A punteggio pieno, quantomeno nel girone di ritorno: dopo la vittoria sul campo dell'Affrico, l'Oltrera si ripete al Nuovo Marconcini. Pur sconfitto 2-0, lo Sporting Cecina ha mostrato un buon approccio alla gara, e nel primo tempo ha avuto l'occasione più nitida per passare in vantaggio; ma un black-out fatale a inizio ripresa ha compromesso l'esito. A partir meglio però era stata l'Oltrera, che da subito sfodera un miglior palleggio e più incisività: ne nascono due occasioni, non finalizzate da Di Donfrancesco, che non inquadra la porta da posizione centrale (6'), e da Bertini che calcia a lato con un pregevole colpo di esterno destro (17'). Col passare dei minuti il Cecina conquista campo, presentandosi di frequente nell'area avversaria; ma Francesco Baldini e i compagni fanno buona guardia anticipando i tiri risolutivi degli avversari. La partita si accende intorno al 25', entrambi i portieri protagonisti: Di Donfrancesco impegna Bertoli, abile a chiudere il l'angolo e rifugiarsi in corner; sul traversone successivo di testa Filippo Martini devia fuori misura. Lo Sporting Cecina replica con un altro colpo di testa, quello di Lega che da posizione ravvicinata trova i guantoni di Francesco Baldini reattivo. I ritmi continuano a salire, poco più tardi Francesco Baldini si ripete sul tiro di Monaco dal limite dell'area. Sul finale di tempo torna in attacco l'Oltrera, prima con Bertini impreciso, dopo con Trapani che pressato dal proprio marcatore calcia in porta centralmente: Bertoli blocca con sicurezza. Il primo tempo dunque termina sotto il segno dell'equilibrio. Nella ripresa l'Oltrera entra in campo con una carica mai vista, e nel giro di cinque minuti mette in cassaforte i tre punti in palio. Dal calcio d'inizio Trapani riceve sulla fascia destra, vede e serve a centro area Filippo Martini che con freddezza supera l'incolpevole Bertoli per il momentaneo 1-0. Il gol a freddo stordisce lo Sporting Cecina; ne approfitta l'Oltrera che al 50' raddoppia. Stavolta l'azione si sviluppa sulla sinistra: Trapani controlla il pallone a centro area e serve Bertini, che tutto solo calcia nell'angolo più lontano. Il Cecina accusa il colpo, ma reagisce immediatamente. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, Lega ha la meglio nella mischia in area e devia da distanza ravvicinata: gli s'oppone Francesco Baldini che si supera deviando il pallone; sulla respinta il primo ad arrivare è Yasser Dardar, che di testa manda clamorosamente fuori di un soffio. La pressione dello Sporting Cecina rimane costante, ma frutta soltanto una serie di corner che non impensieriscono Francesco Baldini superato solo in una circostanza; ma sulla linea di porta salva Sorbara, che spazza. L'Oltrera si difende con ordine e prova a ripartire in contropiede, senza però rendersi pericoloso. La girandola dei cambi aiuta a far trascorrere il tempo, e neanche i cinque minuti di recupero assegnati da Lombardi permettono al Cecina di avere la meglio sulla difesa avversaria. Con questa vittoria l'Oltrera si conferma in sesta posizione con 26 punti e stacca di tre lunghezze lo Sporting Cecina, chiamato al riscatto domenica prossima sul proprio campo contro il Seravezza. Calciatoripiù: Filippo Martini segna il gol del vantaggio, crea spazi per i compagni, tiene alta la squadra; Francesco Baldini (Sporting Cecina) difende il risultato con due interventi di spessore; buona anche la prestazione di Lega (Sporting Cecina), sia per qualità sia per quantità.
