Ha fatto il massimo: d'ora in poi il destino del campionato dipenderà da altri. Ha fatto il massimo: battendo 1-2 il San Miniato, che ancora non è del tutto al sicuro dalle insidie, l'Affrico impedisce al Tau d'aumentare il divario quel tanto che sarebbe bastato per mandare in archivio la stagione con sei giornate d'anticipo. Resta una consolazione platonica: già alla prossima a distanze invariate i giochi si chiuderanno. Eppure l'Affrico continua a combattere, doppio l'obiettivo: rinviare la festa del Tau; e respingere l'attacco di Fucecchio e Sestese, ormai le uniche due vere rivali per il podio e il secondo posto. Che sia un obiettivo concreto lo dimostra l'approccio feroce, che dopo una prima parata di Bizzoco su Marchetti liberato sottoporta dal traversone di Casamenti (3') vale lo 0-1 già al 4': segna Talbi, che da oltre trentacinque metri imbulletta il pallone sotto la traversa. Del vantaggio di misura l'Affrico non s'accontenta, e continua a calciare dalla distanza nel tentativo di sigillare la partita prima che ne sia passato granché: dalla distanza calcia Marcantonini, che sbocconcella il palo esterno; e dalla distanza calcia Marchetti, che sfrutta lo scarico di Casamenti per infilare il pallone nell'angolo basso (26'). Tre minuti più tardi la situazione si ripete: stavolta Bizzoco salva, e il San Miniato contiene lo scarto davanti a un Affrico straripante. Neppure in avvio di ripresa il canovaccio cambia: ci vuole un'altra parata di Bizzoco, stavolta in allungo, per impedire al colpo di testa di Nocentini di correggere in porta l'angolo di Talbi. Si resta dunque 0-2, un punteggio che al quarto d'ora il San Miniato finalmente capisce di poter aggredire; della nuova consapevolezza protagonista è Bari, che dopo aver mancato la deviazione sul traversone di Zamperini dal fondo (54') chiama Campanale a una parata complessa (55') e poi costruisce l'azione dell'1-2: è lui a sprintare sulla fascia, lui a servire a rimorchio Vadi il cui tiro sporco diventa un assist per l'appoggio vincente d'Annunziata, in rete di testa. Tre minuti tardi potrebbe essere doppietta con pareggio in allegato; ma stavolta, innescato dalla punizione di Migliorini, il colpo di testa esce a lato d'un paio di spanne. Il San Miniato s'arrende qui; ma, anche se ha perso, nella rincorsa alla salvezza matematica può contare sull'ottima reazione contro una delle squadre più forti della Toscana.
La striscia s'allunga ancora. Battendo di misura (decide Cincinelli) il Margine Coperta, che ormai vede ridotte al minimo le possibilità di salvezza, l'Aquila Montevarchi porta a tre i successi consecutivi: il filotto vale una solida posizione di metà classifica, al pari con la Floria. La partenza però è contratta, e per il primo lampo ci vogliono dodici minuti: l'incontro s'accende d'improvviso nel momento in cui Marchetti, poco fuori dall'area avversaria, appoggia corto per Borri che con un gran sinistro cerca il sette; con un grande intervento si oppone Nigro, che smanaccia in angolo. Il Montevarchi ci riprova al 25' con Pericoli, che conquista il fondo sulla fascia di competenza e serve Pranteddu: lo scarico a rimorchio innesca l'accorrente Marchetti, che calcia di poco alto. La prima sortita degli ospiti coincide con una grande parata di Ghelli, che deve superarsi per intercettare un tiro potente e preciso di Lafsahi da fuori area. Il primo tempo scivola via senza altre azioni di rilievo da raccontare. La ripresa si apre su un altro registro, il Montevarchi deciso a far propria l'intera posta. Già al 43' Brogi calcia da lontano: pallone di un soffio fuori misura. Aumenta la pressione: poco dopo il pallone profondo di Sirá spiove sulla testa di Marchetti che indirizza bene nello specchio, ma è ancora attento Nigro a deviare deviata oltre la traversa. È il preludio al gol: Brogi supera la metà campo, e calibra in area per Cincinelli che, da poco subentrato a Panci, tocca a scavalcare Nigro in uscita, resiste con caparbietà al ritorno di Bilal Boulam e scarica in rete. Trovato il vantaggio, il