L'Aquila Montevarchi apre il 2025 nel rinnovato impianto dell'Antistadio, e viene superata di misura dalla Sestese per 1-2. Le due compagini non perdono tempo. Ci prova in apertura Pranteddu, con un'incursione centrale bloccata al limite dall'area dalla difesa ospite. Premono ancora i locali; palla profonda per Marchetti sulla destra, cross dal fondo per l'accorrente Borri il quale mira il sette opposto, il suo tiro però finisce fuori di un soffio. La Sestese replica su calcio da fermo: Pancella, da 30 metri, propone una palla tagliata per capitan Ceccherini che svetta di testa e insacca, ma l'arbitro annulla per fuori gioco; sul ribaltamento di fronte spazio per un lancio lungo di Brogi per Marchetti che, al volo, di sinistro, porta avanti Il Montevarchi. Al 10' l'Aquila beneficia di una punizione, Brogi si incarica del tiro, sulla respinta della sua conclusione, ci riprova da fuori ma Bardazzi neutralizza, nonostante una leggera deviazione. Ci provano ancora i sestesi su calcio da fermo, Pancella scodella in area, Ghelli esce e anticipa l'accorrente Palmini. Al 20' si segnala una punizione dalla destra di Brogi, la palla spiove in profondità finendo abbrancata in presa sicura da Bardazzi. Poco dopo ecco una bella incursione di Tani sulla destra, che anticipa Paci, va sul fondo crossa al centro; Marchetti calcia dalla sinistra, il portiere ospite devia fuori di un soffio. Sul successivo corner ancora un pericolo per la Sestese: Brogi serve Borri che di testa anticipa tutti, ma il pallone non inquadra di pochissimo lo specchio. Punizione per l'Aquila, batte Pranteddu, la palla spiove in area ma viene smanacciata da Bardazzi; poi ci provano ancora da palla inattiva gli ospiti, Pancella batte dalla destra, Pucci angola bene ma un superlativo Ghelli gli nega la gioia il pari. Preme forte la Sestese. L'Aquila Montevarchi agisce in ripartenza con Marchetti, che innesca in profondità Borri; calcia strozzando troppo la palla, Bardazzi para senza affanni. Ancora pericolosi i padroni casa poco dopo, con un lancio di Brogi per Marchetti che con uno splendido pallonetto anticipa un difensore e anche il portiere, ma la palla termina di un soffio fuori. Al 37' l'ispirato Brogi serve Pranteddu, che si incunea in area dalla sinistra, dribbla un paio di avversari e lascia partire un bel tiro sul primo palo: il portiere ospite para non senza affanni. La Sestese colpisce proprio nei minuti di recupero: palla sanguinosa persa dai locali a centrocampo,lancio lungo di Palmini per Pancella che entra in area e, di sinistro, insacca alle spalle di un incolpevole Ghelli. Il secondo tempo si apre con la Sestese in avanti, ma sono i locali che vanno vicini di nuovo al loro vantaggio. Brogi pesca Cannoni che manda fuori di un soffio, ancora Aquila Montevarchi pericolosa, così come dopo quando una palla profonda per Marchetti gli consente di raggiungere il fondo e rimettere indietro per l'accorrente Borri che, di destro, spara fuori di poco. La Sestese si scuote e replica con un gran tiro da fuori area di Notari, sontuosa la risposta di Ghelli che devia sul lato. E' solo il preludio del vantaggio ospite che arriva 2' dopo: punizione dalla sinistra di Dervishi, Ghelli interviene ma sulla ribattuta il più lesto è Pancella che infila una doppietta e firma il vantaggio esterno. Il Montevarchi non ci sta e ci prova ancora con Brogi su punizione, la palla finisce di poco sopra la traversa, e sul finale di tempo con Marchetti che - ben imbeccato da Borri - calcia di poco fuori. Finisce qui la partita. La Sestese porta a casa 3 punti fondamentali per mantenersi all'inseguimento del Tau; per l'Aquila Montevarchi una sconfitta di misura con non pochi rammarichi. Calciatoripiù: Marchetti (Aquila Montevarchi); Pancella (Sestese).
