Pronostico rispettato. Dopo aver perso male contro il Forte dei Marmi, stavolta l'Oltrera non fallisce contro un'altra delle squadre che annaspano in zona retrocessione: per il Csl Prato Social Club è amara la trasferta di Pontedera; ma il 2-1 finale è stato in bilico fino all'ultimo. Eppure l'Oltrera, desiderosa di riscattare una sconfittaccia, era partita bene, e s'era presentata costantemente nella metà campo avversaria; ma s'era rivelata troppo timida sottoporta: risultano infatti gradevoli ma poco efficaci i colpi di testa di Sorbara (blocca Ciolfi sugli sviluppi di un calcio d'angolo) e di Filippo Martini, che devia di poco a lato il cross di Di Lauro dalla corsia sinistra. Anche se i ritmi non sono altissimi, l'Oltrera vede premiata la propria pressione al 28', quando Cappagli fa spiovere in area un calcio di punizione: Sorbara lo finalizza in rete con una pregevole rovesciata. Passata in vantaggio, dopo appena un giro di lancette l'Oltrera ha l'occasione per raddoppiare: in uscita Ciolfi sventa la minaccia rappresentata da Filippo Bianchi lanciato a rete. L'unico pericolo del primo tempo il Csl Prato Social Club lo crea con un piazzato di Alessio Gori: fa buona guardia Faggioli, che blocca a terra. Il primo tempo termina dunque sull'1-0, e senza grosse emozioni. Molto più avvincente è la ripresa, aperta da un'occasione enorme per il Csl Prato Social Club che avvia un contropiede dopo aver intercettato il pallone in mediana: Rrapaj si presenta solo in area di rigore, ma si fa ipnotizzare da Faggioli che salva il risultato. Quasi immediatamente l'Oltrera raddoppia: anticipato da Ciolfi uscito al limite dell'area per tamponare un lancio lungo, Filippo Bianchi raccoglie la respinta corta sul vertice destro dell'area; da lì calcia sul secondo palo, il 2-0. Ora l'Oltrera ha la partita in pugno, e continua ad attaccare. Al 61' Filippo Bianchi viene trattenuto vistosamente in area, e conquista un calcio di rigore. Va sul dischetto Di Donfrancesco: Ciolfi blocca. Nonostante l'occasione fallita, l'Oltrera continua ad attaccare e sembra tenere la partita in pugno: sfiorano la terza marcatura prima Filippo Martini, che calcia fuori da posizione ravvicinata, e poi Di Donfrancesco, il cui tiro Ciolfi blocca in due tempi. Poi la partita s'accende: la direzione di Kercaj scontenta entrambe le squadre, e innesca un nervosismo eccessivo. Ne fanno le spese Ansaldi e Francesco Baldini, il portiere dell'Oltrera nell'occasione assistente di parte, entrambi espulsi. L'Oltrera recrimina anche per un altro rigore non concesso dopo un intervento più che sospetto su Filippo Bianchi: deve accontentarsi d'un calcio d'angolo. D'improvviso la svolta: sugli sviluppi di un calcio piazzato di testa Rrapaj evita che il pallone vada sul fondo, e lo rimette sul palo più lontano; qui c'è Hasko che a porta sguarnita segna il 2-1 (86'). Il gol motiva il Csl Prato Social, che ora chiude l'Oltrera in area di rigore. Il tempo a disposizione per pareggiare però è poco, e neanche i sei minuti di recupero sono sufficienti per superare Faggioli, ben protetto dai propri compagni che respingono qualsiasi conclusione. Torna dunque alla vittoria l'Oltrera, che riscatta così la sconfitta di Forte dei Marmi e conquista il quinto posto in classifica scavalcando la Sestese; per il Csl Prato Social Club, sempre più inguaiato in zona retrocessione, arriva invece un'altra sconfitta pesante. Calciatoripiù: Filippo Bianchi (Oltrera) realizza un gol, conquista un calcio di rigore ed è spesso insidioso nell'area avversaria; grintosissimo, Alessio Gori (Csl Prato) è propositivo per l'intera durata del match.
