Ci si può rassegnare senza arrendersi. Anche se la retrocessione è ormai scontata, a tutte le avversarie l'Atletico Piombino ricorda che la trasferta alla Magona d'Italia non è impegnativa soltanto per la distanza: ne prende atto lo Sporting Cecina, che ha bisogno della ripresa e della doppietta di Tei per vincere 0-2 e mangiare due punti al Perignano nella battaglia per l'ultimo posto in coppa. Si sarebbe molto complicata se nel primo quarto d'ora Salvadori non avesse cestinato due occasioni nitide, favorite dal traversone di Lavagnini da sinistra (niente impatto sul pallone) e poi da un rilancio profondo, sul quale anziché affondare calcia alto di controbalzo dal limite dell'area. Sorpreso dalla grande aggressività del Piombino, il Cecina impiega più di mezz'ora per rendersi pericoloso; poi s'accende con un diagonale di Hadji, che s'infila a destra calamitando un rinvio sbagliato e scarica il pallone poco oltre il secondo palo. È la leva che ribalta la partita, interrotta solo formalmente dall'intervallo: il punteggio si sblocca sul tiro di Tei, che dal limite dell'area imbulletta il pallone sotto l'incrocio (51'). Passato in vantaggio, lo Sporting Cecina rischia subito di farsi raggiungere: esce di pochissimo la volée di Dini, classe 2008, che con l'esterno destro scarica verso la porta il pallone servitogli da un cross sporco da sinistra. Sembra l'avvio della riscossa, è soltanto un'illusione: recuperato il pallone a Piazzesi che aveva azzardato il dribbling sulla trequarti difensiva, da fuori Tei trova la doppietta con un rasoterra deviato che Renucci legge malissimo. Solo nel recupero il Piombino, che aveva rischiato due volte sul mancino di Hadji (un tiro sul fondo, una parata), crea l'occasione per accorciare; ma Baldassarri, servito sul fronte destro dell'area di rigore, calcia fuori. Non può essere abbastanza per far male allo Sporting Cecina, che ipotecata la questione salvezza (mai è stata in discussione; ma per una neopromossa è l'obiettivo principe) porta a due il numero di vittorie esterne di fila; e ora sogna il quinto posto. Calciatoripiù: Tei, Ciampi (Sporting Cecina).
E adesso sono diciassette. La Sestese incrementa ancora il vantaggio sulla seconda, l'Affrico, con una vittoria di corto muso nello scontro diretto. A sette giornate dalla conclusione la matematica ci dice che alla capolista bastano cinque punti per rendersi irraggiungibili dalla più diretta inseguitrice, nella fantascientifica ipotesi che questa vinca tutte le partite restanti. L'interrogativo non riguarda quindi, cosa ormai scontata da settimane, chi vincerà il campionato; ma solo tra quante giornate. Qualche settimana fa ho formulato un pronostico, affidandolo alla redazione: a suo tempo scopriremo se avevo visto giusto. Diciannove vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta nella gara d'andata all'Affrico, maturata nei minuti di recupero dopo tante occasioni, testimoniano una superiorità schiacciante della Sestese. La vittoria contro l'Affrico, fortemente cercata per rifarsi della sconfitta dell'andata, è arrivata allo scadere; ed è scaturita da un episodio occasionale, quello che ha visto Lami farsi sfuggire il pallone dalle mani per apparecchiarlo, al limite dell'area di porta, per il comodo tap-in di Patrignani. Il tutto a un minuto dal 90': fin lì la Sestese aveva costruito un maggior numero di occasioni da rete, ma non era riuscita a concretizzare. Il pareggio sembrava ormai scritto e non avrebbe fatto gridare allo scandalo, perché l'Affrico aveva tenuto testa agli avversari accettando