Stavolta segna in avvio, ma come sempre per vincere deve battagliare fino alla fine: comprensibile, considerato che contro il Tau dei record (dodici le vittorie in dodici partite, radioso il futuro) tutti vogliono fare bella figura. Nonostante la sconfitta per 0-1 ci riesce anche l'Aquila Montevarchi, che fino alla fine disputa una partita a viso aperto. Era stato buono anche il suo avvio, segnato da una serie di affondi sulla destra dopo le primissime fasi di studio; è però il Tau ad andare per primo al tiro con Matteucci, che ricevuto dal tacco di Sarnataro il pallone di ritorno calcia potente di collo pieno da una ventina di metri: bravo Ghelli a respingere in tuffo, e a deviare lateralmente per l'intervento della difesa che libera. Il vantaggio arriva alla seconda occasione: nel tentativo di liberare un lancio profondo, di testa Sirà innesca involontariamente Capocchi, che sottomisura non sbaglia. Al 10' dunque il Tau capolista passa in vantaggio, situazione che ormai è un'abitudine. La reazione del Montevarchi non si fa attendere: da sinistra Pericoli pesca Pranteddu che conquista il fondo e crossa in area per Borri, viene anticipato di un soffio da Biondi. Dalla stessa parte nasce un nuovo pericolo per il Tau: la rimessa laterale di Pericoli innesca Pranteddu che difende bene il pallone e appoggia passa a Sirà, che dal limite crossa dentro l'area; è un gran servizio per Cannoni, che sottoporta azzarda l'acrobazia d'esterno destro impegnando Zipoli. Il Tau replica con un'azione efficace sulla catena di destra con un lancio precisissimo Moschini pesca Capocchi libero in area, ma con una perfetta scelta di tempo Palazzini neutralizza tutto in scivolata. Ogni volta che attacca il Tau fa paura, anche sui calci da fermo: la difesa respinge fuori un angolo tagliato; il pallone lo calamita Bracaloni, che al volo spara alto. I ritmi sono elevatissimi, nella partita il Mpntevarchi ci sta bene: Brogi restituisce un gran pallone a Borri che lo calibra in area, sulla respinta della difesa Pranteddu è il più lesto a caricare il tiro di controbalzo spento a terra da Zipoli non senza difficoltà. Il primo tempo si chiude col Montevarchi all'attacco: Pranteddu calcia teso l'ultimo angolo prima dell'intervallo, Cioncolini però non crea veri pensieri. È l'ultimo episodio del primo tempo, seguito da una ripresa che prende il via sullo stesso filone: subentrato a Brogi e subito innescato da una rimessa laterale di Pericoli, Cincinelli entra in area e tocca il pallone per l'accorrente Cannoni che di prima intenzione sfiora la porta. Tre minuti più tardi il Tau replica con la percussione di Sarnataro che da sinistra calcia angolato: Ghelli è reattivo, e concede solo l'angolo. Più difficile è la parata che Zipoli è costretto a sfoderare al 67' sul gran mancino di Cincinelli: il Montevarchi vede sfumare la migliore occasione per il pari. La partita comunque ha ancora qualcosa da raccontare: Pinciani si libera di un paio di avversari sulla destra e calibra un lancio perfetto per Panci che dal limite crossa in area, ripulita dalla difesa amaranto anche se con qualche affanno. Resta senza esito anche il passaggio di Panci che sul filtrante di Palazzini innesca Miniati: tiro fuori di pochissimo. Ripreso fiato, il Tau può chiudere all'attacco: soltanto un grande intervento di Ghelli strozza l'urlo nella gola di Sarnataro, che aveva battuto a rete sottoporta. Il risultato dunque resta appeso fino alla fine, e sul filo della sirena il Montevarchi prova a costruire l'ultima chance; ma sul pallone inattivo che Cincinelli crossa a centro area la testa di Manenti alza la traiettoria sopra la traversa. Dunque il Tau non interrompe la striscia positiva di dodici vittorie in altrettanti incontri; al Montevarchi resta comunque la soddisfazione per l'ottimo sviluppo della manovra e per l'atteggiamento mostrato al cospetto del re. Calciatoripiù: Ghelli, Cincinelli (Aquila Montevarchi), Zipoli e Capocchi (Tau Altopascio).
