Per un tempo ha temuto di dover recitare la replica delle due settimane precedenti, e dunque di veder scappare la Sestese già molto lontano; ma le intuizioni di Berchielli hanno ribaltato il destino dell'Affrico, che battendo il Bibbiena 3-0 resta vicinissimo alla vetta della classifica, la posizione cui per natura deve obbligatoriamente ambire. Per sbloccare il punteggio però è stata necessaria più di un'ora: per tutto il primo tempo, grazie alla personalità di Santini che nelle uscite alte si fa sentire e alle chiusure di Jallow, il Bibbiena controlla agevolmente la manovra di un Affrico fin troppo ingessato; non lo facilita la scarsa precisione di Vignozzi, che Berchielli dirotta a sinistra per tamponare l'assenza di Casati e che da lì dovrebbe impostare l'azione: a una serie di coperture efficaci (il Bibbiena si rende pericoloso solo da fuori, con i tiri di Bimbocci, che dà un pizzicotto alla traversa, e di Moncini) non seguono ripartenze adeguate. Si capisce come mai l'Affrico faccia così fatica a sfondare, e che l'unica opportunità degna di menzione coincida con l'unica azione in cui Termini decide di forzare e cercare la porta da fuori: troppo poco per dar noia a Santini. È chiaro che per rompere l'equilibrio serve un'intuizione; quella giusta arriva non dal terreno di gioco, ma dalla panchina (peraltro vicino a lui torna anche Conti, finalmente convocato dopo l'infortunio di inizio anno). Berchielli infatti si gioca Traorè, che per ricompensarlo impiega un pugno di minuti: è lui infatti a liberarsi sulla trequarti e da lì scoccare un gran tiro, buono per la prima rete con la nuova maglia dopo l'esperienza a Casellina; e, svanita la paura per il colpo di testa di Bandelloni di pochissimo a lato, l'Affrico si trova in vantaggio. A questo punto la partita cambia, perché per schiodarsi dall'ultima posizione in classifica e cominciare a muoverla con un po' di punti il Bibbiena ha bisogno di segnare, e dunque di alzarsi; in questo modo però concede spazi ampi, soprattutto a sinistra: qui s'infila Termini, su cui Senesi commette fallo una volta violata l'area di rigore. Dal dischetto però Guerra non è perfetto come lo fu, ex, contro la Lastrigiana: Santini si distende e neutralizza. Il Bibbiena legge l'episodio come un segno e aumenta l'energia degli attacchi, che però Lami in uscita e Benci in chiusura neutralizzano senza scomporsi; ha un esito diverso invece il tiro di Termini, il cui interno destro evidenzia ancora una volta il talento ndi Berchielli e la profondità della panchina dell'Affrico: oltre a Traorè, che avvia l'azione, all'inizio era a sedere anche Petrini, il cui scarico dal fondo rende possibile il 2-0. Vinta ormai la partita, l'Affrico ha modo anche di migliorare l'umore di Guerra che, fallito il rigore e mancata la porta sul traversone di Mosconi da destra, a un minuto dalla fine segna il 3-0: è volutissima la deviazione di tacco sul tiro di Bartoletti a chiudere un contropiede. La rincorsa può ripartire. Calciatoripiù : l'Affrico vince dalla panchina. Traorè segna la rete che sblocca l'incontro e avvia l'azione del raddoppio, alimentata da Petrini reduce dall'ottima esperienza con la prima squadra nel turno di coppa; entra benissimo anche Andrei , che bagna l'esordio stagionale con due chiusure pesanti.