la sfida a viso aperto e mostrandosi compagine ben disposta in campo. La partita non ha deluso le aspettative e ha appassionato il numeroso pubblico presente, anche se non ha toccato livelli elevati sul piano tecnico. La prima nota di cronaca si registra al 9': Bravi pesca bene Fiorentino che però, contrastato da un difensore, non trova, seppur di poco, lo specchio della porta. All'11', sugli sviluppi del primo corner (alla fine il conteggio sarà sei a uno), Geri manca ampiamente il bersaglio. Al quarto d'ora la Sestese rischia grosso: Tellini anticipa di testa un avversario sulla trequarti sinistra e s'invola verso la porta avversaria; Giusti è bravissimo a neutralizzare con i piedi la conclusione rasoterra da dentro l'area di rigore. La Sestese si riaccende al 21', ma il passaggio di Bravi dal fondo non è intercettato da nessuno in area. La Sestese continua a fare gioco, ma non è precisa al momento dell'ultimo passaggio; in particolare con Bravi, a tratti meno lucido del solito. Il tempo si chiude con un tiro da fuori area di Gaffarelli, troppo centrale per impensierire Lami. La ripresa, a schieramenti invariati, si apre con l'Affrico in proiezione offensiva. Al 49' la Sestese perde palla nella propria trequarti destra e Termini penetra in area affiancato da Mernacaj: i due finiscono a terra, sgomitando entrambi; ma Corti, con ampi gesti, invita a proseguire il gioco senza prendere provvedimenti. Molte le proteste in campo e sugli spalti: i sostenitori dell'Affrico a lungo manifestano il proprio dissenso sull'operato dell'arbitro. La Sestese torna a riprendere il comando delle operazioni; e Fiorentino, su un'incertezza difensiva, anticipa anche ilportiere, ma viene chiuso dal ritorno di un avversario prima di poter calciare verso la porta sguarnita (61'). Passano cento secondi e la Sestese ci riprova con un bel suggerimento di Cremonini a Vannini, che calcia però alto dal limite dell'area. A metà frazione Alessandro Rossi toglie Bravi e inserisce Patrignani, che subito si fa trovare pronto a raccogliere un suggerimento di Fiorentino: il tiro sorvola la traversa. Ancora Patrignani, sempre pericoloso nell'uno contro uno, manda alto su cross di Zei. La gara si spenge piano piano nel finale, e il punteggio rimane ancorato in parità. Ma su un'ulteriore puntata in avanti della Sestese, quando l'azione sembra ormai esaurita, Lami si lascia sfuggire il pallone dalle mani: per Patrignani, in agguato, è gioco facile spingerlo in rete. Non accade più niente nei sei minuti di recupero concessi da Corti che ha ben diretto. Sabato una Sestese con il morale alle stelle andrà ad affrontare in trasferta la Lastrigiana, campione d'Italia in carica ma quest'anno mai entrata davvero nella lotta per il titolo regionale. Si guarderà anche al risultato dell'Affrico impegnato in casa con la Lampo Meridien. Arriverà la prossima settimana la scritta «fine» nella corsa al titolo? Calciatoripiù : sul piano delle prestazioni, nella giornata nella quale alcuni tenori in casa Sestese hanno fatto qualche stecca di troppo, ha retto bene il pacchetto difensivo con un ottimo Chelli , implacabile quanto elegante nelle chiusure, e un Mernacaj in costante crescita, e già lanciato in prima squadra nella vittoriosa trasferta di Coppa a Gambettola. Continuano le reti pesanti per Patrignani : spesso da subentrato, ha già segnato dodici volte. Nell'Affrico si sono fatti notare soprattutto il difensore esterno Guarducci , il centrocampista Bartoletti e Tellini , soprattutto quando ha assunto stabilmente una posizione più avanzata.