Non la merita, quella posizione lì il Forte dei Marmi non la merita: considerato quello che con l'1-1 strappa al Seravezza, nelle ultime sei partite ha conquistato sette punti. Il messaggio è chiaro: nessuno può pensare d'affrontarlo come di solito s'affronta l'ultima in classifica, tale soltanto per una penalizzazione di cui tutto il dicibile s'è già detto. Mosti e i suoi escono tra gli applausi per esser riusciti a reagire allo svantaggio a freddo (tradisce Vignali, che dopo sette minuti non trattiene il tiro forte ma centrale che Storti aveva scagliato da venticinque metri), e aver interpretato alla perfezione una partita complicata; già nel primo tempo avrebbero potuto pareggiare sia Cecchini, che colpisce di testa sulla punizione di Di Sacco, sia Juan Carlos Guidi: a entrambi s'oppone Deri, al solito decisivo. Solo uno scontro con un compagno, nel quale peraltro s'infortuna (gli subentra Marchese), lo costringe ad arrendersi: schizzato via dalla sua presa, il traversone di Di Sacco lo calamita Juan Carlos Guidi che al secondo tentativo fa 1-1. Alla fine manca ancora più di mezz'ora, e il Forte dei Marmi cerca di completare la rimonta per dare continuità alla vittoria contro l'Oltrera: ci riuscirebbe se, solo davanti a Marchese, anziché cercare la precisione e calciare un metro oltre il palo Sermattei centrasse lo specchio. Salvo nonostante più d'un tempo in affanno, nel finale il Seravezza ricomincia a respirare e costruisce un'azione e mezza per tornare avanti: quella intera si chiude con un tiro di Storti, alto; la mezza s'interrompe perché nessuno taglia sul rasoterra che Casolare aveva messo al centro dopo aver vinto un rimpallo sulla corsia sinistra. Avrebbe potuto essere la quinta vittoria nelle ultime sette, e verosimilmente lo sprint definitivo verso la salvezza; ma avrebbe voluto dire sconfitta per il Forte dei Marmi, che non l'avrebbe certo meritata. Calciatoripiù: Storti, Diaconu (Seravezza), Privitera (Forte dei Marmi).
Se crea così poco altro che rincorsa al vertice, compromessa da mesi; se crea così poco la Cattolica Virtus rischia d'uscire anche dal podio: l'Affrico, col quale è in svantaggio negli scontri diretti (sconfitta all'andata, pari al ritorno), le ha mangiato due punti. Uno infatti ne porta via la Lastrigiana, che alla prima uscita del dopoBenfari (della squadra s'è preso la responsabilità diretta Giovanni Mollica insieme a Niccolò Rosamilia) strappa uno 0-0 pesantissimo in chiave salvezza: è vero che la posizione resta sempre la quartultima, quella sotto la quale non c'è scampo; ma l'Atletico Lucca, che continua a perdere, ora scivola a meno cinque: dunque più d'una partita. Non con l'obiettivo di difendersi la Lastrigiana era scesa a Soffiano: è da troppo tempo (quasi tre mesi: era il 10 novembre, 2-0 proprio all'Atletico Lucca che da lì cominciò a inabissarsi) che non vince, e un atteggiamento rinunciatario può essere pericoloso; e Mollica e Rosamilia non rivoluzionano l'architettura rispetto a quella ideata da Benfari, anche se rispetto alla sua ultima formazione titolare cambiano tre interpreti (dentro Belli, Margheri e Grazzini per Benedetto Aldighieri, Gracci e Dainelli). Se a tutto ciò s'aggiunge un terreno malmesso si capisce come mai s'assista a una partita bloccatissima, che fino all'intervallo si sviluppa giusto su tre episodi: per la Cattolica sprecano sia Selvi, che calcia su Niccolò Pepe un pallone rimesso in area di rigore dopo un angolo allontanato dalla difesa, e Cercel liberissimo sottoporta; nel mezzo Burroni cerca l'acrobazia sul traversone di Torniai, ma manca lo specchio. È inevitabile guadare la pausa sullo 0-0. Al riavvio aumentano la pressione della Cattolica Virtus, che comincia a conquistare calci da fermo in serie, e in parallelo le occasioni della Lastrigiana: al centro c'è sempre Semeraro, che prima calcia al volo col mancino dopo aver spedito una punizione sulla barriera (splendida la coordinazione per il tiro di collo, altrettanto splendida la parata di Pinzani), poi manca lo specchio sul traversone di Desideri da destra. Alla Lastrigiana comunque un punto può andare bene: più di tutto ora conta salvarsi, possibilmente senza soffrire. Calciatoripiù: Manescalchi, Pieragnoli (Lastrigiana).
