Non va oltre il pari (1-1) la sfida di Soffiano, risultato che non cambia l'essenza della classifica. Tra le due squadre è l'Aquila Montevarchi che può ritenersi più soddisfatta, dato l'andamento della partita e le due sconfitte da cui era reduce. La Cattolica Virtus ha la fortuna e la sfortuna di poter osservare la partita in entrambi i modi: il pari le consente di allungare la striscia d'imbattibilità; ma l'imprecisione sottoporta resta la principale causa della distanza dal gruppetto di testa. Se ne ha subito un saggio: interrompendo il dialogo tra Zini ed Echchihab al limite dell'area, la retroguardia ospite serve involontariamente Fossi all'altezza della lunetta. La sua giocata di prima manda senza indugi Zini allo scontro diretto con Ghelli, graziato da un tiro alto sopra la traversa. È l'occasione principale dei primi dieci minuti, nei quali il Montevarchi trova difficoltà nell'interrompere il possesso palla degli avversari: per varcare l'ultimo quarto del terreno di gioco ha bisogno di una discesa di Palazzini con annesso assist dall'out di destra; lo raccoglie Borri, che entrato in area con una serie di finte si accentra e prova a sorprendere Bracci sul primo palo: conclusione strozzata, il pallone si perde a lato. Resta comunque un episodio occasionale, che non intacca la supremazia della Cattolica imprecisa però sottoporta. Sono ben le occasioni fallite nel giro di un minuto. La prima nasce da uno schema su corner, dal quale Peccini completa l'uno-due con Mugnaini ed effettua un cross verso il secondo palo: lì si fa trovare pronto Chirinos Calderon il cui tiro al volo diventa una sponda per Echchihab; sul suo colpo di testa a schiacciare all'angolo Ghelli interviene con una parata monumentale (19'). La seconda occasione nasce da un'azione sviluppata sulla sinistra: Andres scarica per Fossi, che porta palla fino al limite dell'area dove imbuca per l'accorrente Peccini, al tiro alto (20'). Dopo aver sentito suonare per ben tre volte il campanello di allarme, l'Aquila Montevarchi decide di cambiare marcia e di incrementare l'efficacia delle ripartenze. Al 25', lasciata passare la rimessa laterale di Borri sulla prediletta corsia di destra, Brogi arriva sul fondo ed effettua un cross verso il cuore dell'area: lì stacca di testa Pericoli che spedisce di poco a lato.Gli ultimi dieci minuti vedono nuovamente la Cattolica protagonista; ma il giro palla si rivela sterile, e non porta a nuove iniziative degne di nota dalle parti di Ghelli. Dunque la prima frazione di gara finisce a reti inviolate. La ripresa inizia con una recita su un copione che prevede un ribaltamento dei ruoli: il Montevarchi cambia marcia, e grazie a un atteggiamento propositivo riesce gradualmente a imporsi; colta di sorpresa, la Cattolica Virtus non riesce a reagire alle sollecitazioni avversarie. Al 48' si registra il primo pericolo: il bel corner di Pranteddu pesca Palazzini, sul cui stacco di testa Bracci si esibisce in un grande riflesso. Tuttavia il pallone rimane nell'area piccola, e dopo una mischia Palazzini impatta di nuovo: Bracci si ripete, e salva clamorosamente sulla linea. Assaporato per un attimo il gusto del gol, il Montevarchi acquista fiducia e al 55' si rende nuovamente pericoloso: Manenti si sgancia dalla linea difensiva e, passato in modo sublime in mezzo a due avversari, serve Brogi che va in porta direttamente dai trenta metri; la sua conclusione è potente e inaspettata, ma trova ugualmente attento Bracci che neutralizza nuovamente. Passato il primo quarto d'ora, la Cattolica Virtus torna in partita; e la trama riflette una situazione di equilibrio destinata però a non durare a lungo. Proprio quando il Montevarchi sembra vicino al vantaggio, si trova a rincorrere in seguito a un'azione dall'altissimo coefficiente tecnico. Per gli appassionati, l'azione è una fotocopia della rete-capolavoro realizzata sull'asse Bonucci-Giaccherini in Italia-Belgio degli Europei del 2016. Dall'altezza del centrocampo il solito Chirinos Calderon, protagonista