Solo per cinque minuti il Csl Prato Social Club s'illude di riassaporare la vittoria dopo quasi due gironi: l'Affrico reagisce subito all'1-0 fortunoso di Mema, e chiuso il primo tempo sull'1-1 completa la rimonta nella ripresa. Filippo Iania, il preparatore dei portieri cui il club ha affidato la squadra dopo la fine del rapporto con Sozzi, ha fatto quel che ha dovuto: il campionato s'è chiuso con due vittorie, sufficienti ad agganciare il Venturina e a scavalcarlo nella classifica avulsa a tre (c'è anche l'Oltrera); vuol dire settimo posto, risultato comunque deludente considerate le premesse e lo scudetto sulle maglie: ci sarà tutta l'estate per capire che cosa non abbia funzionato. Prima d'aprire la riflessione l'Affrico aveva bisogno di chiudere la stagione con ordine: prova a scompigliargliela Mema, che alla fine del primo quarto scavalca Prelashi con un tiro-cross scoccato dalla destra. È la rete del vantaggio, giusto un'illusione: quasi subito l'errore di Hasko, che interviene fuori tempo su Degl'Innocenti, concede all'Affrico un calcio di rigore; lo trasforma Iania jr, e il parziale si sposta sull'1-1. Perché la rimonta si completi è necessario intaccare la ripresa e attendere che si completi il primo quarto d'ora: il Csl ribadisce tutte le proprie difficoltà difensive e legge male la verticalizzazione di Vaggioli da destra, gelido Degl'Innocenti segna l'ultima rete della stagione dell'Affrico e la terza personale in campionato. È sufficiente per vincere: opponendosi a Bracco e ad Alessio Gori nel giro d'un secondo Prelashi riscatta l'incertezza in occasione dello svantaggio e impedisce al Csl d'ottenere il pari. Di vittoria non c'è nemmeno da parlare: a quella all'esordio con la Floria, illusione somma, non ne sono seguite altre; un po' poco per conservare l'élite, abbandonata dopo una stagione soltanto. Calciatorepiù: Degl'Innocenti conquista il rigore del pareggio e segna la rete del successo dell'Affrico.
È il momento dei rimpianti. Se l'Atletico Lucca avesse giocato tutto il campionato con lo spirito con cui ha affrontato le ultime due partite, difficilmente sarebbe retrocesso con tanto anticipo; invece per muoversi sciolto, quasi libero da pensieri, e colpire come quasi mai aveva colpito ha atteso la coda d'un campionato già deciso. Quattro reti aveva segnato al Seravezza; altrettante ne segna alla Cattolica Virtus, che si vede raggiungere dal Montevarchi e conserva il terzo posto soltanto grazie al miglior punteggio negli scontri diretti. Soprattutto fa effetto la distanza dal Tau Altopascio campione: sono ventisette (ventisette! vuol dire che per nove volte quanto il Tau ha vinto la Cattolica ha perso) i punti di distanza nella classifica finale. Avrebbero potuto essere un po' meno se all'ottimo avvio fosse seguita una prestazione in linea: è solo un'illusione la doppietta di Lazzeretti, che nei primi otto minuti capitalizza due discese di Selvi sulla destra con traversone rasoterra in allegato. All'avvio shock l'Atletico Lucca reagisce bene, tanto da riaprire la partita già al quarto d'ora: sull'imbucata nata dalla combinazione tra Francesco e Tommaso Baroni segna Matteo Nannizzi, che un paio di minuti più tardi chiede il cambio per ragioni fisiche. Il suo sostituto lo emula subito: per pareggiare a Raglianti è sufficiente un pallone, che schianta in porta con un precisissimo tocco d'interno destro. È il 2-2 su cui si va alla pausa, cui segue una ripresa inattesa per sviluppo: Raglianti si prende Soffiano risolvendo in porta una mischia nata da una parata di Pinzani, poco più tardi superato anche da Petretti che, favorito da un errore difensivo, lo dribbla prima d'appoggiare il pallone in porta. Sotto di due reti, la Cattolica si lancia all'attacco; solo nel finale però, dopo aver rischiato di subire anche la quinta rete (non pungono né Lekhal né Sica), riesce ad accorciare: segna Paganelli, che col destro scioglie la millesima mischia creata nell'area di rigore avversaria. La sua rete, la settima stagionale (score eccezionale per un regista), vale giusto il 3-4: da giocare manca solo l'ultimo frammento del recupero, alla fine del quale l'Atletico Lucca espugna Soffiano. In una stagione così complicata, ufficiale da settimane la retrocessione, anche queste piccole soddisfazioni sono ragioni d'orgoglio.