Non ha entusiasmato, ma conta poco; conta poco perché sfruttando il rigore di Fossi la Cattolica Virtus infila la quarta vittoria consecutiva, e riduce a tre i punti di distanza dal secondo posto. In un campionato dominato dagli alieni è l'unico obiettivo cui i terrestri possono tendere; e dunque è motivo di vanto essere coinvolta nella corsa. È l'unica soddisfazione che può regalare un campionato senza coppa; ed è comunque una soddisfazione più solida di quella eventualmente ottenibile dall'Academy Livorno, che sconfitto 1-0 non riesce a sganciarsi dal Capostrada contro cui oggi spareggerebbe per evitare la retrocessione. Sono riflessioni che a metà stagione è inevitabile iniziare a fare; e forse incidono anche sull'approccio alla partita, che nei primi cinque minuti la Cattolica Virtus potrebbe sbloccare in tre circostanze (murato sulla linea il tiro di Morozzi, liberato al tiro da uno schema su calcio d'angolo; a rischio autorete la deviazione di Menchini sul traversone di Peccini; troppo frettoloso De Sa, che anziché avanzare calcia dal limite dell'area e favorisce la parata di Simone Sommani). Sembra che stia per scoppiare l'incendio, e invece comincia a piovere per più di venti minuti. Bisogna attendere il 27' per una nuova emozione: la crea l'Academy Livorno grazie alla discesa di Lepri che da sinistra crossa per Andrea Martinelli, la cui volée mancina (buono l'anticipo su Chirinos e Manuel Lazzerini) Bracci neutralizza. Il pericolo sveglia la Cattolica Virtus, due volte all'attacco a cavallo della pausa: stavolta le occasioni mancate da Chirinos (scheggiata la traversa su calcio d'angolo) ed Echchihab, anticipato da Simone Sommani sul filtrante di Andres, sono davvero l'antipasto del vantaggio; lo segna Fossi, trasformando il rigore concesso da Cherubini per un fallo di Leonardo Sommani su Mugnaini. Il nuovo punteggio cambia l'inerzia complessiva: salvo sul contropiede di Peccini che manca lo specchio spalancato (68'), nel quarto d'ora finale l'Academy Livorno si lancia all'arrembaggio. Ne nascono una mischia che Leonardo Sommani prova a trasformare nel pareggio (attento Bracci), la traversa sfiorata da Ciulla su un disimpegno sbagliato della difesa avversaria e soprattutto le proteste per un possibile rigore su Lepri e uno su Perfetti: Cherubini non si fa convincere, il rigore che conta è quello calciato mezz'ora prima. Calciatoripiù : gelido nell'esecuzione vincente, Fossi (Cattolica Virtus) corona un'ottima prova con la rete decisiva; l'avevano ritardata le sfavillanti chiusure di Bernini (Academy Livorno), più volte decisivo in campo aperto.
Ha tremato al 6', e poi mai più. Ha tremato al 6' perché D'Ascoli ha considerato fallosa l'uscita su Nencini e chiara l'occasione da rete, e ha cacciato Ginepri (seconda espulsione stagionale dopo quella con l'Affrico) quando la partita aveva ancora da decidere quale forma assumere; ha tremato al 6', consapevole d'esser costretto all'inferiorità numerica per un tempo interminabile; ma dopo aver tremato al 6' il San Miniato non ha tremato più, perché la Settignanese non ha approfittato del vantaggio e non è riuscita a segnargli neppure una rete. Si chiude dunque 0-0 la prima dell'anno al Romagnoli; e considerato che dietro vanno pianissimo Lisci benedice il punto conquistato all'esordio sulla panchina che il club gli ha affidato per l'ultima d'andata e il girone di ritorno. Non altrettanto può fare la Settignanese, che per dimenticare la brutta fine del 2024 (il giudice sportivo ha punito con un ovvio 3-0 a tavolino la decisione d'interrompere la partita col Capostrada, e ci ha aggiunto un punto di penalizzazione) puntava alla vittoria; sembrava favorirgliela l'espulsione di Ginepri, ben sostituito però da Bizzoco (fuori Monaci, inevitabile sacrificato) sull'iniziativa di Nencini (10'). Non ne seguiranno altre: bravi a stringere per nascondere il calciatore in meno, difesa e centrocampo del San Miniato tengono lontani dall'area pallone e pericoli; non deve dunque sorprendere che il primo tempo si chiuda con una parata di Pozzi, reattivo nell'opporsi d'istinto all'esterno volante di Farina sul traversone tagliato di Senanayake, che nella ripresa ci prova dalla distanza in prima persona: la traiettoria gli esce centrale, analoga a quella scaturita dalla punizione di Vadi. Il San Miniato comunque non si rammarica: per come s'era messa la partita aveva temuto di vedere il Romagnoli costellato di streghe; e invece neppure troppo nascosto ci scopre un forziere che all'interno nasconde un punto d'argento. Calciatoripiù: Vadi e Leoni (San Miniato).