anche in fase d'impostazione, effettua un lancio sbalorditivo: in area Zini lo arpiona straordinariamente, e da due passi deposita in rete. Sono tante le emozioni che riempiono il terreno di gioco in seguito al gol; ma pochi (anzi, pochissimi) i minuti necessari per il pareggio. La rete del Montevarchi è altrettanto bella per dinamica e tecnica di composizione: giunto sulla trequarti, Brogi vede il taglio di Pranteddu alle spalle della difesa e lo serve con un elegante scavetto; ne segue un colpo di testa che scavalca Bracci e spedisce il pallone sotto la traversa. Il pari ristabilisce l'equilibrio costruito nei minuti precedenti, e per un bel po' la gara si sviluppa nuovamente a centrocampo. Col passare dei minuti emerge nuovamente la Cattolica, che al 71' costruisce l'ultima grande occasione per passare in vantaggio. Dopo una cavalcata sulla fascia Peccini pennella un bel cross verso il cuore dell'area: il pallone attraversa la difesa e trova la testa di De Sa, sulla cui conclusione ravvicinata si esibisce nuovamente Ghelli che salva il risultato. Negli ultimi minuti la Cattolica continua a spingere per il pari, mentre l'Aquila Montevarchi s'accontenta del risultato in attesa del triplice fischio di Bracali. 1-1 il finale. Calciatoripiù : nella Cattolica il migliore è stato Chirinos Calderon , per i puntuali interventi difensivi e per gli spunti in fase d'impostazione (il più importante il perfetto lancio trasformato in assist da Zini). Da menzionare anche la prestazione di Mugnaini per l'ordine fornito al giro palla, oltre che per la tecnica e l'impegno mostrati negli ottanta minuti di gioco. Nell'Aquila Montevarchi il migliore è stato Pranteddu , autore di una gara a tutto campo da vero centrocampista box to box: grandi le qualità mostrate in entrambe le fasi, splendido il gol che vale il pareggio. Solida anche la prova di Brogi , che si è distinto per la buona tecnica di base e l'accuratezza dei passaggi: è giunto proprio dai suoi piedi l'assist per il gol del pareggio.
Ancora imbattuto, del quinto punto in tre partite Corrado Colombo può essere soddisfatto a metà: è vero che il suo Margine l'ha conquistato in rimonta; ma per un tempo e mezzo, ossia un'ora esatta, ha giocato in superiorità numerica: dunque si capisce perché all'1-1 che porta via dal Brizzi il San Miniato dia un valore enorme. La sequenza degli episodi non gli consente di gustarsi il vantaggio, né di sfruttarlo per cambiare l'inerzia complessiva: corrono infatti dieci minuti scarsi tra il tiro di Monaci, che da fuori segna lo 0-1, e l'azione su cui la partita gira; e gira perché è netto il fallo di Zazzi su Igliori, che sulla trequarti aveva sgraffignato il pallone a Luise e aveva affondato in area; incomprensibile invece l'espulsione (forse nel borsone di Rosi c'è un regolamento vecchio? Sono anni che, se in area e generata da una contesa genuina, l'infrazione che interrompe la chiara occasione da rete viene punita solo con l'ammonizione), che vale l'uomo in meno da lì alla fine. E non è questione solo aritmetica, considerato che la ripresa del gioco vale il pareggio: Llanaj converte gelido il rigore. Inizia qui una partita diversa, che vede il San Miniato difendere il pari e il Margine tentare di completare la rimonta; a cavallo della pausa gliela negano Ginepri, che rientra alla grandissima dopo la giornata di squalifica (splendida la parata su Virdò) e la traversa, su cui sbatte il tiro di Llanaj da una decina di metri: sul rimbalzo il San Miniato ringrazia la sorte, che spinge il pallone mezzo metro al di qua della linea di porta. È l'occasione migliore per il Margine, che nonostante l'ottimo ritmo non trova la porta né con Jacopo Niccolai, né con Dolo dalla distanza (ottimo comunque l'ingresso) né di nuovo con Virdò. Nessuno dunque deve sorprendersi se sul fischio finale il San Miniato rischia di vincere; ma Pirrera, cui stavolta Colombo ha affidato la porta (in panchina Nigro), s'esalta sul tiro incrociato di Vanni, che vinto un rimpallo e creatosi lo spazio in dribbling aveva calciato sul palo lontano. Dopo tanto attaccare, la sconfitta sarebbe stata una punizione eccessiva per il Margine; ma avrebbe gratificato il San Miniato con un premio per l'eccesso di fatica dovuto a un errore dell'arbitro. Calciatoripiù: Llanaj, Lafsahi, Dolo (Margine Coperta), Senanayake, Frilli, Marchetti (San Miniato)
