Pronostico rispettato, e vittoria meritata: la Cattolica Virtus piega il San Miniato al termine di una gara giocata prevalentemente nella metà campo avversaria, anche se a metà del primo tempo era stato Vadi a segnare la prima rete. Il 3-1 finale pare più che legittimo, alla luce del fatto che la Cattolica ha condotto le operazioni del gioco per lunghi tratti. Di per sé è stata una partita di livello più che accettabile, che ha messo in evidenza alcune individualità veramente interessanti: più contrastata la prima parte di gara; mentre nella ripresa il San Miniato è sensibilmente calato, sia fisicamente sia per l'espressione del valore tecnico collettivo. Una spinta determinante alla vittoria è arrivata dalla panchina: non partivano titolari né Torres Perez né Fossi, autori della seconda e della terza rete; e anche in altre circostanze i subentrati si sono resi autori di giocate più che apprezzabili, dimostrando quanto sia importante avere una rosa lunga e di qualità. La Cattolica è una buona squadra, con valori tecnici rilevanti soprattutto nella parte centrale dello schieramento; al momento resta comunque sempre un pizzico inferiore alle primissime della classe; ciononostante è sempre da considerare una delle top del campionato, un complesso che sviluppa un bel gioco e crea molte occasioni. Il fatto che non finalizzi tutte a dovere potrebbe spiegare almeno in parte perché non sta lottando per il podio. Il San Miniato corre e combatte su ogni pallone, e la capacità di far sudare un avversario così blasonato ne evidenzia il valore e la bravura: al momento sembra offrire garanzie per la permanenza in categoria, a patto che non abbassi il livello di attenzione e concentrazione; altrimenti tutto potrebbe tornare in discussione, visto che la zona calda è lontana sì, ma non lontanissima. La cronaca. Dopo uno sterile predominio territoriale della Cattolica Virtus, la prima occasione capita sui piedi di Andres, il cui diagonale termina di poco fuori (10'); poco dopo finisce ampiamente out la conclusione di Peccini. Nel momento di maggiore pressione il San Miniato tira fuori gli artigli: al 18' una splendida conclusione di Vadi dal limite dell'area sfiora la traversa. È il preludio al gol, che arriva un minuto dopo sugli sviluppi di un angolo da sinistra; dopo un rinvio corto dei difensori avversari Vadi trova lo 0-1 con un tiro da una quindicina di metri, ben indirizzato sul primo palo: vano l'intervento di Ronchi, peraltro non impeccabile. Il San Miniato ha comunque poco tempo per gustarsi il vantaggio: al 26' Manuel Lazzerini, al termine di un'azione personale che lo vede partire da centrocampo e saltare in dribbling tre avversari, realizza l'eurogol dell'1-1 trafiggendo in uscita l'incolpevole Ginepri. La Cattolica Virtus dunque ribalta subito l'inerzia della partita, e alla mezz'ora potrebbe passare avanti; ma da non più di cinque metri Andres, solo davanti al portiere, spedisce il pallone a lato, e dunque non sfrutta un clamoroso errore di un difensore avversario. Il finale del primo tempo vede la Cattolica Virtus gestire la situazione, ma senza creare pericoli alla retroguardia senese: 1-1 il parziale alla pausa. Nella ripresa si rivelano decisive le sostituzioni effettuate da Marco Fraccone (dentro Torres Perez per Echchihab, e Fossi per Donà). Prima della rete c'è spazio per un tiro alto di Zini dalla distanza, dopo un'ottima preparazione alla conclusione. È il 55'; passano tre minuti e la Cattolica ribalta la situazione e si porta in vantaggio: un diagonale basso che di Torres Perez scarica dai venti metri risulta imprendibile per Ginepri, che nonostante il tuffo non riesce ad evitare che il pallone finisca in fondo al sacco. Al 59' la partita si chiude grazie a Fossi, che al termine di una bella azione corale salta con bravura l'uscita di Ginepri superandolo con un pallonetto delizioso. Sul 3-1 la partita perde mordente: da registrare una conclusione al 70' di Cannoni, abbondantemente fuori. Dopo altri cinque minuti è identico l'esito per quella effettuata da Peccini. Nel finale un rapido contropiede concluso da Fossi viene deviato in angolo con bravura da Ginepri. Santa Lucia, protettrice della vista, aiuta nei cinque minuti di recupero (Ferri Gori, l'arbitro, sbaglia pochissimo; e in più di una circostanza mostra di saperci fare: direzione di qualità) all'interno dei quali non c'è nulla da registrare; e prima che il buio completo cali sull'impianto di Soffiano arriva, quanto mai provvidenziale, il triplice fischio. Prosit! Calciatoripiù: Mugnaini corre e distribuisce con bravura tanti palloni: è il fulcro del gioco, e abile anche in fase di interdizione. Manuel Lazzerini segna un eurogol, ed è sempre attento allo svolgimento del gioco. Bravo nel saltare l'avversario e nel calciare a palla ferma, Donà (Cattolica Virtus) mostra ottimi i fondamentali. Calciatore molto tecnico, Vadi è il faro della squadra: bravo nello svolgimento delle due fasi di gioco, si conferma molto abile col pallone tra i piedi. Farina lotta e combatte per tutta la gara, con risultati senza dubbio più che accettabili. Molto efficace in chiusura, Zazzi (San Miniato) si conferma efficace in fase di contrasto.