Montevarchi insiste. Pranteddu riceve da Marchetti, si libera di un paio di marcature e poco fuori dell'area calcia verso la porta: Nigro blocca a terra nonostante una deviazione. Al 55' Marchetti ci prova in proprio e, entrato in area dal vertice di sinistra, calcia centrale: Nigro fa di nuovo buona guardia. Si continuano a registrare occasioni nella solita metà campo: il Montevarchi conduce una bella ripartenza, Cannoni serve Cincinelli che entra in area ma calcia centrale favorendo la parata di Nigno (60'). Il Montevarchi chiude la partita: cinque minuti più tardi da destra Pranteddu crossa un pallone perfetto sul lato opposto per Cincinelli, che solissimo tenta una mezza rovesciata, alta. Il Margine Coperta non riesce più a uscire dalla propria metà campo. Al 70' Marchetti serve Cannoni, che entra in area e calcia col sinistro: pallone di poco sopra la traversa. ma il sinistro finisce sopra la traversa. Cannoni ci riprova poco con un'azione personale, ma al momento del tiro Bestetti s'immola e devia in angolo. Per il Montevarchi l'unico pericolo della ripresa cade a tempo quasi scaduto sugli sviluppi d'una punizione fischiata da Fabbri per il fallo di Bigozzi su Piazza al limite dell'area. Dell'esecuzione s'incarica Piazza, che disegna una traiettoria perfetta sul secondo palo: qui c'è Virdò, che stacca di testa in bello stile e devia il pallone a fil di palo sull'esterno della rete. Illusione del gol, brividi Montevarchi. C'è tempo ancora per una bella azione di Zoi che, subentrato nella ripresa, si fa tutta la fascia sinistra, salta un paio di avversari, entra in area e incrocia verso il secondo palo, mancato di pochissimo. La partita termina qui. Il Montevarchi si prende altri tre punti fondamentali, e si sistema comodamente nella parte sinistra della classifica in coabitazione con la Floria, avversaria di turno nella prossima giornata. Per il Margine la situazione si fa davvero complessa. Calciatoripiù: Cincinelli (Aquila Montevarchi), Nigro (Margine Coperta).
Nelle ultime cinque partite ha conquistato otto punti: otto, come quelli cui ammonta il vantaggio sull'Academy Livorno quartultimo. La Settignanese corre verso la salvezza, ormai poco meno di un'utopia per il Poggio a Caiano che, sconfitto 1-0, vede sempre più concreta la prospettiva della retrocessione: solo un exploit al momento improbabile potrebbe consentirgli di scalare la classifica con una velocità che finora non è mai riuscito a sviluppare. La partita contro la Settignanese era una sorta d'ultima chance, che però non produce punti: un po' per il valore dell'avversario, che nonostante le molte assenze concede pochissimo; e un po' per la consueta sterilità dell'attacco, che ormai s'appoggia quasi soltanto a Checchi (ha segnato dodici reti delle ventiquattro complessive: il calcolo è facile). È lui il più pericoloso d'un primo tempo comunque insipido; la partita s'accende solo nella ripresa, quando la Settignanese sale e comincia a spingere alla ricerca della rete che potrebbe regalarle una primavera serena: la trova a un quarto d'ora dalla fine, quando Bianchini calamita un pallone schizzato fuori area e di controbalzo, complice una deviazione forse di Nencini, lo spedisce in porta. Solo nel finale il Poggio a Caiano costruisce l'azione per rimontare lo svantaggio, ed evitare la diciannovesima sconfitta stagionale; ma prima del traversone di Minatti, che aveva favorito la deviazione vincente di Checchi, il pallone aveva valicato la linea laterale: lo conferma la bandiera dell'assistente di parte, che anche se dell'errore la sua squadra avrebbe beneficiato mantiene evidente la segnalazione finché Bolognesi non la vede. Segue inevitabile il fischio che annulla la rete del possibile pari: anche se non ha sfoderato la prestazione migliore, la Settignanese vince per la settima volta in campionato; e ora vede vicinissimo un traguardo che il giorno del ripescaggio era impossibile pronosticare così alla portata. Calciatoripiù: Miranda Moretti, Scarselli (Settignanese) e Checchi (Poggio a Caiano).