Per il podio combatterà fino alla fine. Sta bene l'Affrico, che dopo i due pareggi con Tau e Cattolica torna alla vittoria (gli mancava dall'ultima d'andata, 5-1 al Csl Prato Social Club) e s'avvicina al terzo posto; scivola lontano invece il Montevarchi, che nonostante le mille assenze (Peri deve inventarsi il centrocampo: titolari i 2009 Marchini e Manenti) regge per un'ora e un quarto, salvo arrendersi all'incursione d'Ala cui segue lo 0-2 di Silvestri alla fine del recupero. È l'epilogo d'una partita intensa, e ben giocata sin dai primi minuti: alla combinazione tra Bartolini e Rossini sulla corsia destra (bene Cosi ad allontanare il traversone insidioso, 12') replicano Vaggioli, che la punizione d'Ala chiama al tiro (debole) dal vertice dell'area di porta, e Nunziati murato dalla difesa sullo sprint di Bonfanti. Il punteggio non si sblocca neppure sulla punizione che da venti metri Lamaj scarica verso la porta (attento Cosi sul rimbalzo traditore) né sullo sprint di Nutini, che il dialogo tra Ala e Bahry sulla catena sinistra aveva proiettato in area e che la difesa del Montevarchi contrasta due volte con due interventi (prima mano, poi pestone) più che sospetti. Si va dunque alla pausa sullo 0-0, risultato che nella ripresa l'Affrico prova a smuovere aumentando il numero d'occasioni da rete: ci provano Bonfanti sul lancio profondo di La Greca, che Sozzi ha trasformato in uno dei liberi più completi della categoria (pallone a lato d'una spanna), e Nutini che calcia male dopo un doppio dribbling (65'); non ci riesce Iania, in ritardo d'un decimo sulla punizione che da destra Ala aveva crossato verso l'area. È il segno che la pressione dell'Affrico sta aumentando, e non deve ingannare il colpo di testa di Pacifico che da buona posizione manca lo specchio: il Montevarchi sta per cedere. La chiusura di Degli Innocenti, che mura Nunziati sulla spizzata di Mencarelli, serve soltanto a rimandare lo svantaggio: a un quarto d'ora dalla fine segna Ala, che raccoglie il traversone di Bonfanti masticato dalla difesa, e dal limite dell'area chiude il mancino rasoterra sul primo palo prendendo Lapi in controtempo. Lo 0-1 costringe il Montevarchi, già esausto, ad attaccare: ne vengono fuori un tiro deviato di Bartolini, che deve accontentarsi d'un calcio d'angolo, e soprattutto le ripartenze dell'Affrico, che manca il raddoppio con Mencarelli (lancio splendido di Casamenti, tiro di potenza sull'esterno della rete), Piccioli (bravo Lapi in uscita sul passaggio di Silvestri, che aveva recuperato il possesso in pressione alta), Bonfanti e Ala. Per lo 0-2 occorre dunque attendere la fine dei quattro minuti di recupero concessi da Storri (incerto, incertissimo): segna Silvestri, servito a rimorchio da Mencarelli che aveva attaccato la profondità sulla combinazione tra Casamenti e Piccioli. Il fischio di convalida finisce assorbito dai tre che chiudono la partita: l'Affrico festeggia, e punta la Cattolica. Calciatoripiù: Mariniello, Degli Innocenti (Aquila Montevarchi), Iania, Nutini (Affrico).