L'ultima chance no, ma di sicuro era qualcosa che le assomigliava molto: se non avesse vinto, il Capostrada (undici gli infortunati, Mazzone deve inventarsi l'ennesima formazione titolare: missione compiuta) avrebbe lasciato intatta la striscia negativa aperta a Scandicci il 1° novembre e prolungata con due pareggi e altre tre sconfitte; ma vince, vince dopo esser stato rimontato, vince 1-2 e costringe il Poggio a Caiano a restare appiccicato all'ultima posizione che condivide col Margine. Per capire come si svilupperà la partita è sufficiente il primo quarto: il Capostrada attacca quasi sempre, e si porta ripetutamente al tiro; ma più volte Luca Calistri non trova la coordinazione giusta, e da posizione splendida manca lo specchio spalancato. Lo trova invece Checchi, che rischia di pungere col primo pallone giocabile: Halilaj neutralizza il suo colpo di testa, e dunque evita la rete. Non ci riesce invece Sehimi, battuto da Driza che scarica sotto la traversa la punizione conquistata da Di Santo: poco prima della mezz'ora il Capostrada passa a condurre. Il vantaggio però dura cinque minuti esatti, poi il Poggio a Caiano pareggia: la difesa legge male una punizione che Barenghi batte profonda dalla mediana, e consente a tre avversari di liberarsi davanti a Halilaj (regolare la posizione per Cherubini, che tiene in mano una partita complicata); il movimento vincente lo fa Vadalà, che di testa segna l'1-1. È un punteggio che al Capostrada non può andare bene: già prima dell'intervallo potrebbe tornare avanti con l'intuizione di Boccia, cui sugli sviluppi di un angolo solo la strepitosa uscita bassa di Sehimi oscura lo specchio. È l'episodio su cui a lungo la partita sembra girare: il Poggio a Caiano prende coraggio, e per tutto il terzo quarto alza il raggio d'azione per piazzarsi nella metà campo avversaria; ma nonostante la capacità di sfruttare le corsie laterali (bene Vadalà, bene Parrini in sovrapposizione) non riesce mai a centrare lo specchio della porta. Dunque il Capostrada ha modo di non farsi sopraffare dall'ansia, e a un quarto d'ora dalla fine trova la giocata dell'1-2: lo segna Di Santo, che con un sombrero si libera davanti a Sehimi battuto con un tiro secco; ma se si potesse bisognerebbe fargli condividere la rete con Borchi, la cui intuizione rende l'inserimento efficacissimo. Di nuovo in svantaggio, il Poggio a Caiano crolla sul piano nervoso: espulso per una reazione su Driza, Checchi concede la superiorità numerica (e nelle prossime settimane non si preannunciano pochi i problemi di formazione per Atzeni: a partita finita Cherubini espelle anche Speranzi, colpevole di battibeccare col pubblico). Così il Capostrada può trovare spazi maggiori; e anche se non chiude la partita (tiro alto di Di Santo sulla discesa di Luca Calistri), non rischia nemmeno in una circostanza. È la vittoria che serviva per porre fine a un periodo scuro: la zona salvezza si fa un po' meno lontana. Calciatoripiù: Parrini, Vadalà (Poggio a Caiano), Luca Calistri e Di Santo (Capostrada), la cui seconda rete stagionale decide la partita.