Rischia di diventare una cantilena fastidiosa, un salmo al contrario: da inizio mese il Venturina crea tantissimo, spreca tutto quello che può e alla fine perde. Era andata così col Tau e col Seravezza; va così anche con la Cattolica Virtus, che nel primo tempo rischia tantissimo e poi, nonostante i ritocchi apportati da Vallini (dentro Cercel, Bindi, Pinheiro Ferraz e Mori, partiti in panchina), ha bisogno del quarto d'ora finale per vincere la partita. Il 2-0 che le consente di mangiare due punti sia al Tau sia allo Scandicci racconta solo un frammento d'una partita che nel primo tempo vede il Venturina creare un numero impressionante d'occasioni, e in un modo altrettanto impressionante fallirle tutte («La facilità con cui arrivavamo davanti al portiere» commenta Bucciantini a fine partita «era la stessa con cui sbagliavamo»). La sequenza inizia e finisce con due pallonetti: si spegne a lato quello di Sottile; inseguito da Frangini, Bicocchi Pichi si fa ostacolare da Pinzani protagonista assoluto dell'occasione di mezzo: è stupenda la parata che sfodera sul tiro sottomisura di Bicocchi, liberato dalla discesa mancina di Bicocchi Pichi con rasoterra annesso, dallo scivolone di Thomas Innocenti e dal tocco di Sottile che anziché accompagnarlo nella porta incustodita aveva bloccato il pallone a tre metri dalla linea. È evidente che il dio del calcio o chi per lui pensa che il Venturina abbia ancora poco da recriminare: l'azione prosegue, scivolato a destra Sottile tenta di riscattarsi crossando a centro area un pallone teso che in anticipo nell'area di porta Bicocchi Pichi gira col destro oltre il secondo palo. Il gran numero d'occasioni costruite ha come prezzo un calo fisico indubbio: sarebbe accettabile se fosse associato al vantaggio; diventa letale sullo 0-0. Dopo la pausa infatti la Cattolica Virtus cresce, e cresce tanto da trovare l'1-0: segna Lazzeretti, che dal limite sinistro dell'area di rigore raccoglie la sponda di Pinheiro Ferraz (apprezzabile il modo con cui spalle alla porta s'alza il pallone; apprezzabilissimo il tocco di testa) e calciando al volo col collo esterno destro centra il primo incrocio (75'). Anche se le pile sono finite, il Venturina riesce comunque a creare un'occasione per il pareggio: non la concretizza Paolini, che da dieci metri cestina il traversone di Bicocchi Pichi. Si dimostra invece cinica la Cattolica Virtus, che allo scadere raddoppia: segna Bindi, che calcia in porta dopo aver calamitato il tiro di Mori (grande affondo, in allegato i dribbling su De Simone e Zenobi, dalla trequarti sinistra verso l'area) respinto da Lorenzi a portiere battuto. Per la Cattolica dunque una delle domeniche all'apparenza tra le peggiori si conclude in gloria: Tau e Scandicci sono ancora lontani, però un pochino meno. Calciatoripiù : dalla panchina, bravo Vallini, la Cattolica Virtus costruisce il successo. Entra nella ripresa Pinheiro Ferraz , che serve a Lazzeretti la sponda del vantaggio; entrano nella ripresa Mori e Bindi , che confezionano il raddoppio nonostante la copertura di Lorenzi ; ed entra nella ripresa Cercel , prezioso nel consolidare una difesa fin lì messa in difficoltà dal reparto offensivo del Venturina al solito ispirato da Bicocchi Pichi .