Il pronostico era facile, e alla fine si scopre che anche con una sconfitta non sarebbe cambiato niente. Eppure, anche se già alla vigilia era quasi certa, la qualificazione in coppa sprigiona un'esultanza vorticosa: a chiudere nei primi cinque posti l'Aquila Montevarchi (è una neopromossa, mai scordarselo) teneva tantissimo. Il piazzamento finale corona una stagione densa di soddisfazioni nonostante le decine d'infortuni che hanno reso complicatissimo il lavoro di Peri: gli scontri diretti premiano la Cattolica Virtus, che dunque chiude terza; ma i punti sono gli stessi. Insieme all'impresa dell'Atletico Lucca a Soffiano il 3-2 sulla Floria, che esce sconfitta e serenissima (e come potrebbe non esserlo? S'è salvata senza mai rischiare; e nel girone di ritorno ha conquistato sette punti in più dell'andata), vale infatti l'aggancio; il Montevarchi lo costruisce già in avvio, grazie al colpo di tacco di Galeota che dopo cento secondi scarsi capitalizza il traversone rasoterra di Manenti. Colpita a freddo la Floria sbanda, e poco oltre il quarto d'ora si trova in svantaggio di due reti: segna Pacifico (in stagione fanno tredici), che approfitta d'una cattiva lettura della difesa su un lancio lungo e appoggia il pallone nella porta lasciata incustodita da Orsucci. Sul 2-0 inizia un'altra partita: ora tocca alla Floria approfittare di un'incertezza della difesa avversaria su un possesso all'apparenza facile; Vella si prende il pallone e dimezza lo scarto. La rimonta si completa in avvio di ripresa: il 2-2 lo segna Migliorini, che s'inserisce sul traversone di Locchi allargatosi sull'apertura di Malaj e finalizza la ripartenza nata da un angolo a sfavore. È il momento migliore per la Floria, che subito dopo sfiora addirittura il vantaggio: se Matteo Rossi fosse stato più alto d'un centimetro sarebbe riuscito a intervenire sul traversone di Dei, e difficilmente Lapi sarebbe riuscito a opporsi. Invece il Montevarchi si salva, e a dieci minuti dalla fine torna in vantaggio, stavolta definitivamente: un altro errore della Floria in fase di costruzione consegna il pallone a Manenti, che da una ventina di metri lo imbulletta in porta. La Floria s'arrende, e nel recupero rischia di subire anche la quarta rete: non la segna Lapo Simoni, che calciando piano non sfrutta il traversone profondo di Botticelli da destra. È una macchia invisibile in mezzo all'esultanza: il Montevarchi giocherà la coppa, e d'andare avanti ha una gran voglia.