Alla Settignanese basta un grande avvio per tornare alla vittoria dopo tre partite: maturato per due terzi già nel primo quarto d'ora, il 3-1 finale costringe a un altro stop l'Aquila Montevarchi cui i tre punti mancano ormai da più di un mese. Zuccaro riesce a fare in modo che i suoi sfruttino ottimamente il fattore campo, e interpretino la partita alla perfezione: aggressiva la partenza, davvero ottimi il primo quarto d'ora e la successiva gestione, in parte facilitata dalla superiorità numerica dal 18' (espulso Tommasi, il portiere). Che per il Montevarchi sarà una partita complicata si vede subito. Già al 2' la Settignanese passa in vantaggio: il calcio d'angolo di Ragusa dalla destra trova sul primo palo Galli, che colpisce di testa e schiaccia il pallone nell'angolo basso alla sinistra di Tommasi. Passata in vantaggio alla prima azione, la Settignanese sfrutta il buon momento appoggiandosi soprattutto su Ragusa, che si muove sulla trequarti, e cercando spesso la profondità. Ne nasce una nuova occasione: Nencini riceve il pallone sulla trequarti, si appoggia su Genovesi e sul filtrante di ritorno calcia di poco sopra la traversa (10'). I molti errori tecnici impediscono al Montevarchi di ripartire; da uno di questi nasce l'azione che porta al 2-0: sull'ennesimo pallone oltre la linea difensiva arriva per primo Nencini, che entra in area e viene travolto da Tommasi, in ritardo in uscita. Bracali assegna il rigore: sul dischetto si presenta Ragusa che con il destro spiazza il portiere. Il doppio svantaggio porta a una minima reazione del Montevarchi, che al 17'prova a riaprire il risultato: con un filtrante sulla destra Pranteddu serve Pericoli, che da posizione ravvicinata calcia di prima incrociando verso l'angolo basso; Pozzi riesce a respingere con il piede. Passa meno di un minuto e la partita virtualmente si chiude: un'altra verticalizzazione consente a Nencini di scappare dietro la difesa; Tommasi resta a metà strada, e quando decide di uscire fuori area è in ritardo; è inevitabile che commetta fallo, inevitabile come l'espulsione. Il Montevarchi dunque si vede costretto all'inferiorità numerica per tre quarti della partita: per inserire Ghelli, Ricci è costretto a rinunciare a Pericoli. La punizione successiva la calcia Ragusa, alta: è l'ultima occasione del primo tempo, che fino all'intervallo vede la Settignanese controllare il gioco senza correre pericoli. Al contrario di quanto ci si possa aspettare, il Montevarchi rientra molto bene in campo. Dalla mediana, di cui si impadronisce, nasce il gol che accorcia le distanze: Brogi riceve sulla trequarti e con uno splendido pallone alto premia sulla sinistra l'inserimento di Pranteddu, che solo in area controlla e batte Pozzi sul primo palo (44'). Il gol del 2-1 dà nuove forze al Montevarchi, che continua ad attaccare; ma le occasioni non arrivano, e la Settignanese si conferma cinica. Per l'ennesima volta Bianchini verticalizza per su Nencini, che si inserisce dietro Manenti, avanza e tira a incrociare: nonostante il tocco di Ghelli, il pallone si infila lo stesso nell'angolo basso di destra. È il 3-1, che avvia un finale nel quale le due squadre, molto stanche, si allungano; la partita si fa più aperta, molti i ribaltamenti. Per il Montevarchi ci riprovano Pranteddu con un tiro da fuori area (66') e Zoi (79'): Pozzi respinge entrambi i tentativi. Le ultime due occasioni si registrano nell'ampio recupero: di poco alto il colpo di testa di Manenti su una punizione dalla destra (84'); reattivo per due volte Ghelli su Scarselli (86'). Al triplice fischio dunque la Settignanese festeggia un'ottima vittoria che le consente di consolidare la buona classifica; al Montevarchi per portare a casa almeno un punto non basta una buona prestazione in inferiorità numerica. Calciatoripiù : sulla trequarti Ragusa non sbaglia un pallone, e regala ottime giocate; più di tutti ne beneficia Nencini (Settignanese), punto di riferimento offensivo. Spesso lo fronteggia Palazzini , autore di un'ottima prova sia in copertura sia in impostazione; con lui tra i migliori entra Pranteddu (Aquila Montevarchi), il cui gol premia una prova di qualità e quantità nelle zone centrali del campo.