Non è solo per il podio; è anche perché giù dal podio finisce la squadra che l'anno scorso vinse il campionato. Conta triplo dunque l'impresa del Fucecchio, che battendo 3-2 l'Affrico lo scavalca in terza posizione: è un risultato stratosferico per Falcini e suoi, che stanno vivendo un momento incantato. L'avvio però è complesso, perché dopo la frenata con l'Academy Livorno l'Affrico vuole mantenere intatte le residue speranze di rincorrere il Tau: già al 5' dunque costruisce un'occasione con Casamenti, che ruba il pallone a Sardelli e serve Nocentini ostacolato dalla parata di Buti. Sviluppata sul medesimo asse, la sfida si ripete una manciata di minuti più tardi: identico l'esito, salvo lo 0-0. Perché resti intatto c'è bisogno di altre due parate decisive, di nuovo su Nocentini (sombrero su Federighi) e poi su Casamenti, che aveva approfittato di un'incertezza di Gianluca Salvadori. È dunque inattesa la rete che sblocca il punteggio; inattesa perché porta alla prima sortita porta avanti il Fucecchio: Lenzi s'avventa sul pallone toccato male da Corsini sul traversone di Pellegrini, e sottoporta mette fuori causa Claudio Gentile. È furibonda la reazione dell'Affrico, finito sotto nel momento in cui assaporava il vantaggio: sulla ripresa del gioco Carelli vince il contrasto con Sardelli, si libera in dribbling e cerca lo specchio, mancato di poco. Al Fucecchio ora tocca soffrire: verso la sua area l'Affrico catapulta una marea di palloni, uno dei quali (lo calcia Talbi) genera un contatto sospetto tra Casamenti e Federighi; ma Ferro valuta tutto regolare, e lascia proseguire. La pressione continua: Carelli serve Panichi che salta Federighi e cerca l'angolo, coperto da Buti che con un balzo prodigioso recupera la posizione e concede solo l'angolo. C'è più di un motivo per cui l'Affrico attacca costantemente: alla necessità di dover rimontare s'associa il timore d'esser preso d'infilata dalle verticalizzazioni del Fucecchio. Se ne ha un assaggio al 32', quando Lenzi lancia improvvisamente Kercuku che sprinta sul filo del fuorigioco e calcia di prima intenzione: Claudio Gentile para. Per il raddoppio occorre attendere giusto l'occasione successiva: Lenzi fugge in contropiede, salta tre calciatori e sulla pressione del quarto, Corsini, finisce a terra. Il contatto è in area, falloso per Ferro: il Fucecchio può dunque beneficiare di un rigore che Pellegrini converte nel 2-0. Il doppio vantaggio però regge giusto per l'intervallo, dopo il quale l'Affrico riprende ad attaccare ferocissimo; quasi inevitabile il 2-1, segnato da Panichi che sul servizio di Casamenti salta Collura e bagna l'angolo. Dimezzato lo scarto, ora l'Affrico prova a pareggiare: ci prova Nocentini che, saltato Gianluca Salvadori in velocità, crossa verso l'area; libera Collura (57'). Nei tre minuti successivi il punteggio cambia due volte: Battiloro serve Masha che dribbla due difensori, si presenta di fronte a Claudio Gentile e lo spiazza (3-1); sulla ripresa del gioco Gianluca Salvadori atterra in area Mencarelli, cui Ferro concede il rigore che Talbi converte nel 3-2. La partita s'infiamma, il Fucecchio prova a ristabilire le due reti di vantaggio con lo sprint di Battiloro che, lanciato da Matteoli (buon ingresso, subito vinto il contrasto con Panichi), frena solo sull'uscita di Claudio Gentile. Salvo nella circostanze, quando attacca a pieno organico l'Affrico fa paura: Mencarelli salta Comanducci, si presenta davanti a Buti e lo supera con uno scavetto che sbatte sul palo; sulla respinta il più rapido è Kodra, murato da Matteoli a ridosso della linea. È l'occasione migliore per l'Affrico, che nel finale ci riprova in un'altra occasione soltanto: protagonista è Marcantonini che salta prima Collura poi Federighi, ma non esce vincitore dal duello con Matteoli. È l'ultimo acuto: finiti i quattro minuti di recupero decretati da Ferro, il Fucecchio sale al terzo posto; glielo consegnano la grande solidità difensiva e una manovra efficacissima. Calciatoripiù : il migliore è Lenzi , che sblocca il punteggio, conquista il rigore del raddoppio e verticalizza ogni pallone che gli capita; positivo anche l'ingresso di Matteoli , utile a tamponare le iniziative avversarie nel momento di massima pressione; per tutta la partita tanta ne produce Casamenti , che impreziosisce una partita pregevole con l'assist per il 2-1.
