No, non c'è la nebbia a circondare il Romagnoli; eppure è inevitabile vivere quell'istante déjà-vu quando la Floria batte la Settignanese. L'anno scorso di questi tempi il successo valse la promozione diretta; ora, in mezzo un ripescaggio e un campionato vissuto in coppia e la partita d'andata finita allo stesso modo, in palio c'era meno; eppure quando s'incrociano questi quattro colori, rosso e nero contro bianco e blu, qualsiasi sia lo scenario, Montelupo o Coverciano, il fascino resta immutato. È comprensibile dunque l'esultanza di Benevento (squalificato, segue la partita dalla tribuna: lo sostituisce Lorenzo Pompili) nel momento in cui il mancino di Martini scarica in porta il pallone del vantaggio: alla fine mancano sei minuti, e la Floria sblocca una partita tignosa che riuscirà a vincere 0-2. È il seguito d'un primo tempo di segno diverso, caratterizzato dall'ottima prova della Settignanese, che manovra bene e per passare in vantaggio costruisce tre occasioni: per tre volte non le sfrutta Nencini, che prima si fa ipnotizzare da Servi, poi rimontare da Fibbi, e ancora rimontare. Trascinato lo 0-0 all'intervallo senza riuscire a rendersi pericolosa, la Floria capisce che deve cambiare atteggiamento se vuole evitare la sconfitta; il messaggio passa chiaro, e produce subito un'occasione da rete: si spezza contro la traversa il colpo di testa di Nannoni sul calcio d'angolo di Bautista Berrocal. Per il secondo tentativo, quello buono, occorre attendere il finale e una gran giocata di Galletti, che dalla trequarti calcia di prima col destro per far piombare il pallone nell'area di rigore della Settignanese: è un invito irrinunciabile per Martini, che spostandosi il pallone sul mancino si libera di Galli e chiude il rasoterra vincente accanto al primo palo. Costretta a rimontare lo svantaggio, la Settignanese si sbilancia e quattro minuti più tardi subisce anche lo 0-2: lo segna Batelli, che sfruttando un contropiede in campo aperto batte Pozzi con un tiro a giro. È un pomeriggio perfetto per la Floria: quest'anno due volte alla Settignanese ha concesso la rivincita; e poi l'ha battuta, e battuta di nuovo. Calciatoripiù: Ragusa (Settignanese), Carrai, Batelli, Pompili (Floria).
Fatta ancora no, però quasi. Vincendo 2-1 in rimonta il San Miniato vede vicinissima la salvezza, sempre più utopia invece per il Margine Coperta, che resta ultimo e che nelle cinque partite che mancano (la prima oggi, in programma i recuperi di due giornate fa) dovrebbe mangiare nove punti al Cecina quintultimo. L'impresa è pressoché impossibile, ma nessuno s'è ancora arreso: lo dimostra il parziale di 0-1 alla pausa. Segna Piazza, schierato regista per necessità; segna Piazza alla fine d'un primo tempo che s'era aperto con un attacco del San Miniato (Bari invita Fineschi al tiro, neutralizzato da Nigro) e che poi per venti minuti non aveva fatto registrare altri sussulti. D'improvviso la partita s'accende: El Khallouqi sfonda a destra e serve Llanaj, che manca l'impatto per una spacca scarsa; il San Miniato replica con una doppia occasione condivisa tra Luise (gran colpo di testa su calcio d'angolo) e Frilli, che sulla ribattuta manca lo specchio, con un contropiede di Monaci e con un tiro di Bari: in tutte e tre le circostanze s'esalta Nigro, che mantiene il punteggio in equilibrio. Il Margine prende coraggio, affonda alla mezz'ora con la combinazione tra Bilal Boulam e Lafsahi (dopo il dribbling su Kllogjeri calcia Jacopo Niccolai, a lato) e passa al 38': segna Piazza, che corona un primo tempo formidabile in un ruolo insolito intercettando il rinvio di Bizzoco verso Senanayake, e calciando il pallone in porta da venticinque metri buoni. Lo svantaggio a un passo dall'intervallo dopo un buon primo tempo potrebbe essere devastante per l'umore del San Miniato, che