dunque alla fine manca mezz'ora esatta; ma, di nuovo in svantaggio come troppo spesso sta capitando in una stagione maledetta, l'Atletico Piombino molla: dunque la Floriagafir non rischia più, e nel finale allunga con la prima rete stagionale di Labiad, che col destro capitalizza lo sprint di Birindelli sulla corsia mancina. Ci sono modi peggiori per passare il Natale, basta chiedere a chi dopo sedici partite ha conquistato due punti soltanto e inevitabilmente comincia a ragionare sulle prospettive future dopo la retrocessione. Calciatorepiù : assist e rete nel giro d'un quarto d'ora, l'ingresso d'Ermini Polacci (Floria) spacca la partita.
Pronostico scontato un corno. Per far capire quante fossero le difficoltà alla vigilia basti dire che Guasti ha dovuto abiurare la difesa a quattro (altro che marchio dell'artefice: ci ha vinto uno scudetto) per mancanza d'interpreti: solo tre i difensori arruolabili, Fenza (sblocca il punteggio al quarto d'ora, prima rete in campionato: dopo la stagione stratosferica negli Allievi, per adattarsi ai ritmi altissimi degli Juniores élite ha avuto bisogno di meno d'un girone), De Pascalis e Bonaiuti. La formazione che batte 3-0 il Forte dei Marmi, costringendo Tedeschi alla prima sconfitta dopo due vittorie e due pareggi, è dunque un inedito totale: Baldini e Oliveri giocano esterni del 3-5-2, ai lati di Pezzano, Moccia e Vignolini, di supporto all'attacco leggero costruito su Fontani e su Canale. È proprio lui a creare la prima occasione dell'incontro, portandosi avanti il pallone con la fronte e calciando verso la porta dalla trequarti destra: solo la traversa e il rimbalzo al di qua della linea di porta (anche senza goal line technology Sansossio Varnagallo valuta bene) gli negano la rete del vantaggio. L'episodio rischia di pesare, perché il Forte dei Marmi prova a presentare immediatamente il conto: lo salda Glielmi, che con un riflesso superlativo neutralizza il tiro di Lagomarsini servito in pedana dal traversone rasoterra di Donati. Il brivido invita la Lastrigiana ad accelerare; e l'accelerazione produce il vantaggio: sulla trequarti sinistra Canale conquista una punizione invitantissima, che Oliveri calcia a centro area e che alla fine della traiettoria si trasforma nell'1-0. A correggerla nello specchio è la testa di Fenza, che però in caduta picchia il ginocchio a terra tanto forte da pensare di chiedere il cambio; la risposta gliela dà l'elenco dei nomi in panchina: a disposizione Guasti non ha difensori, e adattare qualcun altro in una formazione già così rabberciata rischia d'essere fatale. Fenza dunque resta sul terreno di gioco, e tanta è la grinta che del dolore nessuno del pubblico s'avvede. Non se n'avvede neppure il Forte dei Marmi, in svantaggio di due reti poco prima della mezz'ora: segna Fontani, che vede Matteo Pucci fuori dai pali e sul tocco di petto di Canale decide di calciare in corsa dalla trequarti; ne viene fuori una traiettoria a scendere, letale anche se non angolatissima. Sul 2-0 la Lastrigiana ora gioca sciolta, e continua a produrre occasioni: non le sfrutta Baldini (ma perdonarlo è d'obbligo: partita sublime prima da esterno, e nella ripresa da terzino destro), che prima calcia sull'esterno della rete; e poi sbatte su Matteo Pucci. La respinta non è granché, e dunque facilmente calamitata da Canale che accompagna il pallone in rete: tra mille dubbi e diecimila proteste Sansossio Varnagallo annulla. Il 3-0 è solo rimandato, di nuovo Canale protagonista: stavolta alimenta il triangolo che Fontani avvia con una spizzata di testa, e che poi chiude in porta capitalizzando il traversone dal fondo. Lo scarto è ampio, ma neppure adesso la Lastrigiana può stare tranquilla: in avvio di ripresa infatti Sansossio Varnagallo fraintende la direzione d'una definizione creativa uscita dalla bocca di Pezzano, e sentendosene il destinatario lo espelle. Oltre che le assenze (s'aggiunge quella di Fenza, che s'arrende), ora Guasti deve fronteggiare anche l'inferiorità numerica: passa dunque a un 4-3-2 con Baldini terzino destro, e Moccia terzino sinistro. La mossa funziona: senza vergognarsi di difendersi in area, la Lastrigiana non rischia niente; anzi, nel finale Martini (aveva rilevato Canale; dentro anche Marcus Mari per Vignolini) potrebbe allungare, ma si vede neutralizzare la ripartenza dalla difesa. Non che possa essere un problema: in queste condizioni era sufficiente vincere; vincere così, ampiamente e rischiando pochissimo, è poco meno d'un capolavoro. Calciatoripiù : spettacolare l'interpretazione offerta da Baldini , stratosfericamente duttile; lo stesso può dirsi di Canale (due assist per Fontani ) e Oliveri (Lastrigiana), efficacissimo nell'insolita posizione d'esterno mancino a tutta fascia.