Per una diagnosi efficace ci vorrebbe il dottor House. Non è semplice capire come sta il Maliseti: è vero che non vince dal 4 di gennaio, e che lo 0-0 col Bibbiena prolunga una striscia triste di cinque pareggi e una sconfitta; ma occasioni da rete riesce a crearle, e la battaglia per la qualificazione in coppa resta apertissima. Manca, e non è una novità, qualcuno che segni quando non segna Dardha: come Guizzaro, Graziano evidenzia qualità notevoli, ma non è marchiato dall'istinto del bomber; se n'accorge Santini, cui in avvio è sufficiente coprire il primo palo per opporsi alle conclusioni scagliate prima da sinistra e poi da destra. È più complessa giusto d'una tacca la parata da sfoderare sulla prima incursione di Dardha: per trentacinque minuti il Maliseti dà l'idea d'arrivare bene nell'area avversaria, e poi d'emozionarsi nel momento in cui deve cercare la porta. La sensazione si consolida in chiusura di primo tempo, sulla chance migliore per il vantaggio: stavolta Dardha anziché centralmente affonda a destra, attira su di sé Jallow e Zavagli e scarica il pallone per Graziano, che con un dribbling si spalanca lo specchio e da quattro metri lo manca calciando alto. È l'occasione su cui si chiude il primo tempo, seguito da una ripresa simile per inerzia ma più aggrovigliata nello sviluppo: ora sono meno limpide le azioni del Maliseti, ben ingabbiato dalla difesa avversaria e vittima della frenesia che lo spinge ad accelerare la giocata quando ci sarebbe bisogno solo di ragionare. È inevitabile che il numero complessivo delle occasioni da rete salga solo di due: non le sfruttano né Guizzaro, che da destra scheggia il primo palo comunque ben coperto da Santini, né Dardha che dall'altro versante arma il mancino alto di poco. Dunque il Bibbiena si salva senza troppo rischiare, e a cinque minuti dalla fine sfiora la rete che verosimilmente avrebbe prodotto il secondo successo esterno in stagione (per ritrovare il primo bisogna tornare indietro di quattro mesi: era il 12 ottobre, 0-1 a Fucecchio): solo per due spanne l'acrobazia di Giorgioni, che in rovesciata cerca la doppia cifra, non si prende la copertina. Se il pallone avesse centrato lo specchio si sarebbe trasformato nel vantaggio: preso in controtempo, Naselli era rimasto fermo. Sarebbe stato un successo prezioso per il Bibbiena, che in attesa che il Firenze Ovest recuperi la partita di Piombino vede lo scarto sulla terzultima ridursi da sette a sei punti: lo si può comunque definire rassicurante senza bisogno d'una diagnosi differenziale. Calciatoripiù : anche se non è costretto a parate impossibili, Santini dà sicurezza a una difesa che vede in Jallow (Bibbiena) il fulcro delle sicurezze; prova a scalfirle Graziano (Maliseti), il migliore nonostante la poca concretezza.
Orribile, orribilissimo. Non esiste un eufemismo per definire il momento della Lampo Meridien, che perde la quinta partita di fila e finisce per essere risucchiata ai margini della zona retrocessione; il calendario ora le impone un'impresa, un risultato positivo al Lapenta dove finora l'Affrico ha sempre vinto. È opposto l'umore del Forte dei Marmi, che con lo 0-2 vede vicinissimo l'obiettivo stagionale; gran parte del merito è di Tedeschi, che ha raccolto una squadra penultima e in dodici partite ha ottenuto ventidue punti: meglio hanno fatto solo la Sestese extraterrestre (trentadue) e il Fucecchio (ventiquattro). Non c'è niente di casuale in una progressione di questo tipo, come non c'è nelle occasioni che si registrano già in avvio: Iacomini sfiora la porta con due tagli profondi, la punizione di Darzeza sbatte sul palo. Il tentativo buono è il quarto, quello che sugli sviluppi d'una rimessa laterale di Simonini porta Casani a sfruttare la spizzata di Deda: girata al volo e pallone sotto l'incrocio. La Lampo Meridien sbanda, e sembra quasi accontentarsi di trascinare lo 0-1 all'intervallo; lo sfrutterà, si pensa, per riorganizzarsi e imbastire un tentativo di rimonta. Niente di lontanamente simile: al rientro si recita sullo stesso canovaccio, che porta il Forte dei Marmi a conquistare subito un rigore per un fallo (dubbio, troppo severo Subhan) di Filippo Bartolozzi su Iacomini; ma Carpentieri calcia alto, e rinvia il verdetto. Perché si solidifichi c'è da aspettare giusto un quarto d'ora, o poco più: poi sull'angolo d'Iacomini nessuno si ricorda di marcare Palla, che svetta sul primo palo e trova la porta per la seconda volta in stagione. Sotto di due reti, all'orizzonte un'altra sconfitta, la Lampo Meridien molla definitivamente: solo l'imprecisione di Bertuccelli (splendido il doppio velo di Federigi e Dell'Amico) e Lagomarsini sui filtranti spaziali d'Iacomini impediscono al risultato d'assumere dimensioni maggiori. Non che sia un problema: il Forte dei Marmi si gode il quinto risultato utile di fila, e una media che con Tedeschi dall'inizio vorrebbe dire coppa.