invece aggredisce la ripresa con una serenità invidiabile; ne derivano subito pericoli in serie. Si comincia col colpo di testa di Luise, in proiezione offensiva sul traversone di Senanayake: il pallone sfila alto (43'). Il San Miniato resta all'attacco, conquista un calcio d'angolo e costruisce due occasioni in una: la difesa mura il colpo di testa di Zazzi, e sulla respinta Frilli incolla il pallone alla traversa (45'). Il tentativo buono è quello successivo, protagonista Zamperini che scappa sulla corsia laterale, s'accentra con un dribbling e incrocia sul secondo palo il diagonale dell'1-1 (48'). Ora il Margine trema; Nigro lo salva opponendosi in tre secondi prima a Farina e poi a Frilli, ma all'ora di gioco deve arrendersi alla terza proiezione offensiva di Luise: stavolta finisce in porta il suo colpo di testa sul traversone di Zamperini, e il risultato passa sul 2-1. Per costruirlo il San Miniato ha faticato molto, e molto speso; ora dunque si limita a gestire la rete di vantaggio, che il Margine non riesce a smontare neppure con gli ingressi dalla panchina. Lisci ha ragione a esultare: l'obiettivo stagionale, quello che il club gli ha affidato dopo la rivoluzione in panchina, ora è a un paio di metri. Calciatoripiù: Luise, Zamperini (San Miniato), Nigro, Martinelli, Igliori (Margine Coperta).
All'andata finì pari; al ritorno vince la Cattolica Virtus: 2-3 il finale della partita di Montevarchi. Il punteggio si sblocca al 7', dopo una prima breve fase di studio e alcune incursioni per parte: l'azione offensiva nasce da una chiusura di Zangarelli, che spazza il pallone lontano verso la fascia sinistra; è l'innesco per lo scatto di Andres, che sfugge alla marcatura di Sirà e Palazzini, raggiunge il fondo e crossa in area: sfiora Dona, Fossi accorre da dietro e piazza il pallone sul primo palo. Ghelli non può nulla, è una doccia fredda per il Montevarchi che poco dopo protesta con Pierucci per l'atterramento di Marchetti dopo il contrasto di De Sa: sembrava fallo, e dunque rigore. Il Montevarchi continua a spingere alla ricerca del pari. Al 13' ci prova Brogi con una punizione dalla destra: Palazzini stacca alto, ma non riesce e impegnare Bracci. La Cattolica Virtus replica con Fossi, che s'incunea in area e prova a premiare l'inserimento di Donà: il pallone si spegne tra le braccia di Ghelli. È immediato il rilancio per Brogi, che esce dall'area di rigore e calibra un lungo passaggio per Marchetti, nuovamente steso da De Sa a un passo dal limite dell'area. Stavolta è fallo, con allegate punizione e ammonizione: batte Brogi, troppo centrale. Due minuti dopo De Sa, di lì a poco sostituito da Fraccone che teme l'inferiorità numerica, deve ancora spendere il fallo sull'imprendibile Marchetti. Sul punto di battuta va Pranteddu, che indirizza il pallone in porta: Bracci respinge coi pugni, sulla ribattuta Pericoli colpisce di collo pieno calciando alto sopra la traversa. La Cattolica Virtus respira, e al 21' conquista un calcio d'angolo: sul secondo traversone di Mugnaini, che s'era incaricato dell'esecuzione, dopo aver già respinto il primo cross Ghelli deve impegnarsi per sventare il colpo di testa di Donà. Si vola subito nell'altra metà campo, nella quale Zangarelli ferma fallosamente Pranteddu: batte rapidamente Brogi per Marchetti, che dopo un paio di dribbling impegna Bracci. Il Montevarchi preme, poco dopo va al tiro Cincinelli contrastato da Mugnaini sulla cui punizione profonda al 27' Sirà rischia l'autorete: grande la parata di Ghelli. È un episodio all'apparenza decisivo: al 31' il Montevarchi pareggia: servito da una punizione di Brogi, Pericoli manda splendidamente in area Pranteddu che supera Lazzerini e si vede sbilanciato fallosamente al momento del tiro; stavolta Pierucci non ha dubbi, e fischia il rigore che Borri