Vittoria sudata, in campo e sugli spalti, per la Floria sulla Cattolica Virtus. È in fondo il primo caldo primaverile, e nei primi minuti di gioco le due squadre lo accusano; la Floria si fa preferire per atteggiamento e voglia di fare risultato. La partita s'accende quando il cross di Guarducci dalla destra rimbalza su un braccio avversario proprio al limite destro dell'area di rigore, ma l'occasione generata dalla punizione resta senza esito. Poi la Floria cerca di costruire gioco con pazienza; la Cattolica non crea particolari pericoli dalle parti di Servi, e attende. Il momento più esaltante della prima frazione non ha a che fare con lo sviluppo del gioco: entrambi gli allenatori chiedono a Brakaj di cambiare tenuta di gioco, l'arancione proposto male si sposa con i colori della Cattolica Virtus. Così, dopo reiterati tentativi, il dirigente accompagnatore della Floria si sfila la propria maglia e la cede all'arbitro, che prosegue di azzurro vestito. Alla mezz'ora il risultato si sblocca. Martini viene murato in area; il pallone giunge sui piedi di Galletti che cerca il tiro; la deviazione favorisce Nannoni, bravo a superare un avversario, entrare in area e con un diagonale preciso superare Bracci. Pochi minuti dopo lo stesso Nannoni e poi Gensini sbrogliano la minaccia creata da un pallone che gravita pericolosamente dentro l'area di porta; mentre il primo tempo scivola via con l'ammonizione di Galletti per proteste e il tiro dalla distanza di Manuel Lazzerini controllato senza difficoltà da Servi. Nel secondo tempo Brakaj sceglie un maglia giallo fluo, e nonostante l'outfit che dalle tribune vien paragonato a un semaforo guadagna la sufficienza con una prestazione attenta. La Cattolica accelera alla ricerca pari, e pressa con più efficacia e convinzione. Su una ripartenza nata da un calcio d'angolo per la Floria, si apre un contropiede due contro due: Echchihab si ritrova solo davanti a Servi, ma il diagonale finisce largo. Il pari arriva sugli sviluppi di una rimessa laterale dalla destra: dove Fossi si ritrova davanti a Servi, che respinge con una parata miracolosa; ma a rimorchio arriva Zini, che può appoggiare in rete da due passi. La reazione della Floria non si fa attendere. Panteri serve in profondità Martini, che entra in area dalla sinistra, evita un avversario e prova il rasoterra, di poco a lato alla sinistra di Bracci. Benevento opera i primi cambi, ed è proprio dalla panchina che costruisce la vittoria. Materassi e Laaroussi portano apprensione alla retroguardia ospite, che male legge anche gli inserimenti di Esteves. Materassi colpisce di controbalzo dopo un lancio lungo: pallone fuori di poco. Poi, alla mezz'ora, la Floria torna in vantaggio. Servito da un pallone largo, Materassi supera un avversario sulla sinistra e fa partire un tiro-cross basso su cui Laaroussi non arriva, ma Esteves in corsa sì: deviazione vincente in zona secondo palo. È il 2-1. Poco dopo la Floria costruisce un'azione simile; ma stavolta Laaroussi non trova la zampata decisiva. La partita rimane in bilico, e la Cattolica tenta di affondare il forcing finale; ma è di nuovo la Floria ad andare più vicina alla rete con Laaroussi, che impegna Bracci sul primo palo dopo un disimpegno non perfetto della difesa ospite. Servi e compagni mantengono alta l'attenzione fino alla fine dei quattro minuti di recupero. Festeggia dunque la Floria, che ritrovano i tre punti tra le mura amiche dopo la trasferta in casa del Tau. Calciatoripiù: Nannoni rompe l'equilibrio, dalla panchina Materassi, Laaroussi ed Esteves cambiano la gara dalla Floria; Fossi è il più pericoloso della Cattolica Virtus.