Vittoria, e due punti mangiati all'Affrico che in casa non è andato oltre il pari con l'Academy Livorno: battendo 3-0 lo Scandicci il Fucecchio accorcia sul podio, obiettivo legittimo. È stata però una partita più aperta di quanto indichi il finale, e accesa fin dai primi minuti: trascorso un quarto d'ora di studio un'incertezza di Federighi lascia sfilare Lodovisi; ci mette una pezza Matteoli, in grande spolvero, che chiude in fallo laterale (14'). La replica porta al vantaggio: Buti lancia lungo, Sardelli aggancia e crossa; il rimpallo su Gabriele Salvadori favorisce l'inserimento di uno dei due omonimi del Fucecchio, Niccolò, che con un tiro angolato batte Izzo (17'). È il punto dell'1-0, risultato che però non rispecchia quanto visto fin lì: infatti lo Scandicci tiene a lungo il pallino del gioco, e il Fucecchio fatica a costruire. Sugli sviluppi di una lunga rimessa di Sardelli però costruisce quasi subito l'occasione per il raddoppio: riceve Masha, sulla cui imbeccata Ciampalini spara alto. Il Fucecchio ha una buona dote: quando recupera il pallone lo gioca subito in verticale. Se ne ha un saggio al 24', quando Matteoli vince un contrasto con Drago e triangola con Masha: l'azione si chiude con un filtrante per Comanducci, che da posizione defilata colpisce l'esterno della rete. Quattro minuti più tardi però il Fucecchio rabbrividisce su un lancio lungo di Prelashaj: Federighi prolunga di testa rischiando l'autorete, Buti ci mette una toppa. Lo Scandicci ci riprova al 35', quando Sani rilancia lungo per Drago che salta Federighi; Matteoli però lo ferma e imbastisce subito la ripartenza, alimentata da Niccolò Salvadori sul cui traversone centrale Ciampalini colpisce di poco a lato. A chiudere all'attacco il primo tempo è però lo Scandicci: il solito Drago calcia dalla trequarti (38'), Buti neutralizza in due tempi. Efficace anche la parata con cui inaugura la ripresa: la sollecita il colpo di testa di Lodovisi sul cross di Drago, immarcabile. È un momento di difficoltà per il Fucecchio, che su un lancio lungo di Cullhaj concede un'altra occasione: Collura e Federighi s'ostacolano a vicenda, da posizione favorevolissima Kurti non trova lo specchio. Falcini capisce che deve intervenire; e i suoi ritocchi consentono al Fucecchio di respirare, e di tornare a guadagnare campo. Quando affonda però lo Scandicci fa paura: è ottima la discesa di Kurti che a un quarto d'ora dalla fine scambia con Drago e si trova di fronte a Buti, decisivo nella parata d'istinto. Il Fucecchio rischia anche tre minuti più tardi sul lungo lancio di Kurti, che recupera il pallone a Sardelli sul rinvio di Izzo e gioca in profondità per De La Cruz: l'ennesima diagonale efficace di Matteoli cancella qualsiasi discussione sulla posizione di partenza. Fa lo stesso la mira di Kurti, lanciato in profondità (forse fuorigioco?) dal lungo rilancio di Izzo: tiro alto. È la svolta della partita: a cinque minuti dalla fine Niccolò Salvadori recupera il pallone provvisoriamente allontanato dalla difesa dello Scandicci e con un bel tiro a scendere dalla trequarti segna il 2-0. A metà dei quattro minuti di recupero il divario aumenta, fino ad assumere la configurazione finale: Battiloro sfrutta l'assist di Orsucci per scappare dietro la difesa e battere Izzo con un preciso rasoterra. Il 3-0 suggella la prova di forza del Fucecchio, che punta a restare nei piani alti della classifica; ma a lungo lo Scandicci ha fatto bene, e per quanto ha mostrato tre reti di scarto sono troppe. Certo, se sottoporta sbaglia così tanto segnare diventa difficilissimo. Calciatoripiù: Matteoli, Niccolò Salvadori (Giov. Fucecchio).