Si vedrà se anche da Bibbiena e Floriagafir, con cui deve ancora giocare le partite di ritorno; intanto il San Giuliano s'accontenta di chiudere il campionato senza aver subito reti dal Fratres Perignano, col quale replica lo 0-0 di fine ottobre. Rischia in avvio, soprattutto sull'incursione di Ferretti che spara sull'incrocio il pallone recuperato sulla trequarti; e poi di nuovo sul diagonale di Ferrari, che sfiora il palo; ma poi viene fuori, e s'avvicina all'intervallo con un'occasione enorme: la costruisce Tommaso Papini, che dopo aver perso due volte il tempo per il tiro al terzo tentativo decide di concedersi la giocata canonica, e dopo l'affondo a sinistra con sterzata su Daniele Gentile scarica il pallone per Tararà; e la frantuma Pucci, che a portiere battuto respinge a mezzo metro dalla linea. È la chance più nitida d'una partita che nonostante il terreno di gioco appesantito («Ma ci si gioca bene» nota Paolo Del Corso, il ds del Fratres Perignano, che a fine partita si complimenta con la gestione del San Giuliano: «un club di professionisti») resta godibilissima anche nella ripresa; godibilissima, intensa, ma senza vere occasioni da rete: dopo l'intervallo né a Ria né a Becherini è chiesto d'attivarsi. Dunque lo 0-0 è più che legittimo; e se lo fanno andar bene sia il San Giuliano, che nel girone di ritorno ha vinto soltanto due partite e che così si tiene ben lontano da una zona terrificante, sia il Fratres Perignano, che in parte respinge l'assalto del Cecina e al momento continua ad occupare l'ultima posizione buona per la coppa. Se lo fanno andar bene entrambi: non è detto che un derby debba per forza chiudersi con qualcuno in lacrime. Calciatoripiù : è diverso il modo in cui le due squadre provano a sviluppare la manovra. Il San Giuliano gioca spesso, quasi sempre, col pallone a terra: fulcro è Antoni , che cuce ogni azione con una qualità sopraffina; il Fratres Perignano cerca subito la verticalità, mossa favorita dalla buona tecnica e dallo strapotere fisico d'una difesa eccezionale in cui spiccano Rofi e Daniele Gentile .
È molto più d'una prova di forza. Considerato il doppio svantaggio in avvio di ripresa e una panchina di fatto inesistente (Matteucci, Tiozzo e Squarcini, gli unici tre calciatori di movimento, in realtà non possono giocare: c'è solo Samuele Pagni, il secondo portiere, a disposizione di Mirko Giorgetti, che alla fine commenta ridendo: «A partita in corso non ho sbagliato mosse»), la rimonta con cui il Fucecchio piega la Floriagafir è una dichiarazione pubblica: sbaglia chi ha circoscritto solo ad Affrico e Lastrigiana la battaglia per il secondo posto, platonico e prestigiosissimo dietro la Sestese dei record. Sarà il principale motivo d'interesse delle prossime giornate insieme al rimescolamento in coda, situazione dalla quale la Floriagafir s'è tirata fuori da tempo: è per questo che gioca serena, e per questo che dopo aver rischiato sul tiro di Gjoni a rientrare (attento Merendi, preferito a Ceccuti) passa al primo tentativo, favorito dall'assist di Labiad che libera Birindelli davanti a Gabriele Gori. L'episodio è il fulcro del primo tempo, che si chiude col Fucecchio progressivamente in avanti dopo una decina di minuti necessari per la riorganizzazione; dunque sorprende che in avvio di ripresa la Floriagafir raddoppi con Labiad, che risolve una mischia nata da una rimessa laterale profonda. È il 2-0, che però dura giusto cinque minuti; poi Giulia Biagianti rileva un fallo (netto) di Ermini Polacci su Shllaku, che insieme a Berhoxha molto aveva protestato in occasione della rete subita, e concede al Fucecchio il rigore che Gjoni trasforma nel 2-1. Da giocare resta ancora mezz'ora, subito infuocata; la Floriagafir ha il merito di ben proteggersi fino quasi allo scadere, e il doppio demerito d'arretrare troppo e di mollare quando sarebbe bastato reggere qualche minuto ancora: manca un centinaio di secondi al 90' nel momento in cui di testa Berhoxha, salito all'attacco, devia in porta il traversone di Giuseppe Sannino. Sempre di testa il Fucecchio completa la rimonta: al quarto dei cinque minuti di recupero concessi da Giulia Biagianti (ci sarà tempo ancora per le proteste della Floriagafir per un possibile fallo da rigore su Giannone) Brotini segna il 2-3 su un traversone di Mazzoni. Il Fucecchio si lascia andare a un'esultanza nella quale c'è molto di più d'una vittoria ottenuta in condizioni disperate: c'è la voglia d'essere protagonista in primavera. Calciatoripiù: Lenzi (Floriagafir), Shllaku, Brotini (Fucecchio).
