Casentino Academy-Mobilieri Ponsacco 0-0
CASENTINO ACADEMY: Pollio F., Nocentini, Cantore, Dini, Fiacchini, Renzetti B., Camara, Renzetti C., Pietrini, Martini, Orlandi U.. A disp.: Lusini, Checcacci M., Acciai, Dei, Bartolini, Di Donato, Gabiccini, Hamdaweihi, Mattesini. All.: Pesce Giuseppe
MOBILIERI PONSACCO: Becherini, Messerini, Biondi, Ribechini, Cavallini, Landi S., Cappello, Silvi, Bianchi, Calloni, Marchetti. A disp.: Matassi, Cogliano, Fiorentini, Guidi, Landi A., Viviani, Viviani, Tuntoni, Ruschi. All.: Vuono Stefano
ARBITRO: Andrea Cherubini di Arezzo
Ci vorrà qualche settimana ancora per capire che stagione attende Casentino Academy e Mobilieri Ponsacco: il calendario, che li ha messi di fronte nella partita d'esordio, e lo 0-0 finale hanno reso molto poco traumatico l'impatto col girone d'élite. Per due neopromosse è essenziale muovere subito la classifica: alla fine dell'anno, quando ogni punto pesa, spesso fanno la differenza quelli conquistati all'inizio. Dunque si spiega bene l'atteggiamento guardingo di entrambe le squadre, anche se con accenti diversi: pur giocando in casa il Casentino lascia l'iniziativa al Ponsacco, che dunque crea le occasioni migliori per sbloccare il punteggio. Sono tre, e tutte tre vanno in scena nel primo tempo, protagonisti i tre attaccanti; ma anche se di pochissimo né Calloni, né Bianchi né Cappello riescono a inquadrare lo specchio, e dunque nel pomeriggio in cui esordisce nell'élite Francesco Pollio (in panchina c'è Lusini, classe 2009) non ha bisogno di sfoderare parate autentiche; non ne ha bisogno neppure Becherini, habitué della categoria dopo la stagione a Perignano e accomunato nel destino: anche se cresce nella prima parte di ripresa, il Casentino si limita a far planare qualche pallone in area di rigore. Dunque entrambe le squadre passano il primo esame strappando una sufficienza abbondante: per un voto più alto c'è bisogno d'attendere le prossime settimane, l'esordio in casa per il Ponsacco (davanti ci sarà la Lampo) e il derby per il Casentino, atteso dalla trasferta più breve e più sentita della stagione.
Calciatorepiù : se si guarda il modo in cui
Cavallini guida la difesa del Ponsacco si capisce come mai il Casentino Academy non riesce mai a trovare spazi per calciare pericolosamente verso la porta.
Forte Dei Marmi 2015-Bibbiena 3-2
FORTE DEI MARMI 2015: Dazzi, Torcigliani, Curcio, Fommei, Borghini, Tonarelli, Passalacqua, Darzeza, Makhlouf, Anghele, Pillon. A disp.: Musetti, Vernazza, Pace, Magnani, Aliboni, Barducci, Simonini L., Marcellusi . All.: Tedeschi Davide
BIBBIENA: Santini, Ferrini, Chiarini, Goretti, Ciabatti, Zavagli, Moncini, Gentile, Giorgioni, Vella, Bimbocci. A disp.: Frosini, Chiti, Biondini, Jallow, Cappuccini, Renzetti, Senesi, Bandelloni, Bonelli. All.: Regina Alessandro
ARBITRO: Andrea Conti di Carrara
RETI: 17' Makhlouf, 31' Makhlouf, 43' Giorgioni, 52' Gentile, 87' Makhlouf
C'è chi impiega una vita, e chi per farsi conoscere ha bisogno giusto d'un paio d'ore scarse. Nabil Makhlouf, sessantasei reti a Ricortola nell'ultimo biennio, entra di corsa nel secondo elenco: la tripletta all'esordio nel girone d'élite lo rende d'improvviso noto a tutta la Toscana. È grazie alle sue reti che il Forte dei Marmi prima indirizza e poi vince (3-2) una partita che il Bibbiena era riuscito a recuperare nonostante il doppio svantaggio alla mezz'ora: l'1-0, pallonetto sull'uscita di Santini, lo aveva favorito la sovrapposizione di Torcigliani sulla corsia destra; il 2-0 l'apertura d'Anghelè, favoloso nell'intuire lo spazio per il taglio dietro la terza linea avversaria. Avanti 2-0 alla mezz'ora, fino alla fine del primo tempo il Forte dei Marmi non rischia mai; poi però vede le proprie certezze frantumarsi su un episodio controverso, il rigore che Conti concede per un fallo su Moncini (proteste per il punto di contatto, dentro o fuori area) e che Giorgioni trasforma in due tempi dopo la prima parata di Dazzi. Tra la dinamica e il contesto il 2-1 destabilizza il Forte dei Marmi, che in avvio di ripresa fatica a ritrovare la concentrazione e si vede agguantare: pareggia Alessio Gentile, che dal