Solo nelle storielle non funziona così, solo nelle storielle si vuole sapere prima la buona notizia; nella vita vera si vuole avere il tempo d'assorbire l'urto del male, e possibilmente attenuarlo. Così ecco subito la notizia cattiva: il Tau resta lontanissimo, otto erano i punti di vantaggio e otto rimangono. La Sestese però può confortarsi con quella buona: la vittoria di misura (0-1) sul campo del Poggio a Caiano vale l'aggancio all'Affrico in seconda posizione. Ci sta che si battagli per questa, se davvero quella davanti non ha intenzione di rallentare; e pazienza se vale un risultato solo platonico, niente coppa né altro a suggellare il primo posto tra i terrestri. Se non di lanciarsi alla rincorsa del Tau (mai arrendersi comunque), di sfidare l'Affrico comunque la Sestese ha voglia: si spiega così l'ottimo avvio, che nei primi dieci minuti porta Santiago Palmini (bravo Sehimi, che ritrova la porta dopo l'exploit da attaccante con la Settignanese) e Pucci (a lato) in posizione di sparo. L'occasione buona è la terza, nata da un lancio profondo di Ceccherini che aveva già fatto capire che in mediana non avrebbe avuto rivali: stavolta, vinto il duello individuale con Spanu, Santiago Palmini riesce a superare Sehimi, battuto sul secondo palo nonostante il tocco in uscita (11'). È la giocata che vale lo 0-1, trovato il quale la Sestese non rallenta: di qui alla mezz'ora si contano ancora un'occasione per Pucci e una per Pancella, liberato dallo sprint di Bagalà a sinistra e murato a ridosso della linea. S'incastra qui l'azione più pericolosa del Poggio a Caiano, che sa d'aver bisogno di punti per tirarsi via da una posizione complicata: solo per poco non glieli porta il tiro di Parrini, che calciando a giro sugli sviluppi di un angolo manca d'una spanna il palo più lontano. Accontentarsi è pericoloso, è un messaggio chiaro per la Sestese che sul finire di tempo dimostra d'averlo recepito: provano a consolidare il successo sia Ceccherini (tiro a lato) sia Belli, cui s'oppone Sehimi. Il duello si ripete in avvio di ripresa, identico l'esito; e di nuovo non segna neppure Ceccherini, murato con affanno dalla difesa sul filtrante di Malica e impreciso per millimetri sull'angolo di Santiago Palmini. Anche se formalmente il punteggio lo tiene ancora vincolato alla partita, il Poggio a Caiano s'è già arreso: fatica infatti a contenere le discese di Paci a destra; e sul tiro di Bagalà, servito in area dalla ripartenza ben condotta da Stasi, deve ringraziare solo le facce interne dei due pali. Alla cattiva sorte però la Sestese non rimprovera niente: è più facile farlo quando s'è agguantata la seconda posizione, la prima dei terrestri. Calciatoripiù: Parrini (Poggio a Caiano) disputa una partita stratosferica in entrambe le fasi, e va vicino alla rete che avrebbe pareggiato quella segnata in avvio da Santiago Palmini , feroce nel capitalizzare la prima delle mille giocate perfette di Ceccherini (Sestese).