trasforma nell'1-1. Dura pochissimo la gioia del Montevarchi, al 34' la Cattolica torna di nuovo in vantaggio: angolo di Mugnaini, testa di Donà e pallone in rete. Allo scadere del tempo il vantaggio aumenta: la splendida triangolazione in area tra Andres e Donà consente a Fossidi spingere facilmente il pallone in rete. Nel recupero il Montevarchi si rende pericoloso due volte, con una splendida punizione ben calciata da Pranteddu sotto la traversa e con Brogi sugli sviluppi d'un calcio d'angolo: prodigiose le parate di Bracci, doppia nella seconda circostanza. Anche in avvio di ripresa il Montevarchi cerca di recuperare la partita, mentre la Cattolica si limita a controllare. Subito Sirà, calibra per Cannoni, che entra in area e si porta il pallone sul mancino: tiro di pochissimo fuori misura. Il Montevarchi ci riprova al 46' con una punizione profonda di Brogi sfiorata da Pranteddu: d'istinto Borri tenta di correggere il pallone in porta, mancata di niente. Alza i giri il Montevarchi, restano ancora senza successo i tentativi di Borri da fuori e di Brogi, di nuovo da pallone inattivo. Poi a un quarto d'ora dalla fine ecco il 2-3: segna Cannoni, che di testa intercetta l'ennesima punizione di Pranteddu. Fino alla fine il Montevarchi prova ad acciuffare il pareggio, senza riuscirci. Vince dunque la Cattolica Virtus che, diversamente dagli avversari, forte fisicamente e molto concreto, sfrutta al meglio le occasioni. Il Montevarchi dovrà lasciarsi immediatamente alle spalle questa giornata di campionato, in vista della partita di recupero di oggi contro la Floria. Calciatoripiù: Marchetti (Aquila Montevarchi), Mugnaini (Cattolica Virtus).
È un mezzo inciampo che fa male, e fa male in più distretti. Fa male perché davanti c'era il Poggio a Caiano penultimo, che combatte ma continua a vedere lontana la salvezza; fa male perché nonostante le difficoltà generali Ceccherini era riuscito a segnare la rete del vantaggio; fa male perché l'1-1 finale arriva allo scadere; e fa male perché vincendo al Bartolozzi ora il Fucecchio è terzo da solo, a +2. È dunque un sabato tetro quello che vive la Sestese due giorni dopo lo splendido test con l'Empoli: lenta la manovra, difficile rompere il 4-5-1 architettato da Atzeni per ridurre al minimo i pericoli per Sehimi. Per tre quarti di partita se ne conta uno soltanto, segno chiaro delle difficoltà di tradurre in occasioni concrete la gran mole di gioco sviluppata: sul tiro-cross di Sostegni il pallone buono capita a Bellini, che non fidandosi del mancino opta per l'esecuzione con l'esterno destro e non riesce ad angolare la traiettoria. A lungo si riassumono tutti qui gli attacchi della Sestese, scarica quando si tratta d'affondare: è merito del Poggio a Caiano, che senza farsi intimorire dal blasone o dalla tecnica degli avversari ne boicotta ogni azione offensiva. In una partita così bloccata l'equilibrio non può che spezzarsi con un episodio: lo costruisce per intero Ceccherini, che prende la mira dalla distanza e imbulletta il pallone sotto la traversa. Alla fine mancano otto minuti, e la Sestese pensa d'aver così risolto una delle partite più faticose di tutto l'anno; e invece allo scadere il Poggio a Caiano conquista una punizione sulla trequarti, e Caciolli opta per la soluzione morbida in area, e l'uscita di Dallai non è granché, e dopo un paio di sponde stile flipper anni Ottanta il pallone rimbalza nella zona di Marretti rapido nel tocco vincente. È la rete dell'1-1, di cui il Poggio a Caiano s'accontenta: la scalata alla salvezza resta complicatissima (e la rosa corta non aiuta: appena due i cambi a disposizione d'Atzeni), ma il Cecina quintultimo ora è un centimetro più vicino. Calciatorepiù: la terza rete stagionale di Marretti evita al Poggio a Caiano la ventesima sconfitta in campionato.