secondo palo spedisce sotto la traversa il traversone di Giorgioni feroce nel rompere il raddoppio Curcio-Passalacqua. Seguono i venti minuti migliori del Bibbiena, che costruisce tre occasioni per completare la rimonta: le sprecano sia Bandelloni e Cappuccini, che uno di destro e l'altro di testa mancano lo specchio, sia Zavagli, che spedisce su Dazzi il pallone servitogli dalla punizione di Vella. In questo frangente il Forte dei Marmi fatica; e l'espulsione di Curcio, cui Conti notifica la seconda ammonizione, sembra amplificare i problemi. È una sensazione falsa: Tedeschi mantiene un'ossatura forte, ripristina la difesa a quattro, si gioca un trequartista dietro una sola punta e vince la partita. La vince perché il trequartista è Anghelè, che confeziona il secondo assist in poco più di un'ora; e perché la punta è Makhlouf, che disegna un altro pallonetto, stavolta al volo; e il Forte dei Marmi torna avanti, per restarci.
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Calciatoripiù: Makhlouf, Torcigliani (Forte dei Marmi),
Vella, Giorgioni, Moncini (Bibbiena).
esseti
Fratres Perignano-San Giuliano 2-1
FRATRES PERIGNANO: Calloni, Gentile, Chiarini (3), Pirrone, Celi, Silvestri M., Falleni, Ben Toraa, Riccomi, Pucci, Zampardi. A disp.: Mazzetti, Lepri, Oliva, D Angelo, Mecacci, Karaj, Malacarne, Silvestri Y., Nieddu. All.: Lucarelli Massimo
SAN GIULIANO: Ruglioni, Nicoletti, Matteini, Di Martino, Lovo, Colombini, Lila, Dessi, Esposito, Papini, Tarantini. A disp.: Raugi, La Monica, Cortopassi, Andreotti, Ruberti, Cecchini, Di Ciolo, Buselli, Hoxha C.. All.: Nuti Fabrizio
ARBITRO: Tommaso Guarguaglini di Livorno
RETI: 41' Silvestri M., 68' Zampardi, 75' Hoxha C.
Il primo derby dice Perignano. Come l'anno scorso il San Giuliano inizia con una sconfitta, anche se più morbida (2-1) rispetto all'anno scorso; e Fabrizio Nuti s'augura che una volta che la rosa, giovanissima, avrà preso confidenza con l'élite dell'anno scorso la stagione possa assumere la medesima piega. Di sicuro Accorsini e Antoni, quando rientreranno, riusciranno a dare alla mediana quella personalità che in loro assenza è più complicato trovare; non è stato determinante neppure Tommaso Papini (è l'unico 2006; en plein invece per il Perignano che dall'inizio schiera Daniele Gentile, Marco Silvestri, Riccomi e Pucci), il capocannoniere della scorsa stagione sceso negli Juniores in via occasionale. Se ci s'aggiunge che il rodaggio dev'essere completato e che il San Giuliano sa cosa fare ma spesso sbaglia l'ultimo passaggio (nell'occasione migliore c'era Tarantini pronto a tagliare dietro la difesa) o s'intreccia sottoporta (anziché calciare, Esposito cerca di servire un compagno che non c'è), si capisce come mai da un certo punto la partita comincia a pendere dall'altra parte. Non appena accelera, il Perignano segna: sul finire di frazione all'occasione fallita da Zampardi segue quasi subito la rete del vantaggio; la realizza Marco Silvestri, che sottoporta pizzica il pallone recapitatogli da Pucci sull'angolo battuto corto da Ben Toraa. Dunque funziona lo schema cui in estate ha lavorato Lucarelli, costretto a seguire la partita dalla tribuna per via delle due giornate di squalifica rimediate quando alla fine dello scorso campionato ne mancava una sola; funziona come nella ripresa funziona il triangolo imbastito e rifinito da Zampardi, che sulla trequarti sgraffigna il pallone a Matteini e dopo il dialogo con Pucci batte Ruglioni per la seconda volta. Sul 2-0 la partita sembra finita; e il Perignano sembra in controllo totale, tanto in controllo da non rammaricarsi per le occasioni fallite da Riccomi e da Pucci; poi d'improvviso Hoxha cattura un pallone che gironzola in prossimità dell'area di rigore, e calciando in corsa al volo lo spedisce sotto l'incrocio. Da giocare manca ancora un quarto d'ora, e il San Giuliano inizia a credere nella rimonta; ma l'espulsione di Lovo, ingenuo nel commettere il fallo che gli costa la seconda ammonizione, rende facili i compiti del Perignano, che in superiorità numerica sigilla il primo successo d'una stagione nella quale s'attende gran protagonista. .
