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Allievi Regionali GIR.Elite - Giornata n. 14

Tau Calcio-Sporting Cecina 4-0

ARBITRO: Francesco Menchini di Viareggio
RETI: Giuntoli, Borracchini, Rotolo, Montapponi
Re per due notti, cadetto sotto Natale. Vincendo 4-0 l'anticipo con lo Sporting Cecina il Tau Altopascio sperava di mettere pressione allo Scandicci impegnato nel derby con la Cattolica Virtus; ma il primato resta intatto solo da venerdì sera a domenica mattina, poi si dissolve e rende di nuovo necessaria la rincorsa. Se ne riparlerà nel 2025, dall'ultima d'andata fino almeno allo scontro diretto del 30 marzo: il Tau vuole arrivarci estendendo al massimo la striscia di risultati positivi, che adesso nelle ultime dodici giornate conta undici vittorie e un solo pari; per allungarla c'è bisogno dello spirito del secondo tempo, nel quale la squadra bellina ma che ballava poco si fa pervadere dalla ferocia: ce n'era bisogno per consolidare il vantaggio maturato alla fine del primo quarto sull'angolo di Casini deviato in porta dalla testa di Rotolo. Già sullo 0-0 i due, interpreti principali della catena sinistra, avevano confezionato un'occasione da rete: aveva provato ad approfittarne Borracchini, il cui tiro al volo era sbattuto sul palo prima di cadere in mano a Bendinelli. Se ci s'aggiunge la pressione crescente ma sterile dello Sporting Cecina, che dopo lo svantaggio cresce e s'alza senza rendersi davvero pericoloso, il primo tempo si riassume tutto qui: non è abbastanza per soddisfare Gandini, che dai suoi vuole più verticalizzazioni e maggiore incisività sottoporta. L'avvio della ripresa suggerisce che il messaggio è passato chiaro: Borracchini scatta in posizione regolare su un filtrante improvviso, e supera Bendinelli con un pallonetto dolcissimo e crudele. Sommato alla panchina cortissima (oltre al portiere di riserva, Magrì ha a disposizione tre cambi appena) il doppio svantaggio deprime lo Sporting Cecina, che ora non riesce più a fronteggiare gli attacchi avversari; è quasi automatico che producano la terza rete: la segna Giuntoli, che dopo il controllo scarica in porta il traversone di Soldati. L'espulsione di Sala e la superiorità numerica che consegna al Tau favoriscono uno scarto ancora più ampio: superando Bendinelli davanti al quale sbuca facilmente (troppo alta, e troppo stanca, la difesa dello Sporting Cecina), Montapponi porta a nove il numero delle reti personali in campionato. Con lui c'è Alberto Pepe, coinquilini nell'attico Borracchini e Valencetti: almeno qui Tau e Scandicci sono pari. Calciatoripiù : in un primo tempo in chiaroscuro il Tau Altopascio s'affida a Casini (suo l'assist per il vantaggio) e a Frediani , che tiene lo Sporting Cecina lontano dalla porta; è giusto ricordarsene anche quando il punteggio sembra falsamente suggerire che si sia giocata una partita a senso unico.
Oltrera-Venturina 0-1

ARBITRO: Roberto Scardigli di Livorno
RETI: Musli
Mai nella storia il Venturina aveva vinto cinque partite di fila. C'è anche questo piccolo grande record a impreziosire il capolavoro dell'ultimo mese e mezzo: la rete di Musli al 92' piega l'Oltrera, e decide una partita che per i contenuti tecnici e la sportività del contesto nessuno avrebbe meritato di perdere. «Sarebbe stato meglio se entrambe le squadre avessero potuto vincere» commenta Bucciantini a fine partita; «ma lo sport è competizione; e dunque mi dispiace per i nostri avversari, insieme ai quali abbiamo confezionato un bel regalo di Natale per lo sport». Sconfitta e agguantata in classifica, l'Oltrera era partita benissimo; e giocando in ampiezza per il primo quarto d'ora aveva costretto il Venturina a snaturarsi: difficile tenere le posizioni e le distanze quando i cambi di campo si susseguono a rimi frenetici. Bucciantini dunque è chiamato a una scelta rischiosa, che però alla fine si rivelerà vincente: rinunciare alla specificità dell'impianto tattico, e piazzarsi a specchio. Ne nasce subito un'occasione da rete sull'asse Massini-Ontani, sul cui cross Bicocchi Pichi apre l'interno rasoterra da otto metri scarsi: è prodigiosa la parata di Francesco Baldini, che d'istinto tocca il pallone sulla traversa. L'episodio stappa la partita; ora rispondere tocca all'Oltrera, che manca due occasioni altrettanto clamorose: se anziché farsi prendere dalla fretta e calciare di prima Nieddu avesse stoppato il pallone, difficilmente avrebbe mancato lo specchio. Si resta dunque sullo 0-0, e inevitabilmente il ritmo resta altissimo; non lo intacca neppure l'intervallo, che quasi si fa da parte per lasciare spazio a un'occasione per il Venturina (superlativo di nuovo Francesco Baldini su Bicocchi, servito