Come son brutti gli addii. La trasferta alla Guardiana è l'ultimo atto d'un campionato che dopo la penalizzazione (estrema, eccessiva) il Forte dei Marmi non è più riuscito ad affrontare con serenità: presa insieme al meno tredici la diciottesima sconfitta in campionato (2-0 il finale) impedisce l'aggancio al Csl Prato Club, che chiude un punto avanti. Per quanto minima, sarebbe stata una consolazione in una stagione tragica, cui sta per seguire la rifondazione; è poco meno d'un obbligo, perché in un colpo il Forte dei Marmi perde tutte le categorie giovanili regionali (non gli Juniores, ancora d'élite: sia lode eterna a Davide Tedeschi): i Giovanissimi sono retrocessi sul campo; e sugli Allievi grava la preclusione. Le disposizioni della Federcalcio sono chiare: tra le sanzioni che «comportano l'automatica esclusione dal campionato regionale nella stagione sportiva successiva alla data del provvedimento» rientra la penalizzazione di tre punti in classifica, e non c'è bisogno di dimostrare che tredici è di molto maggiore di tre. È giustificato l'umore tetro, opposto a quello della Lastrigiana, che sorride; sorride lei e sorride Niccolò Rosamilia, che prima insieme a Giovanni Mollica e poi in solitaria ha condotto la squadra a una salvezza serena dopo la fine del rapporto con Benfari. A spiegare il sorriso basta la media punti: era di 0,89 prima del ribaltone in panchina, è schizzata a 1,58. Per arrotondarla cade buono l'ultimo successo, che matura nella ripresa dopo un primo tempo intenso ma privo d'occasioni da rete: il Forte dei Marmi si chiude bene e impedisce alla Lastrigiana di costruire vere occasioni da rete. Per il vantaggio occorre attendere la ripresa, nella quale l'espulsione di Lika (D'Amore considera eccessivi i toni della discussione con gli avversari) è giusto un dettaglio: a punire il Forte dei Marmi ci pensa Belli, che raccoglie una corta respinta di Vignali e sbatacchia il pallone in porta. L'occasione era nata da una punizione di Pieragnoli, che cinque minuti più tardi ne calcia un'altra dalla stessa posizione e stavolta centra direttamente il bersaglio: grazie a due palloni inattivi la Lastrigiana si porta sul doppio vantaggio. Il colpo è troppo intenso per il Forte dei Marmi, che subito rischia di beccare anche la terza rete: lo graziano prima Semeraro, che calcia alto sul traversone di Torniai da destra (ottima la discesa, ottimo il taglio dall'altra fascia), e poi due volte Grazzini, sfortunato sia con l'esterno mancino dal vertice sinistro dell'area di rigore dopo aver recuperato il possesso in pressione (pallone a lato), sia col destro, il piede col quale spedisce il pallone sulla traversa. Il rasoterra glielo aveva servito Dainelli, col quale qualche minuto più tardi i ruoli s'invertono; non cambia però l'esito, niente rete: il Forte dei Marmi si salva ancora, stavolta grazie a Vignali, che anche se preso in controtempo s'esalta sul mancino sottoporta. Dunque la Lastrigiana non riesce ad allungare, ma non se ne rammarica: il saluto alla Guardiana, il vero scrigno della salvezza (qui sono arrivati venticinque punti dei trentacinque totali), è colmo di riconoscenza. Calciatoripiù: Pieragnoli, Caparrini e Maxharri (Lastrigiana).
Uno Scandicci rassegnato alla seconda posizione in classifica subisce una pesante sconfitta (3-1) al Nuovo Marconcini di Pontedera. Al contrario, per la matematica l'Oltrera era ancora in corsa per l'accesso alla coppa; ma la vittoria non è sufficiente: lo Sporting Cecina ha vinto a Capezzano, e ha mantenuto la quinta posizione. Nonostante gli stimoli differenti, la partita è stata viva e avvincente, ben giocata da entrambe le squadre. Sin dai primi minuti di gioco i ritmi sono alti: entrambe le contendenti esprimono un buon gioco; elevata l'intensità, nessuno butta mai via il pallone. In avvio lo Scandicci prova a farsi insidioso in fase offensiva, senza però mai impegnare Baldini: il forcing provoca solamente diversi corner controllati con ordine. Migliori le occasioni dell'Oltrera: al quarto d'ora Filippo Bianchi riceve in area, controlla e calcia a giro col mancino, di poco sopra la traversa. Pochi minuti dopo Gurabardhi vince un contrasto in area e calcia in porta: Hancu neutralizza e si ripete più tardi, opponendosi al tiro al volo di Bertini deviato in tuffo. Il primo tempo termina a reti bianche. A inizio ripresa il punteggio si sblocca. L'Oltrera recupera il pallone e innesca Martini, che sulla trequarti punta la porta, entra in area