Calciatoripiù: Marco Silvestri e Riccomi (Fratres Perignano).
esseti
Fucecchio-Floriagafir Bellariva 1-3
FUCECCHIO: Gori, Fanteria, Donzelli, Ciardelli, Bartoli F., Berhoxha, Cei, Fanara, Nuti, Di Donfrancesco, Cerri. A disp.: Lazzeri, Diviggiano, Sabato, Squarcini, Matteoli, Morelli, Carfagna, Gatto . All.: Roncucci Federico
FLORIAGAFIR BELLARIVA: Raggi, Fanticelli, Mosconi, Nahi, Benvegnu, Lenzi, Ermini Polacci, Benucci, Giannone, Soldini, Serrini. A disp.: Prelashi, Agnoloni, Soliman, La Greca, Gori, Fontana, Alighieri, Paoli, De Simone. All.: Bertuccio Marco
ARBITRO: Filippo Morbidelli di Pistoia
RETI: 32' Serrini, 73' Nuti, 82' Giannone, 85' Alighieri
Invecchiare ha un vantaggio ovvio: aumenta il numero d'esperienze dalle quali attingere. Lo scorso autunno la Floriagafir, giovanissima, ebbe bisogno di qualche mese per prendere le misure a un campionato difficilissimo; ora beneficia degli insegnamenti d'una stagione che partì zoppicando e finì con una storica qualificazione in coppa. È la maturità la caratteristica che le consente di sfruttare i dieci minuti finali e tornare in vantaggio, poi doppio (1-3 il risultato), dopo esser stata raggiunta dal rigore di Nuti; la maturità la caratteristica che le invidia il Fucecchio, che anche se punti no da questa partita qualcosa ottiene comunque: i suoi interpreti più giovani (ben cinque i 2008 titolari: Fanteria, Ciardelli, Fanara, Di Donfrancesco e Cerri; sei su otto in panchina) hanno già capito che in un campionato così complesso non sempre scatta la seconda chance, e che ogni occasione concessa agli avversari rischia d'essere un'occasione di troppo. È un assioma noto, che però resta inespresso per tutta la prima mezz'ora: anche se privo di due dei calciatori di maggior esperienza (out Sannino, squalificato Mazzoni; peraltro Sabato, acciaccato, va in panchina), il Fucecchio interpreta bene la partita, anche se non riesce a sfruttare gli spazi che potrebbe trovare tra la seconda e la terza linea della Floriagafir. La partita s'accende d'un tratto, sullo sprint mancino di Fanteria condito da un traversone sul secondo palo: di testa Fanara colpisce verso la porta, protetta da Raggi con la prima parata dell'incontro. È una parata due volte decisiva, perché il Fucecchio gestisce male l'angolo che segue e si fa infilare dalla ripartenza d'Ermini Polacci: sul suo traversone che plana in zona disco del rigore Serrini spizza il pallone di testa e lo prolunga in porta, dalla parte giusta del palo lontano. In svantaggio alla prima occasione concessa, per rassettarsi il Fucecchio ha bisogno della pausa; la sosta negli spogliatoi gli fa bene (pericoloso però Giannone con una volée di collo dal limite dell'area: pallone alto d'un metro, 57'), come gli fa bene l'ingresso di Gatto, che appena entrato strappa a sinistra e crossa teso verso il secondo palo, dove c'è Cerri che manca lo specchio. La Floriagafir replica con un'azione individuale d'Alighieri (dribbling a destra, destro potente ma poco angolato: il pallone rimbalza sul paletto che sostiene la rete), ma la nuova inerzia della partita sembra premiare il Fucecchio; la punizione di Gatto, che scavalca la barriera ed esce per due spanne, è l'antipasto del pari: lo segna Nuti, che trasforma il rigore concesso da Morbidelli per un fallo di Lenzi su Fanara. È l'1-1, e il Fucecchio pensa d'aver aggiustato una partita che d'improvviso s'era complicata; e forse se si