Gli sta scomodo come un paio di scarpe strette; eppure sono scarpe d'alta moda, di quelle che si portano nelle serate di gala. Eppure gli sta scomodo: del punto ottenuto col 2-2 l'Arezzo Academy non s'accontenta; non s'accontenta perché ha imbrigliato la Lastrigiana campione d'Italia, ne ha rimontato il primo vantaggio, e con un po' d'attenzione difensiva in più avrebbe potuto batterla. Alla fine della partita dunque Magnanensi è soddisfatto a metà; ma forse potrebbe essere soddisfatto per tre quarti: ha strappato un punto pesante (la Lampo Meridien ha perso; e la vittoria del Pontassieve sul Firenze Ovest ha compattato la classifica) con un attacco inventato dal nulla, nel quale Broccatelli gioca centravanti; al suo fianco, ala destra (a sinistra c'è Mattia Paradiso), si piazza Gallorini: e l'affiatamento tra i due è una delle chiavi per capire il primo tempo, nel quale la Lastrigiana fatica a raggiungere la trequarti avversaria. Giunge dunque inattesa la rete dello 0-1: in gran parte è merito di Fontani, che sgraffigna il pallone a Rovetini lungo l'out sinistro e serve al centro Baldini, favorito dall'uscita incertissima di Regini. È un episodio sfortunato che però, nonostante la tempistica infelice (per andare alla pausa mancava giusto il recupero), non stravolge l'Arezzo Academy capace d'agguantare il pari in avvio di ripresa: la Lastrigiana sbaglia tutto (Fenza il piazzamento, Vignolini la lettura del traversone), e con l'interno destro Broccatelli scaraventa in porta il pallone che Fruchi gli aveva servito da sinistra. È la rete dell'1-1, che dura cinque minuti appena: stavolta Broccatelli lavora da pivot, e calamitando un corto rinvio di Glielmi verticalizza di prima per Gallorini, che da destra viola l'area e segna in diagonale. È la rete del 2-1, che dura ancora meno: Regini legge male la punizione laterale che Fontani calcia direttamente in porta, e concede alla Lastrigiana il 2-2. Nel frattempo Guasti aveva apportato i primi ritocchi allo scacchiere (dentro Massaro e Oliveri per Vignolini e Martini), senza però riuscire a cambiare l'inerzia complessiva: con un po' di freddezza in più Gallorini e Broccatelli, che attaccanti non sono, avrebbero potuto riportare avanti l'Arezzo Academy. Solo nel finale la Lastrigiana riesce ad accelerare sfruttando la propria qualità: il pallone buono capita prima a Oliveri e poi a Massaro (splendido il servizio di Fontani), opponendosi ai quali Regini riscatta almeno in parte le incertezze sulle due reti; sull'altro fronte è reattivo anche Glielmi, che salva su Fruchi pescato da un angolo concesso da De Pascalis dopo un tentativo d'autorete. La sintesi degli errori non schioda il punteggio dal 2-2: serve poco a entrambe le duellanti, e comunque a entrambe un pochino sì. Calciatoripiù: Broccatelli, Gallorini (Arezzo Academy), Fontani e Baldini (Lastrigiana).
