La prima dopo la sosta, che vuol dire la prima senza Sozzi (per le ultime due giornate in panchina si siede Filippo Iania, preparatore dei portieri), porta all'Affrico tre punti e una certezza triste: in coppa non c'è posto per lui. Vincendo a Sesto Fiorentino infatti il Montevarchi s'è reso irraggiungibile; e anche se Venturina e Sporting Cecina restano a tiro la classifica avulsa, sia a tre sia a quattro con l'aggiunta dell'Oltrera che a quel punto prevarrebbe, è spietata: non sarà sufficiente neppure vincere domenica a Prato contro il Csl già retrocesso. Non basta dunque il successo per 3-0 contro il Capezzano, che cede nonostante il buon avvio (palo per Youssef Mbaye, impreciso Donati sottoporta); e cede perché contro una squadra così ricca di talento è complicato giocare in inferiorità numerica, situazione prodotta dall'espulsione di Pelliccia uscito fallosamente fuori area su Russo lanciato a rete. Mentre va in scena quest'episodio sta per scoccare il quarto d'ora della ripresa, e l'Affrico era già salito di tono: prima dell'intervallo aveva confezionato due occasioni con Ala e con Bonfanti, che al culmine di due azioni condotte in verticale avevano mancato lo specchio. L'occasione buona è la terza, che segue di qualche secondo l'espulsione di Pelliccia: smarcato all'interno dell'area, Ala calcia sul secondo palo e piazza il pallone dove Biancardi (per fargli posto era uscito Youssef Mbaye) non può arrivare. Era già successo col Venturina: nel giro d'un paio d'azioni il Capezzano si vede espellere il portiere e subisce una rete. E come col Venturina è la svolta: l'Affrico raddoppia col colpo di testa d'Agosti (prima rete stagionale) sull'angolo di Nutini, e chiude la partita con la girata con cui Russo capitalizza una ripartenza a dieci minuti dalla fine. Anche se l'anno scorso di questi tempi si festeggiavano piazzamenti ben diversi, l'Affrico comunque per qualche secondo può sorridere: gli premeva salutare il Lapenta con un successo, la porta finalmente inviolata dopo due mesi esatti. Calciatoripiù: Ala, Russo, Agosti (Affrico), Mbaye, Quilici (Capezzano).
Neppure contro l'unica squadra che lo segue il Csl Prato Social riesce a chiudere la striscia negativa inaugurata alla seconda d'andata: dallo scontro fra due delle tre retrocesse (la terza è l'Atletico Lucca) esce vincitore il Forte dei Marmi, che in una stagione piagata dai tredici punti di penalizzazione e da un milione di difficoltà riesce almeno a vincere l'ultima partita in casa; decide di testa Di Sacco, che al 65' devia in porta il traversone disegnato da Isolani sugli sviluppi d'un calcio d'angolo. È l'unica occasione che si registra nella ripresa; fin lì sottoporta aveva fatto un pochino di più il Csl, al tiro prima con Bracco (ottimo Vignali, che controlla senza problemi e mantiene la porta inviolata) e poi con Rrapaj, che di testa schiaccia a lato il pallone presentatogli dalla punizione laterale d'Alessio Gori. Sono le uniche due occasioni che il Csl costruisce in tutta la partita, e nessuna è sufficiente a sbloccare il risultato; di pareggiare non ci sarà verso, perché una volta passato in vantaggio il Forte dei Marmi (tanti i 2009 schierati, Angeli, Beltrano e Gatti come titolari) non rischia niente, e mentre vede avvicinarsi il momento del congedo riesce a concedersi almeno mezzo sorriso.