fosse accontentato del pari la partita l'avrebbe aggiustata davvero, e invece si fa prendere dalla frenesia, e nella frenesia si disordina, e nel disordine si vede punire due volte. Il secondo svantaggio fa tre volte male: male come tutte le reti subite; male perché rende inefficace il pari dopo nove minuti appena; e male perché cento secondi prima Gatto s'era impadronito della corsia sinistra e dall'ultima linea aveva crossato in mezzo un rasoterra teso sul quale Diviggiano aveva mancato per un pollice l'impatto vincente. Di sconti così la Floriagafir non ne fa: la difesa del Fucecchio digerisce male una rimessa catapultata in area di rigore e non riesce a far muro su Giannone, che dal limite dell'area sferra in porta il tiro dell'1-2 dopo aver catturato il secondo rimbalzo. Più che cinica, all'occasione successiva la Floriagafir si rende irraggiungibile: segna Alighieri, che approfitta del rinvio sbagliato di Berhoxha e fredda Gabriele Gori anticipandone l'uscita. Bertuccio esulta: forse meno spettacolare ma molto più concreta dell'anno scorso, la Floriagafir vede accendersi subito la stagione della conferma.
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Calciatoripiù : l'ingresso di
Gatto , il più imprevedibile del Fucecchio, mette in difficoltà una difesa arcigna, che cade sul rigore di
Nuti , premio meritato dopo una battaglia infinita. L'esultanza però dura dieci minuti scarsi:
Giannone riporta avanti la Floriagafir, e finisce la storia iniziata dalla parata di
Raggi alla mezz'ora.
esseti
Lampo Meridien-Pontassieve 2-1
LAMPO MERIDIEN: Mariotti, Noka, Damiani, Vannini, Faratro, Lucarelli, Nikaj, Mauriello, Bellesi, Febbe, Di Lorenzo. A disp.: Guidi, Gega, Baldini, Gokaj, Musumeci, Cortesi, Botti, Fiori, Mazzoni. All.: Giorgetti Mirko
PONTASSIEVE: Biagioli, Casci, Conti, Giudice, Rosetti, Bonini, Fibbi, Buset, Piccioli, Macheda, Luzzi. A disp.: Sderci, Francalanci, Rossi, Misuraca, Mati, Baggiani, Carlucci, Tesi, Hamzai. All.: Marchionni Marco
ARBITRO: Filippo Bertoloni di Prato
RETI: 3' Bellesi, 20' Mauriello, 44' rig. Luzzi
Ogni singola mossa dell'estate ha avuto un obiettivo chiaro: rendere la stagione meno complicata della scorsa, la prima nell'élite, iniziata con un ripescaggio e chiusa con una salvezza all'ultima giornata dopo aver cambiato quattro allenatori. Dopo i primi novanta minuti si può dire che la Lampo Meridien quantomeno ha iniziato bene: il 2-1 sul Pontassieve, che ci s'attende tra i protagonisti, vale tre punti che potranno tornare buoni qualsiasi sia l'obiettivo tra qualche mese. Alla prima ufficiale sulla nuova panchina dopo sei anni a Fucecchio, nel mezzo un titolo regionale, Mirko Giorgetti non può che essere soddisfatto della prima uscita dei suoi; soddisfatto soprattutto dell'ottimo approccio, che culmina nel vantaggio dopo tre minuti scarsi: segna Bellesi, segna scaricando sotto la traversa il filtrante di Febbe servito sulla trequarti offensiva da un retropassaggio azzardatissimo di Piccioli, che dopo il triennio all'Affrico (cinquantuno le reti segnate, solo sette però nell'ultima stagione) sognava un esordio diverso da centravanti del Pontassieve. Non è l'unico errore della prima metà del primo tempo: è lento, troppo lento il passaggio orizzontale di Buset per Giudice al limite dell'area di rigore; troppo lento, tanto lento da favorire l'intervento di Nikaj e il successivo appoggio per Mauriello, che incrocia