E undici. Tutti l'affrontano come se in palio ci fosse la sopravvivenza; e a tutti va bene che in realtà non sia così: perché finora dal Tau tutti hanno ricevuto solo reti, e nessun punto. La Settignanese c'era andata vicinissima; solo vicino, ed è comunque un merito, lo Sporting Cecina, che cade a nove minuti dalla fine dopo un primo tempo eccezionale. Esclusi gli scontri diretti che s'intravedono avvicinarsi, sarà uno dei temi principali delle prossime settimane: contro il Tau tutti vogliono fare bella figura, essere i primi (gli unici?) a costringerlo a rallentare. In realtà non sarebbe un problema: il pari interno dell'Affrico contro l'Academy Livorno fa salire a otto i punti di vantaggio, già tantissimi. Ma lo sarebbero anche se fossero meno: difficile pensare di rimontarli a una squadra che almeno in classifica rappresenta la definizione ostensiva in risposta alla domanda «che cos'è la perfezione?». Eccola lì, la perfezione è quella roba lì: quella striscia che comincia con trentatré e undici in corrispondenza dei punti e delle partite giocate. E non sono gli unici numeri eccezionali: i tre portieri che si sono alternati (stavolta gioca Jordan Ricci, in panchina Michielon; Zipoli su con i 2008) hanno subito appena cinque reti; e in sette partite la porta è rimasta inviolata. Nella serie finisce anche quella con lo Sporting Cecina, cui non bastano un primo tempo commovente e un'occasione in avvio (troppo centrale il colpo di testa di De Santis); anche se non a vincere, l'intensità lo aiuta comunque a rinviare il più possibile lo svantaggio. Per l'intero primo tempo infatti il Tau trova intasate tutte le linee, e prova a uscirne nel modo meno efficace: anziché creare la superiorità numerica, condita dall'inevitabile tocco in più l'iniziativa personale consente allo Sporting Cecina di ripiegare senza subire. Per cambiare l'inerzia della gara occorre l'intervento di Paoletti (che gran tecnico che è), che nell'intervallo aggiusta la squadra e le consente finalmente d'attaccare la profondità; di sicuro nella diversa struttura della ripresa incide anche la spia della riserva accesa sul cruscotto dello Sporting Cecina, la cui difesa (bene la governa Kohler) comunque riduce al minimo i pericoli verso la porta. Sempre più vicino però si sposta il baricentro della partita, complice l'inserimento di Stondei che produce una rivoluzione tattica: esce Matteucci, Sarnataro scala in posizione di mezzala. E soprattutto Moschini cambia fascia, intuizione vincente: è infatti dalla nuova posizione che a nove minuti dalla fine spinge in porta il tiro di Bonelli (stavolta non segna, ma è come se lo facesse) respinto lateralmente da Kohler. E anche l'undicesima s'arrende: la striscia stratosferica s'allunga un altro po'. Calciatoripiù: Moschini (Tau Altopascio) decide una partita appiccicosissima, nella quale Meatu, Creatini e Lombardi (Sporting Cecina) tamponano a lungo le iniziative degli avversari riducendo al minimo le occasioni da rete; contro una squadra così formidabile però anche una può essere troppa.
Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Amori indivisibili, indissolubili, inseparabili. Che sia amore o meno, che il titolo possa essere come il film di animazione della Disney Red e Toby nemici-amici, la realtà è una sola. Per la classe d'età 2009 Floria-Settignanese (4-1 il finale) non sarà mai una partita come le altre. Non lo è stata fin dagli Esordienti, né quando decise la prima fase del campionato Giovanissimi B; né chiaramente lo scorso dodici maggio. È un percorso lungo dalle traiettorie talvolta distanti e talvolta così vicine, con giocatori che cambiano casacca da una parte e dall'altra; poi c'è chi vince e chi viene ripescato. Così, davanti agli spalti gremiti del Grazzini, le due squadre si ritrovano immerse in un insolito silenzio: al massimo è un brusio, senza particolari tensioni di sorta. Anche la gara inizia nello stesso modo, almeno per la Floria: quasi sotto tono, Al contrario la Settignanese entra in campo più convinta, ma senza creare particolari pericoli a Servi. Se ne accorge Benevento, che ancor prima della metà di frazione decide di far scaldare tutti i giocatori presenti in panchina. Il segnale alla squadra ottiene l'effetto sperato, e il primo squillo arriva da Martini: protezione del pallone sugli sviluppi di una rimessa laterale dalla destra, girata di prima intenzione, Roschi si supera in un intervento spettacolare quanto decisivo. L'equilibrio si rompe quando sono passati pochi minuti da quando le luci hanno iniziato a illuminare l'impianto. Martini recupera il pallone sulla sinistra, evita con forza l'intervento di un avversario ed entra in area per poi scaricare un bolide sotto la traversa: Roschi nulla può. Esplode il Grazzini per il vantaggio della Floria. Gueye deve abbandonare il terreno di gioco per un colpo fortuito mentre la prima frazione si avvia alla conclusione senza particolari sussulti. La Floria però prende campo e in pieno recupero trova il