Era un obiettivo ambizioso, e la Cattolica Virtus c'è andata vicinissima: se fosse uscita indenne dalla partita con l'Affrico, avrebbe dovuto superare soltanto Margine e Venturina per tendere da Tau a Tau una striscia di risultati positivi lunga un girone. Invece perde, perde di misura e precipita al sesto posto (la supera lo Scandicci, tanto per aggiungere amarezza a un pomeriggio già triste): decide Mencarelli, che alla prima vera azione dopo un avvio complessivamente guardingo approfitta di un errore in uscita e di una diagonale rivedibile di Chirinos Calderon, e sfrutta il traversone mancino di Mencarelli per battere Bracci. Dal calcio d'inizio sono trascorsi appena nove minuti; e per la Cattolica Virtus, cui le condizioni del terreno di gioco non consentono d'applicarsi al fraseggio, la partita s'incanala su un binario brutto: per la retroguardia muscolare dell'Affrico, di nuovo pericoloso con una fiammata di Mencarelli (stavolta si decentra a sinistra per vestirsi da rifinitore: l'uscita di Bracci disinnesca il suo traversone, che aveva consentito a Panichi di prendere la mira e di calciare), è facile cancellare qualsiasi pericolo fino alla mezz'ora. Poi improvviso ecco il brivido: è netto il tocco di mano della barriera sulla punizione con cui Mugnaini cerca la porta da venticinque metri; ma Sara Foresi, quarto ufficiale nella finale di Coppa Italia d'Eccellenza, dice che «i piedi erano in area, ma il braccio sporgeva in avanti»; e dunque anziché il rigore si limita a concedere un'altra punizione, senza esito. Per quanto sfortunato, all'apparenza l'episodio innesca la reazione della Cattolica Virtus, che chiude il primo tempo all'attacco: sul servizio di Zangarelli il pallone buono capita a Peccini, che dopo aver violato l'area da sinistra spreca calciando altissimo. Ci s'attende che sia l'antipasto d'una ripresa all'assalto; e invece dopo la pausa nonostante la generosità smisurata la Cattolica Virtus non riesce a produrre vere occasioni da rete; anzi, rischia sul tiro di Marcantonini deviato in porta da Nocentini, e si salva solo perché Sara Foresi valuta irregolare la posizione e la sanziona. Anche se il vantaggio resta minimo, l'Affrico dunque lo conserva intatto fino al finale calduccino (qualcuno la sente molto la contesa per la primazia in provincia); e grazie al pari che l'Academy Livorno strappa alla Sestese si prende la seconda posizione solitaria, in allegato il lusso d'esser finalmente riuscito a mangiare due punti all'extraterrestre che fa l'andatura. Calciatoripiù: Mencarelli, Casamenti (Affrico).
Avrebbe potuto essere un turno complicato: non era così scontato metterselo alle spalle conservando la posizione. Dunque è preziosissimo il punto che l'Academy Livorno strappa dal Torrini: l'1-1 finale, che peraltro costringe la Sestese a sganciarsi dall'Affrico lasciato da solo in seconda posizione, mantiene intatto il vantaggio sullo Sporting Cecina quartultimo; e raddoppia quello sul Capostrada sconfitto a Siena. Disegni lo sapeva che non sarebbe stata una partita semplice, e aveva impostato accorta la fase difensiva; per tutto il primo quarto la Sestese ci rimane impigliata, e riesce soltanto a costruire un'occasione concreta: la vanifica il fuorigioco di Pancella, il cui movimento sul tiro vincente di Stasi ostacola la linea di visione di Palamidessi; e dunque induce Girolami ad annullare la rete del possibile vantaggio. Per la convalida occorre attendere il secondo tentativo, creato dall'angolo che Bellini calcia carico d'effetto: il colpo di testa di Notari corregge la traiettoria in porta, e consegna l'1-0 alla Sestese. Ora sarebbe necessario continuare ad attaccare, alla ricerca del raddoppio; ma l'approccio accorto dell'Academy Livorno, che aspetta e riparte, rende difficile trovare varchi buoni