Queste partite qui l'Arezzo Academy le vince; le vince perché non s'arrende mai; e, le due cose sono collegatissime, le vince perché Magnanensi è un martello, e dopo la sconfitta col San Giuliano ha fatto di tutto per far capire ai calciatori che cosa devono fare e che cosa no se per il secondo anno consecutivo vogliono ottenere una salvezza serena. Allo stesso obiettivo punta l'Atletico Piombino, che però è messo molto peggio: dopo quattro partite è inchiodato a zero punti; e, pur non subendo tantissimo (appena cinque reti: c'è chi ne ha totalizzate il doppio), fatica troppo a segnare. Finora c'è riuscito una sola volta: con questa media basta una distrazione per compromettere una partita giocata bene quantomeno per un po'. L'altro aspetto su cui Serena sta lavorando intensamente è infatti la continuità: sono già troppe le volte in cui a un buon primo tempo non è seguita una ripresa analoga; e stavolta non si può neppure dare la colpa al cattivo umore dopo lo svantaggio, visto che l'Arezzo Academy passa a quattro minuti dalla fine. Fin lì comunque aveva rischiato pochissimo: nel primo quarto l'Atletico Piombino si fa preferire per possesso e cerca spesso di scendere sugli esterni, ma calcia nello specchio solo una volta, Filippo Buti l'incaricato da lontanissimo; non può essere abbastanza per far male a un portiere strepitoso come Regini. Fatta sgonfiare la pressione dell'Atletico Piombino, nella ripresa l'Arezzo Academy s'alza e comincia a saggiare i riflessi di Matteo Buti, protagonista indiscusso della mezz'ora che s'apre: senza di lui, splendido nell'opposizione sia a Rovetini che cerca la porta da trenta metri (tre passi indietro, schiena inarcata, pallone alzato sopra la traversa) sia a Galassi, l'Atletico Piombino sarebbe caduto prima. Forse è per questo che Amir Fracasso non se la sente di punire col rigore l'unico errore della sua partita, l'uscita fuori tempo su Bizzi perfetto nell'inserimento senza palla: l'Arezzo Academy comincia a essere in credito con gli arbitri. Ma anziché stare a lamentarsi rimane all'attacco; e, salvo sull'unica proiezione offensiva degli avversari nel secondo tempo (Mitcul colpisce sporco, quasi con lo stinco, un calcio d'angolo che aveva provato a liberarlo per il tiro al volo), a quattro minuti dalla fine trova il gol-partita: lo segna, déjà-vu, Mattia Paradiso, che accompagna in porta il pallone schizzato nella sua zona dopo l'ennesima parata di Matteo Buti, stavolta su Galassi. Considerato il minutaggio e l'andamento nient'altro può succedere: da Piombino l'Arezzo Academy viene via con la prima vittoria stagionale. Calciatoripiù : soltanto il tocco sottoporta di Mattia Paradiso (Arezzo Academy), che ne cattura l'ennesima respinta, fa cadere Matteo Buti (Atletico Piombino), protagonista di una prova superlativa a difesa dei pali.
Bugiardo, bugiardissimo era stato l'esordio con l'Affrico. Dopo quella sconfitta il San Giuliano non ha più perso: al clamoroso 5-5 con la Sestese neocapolista e alla rimonta sull'Arezzo Academy segue il primo successo esterno; ne è vittima il Firenze Ovest, battuto 1-4 con una ripresa formidabile dopo il pari all'intervallo. Ma in realtà il San Giuliano era andato benissimo anche nella prima mezz'ora: Nuti può dirsi soddisfatto per la percentuale di possesso, la manovra palla a terra, le verticalizzazioni; meno può esserlo per la poca incisività sottoporta, che alla fine del primo quarto contiene il vantaggio al minimo. Ha comunque un bel peso la rete d'Alessandro Paoli, che sfrutta l'incursione di Tommaso Papini sulla sinistra (come Buzzanca, che s'era defilato senza che ce ne fosse bisogno, aveva mancato la porta in un paio di circostanze; ma a uno con questo talento qui, e così capace di spaccare la partita, tifo e