Non ha mai dovuto affrontare un tornado; ma lo sgocciolamento dell'ultimo mese e mezzo è stato sufficiente ad allagare la casa dell'Atletico Lucca, che la sconfitta dell'antistadio (4-2) fa scivolare a quattro punti dalla quartultima posizione; dal 1° dicembre, ultima vittoria in campionato, è stata una progressione tanto inquietante da mettere a rischio la panchina di Giuli. La squadra ha dimostrato d'essergli fedele, e non è né poco né scontato; ma è difficile restare al comando dopo sei sconfitte consecutive. Si vedrà in questi giorni che cosa deciderà il club, che al materiale su cui riflettere aggiunge anche l'approccio alla gara contro il Montevarchi, rimontato dopo il doppio vantaggio a freddo e comunque capace di tornare avanti, stavolta per restarci. Della parte centrale, quella che ha visto il punteggio passare rapidamente da 2-0 a 2-2, Peri ha ragione di dirsi insoddisfatto; non può esserlo però né per il finale né per l'avvio, segnato dalla rete di Galeota che già dopo mezzo minuto spedisce il pallone accanto al secondo palo con un tiro angolato da destra. Sette minuti più tardi è di nuovo lui il protagonista, sempre sulla medesima corsia, stavolta da ispiratore dopo la combinazione con Rossini: il pallone lo raccoglie Pacifico che resta largo, e col mancino scarica in porta il diagonale vincente. Le due reti di scarto, il divario tecnico tra le due squadre e la terza occasione costruita dal Montevarchi (non la sfrutta Lapo Simoni, ostacolato dall'uscita di Bernardeschi) sembrano suggerire che dopo un quarto d'ora la partita si sia già conclusa; invece l'Atletico Lucca è bravo a riaprirla con la ripartenza alimentata da Stefani e finalizzata da Dhana, che col destro da destra segna il 2-1. Dunque lo scarto si dimezza, situazione che disconnette il Montevarchi raggiunto alla mezz'ora dal colpo di testa di Nannizzi sull'angolo di Bonelli; e se subito dopo Lapi non s'opponesse a Gianmarco Sarti, sbucatogli davanti in solitudine, l'Atletico Lucca potrebbe completare una rimonta clamorosa. Invece si resta sul 2-2, parziale intatto all'intervallo nonostante l'ultimo attacco del primo tempo: lo costruisce il Montevarchi con un traversone di Ciaperoni, sul quale di mezzo collo Rossini calcia leggermente sopra la traversa. La rete personale è solo rinviata alla seconda occasione, l'ora di gioco passata da tre minuti: stavolta da sinistra il pallone buono glielo serve Matteo Simoni, sul cui traversone colpire di testa è facile e soddisfacentissimo. Stavolta l'Atletico Lucca non reagisce, e dunque il Montevarchi mantiene il vantaggio; nel finale lo incrementa: segna Botticelli che recupera il pallone in prossimità del lato corto dell'area di rigore, la viola da sinistra e col destro sferra un diagonale feroce sul palo lontano. È una sorta di replica allo specchio delle prime due reti, segno che almeno in fase offensiva il Montevarchi ha risolto i problemi che lo attanagliavano da un mese e mezzo. La vittoria viene quasi automatica; e la quinta posizione, quella buona per la coppa, resta a tiro. Calciatorepiù: Lapo Simoni (Aquila Montevarchi).