in cui Breccia e Pancella possano inserirsi. Si scavalla la mezz'ora senz'altre occasioni; poi si cominciano a registrare di nuovo, ma nell'altra metà campo. La sequenza l'apre Leonardo Sommani, che sbocconcella il palo; due indecisioni di Dallai, che per due volte perde il pallone in uscita alta, fanno il resto: la difesa sporca in angolo il tiro di Perfetti sulla situazione creata dal traversone di Nanni; su quello di Cortopassi invece Ciulla centra lo specchio, e nell'unico minuto di recupero riporta il punteggio in parità. Anziché per gestire, dunque la Sestese deve impiegare la ripresa per costruire il nuovo vantaggio; ma continua a trovare poco spazio, e dunque s'incaponisce, e dunque rischia tantissimo su due ripartenze: la salvano Girolami, che rilevando un fuorigioco sull'incrocio annulla a Pistoia la rete del possibile sorpasso, e Ciulla stranamente impreciso davanti allo specchio spalancato. Svanisce l'ipotesi dello svantaggio, punizione eccessiva per la Sestese che nel recupero crea due occasioni per tornare avanti: non le sfruttano né Santiago Palmini, murato sulla linea, né Bellini servito a rimorchio da Belli sullo sprint di Sostegni, il migliore dei tanti inseriti da Ferro nel tentativo di costruire il nuovo vantaggio. Alla Sestese non basta: l'1-1 la consegna alla terza posizione d'una classifica guardando la quale l'Academy Livorno si lascia scappare mezzo sorriso accennato. Calciatoripiù: Stasi, Breccia (Sestese), Cecchi, Pietrogiacomi (Academy Livorno)
È prestissimo, e in prospettiva tutto è ancora aperto; se però s'era mosso con l'intenzione di giocarsi tutto nello scontro diretto, il Capostrada non può passare all'incasso: la rivoluzione in panchina (via Mazzone, che l'anno scorso con questa squadra aveva conquistato la categoria; dentro Alberto De Marco) non serve a ribaltare il senso d'un momento complicatissimo, che la sconfitta (3-0) col San Miniato rende ancora peggiore. Avrebbe potuto essere l'occasione per riaprire tutto, e tirare un'altra squadra dentro una contesa accesissima; diventa il chiodo cui appendere la terzultima posizione in solitaria, un punto dietro lo Sporting Cecina che s'è slacciato, e soprattutto due punti dietro l'Academy Livorno quintultimo. Il San Miniato sta invece lontano dai calcoli: nel primo tempo gli è bastata un'occasione per sbloccare il risultato; e da lì in poi non ha mai rischiato di subire la rimonta. È segno che nonostante l'unico punto conquistato nelle tre giornate precedenti (ma ci stava: dopo la Settignanese, fermata sullo 0-0, davanti c'erano Sestese e Tau) la salute è buona; è più facile che lo sia quando si può contare su un fuoriclasse come Vanni, che poco prima della mezz'ora segna l'1-0 con un tiro secco da fuori area favorito da un dribbling secco: il pallone finisce in porta nonostante il tocco di Filoni. Da lontano calcia anche Frilli, lui però in diagonale sul secondo palo, nell'azione che avvia la ripresa: l'esito è lo stesso, e il San Miniato si porta sul doppio vantaggio. L'ipoteca sul successo la controfirma Morgillo, che al 55' lascia in dieci il Capostrada punendo un fallo duro (scivolata fuori tempo, giusta l'espulsione) di Verniani su Farina: lo squilibrio numerico accentua il divario, che puntualmente Vanni rimarca con un altro tiro vincente dalla distanza (59'). Per reagire il Capostrada ha bisogno d'esser sotto di tre reti e di vedere avvicinarsi la fine della partita, e con lei il baratro: a rimettere in discussione la sconfitta ci prova Iuliucci, che da una ventina di metri sbatte prima su Bizzoco (73') e poi sul palo (80'). È troppo poco per non perdere, e provare a risolvere una classifica bruttarella ma ancora rimediabile: per riuscirci De Marco ha a disposizione tre mesi, tempo sufficiente per organizzare una rivoluzione.