È regola nota: nel calcio ci sono le tendenze. Dunque non sorprende lo 0-3 che il Fucecchio, in serie positiva da cinque turni (tredici i punti ottenuti, quattro le vittorie consecutive), rifila al Pontassieve, tra le assenze (mancano Balli, Del Zotto, Buset e Niccoli) e una classifica pessima invischiato nel momento più complicato degli ultimi anni. Lo 0-3 finale prende forma già in avvio, alla seconda occasione da rete dopo quella cestinata da Shllaku (pallone alto, posizione ottima): segna Piccirilli, che per battere Limentra sfrutta un traversone da sinistra e un rimpallo su Mattia Mengozzi. Davanti al Pontassieve si spalanca dunque il baratro, che alla fine del primo tempo si fa ancora più ripido e profondo: nonostante le proteste doppie (gli si contesta anche il mancato fischio per un possibile fuorigioco sulla verticalizzazione di Piccirilli, che aveva recuperato il pallone sulla trequarti) Banfi considera fallosa l'uscita di Limentra su Gjoni, e la punisce col rigore; il replay del duello produce lo 0-2. Solo a questo punto il Pontassieve crea le uniche due occasioni di tutta la partita; ma Lapo Bartolozzi prima calcia alto dal limite dell'area, dove lo aveva portato un'accelerazione dalla trequarti; poi sbatte sulla parata di Gabriele Gori, graziato da Luzzi che sulla respinta manca lo specchio. Non riaprono la partita neppure i ritocchi tattici che Marchionni apporta nell'intervallo, aumentando la pressione sul portatore di palla e costringendo il Fucecchio ad abbassarsi: solo in un'occasione Capanni conquista il fondo e scarica il pallone a centro area, dove però nessuno taglia per la deviazione vincente. Più pericoloso è il Fucecchio con la volée di Piccirilli, alta di poco; lo aveva servito Gjoni, che a una decina di minuti dalla fine trova la doppietta sul lancio profondo di Mazzoni: nel duello fisico non lo regge Mattia Mengozzi, né di nuovo lo tampona l'uscita di Limentra. Lo 0-3 fa crollare anche le ultime certezze del Pontassieve, che si sfilaccia e nel finale concede a Cei un'occasione non sfruttata per l'opposizione di Limentra. A Giorgetti va bene lo stesso: per quanto ampio, il divario dalla Sestese resta immutato; e solido il secondo posto in condominio con l'Affrico. Calciatoripiù: Gjoni, Shllaku (Fucecchio).