Per restare in corsa ci vogliono anche vittorie così: vittorie sporche, di carattere, costruite dalla panchina, acciuffate quando tutto sembra svanito - e il Tau scappato. Per battere un'ottima Floria, che disputa una partita magistrale e per più di un'ora si fa preferire, lo Scandicci ha infatti bisogno della rimonta e d'una ripresa perfetta, quantomeno per reazione e intensità. Sul piano della manovra stavolta ha singhiozzato; e ha singhiozzato soprattutto perché finché ha avuto fiato la Floria non lo ha lasciato respirare. Lo sviluppo della partita s'intravede già al 5', quando Fiorini cattura una rimessa laterale, si gira e spara il pallone sulla traversa: immobile Hancu. La Floria ci riprova una decina di minuti più tardi, sempre sugli sviluppi d'un fallo laterale che Migliorini batte svelto: Camara, il migliore, s'inserisce benissimo in area, e cerca lo specchio con una girata di testa, fuori di poco. Per la prima volta lo Scandicci si vede davanti al 25', col tiro di Mascalchi da fuori area: Servi para. È però la Floria a fare la partita: alla mezz'ora Migliorini, scatenato, si libera del diretto avversario e colpisce di testa uno spiovente in area, correggendolo fuori di pochissimo. Il tiro (debole) di Diego Martini, cui Servi s'oppone senza fatica, è solo un'illusione (34'); cento secondi più tardi la Floria passa in vantaggio: Agnoloni lancia Migliorini che sullo stop salta in velocità Bendoni, e da bomber qual è trova l'angolo alla destra di Hancu. Rete splendida, Floria in vantaggio; è giustificata la preoccupazione dello Scandicci nel momento in cui Bolognesi, ottimo, fischia la fine del primo tempo. Neppure l'avvio della ripresa sembra poter ribaltare la partita; anzi, la Floria va vicinissima al raddoppio, favorita da un errore della difesa avversaria: Hancu raccoglie con le mani un retropassaggio volontario di Villoresi. Bolognesi ravvisa l'infrazione, e la punisce con una punizione indiretta dal limite dell'area di porta: sul tocco Lenzi ovviamente cerca lo specchio, che solo la barriera piazzata sulla linea riesce a proteggere. Consapevole d'aver corso un pericolo enorme (sul raddoppio la partita sarebbe stata virtualmente chiusa; e il Tau sarebbe scappato a +4), Bernocchi indovina il primo cambio dei due vincenti: entra Valencetti, che subito pareggia con un tiro incrociato a chiudere una combinazione nell'area di rigore avversaria (62'). Il nuovo equilibrio rivoluziona la partita: ora la Floria, in legittimo debito d'ossigeno, arretra; ma lo Scandicci fatica a violare le sue linee molto compatte. Per registrare una nuova occasione da rete bisogna attendere l'80': in spaccata Alberto Pepe arriva tardi di un decimo su un traversone dalla destra. È il segnale dell'arrembaggio, che si cristallizza nel raddoppio nel pieno dei cinque minuti di recupero: segna un altro neoentrato, Santini, che devia in porta un lungo spiovente in area di rigore. È l'1-2 definitivo, che piomba la Floria nello sconforto più totale: non meritava di perdere dopo aver messo così in difficoltà una corazzata come lo Scandicci, sempre più coinvolto nella lotta al titolo. Calciatoripiù : dalle parti di Lenzi , vero guerriero dell'area di rigore, non passa un pallone; né passa dove staziona Camara, principe del centrocampo, probabilmente il migliore in assoluto; bene hanno giocato anche Gashi , sempre perfetto ad anticipare le giocate degli attaccanti, e Migliorini (Floria), che il gol ce l'ha nel sangue. Non è bastato però per un risultato positivo: è difficile quando s'affronta una squadra che sulla spina dorsale può contare su Alberto Pepe (i capitani sono come gli amici: quelli veri si vedono nel momento del bisogno) e Villoresi . Se ci s'aggiungono una rosa profondissima e le intuizioni giuste di Bernocchi, che pesca dalla panchina sia Valencetti sia Santini (Scandicci) autori della rimonta, si capisce la ragione dei venticinque punti di distanza.
