Se l'è vista brutta, bruttissima, orribile; e così, anche se è innanzitutto una celebrazione agli errori sottoporta, il Capezzano può festeggiare il punto ottenuto in rimonta sul campo dello Sporting Cecina, cui per vincere non basta la doppietta di Paladini nella prima metà della ripresa. Solo nel finale Lucchesi trova la rete che avrebbe potuto segnare già nel primo tempo, in almeno due occasioni: si sarebbe sviluppata una partita diversa se ne avesse concretizzata almeno una, impresa non impossibile considerato che il retropassaggio di Manetti e un lungo lancio a spaccare la difesa lo avevano liberato davanti a Bertoli, graziato e poi graziato di nuovo. Più volte a rischio nella prima mezz'ora, lo Sporting Cecina affida la propria reazione a Monaco e Yasser Dardar: la loro mira imita quella di Lucchesi, e dunque neppure Pensabene è costretto a sudare per mantenere pulita la porta. Date queste premesse è inevitabile lo 0-0 alla pausa, dopo la quale cambia tutto: sull'angolo di Cerri la difesa del Capezzano si scorda di marcare Paladini, il cui colpo di testa sblocca il punteggio. Preceduta dai tiri di Ouadjaout e Trombella che dal limite dell'area mancano lo specchio, un'azione simile genera il raddoppio dello Sporting Cecina: di nuovo Cerri crossa al centro un angolo carico d'effetto; stavolta la difesa smorza il traversone deviandolo al limite dell'area dove s'attiva la calamita di Paladini, che conficca il pallone all'incrocio. È l'azione che chiude il terzo quarto e che tormenta il Capezzano, apparentemente rassegnato a uscire sconfitto; ma un episodio gli consente di riaprire la contesa: Lega lascia Lucchesi libero di impadronirsi d'un rilancio profondo apparentemente innocuo, e una volta che s'è fatto prendere il tempo e che gli ha concesso l'ingresso in area non può far altro che strattonarlo; Diop sanziona il fallo col rigore, che Neri converte nel 2-1. Alla fine manca un quarto d'ora, e il Capezzano comincia a crederci; le speranze crescono dopo un altro episodio da moviola, l'espulsione di Bertoli che raccoglie il pallone con le mani fuori area: forse troppo severamente (non c'erano avversari così vicini da intervenire per battere a rete), Diop dunque costringe lo Sporting Cecina a chiudere in inferiorità numerica, e senza portiere titolare. Entra Manuel Ricci, classe 2009 (sacrificato Tarrini), immediatamente superato dal pallonetto di Lucchesi che scatta alla perfezione sull'ennesimo lancio profondo: niente fuorigioco, pallone in rete (la terza nelle ultime due partite: grande ritorno) e 2-2. Da giocare resta ancora una decina di minuti, nei quali il Capezzano potrebbe sfruttare la superiorità numerica; ma la poca lucidità che esprime (pesa la stanchezza fisica e nervosa dovuta alla rimonta) gli impedisce di rifinire pericolosamente le ultime azioni offensive, e lo costringe ad accontentarsi del pari. È comunque un buon accontentarsi. Calciatoripiù : dagli angoli di Cerri nascono le due reti di Paladini (Sporting Cecina), neutralizzate da Neri e da Lucchesi (Capezzano P.).