La striscia s'interrompe a Siena. Dopo le vittorie con Montevarchi e Settignanese la Floria sperava di prolungarla ancora; ma deve piegarsi al San Miniato, che sta finalmente trovando la continuità necessaria a colorare una classifica a lungo grigiastra. Per riempire la tavolozza è buonissimo il 3-0, che matura già in avvio: nelle prime due reti entra Farina, che sprintando sull'esterno serve prima a Zamperini (tiro con l'esterno destro, spiazzato Mari) e poi a Frilli (tocco di punta, in anticipo) i palloni buoni per indirizzare la partita. Punita da un approccio sbagliato, una volta finita sotto di due reti la Floria finalmente reagisce e crea l'occasione per dimezzare lo scarto; ma Ginepri s'esalta sul rigore di Fibbi, e cancella le polemiche per il fischio di Nannucci che aveva punito un presunto fallo di mano in mischia. L'episodio pesa sul morale della Floria, che nonostante un tempo abbondante all'attacco non riesce a creare altre occasioni efficaci: non le bastano gli angoli crossati in serie a centro area, sempre attenta la difesa ben governata da Luise e Leoni. Per la Floria diventa dunque fondamentale aumentare la pressione, e dunque inevitabile scoprirsi; nella sua metà campo si crea dunque tanto spazio, che nel finale Zamperini sfrutta per alimentare il contropiede del 3-0: il suo sprint si chiude con un traversone ripulito dalla sponda di Monaci per Francesco Bari, che solissimo spedisce il pallone nello specchio spalancato. È il timbro su un pomeriggio perfetto: dopo aver battuto il Poggio a Caiano, in casa il San Miniato vince un'altra partita senza subire reti. C'entra Ginepri, certo; ma davanti a lui il presidio è ben guarnito. Calciatoripiù : decisivo in avvio e in chiusura, in mezzo tanta corsa e qualità, Zamperini sblocca la partita e avvia l'azione del 3-0; è uno dei protagonisti ovvi insieme a Ginepri (San Miniato), che parando il rigore di Fibbi stronca in culla la possibile rimonta della Floria.
La matricola terribile Settignanese, che in classifica occupa una posizione centrale in virtù degli ottimi risultati ottenuti, cade sul campo della blasonata Sestese, diretta inseguitrice dell'imbattibile Tau: decidono i sigilli di Santiago Palmini e Notari nella ripresa. Il 2-0 chiude una gara bella, ma non esaltante; la Sestese vince in virtù di una maggiore supremazia territoriale e del possesso palla, anche se a causa della buona disposizione tattica degli ospiti, specialmente nel primo tempo, ha dovuto un po' soffrire per venire a capo della sfida. Il canovaccio è chiaro fin dalle prime battute: la Sestese prova sempre a farsi padrona del gioco; la Settignanese è pronta a colpire di rimessa, con rapidi capovolgimenti di fronte che attivano il bomber Nencini. L'ottima organizzazione tattica e l'attenzione profusa in campo dalla Settignanese fa sì che a lungo la Sestese sia pericolosa, ma poi nemmeno tanto, solo con tiri dalla distanza; sull'altro fronte Giorgetti rimane inoperoso per tutta la prima frazione di gioco, senza effettuare una parata degna di questo nome. Grazie ai cambi operati da Marco Ferro e a un calo degli ospiti, la ripresa legittima in pieno la vittoria locale: ai due gol s'accompagnano una traversa e un paio di interventi decisivi di Pozzi. Nella rosa della Sestese sono molte le individualità di livello, soprattutto in mediana (Ceccherini su tutti); più che ottima la difesa; seppur privo di un goleador vero e proprio, l'attacco offre sufficienti garanzie in quanto a gol. Colmare il divario dalla vetta resta comunque difficile: se il Tau vince sempre, la conclusione è quasi lapalissiana. Anche in questa partita la Settignanese si è confermata una buonissima squadra, e l'ottima posizione