Floria-Fucecchio (4-4) è una di quelle partite che nessuno vorrebbe che finissero, per tutto quello che si vorrebbe vedere sui campi da calcio ogni fine settimana; meno si vorrebbero vedere arbitri poco formati per la categoria, e direzioni di gara non all'altezza. Le due squadre sono state due pugili mai domi, che si sono dati battaglia per oltre novanta minuti. L'inizio è tutto per il Fucecchio, che mette in mostra il proprio potenziale offensivo contro una Floria un po' sorpresa. È dunque abbastanza inatteso il vantaggio locale al 10': sul calcio d'angolo di Panteri dalla destra, al centro svetta più in alto di tutti Galletti e di testa insacca. Non c'è il tempo di esultare troppo: Mari non trattiene una punizione parsa facile, Lenzi indisturbato infila il pari di testa. Non c'è un attimo di respiro. Fogli approfitta di un retropassaggio sanguinoso di Macaluso, s'infila in area e prova a superare Mari: pallone sul fondo. Poco dopo un lancio profondo innesca Lenzi, che supera in velocità la difesa: Fibbi riesce a recuperare portando sull'esterno l'avversario, che cerca comunque il diagonale; debole, Mari però non trattiene, pallone in rete, doppietta. È micidiale l'uno-due del Fucecchio: pare mettere alle corde la Floria, in difficoltà nel costruire una fluida manovra offensiva. I ritmi rimangono altissimi, e la scena se la prende un altro protagonista, inoperoso di fatto fino a quel momento: il direttore di gara. In posizione di fuorigioco, Fogli riceve il pallone e s'invola verso la porta. La retroguardia della Floria alza la mano e rallenta, consapevole della posizione irregolare; intanto Pellegrini salta Mari e appoggia in rete. Sia il Fucecchio sia la Floria aspettano soltanto la mano alzata di Ferri Gori: infatti non esulta nessuno. Il segnale di convalida è sorprendente. Sono vemmenti le proteste del pubblico locale; ma quando si pensa che possa andare ko ecco che la Floria si rialza, magari aiutata dalle corde. Perché se si perde tempo a cercare l'accendino o a sistemarsi il cappuccio della felpa, si può perdere qualcosa. Pallone al centro, rilancio in avanti: Martini infila il piede sulla protezione della difesa e sorprende Buti per il 2-2. A protestare son ora è il Fucecchio, che chiede un fallo dell'autore della rete. Ferri Gori resta spettatore di un incontro comunque emozionante. Pellegrini sfila ancora in netto fuorigioco, Fibbi recupera e chiude lo specchio con un intervento mozzafiato. Poi Mari si supera prima su Lenzi e poi sul successivo calcio d'angolo su Fogli. Dall'altra parte Panteri servito in profondità non trova lo specchio davanti a Buti. A dieci minuti dalla pausa, sugli sviluppi di un calcio di punizione da centrocampo, il primo tiro ribattuto di Batelli diventa un assist per Martini, che controlla e supera Buti con un diagonale preciso. Il 3-3 dà fiducia alla Floria, che negli ultimi minuti del primo tempo aumenta la spinta. Esteves vede il movimento largo di Panteri, e lo lancia: rete da posizione defilata, Buti battuto per la quarta volta. Il primo tempo finisce così, Falcini ha più di qualcosa da dire al direttore di gara. Ora sì che si può un attimo tirare il fiato. Di caffè non ce n'è bisogno. Si riparte come si era finito: tra le proteste per un fuorigioco fischiato a Martini, questa volta proprio non c'è. Anche in mezzo al campo si fischia pochissimo, ma per fortuna i ventidue protagonisti hanno la forza di non disunirsi e non perdere la testa. Floria