La Floria saluta il Grazzini con un successo rotondo: il 5-2 sulla Lastrigiana le consente di sganciarsi dalla Sestese, e di prendersi la prima posizione della seconda metà della classifica. L'assenza di paure e d'obiettivi reali rende aperta la partita sin dai primi minuti: si comincia a palpitare già al 4', quando Dei si spinge sulla fascia sinistra e si libera lo spazio per il tiro, alto. La Lastrigiana replica con l'azione del vantaggio: Grazzini affonda nell'area della Floria, si conquista (fallo di mano di Bombassei) e spiazzando Cortigiani realizza il rigore dello 0-1 (6'). La Floria reagisce, ma per rendersi di nuovo pericolosa deve attendere un quarto d'ora e la punizione che Dei calcia verso l'area di rigore: di testa colpisce Fiorini, Lascialfari para. La pressione aumenta, Dei ci riprova al 23' (tiro a lato); segue il tentativo di Mattia Sarti, che tre minuti più tardi si libera al tiro in dribbling: Lascialfari attento para. Al 39' la Floria vede premiato l'arrembaggio: Misuraca scioglie in porta una mischia nata nell'area avversaria. Si va al riposo sull'1-1 nonostante due azioni che vedono protagonista Camara, prima al tiro di testa sul traversone di Dei (pallone fuori di poco, 41'), poi splendido nell'accelerazione che si chiude col passaggio smarcante per Fiorini: Lascialfari neutralizza (44'). Efficace anche la parata sfoderata in avvio di ripresa: la porta l'aveva cercata il neoentrato Migliorini, che al 64' ci riprova sul traversone di Dei e scheggia il palo. La pressione cresce, al 66' Lenzi di testa impegna Lascialfari. Sembra che il vantaggio della Floria sia maturo, e invece a passare avanti è di nuovo la Lastrigiana: Benedetto Aldighieri approfitta d'un corto rinvio della difesa e segna l'1-2. La partita sembra indirizzata, ma Alessi la raddrizza coi cambi giusti: entra Matteo Rossi, che subito disegna un traversone perfetto; lo raccoglie Migliorini, che calcia a il di palo il pallone del pareggio (69'). La rimonta si completa di lì a poco, dopo il tiro a lato di Vella (74'): Migliorini affonda in area dove viene sgambettato, e conquista e trasforma il rigore del 3-2 (76'). La Floria non si ferma più: all'81' Migliorini batte un corner che genera una mischia, risolta da Vella nel 4-2. C'è tempo ancora per la tripletta di Migliorini, che all'85' batte Lascialfari con l'aiuto della traversa: la Floria esulta, finirà in trionfo un campionato iniziato malissimo. Calciatoripiù: Dei, Camara, Misuraca, Migliorini (Floria), Lascialfari, Grazzini (Lastrigiana).
Prima o poi l'intelligenza artificiale riuscirà a calcolare in un istante ogni possibile classifica avulsa; e allora non ci sarà più bisogno di schiacciare mezz'ora a calcolare che se, indipendentemente dal piazzamento dell'Affrico, l'Oltrera raggiungerà Sporting Cecina e Venturina a quota 48 (difficile, ma non impossibile: dovrebbero perdere entrambi, contro Capezzano e Tau) otterrà il biglietto per entrare in coppa. Pesano i risultati negli scontri diretti, l'ultimo dei quali vinto 1-3 al Mazzola: il successo era l'unico risultato possibile per tenere aperta la corsa fino all'ultima giornata. Ansaldi lo sapeva, e nonostante il primo caldo di primavera (al mare si sente forte, c'è gente a fare il bagno) aveva preparato la partita per andare subito all'attacco. Per funzionare la mossa ha bisogno di cinque minuti soltanto: tanti bastano all'Oltrera per passare in vantaggio, complice l'incertezza di Tanganelli che calcola male la traiettoria della lunga punizione di Matteoli, in rete dal cerchio di centrocampo. Dell'episodio il Venturina sembra non darsi pena, e con un po' di fortuna pareggia