Signa e Baldaccio Bruni pareggiano 2 a 2 in una gara dal finale a dir poco rocambolesco e, alla luce degli altri risultati, rimangono (per la matematica) ancora in corsa per entrare nella quartina che disputerà i play off. Ben diverse sarebbero state le prospettive se il Signa (due volte in vantaggio) fosse riuscito a conquistare l'intera posta, ma così non è stato. Anche quella contro la Baldaccio Bruni è risultata alla fine una delle troppe gare storte di questa stagione. Gestita bene sul piano del gioco dai ragazzi di Scardigli, ma segnata dalla sfortuna, da alcune decisioni arbitrali discutibili e da gesti autolesionisti come il fallo che ha portato all'espulsione di Lorenzo Tempesti, nei minuti iniziali del secondo tempo. In parità numerica pensiamo che sarebbe stata tutta un'altra musica e anche se i canarini hanno contenuto bene i velleitari tentativi degli ospiti di raddrizzare la partita, alla fine il modo di andare in gol la Baldaccio Bruni lo ha trovato. Rimandando alla cronaca i dettagli della gara, resta da rilevare che il Signa andrà al confronto con la Rondinella con la possibilità di scavalcarla vincendo. Ma ci andrà in formazione rimaneggiata per l'assenza dei due espulsi e anche di Baggiani, ammonito (se non andiamo errati) e in diffida. E anche riuscendo nell'impresa non è detto che quota 44 sia garanzia di accesso ai play off. Quota 44 che potrebbe raggiungere anche la Baldaccio Bruni, impegnata nel confronto casalingo contro il Lanciotto e avvantaggiata, in caso di arrivo a pari punti con il Signa, dall'aver vinto il match dell'andata disputato ad Anghiari. Il tutto, ovviamente, senza fare i conti con due osti (Rondinella Marzocco e Asta che potrebbe arrivare a 45). Entriamo quindi nei dettagli di una gara dai molti volti, disputata in un pomeriggio con sole e nuvole, davanti ad un pubblico non proprio numeroso, certamente anche per la concomitanza della gara della Fiorentina. Arbitra il signor Bolognesi di Siena, alla sua terza presenza in stagione in Eccellenza e questo non appare un eccellente biglietto da visita per una gara molto delicata. Signa e Baldaccio Bruni si presentano con un 4-4-2; interessanti le due coppie di attacco: 26 gol Lorenzo Tempesti e Cioni, 23 Boriosi e Mercuri. Dopo le solite fasi di studio il Signa comincia a trovare sbocchi in avanti e conclude a rete, al 6', con un tiro fuori misura di Coppola da fuori area. Ben più pericoloso, all'11', il tiro di Coppola che entra in area sulla sinistra e calcia a fil di traversa, impegnando Ubirti in una non facile deviazione in calcio d'angolo. Subito dopo, al 12', Scardigli è costretto a sostituire Cioni con Nencini, che si posiziona di fatto al posto di Pietro Tempesti, dirottato dall'altra parte. Tre minuti dopo, affondando ancora con facilità sulla sinistra, Lorenzo Tempesti va in gol con la complicità di Ubirti, ma è tutto inutile perché il segnalinee De Fazio resta immobile con la bandierina alzata. L'annullamento del gol è vivacemente contestato dai sostenitori locali, in linea con l'azione, posizionati sui gradoni opposti alla tribuna centrale. La Baldaccio Bruni tenta qualche fraseggio a centrocampo, ma non riesce quasi mai ad affondare. Ben diverso l'atteggiamento dei padroni di casa, bravi a sfruttare soprattutto la fascia sinistra: Dallai slalomeggia in area, si accentra e fa partire un destro a girare che colpisce la parte alta della traversa, alla sinistra di Ubirti (20'). Con gli ospiti non ancora pervenuti in prossimità della porta avversaria il Signa prosegue nelle proprie offensive: qualche perplessità desta una spinta in area ai danni del bomber locale, ma il direttore di gara non prende decisioni. Si va verso i