da D'Avino) e a tre per l'Oltrera: sulla traversa il tiro di Nieddu; sui guanti di Tanganelli quelli di Filippo Bianchi, Di Donfrancesco e soprattutto Di Lauro, che calcia con l'interno in una sorta di replay dell'azione del primo tempo, invertite le maglie, identica la porta e identico l'esito. Lo 0-0 sembra dunque destinato a finire in archivio, quando la prima incertezza di Francesco Baldini ne sporca la partita fin lì perfetta consegnando il successo al Venturina: è corta la sua respinta sul traversone di D'Avino servito a destra di Iacometti, corta e nella zona di Musli che sottoporta decide la partita. Ma senza che sembri retorica, vietata anche sotto Natale, l'Oltrera non ha perso: di partite così ce ne vorrebbero di più; anche nell'élite, il campionato più competitivo della storia. Calciatoripiù : la parata che sfodera su Di Lauro rende Tanganelli il migliore in assoluto; nella lista gli fa compagnia Bicocchi Pichi (Venturina), trascinatore d'una squadra che sta vivendo un momento di forma eccezionale. Alla ripresa c'è il Tau, che è bene che quest'appuntamento non lo sottovaluti.
Cattolica Virtus-Scandicci 1-2

ARBITRO: Giovanni Macca di Pisa
RETI: 5' Paganelli, 25' Bucciardini, 36' Valencetti
È andato all'inferno, ed è tornato. Più del 4-1 con l'Affrico, più del pari nello scontro diretto col Tau, è la vittoria nel derby (1-2) a confermare allo Scandicci che fino a primavera potrà lottare per il titolo: la Cattolica Virtus, che per statuto con l'ultraterreno ha una certa familiarità, lo ha accompagnato fin sul bordo del Cocito; e per venti minuti esatti, quelli compresi tra la rete di Paganelli e il pareggio di Bucciardini, ha fatto penetrare in ognuna delle sue fibre un gelo non spiegabile soltanto con la manciata di gradi sopra lo zero. Lo Scandicci ha tremato, senza però ghiacciarsi; e una volta accesa la favilla s'è fatto luce con una lampada sempre più luminosa, compagna necessaria per ritrovare la via per la porta, e la testa della classifica. D'altra parte l'inferno si visita per tornarci rafforzati: è più del primo posto quello sigillato dall'ultima partita del 2024, difficilissima. L'avevano resa tale le qualità della Cattolica Virtus, che puntava sullo scontro diretto per trasformare il duello di testa in una corsa a tre, e le mosse di Vallini (è squalificato, ma si sente bene: notevole l'acustica del parco di villa Strozzi): per quasi mezz'ora lo Scandicci non respira, inibito dal sacrifico di Mori che a costo di verticalizzare meno si francobolla ad Alberto Pepe. È a lui infatti che Bernocchi affida la regia dello Scandicci, mossa che gli consente di mantenere elevato il tasso tecnico e di schierare insieme Valencetti, Santini e Barattucci. Sorgono però due problemi: Unicori fatica a fronteggiare Sciulli, e per riequilibrare la situazione non bastano le costanti sconfitte che Bucciardini infligge a Bindi nei duelli individuali; e soprattutto alla prima azione la Cattolica Virtus passa in vantaggio: Paganelli calamita l'angolo che dalla bandierina sinistra Giaquinto fa spiovere sporco sul secondo palo, e col destro al volo schianta il pallone nell'angolo basso. Dall'avvio sono trascorsi cinque minuti scarsi, e uno dopo l'altro lo Scandicci inizia a scendere tutti gli scalini che lo portano al centro dell'inferno: rischierebbe di rimanerci in eterno se Macca (qualcosa sbaglia, ma il suo governo non traballa mai; per partite così ci vogliono arbitri così, bravo lui e bravo Reni a designare un habitué dell'Eccellenza) valutasse irregolare la scivolata efficacissima e pericolosissima di Andreucci su Selvi, rapido nello sprint sul filtrante di Pecori dalla terza linea (15'). In gergo si dice «play on», contatto regolare; il gioco continua a svolgersi e sul capovolgimento è lo Scandicci a protestare: anziché decretare la convalida (anche se non più ortodosso, com'è bello sentirlo: è il punto in fondo a una sentenza), il fischio di Macca sanziona la posizione di Santini considerata irregolare sul lancio di Valencetti da destra (splendida l'apertura di Bucciardini ad avviare l'azione). Non conta quindi la rete segnata con l'esterno destro, e per la Cattolica Virtus è più facile perdonare l'uscita ritardata di Pinzani che anziché farsi incontro al pallone era rimasto a presidio dei pali; per pareggiare dunque lo Scandicci deve trovare altre soluzioni, e contemporaneamente badare a non subire il raddoppio: gli va bene che il diagonale scagliato dal mancino di Mori esca oltre il secondo palo, e che dunque finisca tra le insignificanze il rimpallo perso da Villoresi al limite dell'area. Esce ancor meno vicino all'altra porta il destro al volo che Santini scarica dai ventri