subito: nel tentativo d'anticipare Bicocchi Pichi sul traversone di Bicocchi, che era sceso a destra grazie alla combinazione con Belus, Rannino devia il pallone nella porta sbagliata. È il 6', e il punteggio già recita 1-1; trascorrono due minuti e l'Oltrera torna di nuovo avanti, stavolta con un capolavoro di Filippo Bianchi, che addomestica la verticalizzazione di Bertini e dal vertice destro dell'area di rigore calcia a girare col mancino sotto il secondo incrocio. Poi, per non far affogare il pubblico, le due squadre rallentano; le occasioni da rete comunque continuano a susseguirsi: Giuliarini (direzione ottima) annulla una rete per parte, sia a Filippo Bianchi sia a Bicocchi Pichi, nel secondo quarto pericoloso insieme a Massini e Paolini, che sugli sviluppi d'un angolo calcia alto d'un metro. Neppure l'intervallo rallenta il Venturina, che nei primi dieci minuti della ripresa crea e fallisce due occasioni enormi: solo davanti a Francesco Baldini sull'imbucata di Camerini, Ontani calcia a lato; e si spezza sulla traversa la deviazione di Paolini, pescato sottoporta dall'angolo di Bicocchi. È un episodio che pesa, perché liberando la propria area di rigore l'Oltrera riesce a violare la metà campo avversaria; e da lì segna la rete dell'1-3, complice di nuovo un'incertezza di Tanganelli, che sul filtrante di Filippo Martini si fa tradire dal movimento di Di Donfrancesco: calciato da trentacinque metri, un passaggio l'intenzione, il pallone rotola rasoterra in rete senza che nessuno lo tocchi. Ora è doppio lo svantaggio che il Venturina deve rimontare; gli sembra un'impresa gigantesca, che per una ventina di minuti lo fa sbandare. Delle sue incertezze l'Oltrera approfitta solo in parte: Giuliarini pesca Filippo Martini in fuorigioco, e gli annulla la rete che avrebbe definitivamente chiuso la partita. Dunque lo scarto resta soltanto doppio, e nel finale il Venturina prova a intaccarlo per tornare a contatto: il più attivo è Ontani, che però prima sbatte su Francesco Baldini e poi da lontano manca lo specchio d'una spanna. Dunque l'Oltrera esce vincitrice, e forte d'una classifica avulsa interessante: farla valere non sarà facile, ma a novanta minuti dalla fine del campionato resta un incentivo potente per giocarsi fino in fondo le chance d'entrare in coppa. Calciatoripiù: Nardi, Paolini (Venturina), Francesco Baldini e Filippo Bianchi (Oltrera).
Come Icaro lo Scandicci vola alto, altissimo. Raggiunge quasi il sole, ma non si brucia le ali né precipita, anzi. Vola alto, e l'altitudine sembra non dargli noia: proverà ancora a restare lassù, anche se ormai il Tau è irraggiungibile, se la rincorsa finisce qui. L'ultima partita casalinga di questo campionato strepitoso vede lo Scandicci vincere nettamente il derby contro la Cattolica: tre le reti, ancora una volta inviolata la porta (Hancu para un rigore). Gli avversari precipitano a meno venti punti: dopo la gara di andata erano nove, indice che anche da secondo (alla prima di ritorno il sorpasso del Tau) lo Scandicci ha tenuto il motore a giri altissimi. Bernocchi schiera i suoi con il solito 4-3-3, con Hancu tra i pali, Andreucci e Villoresi a sua difesa; in attacco Santini coadiuvato da Tellini e Barattucci. La Cattolica si mette a specchio: Vallini opta per Pinzani tra i pali, Cercel e Pecori centrali di difesa, Selvi in attacco con Mori e Lazzeretti. Nei primi dieci minuti le squadre si studiano: ci prova Ducci su punizione, ma Pinzani è pronto a opporsi, e Paganelli con un destro a lato. Al 16' la partita si sblocca: dalla bandierina Barattucci calibra il cross al centro dell'area, dove Carone è il