D'un tratto ci s'accorge che l'amore è corrisposto, che ogni volta lei sorride. D'un tratto ci s'accorge che l'amore è corrisposto, e dunque lanciarsi e chiederle d'uscire viene un po' più facile; eppure quando lei sorride, sorride ogni volta, e dice di sì, la gioia (c'è qualcosa di più forte? forse solo la nascita d'un figlio) resta potentissima. In alcune circostanze la sorpresa è un accessorio: quando ci s'innamora, quando si vince, quando s'è felici conta innamorarsi, vincere, essere felici; non sorprendersi perché accade. Da mesi il Tau Altopascio (d'ora in poi Tau: la carta costa) sapeva che avrebbe vinto il campionato; e da due settimane che gli sarebbe bastato un punto. Eppure alla fine della partita con lo Sporting Cecina, piegato 1-2 in rimonta, l'esultanza è quella delle grandi imprese. In un certo senso lo è: il Rossetti battezza la ventiquattresima vittoria in venticinque partite (recitano bene le T-shirt celebrative: «Scusate per il pareggio»), record che da qui a fine stagione potrebbe assumere dimensioni non replicabili. A lungo nei prossimi anni si parlerà di Luca Paoletti (che gran tecnico che è), che ha fatto ruotare l'intera rosa traendone risultati meravigliosi; di Diego Paletta e Stefano Piro, che la rosa l'hanno costruita; della presidenza, che lo staff l'ha scelto; e d'ogni singolo calciatore: da Bonelli, che con quella del provvisorio 1-1 di reti in campionato ne ha segnate ventotto (quota trenta, stupore, è alla portata), a chi ha giocato meno e comunque di questa stagione è stato protagonista. Per chiudere definitivamente una pratica che l'Affrico ha fatto di tutto per mantenere aperta però il Tau ha avuto bisogno di rimontare; salvato da Frati, che rilevando un fuorigioco aveva annullato a Bonelli la rete del possibile vantaggio, al quarto d'ora infatti segna lo Sporting Cecina: Tafi respinge la punizione di Bucchioni senza trattenerla, e sulla ribattuta Castellano in spaccata spinge il pallone in porta. D'un tratto la partita si sporca: di fare punti lo Sporting Cecina ha bisogno, troppo corta la classifica in coda; e per il Tau diventa difficile trovare spazi in cui manovrare. Per il pari serve un'altra punizione, quella che Bonelli scarica direttamente in porta sul palo di Manuel Ricci: alla mezz'ora si torna pari. E pari non s'arriva all'intervallo: lo Sporting Cecina, che aveva provato a pungere con Lattuada e Ceccarini, si fa sorprendere dall'affondo di Bonelli che all'istinto del centravanti (più che un ruolo è un mestiere: centravanti è chi fa gol) continua ad abbinare l'estro della punta esterna; da destra il pallone scorre orizzontalmente lungo il limite dell'area, dove il velo di Stondei innesca il tiro vincente di Moschini. È l'ultima azione del primo tempo, o giù di lì; e, dopo aver retto bene e a lungo lo Sporting Cecina si trova a rincorrere. È inevitabile che la ripresa si sviluppi lungo una trama diversa, anche se Tafi deve intervenire una volta soltanto: efficace la parata sulla mezza girata volante di Lattuada; per il resto lo Sporting Cecina, generosissimo dinanzi a un avversario imbattibile, non riesce a centrare la porta né col tiro di Ceccarini (nel finale Frati lo espellerà per proteste), né col colpo di testa di Castellano, né col diagonale di Lattuada che aveva sprintato a sinistra. Non c'è verso di pareggiare, non c'è verso perché per ristampare le magliette non c'è tempo; non c'è verso perché è la stessa cosa innamorarsi e accorgersi d'essere innamorati. E quando ci s'innamora si canta, e si scelgono le canzoni quasi per istinto; eppure è facile spiegare la ragione della colonna sonora che da giorni risuona per la Toscana: «Non c'eran parole, rumori soltanto come voci sorprese, il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto, le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle». L'aveva detto Guccini cantando l'oceano e il Portogallo (c'è qualcosa di più bello?): amaranto, quel bikini era amaranto. Calciatoripiù : segnata dalle reti di Bonelli e Moschini , la ventiquattresima vittoria stagionale del Tau è una vittoria figlia d'una ventina di padri; per neutralizzare la rimonta, quasi inevitabile, allo Sporting Cecina non bastano le prove di Ceccarini (peccato per l'espulsione), Lattuada e Castellano .