tecnico perdonano tutto) per deviare il pallone in porta. La cosa migliore della partita del Firenze Ovest è la reazione allo svantaggio: alla mezz'ora il punteggio torna in equilibrio, perché Mobono (Nuti torna a preferirlo a Ria, in un'alternanza dalla quale ancora non è emerso il titolare né la riserva) esce male su un angolo ribattuto, eterna fragilità del San Giuliano, e Brou spinge il pallone in porta. Ma l'1-1 regge giusto per l'ultimo terzo del primo tempo e l'avvio della ripresa; poi Alessandro Paoli, libero sul fronte destro della trequarti, cattura un pallone respinto dalla difesa e col mancino lo inchioda sotto il secondo incrocio. Nel giro d'un quarto d'ora il vantaggio raddoppia: messa da parte una punizione di Gjika che fa fare bella figura a Mobono, il San Giuliano si porta sull'1-3; stavolta Tommaso Papini è perfetto anche sottoporta, dove lo proietta il triangolo con Esposito. È proprio lui, cui Nuti concede l'ultimo quarto al posto di Buzzanca, a fissare il punteggio sull'1-3: è suo il tocco decisivo in mezzo a un paio di rimpalli su un traversone dal fondo. La sua gara potrebbe addirittura diventare memorabile, se in contropiede trovasse la doppietta; ma spreca, così come in situazioni analoghe sia Sciarrone sia Cecchini, inserito al posto di Tommaso Papini cui Nuti concede un quarto d'ora di relax. È meritato e soprattutto ne ha bisogno: quando s'accende lui s'accende tutto il San Giuliano; e, a differenza di quella del Firenze Ovest ora terzultimo in solitaria, la sua classifica sorride. Calciatoripiù : la doppietta d'Alessandro Paoli , alla prima da titolare, indirizza la partita che il Firenze Ovest non riesce pià a recuperare; difficile farlo quando s'affronta una difesa in cui Di Martino (San Giuliano) non si fa mai superare.
Se n'era già accorto l'Affrico: fare punti a Forte dei Marmi rischia d'essere complicatissimo. Per quasi un tempo il Fucecchio si trova a dover rincorrere lo svantaggio maturato in avvio; e una volta pareggiato, pur senza rischiare più niente, per completare la rimonta riesce a costruire soltanto due occasioni. Non vanno a buon fine; e dunque deve accontentarsi di un 1-1 che pur mantenendo lo zero nella casella delle sconfitte (come lui solo Sestese, Affrico e Lastrigiana: ecco che cosa s'intende quando si parla di big) non gli consente di superare il Maliseti caduto alla Guardiana. Retrospettivamente però un punto non è male: è vero che è rocambolesca, perché Luchini segna usando un punto imprecisato tra gamba e ventre per intervenire sul traversone di Fiacchi sceso bene sulla destra; ma la rete comunque è valida, e il Fucecchio si trova a rincorrere. Le due occasioni che crea nel primo tempo non vanno a buon fine: sia di Berhoxha, su calcio d'angolo, sia di Tiozzo sul traversone di Gjoni è buono lo stacco; meno fortunata in un caso, meno precisa nell'altro l'esecuzione. Il pari è dunque rinviato alla prima azione della ripresa e alla giocata imperiale di Piccirilli, che nella spanna che la difesa gli concede al limite dell'area riesce a girarsi, portarsi il pallone sul mancino e spedirlo nell'angolo basso. Dal fischio del riavvio sono trascorsi appena venti secondi: considerati lo slancio del Fucecchio e la nuova inerzia della partita, ci s'attende una ripresa dallo sviluppo chiaro. Va diversamente: il Forte dei Marmi si difende benissimo, e si prende soltanto due rischi; ma si salva sia sul tiro di Melani da fuori area sia sull'iniziativa di Cardini, murato al limite sulla sponda di Gjoni. Più dell'1-1 dunque il Fucecchio non può ottenere; ma tra qualche mese sarà definitivamente evidente che in una trasferta così complicata anche un punto può vestir bene. Calciatoripiù: Deda, Bertuccelli (Forte dei Marmi), Shllaku e Piccirilli (Fucecchio).