metri dopo aver raccolto la scucchiaia d'Alberto Pepe respinta di testa da Pecori: il pallone si perde in zona campanile (20'). Sembra un tentativo disperato, e invece è l'antipasto del pari: fermare Barattucci è complicato per chiunque, se n'accorge Giaquinto che sulla trequarti difensiva deve ricorrere all'ennesimo fallo. Macca dunque concede allo Scandicci una punizione, che Andreucci calcia di potenza verso l'area di rigore: stavolta Pinzani esce, e non è una grande idea; perché Bucciardini lo anticipa, e di testa disegna il pallonetto dell'1-1. Il primo quarto s'è concluso da poco, e lo Scandicci riaffiora dalla zona più orribile dell'universo; ma non è diretta la via che dall'inferno porta in cielo, o in cima alla Toscana: per tornarci c'è bisogno di faticare ancora. Il pendio s'addolcirebbe se Valencetti finalizzasse un contropiede tre contro tre avviato da Mascalchi, che aveva sciolto una mischia nata dall'ennesima punizione di Paganelli, e alimentato da Santini e Bucciardini con l'apertura a sinistra: stavolta Pinzani è attento, e col ginocchio copre il primo palo. È un allarme impossibile da sottovalutare per la Cattolica Virtus, che prova di nuovo a spingere lo Scandicci nella bocca di Lucifero: dalle fauci infernali lo salvano la lettura di Macca, che considera regolare la scivolata con cui Villoresi s'oppone al tiro di Sciulli (largo il braccio, fuori sagoma; comunque fuori area l'impatto: sarebbe stata punizione al limite, pericolosissima con Paganelli tra i tiratori), e la parata di Hancu efficace nell'opporsi a Bonanni sullo scarico d'Arcadipane dall'ultima linea (35'). Non altrettanto può dirsi di Pinzani sull'azione che decide la partita: è poca la spinta con cui tenta d'allontanare il traversone di Santini, scappato a sinistra senza badare alla pressione di Giaquinto; così la traiettoria arriva quasi pulita sul secondo palo, intorno ai dieci metri: lì c'è Valencetti, il cui mancino in acrobazia schianta il pallone nella porta incustodita. D'un tratto si sbriciola la strategia della Cattolica Virtus, che in undici minuti passa dal vantaggio allo svantaggio; e ora vede lontana la sagoma dello Scandicci, e qualche diavolo improvvisamente interessato. Lo sbandamento potrebbe produrre la condanna anticipata: il traversone di Valencetti, stavolta a sinistra sul lob di Mascalchi prolungato involontariamente da Paganelli, pizzica la parte superiore della traversa cui Pinzani scavalcato s'affida. La preghiera va a effetto, ma il costo è pesantissimo: si frantuma allo stesso modo l'occasione capitata a Cercel, che da cinque metri scarsi cerca di scaricare in porta l'angolo di Giaquinto filtrato sul primo palo. A coprirlo c'era Santini, che comunque merita il perdono immediato anche se neppure quest'azione va a buon fine: è favolosa la giocata con cui premia il taglio di Bucciardini (posizione dubbia, regolare per Macca), il cui mancino in corsa finisce largo. S'era già nell'unico minuto di recupero, e dunque qui si chiude il primo tempo; di riprendere fiato c'è bisogno, considerati i ritmi furibondi che stancano anche il popolo in tribuna e sulla terrazza finalmente riaperta. Da lì bisogna strizzare gli occhi per distinguere la prima azione della ripresa: la crea infatti la Cattolica Virtus con un traversone di Selvi che di testa Andreucci sporca prolungandone la traiettoria, e che Hancu toglie di porta affidandosi alla mano di richiamo (48'). Bucciardini sbroglia facile l'angolo che ne segue, e riesce a verticalizzare per Unicori finalmente libero d'alimentare l'azione offensiva: fuggito a destra, Valencetti affonda in area, fronteggia Arcadipane e scarica ai venti metri per Alberto Pepe, il cui destro di prima esce d'un metro sopra la traversa. Dunque lo scarto resta minimo, e la Cattolica Virtus cerca di pareggiarlo con un'azione che parte da destra, tocca la linea laterale sinistra e prima di concludersi torna dall'altra parte: già inseriti nello sviluppo orizzontale insieme a Paganelli, protagonisti del finale sono Mori, che non riuscendo a calciare sul traversone d'Arcadipane usa la suola per trasformarsi in assistman sull'uscita di Hancu, e Sciulli anticipato da Andreucci sul tentativo a colpo sicuro (56'). Anche se meno fluida, la partita resta godibilissima e ricca d'occasioni: cinque minuti più tardi Bernocchi chiama lo schema, e Alberto Pepe lo asseconda trasformando una punizione dal cerchio mediano (fallo di Pecori su Barattucci) in un lancio sopraffino per Bucciardini, che solissimo sottoporta trova l'impatto ma non lo specchio. A chiudere la partita lo Scandicci riprova una decina di minuti più tardi, sfruttando la buca di Cercel (subito prima s'era visto