nonostante la pressione e incrocia il tiro vincente all'angolo. Lo Scandicci non si scompone e si riversa alla ricerca del pareggio; ma al 60' con un contropiede micidiale l'Oltrera raddoppia: Di Donfrancesco sale sulla corsia sinistra, entra in area e calcia teso sul secondo palo dove arriva Sorbara, che sottoporta devia in rete. Lo Scandicci torna subito ad attaccare, ma non trova spiragli nella difesa locale: solo Tellini da fuori area chiama in causa Baldini, che blocca centralmente. Sbilanciandosi in avanti lo Scandicci concede spazi agli avversari, che ne approfittano con grande cinismo. Stavolta il protagonista è Bianchi, che lanciato in profondità controlla il pallone, entra in area e salta il proprio marcatore che lo stende. L'arbitro Terni punisce il fallo con il calcio di rigore che lo stesso Bianchi realizza con freddezza. Sul finale di partita Hancu limita i danni opponendosi a Tani; e al 90' Rannino devia di testa un lungo lancio all'apparenza innocuo, mettendo fuori causa Baldini e regalando così allo Scandicci il gol della bandiera. Nell'ultimo dei tre minuti di recupero Polli tenta di ampliare il vantaggio della propria squadra, ma il tiro dalla distanza sorvola la traversa. Al triplice fischio di Terni esulta l'Oltrera, vera rivelazione di questo campionato, e che grazie alla quinta vittoria consecutiva chiude sesta. Onore a Mario Ansaldi, che ha visto la squadra giocare a sua immagine a cospetto della seconda forza del campionato. Onore allo Scandicci, l'unico che ha tenuto il passo del Tau campione regionale.
Di chiudere decima la Sestese non può essere soddisfatta, ma alla posizione finale bada il giusto: alla guida d'una rosa stremata dagli infortuni Marco Ferro ha lavorato bene, e bene ha preparato i 2009 (in tanti hanno già esordito) a un campionato da protagonisti. Si sapeva da luglio che questa Sestese era l'ultimo residuo della vecchia gestione; che questa sarebbe stata una stagione interlocutoria, nella quale non ci sarebbe stato verso di battagliare non solo con le big, ma neppure con le squadre interessate alla coppa. Dunque non può esser deludente il 2-2 ottenuto sul campo del Seravezza; soprattutto perché il pareggio definitivo di Bonezzi (doppietta, chiude con cinque centri in campionato) prende forma in pieno recupero. È l'epilogo d'una partita che il Seravezza approccia bene; ma per tutto il primo tempo agli spunti di Putignano e Checchi, i più attivi, non seguono occasioni concrete. Più pericolosa è la Sestese, all'attacco intorno al quarto d'ora col filtrante con cui Napolitano spezza la difesa avversaria: è un invito perfetto per Gusciglio, che addomestica bene il pallone e altrettanto bene non lo calcia. Seguono altre due occasioni su due calci d'angolo, prima Bonezzi e poi Barlumi alla bandiera, sporcati dalla difesa e rimessi dentro da Andrea Ferro: sul primo Biscardi manca la deviazione sottoporta; sul secondo Gusciglio lo specchio, di nuovo. Resta comunque diffusa la sensazione che la rete sia matura; la Sestese la segna al 35' alla fine di un'azione favolosa, sviluppata a destra dalla discesa d'Andrea Ferro con allegato traversone per Gusciglio; la sua spizzata spalanca la pista da ballo a Biscardi, sulla cui sponda di controbalzo Bonezzi scaraventa il pallone all'incrocio. Sbloccato il punteggio, la Sestese sembra aver indirizzato la partita; ma in avvio di ripresa Gusciglio calcia tre volte su Marchese nel corso della stessa azione, e una leggerezza difensiva consegna il pari al Seravezza: è troppo corto il retropassaggio di Pellegrini, che con Xillo (all'intervallo aveva rilevato Tabani, normale rotazione) e Osmenaj stava tentando d'imbastire l'azione dal basso; troppo corto e molto invitante per Pedruzzi, che da fuori pareggia in diagonale. Segue, contestato, il raddoppio: era molto meno d'un fallo quello di Pucci, in anticipo su Coppola all'interno dell'area di rigore; diversa la valutazione di Briganti, che considera l'intervento irregolare e assegna al Seravezza il tiro libero: lo segna Pedruzzi, rimonta completa. È poco più di un'illusione, perché a doppietta segue doppietta: sulla discesa di Notari, che in doppio dribbling raggiunge l'ultima linea, il pallone giunge infatti a Bonezzi, che da tre metri lo accompagna nella porta spalancata. Raggiunto nel finale, il Seravezza comunque non si turba: già salvo, torna a far punti dopo cinque sconfitte consecutive. Calciatoripiù: Putignano, Pedruzzi (Seravezza), Bonezzi e Napolitano (Sestese).