Come una salita di montagna, curva dopo curva. Lo Scandicci supera anche questo tornante proseguendo la sua marcia, mantenendo la porta inviolata e segnando quattro reti. L'Oltrera torna invece a casa con zero punti, ma con la consapevolezza di aver dato tutto per mettere in difficoltà la capolista usando tutte le armi a propria disposizione. Bernocchi conferma il solito modulo, con tre novità: tra i pali gioca titolare Caracci, Martinelli e Carone esterni di difesa. Ansaldi si affidano invece a Filippo Bianchi unica punta, supportato da Trapani e Di Donfrancesco; strette le linee tra difesa e centrocampo per imbrigliare la manovra blues. La partita scoppia subito al 6': dal corner Barattucci pesca in area Bucciardini, il cui colpo di testa Francesco Baldini sventa magnificamente. Sei minuti dopo Carone scappa a sinistra su un'imbucata del solito Barattucci, ma il suo sinistro si spegne a lato. Al 16' improvvisamente l'Oltrera costruisce una grande occasione: Andreucci spende un fallo per fermare Di Donfrancesco sul lato corto dell'area. La punizione che ne segue trova libero sul secondo palo Borghini, lasciato solo dalla difesa; ma il suo colpo di testa è largo alla sinistra del palo. L'episodio avrebbe potuto cambiare le sorti del match, lo Scandicci annusa il pericolo a alza i giri del motore. Al 27' Pepe pesca isolato a sinistra Barattucci, il cui cross la difesa soffoca in angolo. Dalla bandierina i blues sbloccano il punteggio: Francesco Baldini smanaccia il traversone; dalla parte opposta dell'area Pepe rimette di prima in mezzo sul secondo palo, dove tutti si dimenticano di Ducci che per depositare in rete non deve fare altro che aprire il piattone. Forti le proteste dell'Oltrera per la posizione dubbia dell'autore del vantaggio: senza indugio Guerrieri indica il centro del terreno di gioco. Sbloccato il match, lo Scandicci gioca con più scioltezza e raddoppia poco dopo la mezz'ora: Martinelli serve sulla sua verticale Dario Sarti, aperto in posizione di ala destra; il cross a centro area trova pronto Pepe, che stop con il sinistro e incrocia il piatto destro per battere di nuovo l'incolpevole Baldini. 2-0 blues. Un minuto dopo l'Oltrera costruisce un'occasione monumentale per dimezzare lo svantaggio. Trapani scappa a sinistra e pennella un cross meraviglioso per Filippo Bianchi, che stacca imperioso sovrastando i centrali avversari; ma la risposta di Caracci è da campione: palla inchiodata sulla linea di porta a salvare il doppio vantaggio. Poco prima dell'intervallo ci prova ancora Carone, l'imbucata stavolta è di Pepe: la botta trova l'opposizione di Francesco Baldini con il piede destro. Con quest'ultima emozione le squadre vanno negli spogliatoi per la pausa di metà gara. I propositi di rimonta dell'Oltrera si spezzano definitivamente al 50', quando la doppietta di Ducci porta a tre il divario. Il gol nasce da un'invenzione di Carone che parte da sinistra e accentrandosi verso il limite dell'area viene steso fallosamente. Barattucci si incarica della battuta servendo Ducci, che restato accanto alla barriera fino all'ultimo si stacca al momento della battuta; nessun avversario ne segue il suo movimento, che si conclude con il destro incrociato sul palo lontano. Bravo lui, bravo Barattucci a servirlo e bravo Carone con la sua sortita a conquistare la punizione. Il gol in apertura di tempo è una mazzata per l'Oltrera che comunque prova a riaprire la partita: Filippo Bianchi scappa via in contropiede eludendo il fuorigioco, e appena dentro l'area da sinistra esplode il mancino trovando però attentissimo Caracci. Sul proseguimento dell'azione nasce una mischia in area, sventata da Andreucci che allontana. La girandola delle sostituzioni rallenta un po' i ritmi: lo Scandicci amministra il gioco rimanendo in controllo; l'Oltrera prova a pungere ma senza riuscirci: all'81' la punizione di Matteoli dal limite termina alta sulla traversa. A pochi minuti dalla fine, con il risultato in ghiaccio, di colpo il Bartolozzi si anima. Prima un sussurro, poi un boato per riabbracciare il ritorno in campo di Mattia Buzzanga, fermo da agosto per problemi fisici. Il cinque che si scambia con Santini al momento della sostituzione è dolce più che mai. Prima della fine del match c'è da segnalare ancora una gran parata di Francesco Baldini sul colpo di testa del neoentrato Bendoni su azione d'angolo, calciato ancora da Barattucci. Ancora una prova fantastica per il numero undici blues. A due minuti dalla fine lo Scandicci cala il poker. La difesa allontana l'ennesimo calcio d'angolo, di testa Carone ributta il pallone nel cuore dell'area; sulla seconda respinta si avventa Unicori, che col mancino al volo schianta il pallone nell'angolo basso alla sinistra di Francesco Baldini. È un gol splendido, che fa calare il sipario sul match senza minuti di recupero. Lo Scandicci corre, prosegue la sua marcia. Quattro reti, porta inviolata, rotazione della rosa. Bernocchi ha di che essere contento. La squadra appare in forma e sempre sul pezzo. Nonostante il passivo l'Oltrera si dimostra una delle squadre meglio disposte in campo tra quelle viste al Bartolozzi: strette le linee tra i reparti, buono il pressing, altrettanto la corsa. La disposizione in campo è stata coerente fino alla fine. Serve pungere maggiormente negli ultimi sedici metri. Calciatoripiù : con la sua doppietta Ducci indirizza il match; ai due gol abbina una sapiente regia in mezzo al campo. Pepe c'è sempre, stavolta con un gol un assist. Sontuosa la prova di Carone , che cerca il gol due volte e mette lo zampino nel 4-0. Funziona a meraviglia la catena di sinistra con Barattucci (Scandicci). Francesco Baldini limita il passivo con almeno due splendide parate: non può niente sui gol. Filippo Bianchi è una costante minaccia, sempre pronto a creare grattacapi ai difensori avversari. Di Donfrancesco (Oltrera) galleggia tra centrocampo e attacco, lo fa bene. Buona l'intesa con il suo centravanti.