minuti finali con il Signa che sfiora in due occasioni il gol. Al 41' splendida torsione di Lorenzo Tempesti che devia di testa a rete: Ubirti si tuffa alla sua sinistra e si salva con l'aiuto del palo. Proteste dei locali per un evidente fallo e mancato cartellino giallo ad un giocatore ospite (sportivamente riconosciuto anche da alcuni sostenitori aretini vicini a noi). Al 44' cross di Tesi ancora da sinistra e colpo al volo deciso di Lorenzo Tempesti: Ubirti ha un riflesso felino e sventa ancora la capitolazione. Fosse stato un incontro di pugilato il round sarebbe stato ampiamente vinto ai punti dai padroni di casa. Il gol sfiorato a ripetizione arriva, però, alla prima azione dei padroni di casa, nel corso del primo minuto del secondo tempo. Lo confeziona la premiata ditta Fratelli Tempesti: Pietro ruba il pallone ad un incerto Giorni e allarga al fratello sulla sinistra, il quale completa l'opera entrando in area e battendo con un diagonale di rara precisione Ubirti sul palo lontano. La squadra ospite risponde, al 50', con un tiro ampiamente fuori misura di Boriosi. Il Signa si complica la vita al 52': Lorenzo Tempesti manda a terra Giorni a palla lontana e l'assistente sul lato delle panchine Stefano Dore richiama l'attenzione dell'arbitro, che prende atto di quanto gli segnala il collaboratore e sventola il cartellino rosso al bomber. Signa in dieci, con Scardigli che invita i suoi a non innervosirsi. Entra l'attaccante Conti al posto del centrocampista Coppola e il Signa controlla senza abbassarsi troppo. La Baldaccio appare incapace di cambiare ritmo e non riesce ad approfittare della superiorità numerica. Non ci sono episodi significativi da rilevare in fase offensiva fino ai minuti finali. All'83', su un cross in avanti da centrocampo, entrano a contatto Mercuri e un difensore locale: l'attaccante va a terra e l'arbitro fischia con decisione il calcio di rigore. Torna alla mente la spinta su Tempesti non sanzionata nel primo tempo. Ma così è e lo stesso Mercuri si presenta sul dischetto: con freddezza guarda il movimento di Crisanto che va a destra e lo batte con un pallone basso, che si insacca quasi al centro della porta. La reazione del Signa è rabbiosa: ci provano senza fortuna Nencini e Pietro Tempesti. Ma i canarini rischiano grosso sul contropiede di Mercuri che colpisce il palo esterno alla destra di Crisanto (90'). Il recupero è un crepitare di fuochi d'artificio. Un nuovo entrato Costa impegna, da destra, Ubirti in una deviazione in calcio d'angolo. Sugli sviluppi del corner si crea una mischia risolta da una botta a colpo sicuro di Nencini (94'). Grande è l'euforia tra i padroni casa, destinata però ad avere breve durata. Al 96' c'è un calcio di punizione per gli ospiti da una trentina di metri in posizione centrale: batte Mercuri, il pallone filtra verso la porta, forse toccato da Crisanto va sul palo di sinistra e resta lì per il facile tap-in del nuovo entrato Meloni. Subito dopo il triplice fischio finale a qualcuno saltano i nervi e il direttore di gara sventola un cartellino rosso anche ai danni di Giuliani. Come dire danno, malanno e uscio addosso.
SIGNA
CRISANTO: 6 Niente da fare sul calcio di rigore; troppo rapido il flipper del gol del definitivo pareggio per poter dare un giudizio. Tempista nelle uscite fuori area che lo fanno apparire un libero di vecchio stampo.
GIULIANI: 6+ Prestazione positiva sulla fascia di sua competenza. Perde le staffe a fine gara e non ci è chiaro il motivo del cartellino rosso. Negli spogliatoi c'era poca voglia di parlare.
TESI: 6.5 Contribuisce dal canto suo a far funzionare al meglio la manovra della sua squadra sulla fascia sinistra (78' Manetti: sv).