rimpallare un tiro interessante sull'ennesimo angolo di Giaquinto a rientrare) sul rilancio di Villoresi che al limite della propria area aveva vinto fallosamente un contrasto con Bonanni: ne nasce un tre contro tre che per l'opposizione di Pecori né Valencetti, né Santini né Tellini, da poco subentrato a Barattucci, riescono a chiudere con un tiro efficace. È un errore che comunque lo Scandicci non paga, così come non paga quello di Dario Sarti (era entrato, peraltro molto bene, al posto d'Unicori) ostacolato stavolta efficacemente da Pinzani sullo scarico di Tellini imbeccato da Santini: non lo paga perché i cambi di Bernocchi (negli ultimi dieci minuti ne chiama quattro in quattro interruzioni distinte) danno respiro; perché nonostante i tanti palloni messi in area la Cattolica Virtus non calcia più verso lo specchio; e perché quando s'è visto il diavolo non si ha più voglia di tornare a controllare se davvero abbia le corna, la coda, il piede caprino. Calciatoripiù : avanti grazie a Paganelli, la Cattolica Virtus paga carissima la lunga serie d'episodi (le due reti, la traversa); per capovolgerli avrebbe avuto bisogno di concretizzare qualcuna delle occasioni costruite da Sciulli e Selvi . Contro la difesa dello Scandicci (quando s'affrontano Andreucci e Villoresi raramente s'arriva a tirare; e Hancu fa il resto) però segnare è complicato; e allora ci sta di perdere, piegati dalle accelerazioni di Barattucci e dalle reti di Bucciardini e Valencetti .
Aquila Montevarchi-Sestese 1-5

ARBITRO: Marco Morgillo di Firenze
RETI: Marchini, Gusciglio, Bonezzi, Gusciglio, Osmenaj, Ferro
La sosta cade perfetta: se non recupera qualche infortunato l'Aquila Montevarchi rischia di farsi male. A distanza di soli sette giorni la Sestese replica la batosta già inflitta dalla Cattolica Virtus: sempre quattro le reti di scarto, anche se stavolta il punteggio recita 1-5. Perché cominci a raccontare il divario tra le due squadre è sufficiente attendere il 12', minuto in cui Pellegrini calcia a centro area un angolo carico d'effetto: Di Giovanni respinge il colpo di testa di Bartolomei, ma deve arrendersi alla ribattuta di Osmenaj che calciando al volo segna lo 0-1. Lo svantaggio è solo il primo segnale delle difficoltà dell'Aquila Montevarchi, che nella prima mezz'ora rischia di subire il raddoppio in altre due circostanze: lo salvano Di Giovanni sul tiro di Bonezzi dal limite dell'area, e il muro che s'erge sull'angolo di Pellegrini. Di testa lo aveva corretto Gusciglio, cui per far vedere che Marco Ferro lo ha reso un attaccante vero basta il secondo pallone buono: lo scaraventa in porta con un diagonale secco, favorito dal controllo che sull'imbucata d'Andrea Ferro verso il limite dell'area (ottimo Osmenaj ad avviare l'azione) gli consente di girarsi e guardare la porta giusta, non più la propria. Lo 0-2 fa sbandare l'Aquila Montevarchi, che sulla ripresa del gioco perde il possesso e subisce un'altra rete: stavolta la segna Bonezzi girando sotto l'incrocio lontano il pallone servitogli lateralmente da Andrea Ferro. Alla mezz'ora la partita è persa; lo sa bene il Montevarchi, che a cavallo della pausa sfodera una reazione apprezzabile anche se vana: la difesa avversaria allontana il traversone teso di Cuccuini, sceso a destra; e Tabani s'oppone sia a Lapo Simoni sia al rigore di Galeota (fallo di Giannone su Rossini, tanti i dubbi), neutralizzato anche sulla ribattuta. Quando tutto gira così, è bene che la mattinata finisca presto; da giocare però c'è ancora più di mezz'ora, tempo che Gusciglio sfrutta per trovare la doppietta dopo aver vinto un duello fisico in campo aperto sul lancio di Bartolomei: battuto Di Giovanni in uscita, 0-4 il punteggio al 61'. Da trenta metri Marchini, classe 2009 che Peri schiera titolare (ben cinque in panchina), prova a rendere meno aspra la sconfitta con un tiro violento sotto la traversa: è l'unico davvero imprendibile per Tabani, a seguire reattivo sulla discesa mancina di Galastri. Avrebbe potuto essere la rete della speranza; diventa invece l'antipasto dell'1-5 che Andrea Ferro realizza dal disco dopo aver verticalizzato per Gusciglio, steso dall'uscita di Di Giovanni, sul lancio di Vannini. L'altro Ferro, quello che siede in panchina e che nel giro d'un trimestre ha dato alla Sestese un'identità chiara, può essere soddisfatto: raggiunto il Cecina e dimenticati Tau e Scandicci, la Cattolica è lontana soltanto sei punti; l'Affrico soltanto tre. Calciatoripiù : tre reti in due, Andrea Ferro e Gusciglio fanno ammattire la difesa dell'Aquila Montevarchi, che sbatte su Tabani (sontuoso nell'occasione del rigore parato) quasi tutte volte in cui riesce a portarsi al tiro.