Ha deciso di non guardare la classifica; e non guardandola gioca così sereno da mettere in difficoltà chi di punti ha un gran bisogno. Dopo Csl Prato Social e Lastrigiana, il Forte dei Marmi rallenta anche il Capezzano cui per vincere non basta la rete di Lucchesi, la quinta in quattro partite: la segna alla mezz'ora (aveva già colpito una traversa) approfittando d'una cattiva lettura della difesa avversaria, che gli consente d'impadronirsi del pallone al limite dell'area, girarsi e col mancino sferrare un tiro potente nell'angolo basso. Fino all'intervallo la reazione del Forte dei Marmi si riassume in una discesa di Juan Carlos Guidi, scattato in posizione regolare e rimontato dalla difesa prima che possa calciare a rete: è troppo poco per far male, e benzina per le illusioni del Capezzano che pensa d'aver già vinto senza neppure far troppa fatica. La ripresa gli fa capire che si sta ingannando: nonostante l'età verdissima (due, Gatti e Privitera, i 2009 tra i titolari; in panchina Mosti ne porta altri sei) il Forte dei Marmi infatti sfodera una reazione adulta, e dopo aver pareggiato il conto delle traverse (calcia Juan Carlos Guidi, 61') segna sugli sviluppi d'una punizione laterale: la calcia il solito Di Sacco, specialistissimo, il cui traversone la testa di Franchini devia sotto l'incrocio. Alla fine manca poco meno di mezz'ora, contrassegnata finalmente da azioni su entrambi i fronti: il Forte dei Marmi cerca subito di completare la rimonta con una discesa di Beltrano, che però giunto davanti a Pelliccia anziché calciare in porta scarica a centro area ipotizzando l'inserimento d'un compagno inesistente; il Capezzano replica con un contropiede che porta Remorini in pedana (bravo Vignali) e un tiro di Ndiaye di poco a lato. Non è abbastanza per rammaricarsi del pareggio, soprattutto perché nel recupero Memia (a cinque minuti dalla fine aveva servito a Juan Carlos Guidi un rasoterra deliziosissimo, lisciato) si trova davanti il pallone da tre punti: glieli nega Pelliccia, che alza sopra la traversa il tiro a colpo sicuro. È il sigillo sull'1-1, il quarto pari consecutivo per il Capezzano; respirare è lecito: salgono a cinque i punti di vantaggio sull'Atletico Lucca terzultimo. Calciatoripiù: Pelliccia, Graziuso, Lucchesi (Capezzano P.), Di Sacco (Forte dei Marmi).
Ci vuole scienza, ci vuol costanza a invecchiare senza maturità. Anche se vecchio non è, lo Scandicci ha bisogno di diventar grande alla svelta se vuole restare fino alla fine in corsa per il titolo: nel girone di ritorno le occasioni per rimediare restano sempre meno; e invece stranamente pecca di troppa gioventù, si fa rimontare due reti dal Seravezza e dal Buon Riposo non strappa altro che un punto. Già di per sé il 2-2 basterebbe per farsi rovinare la domenica; se ci s'aggiunge che il Tau ha pareggiato in casa con l'Affrico, e dunque che s'era già accesa la freccia del controsorpasso, e che all'ultima azione Alberto Pepe spedisce sulla traversa il rigore del successo, si capisce come mai anche a sera l'umore generale sia tetro. Era impossibile pronosticarlo alla fine del primo quarto d'ora: lo Scandicci infatti aveva già piazzato per due volte il pallone sotto l'incrocio; lo avevano fatto Tellini (prima rete stagionale), che aveva calciato in porta dopo aver calamitato un angolo d'Alberto Pepe respinto dalla difesa, e Valencetti col canonico movimento ad accentrarsi da destra per liberare il mancino. Per tutto il primo tempo il Seravezza non reagisce (peraltro può permetterselo: era reduce da quattro vittorie di fila, score che gli consente di guardare la terzultima posizione dalla medesima distanza da cui dio guarda l'inferno), e rischia di subire la terza rete sulla giocata di Vezzosi, che cerca di riprendersi ciò che Bigongiari gli ha negato col Montevarchi: stavolta a opporsi non è l'arbitro ma un (ottimo) portiere, Deri, alla seconda da titolare dopo aver iniziato la stagione addirittura da terzo. Si va dunque all'intervallo sullo 0-2, risultato all'apparenza inscalfibile; nella prima metà della ripresa la sensazione sembra