BAGGIANI: 6.5 Grande lavoro a centrocampo, soprattutto quando la squadra si è trovata a giocare in inferiorità numerica. Se non andiamo errati il suo campionato finisce qui (89' Costa: sv).
NOCENTINI: 6.5 Concede pochissimo in marcatura e si propone in avanti sulle palle inattive. Difficile capire, però, perché due avversari si siano trovati soli davanti a Crisanto in occasione del pareggio.
SOLDANI: 6.5 Stesso discorso fatto per il collega di reparto. Sicuro in tante occasioni, resta da capire perché nessuno abbia pensato a stringere verso l'area piccola sul gol di Meloni.
TEMPESTI P.: 7 Si sacrifica in diverse posizioni in campo: ci mette tanta grinta e cerca con insistenza anche il colpo decisivo in avanti, che non arriva anche per un pizzico di sfortuna.
DALLAI: 7- La traversa gli nega un gol da accademia del calcio, movenze eleganti, i suoi inserimenti sulla sinistra fanno male. Cala un po', inevitabilmente, alla distanza.
TEMPESTI L.: 6 Macchia con un'espulsione ingiustificabile una prestazione per lunghi tratti superlativa. Poggio e buca fanno pari diceva mio nonno e allora la semplice sufficienza trova in questo detto la motivazione.
COPPOLA: 6 Buon lavoro sulla linea mediana: si inserisce un paio di volte con intelligenza per la conclusione a rete (57' Conti: 6 Cerca di sostenere il peso dell'attacco, dopo l'espulsione di Tempesti: ammirabile per l'impegno).
CIONI: sv. (18' Nencini: 7 Si destreggia bene sulla fascia destra tra centrocampo e attacco e segna da opportunista il gol del temporaneo vantaggio nel recupero).
BALDACCIO BRUNI
UBIRTI: 7.5 Superlativo in un paio di circostanze, gode anche della protezione della dea Fortuna sul colpo di testa di Pietro Tempesti.
PICCINELLI: 6- Tanta sofferenza sulla sua fascia perché da quella parte il Signa è per lungo tempo straripante. Regge come può.
BERETTI: 6- Il Signa affonda senza troppi problemi anche dalla sua parte: riesce a contenere i danni in limiti accettabili. Nel secondo gioca da centrale e ha meno problemi.
RUSSO: 6.5 A gioco lungo risulta il migliore del reparto difensivo, con interventi precisi per scelta di tempo e di posizione (92' Meloni. sv Quattro minuti e un gol. Che dire? Nato sotto una buona stella!).
GIORNI: 6- Qualche buon salvataggio difensivo nel primo tempo, poi ha sulla coscienza il primo gol del Signa. Svarioni preoccupanti anche quando si sposta sulla fascia sinistra.
BRUSCHI: 6 Si applica a centrocampo e fa molto movimento, ma è spesso impreciso e frettoloso nel liberarsi del pallone.
COCCI: 6 Centrocampista a destra si sacrifica più in copertura che in appoggio alla manovra offensiva (72' Perfetti: 6 Senza infamia e senza lode).
PEDRELLI: 6 Palleggia a centrocampo: Brera avrebbe detto rumina calcio . Dai suoi piedi partono palloni troppo prevedibili per gli avversari (77' Mambrini: sv).
BORIOSI: 6- Il capocannoniere della squadra è ben controllato e viene anche servito poco e male dai compagni: giornata decisamente opaca.
MERCURI: 7+ Emerge nel finale: conquista e trasforma il calcio di rigore, colpisce un palo e propizia il gol del definitivo pareggio. Scusate se è poco.
BONAVITA: 6- Gioca largo a sinistra a centrocampo e non apporta un contributo particolarmente significativo alla manovra della sua squadra (72' Ceppodomo: 6- Va a far peso in avanti, ma si vede poco).