più lesto di tutti a depositare il pallone in rete per l'1-0. La Cattolica accusa il colpo, lo Scandicci prova ad approfittarne con Tellini e soprattutto con Santini, il cui colpo di testa sul cross di Morosi si stampa sulla traversa. Il raddoppio arriva al 32', sempre su calcio d'angolo. Dell'esecuzione stavolta si occupa Tellini: l'incornata decisiva è di Villoresi, il pallone si insacca dopo un bacino alla traversa. Ora la Cattolica si scuote: al 36' ci prova Mori, ma Hancu blocca facilmente la sua conclusione rimpallata. Un minuto dopo Tellini imbuca splendidamente per Santini, murato in angolo. Al 40' l'episodio che potrebbe riaprire il match: la difesa dello Scandicci è lenta nel portare il pallone in avanti, dopo lo scippo Andreucci entra sul diretto avversario con troppa foga. Bracali senza indugio assegna il calcio di rigore: dagli undici metri si presenta Mori, ma Hancu lo ipnotizza a blocca la conclusione alla sua destra. Secondo rigore parato in stagione. Tre minuti dopo Santini mette in ghiaccio il punteggio: servito in profondità stavolta è bravo a mantenere alle spalle il proprio marcatore, e cinico a battere col destro l'incolpevole Pinzani. 3-0 e squadre al riposo. Nella ripresa ci si aspetta la reazione della Cattolica, ma lo Scandicci è bravo a mantenere i ritmi bassi e limitare al minimo i rischi. Bindi ci prova al 56' con una splendida azione in solitaria iniziata nella propria metà campo, ma giunto in area avversaria viene chiuso in angolo. Inizia poi la girandola delle sostituzioni: per lo Scandicci ci prova Vezzosi, Pinzani para (72'). Entra anche Drago, classe 2009: ottimo il suo impatto. Nel finale si registra un'occasione anche per Municchi, il cui destro incrociato dentro l'area termina una spanna alla destra del palo. Segue un'occasione per il gol della bandiera ospite: dopo essersi fatto bene largo in area, Selvi viene chiuso in angolo dal bell'intervento di Dell'Agli. Sulla ripresa del gioco ci prova Cercel di testa: pallone a lato. Dopo sei minuti di recupero l'ottimo Bracali (puntuale e precisa la sua direzione) fischia tre volte. Così lo Scandicci si congeda dal proprio pubblico con una splendida vittoria: adesso ci sarà il percorso nel torneo regionale. Dalla tribuna la squadra raccoglie solamente applausi: in due anni questo gruppo, vicecampione regionale, ha fatto ottime cose, ed è cresciuto esponenzialmente. La stagione va avanti e ci sono ancora obiettivi da raggiungere. Bernocchi sa che la squadra c'è e risponde sempre «presente» alle sue sollecitazioni. Tornata a casa senza punti, la Cattolica approfitta della doppia sconfitta di Venturina e Cecina per restare tranquilla al terzo posto: ha avuto l'occasione di rientrare in partita sul calcio di rigore, ma una volta fallito non è stata capace di alzare i ritmi alla ricerca del pari. lei comunque è pronta per l'avventura in coppa. Calciatoripiù : in copertina finisce Hancu che, sempre pronto nelle uscite e abile a dialogare con i piedi con i suoi compagni, con intuito splendido para il calcio di rigore. Santini segna il terzo gol e fa un gran lavoro oscuro, tiene su mille palloni e permette alla sua squadra di salire. Morosi e Carone sono due frecce sulle fasce, percorrono chilometri su e giù. Prima rete stagionale per Villoresi (Scandicci). Selvi è sempre l'insidia principale, i compagni lo servono di continuo e fanno bene: appena gli si lascia mezzo metro inventa sempre qualcosa. Bindi e Paganelli provano a reggere l'urto a metà campo, il compito è arduo ma la volontà c'è. Cercel (Cattolica Virtus) ci mette l'anima per arginare le folate blues: è l'ultimo ad arrendersi.