consolidarsi, perché lo Scandicci costruisce altre tre occasioni che però né Carone (incrocio sfiorato sugli sviluppi di un angolo che l'aveva liberato dentro l'area di porta) né Valencetti (traversa) né Barattucci (alto) riescono a concretizzare. Arriva dunque inattesa la rete dell'1-2, e allo Scandicci fa male: la segna Giannelli, cui dentro l'area la difesa lascia lo spazio per addomesticare la lunga punizione di Rolla, girarsi e calciare in porta. Di lì a poco potrebbe essere doppietta; ma Hancu gli para il rigore che s'era conquistato per un fallo d'Andreucci, e sembra salvare il successo. Di nuovo, è solo apparenza: entrato da cinque minuti (sui cambi di Trifoni qualcuno prima o poi scriverà una tesi, o un saggio), al 90' Bracci stacca sulla punizione che Masala crossa dentro dal vertice dell'area, e di testa segna il 2-2. Per rimediare lo Scandicci ha soltanto quattro minuti di recupero, poi diventati cinque: suo malgrado protagonista è Alberto Pepe, che prima si vede murare un tiro a colpo sicuro, e poi scaraventa sulla traversa il rigore concesso da Subhan per un fallo di mano di Rolla, che s'era opposto a Montini sul rasoterra di Barattucci dal fondo. Da Seravezza dunque lo Scandicci viene via con un punto soltanto e un doppio insegnamento: per vincere il campionato c'è bisogno di vincere anche le partite all'apparenza più innocue; e per farlo c'è bisogno di segnare ogni volta che si può, senza che sia necessario attendere l'ultimo pallone utile. Calciatoripiù: Deri (Seravezza), Valencetti, Tellini (Scandicci).
Suo malgrado contro un ottimo Affrico il Tau preme il pedale del freno. L'1-1 finale lascia spazio per il rammarico ad ambedue le squadre: perché a livello di gioco sviluppato, possesso e conclusioni la vittoria del Tau ci sarebbe potuta stare; ma per la propria organizzazione perfetta l'Affrico non avrebbe meritato di uscire sconfitto. La gara è stata purtroppo caratterizzata anche da un arbitraggio perlomeno discutibile (se non penalizzante) in alcuni episodi chiave della gara. Al di là di tutto, la differenza siderale di punti in classifica non si è vista in questa occasione. Una costante che dura nel tempo, citando una famosa pubblicità degli anni Ottana, è che ogni volta che scende in campo il Tau l'interesse e la presenza del pubblico sono più che garantiti: anche se la partita si è rivelata avara di occasioni, è stata pur sempre di interessante bellezza. Meritano un plauso tutti i protagonisti della gara, che hanno sfoggiato qualità e tecnica non comuni e difficilmente riscontrabili sui campi di calcio giovanili; li allenano due tecnici in grado di dare disposizioni ottimali, e che cercano di sviluppare schemi di ottima fattura. Disposti con un 4-3-3 organizzato e ordinato come da manuale del calcio, l'Affrico lascia poco o nessuno spazio alla pericolosità e all'incisività degli avanti avversari, in tutti i novanta minuti sono andati alla conclusione pericolosa non più di tre-quattro volte. Schierato con un 4-3-1-2 che presenta quattro novità rispetto alla vittoria contro il Forte dei Marmi (dentro Piagentini, Ficcanterri, Soldati e Mei per Zipoli, Giovannini, Marzano e Colzi), il Tau gioca a memoria, e lo fa molto bene; può contare su un reparto avanzato di prima grandezza nel quale spicca Borracchini, su una mediana di qualità e in grado di eseguire ottimamente le due fasi di gioco (pericolosissimi i suoi centrocampisti sui calci da fermo), su una difesa che concede massimo due-tre occasioni a qualsiasi avversario si trovi di fronte. Inoltre, dato di notevole spessore, da entrambe le parti i subentrati si sono mostrati in grado di risolvere la partita in qualsiasi momento. Impegnato nella rincorsa alla finale, il Tau ha tutti i requisiti per aggiudicarsela; e presumibilmente lo scontro diretto contro l'imbattuto Scandicci sarà decisivo per stabilire il campione regionale di questa stagione. Rimane solo affidato agli studiosi di matematica il ruolo di un possibile terzo incomodo; ma siccome a livello giovanile tutto può accadere mai dire mai. La partita s'accende subito. Al 