La Sestese ci crede. L'Affrico è lì, il Fucecchio anche: il 3-1 in rimonta sul Venturina tiene viva la corsa al podio e al secondo posto. Quello del Torrini è stato un incontro dalle mille facce: il primo tempo premia il coraggio e la corsa del Venturina; la ripresa completa la rimonta della Sestese. L'incontro è appassionante sin dai primi minuti: il Venturina lo approccia meglio, grazie a una costruzione dal basso pulita ed efficace, che passa dalle triangolazioni frequenti a centrocampo e dai tagli degli attaccanti. La prima occasione la costruisce sulla destra Ferrario, sul cui servizio Viganò calcia da posizione defilata verso il primo palo trovando l'attenta risposta di Giorgetti. Il Venturina ci riprova al 22', di nuovo con un guizzo di Vignano che riceve il pallone da una rimessa laterale e dopo essersi girato conclude in porta con poca potenza: Giorgetti blocca. Il forcing del Venturina trova sfogo al 29', quando dopo un'azione prolungata Minichini raccoglie il pallone e cerca al centro l'accorrente Nista, che di testa segna la rete del vantaggio. Lo 0-1 sveglia la Sestese, che pareggia subito i conti: Notari riceve in area da Bagalà, resiste alla carica di due difensori e poi indirizza in porta una conclusione rasoterra che Visconti non può respingere. Si va dunque alla pausa sull'1-1, ma Ferro non è soddisfatto: lo dimostrano gli ingressi di Minniti, Stasi e Pancella già prima del riavvio. La mossa è decisiva: i tre si renderanno protagonisti della vittoria e della rimonta. Il loro contributo si nota già al 48', nell'azione che da sinistra produce il 2-1: Pancella arriva al limite dell'area e appoggia dietro per Stasi, che con il mancino piazza il pallone nell'angolo basso. Ora costretto a rimontare lo svantaggio, il Venturina si affaccia in avanti con una timida conclusione di Nista bloccata da Giorgetti; sull'altro fronte la Sestese sfiora il tris con una conclusione di Paci, altro neoentrato, deviata in corner da Visconti (62'). Tempo cento secondi, e il 3-1 prende forma; ancora con la firma dei subentrati: Stasi scende sull'out di destra e mette in mezzo un cioccolatino per Pancella, che da posizione ravvicinata insacca di testa. Al 76' la Sestese sfiora addirittura la quarta rete con una cavalcata di Minniti che si fa metà campo con il pallone tra i piedi, triangola con Pancella e poi conclude in porta, trovando la respinta del solito Visconti. Alla fine dei tre minuti di recupero assegnati da D'Amore (direzione non impeccabile) esulta la Sestese, che ha il merito di non aver mollato nel momento più complicato ed è stata capace di imbastire una rimonta preziosissima Calciatoripiù : sono i subentrati a cambiare la partita della Sestese. Nella ripresa Minniti, Stasi e Pancella orchestrano le principali manovre offensive, che in due occasioni sfociano in gol. Nel venturina spiccano Nista , autore di un'ottima prestazione in mezzo al campo, Minichini , spesso coinvolto nella rifinitura delle trame, e Viganò , stoico nell'atteggiamento e frizzante nei guizzi anche se un po'impreciso sottoporta.