Si può prendere gol in avvio, chiudere in otto e comunque rammaricarsi del pari conquistato contro una squadra che in classifica sta davanti; si può se a cavallo della pausa si ribalta lo svantaggio, e se ci si vede raggiunti a un minuto dalla fine del tempo regolamentare. È una sensazione strana e spiacevole, come scoprirsi con i calzini bagnati all'alba di un'intera giornata fuori casa: ci rimane male il Margine Coperta, che a lungo ha costretto lo Sporting Cecina a confrontarsi con la prospettiva della nona sconfitta stagionale; la evita soltanto la rete di Calloni, che al 79' segna il 2-2 in archivio dopo nove minuti di recupero. È l'epilogo (o giù di lì: ci sarà ancora tempo per le espulsioni di Nigro e Dolo) inatteso d'una partita iniziata col vantaggio dello Sporting Cecina: lo segna Benedetti sfruttando l'assist di Lattuada, centravanti di manovra perfetto nel premio per l'inserimento. Corre appena il 6', e lo Sporting Cecina sembra aver chiaramente indirizzato il punteggio; ma non lo sigilla, perché Nigro s'oppone a Castellano (grande assist di Ceccarini, esecuzione centrale), a Bertaccini (21') e a Creatini, che alla mezz'ora aveva cercato il bersaglio dalla distanza. Dunque giunge quasi improvviso il pareggio del Margine Coperta, che segna al culmine di un'azione imbastita dal basso da Ivan Martinelli, rifinita da Modaro e finalizzata da Llanaj. L'espulsione di Mancini, punito per un fallo su Lattuada lanciato a rete (valutazione corretta, Finoia individua bene i quattro criteri del dogso), non rallenta la rimonta, che si completa in principio di ripresa: stavolta Llanaj si decentra e veste gli abiti del rifinitore, favorendo la stoccata di Jacopo Niccolai. Dal riavvio è trascorsa una decina di minuti, e per mezz'ora il 2-1 resta intatto: Nigro s'oppone sia a Ceccarini sia a Lattuada, e rinvia il pari al 79'; solo allora è costretto ad arrendersi alla volée di Calloni che riporta tutto in equilibrio, o quasi. Resta dispari il numero degli effettivi, che nei secondi che seguono si sbilancia ancora di più: espulso Nigro, che reagisce al modo in cui lo Sporting Cecina tenta d'accelerare la ripresa del gioco; ed espulso anche Dolo dopo la mass confrontation che si genera. Il Margine dunque resta in otto; ma nei cinque minuti di recupero poi diventati nove riesce a proteggere un pari che per quanto amaro gli consente di sganciarsi dal Poggio a Caiano, e di mangiare un punto a Montevarchi, Academy Livorno e Capostrada. Su queste squadre fa la corsa anche lo Sporting Cecina: scavallata la metà del calendario, ha bisogno di scrollarsi per salvare una categoria in cui dopo la capatina del 2016/17 abita stabilmente da tre stagioni. La rete allo scadere può essere l'innesco giusto. Calciatoripiù: Llanaj, Modaro (Margine Coperta), Benedetti e Meatu (Sporting Cecina).