5' Soldati batte da una ventina di metri, defilato sulla destra, una punizione tagliata: la traiettoria attraversa tutta l'area di porta e si conclude fuori di pochissimo oltre il palo più lontano. Al secondo tentativo il punteggio si sblocca: Borracchini raccoglie un rinvio profondo spizzato di testa, e spalle alla porta si strattona con un difensore avversario; per Manta, non vicinissimo, ci sono gli estremi per il rigore. Lo batte Mei, che trasforma con un tiro preciso all'angolo basso alla destra di Cosi. Il numero degli episodi discussi raddoppia subito dopo: Mei ferma in tackle un'incursione che dalla destra aveva portato l'Affrico a violare l'area; Manta opta per il fallo in attacco, scatenando le proteste del pubblico ospite che chiedeva il rigore. Dopo l'avvio infuocato, per registrare un'altra occasione occorre attendere il 33': Bahry scambia con Vaggioli e conclude con un tiro dal limite, che Piagentini blocca con sicurezza. Replica il Tau con Mei, che cento secondi piùtardi prepara bene il tiro di prima e da una decina di metri (defilato però) cerca il secondo palo: pallone abbondantemente a lato. L'Affrico replica con una una buona azione manovrata che porta a una conclusione dal limite: l'impatto, non dei più felici, manda il pallone alto di almeno cinque metri. Nulla più fino alla fine del tempo. La ripresa si apre con la stessa sceneggiatura, cioè Tau in avanti a gestire il pallone e Affrico ordinatissimo sulla difensiva, pronto a ripartire in velocità. A raddoppiare prova subito Casini, con una punizione poco fuori area: il pallone termina un paio di metri sul fondo. L'Affrico risponde con un'azione di rimessa sviluppata a destra da una discesa di Piccioli: Piagentini neutralizza con sicurezza il suo cross insidioso. La partita resta apertissima: al 68' Cosi, attento, anticipa Borracchini ben lanciato a rete su una pregevole verticalizzazione. Non è efficace neppure il secondo tentativo, per quanto stilisticamente apprezzabile: la rovesciata termina alta di tre-quattro metri. Borracchini allora prova a vestire l'abito dell'uomo assist, liberando al tiro poco dentro l'area Materassi che impegna Cosi in una respinta di piede. La gara dunque resta aperta, e all'88' l'Affrico pareggia: Piagentini respinge in mezzo all'area di porta un tiro di Lika da distanza ravvicinata; sul pallone s'avventa Degl'Innocenti che realizza il gol del 1-1. Cento secondi più tardi l'Affrico potrebbe addirittura completare la rimonta grazie a un calcio di punizione indiretto che Manta (insufficiente, non tiene mai lo stesso metro e innervosisce i calciatori) concede all'interno dell'area: nella sua valutazione era volontario il retropassaggio di piede raccolto da Piagentini con le mani. Dopo un lungo tergiversare calcia Lika, ma la conclusione è debole e centrale. Così anche il Tau costruisce l'occasione per vincere: più che la punizione di Montapponi, altissima, pericolosa è la gran staffilata di Vannacci, respinta in tuffo con bravura da Cosi che lascia invariato il punteggio (96'). La partita dunque si chiude sul risultato di parità: per citare il compianto Aldo Agroppi, meglio due feriti che un morto. Prosit. Calciatoripiù: Mei catalizza palloni su palloni, e li smista in maniera pregevole grazie a una tecnica sopraffina; roccioso, Vaselli lotta e combatte con tutte le forze rendendo durissima la vita agli avversari; bravo nelle due fasi di gioco, Del Gronchio sbaglia pochissimo in fase di passaggio; anche se gioca a corrente alternata, Casini (Tau Altopascio) sfodera una prestazione da considerarsi positiva; sempre attento e sicuro, in pieno recupero Cosi salva il risultato con bravura indiscussa; insuperabile, bravissimo in marcatura, Iania è autorevole perno della difesa; anche se non precisissimo in appoggio, Bonfanti non difetta di generosità e cuore, e si mostra ottimo nelle chiusure; Degl'Innocenti (Affrico) dona vivacità all'attacco, e segna una rete pesante;