D'arrivare secondo ha una gran voglia. Il Fucecchio continua a tallonare l'Affrico, e resta abbracciato alla Sestese in una sorta di triangolare a distanza con l'argento come premio: la quarta vittoria consecutiva è un messaggio per il quale nessuno in Toscana ha bisogno d'interpreti. Esce sconfitto il Capostrada, sconfitto nonostante il buon inizio e il vantaggio al quarto d'ora; sconfitto e sempre più coinvolto nella battaglia per non retrocedere. Quando si lotta per sopravvivere (c'è niente di più nobile?) ogni pallone conta come se fosse l'ultimo: si spiegano facilmente l'avvio intenso, segnato dall'occasione non sfruttata da Palladino (debole il colpo di testa) e dalla rete di Borchi, che sfrutta la verticalizzazione di Giorgetti dopo l'errore di Federighi in impostazione. In svantaggio, il Fucecchio reagisce subito; ma nonostante l'enorme volume di gioco per pareggiare ha bisogno della fine del primo tempo e di un'incomprensione tra Filoni e la difesa: del servizio di Fogli, che alimenta una transizione perfetta, approfitta Pellegrini per l'1-1 allo scadere. La rimonta è solo all'inizio: guadato l'intervallo il Fucecchio aumenta la pressione, che sfocia subito in un tiro di Sardelli (reattivo stavolta Filoni) e in un palo di Fogli. L'1-2 è solo rimandato: lo segna Lenzi, che capitalizza la punizione d'Orsucci fatta planare in area di rigore. Con la nuca l'aveva prolungata Fogli, che a nove minuti dalla fine porta a due le reti di vantaggio: splendido il dribbling al limite dell'area, altrettanto splendido il rasoterra angolatissimo. Il Capostrada s'arrende, e quattro minuti più tardi Lenzi si concede la doppietta: il suo colpo di testa vincente lo favorisce il cross di Pellegrini, invitato a cercare l'area dall'angolo che Masha aveva battuto corto. Falcini esulta: a sei giornate dalla fine essere in lotta con le grandissime per un posto sul podio è un risultato stratosferico.
Altopascio è già pronta a vestirsi d'amaranto. Sabato contro la Settignanese al Tau sarà sufficiente un pari per chiudere il campionato con cinque giornate d'anticipo. Avrebbero potuto essere sei se da Siena fosse arrivato un risultato diverso; invece l'Affrico ha battuto il San Miniato, e dunque ha rinviato la fine dei giochi d'una settimana almeno. Resta una questione formale: dall'inizio di gennaio, dopo il successo nello scontro diretto, gli unici dubbi riguardano la tempistica; è scontato che svaniscano tutti gli altri in presenza d'una squadra che in ventiquattro giornate ha vinto ventitré volte. Come avversario la ventitreesima aveva lo Scandicci, commovente nell'intensità e nell'interpretazione ma comunque battuto 1-3 in rimonta: non gli è sufficiente la rete di Gabriele Salvadori al quarto d'ora (splendido il lancio profondo di Forletti, splendida l'esecuzione da ventidue metri: il pallone finisce in porta dopo il rimbalzo sulla traversa e sul guantone di Jordan Ricci); non gli è sufficiente perché a capolavoro il Tau replica con capolavoro, e in una manciata di minuti pareggia con la punizione che Capocchi converte nell'1-1 dopo aver aggirato la barriera. Non gli è sufficiente perché per due volte non ha fortuna Cullhaj, che alla fine del primo tempo s'era ben coordinato al limite dell'area e in avvio di ripresa calcia alto sull'angolo di Kurti prolungato da Masi. Non gli è sufficiente nonostante la traversa colpita da Pacini, solo sottoporta sul traversone di Gabbrielli dal fondo; infine, non gli è sufficiente perché il Tau è tatticamente perfetto, e quando una squadra così ricca di talento fa tutto bene evitare d'esserne travolti, o quantomeno battuti, è impossibile. L'intero Bartolozzi lo intuisce nel momento in cui Paoletti (che grande allenatore che è: ha gestito, e sta gestendo, alla perfezione un gruppo nel quale chiunque avrebbe ambizioni legittime di giocare sempre titolare) decide di cambiare l'attacco inserendo Bonelli (dentro anche Giovannini e Guidi per Serafini e Biondi), che impiega una manciata di minuti per segnare la rete stagionale numero ventisette: la confezionano l'ennesima discesa di Gabbrielli e il suo servizio sul secondo palo con una replica della giocata che aveva portato alla traversa. Una volta in svantaggio, nonostante la profonda abnegazione lo Scandicci non riesce a evitare la sconfitta, che nel finale assume dimensioni maggiori: l'1-3 lo segna Stondei, che da una ventina di metri trova lo specchio complice una deviazione. Il rientro di Pierucci, cui Paoletti concede gli ultimi dieci minuti, è il francobollo sulla cartolina dal Bartolozzi; il destinatario è un paese intero, alle cui finestre cominciano a spuntare le prime bandiere amaranto.
