Non è un granché l'inizio del Capostrada; non è un granché anche perché affronta una delle squadre più attrezzate della categoria, la Sestese di Ferro. Ma per riprendersi ha tutto il tempo; dovrà ripartire dalla discreta prestazione del primo tempo, quei quaranta minuti in cui ha lottato su ogni pallone e ha tenuto gli avanti avversari lontani da Halilaj. L'1-3 finale matura infatti nella ripresa, dopo che s'era andati all'intervallo sullo 0-0: buono l'agonismo, poche le occasioni da rete. A passare in vantaggio per primo è il Capostrada che segna l'1-0 a diciotto minuti dalla fine: l'azione si sviluppa al limite dell'area; innescato in profondità da un passaggio di Iuliucci, Tasselli sorprende la difesa e crossa sul secondo palo: là c'è piazzato Arra che di testa supera Niccolò Giorgetti. La partita gira in questo frangente: dopo un minuto Iuliucci spreca l'occasione del raddoppio; e dopo quattro la Sestese pareggia con Ceccherini, che risolve una mischia nata nell'area avversaria. Raggiunto sull'1-1, il Capostrada reagisce e cerca di portarsi di nuovo il vantaggio; ma la Sestese approfitta di un'incertezza di Halilaj, che non trattiene un tiro da lontano, per ribaltare il punteggio: ne approfitta Bagalà che appoggia il pallone in rete. Allo stremo, il Capostrada continua a forzare il gioco ma si scopre e subisce la terza rete: aprendo l'interno al volo la segna Pucci, pescato sul secondo palo da un traversone da sinistra,. Successo blindato: la Sestese parte forte.
Finisce 0-0 la prima ufficiale del nuovo corso del Fucecchio, squadra su cui c'erano molte attese visto il precampionato strepitoso: la Cattolica Virtus di Fraccone riesce a uscire imbattuta. I ritmi sono alti da subito: messo da parte un paio di imprecisioni della mediana subito rimediate da Buti, il Fucecchio regala il primo lampo all'8' quando Masha su punizione sfiora il palo. Al quarto d'ora va in scena la replica, stavolta da una zolla un po' più lontana: Niccolò Salvadori calibra il cross in area, Fogli si rende pericoloso ma senza pungere abbastanza. La Cattolica avvia subito la ripartenza: Peccini libera l'area con un lancio lungo a scavalcare il centrocampo, e di nuovo Filippi disimpegna in malo modo alzando un improbabile campanile; prova ad approfittarne Andres, subito neutralizzato da Niccolò Salvadori. Col passare dei minuti la Cattolica, ben messa sul piano fisico e ben organizzata tatticamente, viene fuori, anche se al 32' rischia quando Pellegrini viene atterrato in area; ma Sansossio Varnagallo non ravvede irregolarità e fa proseguire il gioco. Le cose migliori del Fucecchio nascono di nuovo dai calci piazzati: al 36' Pellegrini calcia direttamente una punizione nello specchio della porta; Ronchi non trattiene, Battiloro si avventa sul pallone e viene ostacolato forse fallosamente, ma Sansossio Varnagallo lascia correre di nuovo. È comunque un buon momento per il Fucecchio, che anche se evidenzia una manovra non sempre fluida approfitta del calo d'intensità della Cattolica Virtus per chiudere il primo tempo all'attacco; non si registrano occasioni da rete, e dunque è scontato che il primo tempo si chiuda 0-0. Dopo la pausa la Cattolica Virtus riparte forte e sfiora il vantaggio con una di punizione di Mugnaini che impegna Buti. L'angolo che ne segue avvia una ripartenza del Fucecchio chiusa con un episodio dubbio: sul filo del fuorigioco Sardelli lancia Battiloro, che alla fine dello scatto viene atterrato in area; il fallo sembra evidente, ma Sansossio Varnagallo ritiene di nuovo tutto regolare. L'incontro s'accende: Masha perde palla a centrocampo, ne approfitta Manuel Lazzerini che lancia lungo il gemello Christian favorito dalla lettura errata di Filippi; ma Buti, insuperabile, para il tiro diretto a rete. È un rischio che il Fucecchio non avrebbe dovuto assumersi: per provare a cambiare corso della partita Falcini inizia a inserire forze fresche, inserendo Kercucu per Fogli. Il suo ingresso potrebbe portare quasi immediatamente al vantaggio: è dubbia la decisione di Sansossio Varnagallo, che sugli sviluppi di una punizione concessa per un fallo di Peccini su Battiloro ravvisa una posizione di offside nel momento in cui s'era presentato