Quanto può durare un momento? Ce n'è stato solo uno, sigillato tra l'11' e il 12', nel quale s'è potuto ipotizzare che il Fucecchio venisse via imbattuto da Altopascio; che il Tau non vincesse la tredicesima partita su tredici. Si stava 1-1, e Lenzi aveva appena pareggiato la rete di Bonelli (la prima delle due; alla fine del turno la classifica marcatori dice sedici: score pazzesco, proiezione anche). Ci sono momenti brevi e momenti lunghi, l'eternità è un momento. Questo è un momento breve: finita l'esultanza e ripreso il gioco, il Tau torna avanti; e ci resterà solido da qui alla fine. Il 5-2 con cui batte una delle avversarie più agguerrite è il modo che trova per ribadire che il campionato è finito già prima che si completi il girone d'andata: sconfitta dalla Floria e di nuovo raggiunta dall'Affrico, la Sestese scivola a meno undici. È inevitabile finire così lontano da una squadra fortissima, allenata benissimo (che gran tecnico che è Paoletti) e che finora non ha mai sbagliato una partita; il primo elemento per riuscirci è l'approccio, feroce sempre: Bonelli sblocca il punteggio già in avvio, decidendo di saltare Matteo Buti contro il quale una manciata di minuti prima era sbattuto. E non incide l'errore nella costruzione dal basso, indotto dalla pressione di Sardelli sul cui scarico Lenzi col mancino segna subito l'1-1. Il pari regge solo un momento (quanto può durare un momento?): sulla ripresa del gioco il centrocampo del Fucecchio non fa filtro, la difesa s'abbassa troppo; così il Tau porta facilmente il pallone al limite dell'area di porta, dove due rimpalli favoriscono a Matteucci il pallone del 2-1. È lui, favoloso nel breve e squisito in interdizione, il protagonista assoluto del big match: solo la traversa impedisce al suo pallonetto di trasformarsi nella doppietta. Per il Tau comunque è mal di poco: Matteo Buti può solo guardare la girata di Bonelli, che dopo un trimestre sontuoso ha così tanta fiducia nei propri mezzi da calciare al volo da una posizione da cui chiunque altro si sarebbe concesso il controllo. Dal limite dell'area dunque il vantaggio cresce, e cresce di nuovo allo scadere del primo tempo dopo un tiro alto di Niccolò Salvadori, la miglior occasione del Fucecchio in questo frangente: sull'angolo che Bracaloni calcia sul primo palo Matteo Buti si fa anticipare da Sarnataro, che al volo accompagna il pallone in porta. La collezione d'incertezze difensive del Fucecchio, che contro una squadra di fuoriclasse le paga tutte col sangue, si completa in avvio di ripresa: è in ritardo l'intervento di Niccolò Salvadori (ingenuo, Collura era ben piazzato) su Giovannelli, che era entrato in area sul triangolo con Matteucci e che a più di mezz'ora dalla fine converte il rigore nel 5-1. Davanti al Tau ora s'aprono spazi enormi; non li sfruttano però né Stondei né Capocchi, che nel tentativo di lasciare un segno dalla panchina fanno svanire una manciata di ripartenze in superiorità numerica. Così nel finale il divario può ridursi un pochino: è gelido Fogli sul filtrante di Pellegrini, che aveva recuperato il pallone ai venticinque metri e che lo imbuca per creare il duello con Zipoli. Resta comunque poco per impressionare il Tau, che corre già verso il titolo: se i ritmi sono questi, il girone di ritorno durerà un momento. Calciatorepiù : è la partita che consacra Matteucci tra i grandissimi; finalmente alla grande qualità tecnica riesce ad abbinare un'interdizione squisita.