e Fucecchio restano due pugili che si rispondono colpo su colpo, in maniera sportiva e spesso corretta. I ritmi restano sempre piuttosto alti, ma almeno nella prima parte della ripresa non corrono pericoli Mari e Buti. Poi il portiere della Floria riesce a chiudere lo specchio su Fogli; e Pellegrini non riesce a trovare lo specchio direttamente su punizione. Arriva qualche sostituzione da una parte e dall'altra; poi ancora un episodio che fa agitare e non poco il pubblico presente. Su un'azione insistita per vie centrali il pallone schizza verso l'area: Buti lo recupera con le mani, ma ampiamente fuori area, a metà della lunetta. Ferri Gori è lì davanti e considera tutto, assurdamente, regolare. Ma non c'è tempo di pensare, ne di rimuginare a quello che può essere o a quello che sarà. Pellegrini ancora non trova lo specchio, mentre il nuovo entrato Laaroussi insegue tutti e impegna Buti. Ancora Laaroussi proprio sul finire ruba il pallone al limite sulla destra e scarica un bolide verso la porta: Buti si supera. L'arbitro concede cinque minuti di recupero, che poi prolungherà di altri due. Borghi spizza di testa una punizione da centrocampo, Niccolò Salvadori si ritrova davanti a Mari e lo supera per la rete del pareggio. Ora è totale apnea. Borghi passa dalla destra e mette al centro dove si ritrova Fall tutto solo davanti a Mari. Controllo e tiro, pallone fuori tra la disperazione dei suoi. Manca ancora un minuto, calcio d'angolo per la Floria. L'arbitro fischia la fine. Così, mentre i due pugili escono dal ring tra gli applausi di tutto il pubblico presente per lo spettacolo offerto, si sente ancora urlare «Adriana» all'indirizzo del direttore di gara che prima di tutti fugge dal terreno di gioco. Forse non è proprio «Adriana» l'appellativo giusto. Ma nella concitazione del momento anche un cronista può sbagliare. Calciatoripiù: Martini firma una doppietta di qualità e cattiveria, Esteves lotta ovunque in mezzo al campo, Fibbi (Floria) è l'ultimo baluardo cui ci si aggrappa nella tempesta; Fogli mette in mostra tecnica e forza; Borghi entra in campo con il giusto piglio, Buti (Fucecchio) effettua la parata che vale il pareggio.
L'Aquila Montevarchi ricambia l'ospitalità allo Scandicci con la chiara intenzione di vendicare sportivamente la sconfitta dell'andata, ritenuta non meritata, ma non riesce nell'intento: Sani e Salvadori lanciato la fuga dei blues, arriva troppo tardi il gol di Cannoni che riaccende le chance dei locali e infiamma i l finale di gara. Non perdono tempo le due compagini, tant'è che già al 3' ci provano gli ospiti con un tiro da fuori area, Valentin De La Cruz calcia sopra la traversa; non si fa attendere neanche la replica del Montevarchi con Maccioni, capitano di giornata, che prova a liberarsi di un paio di avversari sulla fascia sinistra, punta l'area, ma viene atterrato ai 30 metri. Brogi calcia la successiva punizione, palla profonda e centrale, Izzo para senza affanni. Ci prova dall'altra parte Palazzini, che affonda in profondità dopo una bella progressione, ma al momento del cross viene chiuso in angolo. Al 12' Brogi dal corner pesca Manenti che non riesce a impattare; sulla successiva ripartenza dello Scandicci Culllhaj prova a pungere, ma Maccioni fa buona guardia. I valdarnesi provano a far salire i giri al loro motore, Borri serve in profondità Miniati che tenta la deviazione sottomisura senza troppa fortuna, Izzo c'è ed abbranca in presa. Al 22' i