solo davanti a Rocchi. Non è l'unica decisione arbitrale che in questo frangente entra in cronaca: Andres interviene duramente su Niccolò Salvadori, e riceve il secondo cartellino giallo. La Cattolica si ritrova in dieci. Vista la superiorità numerica il Fucecchio opera un altro cambio per provare a vincere: Falcini toglie Filippi e inserisce Matteoli, che subito recupera magistralmente il possesso e verticalizza per Pellegrini; da qui il pallone giunge a Kercucu, che però di fronte a Ronchi incespica e fa svanire l'azione. Falcini interviene di nuovo sullo schieramento (fuori Pellegrini per Lenzi, poi fuori Ciampalini pr Borghi), ma nonostante la pressione crescente e la fatica della Cattolica Virtus il Fucecchio non riesce a creare grandi pericoli. Anzi, rischia quando Mugnaini lancia Christian Lazzerini che però nel tentativo di infilarsi verso la porta commette fallo su Matteoli in protezione. L'ultimo brivido si ha dunque sull'altro fronte, quando Battiloro stacca di testa: sempre di testa Pagnotta toglie il pallone dallo specchio della porta. È il sigillo sullo 0-0: soprattutto nella ripresa, dopo i giusti correttivi apportati da Falcini, il Fucecchio va vicino a vincere la partita; ma la Cattolica, messa ordinatamente in campo anche in inferiorità numerica, riesce a non subire reti e uscire imbattuta.
Di perdere forse no: è finito sotto due volte, ma ha pareggiato subito o quasi. Ma di non vincere il Tau Altopascio ha rischiato tantissimo: la rete che piega il San Miniato, sconfitto 2-3, arriva soltanto a due minuti dalla fine. Un eventuale mezzo inciampo non sarebbe stato un dramma, soprattutto perché la sorte ne avrebbe avuto gran parte: sullo 0-0 prima Sarnataro e poi Capocchi verificano se la traversa sia ben incastrata sui pali; ma siccome non si sa se della scorsa stagione si replicherà la categoria o l'annata, e dunque se il titolo sarà assegnato a Natale o a Pasqua, perdere punti in avvio rischia d'essere pericoloso. Per com'è andata la partita e per come s'è opposto a una delle squadre più forti della Toscana il San Miniato forse uno ne meritava; ma una volta raggiunto sul 2-2 in avvio di ripresa ha consentito al Tau Altopascio di avvicinarsi sempre più pericolosamente all'area, e dunque alla porta. Ma a quel punto, anche se non il più, tanto era già successo: perché, salvato per due volte dalla trasversale, poco dopo il quarto d'ora il San Miniato passa con la rete di Vadi, che da fuori indovina una traiettoria a scendere perfetta per incastrare il pallone sotto l'incrocio. Per illudersi però non c'è tanto tempo: è perfetto lo schema che Sarnataro chiama dalla bandierina; perfetta l'esecuzione; perfetto il taglio di Lamperi sul primo palo; perfetto il colpo di testa a segnare l'1-1. Ma anche se sembra averla raddrizzata, in avvio di ripresa il Tau Altopascio vede la partita tornare a complicarsi: un lancio di Frilli consente a Marchetti d'incendiare la platea con uno scatto chiuso con un tocco in anticipo sull'uscita di Zipoli, cui Paoletti ha affidato la maglia da titolare (in panchina Michielon): il pallone rotola piano accanto al secondo palo, e l'equilibrio svanisce di nuovo. Stavolta però il vantaggio dura ancora meno: il San Miniato dimostra di soffrire le incursioni aeree nella propria area di rigore, violata stavolta da Capocchi che di testa spizza in porta il traversone di Filippo Biondi. Da giocare manca ancora mezz'ora, segnata dalla sempre maggiore pressione del Tau Altopascio a rischio soltanto una volta, sull'incursione di Frilli; debole però il tiro sul rimpallo, facile la parata di Zipoli. Per quanto ormai costretto quasi soltanto a difendersi, il San Miniato però di occasioni pulite non ne concede nessuna fino al 78', minuto in cui la difesa sale tardi dopo un rinvio immediatamente respinto dalla mediana del Tau: in posizione regolare, Giovannelli riceve e scarica per l'inserimento di Bonelli, che piazza sul secondo palo un pallone pesantissimo. E la sfida (a due? a tre? anche con rivali nuove?) può ripartire. Calciatoripiù : il Tau Altopascio gira perché gira Bracaloni , pilota e motore di tutta la macchina; poco distante gravita Farina , il migliore del San Miniato per tecnica e intensità.