Potrebbe essere un successo pesantissimo. Battendo 2-0 il Venturina, il Capostrada aggancia l'Academy Livorno e si porta a un solo punto dallo Sporting Cecina quintultimo: si prospetta un finale di stagione incandescente. Sarà battaglia fino all'ultimo, com'è stata battaglia al Bonelle. A creare la prima occasione è il Venturina, che prova a sfruttare un contropiede sulla destra e un filtrante rasoterra dietro la linea centrale: Viganò cerca di piazzare il pallone sul palo lungo, ma una deviazione gli concede solo un calcio d'angolo (12'). Il Capostrada replica poco prima della mezz'ora con una punizione che Boccia calcia da quaranta metri verso l'area avversaria: un paio di colpi di testa in mischia proiettano il pallone nella zona di Diego Santini, che liberissimo in zona dischetto alza la mira sopra la traversa. Il Venturina replica con un'altra incursione di Viganò, che viola l'area avversaria e cerca la porta: Garofalo spazza sulla linea, e consente al Capostrada di raggiungere la pausa sullo 0-0. Lo svantaggio potrebbe maturare in avvio di ripresa: il pallone buono capita a Nista che però tradito dal terreno pesante, non riesce dar forza al pallone e grazia Filoni (43'). La doppia occasione sprecata pesa, perché a un quarto d'ora dalla fine il Capostrada passa in vantaggio con un contropiede perfetto: Garofalo avanza centralmente e scarica per Luca Calistri, che s'allarga a destra e punta il fondo; da qui serve all'indietro Di Santo che, appena entrato, apre il piattone e batte Visconti. Il Venturina non ci sta, nel tentativo di rimediare aumenta la trazione anteriore e al 71' si fa di nuovo prendere di sorpresa: uno scambio doppio sulla destra si chiude con un traversone profondo per Garofalo, che sbuca sul secondo palo e dall'interno dell'area di porta batte Visconti per la seconda volta. Il Capostrada respira: oggi nel derby col Margine potrebbe concretizzarsi la svolta. Calciatorepiù : con la rete dello 0-2 Garofalo (Capostrada) corona una partita perfetta, già lucidata da un salvataggio sulla linea nel primo tempo.
D'arrivare sul podio ha una gran voglia, d'insidiare il secondo posto anche. Sta bene il Fucecchio, sta bene ed espugnando un campo tradizionalmente difficilissimo si conferma uno dei protagonisti assoluti d'una stagione in cui da mesi si sa che si battaglia per la seconda piazza; lo 0-1 del Bartolozzi, sconfitto lo Scandicci, vale intanto la terza solitaria: pareggiando col Poggio a Caiano la Sestese ha perso due punti all'apparenza scontati. Niente però c'è di scontato in un campionato tanto competitivo; così fa bene Falcini a non lasciarsi illudere dalle assenze dello Scandicci: a Tesconi mancano Andrei e Forletti, e dunque in un centrocampo da reinventare giocano Morosino, avanzato, e Kurti, arretrato. Troppi calcoli il Fucecchio non sta a farli, e comincia forte: dopo una manciata di minuti Borghi cerca la porta da lontano, e trova la faccia interna del palo. Seguono le proteste di Pellegrini per un possibile rigore (Erriquez sorvola), l'occasione mancata da Fogli che calcia alto dopo aver dato uno sguardo a Barbieri, e poi la reazione dello Scandicci che riesce comunque a punteggiare d'occasioni un primo tempo d'iniziale sofferenza: in pedana si portano Gabriele Salvadori (due colpi di testa alti da distanza ravvicinata) e Lodovisi, che prima calcia alto dal disco del rigore e poi, innescato da una punizione di Morosino, sbatte su Buti. A fare la partita però è il Fucecchio, che alla mezz'ora passa in vantaggio: Lenzi dialoga con Masha e scarica al limite dell'area per Pellegrini, che avanzato di due