È prima come per magia, ed effettivamente nell'aria qualcosa di magico circola; ma c'è poco di arcano e molto di concreto nella scalata della Sestese, che battendo 1-4 una delle possibili rivali per il titolo (così alla vigilia si definiva il Fratres Perignano: necessario ripensare gli orizzonti?) si candida a recitare il ruolo di protagonista assoluta in un campionato che si preannuncia di nuovo affascinante. È vero che il Fratres Perignano paga oltremodo la combinazione tra una serie infinita di errori difensivi e la solita sfortuna che ogni tanto lo coglie: sullo 0-1, calciando dalla distanza, Venturini colpisce la traversa e Dennis Carrai il palo; ma la Sestese ha meritato il successo, foss'anche solo perché passa in vantaggio alla prima azione. Un pezzo di responsabilità ricade inevitabilmente su Becherini, che tocca ma non allontana un traversone basso messo in mezzo da sinistra: davanti a Christian Capecchi si spalanca la porta, centrata con un tocco facile facile. La partita del Fratres Perignano comincia qui, e comincia con lo svantaggio; è comunque più che positiva la sua reazione, oltre che dai due legni segnata anche da un altro tiro pericoloso di Venturini, a lato; è identica la sorte del colpo di testa di Hoxha, solissimo in una posizione da cui inquadrare lo specchio è più facile che mancarlo. Se al carnet s'aggiunge la gran parata di Giusti sul tiro di Zampardi sbucatogli davanti dal nulla, si capisce come mai alla mezz'ora al Fratres Perignano lo 0-1 vada strettissimo. È massima dunque la beffa di cui si ritiene vittima all'ultima azione dello scadere, dopo essersi salvato su un colpo di testa di Bravi murato sulla linea: Becherini, complice stavolta la difesa, s'imbroglia di nuovo su un pallone all'apparenza innocuo; e di nuovo Christian Capecchi lo scaraventa in porta. È la rete dello 0-2, del quale però la Sestese non s'accontenta; per allungare ancora le bastano dieci minuti scarsi dal riavvio: stavolta segna Gokaj, che aveva accompagnato il contropiede di Fiorentino e che calamita il pallone respinto da Becherini. Il lampo di Zampardi, che chiude il terzo quarto con la rete del'1-3 sfruttando un improvviso filtrante in area, è soltanto un'illusione; forte del doppio vantaggio la Sestese non rischia niente e allunga definitivamente con la punizione di Fiorentino, che s'infila in porta (da rivedere, di nuovo, il piazzamento e la tecnica di Becherini) dopo un paio di deviazioni. In vetta ora c'è una delle big storiche della Toscana, il club che vinse l'ultimo campionato del calcio antico e il primo del calcio nuovo: finge chi sostiene che non sia stata costruita per replicare. Calciatorepiù : non gioca centravanti, per quello dal Calenzano è arrivato Fiorentino , ma da centravanti Christian Capecchi (Sestese) segna due reti pesantissime.
C'è poco da fare: sarà l'ambiente, sarà lo scudetto cucito sulla maglia (finalmente i numeri regolari!) o semplicemente la qualità tecnica, la Guardiana rischia di diventare inciampo per tante. Qui il Maliseti cade per la prima volta in stagione: le reti di Baldini nel primo tempo e di Fontani nel secondo lo costringono a perdere per la prima volta in stagione, e a cedere la vetta alla Sestese. Ancora imbattuta, la Lastrigiana prosegue il proprio momento positivo, evidenziando di nuovo una manovra raffinata da cui nascono risultati in linea. La sua partita però rischia di complicarsi subito: dopo appena sei minuti si fa male Niccolò Ballerini, che costringe Guasti a sostituirlo con Moccia. Il Maliseti cerca di sfruttare il contraccolpo dovuto al nuovo assetto costruendo immediatamente la prima vera occasione della partita; ma, dopo aver sbagliato il rinvio e aver regalato il pallone a Dardha, Chiarello si riscatta chiudendogli lo specchio. L'errore sprona la Lastrigiana, che da quel momento in poi domina la partita mandando spesso in confusione la difesa del Maliseti con un pressing organizzatissimo; la pressione li costringe a perdere molti palloni in fase di costruzione. Al 16' il risultato si sblocca: la Lastrigiana conquista una punizione al limite dell'area; alla battuta si presenta Baldini, che col destro riesce scavalca la barriera e infila il pallone dove Naselli non può arrivare. L'1-0 