Capezzano Pianore-Affrico 2-2

ARBITRO: Edoardo Tonioli di Carrara
RETI: Lucchesi, Lucchesi, Ala, Iania
In trasferta fatica tantissimo. Nelle ultime quattro lontano dal Lapenta l'Affrico ha conquistato due punti appena: contro il Capezzano il risultato è identico a quello che maturò a Lastra a Signa. Il 2-2 finale però nasce da un andamento opposto: alla Guardiana l'Affrico prima rimontò e poi fu rimontato; stavolta prima si fa rimontare, e poi nel finale pareggia. Ne viene fuori un punto che conta poco per entrambi: considerati i risultati delle squadre alle sue spalle, con un successo il Capezzano avrebbe potuto passare un Natale molto più sereno; prova a regalarselo con un ottimo avvio, nel quale però la mira tradisce Lucchesi (efficace l'uscita di Cosi, che lo induce ad anticipare il tiro: d'una spanna accanto al palo) e la sorte Federighi: due le traverse colpite nel corso del primo quarto. L'Affrico replica con due tiri di Piccioli, a lato, uno di Vaggioli (bravo Pelliccia) e la rete del vantaggio: al 44' la segna Ala, che rompe un digiuno lunghissimo (durava dal 3 novembre, 1-4 a Sesto Fiorentino) con un esterno destro di controbalzo dal limite dell'area, dove una respinta della difesa aveva fatto planare un traversone da destra. L'Affrico esulta, ignaro della caducità cui è destinato lo 0-1: basta rientrare dall'intervallo e il Capezzano pareggia con Lucchesi che anticipa la difesa su un traversone rasoterra di Federighi sceso sulla sinistra, e bagna così il secondo esordio in biancorosso dopo la parentesi a Carrara. S'intuisce che la partita ha sterzato di nuovo, e undici minuti dopo se ne ha definitiva la conferma: la seconda rete di Lucchesi, che capitalizza l'imbucata di Neri poderoso nel contrasto in mediana e brillantissimo nella verticalizzazione immediata, costringe l'Affrico a rincorrere. La sua partita sembra compromettersi nel momento in cui Tonioli (direzione insufficiente, insufficientissima) punisce Borgheresi con la seconda ammonizione per un diverbio con gli avversari a gioco fermo: all'apparenza l'inferiorità numerica appesantisce una situazione già complicata. Lo sarebbe definitivamente se il Capezzano approfittasse del momento di difficoltà degli avversari, e provasse a prenderli d'infilata; invece inaspettatamente (stanco? convinto che la rete di scarto sia sufficiente? Ma sarebbe un errore: anche quando fatica l'Affrico resta ricco di talento) s'abbassa, e concede un intero ciack d'occasioni da rete: protagonisti ne sono Lika (lo schema su punizione funziona, la mira no), D'Onofrio, Ala che anziché calciare di prima perde il tempo del tiro e fa rientrare la difesa, Piccioli stranamente scarico; se ci s'aggiunge che sul traversone di Silvestri tutti gli attaccanti in batteria entrano in scivolata e nessuno colpisce il pallone, è spontaneo pensare a una sconfitta annunciata. Nessuno s'aspetta nulla di diverso nel momento in cui a undici minuti dalla fine Dettori raggiunge l'area di porta dell'Affrico; ma il suo tiro alto lascia intatto uno spiraglio. L'allarga Iania, che con una punizione da lontanissimo ci fa entrare tutta la luce di cui c'era bisogno: impeccabile fino a quel momento, anziché sopra Pelliccia spinge il pallone sotto la traversa. È il 2-2, e da giocare restano ancora dieci minuti nei quali nonostante l'inferiorità numerica l'Affrico prova a vincere; ma finisce preda del nervosismo, non costruisce azioni pulite, non riesce a calciare in porta e deve accontentarsi del pareggio. Poteva andare peggio, ma anche meglio. Calciatoripiù: Lucchesi, Chelini, Neri (Capezzano), Nunziati, Iania (Affrico).