ARBITRO
GIULIO BOLOGNESI di SIENA: 5.5 Decisamente insufficiente. Già detto della sua inesperienza in categoria, guardando la sua scheda si evince che non è un arbitro casalingo. Il Signa appare chiaramente danneggiato da alcune sue decisioni: ammonisce quasi a senso unico e valuta lo stesso tipo di intervento falloso in maniera non omogenea. Non brillano nemmeno i collaboratori, anche se a vedere il fallo da espulsione di Tempesti è il primo assistente.
Il primo sole di primavera, splendente nel pomeriggio del Ballerini , sorride al Lanciotto Campi, che supera di misura una Fortis Juventus in evidente difficoltà. Un sorriso alquanto timido, a dire il vero: il successo degli uomini di mister Secci, benché largamente meritato, non riesce a nascondere del tutto i difetti che la squadra ha mostrato anche oggi, come in tutta la stagione: mancanza di uomini dai grandi numeri, scarsa concretezza sotto porta, qualche amnesia in fase di impostazione e di difesa. Problemi speculari a quelli dei biancoverdi, ma superati grazie ad un punto di forza che, sul finale di gara, si è fatto sentire: la profondità della panchina, ricca di elementi ben più decisivi rispetto a quella borghigiana che, complice il ridimensionamento societario, era popolata quasi esclusivamente dai ragazzi del settore giovanile. Così, grazie al jolly pescato tra le riserve a un quarto d'ora dalla fine, sarà il Lanciotto Campi ad ottenere l'ambito piazzamento di forza in classifica che gli consentirà di affrontare il play-out tra le mura amiche e con due risultati su tre a disposizione. In campo le squadre si affrontano a lungo senza dare l'impressione di essere davvero pericolose: un primo sussulto si registra al 18', quando dopo un disimpegno errato della difesa ospite Rossi riesce astutamente a far carambolare la palla sulla mano di Salvadori, appostato sulla linea dell'area di rigore. Dalla tribuna sembra che il braccio del difensore sia ampiamente dentro i sedici metri, ma l'arbitro Vaggelli compie il gran rifiuto e si limita ad assegnare, tra le proteste, la punizione dal limite, che lo stesso Verdi calcerà a lato; a nostro avviso, si tratta dell'unico errore di valutazione del direttore di gara, che si dimostrerà eccellente per il resto della sfida. Poi, al 39', un improvviso lampo della Fortis: Gjana sembra perdere il pallone sulla trequarti sinistra, ma caparbiamente riesce a tenerlo in gioco e a crossarlo con inaspettata precisione, la difesa campigiana in area è distratta e si fa bruciare sul tempo da Masini, che può colpire da solo, in tuffo e da ottima posizione; forse neppure lui credeva di avere a disposizione un'occasione tanto ghiotta, dato che, dopo aver mandato di poco alto il colpo di testa, si dispererà a lungo. Ma al riposo si andrà in parità, e al rientro in campo, con il passare dei minuti, risulterà sempre più evidente che l'ago della bilancia pende con forza in favore dei padroni di casa. Al 64' Cecchi riceve da Gonfiantini, si fa strada in area a spallate e tenta il destro ad incrociare, l'ottimo riflesso di Aglietti gli nega la rete; al 72' il subentrato Hila sfiora la traversa dai venti metri, mentre al 76' Moretti si destreggia in area tra ben quattro avversari e calcia con forza, ma centrale, trovando la risposta di Aglietti in due tempi. Al 78' arriva, inevitabile, il momento della capitolazione: Afelba, appena entrato in campo e freschissimo, percorre palla al piede più di quaranta metri giungendo indisturbato al limite dell'area avversaria, cerca la triangolazione con Moretti, riceve dopo un rimpallo a pochi metri dalla porta e batte, con un preciso sinistro sotto l'incrocio dei pali, il portiere in uscita. Un gran gol che infiamma il pubblico di casa e disunisce definitivamente la compagine ospite, che fino al fischio finale non farà altro che imbarcare una serie clamorosa di contropiedi in sequenza, alcuni dei quali persino in situazione disperata di quattro contro uno: solo l'inesperienza del giovanissimo Hila e la scarsa freddezza di Tanini impediranno di trasformare queste occasioni in un punteggio più rotondo. Nota di merito per i sostenitori della Fortis Juventus, giunti a decine in quel di Campi Bisenzio, che malgrado le evidenti problematiche della squadra e la forte nostalgia dei fasti degli ultimi decenni hanno continuato a sostenere la squadra con forza anche dopo la fine della partita. Calciatoripiù: Moretti, Afelba, Castiello (Lanciotto Campi).