Un esilio di due anni sembra un esilio infinito, soprattutto perché fino alla grazia non si sa quanto possa durare. Per la Floria la trasferta di Cecina era l'occasione per celebrare la triplice élite ricostituita, merito di questa squadra che vincendo lo spareggio di Montelupo conquistò due categorie in una mattina - e non conta che poi, spariti Lido di Camaiore e Armando Picchi, sia andata bene anche alla Settignanese: arrivarci senza ripescaggio ha un gusto completamente diverso. Pazienza dunque se la gara d'esordio si chiude con uno 0-0 povero d'emozioni, accolto serenamente anche dallo Sporting Cecina reduce da una stagione spettacolare; in avvio Lattuada prova a indirizzarla nello stesso modo, ma Servi controlla senza troppi problemi il suo tiro centrale. Le migliori occasioni però le crea la Floria, pericolosa quando decide di giocare in verticale; le va male che né Batelli né due volte Martini (rimontato una volta, impreciso un'altra) riescano a colpire. Di nuovo facile per Servi, il tiro di Barbaro con cui si chiude il primo tempo suggerisce che serve qualcosa di più per costruire l'episodio decisivo: potrebbe riuscirci lo Sporting Cecina nell'unica vera occasione della ripresa, ma Bertaccini non angola granché la punizione che Iacobellis gli aveva concesso da una posizione invitantissima. È troppo poco per smontare lo 0-0; ma come antipasto, un punto nella sporta, è più che sufficiente. Calciatoripiù : una partita senza reti non può che aver esaltato la fase difensiva delle due squadre; in copertura si fanno apprezzare Meatu, De Santis (Sporting Cecina), Nannoni e qualche metro più avanti Macaluso e Guarducci (Floria).
I grandi calciatori s'identificano così: per risolvere una partita che all'inizio non li vedeva neppure tra i protagonisti hanno bisogno di un pallone soltanto. Se è l'ultimo disponibile, tanto meglio: vuol dire che nessun appello è possibile. Qualcosa l'Affrico ha cambiato (coraggiosa la scelta di puntare su Carelli, trentotto reti l'anno scorso a Novoli, riconfigurandolo come terzino sinistro, ruolo in cui c'era bisogno d'intervenire; chiaro il senso d'affidare la squadra campione regionale al tecnico scudettato, con sperabilmente felici prospettive biennali), ma i riferimenti base sono i soliti: grande intensità nel recupero del possesso; manovra ariosa; e soprattutto un attaccante che se mantiene la giusta concentrazione ha qualità tecniche per essere tra i primi tre (troppi?) della categoria. È Mencarelli a costringere il Poggio a Caiano a uscire sconfitto quando ormai assaporava già la dolcezza di un punto strappato al Lapenta: sta per esaurirsi il recupero quando Torracchi vince un contrasto sulla destra, conquista il fondo e scarica all'indietro per D'Onofrio, il cui cross favorisce il colpo di testa decisivo. Dunque l'incanto si rompe proprio all'ultima scena, nessun sequel necessario: l'1-0 è sufficiente per avviare la marcia d'una squadra che considerati la storia recente e i nuovi innesti (dalla Sestese è arrivato Talbi, che Gori prova in regia; dalla Floria Materassi) attendersi tra le protagoniste è inevitabile. L'avvio conferma il pronostico; ma Nocentini punge poco, Casamenti ricomincia subito a duellare con la fortuna (sul palo il suo colpo di testa innescato da un pallone inattivo) e il Poggio a Caiano capisce che se riesce a tenere l'Affrico lontano dall'area forse qualcosa può strappare. La strategia cui s'affida è classicissima: difende compatto, e non appena recupera il pallone verticalizza per Bonacchi, che l'anno scorso ha segnato diciotto reti in una squadra retrocessa e che vivendo costantemente sulla linea del fuorigioco costringe la difesa avversaria a una marcatura dispendiosa. Il dispendio è doppio: anche quando le azioni non vanno a buon