Della retrocessione si sa da tempo, da tempo si sa che dopo otto anni di presenze ininterrotte nel 2025/26 l'Atletico Lucca non giocherà nell'élite; eppure insieme ai rimpianti (fosse finita così all'andata, così anziché 5-4 in rimonta, chissà che sarebbe successo: il Seravezza cominciò a cavalcare, e cavalcando s'è salvato) l'ultima stagionale all'Henderson porta con sé mezza dose di buonumore: non si può mai dare per scontata una vittoria, tantomeno per 4-1. Le premesse le piazza Dhana, che al quarto d'ora ha già segnato la doppietta buona per raggiungere quota undici in stagione, non male in una retrocessa: il piede che sferra il tiro vincente è sempre il destro, come destra è la corsia su cui scende Tommaso Baroni per confezionare il traversone del vantaggio; sei minuti più tardi segue l'affondo del 2-0, e il Seravezza vede già prendere forma la settima sconfitta in otto partite. Trifoni non può esserne soddisfatto, e invita a suoi a rivoluzionare l'approccio alla partita; il messaggio arriva dove deve: seguono infatti una buona reazione, un'occasione per Fruzzetti (specchio mancato da posizione golosissima) e due per Putignano, che alla fine del primo tempo sbatte su Carassiti e in avvio di ripresa dimezza lo scarto con un tiro secco, favorito da un triangolo con Checchi dopo un pressing alto andato a buon fine. Sembra l'avvio della rimonta del Seravezza, che invece s'è spremuto per raggiungere il 2-1: l'Atletico Lucca controlla, non rischia niente e nel finale allunga prima con Lartini (prezioso il dribbling all'interno dell'area di rigore, efficace la conclusione che gli vale la prima rete in campionato) e poi con Sica, che capitalizza una combinazione in contropiede. Non è abbastanza, ma per la durata d'una mattina di primavera può essere tutto. Calciatoripiù: Dhana, Tommaso Baroni (Atletico Lucca), Putignano, Checchi (Seravezza).
Dalla guerra di Troia all'ultimo filmaccio sceneggiato da un computer, perché un racconto sia avvincente bisogna che contenga una svolta: i nemici nel cavallo, la fuga dello sposo vestito da sposo, Julia Roberts innamorata del libraio (sì, Hugh Grant prima e Hugh Grant ancora: era tanto che Hugh Grant non sbucava su questo giornale, bisognava rimediare), la scoperta di poter viaggiare nel tempo, o piantare un ricordo nella testa di qualcuno. Si potrebbe andare avanti per mesi, e in fondo alla lista (si potranno catalogare tutti i racconti del mondo? facciamo conto di sì, complicato ma fattibile: quantomeno gli schemi) ci s'accorgerebbe che per essere avvincenti hanno bisogno d'una svolta tutti i racconti tranne uno: nessuno può dire che la rincorsa del Tau a un titolo finalmente ufficiale (decisivo l'1-3 con lo Sporting Cecina) non sia stata avvincente; ma una svolta non c'è stata. Si potrebbero citare le reti di Bigagli e di Borracchini negli scontri diretti con lo Scandicci, o la vittoria col Forte dei Marmi nella domenica del sorpasso, o il 3-2 con la Lastrigiana alla terza giornata, un solo punto conquistato fin lì; e gli spunti a milioni sarebbero il segnale che una vera svolta non c'è stata. Ci sono stati soltanto il ritmo impressionante e la ferocia d'una squadra che dopo i primi due inciampi a inizio autunno ha mantenuto un andamento strabiliante: il Tau è imbattuto da ventisette partite, nelle quali ha ottenuto 75 punti (2,78 la media), e ormai col Venturina vuol fare ventotto. Di quelle ventisette, ventiquattro sono vittorie: non esiste avversario che possa tenere un ritmo simile. Lo Scandicci ci ha provato, e fino a novanta minuti dalla fine ha fatto vivere un campionato che altrimenti si sarebbe spento già a Natale; perché già a Natale s'era capito che il Tau quel ritmo l'avrebbe tenuto fino a maggio. Già a Natale infatti era chiaro che Gandini, che del successo è uno degli artefici assoluti (con lui Diego Paletta e Stefano Piro, che poco meno d'un anno fa hanno deciso d'affidargli questa squadra: fu una scelta coraggiosa, coraggiosa e vincente), aveva trovato il sistema per far coesistere tanta qualità (dietro, davanti, in mezzo: ovunque), e per far viaggiare il pallone velocissimo. È diventato