locali vanno vicinissimi al gol: Brogi serve Marchetti con un bellissimo passaggio filtrante, Marchetti entra in area e calcia a botta sicura, ma è il palo a negargli la gioia del gol, poi Maccioni calcia su Cannoni. Lo Scandicci si scuote e replica con Salvadori al 26', la conclusione finisce alta sopra la traversa. Poco dopo si segnala un lungo lancio di Palazzini a pescare Marchetti, per vie centrali poco fuori dall'area; l'attaccante locale stoppa la palla in bello stile, si gira, effettua un bel numero sui due diretti marcatori e salta un altro difensore, per poi calciare angolato. Izzo si supera Izzo e devia in angolo. La gara si sblocca poco dopo, al 36', con il vantaggio dello Scandicci: sugli sviluppi di un corner, Salvadori calcia una palla tesa che nessuno intercetta, direttamente sul primo palo, perfetto il tap-in di Sani che è il più lesto di tutti, 0-1. Passano appena tre minuti e l'Aquila risponde quasi in rima, venendo fermato dal secondo legno di giornata: i padroni di casa non ci stanno infatti e rispondono con una grande incursione di Cannoni sulla sinistra, entra in area, va sul fondo e crossa perfettamente per Marchetti, che al volo spedisce la palla sulla traversa. Si chiude qui il primo tempo, e la ripresa si apre sullo stesso spartito della prima frazione, il Montevarchi si proietta in avanti cercando il pari; il primo squillo lo regala Sirà, che innesca Borri il cui tiro dai 25 metri risulta troppo centrale. Iniziano i primi cambi, e nelle file locali Pranteddu rileva Maccioni; proprio il neo-entrato al 45' imbecca bene fra le linee Marchetti, che si gira e calcia verso la porta rivale ma la palla è troppo centrale. Lo Scandicci si fa sentite centoventi secondi più tardi, Salvadori trova però la difesa locale attenta, e Tommasi offre una presa sicura; di prosegue e sul fronte opposto c'è da segnalare un'azione dubbia in area ospite. Pranteddu semina il panico e si libera di tre avversari, ma al momento del tiro viene chiuso sul fondo. I locali protestano, l'arbitro non ha dubbi nel far proseguire il gioco senza alcune sanzone. Una rete è nell'aria e, prima del raddoppio ospite, l'Aquila si rende pericolosa con una palla in profondità per Cannoni, che entra in area e sotto misura spara forete sul portiere, Izzo devia sul fondo. Al 59' ecco il raddoppio dell Scandicci: un rilancio lungo dalla difesa consente a Salvadori di involarsi, entrare in area e piazzare il pallone in rete. Una doccia gelata per i padroni di casa, che però non si arrendono e provano a riversarsi nella metà campo avversaria. Pranteddu sulla destra crossa in direzione di Cincinelli che calcia verso la porta senza troppa fortuna o precisione. Al 76' i locali ci provano su punizione: sul punto di battuta va Pranteddu che serve al centro una palla tagliata sulla quale Cioncolini calcia al volo sulla traversa. Sulla ribattuta del legno orizzontale Cannoni di testa accorcia le distanze. Il Montevarchi ora ci crede. Brividi finali per lo Scandicci: un'altra grande iniziativa di un indemoniato Pranteddu accende i rossoblù, sgasa sulla sinistra, poi serve palla al centro per Panci, da poco subentrato, che a tu per tu con Izzo manca la palla di un soffio. Non c'è più tempo per l'Aquila Montevarchi, che nonostante una bella gara, deve così rinunciare alla rivincita sullo Scandicci, che in questa occasione si dimostra cinico e fortunato. Calciatoripiù: Prandeddu (Aquila Montevarchi); Salvadori (Scandicci).