Con Disegni dalla prima giornata l'Academy Livorno sarebbe l'antiTau. È ovviamente una boutade, che però racconta bene la sua media: la terza vittoria (1-2) in quattro partite fa salire a dieci i punti conquistati. Dopo un buon avvio s'è invece fermato Corrado Colombo, cui per ora il compito di rivitalizzare il Margine Coperta è riuscito solo in parte: rispetto al passato la squadra gira meglio, ma dietro continua ancora a concedere troppo; se ne ha l'ennesimo assaggio nel primo quarto d'ora, nel quale Lepri si libera con troppa facilità, anche se poi perde per due volte il duello con Nigro. È inevitabile che di lì a poco l'Academy Livorno passi in vantaggio: dopo averci provato qualche minuto prima con meno fortuna, al secondo tentativo dalla distanza Perfetti imbulletta il pallone sotto l'incrocio. Di perdere un'altra volta il Margine Coperta non può permettersi; lo 0-1 ne scatena dunque la reazione, che passa da una discesa di Virdò fermato in area con un intervento sospetto (Gesuluis Diop lascia giocare) e soprattutto dalla punizione di Bilal Boulam, che in avvio di ripresa sfiora l'incrocio. È il sintomo di un'inerzia diversa, che neppure il traversone insidioso di Billi (colpisce Nanni, ostacolato involontariamente da Santacroce: pallone a lato) riesce a cambiare: il Margine ora spinge e al 56' pareggia con Virdò, che sfrutta la combinazione tra Jacopo Niccolai (splendida discesa sulla fascia) e Llanaj per segnare con un tiro carico d'effetto sul palo lontano. Fatta la cosa più difficile, ossia pareggiare, anziché continuare a spingere per completare la rimonta, o quantomeno per consolidare il punteggio, improvvisamente il Margine Coperta s'addormenta: nessuno libera il tiro di Baldini respinto corto da Nigro; e così sottoporta Ciulla può riportare avanti l'Academy Livorno. La disperazione del Margine produce solo una sfilza di tiri fuori dallo specchio (pericoloso Dolo, entrato nell'ultima mezz'ora, più di Jacopo Niccolai e Llanaj); più vicino alla rete va l'Academy Livorno col contropiede di Baldini, il cui tiro stavolta Nigro riesce a bloccare. Al Margine però non basta per ottenere un risultato positivo: la classifica, che lo vede accompagnato al Poggio a Caiano in ultima posizione, continua a essere tristanzuola. Calciatoripiù: Piazza, Boulam Bilal (Margine Coperta), Perfetti, Billi (Academy Livorno).
Finora aveva segnato quattro reti: negli otto minuti a cavallo della pausa Casamenti aumenta lo score del 50%, e soprattutto consente all'Affrico di ripartire dopo lo stop di Fucecchio. Al Lapenta infatti lo Sporting Cecina esce sconfitto 2-1 da una partita in cui ha lottato fino all'ultimo, deciso a tirarsi fuori dalla zona in cui nessuno vuole stare; d'altra parte è questo il principale motivo d'interesse d'un campionato senza coppa, e nel quale il Tau sembra lanciatissimo verso il titolo regionale: le quattro retrocessioni (nota per la Federcalcio: ma non sarebbe stato meglio confermarle anche per gli altri tre campionati élite?) aumentano il pizzicore di quasi tutte le partite, anche di quelle sulla carta più scontate. Sulla carta, per l'appunto: nessuna può esserlo, neppure quella che vede una squadra in lotta per salvarsi impegnata sul campo di chi l'anno scorso ha trionfato in Toscana; già nel primo quarto d'ora lo conferma la traversa sulla quale il mancino di Calloni spara il pallone. È l'episodio che accende l'Affrico, che per rompere la resistenza dello Sporting Cecina s'affida soprattutto a Casamenti: è lui, sceso a sinistra, a servire in mezzo un pallone preziosissimo sul quale sia Nocentini sia Marcantonini arrivano in ritardo; lui a sbloccare il punteggio con un colpo di testa perfetto sullo splendido traversone di Benelli; lui a raddoppiare in avvio di ripresa con una mezza sforbiciata sull'angolo di Talbi. Sul 2-0 la partita sembra chiusa, anche se l'Affrico non sfrutta gli spazi che nel tentativo di dimezzare lo scarto lo Sporting Cecina gli concede; così nel quarto d'ora finale deve confrontarsi con una pressione crescente, alimentata da una serie di traversoni che Lombardi disegna a centro area. È il primo segnale che il risultato non può ancora dirsi acquisito; il secondo lo stampa il colpo di testa di Lattuada, che portato in pedana da un calcio d'angolo