Tra vent'anni si parlerà ancora della squadra che riuscì a chiudere il girone d'andata senza perdere neanche un punto; e poi si proverà a filastroccarne la formazione, e non ci si riuscirà: il Tau Altopascio è così forte, di fatto imbattibile, perché ruota spesso, ruota molto e mantiene sempre lo stesso livello. Il merito è di tanti, da ogni singolo calciatore a chi la rosa l'ha costruita scegliendo pezzo dopo pezzo, incastro dopo incastro, bullone dopo bullone; uno però ha un po' di merito in più, perché ogni settimana riesce a mantenere alta la concentrazione d'una ventina di sedicenni consapevoli d'aver vinto il campionato già a Natale, e a far rendere al massimo ogni elemento: l'inizio del 2025 incorona Luca Paoletti tra i grandissimi allenatori del calcio giovanile toscano, elenco in cui figura già l'ultimo avversario del girone d'andata. Sull'altra panchina c'era infatti Filippo Gori, campione d'Italia in carica: anche se sconfitto 2-0, il suo Affrico ha fatto di tutto per impedire la registrazione del record, e accorciare sulla vetta. La missione non va a effetto: i punti di svantaggio salgono a quattordici, non rimontabili a una squadra che sa solo vincere; resta da battagliare per il secondo posto con Fucecchio, Sestese e Cattolica Virtus in una sorta di quadrangolare a distanza lungo quattro mesi. Sarà il corteo che accompagnerà il Tau verso il titolo più scontato dell'ultimo quinquennio, un po' come quello dell'Inter 2006/2007 (stavolta però le avversarie c'erano, e agguerrite): anziché attendere la fine della partita la questione potrebbe chiudersi dopo tre minuti appena, ma da otto metri Capocchi esagera nel cercare il tiro di precisione e chiude un'azione fin lì perfetta (nasce addirittura da Jordan Ricci) calciando dalla parte sbagliata del primo palo. Dal pericolo corso l'Affrico non si fa gelare; anzi, comincia a sfoderare tutta la propria aggressività sui portatori di palla avversari, costringendo il Tau a forzare la giocata per rompere la prima linea di pressione. Ne nasce un frangente splendido per intensità, povero d'occasioni e ricco di calci d'angolo (in tutta la partita l'Affrico ne batterà quattordici, dieci nel solo primo tempo): su due di questi, Marcantonini alla battuta, svettano prima Baroncelli e poi Casamenti, che colpiscono rispettivamente alto e a lato. A pallone inattivo risponde pallone inattivo, e con pericolo uguale se non potenziato: la punizione di Capocchi schiaffeggia la traversa. In avvio di ripresa lo imita per due volte Talbi, prima dai venticinque metri e poi dal limite dell'area: per due volte (spettacolare la prima parata, a proteggere l'incrocio sul tiro di collo a girare) gli s'oppone Jordan Ricci, che ricorda alla platea che anche tra i portieri Paoletti può scegliere liberamente senza nulla concedere in qualità. S'intuisce facilmente che la partita si sbloccherà su un calcio da fermo: lo sfrutta meglio il Tau grazie al colpo di testa di Giovannini, che con l'aiuto del palo devia in rete il traversone di Bonelli (aveva rilevato Capocchi; insieme a lui dentro Giovannelli per Stondei) rapido nel far piombare al centro un angolo respinto lateralmente dalla difesa. Va peggio all'Affrico, che sull'ennesimo calcio d'angolo si vede annullare da Giacomelli il possibile pareggio: troppo avanti D'Onofrio sulla spizzata a centro area. È regolare invece il movimento con cui nel finale Bonelli s'inserisce tra Benelli e Campanale, indecisi nella copertura sul filtrante profondo di Sarnataro, e tocca il pallone quanto basta per farlo finire in porta dopo una serie di rimbalzi beffardi: sono comunque meno di diciotto, il numero di reti segnate alla fine del girone d'andata. Dietro di lui c'è Mencarelli a quattordici, poi Drago a dieci; nessun altro in doppia cifra, indicatore chiaro di quanto in questo campionato sia difficile segnare. Chi ci riesce vince: stavolta è molto più della regola chiave d'un gioco che a Capodanno (ma già a Natale, e forse già per Ognissanti) ha già incoronato il proprio campione.