di metà classifica classifica ne è la migliore testimonianza. Zuccaro le fa sviluppare un gioco gradevole; buono il collettivo, apprezzabile lo spirito di squadra. In attacco s'evidenzia Nencini, supportato da un centrocampo ben assemblato: tutti gli interpreti sono in grado di disimpegnarsi bene in entrambe le fasi; il reparto difensivo offre sufficienti garanzie di tenuta, anche se ovviamente non va mai abbassata la guardia. Alcuni cenni di cronaca. In avvio c'è spazio per una lunghissima fase di studio, nella quale il gioco si svolge prevalentemente a metà campo; il primo tiro va in archivio al quarto d'ora: Belli calcia da una ventina di metri, altissimo. La Sestese ci riprova al 21' con un cross rasoterra di Bassetti da sinistra: da cinque metri Bagalà lo devia verso la porta, ma colpisce debolmente e Pozzi non ha difficoltà alcuna nel bloccare. Si supera la mezz'ora senza sussulti; finisce poi alta la conclusione di testa di Santiago Palmini, invitato a colpire da Pancella. Un minuto più tardi la Settignanese replica con uno splendido cross di Scarselli dalla destra: sul primo palo Giorgetti anticipa Nencini prima che possa colpire di testa. Il primo tempo si chiude con un tiro di Paci (da oltre venti metri, Pozzi blocca con facilità) e con un'azione di rimessa della Settignanese: la conclude Nencini, che dal limite non impensierisce Giorgetti. Dopo un minuto di tempo addizionale, l'arbitro - visto anche il freddo pungente - manda tutti a rifocillarsi. Il secondo tempo propone il primo spunto al 47', una conclusione da distanza ravvicinata di Bagalà indirizzata sul primo palo: non sorprende l'attento Pozzi, abile nel deviare in angolo. La Sestese segna al 53': Belli pesca Santiago Palmini che, libero in mezzo all'area, con un preciso diagonale trafigge l'incolpevole Pozzi; in questa circostanza si alzano flebili proteste sulla posizione di partenza: Manganelli convalida. La Settignanese prova a reagire al 63', quando Scarselli serve Nencini che libera Straccali: il suo tiro da sette-otto metri si infrange addosso ai difensori. Più pericolosa però è la Sestese: al 68' una splendida conclusione improvvisa di Ceccherini, da oltre venticinque metri, si stampa sulla traversa a portiere battuto; tre minuti più tardi c'è spazio per un bell'intervento di Pozzi su una conclusione sottomisura di Santiago Palmini. Parata ottima, capitolazione solo rimandata. Al 73' infatti, sugli sviluppi di una pregevole azione di rimessa, la Sestese raddoppia: Minniti lancia in profondità Notari, che con un preciso pallonetto scavalca Pozzi in uscita, 2-0. La Settignanese replica solo nel recupero, con un tiro di Pietrosanti bloccato da Giorgetti sugli sviluppi di una punizione di Scarselli e un'azione corale che vale l'occasione più nitida di tutta la gara; ma da tre metri, in posizione centrale, Genovesi calcia sopra la traversa sprecando l'assist offertogli da Scarselli. Con questa chance sfuma anche l'ultima possibilità per di ridurre lo svantaggio e rendere meno amara la sconfitta. Non c'è altro. Prosit! Calciatoripiù : quando è tra i piedi di Ceccherini il pallone è come messo in banca. Vede bene il gioco, bravo nel passaggio e nel concludere in porta. Tempestivo in chiusura, Marzano è solido in fase di contrasto ed efficace nel far ripartire il gioco. Importante tatticamente, Belli (Sestese) distribuisce con sapienza gran parte dei palloni che passano dai suoi piedi. Scarselli percorre tutta la fascia di competenza con profitto, anche se si fa preferire da centrocampo in avanti; comunque anche in fase difensiva offre garanzie. Incolpevole sui gol, Pozzi (Settignanese) s'esalta su un paio di tiri pericolosi e nelle uscite alte.