Tanto bello, concreto ma anche distratto e un po' sfortunato sul campo della Floriagafir, quanto apatico, svogliato, privo di gioco e mordente a domicilio in occasione di un match che potrebbe valere una stagione. Al pari delle vittorie, anche le sconfitte possono avere una doppia faccia. Ne è un esempio il Firenze Ovest di Alessandro Rivi, una formazione che un mese fa, pur perdendo in maniera rocambolesca e immeritata nei minuti di recupero, mi aveva fatto un'ottima impressione e che invece, in occasione di questo scontro salvezza col Pontassieve, si è prodotta in un pericoloso passo del gambero che l'ha fatta piombare nel gorgo della zona retrocessione. Certo, rispetto allo schieramento proposto quel 4 gennaio che pare ormai così lontano mancano molti dei protagonisti. Inspiegabili però, nonostante le differenze tecnico-tattiche fra le due partite alle quali ho assistito, sono l'apatia e la mancanza di stimoli del Firenze Ovest, che dovrà mandare a memoria la lezione impartita da un avversario in grande spolvero, e che invece di voglia e furore agonistico ne ha a profusione. Il Pontassieve approccia la partita con il piglio di chi sa fin troppo bene che per vincere occorrerà mordere alle caviglie un Ovest altrettanto assetato di punti. Non occorrono troppi giri d'orologio per mettere in pratica i dettami tattici di Marchionni: un pressing asfissiante sin dalla trequarti irretisce un Ovest poco brillante e povero di idee. Una fase d'impostazione rapida e ben strutturata permette al Pontassieve sia di agire lungo le corsie laterali, dove si muovono con buon dinamismo Fibbi a destra e Luzzi a sinistra, sia di riproporsi per vie centrali grazie agli inserimenti di Del Zotto e dell'ottima interdizione operata da Urbinati e Paolieri. Oltre a mettere in grande difficoltà la retroguardia rossoblu spesso costretta a rilanciare nel nulla pallonate lunghe e sterili, l'ottima ed efficace disposizione tattica, si traduce nella prima grande occasione da gol: Del Zotto avanza sulla trequarti per poi smistare a sinistra un pallone che Luzzi prima raccoglie e poi traduce a centro area con un traversone morbido e preciso; con la testa il centrattacco Lapo Bartolozzi impatta bene da ottima posizione, non inquadrando però lo specchio della porta difesa da Ciappelli (10'). Il Pontassieve fa decisamente meglio allo scoccare del quarto d'ora quando, sugli sviluppi di un calcio piazzato dai venti metri in posizione piuttosto invitante, Del Zotto tocca corto per Niccolò Mengozzi che con una rasoiata precisa in mezzo alla barriera trova l'angolo basso alla sinistra di Ciappelli. Oltre al gelo che già di per sé si fa sentire sul sintetico di Peretola, sull'Ovest adesso cala anche il buio. Nonostante l'ottimo Mattia Ermini cerchi di dare il buon esempio ai compagni in virtù di alcune giocate che danno qualche grattacapo alla difesa ospite, nelle rare azioni offensive sembra mancare la necessaria lucidità: al 20' una lunga sventagliata su una punizione dalla trequarti coglie per la prima volta di sorpresa la terza linea del Pontassieve (la formano gli esterni Niccolò Mengozzi e Tommaso Tellini e i centrali Mattia Mengozzi e Rosetti) dando via libera a Marotta che sprinta sulla sinistra e poi rimette in mezzo il pallone; a due passi dai pali Talbi lo impatta malamente cestinando un'occasione colossale. Scampato il pericolo, il Pontassieve si rituffa subito in avanti alla ricerca del raddoppio andandoci vicino in un paio di occasioni fra il 22' e il 23': prima Luzzi, innescato da Del Zotto, impegna Ciappelli in un difficile intervento in tuffo; poi Paolieri, dopo aver scippato il pallone al limite dell'area, indirizza a rete un preciso rasoterra sul quale il portiere interviene accartocciandosi in presa sicura. Il match resta così apertissimo; e al 29' accade ciò non si era verificato un quarto d'ora prima. In conseguenza di un'azione che non pare avere i crismi della pericolosità, i difensori del Pontassieve lasciano nella terra di nessuno un pallone sul quale s'avventa Fabbri, che dopo averlo raccolto prova una conclusione dalla distanza all'apparenza piuttosto velleitaria: la rasoiata a pelo d'erba che ne consegue, però, si tramuta in un assist al bacio per Berti, che aggirando il dispositivo difensivo avversario addomesticare il pallone e poi con un tocco morbido lo gira nell'angolo basso alla destra di Balli. L'episodio che porta all'1-1 potrebbe fungere da molla per il Firenze Ovest; e invece si rivela stimolante per il Pontassieve, che pochi secondi più tardi reagiscono da par loro grazie alla discesa di Tommaso Tellini