Eppure lo si definisce uno sport a punteggio basso. Il Venturina è un'eccezione splendida a ciò che accade perlopiù: sul campo dell'Atletico Lucca vince 3-2 per la terza volta in stagione (fu lo stesso anche con Lastrigiana e Forte dei Marmi); se ci s'aggiungono il 6-2 della partita d'andata, il 5-2 col Csl Prato Social Club e il 5-4 di dieci giorni fa col Montevarchi, si capisce perché chi ha voglia di vedere qualche rete fa bene a prenotare un fine settimana al mare. Stavolta in realtà si giocava lontano dalla costa, all'Henderson; neppure il fattore campo però aiuta l'Atletico Lucca, che nonostante il cambio in panchina (da due giornate ormai, salutato Giuli, Betti ha deciso di prendersi in prima persona la responsabilità tecnica della squadra) continua a tenere aperta una striscia lunghissima di sconfitte, ora otto. Per romperla non basta neppure la buona reazione resa obbligatoria dalla rete di Lorenzi, il più rapido a calamitare il pallone e a scaraventarlo in porta dopo che di testa aveva colpito il palo sulla punizione di Bicocchi; non basta anche se per concretizzare la rimonta c'è bisogno giusto d'una decina di minuti, nei quali prima Sica pareggia col destro in girata e poi Petretti fa 2-1 con un tiro-cross deviato da Paolini; non basta perché Tanganelli neutralizza il contropiede di Dhana, e al secondo tentativo Bicocchi Pichi trova il 2-2 con una punizione leggermente sporcata dalla barriera. Infine, non basta perché Bucciantini intuisce che è il momento di continuare ad attaccare; e inverte le posizioni di Sottile e Musli per disorientare la difesa avversaria: ne viene fuori quasi subito il 2-3, sprint con scarico del primo e rete del secondo. Dunque il controsorpasso si completa prima della pausa, dopo la quale la partita cambia volto: l'Atletico Lucca rallenta, né cambia l'inerzia chi entra dalla panchina; senza sbilanciarsi, ché non ce n'è bisogno, il Venturina costruisce i presupposti per la quarta rete mancata da Bardocci, Ontani, Belus e Bicocchi Pichi. Il pallone non entra, e virtualmente il risultato resta in bilico; ma non può essere un problema: se non si rischia mai s'arriva serenissimi all'ultimo fischio di Scarabelli, direzione ottima. Calciatoripiù : da terzino destro Camerini tampona ogni discesa avversaria, e si propone per alimentare l'azione offensiva; il Venturina ne beneficia, così come beneficia dei movimenti di Sottile e Musli che confezionano la rete decisiva qualche istante dopo che Bucciantini ne ha invertito le posizioni.
Da tempio dei sogni (da ragazzino decise a favore del Fucecchio la finale provinciale contro l'Affrico) per Casini La Guardiana s'era trasformata nell'anticamera dell'incubo: contro la Lastrigiana era entrato così male da lasciare sconcertati, e da costringere la sua mediana a un'assurda inferiorità numerica nonostante il teorico centrocampista in più. Nel momento in cui deve vincere la partita col Capezzano però Gandini non se ne dà pena: sa che, mischiato a ciò che si sono detti in settimana e alle risposte che ha ricevuto, il suo talento può spezzare l'equilibrio. Sarebbe riduttivo dire che la scommessa va a buon fine; perché una scommessa non è: è classe e psicologia. Ne finisce schiacciato il Capezzano, che con Federighi aveva rimontato la dodicesima rete stagionale di Borracchini e che pregustava il sesto pareggio consecutivo; a distanza di cento chilometri lo pregustava anche lo Scandicci, che una rete stellare costringe al secondo posto: il 2-1 finale mantiene intatto il punticino, minimo e pesantissimo, di vantaggio. La partita il Tau avrebbe potuto indirizzarla già nel primo tempo; ma all'ottima gestione del possesso (ne nascono sei calci d'angolo) non associa efficacia sulla trequarti, e dunque non riesce a proporsi incisivo nell'area avversaria. Gandini