Gli sarebbe bastato un punto, anche se lo scopre solo alla fine; ne conquista tre. Dunque l'ultimo posto buono per la qualificazione in coppa se lo prende lo Sporting Cecina, che si sgancia dal Venturina sconfitto ad Altopascio e chiude al quinto posto: prese insieme, la rete di Yasser Dardar e il rigore parato da Bendinelli piegano il Capezzano, che saluta l'Henderson con una sconfitta di misura. Nessuno ne fa un dramma: l'obiettivo stagionale, salvezza serena, era stato raggiunto da tempo; e le ultime giornate sono servite per lanciare tanti 2009 (Maffei ne schiera titolari addirittura sette: tutti tranne Graziuso, Parigi, Milli e Ouadjaout), che l'anno prossimo dovranno affrontare l'élite dopo una stagione di pausa. Nessuno ne fa un dramma, ma perdere non fa mai piacere: diventa quindi doveroso provare a rimontare la rete dello Sporting Cecina, in vantaggio all'11' sulla pressione di Yasser Dardar, che sgraffigna il pallone a Benedetti intorno al limite dell'area, affonda centralmente e batte Mazzantini. Per un po' lo svantaggio subito alla prima occasione concessa (quant'è dura l'élite, quant'è dura) manda fuori asse il Capezzano, di nuovo a rischio su un traversone di Lega sul quale Tarrini manca la deviazione vincente e su un tiro-cross di Dragone, che sceso a sinistra manca lo specchio di due spanne scarse. I pericoli affastellati scuotono il Capezzano, che alla mezz'ora crea l'occasione migliore per pareggiare: è fuori tempo l'intervento di Lega su Donati, trasparente il rigore che Conti concede e che Lorenzo Neri si fa parare da Bendinelli volato alla propria sinistra. Il rammarico per l'errore non impedisce al Capezzano di costruire un'altra opportunità per pareggiare prima della pausa: stavolta il pallone buono capita a Mbaye, di nuovo ostacolato da Bendinelli, che dopo la prodezza sul rigore ha l'ambizione di mantenere la porta inviolata. Ci riuscirà, perché nonostante la pressione (si farà meno intensa nell'ultimo quarto, alta la temperatura e zero le energie) nella ripresa il Capezzano d'occasioni pulite non ne costruisce; anzi, rischia sulle ripartenze di Tarrini ed Eliass Dardar, che fanno fare bella figura a Mazzantini. Dunque il punteggio resta aperto fino alla fine, ma le notizie che arrivano da Altopascio (attese: sono anni che questo Tau in casa non perde) rasserenano lo Sporting Cecina: la stagione s'allunga un altro po'. Calciatoripiù: Ouadjaout, Satini (Capezzano), Bendinelli, Yasser Dardar, Eliass Dardar (Sporting Cecina).