Dal catino sempre infuocato del Pazzagli emerge un saluto commosso: a David Baccini, ritiratosi alla veneranda età di 40 anni dopo 6 stagioni (in due tranche diverse) e ben due promozioni conquistate con la maglia del Grassina. Un bentornato: a Giovanni Travagli, difensore classe 2004 al rientro in campo il lunghissimo calvario dovuto all'infortunio al crociato subito lo scorso settembre. E un bravi tutti: alla formazione di mister Cellini, che con lo 0-0 casalingo contro lo Scandicci si assicura la matematica permanenza in Eccellenza. Non era scontato, dal momento che l'ultima volta che i rossoverdi avevano militato in categoria erano arrivati ultimissimi, retrocessi con un mese di anticipo (era il 2021-22: calcisticamente parlando, un'era geologica fa). Dall'altra parte ci sono i Blues alla prima delle due uscite da vacanzieri avendo già festeggiato il favoloso ritorno in Serie D: la squadra di Taccola dà comunque battaglia, tira un sospiro di sollievo per il rigore parato dal promettente 2005 Di Cicco e anzi, sfiora pure il jackpot con Del Pela nel finale. Al Pazzagli è una giornata soleggiata e l'intento del Grassina è da subito chiaro: salutare Baccini ed il pubblico di casa con una vittoria, per di più contro una squadra con cui si ricordano epiche battaglie nei due anni di Serie D. Provano a partire forte i rossoverdi, ma non è un primo tempo esaltante: gli ospiti palleggiano dando subito prova di disinvoltura, i ripolesi si fanno vedere nella prima metà di frazione solo con Simoni (bloccato centralmente dal portiere). Al 26' Di Cicco rinvia frettolosamente addosso a Parrini e il pallone fischia di un niente fuori alla sua destra: sospiro di sollievo. Dopo la mezzora, poi, ecco la fiammata di Fabiani che si inserisce di testa sul corner di Simoni: alto di poco. Nient'altro: 0-0 all'intervallo. Nella ripresa i ritmi crescono: lo Scandicci si fa vedere con un paio di incursioni dell'ex di turno Viligiardi (prima di testa, fuori, poi con un destro a giro che vive uguale destino). L'episodio che può indirizzare la situazione a favore del Grassina spiove poco dopo l'ora di gioco, quando una sponda di Betti innesca Simoni in verticale: il 10 rossoverde viene steso da Frascadore, calcio di rigore per i locali. Ma la maledizione dagli undici metri del Grassina (che aveva fallito un penalty anche due settimane fa contro l'Antella) si conferma robustissima: calcia Betti, para in qualche modo Di Cicco che si tuffa ma riesce a tenere una mano centrale per dire di no alla furba soluzione del numero 11 di casa. Niente da fare, si resta 0-0. Il Grassina prova a scuotersi ancora con Simoni (conclusione debole fra le braccia del portiere avversario) e soprattutto con la combinazione fra Lebrun e parrini, col secondo che calcia di esterno destro ma manda il pallone a una spanna dal palo. Lo Scandicci contiene sornione intuendo di poterla comunque portare a casa. E ha ragione, perché a tre minuti dal 90' Del Pela va a un'unghia dal vantaggio quando il suo colpo di testa viene disinnescato da un favoloso intervento di Merlini, abilissimo a dirgli di no tuffandosi nel giro di un istante. Il recupero è lungo a causa dell'infortunio occorso a Petronelli: il numero 16 dei Blues, dopo uno scontro fortuito, finisce con la parte inferiore del viso a sbattere contro la recinzione di gioco del Pazzagli e per lui è necessario l'intervento dei sanitari e anche dell'ambulanza. Ma nel maxi recupero (10 minuti) si segnala solo il doppio ingresso col sorriso di Baccini e Travagli. Poi, al triplice fischio, la festa rossoverde e il grande saluto al bomber.