fine, e l'Affrico torna in possesso del pallone tra la mediana e la propria area di rigore, deve faticare per riportarlo avanti di una quarantina di metri, zona da cui può imbastire l'attacco; la frenesia che in questi frangenti spesso lo colpisce rende inevitabile lo 0-0 all'intervallo. Più ragionata e meno impulsiva è la sua manovra nella ripresa, dopo che Gori ha aggiustato quello che non lo convinceva; ma l'intervento risolutivo è la scelta d'inserire Mencarelli, che anche senza il nove sulle spalle dimostra che saper fare il centravanti è un'attitudine innata: movimento perfetto, gesto tecnico perfetto, Poggio a Caiano condannato. Calciatorepiù : se un calciatore entra dalla panchina e segna la rete decisiva non può che essere il migliore in campo. È questo il destino di Mencarelli (Affrico), affiancato però da una squadra che funziona benissimo in tutti i reparti e che, soprattutto nella ripresa, anche nei momenti in cui non riesce a capire come risolvere l'enigma mantiene sempre la lucidità necessaria a non scoprirsi, e a non concedere al Poggio a Caiano una ripartenza potenzialmente letale.
Una lunga serie d'occasioni sprecate non fa male, perché nel finale l'incantesimo si spezza: il Venturina vince, e dunque comincia nel modo migliore la stagione del rilancio; dopo aver retto quasi per tutta la partita, il Margine (nel recupero la rete che dimezza lo scarto) esce sconfitto 2-1. La partita s'accende già al 4', quando Mezzetti lancia lungo Minichini che arpiona bene il pallone; Boulam però lo contrasta arrestandolo al limite dell'area. Il Venturina ci riprova dopo appena centoventi secondi: la rimessa laterale di Priore è più simile a un cross in area che a una ripresa del gioco; di testa Viganò cerca la porta, sbarratagli da Nigro che con una parata strepitosa alza la traiettoria sopra la traversa. È spettacolare anche l'intervento sfoderato all'11' sul tiro in corsa di Nista sul lancio di Da Frassini, che aveva strappato un gran pallone dai piedi di Llanaj: il Margine conserva lo 0-0. Il Venturina non ha fortuna neppure al 20': Guazzini dal limite sfiora l'incrocio dei pali con un tiro a girare. Sul calcio di rinvio il Margine costruisce la migliore occasione del primo tempo: sul rilancio di Nigro il pallone arriva a Piazza che fa secco Guazzelli e serve Llanaj, impreciso però nel tiro alto sopra la traversa. Il brivido corso costringe il Venturina a ripensarsi, si gioca dunque in mediana per una manciata di minuti, almeno fino al 27' quando il pallone arriva tra i piedi di Priore che da oltre quaranta metri lascia partire un rasoterra fortissimo: palo. Subito dopo Priore ci riprova con una punizione dalla trequarti (l'aveva guadagnata Viganò): tiro di nuovo fortissimo, stavolta alto sopra la traversa. È l'ultima occasione del primo tempo, che dunque si chiude sullo 0-0. La ripresa vede il Margine un po' più aggressivo ma di nuovo a rischio sulla prima accelerazione di Minichini che sfugge a Boulam e crossa al centro; ma Nista,ben appostato, manca l'impatto e sciupa un'opportunità notevole. Poi improvvisamente il Venturina rischia di nuovo di finire in vantaggio: pescato alla perfezione dall'angolo di Igliori, di testa Piazza batte Biondi; ma appostato sulla linea c'è Priore che nega al Margine il vantaggio. Da qui in poi prende il via un frangente che vede il Venturina attaccare in forze alla ricerca della rete: non la trovano né Nista sull'invito di Haxhini (Nigro blocca, 72') né in diagonale Minichini ben servito da Guazzini (74'). Per l'1-0 bisogna dunque attendere il 78' e l'ennesimo calcio di punizione offensivo, stavolta di Mezzetti: il suo cross consente a Minichini di battere Nigro. Lo svantaggio abbatte il Margine, che vedeva concreta la possibilità di tornare a Pistoia