Pigliamoci il punto, va'. Né il Firenze Ovest né la Lampo Meridien possono dirsi pienamente soddisfatti del 4-4 con cui va in archivio il 2024: tra rimonte e controrimonte, entrambe hanno avuto la chance di vincere. Di positivo resta il colpettino dato alla classifica: di questi tempi non è poco. La partita s'accende subito, tempo due minuti e la Lampo Meridien si porta in vantaggio: Ciappelli, che sbaglia il rinvio e prova a riscattarsi sul gran tiro di Pardini innescato dal filtrante di Deja, deve arrendersi alla ribattuta di Febbe, che a porta vuota non deve far altro che appoggiare il pallone in rete. Il Firenze Ovest prova subito a reagire, guadagna una punizione sulla trequarti avversaria e la calcia direttamente in area: nonostante la doppia marcatura Gjika riesce a impattare il pallone, che però finisce sopra la traversa. È il prologo del pareggio: Nuti recupera il pallone all'altezza del centrocampo, e verticalizza immediatamente per Berti, che ingaggia il duello col diretto avversario, si sposta il pallone sul destro, e insacca con una gran conclusione a incrociare. Dopo l'assist vincente, Nuti va subito vicino anche alle rete del vantaggio: sul fallo laterale che Baraoumi batte direttamente in area calcia in anticipo col mancino di controbalzo sfiorando il secondo palo. Alla fine dell'azione successiva il Firenze Ovest paga carissimo un altro errore in fase di costruzione, e si ritrova nuovamente sotto: Baraoumi sbaglia completamente un passaggio e regala il pallone a Febbe, che punta l'area avversaria e una volta varcato il limite lascia partire una bordata all'angolo. Al quarto d'ora è 1-2. Nel frangente successivo il Firenze Ovest non trova gli spazi per superare la difesa avversaria, e allora s'affida ai tiri da fuori. Ci prova di nuovo Nuti, che recuperato il pallone sulla trequarti avanza un paio di metri, e di collo pieno cerca il primo palo: Lusha non si lascia sorprendere, vola, e si rifugia in angolo (26'). Ancora più clamorosa è l'occasione fallita alla mezz'ora: sugli sviluppi di un calcio di punizione conquistato in zona corner e battuto rasoterra sul primo palo, Ermini tocca quanto basta per superare Lusha; la difesa salva sulla linea ma non allontana; Baraoumi si precipita per calciare nella porta rimasta incustodita, ma da distanza ravvicinata alza clamorosamente la traiettoria. Per il pari occorre dunque attendere i minuti finali e il rigore (dubbio) concesso da La Rosa: dal dischetto Nuti calcia alla destra di Lusha, che indovina l'angolo senza però riuscire a neutralizzare. Si va dunque alla pausa sul 2-2. La ripresa s'apre col terzo vantaggio della Lampo Meridien: premiato da un calcio d'angolo battuto a mezza altezza al limite dell'area, Deja si coordina alla perfezione e al volo segna il 2-3. Nel giro di diciotto minuti anche il Firenze Ovest segna sugli sviluppi di un calcio d'angolo, battuto sul secondo palo dal neoentrato Amasna: Baraoumi riesce a calciare di controbalzo, e stavolta a spedire il pallone sotto la traversa. La partita torna ad accendersi. Febbe prova a riportare avanti la Lampo Meridien con una punizione velenosa: Ciappelli la respinge in malo modo, ma s'esalta con un riflesso straordinario sulla ribattuta di Pardini a colpo sicuro. Sul proseguimento dell'azione il Firenze Ovest conquista un calcio d'angolo, e sull'angolo passa per la prima volta in vantaggio: batte di nuovo Amasna, lungo sul secondo palo dove Baraoumi svetta più in alto di tutti e di testa sigla la doppietta (68'). L'agonismo sale, le occasioni spariscono; e solo a un minuto dal 90' la Lampo Meridien riesce a pareggiare. È identica la moneta con cui ripaga l'Ovest, un calcio d'angolo battuto forte e teso all'interno dell'area di porta: capitan Dianda impatta di testa e devia il pallone all'angolo. Neppure sul 4-4 la partita è finita, all'ultima azione il Firenze Ovest sfiora il gol da tre punti: innescato da un pallone lungo a scavalcare la difesa, Berti vince il duello fisico e calcia forte sul secondo palo, solo sfiorato. Resta il rammarico, resta un punto a testa. Calciatoripiù: Baraoumi, Ermini (Firenze Ovest), Febbe, Pardini (Lampo Meridien).