raddoppio. Bautista riceve un calcione in piena area sugli sviluppi di un calcio di punizione, Cioni (più che sufficiente nel complesso la sua prova) indica subito il dischetto. Capitan Fibbi si presenta dagli undici metri, e con una botta forte sotto la traversa e porta i suoi al riposo sul doppio vantaggio. La Settignanese apre la ripresa con la punizione di Djoni, che impegna Servi dalla lunga distanza. La Floria risponde subito. Recuperato il pallone sulla trequarti, Martini serve il nuovo entrato Kacaj, che invece di servire Batelli a centro area sceglie la conclusione in porta sul primo palo: Roschi manda in angolo. La Settignanese prova a riaprire la gara, ma lascia spazio al contropiede: lanciato per vie centrali, Kacaj arriva al limite dell'area e sull'uscita di Roschi conclude di poco largo divorandosi il gol che avrebbe chiuso la partita. Così un episodio la riaccende: Nencini si libera della marcatura e s'invola in area, Servi esce in ritardo e gli frana addosso. Cioni fischia ancora un calcio di rigore, anche in questo caso senza polemiche. Dal dischetto Ragusa non sbaglia; e al termine mancano ancora dieci minuti. Alla Floria ne basta un paio per riportarsi vicina al doppio vantaggio: dopo un grande stop Martini, marcato, trova il filtrante perfetto per Kacaj, chiuso ancora una volta da Roschi. C'è più apprensione sugli spalti che in campo. I minuti scorrono lenti, ma la partita rimane corretta. La Settignanese si crea l'opportunità del pari su calcio da fermo: davanti a Servi in due si ostacolano e non riescono a trovare il bersaglio grosso. Così, a un minuto dal termine regolamentare, la Floria si distende ancora in contropiede: Batelli lancia Kacaj, bravo a reggere il diretto marcatore, entrare in area dalla sinistra e questa volta a mettere al centro per chiudere il triangolo; sulla traiettoria si trova Maffei per la più classica e sfortunata delle autoreti. In pieno recupero, arriva ancora un'altra rete che certifica la vittoria più che meritata della Floria: di prima intenzione Batelli libera Kacaj, che esplode il destro dal limite dell'area e insacca il pallone sotto la traversa. La festa sugli spalti può finalmente iniziare. Strette di mano e applausi in campo all'uscita, Benevento e Zuccaro si scambiano amichevolmente qualche battuta. Amici mai, canterebbe qualcuno. Calciatoripiù: Martini trova la rete che spezza l'equilibrio, Batelli si conferma prezioso per la squadra, Galletti (Floria) viaggia bene in mezzo al campo; Roschi (Settignanese)tiene viva la partita quasi fino alla fine, Ragusa è l'ultimo a mollare.
Ora non gli bastano più neppure i due scontri diretti: se l'Affrico vuole vincere il campionato (e sarebbe una rimonta storica) deve per forza affidarsi a un terzo scivolone del Tau Altopascio. Da sei i punti di distanza salgono infatti a otto: infatti dal Lapenta un Academy Livorno bello pimpante, e al quale il cambio d'allenatore ha fatto bene (come tutti gli assoluti, è sbagliato dire che nelle giovanili non si debba fare mai), porta via un pari che per più di mezz'ora ha sperato avesse una configurazione ancor meno pronosticabile. La rende verosimile la rete del vantaggio dopo tre minuti scarsi: la segna Ciulla, che col tacco anticipa Campanale sul traversone rasoterra di Baldini sceso a sinistra. Lo svantaggio in avvio costringe l'Affrico a rivoluzionare gli schemi, e ad attaccare da subito con quasi tutti gli effettivi; ma fino alla mezz'ora non ne viene niente più che una serie di otto calci d'angolo, sull'ultimo dei quali rischia la capitolazione: solo all'ultimo la difesa riesce a recuperare e neutralizzare Santacroce, lanciato in contropiede dalla giocata di Billi. È un episodio che pesa, perché a tre metri dalla pausa l'Affrico riporta il punteggio in equilibrio: stretto tra Pietrogiacomi e Bernini, Panichi conquista il rigore che Talbi trasforma nel'1-1. Ci s'attende dunque una ripresa a una porta; ma l'Affrico, che aveva speso tantissimo per pareggiare, fatica a costruire occasioni da rete. Anzi, deve di nuovo guardarsi dalle ripartenze dell'Academy Livorno che sfiora il nuovo vantaggio con Ciulla (tiro a lato) e si lamenta con Marini, cui chiede due rigori (mani sospetto, poi intervento deciso su Santacroce che aveva preso posizione in area) per ottenerne almeno uno. Va diversamente, e allora l'Affrico prova a sfruttare l'ultimo quarto per vincere; ma Palamidessi si conferma portiere affidabilissimo, sicuro nelle uscite sui tanti traversoni laterali e attento sui tiri di Panichi e di Talbi da fuori. L'1-1 è dunque inscalfibile, e Disegni può esserne soddisfatto: nelle due partite in cui in panchina c'è stato lui l'Academy Livorno ha conquistato quattro punti. Il calendario ora propone Poggio a Caiano e Margine Coperta: a metà dicembre si capirà se nella zona salvezza sarà davvero passato il trattore della rivoluzione. Calciatorepiù : anche se vale un punto soltanto, la rete di Ciulla (Academy Livorno) si piazza tra le migliori dieci del campionato.