All'ultima azione, l'ultimissima. La Sestese ha bisogno del 94' per completare la rimonta, e vincere 3-2 contro la Floria che nella parte centrale della ripresa aveva coltivato il sogno dell'impresa. Già in avvio in realtà sarebbe potuta passare in vanataggio: al 2' Migliorini scambia con Bombassei e cerca l'imbucata per Dei, che solo per qualche centimetro non arriva sul pallone. La Sestese risponde, guadagna metri e al 9' passa in vantaggio: Gusciglio si avventa su un retropassaggio mal calibrato, e trova la porta in due tempi dopo la prima respinta di Servi. Piegata da un proprio errore e dalla sesta rete consecutiva dell'attaccante che dopo lo stop di Ruggiero e Pomponio si sta caricando per intero il peso offensivo della squadra, la Floria comunque sembra rimanere in partita per tutto il primo tempo: subito cerca di pareggiare Camara, il cui tiro da fuori area Tabani blocca. La Sestese contrattacca con un angolo di Giannone, che al 16' sfiora direttamente la rete con un tiro-cross velenoso: Servi comunque riesce a respingerlo. Nuovo attacco al 28': Ferro si sgancia a destra e premia l'inserimento centrale di Bagalà, che però perde l'equilibrio e non riesce a indirizzare il pallone verso la porta. Si arriva così all'ultimo quarto d'ora del primo tempo: ora viene fuori la Floria, che guadagna metri preziosi e mette in difficoltà la retroguardia avversaria in diverse circostanze. Al 33' Migliorini spara alto dal limite dell'area dopo una buona iniziativa personale; al 35' cerca fortuna in zona goal con un colpo di testa ravvicinato deviato in corner da Tabani. La Sestese appare in affanno, e si vede raggiunta al 36': Dei riceve il pallone sulla trequarti e lo scaraventa in porta con un mancino grandioso, che si insacca sotto l'incrocio. La rimonta rischia di completarsi prima del duplice fischio di Manganelli: Migliorini sfiora il vantaggio con una rasoiata che Tabani neutralizza con un grande intervento. Il primo tempo si conclude dunque sull'1-1. Alla ripresa del gioco la Floria sembra entrare in campo con maggior fiducia, e attacca la profondità fin dai primi minuti: Migliorini Dei duettano spesso negli ultimi venti metri, e mettono in difficoltà la retroguardia avversaria costretta a schiacciarsi. L'1-2 è quasi inevitabile: con un assolo lo segna Migliorini, che dopo un dribbling sulla destra, si accentra e calcia a incrociare col mancino. Passata avanti, nei minuti successivi la Floria continua il proprio forcing e va vicina al tris in diverse circostanze: protagonista è tre volte Migliorini, che prima viene pescato al centro dell'area da Locchi ma di testa non riesce a indirizzare il pallone verso la porta (57'); poi serve in corsa Camara, che sull'uscita di Tabani alza di pochissimo il pallone (60'), infine si vede tamponare da Napolitano, che sulla linea s'oppone al destro altrimenti vincente (75'). Da quest'episodio la Sestese sembra cambiare atteggiamento, e trova le forze per reagire allo svantaggio. La controrimonta comincia a prendere forma al 79', sugli sviluppi di un calcio di punizione: si incarica della battuta Giannone, che pesca al centro dell'area l'inserimento di Napolitano micidiale nella zampata del 2-2. È la svolta: gli ultimi minuti raccontano di una Sestese agguerrita, risvegliata dalla rete del pareggio e determinata nel tentativo di vincere l'incontro. Manganelli concede quattro minuti di recupero, nei quali arriva la rete del 3-2 grazie a due giocatori entrati nel corso della ripresa: Scarlini addomestica un pallone lunga o appoggia per Notari, che resiste alla carica di un difensore e scaraventa un gran bolide sotto l'incrocio. È la rete che consolida la quinta posizione, l'ultima buona per la coppa, obiettivo stagionale. Calciatorepiù : la copertina dell'incontro se la prende Notari, autore di un gran gol all'ultima occasione disponibile; buone anche le prestazioni di Giannone , sempre presente in entrambi le fasi di gioco, e di Napolitano (Sestese). Spicca senz'altro il tandem offensivo Migliorini-Dei , autori di una solida prestazione ricca di spunti; ottima anche la prestazione di Fiorini (Floria), sempre presente nelle trame di gioco dei suoi e prezioso quando c'è da sacrificarsi per i compagni.