È sempre questione di prospettive. Anche se gli va stretto per la dinamica (aveva segnato dopo due minuti scarsi) e per le occasioni sprecate da Nencini, il sesto pareggio stagionale la Settignanese se lo fa andare bene: è arrivato infatti contro lo Sporting Cecina, che l'1-1 tiene a una distanza cospicua; cinque punti (sul campo sarebbero sei, ma la penalizzazione ha prodotto lo sconto), nel mezzo Venturina e Academy Livorno, costituiscono infatti un buon margine per pianificare serenamente il girone di ritorno. Certo, avrebbero potuto essere otto; e lo sarebbero stati se, dopo aver sbloccato il punteggio sul filtrante di Scarselli, in un paio di circostanze Nencini fosse stato un po' più altruista, e anziché cercare l'undicesima rete stagionale avesse servito i compagni che solissimi stavano popolando l'area. Invece non lo fa, calcia sull'unico palo possibile, esalta Kohler e tiene la partita in bilico; così lo Sporting Cecina, quasi intimorito per tutto il primo quarto, viene fuori e comincia a prendere le misure dello specchio della porta: lo manca Calloni, lo trova invece Lattuada con un tiro però centrale e facilissimo per Pozzi. Il duello si ripete in avvio di ripresa: identico l'esito, più complicato produrlo considerate la poca distanza e la traiettoria angolata. È a Lattuada che lo Sporting Cecina s'aggrappa per evitare una sconfitta dolorosa; e, dopo aver chiesto un rigore che Storri non ritiene di concedere, Lattuada risponde ripulendo di testa un traversone che Bettini aveva scoccato verso l'area: ne nasce una sponda perfetta per Ceccarini, che in mezza rovesciata schiocca il pallone sotto l'incrocio. L'ultimo quarto è iniziato da poco, e dunque entrambe le squadre avrebbero tempo per non accontentarsi; schiodare l'1-1 però è difficile se l'unica occasione che s'annota è un tiro di Ragusa, a lato di poco, a segnalare che alla rimonta la Settignanese avrebbe preferito non piegarsi. La sua classifica spiega facilmente perché: con un successo avrebbe potuto disinteressarsi del contesto almeno per tutto febbraio. Così invece resta un po' più vicina alla graticola; ma sono altre, non lei, a sentirne davvero il calore. Calciatoripiù: Genovesi (Settignanese), Barbaro, Lattuada, Ceccarini (Sporting Cecina).
No, non s'è scordato come si fa: certe cose son come i baci di gioventù, non ci si scordano mai. Il Poggio a Caiano non vinceva dal 26 ottobre, quando ancora si pensava che Trump avrebbe potuto finire in carcere anziché alla Casa Bianca; nel mezzo, mentre il mondo cambiava, erano arrivate undici sconfitte di fila. La serie s'interrompe d'improvviso, ma non in modo inaspettato: vittima è infatti il Venturina, in serie negativa da metà dicembre (quindici giorni fa era caduto sul campo del Margine Coperta penultimo) e ora pericolosamente vicino a una zona dalla quale dopo il derby vinto con lo Sporting Cecina (7 dicembre, ultimi punti conquistati) sembrava essersi definitivamente tirato via. Nelle difficoltà il Poggio a Caiano s'incunea; e senza troppo faticare si porta in vantaggio alla fine del primo quarto: preferito a Zanaboni, Filippo Galli si lascia scavalcare dalla punizione di Barenghi; per Checchi è facile rompere un digiuno doloroso (durava dal 2 novembre, 1-2 con la Cattolica Virtus) con la volée dell'1-0. Anche se in via indiretta, in parte è lui il protagonista anche della rete del 2-0 con cui il Poggio a Caiano inaugura la ripresa: sua la spizzata su un lancio profondo, suo dunque l'assist per Bonacchi che dopo il rimbalzo supera in pallonetto l'uscita di Filippo Galli. Il Venturina non reagisce, e dopo sei minuti appena subisce anche la rete del 3-0: pescato di nuovo in profondità davanti a Filippo Galli, segna di nuovo Bonacchi, stavolta con un tiro piazzato all'angolo. Soltanto a un quarto d'ora dalla fine il Venturina cerca di riaprire la partita; ma per quanto pregevole nell'esecuzione (il pallone passa sotto l'incrocio superando Sehimi forse un passo troppo avanti) la rete di Haxhini serve soltanto a rendere meno aspro il divario. E rischia di non essere utile neppure a questo: nel finale Bonacchi fallisce due occasioni per la tripletta, che avrebbe ribadito che la crisi del Venturina ormai è grave. Non che ci sia bisogno della sottolineatura: ormai è sufficiente contare le sconfitte. Calciatorepiù : la doppietta di Bonacchi fa gioire il Poggio a Caiano dopo quasi tre mesi.