Queste partite qui la Cattolica le vince. Le vince perché è più abituata, perché ha una grande struttura tecnica e tattica; e poi perché segna. Continua invece il momento negativo del Capostrada (ultimo successo il 26 ottobre, in casa col Cecina), che nelle ultime sei partite ha conquistato appena due punti: inevitabile finire in zona retrocessione. Da qui vuole allontanarsi, e dunque parte forte; ma Iuliucci manca la deviazione vincente sulla punizione profonda di Boccia, che aveva cercato il palo lungo. Cinque minuti più tardi il Capostrada ci riprova, e di nuovo spreca: servito da un traversone da sinistra, stavolta Iuliucci centra lo specchio; ma Ronchi, reattivo, neutralizza. Le due occasioni in avvio non devono però nascondere l'ottimo ritmo della Cattolica, che col passare dei minuti cresce; e alla fine del primo quarto passa in vantaggio: segna Morozzi, che di testa corregge in porta un traversone dentro l'area. Il Capostrada non può permettersi di perdere, e si lancia all'attacco; la mossa paga: è vero che sbilanciandosi concede qualche cosa, ma al 35' pareggia con Iuliucci, comunque il migliore, che tiene vivo un pallone sporco da destra, ingaggia e vince il duello fisico con i difensori e stavolta batte Ronchi. Il primo tempo si chiude dunque sull'1-1. L'equilibrio però regge soltanto dieci minuti, gli ultimi cinque del primo tempo e i primi cinque della ripresa; poi la Cattolica Virtus torna in vantaggio grazie ad Andres, che recupera un pallone gestito male dalla difesa del Capostrada che azzarda l'uscita e lo appoggia nella porta spalancata. Ne nasce inevitabilmente una ripresa in cui il Capostrada torna ad attaccare per acciuffare il pareggio; ma lo fa confusamente, senza creare occasioni concrete, e al 71' si vede condannato: il contropiede di Echchihab vale l'1-3 che ufficializza la seconda sconfitta consecutiva.
Perdere il derby fa sempre male; perderlo e scivolare in zona retrocessione (memo: ne vanno giù quattro) fa malissimo. È nero il sabato dello Sporting Cecina, cui non basta la rete di Calloni per neutralizzare il doppio vantaggio del Venturina: l'1-2 finale, seconda sconfitta consecutiva dopo l'impresa sfiorata ad Altopascio, lo fa sprofondare al quartultimo posto, dove lo spinge la vittoria dell'Academy Livorno. Forse la partita si sarebbe potuta sviluppare diversamente se Bertaccini avesse concretizzato la prima occasione, e in avvio avesse centrato lo specchio anziché calciare sopra la traversa; ma è un dubbio che resterà eterno: dopo essersi opposto a due iniziative dell'ex Nista (nove reti l'anno scorso), Manuel Ricci si fa sorprendere dalla punizione di Guazzini, bravo se aveva cercato la porta, fortunato se voleva crossare. Per fortuna quando si discute d'etica nello sport non ci s'interroga sull'intenzione tecnica: qualsiasi fosse, lo 0-1 è valido. A una punizione anche lo Sporting Cecina affida la propria replica; ma, protagonista come col Capostrada, Zanaboni sporca sulla traversa il tiro di Bertaccini; e il Venturina resta avanti. A questo punto sono due, distinte, le mosse chiamate da Busdraghi: far sbollire la pressione dello Sporting Cecina; e poi prenderlo d'infilata. Perché la prima vada a effetto basta poco; per la seconda occorre attende il 38', minuto in cui Bologna dialoga a destra con Guazzini e crossa sul primo palo: la spizzata di Minichini prolunga la traiettoria, che Haxhini corregge in porta dopo il controllo a seguire. Si va dunque alla pausa sullo 0-2, punteggio che però lo Sporting Cecina smonta nei primi minuti della ripresa: stavolta Zanaboni non riesce a deviare la punizione di Calloni, che da fermo riapre la sfida. Davanti allo Sporting Cecina s'apre tutta la ripresa; ma nonostante una serie di discese di Lombardi, che sprinta a destra e proietta al centro un paio di palloni interessanti, in quell'area d'occasioni da rete non se ne vedono. Più vicino a segnare va invece il Venturina, che tra il 74' e il 78' porta per due volte Viganò solo davanti a Manuel Ricci: stranamente la freddezza gli fa difetto, e le ripartenze restano senza esito; ma non è da quelle parti che dopo il derby si piange. Calciatoripiù: Creatini, Lombardi (Sporting Cecina), Zanaboni, Mezzetti (Venturina).