chiede più verticalità, e nella ripresa si vede accontentato: i primi due palloni buoni capitano a Borracchini (diagonale a lato) e a Vannacci, ostacolato da Pelliccia che rimane in piedi fino all'ultimo. Insieme i due confezionano anche la terza occasione, quella che produce il vantaggio: angolo di Vannacci, profondo sul secondo palo, e rete di Borracchini. È l'1-0, e dopo averla sbloccata il Tau pensa d'aver indirizzato una partita difficile; non ha però fatto i conti con la reazione del Capezzano, pericoloso con Milli (tiro velenoso dal limite dell'area) e capace d'agguantare il pareggio con la percussione di Federighi, che sprinta a sinistra e quasi dal fondo beffa Piagentini forse con una deviazione: nessun dubbio sulla paternità della rete, quando Trombella lo tocca il pallone è già in porta. Sembra dunque mettersi male per il Tau, che (mai, e tantomeno ad Altopascio) può permettersi di perdere punti: ne nascono una reazione furibonda, le occasioni di Mocanu e Borracchini (attento Pelliccia) e la rete sbalorditiva di Casini, che s'accentra da sinistra e col destro imbulletta il pallone sotto l'incrocio lontano. È una rete splendida, che con sé porta una serie di messaggi chiari: il Tau è lassù perché è fortissimo, e perché può contare su una rosa profondissima; e meglio d'Altopascio per crescere non c'è. Calciatoripiù: Casini entra con uno spirito opposto rispetto a quello di Lastra a Signa, entra con lo spirito dei campioni e decide la partita, per vincere la quale al Tau non stavano bastando la dodicesima rete stagionale di Borracchini e la grande prova di Mei in mediana; non gli stavano bastando perché Bimbi e Neri avevano reso dirompente la reazione del Capezzano.
Dopo un primo tempo molto poverissimo d'occasioni, in sei minuti della ripresa lo Sporting Cecina piazza un uno-due micidiale; così piega la Sestese, che aggancia in una posizione vista coppa. Il primo squillo si registra dopo un quarto d'ora: Andrea Ferro batte sul secondo palo un calcio di punizione dalla trequarti; di testa lo impatta Biscardi, che spedisce a lato. È l'unica occasione della prima mezz'ora, nella quale le due squadre si concentrano sulla fase difensiva più che su quella offensiva. Per il primo tiro nello specchio occorre superare la mezz'ora: lo Sporting Cecina sviluppa l'azione sulla destra, Dragone controlla e calcia sul primo palo; Tabani, ben posizionato, respinge in angolo. Sulla ripresa del gioco l'equilibrio rischia di spezzarsi, a favore della Sestese: Gusciglio infatti libera l'area, Scarlini prolunga e avvia la ripartenza in campo aperto; sulla verticalizzazione scatta Bagalà, che vince il duello fisico con Manetti e si ritrova solo davanti a Bendinelli, decisivo nell'opposizione. La Sestese ci riprova a due minuti dalla pausa: Biscardi recupera il pallone sulla trequarti avversaria, salta di netto un avversario e calcia verso l'incrocio; Bendinelli vola e riesce a toccare quando basta per salvarsi con l'aiuto del palo. All'intervallo dunque il punteggio è fermo sullo 0-0. Lo Sporting Cecina passa dopo appena nove minuti dal riavvio: Monaco riceve il pallone sulla trequarti, e senza pensarci due volte calcia in porta trovando l'angolo giusto per battere Tabani. Passano sei minuti e la partita si chiude. Lo Sporting Cecina minuti guadagna una punizione sulla trequarti avversaria, e crossa sul secondo palo: Monaco impatta di testa, e il pallone finisce in porta dopo la deviazione di Sala. Dopo aver raddoppiato lo Sporting Cecina preferisce chiudersi e respingere ogni incursione avversaria. Alla Sestese allora, non resta altro che provare a rimettere tutto in discussione con delle conclusioni dalla distanza; ma nessun tentativo riesce a dare la svolta. Calciatoripiù: Biscardi (Sestese), Monaco (Sporting Cecina).