C'è voluto il 2025 per tornare a vincere in casa. La Floria distrugge il tabù (dopo aver vinto con la Sestese, al Grazzini aveva perso sei partite di fila) e chiude il girone d'andata con un successo che le consente di scappare dalla zona retrocessione: l'Aquila Montevarchi, per la quale ormai è lecito parlare di crisi (tre le sconfitte consecutive), esce sconfitta da un rigore di Migliorini. Era stato lui ad avviare la prima azione pericolosa con un lancio perfetto per Fiorini, che entra in area dopo aver saltato l'ultimo difensore e calcia a lato di pochissimo (4'). La Floria ci riprova all'8': Dei va via su la sinistra e calcia forte, mandando il pallone a sorvolare la traversa. Terza occasione a metà tempo: il lancio perfetto di Lenzi innesca la rapidità di Migliorini, che controlla e calcia sfiorando il palo alla destra di Di Giovanni. L'Aquila Montevarchi fatica a reagire, e al 36' rischia di nuovo: uscito da una mischia nata da un corner, il pallone arriva a Vella che solo calcia su Di Giovanni in uscita. La Floria spinge tantissimo e al 44' passa in vantaggio: decide Migliorini che si conquista (fallo di mano di Mariniello: è vicino Serpentoni, che ha arbitrato bene) e trasforma il rigore dell'1-0. Per la reazione del Montevarchi occorre attendere l'inizio del secondo tempo: ci prova subito Rossini, il cui tiro si perde di poco alla destra di Servi (48'); identici l'esecuzione e l'esito al 65'. La pressione sulla Floria aumenta, Galeota e Lapo Simoni imbastiscono diverse azioni d'attacco; ne nascono Delle punizioni e corner, che Servi sicuro nelle uscite riesce sempre a neutralizzare. Così le occasioni migliori capitano alla Floria, che a cinque minuti dalla fine potrebbe raddoppiare e archiviare il successo: il neoentrato Materassi entra in velocità in area dove viene falciato, e si conquista il secondo rigore di giornata. Per la trasformazione si presenta Dei, che calcia forte ma stampa il pallone sulla traversa; cinque minuti più tardi gli va male anche il secondo tentativo, neutralizzato da una grande parata di Di Giovanni. Il successo di misura racconta solo in parte la buona domenica della Floria, che se avesse sempre giocato con questa intensità sicuramente navigherebbe in acque più tranquill. Calciatoripiù: Lenzi governa davanti alla difesa, Gashi non sbaglia un intervento, Migliorini si conferma sempre pericoloso in attacco (sua la rete decisiva), Servi (Floria) sicuro nelle uscite; contro avversari così non bastano le prove positive di Cuccuini, Lapo Simoni e Galeota (Aquila Montevarchi).