GRASSINA
MERLINI: 7 ordinaria amministrazione nel primo tempo, mentre nella ripresa si guadagna eccome la pagnotta; una bella risposta alla punizione di Sinisgallo e un riflesso prodigioso su Del Pela.
MEAZZINI: 6.5 ordinato dalla sua parte (91' Travagli: sv).
FABIANI: 6 meno esplosivo del solito, si preoccupa soprattutto di mantenere l'ordine nell'out di propria competenza.
ALFARANO: 6.5 Solito metronomo. Non cattura l'occhio per fisicità, ma il fatto che sia l'unico titolare inamovibile nel centrocampo di Cellini è dovuto, banalmente, alla tecnica di base del 2001 cresciuto nel vivaio rossoverde: sopraffina.
TOMBERLI: 6 duello con Del Pela a vincitori alterni: quando l'attaccante scandiccese lo sfida sul piano fisico è dura.
NERI: 6 Non male quando esce palla al piede dall'area di rigore.
MEUCCI: 5.5 Non sempre nel vivo del gioco (85' Dini: sv).
BECUCCI: 5 Diversi sprechi in fase di possesso, soprattutto quando la situazione potrebbe farsi ghiotta negli ultimi venti metri. Gli avversari lo anticipano con discreta regolarità.
PARRINI: 6 Non costruisce azioni pericolose da gol (al di là di un rinvio di Di Cicco che gli finisce addosso e poi esce di un nulla, e di un destro che fischia fuori di poco nel finale), ma quando si pianta grazie a quel baricentro taurino è la solita, interessante sponda per i compagni.
SIMONI: 6.5 Tanta buona volontà e un rigore guadagnato. Fra i migliori dei rossoverdi assieme a Merlini (79' Lebrun: sv)
BETTI: 5 Il rigore è bruttino, onestamente. Ma al di là dell'esecuzione dagli undici metri ci sono diversi errori evitabili quando può dare una mano ai suoi a respirare in avanti (91' Baccini: sv).
SCANDICCI
DI CICCO: 7 Il rigore parato vale ampiamente il prezzo del biglietto.
FRASCADORE: 6 buona guardia in copertura su Betti, che cerca di superarlo solo nei duelli aerei. Il voto peggiore di uno zero virgola cinque dopo il fallo su Simoni che vale il rigore per il Grassina: per sua fortuna non è letale.
DODARO: 7 Difende, strappa, riparte: ha la forza di percorrere in velocità l'out anche al decimo minuto di recupero. Ci vuole gamba, per un lavoro simile.
POLI: 6 si sgancia volentieri a destra per supportare la manovra dei suoi, anche se coi suoi inserimenti non è sempre preciso.
MENNINI: 6 Sfidato da Parrini e Betti, cerca di mantenersi solido ricorrendo soprattutto al fisico e non demerita.
CORSI: 6 Buon lavoro su Betti.
CAGGIANESE: 5.5 Non si vede granché: spesso oscurato dalla densità dei rossoverdi nella sua zona, viene sostituito a inizio ripresa.
VILIGIARDI: 6 Ex fischiatissimo dal pubblico di casa (giocò al Grassina nella non indimenticabile stagione 2021-22, finita con la tristissima retrocessione in Promozione), prova a rendersi pericoloso con un colpo di testa e un impreciso destro a giro.
DEL PELA: 6.5 Quando si accende fa paura e c'è bisogno come minimo di due uomini su di lui. Dopo una settantina di minuti trascorsa sostanzialmente a gigioneggiare (del resto il grosso del lavoro lo ha già fatto: lo Scandicci è in Serie D da una settimana), prova comunque a levarsi lo sfizio di un ulteriore gol, ma sul suo colpo di testa è prodigioso Merlini a dirgli di no.