Otto in quindici, più di metà. Battendo il Poggio a Caiano con due reti nella ripresa lo Scandicci chiude il girone d'andata con un dato positivo: ha vinto più d'una partita su due, indicazione interessante in vista della primavera e soprattutto della prossima stagione. Diversi i pensieri in cui è immerso il Poggio a Caiano, rimasto da solo a occupare l'ultima posizione dalla quale il Margine Coperta s'è sganciato: sono otto i punti di distanza dalla salvezza; anche se di per sé non lo sarebbe, rischia di diventare un ostacolo altissimo se paragonato all'incasso dell'intero girone d'andata. Eppure per trovare il vantaggio lo Scandicci ha bisogno che trascorrano cinquanta minuti e l'intervallo: solo al terzo tentativo Drago, che nel primo tempo era sbattuto su Sehimi e poi aveva calciato a lato da cinque metri scarsi, centra lo specchio spalancatogli dalla sponda di Lodovisi sul traversone rasoterra di Cullhaj sceso a sinistra. È l'episodio che spezza la partita, e al quale di lì a poco segue la rete del raddoppio: la segna Kurti, che da fuori imbulletta il pallone all'incrocio. Sotto 0-2, il Poggio a Caiano s'arrende; i venti minuti che rimangono destano interesse soltanto per la sfida lanciata da Focardi a Sehimi, che gli neutralizza il primo tentativo in diagonale e si vede graziato dal secondo. Resta un dettaglio in una partita in cui lo Scandicci non ha tremato mai: difficile fare meglio.
Il Tau irraggiungibile, il corteo delle big in lotta per la medaglia, poi lei: c'è la Floria subito dietro Fucecchio, Sestese, Affrico e Cattolica Virtus, la Floria neopromossa, la Floria che rimonta lo svantaggio segnando due reti nella ripresa, la Floria che batte 2-1 il Capostrada ancora piagato dalle assenze. Sono appena cinque i cambi a disposizione di Mazzone, che conta sulle prossime settimane per rimpinguare un organico al momento in difficoltà numerica: ci sarà bisogno di risolverla per migliorare una classifica che al momento porterebbe a spareggiare con l'Academy Livorno con l'obbligo di vincere per non retrocedere. È una prospettiva che il Capostrada rifugge, e che prova a rendere meno concreta poco oltre il quarto d'ora: alla prima vera occasione segna Di Santo, che capitalizza la pressione alta d'Arra incrociando in porta il mancino dopo un dribbling efficacissimo. Costretta a inseguire, la Floria non si scompone: glielo consente una classifica invidiabile; la serenità produce due occasioni pulite, non concretizzate però né da Guarducci (colpo di testa a lato su calcio d'angolo) né da Materassi, che manca la possibilità di segnare per la terza partita di fila. Dunque il pari slitta alla fine della prima metà della ripresa, quando il fortino del Capostrada si sgretola: un rinvio corto della sua retroguardia, che non libera un calcio d'angolo, consente a Martini di crearsi lo spazio per scaricare in porta un tiro violento. Ad angolo letale segue angolo letale: sul traversone di Bautista Berrocal nessuno si ricorda di marcare Guarducci, che sbuca accanto al secondo palo e di testa accompagna il pallone in porta. A una decina di minuti dalla fine dunque la Floria passa a condurre, e la partita si stappa: del punto il Capostrada ha bisogno, e dunque si lancia all'attacco a costo di concedere spazi. Il nuovo canovaccio produce un numero d'occasioni forse superiore a tutte quelle registrate fin lì: Diego Santini scheggia la traversa, Mari salva il successo opponendosi un paio di volte a Di Santo; sull'altro versante lo stesso fa Filoni, decisivo in uscita su Materassi e poi su un tiro di Galletti da fuori area. Sono parate di pregio, non sufficienti però a evitare la sconfitta e l'emersione d'un dato inquietante: tranne che a Poggio a Caiano, nel girone d'andata in trasferta il Capostrada ha sempre perso. Occorre lavorare anche su questo per raggiungere una salvezza comunque alla portata; se poi qualcuno volesse qualche dritta sulla strategia migliore per una neopromossa basta che citofoni alla Floria. Calciatoripiù: Materassi, Fibbi, Santoro (Floria), Garofalo, Di Santo (Capostrada).