sulla destra: di testa Del Zotto gira di poco a lato alla destra di Ciappelli il preciso traversone pennellato dal limite dell'area. Il Pontassieve, insomma, torna subito a fare la voce grossa intimidendo un pallido Ovest che torna così a rintanarsi pericolosamente nella propria trequarti concedendo agli avversari il controllo del gioco. Al 39', sugli sviluppi di un calcio d'angolo, un bello schema si traduce in un assist per Luzzi che gira a rete da buona posizione impegnando ancora una volta Ciappelli in un difficile intervento in volo sulla propria destra. Al 42' il Pontassieve ritrova meritatamente il vantaggio, anche con un pizzico di fortuna: l'ottima iniziativa di Del Zotto culmina infatti in una conclusione che, deviata dalla schiena di Lapo Bartolozzi, sorprende Ciappelli infilandosi beffardamente alle sue spalle. Memore di quanto accaduto in precedenza, il Pontassieve adesso spinge sull'acceleratore alla ricerca di quel gol che darebbe loro maggior sicurezza; lo trovano al crepuscolo della prima frazione quando l'incursione del mobilissimo Tommaso Tellini culmina in un cross: è un premio per il puntuale inserimento di Del Zotto che, colpendo in controtempo, indirizza verso il secondo palo una velenosa traiettoria sulla quale Ciappelli non può intervenire. Bracali (più che sufficiente la direzione di gara) concede due minuti di recupero durante i quali il Pontassieve va vicino al quarto gol in virtù del profondo inserimento di Urbinati per vie centrali, concluso con una precisa staffilata dalla distanza che stavolta trova pronto Ciappelli all'intervento in presa bassa. L'avvio della ripresa non solo mantiene invariati gli equilibri tattici in campo, ma permette al Pontassieve di portarsi sull'1-4 dopo appena due minuti di gioco. Replicando lo schema su calcio d'angolo già tentato nel primo tempo, un tocco corto premia il ben appostato Del Zotto che fa filtrare in area un preciso assist rasoterra: ci si fionda Luzzi al quale non par vero di tradurre in rete, a due passi da Ciappelli, il pallone della sicurezza. Il Firenze Ovest prova a scuotersi dal torpore; e. dopo aver fallito in maniera clamorosa una grande occasione allo scoccare del 50', dieci minuti più tardi accorcia le distanze grazie al neoentrato Patacca, che sfruttando al meglio un pallone servitogli in piena area da Ermini (a sua volta si era fatto largo sulla destra partendo in velocità e saltando in dribbling un paio di avversari) trova il pertugio giusto per segnare all'altezza del primo palo. «Dai ragazzi! Manca ancora molto!» urla qualcuno dalla tribuna. Ma quella della clamorosa rimonta è un'illusione spenta sul nascere dalla bella giocata di Del Zotto, che un minuto più tardi ristabilisce le distanze completando la definitiva cinquina (61'). Nella seconda metà della ripresa, complice anche la gran quantità di energia spesa alla ricerca del successo, il Pontassieve bada solo ad amministrare il vantaggio, e cala vistosamente il ritmo della manovra; ma nel finale non disdegna di affacciarsi in avanti grazie alla verve dei calciatori alzatisi dalla panchina. All'80' Guidotti è bravo a rubare il pallone sulla destra all'incerto Paolucci e poi, dopo essersi incuneato in area, a indirizzare sul primo palo un pallone che Ciappelli legge con sicurezza. Il portiere si ripete cinque minuti più tardi neutralizzando la profonda incursione in contropiede proposta da Bernardini. L'Ovest si rivede solo pochi secondi prima della ripartenza, quando un bel colpo di testa da distanza ravvicinata originato da un preciso corner dalla destra trova la splendida opposizione di Balli, che volando in tuffo sulla propria destra toglie dallo specchio un pallone altrimenti destinato dentro. Quest'intervento spettacolare rappresenta il punto esclamativo al termine di una bella prestazione, che consente al Pontassieve di operare il sorpasso in classifica e tornare così a sperare nella salvezza. Per raggiungere l'obiettivo quest'Ovest, troppo brutto per essere vero, dovrà lavorare ancora molto. Per continuare a banchettare nel più costoso ristorante della Toscana occorrerà avere più fame. Calciatoripiù : nella prestazione incolore del Firenze Ovest si salvano solo il portiere Ciappelli , autore di alcuni pregevoli interventi, e il guizzante e talentuoso Ermini , che pur predicando nel deserto ha illuminato a più riprese l'oscuro universo peretolino. Nel Pontassieve buone le prestazioni del portiere Balli, dei due esterni di difesa Tommaso Tellini e Niccolò Mengozzi , del mediano Urbinati , del regista Del Zotto e di Luzzi , esterno offensivo di sinistra .