Lastrigiana-Floria 3-3

ARBITRO: Gabriel La Rosa di Pistoia
RETI: Gomma, Gracci, Sollazzi, Dei, Vella, Migliorini
A tratti ben giocata, quella tra Lastrigiana e Floria ha avuto uno sviluppo singolare: 3-3 il finale, risultato che lascia spazio a recriminazioni da ambedue le parti. I pochi spettatori presenti nel freddo umido non indifferente della Guardiana hanno ammirato una Floria che ha creato molto gioco e occasioni da rete, esercitando un predominio pressoché costante sul piano del possesso palla; ma tutto è stato vanificato quando si è trattato di finalizzare. A ciò, almeno nell'occasione, s'è aggiunta una certa vulnerabilità difensiva sulle situazioni da fermo. Per complesso e qualità della rosa la Floria non avrebbe nulla da invidiare ai primi della classe; ma per i molti gol subiti per i molti sbagliati i punti sono quelli; e siccome vale lo scritto ne va preso atto, e occorre stare attenti alle squadre che inseguono più che a quelle che precedono. Alla sua sesta partita consecutiva senza vittorie, la Lastrigiana può recriminare per un rigore generoso fischiato contro (La Rosa convince tutti i presenti con una prestazione eccellente e una bravura non comune, ma nell'episodio rimane più di un dubbio); complessivamente, alla luce dei tre gol realizzati e della combattività dimostrata, offre una prestazione decisamente passabile. Entrambe le formazioni navigano in brutte acque, ma possiedono i requisiti per approdare in mari più tranquilli e sicuri: nel tentativo di risalita sia lecito spendere una leggera preferenza per la Floria, in ragione della qualità di cui dispone; la Lastrigiana soffre la mancanza di un terminale offensivo in grado di risolvere le partite, o perlomeno dare apporto decisivo in certe circostanze e situazioni d'attacco, un limite sul quale continua il lavoro dello staff tecnico biancorosso. La cronaca. La Floria si proietta subito in avanti alla ricerca del vantaggio: al 5', su errato rinvio di Lascialfari, Migliorini entra in area e calcia direttamente in porta ma colpisce male metri e calcia abbondantemente fuori. Cinque minuti più tardi una bella triangolazione con Dei porta di nuovo Migliorini in pedana: tiro debole. Il copione si ripete dopo centottanta secondi, diverso però l'interprete: un cross da destra pesca Dei in posizione centrale e a non più di cinque metri porta; ma il suo colpo di testa sfiora la traversa e termina fuori. La Floria ci riprova con insistenza: al 14' un diagonale scoccato da Migliorini da posizione defilata finisce la propria corsa sul fondo; al 22' Lenzi impegna Lascialfari sugli sviluppi di un calcio d'angolo; al 26' esce di pochissimo il tiro di Dei. A sorpresa alla prima vera sortita la Lastrigiana passa in vantaggio: una rimessa laterale genera una mischia nell'area della Floria, sottomisura Gomma la risolve in maniera vincente con un intervento in spaccata. Dal vantaggio la Lastrigiana trae fiducia, e riprova a rendersi pericolosa con un diagonale di Gracci: pallone a lato, ben preparata l'esecuzione. Prosegue comunque il momento favorevole della Lastrigiana, che al 40' raddoppia: è merito di Gracci, che da una ventina di metri lascia partire un gran tiro a incrociare sul palo più lontano. Poca la reazione della Floria: e, dopo un solo minuto di recupero, La Rosa pone fine al primo tempo. La ripresa si apre con un'occasione fallita dalla Lastrigiana su un calcio di punizione battuto da Sollazzi dalla trequarti: Gomma vede il pallone spiovere all'ultimo, e non impatta in maniera vincente. Poi la Floria reagisce: al 48' si segnala un'occasione ghiottissima fallita da Dei, che solo davanti a Lascialfari gli calcia addosso. Passa appena un minuto e La Rosa fischia un rigore pesante: la difesa tocca con un braccio un traversone di Dei; Vella trasforma con potenza e precisione, e dimezza lo svantaggio. Il pareggio arriva poco dopo: una sassata di Migliorini da distanza siderale colpisce la parte interna della traversa e rientra sul terreno di gioco; Dei è lesto nel tap-in vincente (57'). La gara s'infiamma, e il 2-2 regge tre minuti scarsi: con una zampata sottoporta Sollazzi sfrutta una mischia prolungata, nata da una punizione dalla trequarti; nella circostanza lasciano più di una perplessità sia la posizione sia l'attenzione dei difensori ospiti. La Lastrigiana quindi torna avanti di una lunghezza, e deve guardarsi le spalle: al 71' Lascialfari respinge con bravura una rasoiata di Marini da una ventina di metri. Undici minuti più tardi la partita