uno dei segni distintivi del Tau, in questo diverso da altri Tau del passato recente: non è che rallenta e accelera a proprio piacimento; accelera e basta. Di sicuro può permetterselo: nessuno può contare sul talento che assommano Mocanu, Montapponi e Vannacci; nessuno su un bomber come Borracchini, che con la doppietta necessaria per piegare lo Sporting Cecina raggiunge quota ventiquattro in stagione. L'anno scorso furono venti, cifra tonda: tra l'ultima di campionato e la fase nazionale che sta per aprirsi, lo scudetto in palio, ci sono modo e tempo per arrivare a una cifra ancora più tonda. Non è l'obiettivo principale, né può esserlo; ma oltre che soddisfazione estrema poter schierare il re dei bomber è un vantaggio non sottovalutabile. In avvio della partita con lo Sporting Cecina il Tau forse s'illude di non averne bisogno: una leggera deviazione di Sola sulla punizione che Del Gronchio taglia verso la porta sembra indirizzare chiaramente punteggio e campionato dopo dieci minuti soltanto. Resta un'illusione: lo Sporting Cecina, che ha voglia di fare bella figura e ha bisogno di punti per qualificarsi in coppa, reagisce subito; e subito pareggia grazie a Manetti, che al limite dell'area di rigore raccoglie il traversone di Zazzeri sporcato dalla difesa e col mancino imbulletta il pallone all'angolo. Conseguenza inattesa, fin qui mai successo, il Tau va in blocco; e fino alla pausa riesce a costruire solo un'altra occasione da rete, un colpo di testa di Borracchini neutralizzato da Bendinelli (21'). Ben istruito da Magrì, che ogni stagione che passa si sta dimostrando sempre più maestro, lo Sporting Cecina s'accorge delle difficoltà mentali dell'avversario; e prova a incunearcisi con fiducia via via crescente: da ciò deriva una pressione feroce, e per evitare che generi il vantaggio occorre il miglior Piagentini, decisivo sul tiro di Dragone portato in pedana dalla combinazione con Lega ed Eliass Dardar (35'). Non è l'unica circostanza in cui il Tau rischia: a due minuti dalla pausa Cerri verticalizza a destra per Manetti, il cui traversone verso il limite dell'area invita Lega al tiro fuori d'un capello. L'1-1 alla pausa, il vecchio jolly ancora in mano, calza dunque comodo al Tau, che negli spogliatoi Gandini riconfigura; d'altra parte non solo sulla tecnica e sulla tattica lavorano i grandi allenatori. C'era bisogno di serenità, e al riavvio il Tau è sereno; così sereno che non s'impressiona a concedersi la pressione alta, e pazienza se dietro la difesa resta spazio in abbondanza. Non è un azzardo, la Toscana se n'accorge al 55' nel momento in cui Del Gronchio, calamitato il rinvio che Bendinelli scaglia non più lontano della trequarti, verticalizza per Borracchini: pallonetto, 1-2 e Scandicci di nuovo a meno quattro. Al nuovo svantaggio lo Sporting Cecina reagisce ancora con orgoglio; ma stavolta il Tau non si vergogna a difendersi in area, e concede soltanto qualche tiro di scarico da lontano, mai pericoloso. Pericoloso invece è Borracchini, che a un quarto d'ora dalla fine sigilla il punteggio e avvia la festa: è suo il diagonale vincente sul lancio di Mei prolungato dalla spizzata di Mocanu, sua la firma sull'1-3 che dopo un anno altrove riporta ad Altopascio il titolo regionale. Le occasioni non sfruttate da Materassi, Nesti (gran tiro a lato dal limite dell'area), Matteucci (pallonetto fuori bersaglio, aveva il tempo per trovarlo) e Sarnataro servono soltanto a riempire il tempo che manca per avviare la festa: a comandare la Toscana c'è di nuovo un paese di quindicimila abitanti. Il resto d'Italia è avvertito, e nessuno potrà dire che non s'aspettava il Tau, che non l'aveva visto arrivare: di cancellare il ricordo del rigore sbagliato da Franchi con la Vigor Perconti e della sconfitta col Montebelluna l'anno seguente (era il 23 giugno 2023, sembra stamani a colazione) Gandini ha una gran voglia. D'altra parte nelle grandi storie c'è sempre bisogno d'una svolta. Calciatoripiù: Manetti prova a evitare la sconfitta dello Sporting Cecina e a rimandare la festa del Tau Altopascio, che Borracchini avvia con una doppietta storica.