Punto dopo punto, il Forte dei Marmi sta provando a tornare dove stava prima che la giustizia sportiva lo precipitasse nel baratro: il secondo 2-2 consecutivo dopo quello di Prato gli consente di cancellare lo zero dalla casella dei punti effettivi. Sono quattordici invece quelli conquistati sul campo, gli stessi della Lastrigiana cui non basta la rimonta incastonata tra il 35' e il 39' per ritrovare il successo: ormai manca dal 10 novembre, 2-0 all'Atletico Lucca diretto concorrente per la salvezza. Di questo infatti si discute in Versilia per tutta la prima mezz'ora, nella quale le poche emozioni spingono il pubblico a dedicarsi ai calcoli e alle proiezioni; poi improvvisamente la partita s'accende sulla punizione perfetta di Di Sacco, che dal limite dell'area porta in vantaggio il Forte dei Marmi. A punizione risponde punizione: la Lastrigiana pareggia subito col colpo di testa di Burroni, letale sul traversone laterale di Pieragnoli cui Benfari aveva affidato la ripresa del gioco. Subito raggiunto e deciso a chiudere il primo tempo avanti, il Forte dei Marmi sale d'una decina di metri; e si vede subito punire: controllato lo scarico di Burroni, Gracci premia il taglio di Sollazzi che viola l'area e batte Vignali per la seconda volta in quattro minuti. Per il morale del Forte dei Marmi potrebbe essere l'ennesimo colpo letale d'una stagione che continua a oscillare tra la complessità e il dramma; prova a rimediare Privitera, che tenta d'imitare Burroni su un'altra punizione di Di Sacco, stavolta laterale: deviazione sporca, Lastrigiana salva. È identico il commento in calce all'azione che apre la ripresa: si schianta sulla faccia interna del palo il tiro di Benetti, che s'era ben liberato al limite dell'area. È il secondo segnale d'allarme per la Lastrigiana, che lo recepisce e prova a portare a due le reti di vantaggio; ma Grazzini si fa sorprendere dall'emozione, e solo davanti a Vignali fallisce il pallone del tris. È un altro segnale, e il Forte dei Marmi dimostra d'aver capito che significa: il colpo di testa di Franchini, subito prima protagonista d'uno scambio di persona (era stato Marchetti, non lui, a commettere un fallo da ammonizione: al Forte dei Marmi va bene, sarebbe stata la seconda; meno bene va a Benfari, espulso per proteste insieme a uno dei suoi dirigenti), spinge in porta la punizione che Privitera aveva calciato in area dalla trequarti, e sulla quale Niccolò Pepe era uscito in ritardo. Piange dunque la Lastrigiana, che fatica a gestire i vantaggi; piange, e anche se l'Atletico Lucca è scivolato a meno due sussulta quando guarda una classifica preoccupante. Calciatorepiù : polmoni da fondista e personalità da veterano, il 2009 Privitera (Forte dei Marmi) calcia la punizione da cui nasce il 2-2.
In casa è rifiorito. Se in trasferta aveva chiuso il 2024 con due sconfitte e due pareggi, al Lapenta l'Affrico è tornato quello d'un tempo: il 5-1 inflitto al Csl Prato Social Club, che neppure il poderoso calciomercato invernale riesce a tirar fuori da una classifica sempre più complicata (la salvezza è a meno sei), porta a quattro il numero di vittorie interne consecutive. La quarta prende forma già al 6', al culmine di un'azione costruita verticalmente da Vaggioli (gli cala benissimo l'abito di centravanti atipico che Sozzi gli ha cucito addosso) e alimentata dal velo di Giugliano, in seguito protagonista assoluto con la doppietta che gli consente di chiudere l'andata con sette reti: il movimento favorisce il taglio di Piccioli, che sbuca davanti a Ciolfi e interrompe un digiuno lungo più d'un mese e mezzo. Sotto 1-0 alla prima vera occasione, il Csl non reagisce e al quarto d'ora si trova sotto di due: sull'angolo di Silvestri nessuno marca né La Greca, libero di colpire di testa, né Giugliano, che raccoglie la parata di Ciolfi e accompagna il pallone in rete. Il doppio vantaggio però dura cinque minuti appena: dal lato corto dell'area di rigore Alessio Gori (bravo se voleva calciare; fortunatissimo se cercava il traversone) riesce a far passare il pallone tra il guanto di Cosi e la traversa. Il punteggio passa dunque sul 2-1, e ci resta fino al quarto d'ora della ripresa: nella metà del primo tempo che resta da giocare l'Affrico spreca due occasioni pulite (libero sul fondo, Bonfanti sbaglia il servizio per Giugliano pronto a colpire a rimorchio; va male anche sul traversone di