si riequilibra, stavolta in modo definitivo, grazie a un controverso calcio di rigore assegnato per punire un fallo su Marini, che cade a terra appena entrato in area avversaria. Il bravissimo direttore di gara, in posizione parsa ottima per giudicare, dice che il tutto si è svolto in maniera fallosa; e decreta il rigore fra le proteste veementi dei calciatori della Lastrigiana. Si incarica della trasformazione Migliorini, che spiazza Lascialfari e segna il 3-3. Solo nervosismo e poco altro fino al 90', quando Aldighieri calcia bene dal limite: Orsucci è ben piazzato e para. Nei tre minuti di recupero in campo non succede nulla; mentre è la tribuna, con uno scambio verbale tra le opposte fazioni, a surriscaldare l'ambiente, fermo restando che nonostante il freddo il clima natalizio avrebbe suggerito di rimandare. Prosit! Calciatoripiù : oltre che in fase realizzativa (non a caso è il capocannoniere della squadra), Sollazzi si conferma ottimo in fase di passaggio, anche lungo, e nella visione del gioco. sempre attento e reattivo, in più di un'occasione Lascialfari salva la propria porta. Attento in fase difensiva e pericoloso in quella offensiva, Gomma realizza un gol e va vicino alla doppietta. Calciatore molto tecnico, come dimostra in occasione del gol, Gracci (Lastrigiana) gira bene a sprazzi. Rapido a concludere, bravo col pallone tra i piedi, Dei sempre pericoloso in zona gol, anche se non sempre precisissimo. Presente in tutte le parti del campo, Misuraca corre, recupera palla e smista con sapienza. Lenzi combatte e si industria in più mansioni, spesso con risultati positivi. Veloce e tecnico, anche se sottoporta sbaglia un po' troppo, Migliorini (Floria) conferma un ottimo potenziale.
Csl Prato Social Club-Forte Dei Marmi 2015 2-2

ARBITRO: Francesco Marini di Empoli
RETI: Verrengia, Gori G., Privitera, Di Sacco
Il 27 ottobre 2006 Firenze esultò: la Fiorentina era di nuovo a zero, e da lì poteva iniziare un campionato nuovo. Fu un campionato trionfale (d'altra parte la guidava il miglior allenatore di tutti gli emisferi, prandelliani una volta prandelliani sempre): riuscire a replicarlo è l'augurio che merita di sentirsi rivolto il Forte dei Marmi, che segnando il 2-2 al 94' strappa un punto al Csl Prato Social Club. È un punto pesante: diventano tredici quelli ottenuti sul campo, quanti quelli portati via da una sentenza contestatissima. Dei problemi legati alla coppa disciplina ci sarà modo di parlare poi: rimontando il doppio svantaggio all'intervallo, il Forte dei Marmi dimostra di volersi (e di potersi) salvare sul campo. Già nei primi venti minuti aveva creato un paio d'occasioni da rete, non concretizzate da Di Sacco (bravo Ciolfi a chiudergli lo specchio) e da Benetti, che anziché servire Juan Carlos Guidi solo al suo fianco insiste nel dribbling, e fa sfumare l'azione. I due episodi rischiano di pesare, perché arrivato indenne alla mezz'ora il Csl Prato Social Club impiega due contropiedi in due minuti per portarsi sul doppio vantaggio: segna Verrengia, che appoggia in porta un traversone di Di Sessa; e segna Gabriele Gori, liberato davanti a Vignali dalla verticalizzazione di Cuzzavaglio. Il 2-0 all'intervallo è una punizione pesantissima per il Forte dei Marmi, che però non sta a piangere sulle proprie sfortune; la sua reazione produce il 2-1 già in avvio di ripresa: segna Privitera, che di testa gira in porta il calcio d'angolo di Di Sacco. Il Csl Prato Social Club arretra, e nel giro d'un quarto d'ora il Forte dei Marmi segna due reti; peccato che Marini non ne convalidi neanche una, né a Juan Carlos Guidi (fallo di mano, molto contestato) né a Beltrano (fuorigioco, decisione supportabile: resta comunque pregevole il gesto tecnico, una spizzata di testa su uno spiovente profondo dalla trequarti). Il Csl Prato Social Club ritiene dunque d'essersi salvato, anche perché dopo la fiammata la partita sembra andare a placarsi; Marchetti però ha un'idea diversa, e al terzo dei cinque minuti di recupero affonda in area prima di nascondere il pallone a Verrengia che lo travolge: netto il rigore, inappuntabile Di Sacco nell'esecuzione, Forte dei Marmi finalmente a zero. Anche se ha otto punti in più, lacrima invece il Csl Prato Social Club: se continua a non proteggere i vantaggi, neanche quelli doppi, non può pensare di salvarsi. Tempo ce n'è, dopo il mercato di riparazione qualità pure; però ora occorre darsi una mossa. Calciatoripiù: Hasko (Csl Prato Social Club), Di Sacco, Gatti (Forte dei Marmi).