Stavolta Giuliano Sangiorgi le suona stonato. Contro il Capezzano la Lastrigiana ebbe bisogno di tre minuti appena per rimediare lo svantaggio e segnare l'1-1; stavolta, identico il finale, nel giro di tre minuti la rimonta la subisce; e considerato che al 90' ne mancavano soltanto altri due il dolore è superiore al bene di sette giorni prima. È però un dolore che passa alla svelta: anche se ha dimostrato d'essere ancora vivo, il Csl Prato Social Club (non vince dalla partita d'esordio: il 3-0 alla Floria lo aveva illuso, facendogli balenare davanti una stagione diversissima) resta a meno sette; e soprattutto scivola a meno quattro l'Atletico Lucca, che al momento completerebbe l'elenco delle squadre retrocesse. Dunque Benfari si fa andar bene il pareggio, che quantomeno consente d'affrontare i problemi evidenti (troppa la fatica a segnare; e difficilmente col Tau ci sarà modo di recuperare Sollazzi, da mezzala miglior marcatore con sei reti all'attivo) con una discreta dose di serenità; non se la può permettere invece il Csl, che dopo un primo tempo bloccatissimo prova a rompere l'equilibrio col tiro di Mema: incrocio sfiorato (60'). Un quarto d'ora più tardi è lui a costruire l'azione migliore per il vantaggio: sul suo traversone da destra Lascialfari dev'essere reattivo due volte per impedire che il tocco di Verrengia con deviazione annessa e la ribattuta di Gabriele Gori si tramutino nel vantaggio. L'episodio rischia d'avere un peso rilevante sia sulla partita sia sulla stagione: si sta infatti ancora 0-0 nel momento in cui Gracci affonda in ripartenza, e dopo essersi accentrato da sinistra intorno al limite dell'area trova lo specchio con un destro basso e angolatissimo. Anche se da giocare resta poco, dallo svantaggio il Csl non si fa sopraffare; lo aiutano le mosse di Galeotti, che aveva già cambiato le due punte (dentro Mazzola e Bracco per Di Sessa e Gabriele Gori; al 55' era già uscito Hasko, non al meglio, per Bellandi) e che inserendo Qytyku per Verrengia azzarda un 4-2-4 con Mema terzino offensivissimo, e la coppia Rrapaj-Cuzzavaglio in mediana. La mossa produce subito i propri effetti: la volée di Alessio Gori, che col destro aggancia il pallone al limite dell'area, lo fa rimbalzare e poi lo scarica sotto la traversa, riporta subito il punteggio in equilibrio. Sulla ripresa del gioco la Lastrigiana rischia di perdere un punto fondamentale: dopo aver recuperato il pallone in uscita Ciolfi infatti rilancia lungo per Bracco, che solo davanti a Lascialfari lo grazia stringendo troppo il destro di prima. Ecco perché nonostante il successo accartocciato alla Lastrigiana il punto va bene: va bene, va benissimo.