Restituito il primo pizzicotto. Nel girone d'andata il Fratres Perignano aveva perso tutti gli scontri diretti: aveva cominciato all'esordio a Maliseti, dove uscì sconfitto 1-0 dalla rete di Arcioni. Il ritorno gli favorisce subito la prima vendetta: dopo un primo tempo tiratissimo chiuso 0-0, all'alba della ripresa decide Hoxha. Avrebbe potuto segnare prima, già in avvio (pallone a lato) e soprattutto nel tempo di recupero: non angolatissimo, il suo tiro sbatte su Naselli. Nel mezzo il Maliseti aveva costruito un'occasione soltanto, ma pericolosissima: scappato sulla destra, da posizione defilata Guizzaro aveva scheggiato la parte alta della traversa. Al terzo tentativo, guadato l'intervallo, la mira di Hoxha è più bassa d'una mezza dozzina di centimetri: tanto basta per superare Naselli, che non s'aspettava il tiro al volo dalla trequarti e che si vede scavalcare da un pallone ben calciato ma non angolatissimo. Per evitare la sconfitta il Maliseti ha a disposizione tutta la ripresa; ma le speranze s'affievoliscono via via che si ricorda d'avere a che fare con uno dei portieri migliori della categoria: Becherini salva sia su Guizzaro, che dal limite dell'area aveva cercato la porta col mancino, sia su Dardha, cui sulla ribattuta concede solo un calcio d'angolo, sia su Niccolai al tiro in mischia di lì a poco. Neppure il nuovo assetto chiamato da Di Vivona, che inserendo Arcioni passa a un offensivissimo 4-2-4, genera gli effetti desiderati; anzi, a sfiorare la rete è di nuovo il Fratres Perignano, che in campo aperto può condurre un paio di ripartenze non concretizzate né da Ferretti (traversa) né da Ferrari: lo ostacola Naselli, che sugli ultimi calci d'angolo concessi da Frati sale all'attacco per provare a sparigliare le marcature con una superiorità numerica inattesa; ma non è abbastanza, dopo quarantadue giorni il Fratres Perignano torna al successo. Ne aveva bisogno: per qualificarsi in coppa non si può non vincere neppure uno scontro diretto. Calciatorepiù : in mezzo alla difesa Rofi , all'esordio con la nuova maglia dopo la fine dell'esperienza a Cecina dove è stato a lungo uno dei protagonisti, blinda la rete favolosa con cui Hoxha (Fratres Perignano) inaugura la ripresa.
È quasi tempo di conto alla rovescia. Dopo aver scollinato, la Sestese può iniziare a calcolare i chilometri che le mancano all'arrivo: non per dosare le energie, che non è cosa; ma per mantenere alta la concentrazione, che con un vantaggio così ampio potrebbe calare su ogni rettilineo. Forse in un'improvvisa défaillance sperava l'Arezzo Academy, che ha un bisogno sovrumano di punti per scappare dalla zona retrocessione; ma contro una squadra così perfetta le speranze si disgregano subito. Hanno più d'un fondamento le proteste di Magnanensi, alla fine molto polemico con la direzione di Nannucci; ma sarebbe ingeneroso ridurre all'arbitraggio e agli episodi il successo della Sestese, per la quale parlano chiaro posizione in classifica e vantaggio sulle inseguitrici. La partita (1-3 il finale, Lachi accorcia solo nel recupero) assume una forma decisa già nel primo tempo, battezzato innanzitutto dalla settima rete stagionale di Bravi: la deviazione di Marmorini fa assumere al suo tiro un effetto inatteso, e costringe Regini a raccogliere il pallone quando ormai s'è trasformato nello 0-1. Lo scarto raddoppia in una manciata di minuti: troppo ferma la difesa sulla punizione di Cosimo Gori respinta dal palo; per Cremonini è facile chiudere l'azione con la rete del raddoppio. Un paio d'episodi che fanno sbraitare l'Arezzo Academy mandano la partita in archivio anzitempo: Nannucci non considera fallosi due contatti su due calci d'angolo, né quello su Fruchi marcato strettissimo per impedirgli di staccare e battere a rete, né nell'altra area quello che sul traversone di Gaffarelli consente a Cosimo Gori di sovrastare Regini e segnare lo 0-3. Dunque all'intervallo la partita è già decisa, né può facilitare la rimonta l'infortunio di Rovetini, cui Magnanensi è costretto a rinunciare per tutta la ripresa; piccola consolazione, il suo sostituito non lo fa rimpiangere in marcatura su Fiorentino, lasciato a secco: è Tozzi, uno dei tre 2008 (gli altri sono Arcangioli e Banelli) inseriti nella ripresa. Nonostante le difficoltà resta comunque apprezzabile lo spirito con cui l'Arezzo Academy affronta la seconda metà della partita, segno che la salvezza è ancora raggiungibilissima: sono segnali positivi sia le occasioni capitate a Bacis e Mattia Paradiso (stratosferico Fantini) sia la rete di Lachi, che al 93' fissa il punteggio sull'1-3 finale staccando di testa sull'angolo d'Arcangioli. Sono segnali positivi, ma non bastano a evitare la sconfitta: la Sestese vince la tredicesima partita su sedici. Alla fine ne mancano quattordici.