Nunziati, con l'anticipo involontario di Piccioli su Silvestri che stava per accompagnare il pallone in porta) per ristabilire le due reti di scarto. Se ci s'aggiungono tre possibili rigori non concessi da Bracciali (due su Vaggioli, prima murato con un tocco di mano e poi trattenuto mentre stava per battere a rete; uno su Nunziati, punito cervelloticamente per gioco pericoloso) si capisce come mai alla fine del primo tempo Sozzi si rammarichi. Il gran merito dell'Affrico è canalizzare il dispiacere in energia, e produrre altrettante occasioni stavolta fruttifere: Giugliano, che poco prima aveva colpito il palo dopo una combinazione con Nutini (Silvestri aveva ribadito in rete la respinta: Bracciali annulla per un fuorigioco che non c'è), allunga la punta sul pallone messo dentro da Bonfanti, e al 60' porta il punteggio sul 3-1. Di nuovo costretto a intaccare uno svantaggio doppio, il Csl si spegne e smette di pressare; così l'Affrico può finalmente giocare in scioltezza, libertà da cui nascono altre due reti: le segnano Ala, che si procura (fallo di Hasko) e segna il rigore del 4-1, e Bahry che calciando di controbalzo col mancino dal vertice sinistro dell'area di rigore inchioda il pallone sotto il secondo incrocio. È il sigillo perfetto d'una partita perfetta: per vincere il campionato rischia d'esser tardi, troppi i punti persi per strada; ma nel girone di ritorno l'Affrico ha intenzione di dar noia a tutte, soprattutto a quelle che gli ballonzolano davanti. Calciatoripiù : la doppietta di Giugliano indirizza la partita; anche se non segna il migliore in assoluto però è Vaggioli, stratosferico da centravanti atipico.
Sta tutto negli scontri diretti. Più che in un paio di fisiologici passaggi a vuoto (a Soffiano recriminano ancora per l'arbitraggio della Guardiana, e si rammaricano per il punto concesso al Seravezza), è in questi che la Cattolica Virtus ha al momento cestinato la possibilità di lottare alla pari con Scandicci e Tau per la vittoria del titolo regionale: di solito le altre partite, quelle in cui è favorita, le vince di slancio. Se ne accorge l'Atletico Lucca, battuto 2-4 nonostante la provvisoria rimonta a cavallo della metà del primo tempo: i due rigori di Mori, sempre più leader e capocannoniere della squadra (sette i centri in metà campionato), riportano l'inerzia della partita nella traiettoria che già in avvio s'era intuito che potesse assumere. Alla Cattolica Virtus bastano infatti dieci minuti scarsi per passare avanti: facendosi trovare pronto alla ribattuta vincente sul tiro-cross di Bindi respinto dal secondo palo, Papi dimostra subito che il nove sulle spalle ha più d'una ragione. Per l'Atletico Lucca sembra dunque essere iniziata un'altra domenica lacrimosa: alla fine lo sarà, e dunque servono soltanto ad alimentare l'illusione le reti con cui Dhana (non c'è Cercel, squalificato; e senza le sue indicazioni la difesa s'allinea male nel tentativo di far scattare il fuorigioco per vanificare la ripartenza) e Petretti, gran tiro a giro sul secondo palo, spostano temporaneamente il punteggio sul 2-1. Il vantaggio non arriva intatto all'intervallo: Magrini considera fallosa (decisione contestata, ma le immagini la convalidano) la carica d'Alberto Tognetti su Sciulli, e concede alla Cattolica Virtus il primo dei due rigori che Mori converte aprendo l'interno destro. Per il secondo è sufficiente aspettare che si completi il quarto d'ora della ripresa, segnato da una pressione crescente: falloso l'intervento dell'altro Tognetti, Andrea, su Selvi già in equilibrio precario sulla pressione di Picariello, impeccabile Mori che stavolta il destro lo incrocia. Sul 2-3 l'Atletico Lucca si spegne, e concede agli avversari un predominio territoriale che produce due occasioni pulite (splendido Bernardeschi su Giaquinto, che aveva calciato da fuori; decisivo Bonelli, che di testa toglie di porta il tiro di Sciulli a colpo sicuro) e un'altra rete: con il destro la segna Paganelli, seconda consecutiva dopo quella allo Scandicci, sugli sviluppi d'un calcio da fermo da cui era nata una mischia sottoporta. Per la Cattolica Virtus è il modo migliore per chiudere il girone d'andata e iniziare il 2025: è vero che Scandicci (+9) e Tau (+8) sono lontanissimi, all'apparenza irraggiungibili; ma in inverno e soprattutto in primavera una nuova tendenza negli scontri diretti potrebbe portare qualche gioia inattesa.