chiama Claudio Gentile a una complicatissima parata d'istinto. Il terzo segnale coincide col 2-1: a dodici minuti dalla fine segna Bertaccini con un rasoterra che acquista velocità via via che s'avvicina alla porta. A questo punto tremare sarebbe lecito; seguendo le indicazioni di Gori che invita alla calma l'Affrico però rimane lucido, e rischia soltanto sul mancino di Barbaro che calcia a lato di due pollici al vertice d'una ripartenza. È l'unica occasione in cui lo Sporting Cecina s'avvicina al pari: per mangiare un punto al San Miniato gli sarebbe servito; ma non è abbastanza. Calciatoripiù : dietro Lombardi, Meatu e Bettini (Sporting Cecina), che qui l'anno scorso si fece male e che dimostra di non patire il ricordo doloroso, disputano una gara attenta; per rompere l'equilibrio dunque serve la doppietta di Casamenti (Affrico), che parte lontano dall'area.
Seduta al tavolo apparecchiato come fosse il giorno di Natale, intorno tanti pronti a gustarsi le prelibatezze cucinate da Benevento e Ferro, la Floria non pensa certo alla dieta: il suo attacco pesante, con Martini, Batelli e Materassi, produce le due reti con cui batte la Sestese, che invece prova a stare più leggera, e punta sul dinamismo in mezzo al campo e la qualità di palleggio. C'è frenesia su e giù per l'impianto, c'è una signora che urla in balaustra per sostenere i suoi, c'è un bambino che con una trombetta prova a distrarre il portiere a ogni rinvio. Il contorno disturba più gli spettatori che i calciatori in campo. In una gara intensa e combattuta ma scarna di occasioni da rete, ecco spuntare quasi dal nulla un lampo che illumina tutto, come una luna piena che cresce alle spalle e improvvisa squarcia il buio della sera. La difesa della Sestese ribatte centralmente un cross dalla sinistra: Materassi recupera il pallone, lo stoppa e di forza e precisione lo infila all'angolo basso alla destra di Dallai. È il vantaggio della Floria: nel girone di andata Materassi, ritornato a casa dopo la parentesi all'Affrico, si toglie lo sfizio di segnare alla Sestese con due maglie diverse; le è indigesto come i tortellini duri, quelli che non si masticano. La gara allora si accende, come un albero ricco di lucine. Servi è attento sul tiro della distanza di Santiago Palmini. Appena dopo la mezz'ora arriva il pari della Sestese. Notari sfonda sulla sinistra e fa partire un passaggio sul primo palo: ci si avventa Palmini, che anticipa tutti e supera il portiere sottomisura. Dalla panchina Benevento si fa sentire, e cambia assetto più volte. Ferro invece vuole continuare a sfruttare la rapidità dei suoi negli spazi. Ma nel primo tempo le portate non sono ancora terminate. E, come da tradizione, il boccone del prete arriva proprio allo scadere. Sul calcio d'angolo di Galletti dalla destra, Martini svetta a centro area e schiaccia in porta il pallone che Dallai può solo sfiorare. Nella ripresa le due squadre sbattono tra di loro come troppi commensali appesantiti su un divano. D'Ascoli, il direttore di gara, ha il suo bel da fare; e fischia a ripetizione falli piccoli e continui a centrocampo, insieme a qualche controfallo. Si genera un susseguirsi di batti e ribatti in mezzo al campo, come le luci a intermittenza che colorano le terrazze in questo periodo. Così i minuti passano più veloci di quello che si pensi sugli spalti. Viste le potenziali occasioni create, si ha la sensazione che più facilmente la Floria arrivi al dolce che la Sestese al secondo. Servi controlla senza affanno i palloni che arrivano dalle sue parti: anche nelle file ospiti anche i calciatori entrati dalla panchina non generano la scintilla sperata. La Floria può così brindare a un successo meritato, e guardare con fiducia al prossimo futuro. La Sestese esce dal campo nervosa e non più sostenuta da quella trombetta, ormai dismessa, in attesa di ospitare il Tau, stella cometa già lontana. E la signora? È al bar, a prendere qualcosa di caldo. Magari pensando a Gino, che all'indomani andrà a comprare un puntale spettacoloso. «Tutti gli anni un puntale novo, tutti gli anni sempre più brutto». Calciatoripiù: Santoro spicca in una difesa ordinata, Galletti tiene botta nel mezzo, Batelli (Floria) aiuta tutti; Santiago Palmini segna e si mette più volte in mostra (Sestese).