È una vittoria pesantissima, che chiude un momento di crisi non solo apparente: battendo 2-0 il Capostrada, che non riesce ad allontanarsi da una zona incandescente, il Venturina chiude la serie negativa avviata dalla sconfitta interna con la Sestese e proseguita nel derby con l'Academy Livorno. Stavolta funziona tutto bene, a partire dalla concentrazione evidente sin dai primi frangenti: è ottimo il lancio con cui Masini pesca Lenci, spintosi fino al limite dell'area avversaria; sulla sua sponda Viganò scarica verso la porta un diagonale, di poco a lato (14'). Il Venturina ci riprova dopo appena cento secondi: Bologna scappa sulla fascia a Borchi, arriva sul fondo e crossa in mezzo per Ferrario che di testa manda il pallone dritto tra i guanti di Filoni. Per la prima occasione ospite occorre attendere il 24': Garofalo conquista il pallone sulla trequarti, affonda fino al limite dell'area e calcia in porta; il tiro però gli esce centrale, e Zanaboni lo neutralizza facilmente. Subito dopo ci prova Borchi, che ruba il pallone a Da Frassini e calcia da posizione defilata: mira inaccurata, anche se di poco. Al 35' Da Frassini, un po' distratto, commette un altro errore sbagliando l'appoggio per Mezzetti: ne viene fuori una punizione che Giorgetti calcia in mezzo per Palladino, il cui colpo di testa esce sopra la traversa. Il Capostrada chiude il primo tempo in attacco: Giorgetti prova a incidere con un altro calcio da fermo, stavolta un corner, che la testa di Driza alza fuori dallo specchio. È l'ultima azione del primo tempo; segue l'intervallo spezza la partita a metà. In avvio di ripresa infatti il Venturina sfodera l'atteggiamento giusto: subito Ferrario offre un bel pallone in profondità per Bologna, che entra in area e lascia partire un diagonale secco; Filoni è splendido nella parata in angolo (45'). Undici minuti più tardi il punteggio si sblocca: Mezzetti scappa sulla destra e cambia gioco a sinistra dove pesca il neoentrato Lolini, steso in area da Kola; è Montagnani lo punisce col rigore, che Da Frassini trasforma nell'1-0. Nello spezzone che segue il Venturina cerca il raddoppio in un paio di circostanze: glielo nega Filoni, attento sia su Ferrario (lo aveva innescato un angolo di Priore) sia su Haxhini. La partita dunque resta aperta, e il Capostrada si lancia all'attacco per pareggiare; ma Zanaboni è stratosferico su Iuliucci, Leonardo Calistri e Palladino, e tiene inchiodato l'1-0. È grazie a lui che il Venturina vince, e che la rete nel recupero serve soltanto a consolidare il successo: la segna Haxhini, che capitalizza lo scambio tra De Luca e Nista. Il Capostrada dunque esce sconfitto, ma le sensazioni sono buone: contro un portiere meno eccezionale almeno una rete l'avrebbe segnata; e difficilmente avrebbe perso. Calciatoripiù: Zanaboni, Lenci (Venturina), Iuliucci, Giorgetti (Capostrada).