Il ricordo dei duelli passati la rendeva una partita ricca di fascino; ma quasi nessuno s'aspettava che a Margine Coperta il Tau dei record avrebbe lasciato i primi punti d'una stagione trionfale. Sono stati due, e avrebbero addirittura potuto essere tre: c'è voluto il rigore di Bonelli (ventesima rete in campionato) per pareggiare il vantaggio dell'ex Piazza, ed evitare la sconfitta a dieci minuti dalla fine; dell'1-1 il Tau s'accontenta, perché classifica e stagione restano meravigliose, e perché stavolta sottoporta è stato così insolitamente poco lucido da rischiare di pagare carissimo l'unico episodio sfavorevole. Privo di Bonari (sabato prossimo dovrebbe esserci), e poi di Nigro, Dolo e Igliori squalificati, il Margine l'episodio lo sfrutta per strappare un pari che in prospettiva conta tantissimo: difficilmente le sue rivali per la salvezza riusciranno a imitarlo. Che il Tau rallenti è infatti situazione rara; il Margine prova subito a crearne le condizioni con un contropiede di Llanaj (attento Jordan Ricci sul suo mancino), ma deve esser grato al mondo di chiudere il primo tempo sullo 0-0: poteva starci il rigore per un contrasto duro su Giovannelli («Troppo poco» dice Bolognesi, lettura difficilmente condivisibile), e sul primo gong Stondei avrebbe potuto sfruttare meglio una punizione battuta veloce che aveva consentito a Romanelli di servirgli un pallone delizioso. Il Tau dunque non passa, e a metà del primo tempo finisce sotto: una leggerezza della difesa, che gestisce male un pallone orizzontale e ne perde il possesso a ridosso dell'area di rigore, consente a El Khallouqi di sprintare fino al fondo e servire a rimorchio Piazza (dieci reti ad Altopascio nello scorso biennio), per il quale l'1-0 ha un sapore particolarissimo. Per undici minuti la Toscana ipotizza l'inattesa sconfitta della capolista sul campo della penultima in classifica; all'undicesimo Bolognesi rileva un fallo di mano di Bestetti in mezzo all'area del Margine, e fischia il rigore che Bonelli converte nell'1-1. Alla fine mancano ancora dieci minuti esatti, ed è inevitabile attendersi una serie d'attacchi furenti del Tau alla ricerca della rete che completi la rimonta. La coda della partita mantiene la promessa, senza però che il risultato cambi: la difesa del Margine allontana sulla linea la punizione che Capocchi aveva calciato dal limite dell'area; a colpo sicuro Stondei spedisce sulla traversa il pallone servitogli da un'azione strepitosa di Matteucci, cui poco più tardi Gueye s'oppone con una parata d'istinto; e pescato sul secondo palo da un traversone morbido Giovannelli opta per la rovesciata, con la quale non trova la porta. Nonostante il milione di brividi dunque il Margine strappa un punto all'antica avversaria, con la quale ha condiviso battaglie spaziali e dalla quale ora la dividono quarantuno punti. Colombo però non li conta: gli interessano piuttosto i cinque che deve colmare per raggiungere l'Academy Livorno, e tirarsi fuori da una zona occupata troppo a lungo. Dopo un'impresa così crederci è legittimo. Calciatoripiù : anche se il Tau Altopascio sottoporta è poco lucido, riesce più volte a portarsi al tiro. Valgono dunque tantissimo le parate di Gueye (soprattutto l'ultima, su Matteucci), che consente alla rete di Piazza (Margine Coperta) di generare almeno un punto, e ora rende reale il ballottaggio con Nigro pronto al rientro dopo le tre giornate di squalifica.