Se fosse stata stregoneria Bucciantini avrebbe potuto premunirsi d'amuleti e tentare di rompere la maledizione che da tre anni grava su chiunque s'avvicini ad Altopascio; il problema è che d'arcano non c'è nulla, che se il Tau non si ricorda più com'è perdere in casa è solo merito del suo talento e degli allenatori che l'hanno guidato in questi anni. Gandini, fresco vincitore del titolo regionale, mantiene intatta la tradizione: la stagione regolare si chiude senz'alcuna sconfitta casalinga. Era facilmente prevedibile la sorte del Venturina, che la qualificazione in coppa l'ha buttata via contro l'Oltrera: già alla vigilia si sapeva che la visita nella tana dei campioni avrebbe reso quasi impossibile tenere il passo dello Sporting Cecina. L'approccio sbagliato alla partita è la sanzione definitiva: Bracaloni, uno dei due 2009 schierati titolari (con lui c'è Matteucci: entrambi faranno un gran comodo in vista della fase nazionale) da Gandini, s'impadronisce subito della mediana; da lui nascono le azioni che nel primo quarto d'ora portano il Tau sul doppio vantaggio: all'altro capo del filtrante c'è sempre Giuntoli, che al 3' spedisce il pallone direttamente in porta e al 9' lo scarica al limite per Vannacci, letale nel segnare la tredicesima rete in campionato. Il doppio svantaggio a freddo devasta l'animo del Venturina, gravato per sovrappiù dalla notizia della rete del Cecina a Capezzano; segue un'altra decina di minuti a senso unico, nei quali però al gran palleggio il Tau non fa seguire azioni pericolose. Poi Bucciantini riesce a svegliare i suoi, che cominciano ad affacciarsi in area: il pallone buono per dimezzare le distanze capita prima a Belus e poi per due volte a Paolini, che da cinque metri manca la porta prima di testa e poi di piede. Il tentativo buono è il quarto, in pedana Nardi che da fuori area cerca lo specchio e lo trova: l'esecuzione è centrale, imperfetta però la presa di Zipoli, che si lascia sfuggire il pallone e lo recupera in rete. È il 2-1 su cui si va alla pausa, dopo la quale il Venturina cerca di sfruttare l'atteso calo fisico del Tau, reduce da un primo tempo a ritmi fantastici. La pressione produce due occasioni per Ontani, liberato sottoporta prima da Bicocchi e poi da Lenci neoentrato: sul primo tentativo c'è Zipoli, che riscatta l'errore del primo tempo; nel secondo la mira è un optional. Sbaglia anche, fatto insolito, Vannacci, cui Mammini concede il rigore per un fallo di mano di Lenci: troppo aperta l'esecuzione, il pallone sfila dalla parte sbagliata del palo. La partita dunque rimane aperta, e lo rimane anche dopo i due errori di Mammini che prima convalida a Borracchini la rete del 3-1 (evidente il fuorigioco sul lancio di Montapponi, comunque splendido), poi punisce Giovannini per un intervento pulito a liberare l'area del Tau: Iacometti, che del presunto fallo era la vittima, non imita Vannacci, e dal dischetto segna il 3-2. Alla fine manca un quarto d'ora scarso; e il Venturina, che poco prima aveva mancato lo specchio con Lorenzi, allunga la lista delle occasioni mancate col tiro di Sottile a lato di pochissimo. Contro il Tau sbagliare così tanto è una condanna: lo ribadisce Borracchini, che sbuca sul secondo palo e spinge in porta l'angolo di Marzano prolungato da una spizzata a centro area. In campionato fanno ventisei; per eguagliare Bonelli, che una categoria sotto ha raggiunto quota trenta, c'è a disposizione la fase nazionale. Con un bomber così nessun traguardo può essere precluso. Calciatoripiù: Bracaloni e Giuntoli confezionano il doppio vantaggio del Tau nei primi nove minuti; lo dimezza Nardi , che ritrova la rete dopo due anni d'astinenza, ma al Venturina non basta: nonostante gli spunti d'Ontani (peccato per le occasioni fallite sottoporta) fare punti ad Altopascio si conferma impossibile.