In occasione della conclusione del girone d'andata il Venturina di Busdraghi, pur tenendo ottimamente testa al più quotato Fucecchio, si vede portare via dai bianconeri -impostisi in terra livornese col risultato di 3-1 in proprio favore- punti preziosi. Gli ospiti, a questo proposito, partono fortissimo e dopo appena un minuto Sardelli, involatosi sull'out destro, supera in velocità Da Frassini e scodella a centro area un ottimo pallone che Pellegrini raccoglie prontamente fulminando Biondi per il vantaggio dei propri colori. Il Venturina, sulle prime, non riesce tuttavia a mettere a punto una rilevante reazione e, al 10', Masha si impossessa della sfera dopo un errato disimpegno del medesimo Da Frassini per poi lasciar partire un colpo a botta sicura sul quale tuttavia il portiere avversario si fa trovare pronto, neutralizzandolo attentamente. A sbagliare un rilancio dalle retrovie, al 14', è invece Lenci mentre, sulla sponda fucecchiese, a non approfittarne stavolta è Battiloro che, infatti, indirizza la propria soluzione direttamente tra le braccia di Biondi. Incassati i colpi in seno a un avvio molto difficile, con lo scorrere delle lancette i padroni di casa trovano la giusta quadra per riorganizzarsi e così, al 18', un Bologna ben servito da Guazzini sfugge a Gianluca Salvadori e si rende protagonista di un preciso traversone che Ferrario, in incornata, corregge decisivamente alle spalle di Tacchi per il momentaneo pareggio. Da ciò galvanizzati, i biancoazzurri provano a premere con ancor più insistenza sull'acceleratore e al 26' Viganò conquista un'interessante punizione sulla trequarti: dal punto di battuta Guazzini pesca molto bene Minchini in piena area ma Tacchi si oppone strepitosamente sul tentativo di quest'ultimo mantenendo il risultato ancora in parità. Passano altri 120 e il Venturina cestina un'altra nitida chance per il sorpasso quando, in questa circostanza, Tacchi viene graziato dal completamente indisturbato Mezzetti che gli calcia di fatto addosso l'invitante suggerimento di Lolini. Il Fucecchio, scampato il pericolo, ribalta immediatamente il fronte con Fogli che, addomesticato il rinvio del proprio portiere, offre a Masha un assist al bacio per l'1-2 ospite che, tuttavia, il numero 8 bianconero non sfrutta a dovere indirizzandolo tra le braccia di Biondi. Il confronto prosegue sul leit-motiv del botta e risposta e, a un passo dall'intervallo, è nuovamente il Venturina a portarsi a tanto così dalla seconda rete con un'altra poderosa zuccata di Ferrario, innescato da Mezzetti, che si stampa però in pieno sul palo. Sulla scia di quanto di buono fino a quel momento creato, al 51' il Venturina -dopo le battute iniziali di studio- inaugura il novero delle azioni salienti della ripresa con Viganò che tuttavia, una volta eluso Ciampalini, si vede negare la gioia del raddoppio biancoazzurro da un superlativo intervento di Tacchi, abile a sporcarne la traiettoria in corner. Sugli sviluppi del successivo tiro dalla bandierina Guazzini, appostato al limite, conclude a botta sicura ma una dea bendata evidentemente non arridente ai livornesi ne manda nuovamente la soluzione a sbattere sul legno. Passano soltanto 5' e il Fucecchio, dall'altro lato, riesce finalmente a rimettere la testa avanti nel punteggio quando Lenci, ricevuto un appoggio da parte di Ferrario, si fa ingenuamente soffiare il possesso da Fogli che, trovatosi a tu per tu con Biondi, insacca il punto del ritrovato vantaggio bianconero. Nonostante il durissimo colpo, il Venturina ha il grande merito di non gettare la spugna: c'è, infatti, a malapena il tempo di risistemare il pallone a centrocampo che sull'immediata controffensiva Guazzini, incuneatosi all'interno dei sedici metri avversari, viene atterrato da Kercuku inducendo il signor Di Sacco alla concessione di un penalty in favore dei locali. Dal dischetto, tuttavia, la pressione gioca un brutto scherzo a capitan Da Frassini che, a questo proposito, spedisce incredibilmente oltre la sbarra il pallone del 2-2. Ben più cinico invece, al 67', un Fucecchio bravo a mettere definitivamente in ghiaccio i tre punti (nel finale, comunque, il neo-entrato Nista si vede annullare per fuorigioco la rete che avrebbe ancora rimesso l'esito in discussione) al 67' quando Pellegrini, procuratosi un prezioso calcio di punizione dai venticinque metri, indovina il pertugio vincente per la propria doppietta personale andando a referto con una soluzione potente e precisa. Calciatoripiù : Guazzini e Bologna (Venturina); Pellegrini e Matteoli (Giov. Fucecchio).