SINISGALLO: 6.5 Fantasia e piedi buoni ad ispirare la manovra offensiva dei suoi.
SACCARDI: 5.5 Poco palpabile, soprattutto in un primo tempo in cui finisce avulso rispetto alla manovra dei Blues.
ARBITRO
ROTONDO di FRATTAMAGGIORE: 6 Dirige all'inglese, fischia pochino. Il rigore su Simoni pare esserci.
Asta Taverne e Mazzola l'una di fronte all'altra per una sfida thriller, in palio punti fondamentali per salire sul treno che porta ai play-off. I biancocelesti ritrovano Bouhamed dopo quasi due mesi di assenza, realizzatore nella gara di ritorno del primo turno di Coppa Italia e schierato subito nell'undici iniziale. Grande presenza sulla tribuna del Bertoni, colorato dalla bella coreografia organizzata dai sostenitori della formazioni arancioblè. La gara si mette subito bene per l'Asta quando Cianciolo, dalla destra, crossa alla ricerca di Bandini, una deviazione mette in moto Discepolo che trova lo spazio per una conclusione che tocca il palo e termina in fondo al sacco. Lo svantaggio scuote il Mazzola, la formazione di Ghizzani si riversa da subito in area avversaria, concedendo solamente sporadiche ripartenze ai padroni di casa. Ci provano Geraci, murato, e Borri, fuori, in rapida successione, poco prima che un tocco ravvicinato del numero 11 biancoceleste venga deviato sulla traversa da un fortunato tocco di Di Bonito. Il portiere arancioblè non è perfetto ma comunque efficace sul tiro di Taflaj al 29', palla in angolo. Ancora l'ex Terranuova Traiana lascia partire una fortissima botta dalla trequarti, Di Bonito smanaccia ancora sul fondo. L'Asta inframmezza le numerosi azioni ospiti con un traversone di Cianciolo verso Bandini, la cui deviazione aerea di tacco esce alta sopra la traversa. La prima frazione va in archivio sull'1 a 0. La ripresa si apre con il goal lampo del Mazzola: Turillazzi crossa dalla destra, spizzata di Borri che permette a Geraci di incornare la palla che vale l'1 a 1. I biancocelesti continuano sulla falsariga del primo tempo, attaccando a testa bassa alla ricerca della rete che ribalterebbe le sorti del match. Al 59' clamoroso in area di rigore dell'Asta Taverne, Iacoponi viene vistosamente trattenuto, vedendosi però fischiare fallo a sfavore. I locali si vedono solamente al 71' con l'ex Bandini, la conclusione è alta sopra la traversa. La svolta arriva al minuti 74': angolo battuto da Rocchetti, Borri salta più alto di tutti schiacciando la palla sotto le gambe di un colpevole Di Bonito, la sfera varca la linea di porta ribaltando il risultato. Gli arancioblè tentano una reazione provando a riversarsi nella metà campo avversaria, il trio difensivo Bonechi-Campatelli-Iacoponi è praticamente perfetto non concedendo spazi agli avanti avversari. Il Mazzola riparte pericolosamente in contropiede in un paio di ghiotte occasioni, Fiaschi prima, tiro fuori, e Bouhamed poi, provvidenziale la scivola disperata di Di Bonito, non sortiscono gli effetti sperati. Gli ultimi minuti vedono l'Asta Taverne tentare di arrivare alla rete, Fontanelli non corre pericoli bloccando tutti i palloni diretti verso l sua porta. Al triplice fischio è vittoria Mazzola, per la settima volta in otto incroci sono i biancocelesti a guadagnare i tre punti. È una vittoria di platino, i ragazzi di mister Ghizzani tornano prepotentemente in zona play-off, giocandosi il tutto per tutto nell'ultima, emozionante, sfida della stagione contro il Grassina.