Dire crisi era un eccesso; sbagliato fingere che non fosse niente. Qualsiasi nome avesse, lo Scandicci ne è fuori: la serie negativa avviata ad Altopascio e proseguita con l'Affrico e a Fucecchio (dieci reti subite, nessuna segnata) s'interrompe contro il Margine, piegato da due reti per tempo e ancora appiccicato all'ultimo posto nonostante i tre risultati positivi con Colombo in panchina. A suggerire che la striscia positiva sta per spezzarsi ci pensa Cullhaj, che da fuori area schiocca il pallone in porta (15'); una decina di minuti più tardi replica Drago, che con una giocata simile porta a otto il contatore personale in stagione. Alla mezz'ora dunque il vantaggio dello Scandicci è doppio; il Margine non lo dimezza neppure col rigore conquistato da Virdò (fallo di Sani, netto: bravo Lapo Ponzalli, che d'altra parte respira arbitri e arbitraggio dal giorno in cui tornò a casa dal reparto maternità): Barbieri, gran portiere, respinge l'esecuzione di Llanaj, che aveva optato per un rasoterra basso nell'angolo sinistro. È l'unica volta in cui lo Scandicci rabbrividisce, troppo poco per impressionarlo i tiri larghi di Niccolai e Virdò in avvio di ripresa; prima della pausa semmai i tremiti nascono dall'incredulità per le occasioni fallite sottoporta da Cullhaj, Lodovisi, Andrei e Drago, che da vicinissimo schianta il pallone sulla traversa. Perché la mira torni quella giusta è sufficiente un tagliando negli spogliatoi; al riavvio lo Scandicci si presenta concentratissimo, e di nuovo letale sottoporta: il 3-0, premio per la verticalizzazione d'Andrei, lo segna Kurti con un diagonale feroce. Per Tesconi sono tutte notizie positive; quella migliore la confeziona Focardi, che dopo un'assenza lunghissima bagna il rientro con la rete del 4-0: il suo controllo ai venti metri sul lancio di Morosino, il dribbling per crearsi lo spazio e il destro incrociato in porta ufficializzano la fine dell'incubo. Calciatorepiù : è il pomeriggio di Focardi (Scandicci), che chiude un periodo complicato con una rete splendida. Vale il 4-0, e dunque è pleonastica per la vittoria che neppure gli sprint di Virdò (Margine Coperta) avevano messo in discussione; ma pesantissima per il messaggio che trasmette.
Primo traguardo raggiunto: dopo una lunga rincorsa l'Academy Livorno schizza finalmente fuori dalla zona retrocessione. Lo fa respirare il 3-2 sul Poggio a Caiano, che invece non si sgancia dall'ultimo posto: decide Lepri nel finale, dopo che Vadalà prima e Marretti poi avevano tentato d'evitare la decima sconfitta in dodici partite. Già dai primi scambi ci s'accorge che le due squadre vivono due situazioni contrapposte; rinato dopo l'arrivo di Disegni, l'Academy Livorno parte forte e passa al secondo tentativo, dopo la traversa scheggiata da Billi con un tiro-cross: segna Cortopassi, che dalla trequarti schianta il pallone in porta. Dell'1-0 l'Academy Livorno non s'accontenta, e quando s'accende Lepri il Poggio a Caiano trema: sul suo traversone rasoterra solo il riflesso di Sehimi nega il raddoppio a Ciulla; murato poi Barsacchi sulla ribattuta. La cronaca suggerisce da sola che la partita ha un padrone chiaro; ma alla mezz'ora un episodio riporta tutto in equilibrio: sfortunata e decisiva, la deviazione di Menchini accompagna nell'angolo il tiro di Vadalà. L'1-1 comunque dura meno di dieci minuti: Ciulla riporta avanti l'Academy Livorno appoggiando in porta il tiro di Billi respinto corto da Sehimi. Più che l'epilogo del primo tempo, è il prologo della ripresa: fino al 70' il Poggio a Caiano non crea occasioni per il pari; anzi, rischia di perdere in anticipo sull'ennesima progressione di Lepri che però cerca un angolo inesistente e manca lo specchio. L'errore sottoporta rischia di pesare: al limite dell'area dell'Academy Livorno sbuca un pallone sporco, che Marretti schianta in rete con un tiro secco e angolatissimo. Data la classifica, del 2-2 tanti s'accontenterebbero; non però Lepri, che ancora affranto per l'errore chiede a Francalacci di servirlo in profondità per rimettere le cose a posto: ne vengono fuori un filtrante perfetto, la rete del 3-2, lo sprint per scappare dalla zona retrocessione. Calciatoripiù: Lepri, Cortopassi (Academy Livorno).