con un pari: il Venturina ne approfitta subito raddoppiando con Viganò, che sfrutta l'appoggio di Nista al limite dell'area per scartare Martinelli e spedire il pallone in rete. La gara sembra ormai finita, ma con l'ultimo sussulto il Margine prova a riaprirla: al 2' dei quattro minuti di recupero un'incertezza di Biondi consegna il pallone a Dolo, che gelido lo batte e dimezza lo scarto. Ma non c'è più tempo né ci sono più energie per rimettere in discussione la vittoria del Venturina, che se impara a esser cattivo sottoporta qualche soddisfazione promette di levarsela. Calciatoripiù: Minichini, Haxhini (Venturina), Nigro, Piazza (Margine).
Se esistesse un'associazione mondiale degli allenatori, andrebbe interpellata per chiederle l'elenco degli iscritti: scorrerlo sarebbe utile per ipotizzare quanti sarebbero riusciti a far punti al Bartolozzi a quindici giorni dal ripescaggio; e probabilmente per trovare un nome buono (l'unico?) bisognerebbe depennarne uno dopo l'altro fino ad arrivare in fondo. Nell'anagrafica infatti sarebbe stato l'ultimo, o quasi: Z-u, tutti prima e nessuno dietro. Ma è giusto una convenzione, che non ricalca né i suoi valori tecnici né le prospettive della Settignanese freschissima neopromossa: perché di Fabio Zuccaro tanto si può dire ma non che non sappia come si preparano partite così; e di conseguenza campionati così. Se ci s'aggiunge la ferocia che trasmette ai suoi quando affronta le proprie ex (a Scandicci c'è stato, e ha fatto bene, con un 2007 che dopo di lui s'è sgretolato), era quasi scontato che tornasse a Coverciano con un punto almeno. Di suo c'è molto anche nel modo in cui il punto arriva: l'1-1 che lo produce nasce infatti da una rete di Nencini, come Ragusa entrato all'intervallo (fuori Straccali e Tozzi, che non avevano convinto) nel tentativo di rivoluzionare una partita fin lì complicata. L'esordio su una panchina così prestigiosa infatti Tesconi lo aveva preparato bene; e nel primo tempo al suo Scandicci può rimproverare solo una mancanza: dopo esser passato in vantaggio ha fallito due occasioni gigantesche per raddoppiare. Per tutto il primo tempo infatti la Settignanese fatica, soprattutto sulle corsie laterali: è dalla sinistra che nasce il vantaggio di Cullhaj, in rete sul traversone radente di Salvadori dopo un primo tiro rimpallato; e sempre sulle fasce Drago spadroneggia, per mettere al centro una manciata di palloni velenosissimi che però né Lodovisi (a lato da cinque metri scarsi) né Morosino, neocentrocampista e che di testa sfiora soltanto, convertono nel raddoppio. Zuccaro ringrazia, nell'intervallo ripensa la Settignanese e in una decina di minuti la conduce al pareggio: l'intuizione che spacca la partita coincide con l'ingresso di Nencini, che ricevuto il pallone al limite dell'area affonda, si libera in dribbling e supera Pratolini con un tiro secco. L'1-1 scatena lo spettacolo, perché senza star troppo dietro ai calcoli (chi li fa a settembre?) entrambe le squadre cercano di vincere: ne nascono spazi e occasioni, non concretizzate però né da Giorgi (strepitoso Pozzi; ma con un tiro più angolato chissà come sarebbe finita) né da Cullhaj da venticinque metri, né da Masi (ottimo l'inserimento su calcio d'angolo, ma troppo aperto l'interno) né sull'altro fronte da Nencini, che in volata manca la doppietta e la gloria eterna calciando prima a lato e poi sulla figura di Pratolini, autentico protagonista del finale con la parata decisiva su Miranda Moretti. È lui, il portiere, a evitare allo Scandicci una sconfitta ingiusta: se nel primo tempo fosse maturato il doppio vantaggio difficilmente la Settignanese sarebbe riuscita a pareggiare. Ma una residua percentuale di dubbio è bene conservarla: chi ha Zuccaro in panchina non s'arrende mai.