Dovrebbe essere il primo risultato della ricerca «le rimonte più incredibili del calcio»: nel giro di tre minuti il Seravezza ribalta la rete siglata in avvio da Gusciglio e centra la seconda vittoria consecutiva interrompendo la striscia positiva della Sestese. Il punteggio si sblocca dopo una manciata di minuti: dopo aver calamitato un fallo laterale battuto lungo da Giannone, Gusciglio controlla, si gira, punta l'area, arriva al limite e calcia di collo pieno sul primo palo; il pallone schizza sul terreno bagnato e prende velocità, e Pianti non può fare nulla per intervenire. Dopo lo squillo iniziale la partita si spegne; per una nuova emozione va atteso il 12', minuto in cui la Sestese sfiora il raddoppio con un'altra conclusione dalla distanza: questa volta ci prova Biscardi che raccoglie il pallone sulla trequarti e cerca il sette, ben protetto da Pianti. Al 18' arriva anche il primo tentativo del Seravezza. La soluzione è sempre la stessa, il tiro dalla distanza: ci prova Masala che riceve il pallone al vertice dell'area, e col mancino tenta di sorprendere Xillo sul palo lontano; la mira però non è impeccabile, e il pallone finisce abbondantemente a lato. Sembra però un episodio occasionale. Al 25' torna a rendersi pericolosa la Sestese, stavolta su calcio d'angolo: Pellegrini batte forte all'interno dell'area di porta, Andrea Ferro cattura la respinta di Pianti e di prima lascia partire una bordata diretta all'angolo; ma sulla traiettoria si trova un compagno che involontariamente protegge la porta avversaria. L'azione però non è finita: dopo la respinta il pallone carambola nella zona di Pellegrini, che dal vertice dell'area calcia al volo con l'esterno, di poco alto. Il primo tempo non ha ulteriori emozioni da regalare, e per assistere al primo squillo della ripresa bisogna aspettare fino al 50'. L'occasione stavolta la costruisce il Seravezza: innescato da un pallone lungo, Giannelli usa benissimo il corpo per poi scaricare su Storti, il cui tiro dai venti metri Xillo blocca senza particolari problemi. La prima parte del secondo tempo è povera di emozioni. La seconda occasione si registra soltanto al 60', nuovamente a favore del Seravezza: Checchi riceve il pallone sulla trequarti ed apre a destra dove si propone Diaconu; sul suo cross all'altezza del dischetto Giannelli impatta di testa, senza trova lo specchio. Dopo aver rischiato in due circostanze la Sestese reagisce, e sfiora il raddoppio: sulla destra si propone Scarlini, che sfrutta il servizio di Biscardi per crossare rasoterra; il suo traversone trova Gusciglio, che si gira in mezzo a due difensori e col mancino cerca la doppietta negatagli da Pianti. Alla fine manca una manciata di minuti, e la Sestese si abbassa per difendere la rete del vantaggio. È un errore fatale, perché improvvisamente il Seravezza pareggia e poi ribalta il punteggio. L'1-1 nasce da una giornata a destra per Storti, che lascia partire un cross a mezza altezza: nel tentativo di liberare l'area Vannini liscia; e Lorenzo Bianchi, arrivato a rimorchio sul secondo palo, non deve far altro che spingere il pallone in rete. Non c'è neanche il tempo di fare i conti con quanto accaduto che la Sestese si ritrova clamorosamente sotto: il Seravezza recuperano il pallone nei pressi dell'area ospite, Giannelli da un'occhiata alla porta e lascia partire una tiro violento all'angolo. Resta da giocare ancora qualche minuto. La Sestese si sbilancia in avanti, e il Serravezza ha dunque l'occasione per calare il tris: Bertoneri riparte in contropiede, entra in area e con la punta anticipa l'uscita di Xillo, salvato dal palo. Il rimpianto del Seravezza dura poco: in pochi possono raccontare d'aver espugnato il Torrini. Calciatoripiù: Gusciglio (Sestese), Giannelli (Serravezza).