passi s'allarga sul mancino e schianta il pallone in porta. È l'azione, pregevolissima, che sblocca il primo tempo e di fatto decide la partita; da giocare però c'è ancora la ripresa, che lo Scandicci prova a interpretare con maggior intraprendenza grazie anche ai due cambi decisi da Tesconi nell'intervallo (fuori Kurti e De La Cruz, dentro Focardi e Masi). Si bilancia lo sviluppo complessivo, anche se a pungere per primo è di nuovo il Fucecchio: per due volte il pallone buono capita a Fogli, che manca la deviazione su due invitantissimi traversoni rasoterra. La risposta dello Scandicci genera la miglior occasione della ripresa: al tiro in mischia si porta Focardi, ostacolato dal palo; sulla ribattuta Masi calcia a lato. È un messaggio chiaro per il Fucecchio, che prova a chiudere la partita con i colpi di testa di Battiloro e Sardelli (ottimo lo sviluppo dell'azione, ottimo lo stacco, di poco alta la mira) e il tiro di controbalzo con cui Pellegrini chiama Barbieri, gran portiere, a una parata da fenomeno. Lo scarto dunque resta minimo, e nel finale lo Scandicci prova a neutralizzarlo con un paio di calci d'angolo di Cullhaj (ci proverà anche in prima persona: attento Buti), che porta in pedana prima Morosino e poi Focardi: il pallone sfila sopra la traversa, in allegato le speranze di rimonta dello Scandicci di nuovo superato in classifica dalla Cattolica Virtus. Il Fucecchio sta una decina di punti più su: è il modo migliore per avvicinarsi agli Allievi élite che, sia benedetto Michele Citi vicino alla terza promozione in un triennio, è probabile che costituiscano la prossima sfida per una rosa già competitivissima.
Un pari avrebbe fatto comodissimo: perché in coda la classifica è corta, il Cecina ha perso, il Capostrada ha vinto, e ora in un punto ci sono tre squadre. Un pari avrebbe fatto comodissimo, ma alla terzultima in casa (da ospitare restano ancora Margine e Cattolica) l'Academy Livorno esce sconfitto; davanti c'era l'Affrico, che vincendo 1-2 respinge l'assalto del Fucecchio desideroso di sgraffignargli la seconda posizione. Nell'ultimo mese la lotta per il podio infiammerà il campionato al pari di quella per non retrocedere: dagli incroci sgorgheranno le partite più avvincenti. N'è un esempio efficace quella di Borgo Cappuccini, segnata dall'ottimo avvio dell'Academy Livorno (pericoloso per due volte Ciulla: reattivo Claudio Gentile sul primo tentativo, di poco alto il secondo dopo un dribbling in area di rigore) cui segue il vantaggio dell'Affrico: segna Nocentini, che chiude la prima serie d'angoli di Talbi con l'inserimento vincente. È lo 0-1, che dura cinque minuti soltanto: penetrato in area Cortopassi si crea lo spazio per segnare l'1-1, il punteggio su cui si va alla pausa. Segue una ripresa segnata dalla maggior fluidità della manovra dell'Affrico, che arriva bene ai venti metri anche se per una decina di minuti fatica ad affondare; e quando ci riesce deve confrontarsi con Simone Sommani, decisivo su Mencarelli per due volte nella stessa azione. Il pallone buono è il terzo, la ripresa cominciata da un quarto d'ora scarso: pallone secco nell'angolo, stavolta inutile il tentativo di parata in tuffo. È l'episodio che decide la partita, molto più nervosa nell'ultima mezz'ora: più di tutti ci rimette Martinelli, espulso da Pingi prima che l'Academy Livorno possa tentare d'imbastire gli ultimi sterili attacchi. Non c'è verso d'evitare la sconfitta: vince l'Affrico; e tra la quartultima e la quintultima posizione, lo spartitraffico tra il lato giusto della ghigliottina e quello sbagliato, ora c'è un gran pigio.