Nemmeno i tuoni e i fulmini spaventano lo Scandicci, che viene via dal Mazzola col settimo successo (1-2) stagionale. Più brillante in avvio è però il Venturina, pericoloso subito con Minichini che ruba il pallone in mediana e con due dribbling s'invola verso la porta, protetta dalla parata di Barbieri. Sette minuti più tardi il duello si ripete dopo lo sprint su Andrei: altra parata, ancora angolo. Lo batte Guazzini, corto per Priore che entra in area e viene steso da De La Cruz; è rigore, che Da Frassini converte nel vantaggio. Lo Scandicci reagisce: appena fuori area Lodovisi scambia con Kurti, che di prima intenzione cerca l'angolo basso e trova la parata di Zanaboni a terra. Passano centoventi secondi e il Venturina trema di nuovo: Kurti offre un assist succulento a Forletti, che dal limite calcia sopra la traversa. Un episodio però rischia di far uscire lo Scandicci dalla partita: sovrappensiero Barbieri raccoglie con le mani un retropassaggio di Salvadori, che da centrocampo aveva provato a coinvolgerlo nell'azione; automatica la punizione indiretta, che Guazzini tocca per Da Frassini: pallone scaraventato a lato. Salvo, lo Scandicci riprende ad attaccare: sulla trequarti Kurti si libera di Guazzelli e lascia partire un tiro secco, che ben piazzato Zanaboni neutralizza (25'). La pressione cresce: alla mezz'ora Salvadori crossa in mezzo un angolo; sul pallone s'avventa Drago, il cui tiro a colpo sicuro sbatte sul piede di Mezzetti. È il preludio del pareggio, nel quale in qualche modo Drago entra: sul suo traversone infatti Priore interviene di testa girando il pallone nella direzione e soprattutto nella porta sbagliata (33'). È la penultima emozione del primo tempo, che si chiude con un tiro di Haxhini di poco a lato: 1-1 il parziale alla pausa. La ripresa vede lo Scandicci molto più agguerrito; è però il Venturina a costruire il primo attacco più pericoloso, non concretizzato né da Minichini né da Nista che mancano l'impatto sul traversone di Priore. Al 48' ci prova Bologna, tanto bravo nell'affondare in dribbling quanto impreciso nel momento di battere a rete una volta arrivato davanti a Barbieri. Come nel primo tempo lo Scandicci prende fiato e si porta all'attacco: Lodovisi lascia partire un gran destro a giro indirizzato all'incrocio, salvaguardato dal gran tuffo di Zanaboni. Il Venturina replica con Lolini, che da posizione ottima calcia a lato. La partita si decide al 70': troppo disinvolto, Lenci perde il pallone appena fuori area; lo recupera Lodovisi, che fredda Zanaboni segnando l'1-2. Da giocare mancano ancora dieci minuti: il Venturina si ferma a un passo dal pari, che non trovano né Guazzelli (sulla traversa la punizione da lontano) né Minichini. Vince dunque lo Scandicci: la serie positiva può ricominciare. Calciatoripiù: Zanaboni, Guazzelli (Venturina), Lodovisi, Drago (Scandicci).