Grazie ai tre punti conquistati al Torrini e ai risultati favorevoli degli altri campi, a una giornata dal termine l'Aquila Montevarchi si ritrova quarta, posizione che gli consentirebbe di prendere parte al Torneo regionale. Sul campo della Sestese, sconfitta 1-2, l'avvio è dirompente: già nei primi minuti Galeota recupera il pallone in zona offensiva, e dal vertice dell'area di rigore calcia sul primo palo, ben protetto da Xillo che non si lascia sorprendere e blocca senza grossi problemi. La partita si sblocca al secondo tentativo, al 10', sugli sviluppi d'un calcio d'angolo battuto sul primo palo: Mariniello non deve far altro che deviare il pallone nella porta spalancata. Il vantaggio dà fiducia all'Aquila Montevarchi, vicina al raddoppio due minuti più tardi: Lamaj controlla un pallone vagante sulla trequarti e lascia partire una bordata indirizzata sotto l'incrocio, Xillo vola e si rifugia in angolo. La reazione della Sestese arriva solo al 20': sull'out di destra Barlumi tiene vivo un pallone che sembrava ormai destinato a spegnersi sul fondo, e crossa all'altezza del dischetto; è un invito per Biscardi, che cerca di coordinarsi per il tiro a volo ma finisce fuori tempo sul tentativo di testa di Gusciglio. L'Aquila Montevarchi respira e al 27' raddoppia con un eurogol: la difesa della Sestese respinge il tiro di Manenti dal limite dell'area; la traiettoria s'impenna, Galeota azzarda la rovesciata e fa bene: il pallone si insacca sotto il sette, Xillo che può solo ammirare lo splendido gesto tecnico dell'avversario. Si va dunque alla pausa col doppio vantaggio dell'Aquila Montevarchi, che in avvio di ripresa conquista un calcio di rigore: all'esecuzione si presenta Lamaj, che calcia a incrociare e si vede addirittura bloccare l'esecuzione dalla parata di Xillo. Per la Sestese è un invito a riaprire la partita, obiettivo raggiunto al 60' con il lampo che rimette tutto in discussione: Gusciglio riceve sull'out di destra e crossa verso il dischetto per Ruggiero, che stacca più in alto di tutti e segna l'1-2. Ora la Sestese prende coraggio, e accelera: Ruggiero riceve il pallone all'interno dell'area di rigore, usa il fisico per tenere alla larga gli avversari, si gira sul mancino e col collo pieno sferra una conclusione potentissima che però si alza troppo. La Sestese continua a crescere, e cinque minuti più tardi crea una nuova occasione, stavolta sugli sviluppi d'un calcio d'angolo: Napolitano stacca bene, ma il suo colpo di testa manca di precisione e si accomoda sul fondo. Nel finale di gara la Sestese si proietta tutta all'attacco, alla ricerca del pareggio: tanti i cross, tante le conclusioni dalla distanza che però non centrano il bersaglio. Poi non c'è più tempo: l'Aquila Montevarchi batte la Sestese e sale due scalini in classifica in un colpo solo. La coppa è più vicina. Calciatoripiu: Xillo (Sestese), Galeota (Aquila Montevarchi).