Ogni scenario resta spalancato. Non scappa lo Sporting Cecina, né lo scavalca l'Academy Livorno: lo 0-0 nel derby lascia invariata la situazione in coda a una classifica che per delinearsi avrà bisogno ancora di settimane. Ogni scenario resta spalancato: a 20 l'Academy Livorno, al momento condannato e in cerca di quei punti che potrebbero valere la grazia; a 21 lo Sporting Cecina, ancora troppo vicino a una zona che ha bazzicato troppo a lungo; dietro, a 17, il Capostrada atteso da un calendario tutt'altro che impossibile; davanti il San Miniato, e solo il tempo dirà se ventisei punti in ventiquattro giornate sono sufficienti per la salvezza. Allo stesso modo, solo il tempo dirà quanti saranno i derby nel corso della prossima stagione; se Academy Livorno e Sporting Cecina, che hanno guerreggiato per tutto il corso d'una partita scorbutica ma correttissima, torneranno ad affrontarsi di nuovo. Per scoprirlo bisogna attendere; non scioglie l'enigma lo 0-0, che già in avvio lo Sporting Cecina cerca di sbloccare col destro di Lattuada: lo mura Simone Sommani con una parata favolosa. L'Academy Livorno contrattacca con un tiro di Martinelli murato dalla difesa e una discesa di Lelli, che sprinta a sinistra dribblando Lombardi e calcia debolmente. Si riassume tutto qui il primo tempo, cui segue una ripresa di poco dissimile: agli spunti dell'Academy Livorno, che conquista una serie infinita di calci da fermo e soprattutto sfiora la rete su un traversone di Billi masticato dalla difesa (a lato però il tiro di Cortopassi, che dal limite dell'area manca lo specchio d'un metro), replica la pressione alta dello Sporting Cecina, pericoloso con Bucchioni, Lattuada e soprattutto con Creatini, cui dopo il rinvio sbagliato Simone Sommani s'oppone alzando il pallonetto altrimenti vincente. È l'avvio d'una fase, l'ultima della partita, nella quale lo Sporting Cecina cerca di tirare fuori le armi migliori: le lucida Calloni, che calcia a lato d'un pollice sia sul colpo di tacco di Lattuada sia dai venti metri, dove Suciu gli aveva concesso una punizione. La serie d'episodi potrebbe pesare: nel finale lo Sporting Cecina rischia la capitolazione sull'assolo di Lepri, che dopo la fuga a sinistra sbatte su Manuel Ricci decisivo col piede. È il sigillo sullo 0-0: per sapere chi ne abbia beneficiato davvero ci sta di dover attendere altri due mesi. Calciatoripiù : nelle situazioni più delicate, e pazienza se l'ultima l'aveva involontariamente provocata, Simone Sommani (Academy Livorno) si fa trovare pronto; stavolta Lattuada non riesce a segnare, e dunque lo 0-0 è inevitabile: resta difficilissimo superare una difesa che al centro schiera la coppia Bettini-Meatu (Sporting Cecina).