Seravezza-Atletico Lucca 5-4

ARBITRO: Francesco Menchini di Viareggip
RETI: Bianchi, Bianchi, Giannelli, Putignano, Storti, Dhana, Dhana, Petretti, Nannizzi
Se si salverà, il Seravezza dedicherà una statua a Pierfederico Trifoni. Nell'ultimo ordine del 2024 un po' di bronzo è entrato: almeno sul piedistallo è giusto cominciare a ragionare. L'anno infatti si conclude con la seconda vittoria in due scontri diretti consecutivi: al 2-4 ottenuto in rimonta sul campo della Floria segue un clamoroso 5-4 inflitto all'Atletico Lucca, battuto al 94' e ora costretto a occupare la terzultima posizione, una di quelle che bruciano. Eppure in avvio e per tutto il primo tempo ipotizzare l'epilogo è impossibile: al 7' l'Atletico Lucca conduce 0-2 grazie a due azioni personali di Dhana (non perfetto Biancardi sulla prima rete); e al 10' sfiora il tris: Alberto Tognetti ha tutte le feste a disposizione per rammaricarsi della traiettoria assunta dal suo tiro quasi perfetto, che schiaffeggia la faccia interna del palo prima di tornare all'interno del terreno di gioco. Neanche l'episodio fortunato sembra scuotere il Seravezza, che solo quando la mezz'ora è abbondantemente trascorsa indovina il guizzo per riaprire la partita: segna Storti, che risolvendo una mischia in area dimezza lo svantaggio. Ma lo scarto minimo non arriva indenne alla pausa: nel recupero Petretti pianta nel sette una punizione da una ventina di metri abbondanti, e l'Atletico Lucca chiude il primo tempo in vantaggio 1-3. Il risultato non cambia neppure nel quarto d'ora che avvia la ripresa, dopo il quale Trifoni comincia a cambiare. La prima mossa lo premia subito: appena entrato Putignano azzarda il dribbling a centrocampo, sfrutta il corridoio aperto da Giannelli che tagliando costringe la difesa a seguirlo e da una trentina di metri incastra il pallone in porta dopo un rimbalzo davanti a Bernardeschi. La rete del 2-3 spiazza l'Atletico Lucca, che quattro minuti più tardi si vede inaspettatamente raggiunto: segna Lorenzo Bianchi, il più svelto a calciare il pallone schizzato via da una mischia. Ora si recita su una trama diversa, che vede il Seravezza prendersi il centro del palcoscenico; per schiodarsi dal 3-3 però c'è bisogno d'intaccare gli ultimi cinque minuti del tempo regolamentare: segna di nuovo Lorenzo Bianchi, stavolta di testa, correggendo in rete un traversone di Checchi da destra. Il Buon Riposo s'esalta, ma ancora non è ora: l'Atletico Lucca si riversa in avanti, e al 1' di recupero calciando col collo interno Nannizzi segna il 4-4 sugli sviluppi infiniti d'un calcio d'angolo allontanato tardi e male. Date le premesse, forse del pari il Seravezza potrebbe comunque accontentarsi; non glielo consentono il suo carattere né quello del suo allenatore, che incita a una nuova azione d'attacco, almeno una. Di nuovo la mossa funziona: l'Atletico Lucca gestisce male un pallone catapultato nella sua area di rigore, e di controbalzo Giannelli lo imbulletta all'incrocio. Ora davvero di tempo non ce n'è più: il Seravezza vince, e dopo un autunno infernale inaugura l'inverno abbandonando la zona retrocessione. Ci finisce l'Atletico Lucca, che deve interrogarsi soprattutto sulla propria tenuta mentale: difficilmente si spiegano i blackout che hanno portato dall'1-3 al 4-3, e poi al 5-4 a partita finita. Calciatoripiù: Putignano bagna il rientro con la rete che avvia la rimonta, nella prima parte completata da Lorenzo Bianchi ; così il Seravezza non sente il peso delle reti di Dhana e Petretti , che prima della pausa sembravano aver indirizzato la partita a favore dell'Atletico Lucca.