non scuote il Maliseti; anzi, dà ancora più fiducia alla Lastrigiana che continua ad attaccare. Il suo pressing costante, soprattutto a centrocampo, costringe la difesa avversaria ad affidarsi solo a una serie di lanci lunghi: difficile impensierire Chiarello. Si va dunque alla pausa con la Lastrigiana in vantaggio, saldo anche se di misura. La ripresa si apre con una prima occasione per il raddoppio: il colpo di testa di De Pascalis finisce di poco sopra la traversa (55'). Alessandro Di Vivona prova cambiare la rotta inserendo Andreola e Ingrassia al posto di Palumbo e Kola. Ma la situazione non cambia, e presto la partita si chiude: imprendibile per tutta la partita, Baldini percorre tutta la fascia destra seminando gli esterni del Maliseti; dopodiché mette in mezzo un pallone che Fontani deve solo appoggiare in rete (65'). A questo punto anche Guasti ritocca i meccanismi, inserendo forze fresche per tamponare gli attacchi del Maliseti: per dare spazio a Marcus Mari, Vignolini e Canale escono Baldini, Pezzano e Oliveri, tutti e tre autori di un'ottima prestazione. La partita si chiude qui: nonostante qualche tentativo, il Maliseti non riesce mai a tirare in porta; anzi, è la Lastrigiana a chiudere in attacco e a richiedere un calcio di rigore per un presunto fallo ai danni di Canale, ammonito però per simulazione. È l'ultima emozione di una gara che, come spesso accade alla Guardiana, cambia gli equilibri in vetta: mai davvero pericoloso con azioni ragionate, il Maliseti interrompe la striscia di vittorie consecutive che gli aveva consegnato la prima posizione solitaria.
Il pari no, ma lo 0-0 è bugiardo: non è stata per niente noiosa la partita tra Pontassieve e Floriagafir, che senza troppi calcoli si sono sfidate in una serie infinita di duelli individuali. Oltre alle emozioni create, sono divise equamente anche le recriminazioni, legate a uno sviluppo spaccato a metà dall'intervallo. Molto meglio nella ripresa, dopo che Marchionni è intervenuto sulla struttura, nel primo tempo infatti il Pontassieve accusa la maggior freschezza della Floriagafir, che arriva sempre prima sui rimbalzi, colpisce una traversa col tiro-cross di Alighieri (suo anche l'angolo sul quale Tommaso Meini stacca bene ma colpisce centralmente) e costruisce almeno altre tre occasioni per passare in vantaggio; ma per neutralizzarle Balli non ha bisogno di sfoggiare particolari riflessi, visto che sia Serrini di testa sia Ermini Polacci e Soldini calciando dalla zolla del dischetto gli consegnano generosamente il pallone. Marchionni però non può essere soddisfatto: sa bene che se non rovescia l'inerzia a forza di star lì la Floriagafir la rete la trova. Le sue mosse all'intervallo (dentro Bernardini e Paolieri per Manzini e Guidotti) funzionano, perché incidono sull'atteggiamento del Pontassieve finalmente coraggioso. Per la prima occasione della sua partita occorre attendere giusto cinque minuti dal riavvio: il pallone buono capita a Bernardini, che taglia da sinistra sul traversone di Capanni e calcia liberissimo all'altezza del secondo palo; ma non coglie lo specchio, e la Floriagafir si salva. Per farlo nella seconda occasione ha bisogno di tutta la tecnica di Marcantonini, strepitoso nel frapporsi tra la porta e Lapo Bartolozzi su un retropassaggio scellerato della difesa: la sua parata di piede sigilla lo 0-0; fa lo stesso il fischio di Ferri Gori, che anziché convalidare la rete di Bernardini stavolta preciso sul traversone di Capanni alza il braccio e punisce un fuorigioco. Innervosito dall'episodio, il Pontassieve perde tono e consente alla Floriagafir di chiudere all'attacco, merito anche delle contromosse di Bertuccio che ristabilisce la brillantezza necessaria; ma né Forlucci, che eccede nel dribbling in mezzo all'area e concede alla difesa il tempo per rientrare, né Soldini, che in ripartenza sbatte su Balli, riescono a segnare la rete da tre punti. Per lo spirito del calcio non che sia un problema: un risultato più giusto del pari (semmai con reti, ma tutto non si può avere: contentiamoci) questa partita non poteva esprimere. Calciatoripiù: Capanni (Pontassieve), Marcantonini, Fontana (Floriagafir).
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