Ha patito come raramente ha patito quest'anno; ma ha vinto, e dunque impedisce allo Scandicci di scappare. Il Tau Altopascio evita lo sgambetto del Venturina, che puntava a prolungare la propria striscia di successi (stop dopo cinque), e con una rete per tempo tiene vivissima la rincorsa al titolo regionale. È inevitabile esserci iscritti quando in panchina s'accomodano titolarissimi come Piagentini (gioca Zipoli, benissimo), Colzi, Borracchini, Montapponi e Mei, che segna la rete del raddoppio a pochi minuti dal suo ingresso in campo. I cambi incidono: il Venturina, quasi (quasi: aveva comunque subito una rete) perfetto per un'ora, non riesce a mantenere identico il livello della qualità; e automaticamente esce sconfitto. Pesa soprattutto il fatto che nel momento migliore non sia riuscito a segnare: forse avrebbe potuto farlo se dopo tre minuti Scardigli, che peraltro s'è confermato un arbitro eccellente, avesse punito col rigore un tocco di braccio dell'ex Ficcanterri; e sicuramente lo avrebbe fatto se Zipoli, fenomeno, non si fosse esaltato su Bicocchi Pichi e Ontani, neutralizzati nel giro di cinque secondi con due parate consecutive. Se ci s'aggiungono le occasioni non sfruttate da Paolini e Nardi, troppo frettolosi e poco lucidi nel momento di battere a rete, si capisce perché nel primo quarto d'ora il vantaggio del Venturina sarebbe legittimo; e quanto sia grande il rammarico di Bucciantini a vedere il Tau passare avanti alla prima occasione: per segnare bastano lo scarico di Mocanu e il tiro di Vannacci, che da fuori area schianta il pallone in porta dopo un buffetto al palo. Per una decina di minuti il nuovo punteggio cambia l'inerzia del primo tempo: il Tau prova ad approfittarne con un tiro di Casini da lontanissimo (difficile violare l'area), neutralizzato da Tanganelli in tuffo. L'episodio torna a galvanizzare il Venturina, che tra il 42' e il 45' crea tre occasioni pulite: non le sfruttano né Lorenzi, né Ontani né Bicocchi Pichi, l'imprecisione dei quali fissa sullo 0-1 il parziale alla pausa. Al riavvio, e per un intero quarto d'ora, sembra che niente sia cambiato: il Venturina continua a mantenere il ritmo alto, anche se stavolta fatica a produrre occasioni da rete; se ne conta una soltanto, favorita da un traversone rasoterra di Paolini non toccato in porta da nessuno. Poi scocca l'ora di gioco, cominciano i cambi e dalla panchina il Tau chiude la partita: segna Mei, liberato davanti a Tanganelli da un triangolo con Borracchini. Da giocare resta ancora l'ultimo quarto, ma ormai la partita sfuma senza sussulti: pur faticando come raramente gli era capitato in questa stagione, il Tau vince la dodicesima partita su quindici. Soprattutto un dato fa impressione: alla sconfitta sul campo dell'Affrico, l'unica stagionale, in trasferta sono seguiti sei successi su sei. Se ci s'aggiunge l'effetto che il Comunale d'Altopascio provoca su tutte le avversarie, si capisce come mai già da qualche settimana per il titolo si stia parlando di corsa a due. Calciatoripiù: Massini combatte contro una difesa arcigna, identica a quella che sull'altro versante Lorenzi rende quasi impenetrabile; per il Venturina avrebbe potuto essere il cardine su cui costruire una vittoria clamorosa, negatagli da Zipoli le cui parate in avvio lo rendono il migliore del Tau insieme a Del Gronchio .