Per capire quanto alto sia lo scalino tra il regionale e l'élite c'è da attendere ancora: anche se hanno vite diverse, due neopromosse vengono da storie simili. Per capire che entrambe giocano un calcio spettacolare, e che con qualche accortezza difensiva in più (ma chi le governa ha la sapienza giusta: Giuliani e Ricci hanno bisogno giusto di un po' di tempo) potranno divertirsi su tutti i campi della Toscana, è sufficiente l'esordio: finisce 3-3 la partita tra l'Academy Livorno e l'Aquila Montevarchi, che in avvio passa sul doppio vantaggio e coglie due legni ma nella ripresa è costretta a rimontare e si salva solo perché Sommani calcia sul palo il rigore del possibile successo. Ma dopo gli scambi iniziali è impossibile ipotizzare un epilogo così: rischia d'esser scioccante il primo approccio dell'Academy Livorno all'élite, lo svantaggio dopo un minuto e mezzo e il raddoppio nel giro di poco; protagonista d'entrambe le reti è Pranteddu, che crossa sulla testa di Borri il primo angolo della partita e poi si prende la scena con una deviazione in anticipo su un traversone laterale. Finché non s'esaurisce il primo quarto l'Academy Livorno non reagisce; e solo la traversa e il palo, che respingono i tiri di Miniati sbucato davanti a Palamidessi e di Cannoni da fuori, suggeriscono che da raccontare c'è ancora altro. La storia nuova la introduce Lepri, che ricevuto il pallone sul fronte sinistro dell'area di rigore s'apre la strada in dribbling e col mancino segna l'1-2. Corre appena il 25', e dunque prima dell'intervallo c'è ancora a disposizione un quarto d'ora; ma nonostante l'improvvisa timidezza dell'Aquila Montevarchi, che si vede sovrastata da antichi fantasmi, e la pressione crescente l'Academy Livorno non riesce a pareggiare prima della pausa. Gli è comunque sufficiente scavalcarla: alla prima azione dal riavvio Billi sgraffigna il pallone alla difesa avversaria, che cercava di ripartire dal basso, e lo serve a Pistoia per il facilissimo 2-2. Passano appena cinque minuti e la rimonta si completa: sulla sventola di Sommani da fuori area lo psicodramma dell'Aquila Montevarchi sembra ormai irrisolvibile. Ma è una sensazione sbagliata, perché la reazione produce il nuovo pari in meno di cinque minuti: fallo di Bernini su Cannoni che stava prendendo posizione in area, fischio di Lorenzi, rete di Borri su rigore. È più impreciso Sommani, che una manciata di secondi più tardi si trova a disposizione un'opportunità identica dopo aver subito un fallo di Palazzini: angolato un grado di troppo, il tiro sbatte sul palo e lascia il 3-3 intatto. A renderlo tale contribuisce anche Tommasi, attento nel finale su un paio di conclusioni da fuori: dopo aver sognato in avvio e aver tremato tanto un paio di volte, l'Aquila Montevarchi viene via dalla costa con un punto che le serve a ricordarsi che anche dopo quattro anni non s'è scordata come si fa, e che in questo campionato può starci benissimo. Calciatoripiù: Lepri avvia la rimonta dell'Academy Livorno, che Sommani provvisoriamente completa salvo poi lasciarla incompiuta con l'errore dal dischetto; la rete che sigilla l'incontro resta dunque quella di Borri , che l'aveva anche aperto e che con Pericoli , infaticabile, dà i tempi alla manovra dell'Aquila Montevarchi.