rasoterra il diagonale del raddoppio. Dunque al 20' la Lampo si porta sul 2-0, e prima della mezz'ora potrebbe triplicare e chiudere la pratica in anticipo: se, solissimo, di testa Febbe avesse colpito al di qua invece che al di là del palo, si sarebbe già potuto pensare alla prossima giornata. Invece il punteggio stavolta non muta, e all'improvviso il Pontassieve riapre la partita: Bertoloni punisce col rigore (giusto) un fallo di Damiani su Fibbi, a un minuto dalla pausa lo scarto si dimezza. Nel minuto che segue la Lampo sbanda e rischia di cestinare tutti gli sforzi del primo tempo: su un lungo rilancio la difesa legge male il taglio di Macheda, che si presenta davanti a Mariotti e lo scarta ma poi si defila e si fa chiudere lo specchio rimasto incustodito. Il ricordo del pericolo induce la Lampo ad affrontare la ripresa con maggior prudenza; è una decisione efficace, nonostante il possesso prolungato il Pontassieve non riesce a costruire neppure un'altra occasione per pareggiare. Anzi, nel quarto d'ora finale è Biagioli a rischiare di più: finisce fuori d'una spanna il colpo di testa di Musumeci sul traversone di Di Lorenzo (78'), sul palo il tiro di Febbe, che s'era accentrato dalla corsia destra (84'). Dunque perché la respirazione torni regolare la Lampo deve attendere, ma è un bell'attendere: la prima di campionato conferma che è lecito pensare a una stagione diversa.
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Calciatoripiù: Faratro e
Mauriello (Lampo Meridien).
esseti
Lastrigiana-Pieta 2004 0-1
LASTRIGIANA: Glielmi, Mancini, Bindi, Manescalchi, Maxharri, Fe, Fenza, Moccia, Finelli, Pieragnoli, Martini. A disp.: Pinzani, Gomma, Grevi, Aldighieri, Gracci, Semeraro, Esposito A., Burroni, Rufat. All.: Sozzi Alessandro
PIETA 2004: Mammoli, Cocci, Frati, Rrapaj, Marzullo, Rayyad, Daly, Buzzegoli, Giraldi, Ciaschi, Palaj. A disp.: Liberati, Pareti, Lenzi E., Gori A., El Hariri, Osundu, Mari M., Vannuzzi, Salvadori. All.: Zambello Marco
ARBITRO: Alessandro Merli di Valdarno
RETI: 38' rig. Giraldi
Sarà difficile dimenticare un esordio così. Messa davanti a una delle big della Toscana, la Pietà si presenta all'élite con un successo impronosticabile: il rigore di Giraldi alla fine del primo tempo le consente d'espugnare La Guardiana, e di rendere amarissima la prima ufficiale della nuova Lastrigiana (in panchina c'è Sozzi dopo il lungo regno di Guasti, uno scudetto e ora l'Eccellenza), alla quale sono mancate soprattutto precisione e fortuna davanti; se ci s'aggiungono due parate stratosferiche di Mammoli su Grevi e un'ingenuità decisiva in difesa, gli ingredienti sono già tutti nella lista. Per capire come si sono mescolati si parte dalla prima mezz'ora della Lastrigiana, ottima nello sviluppo e sterile sottoporta: dopo la rete annullata a Martini, che Merli valuta in fuorigioco, né Moccia, né Fè, né Bindi né Pieragnoli riescono a inquadrare lo specchio da posizione favorevolissima. Se alla mira da aggiustare s'accompagna qualche errore di misura sulla trequarti, è facile capire perché nonostante l'altissima percentuale di possesso la Lastrigiana non riesce a sfondare; e la Pietà, che aveva preparato una partita accorta e che aveva già provato a venir fuori con un paio di ripartenze di Giraldi e un paio di punizioni velenose di Palaj, ne approfitta: a otto minuti dalla pausa Rayyad, uno dei più esperti (è nato nel 2006, come Cocci, Giraldi e Ciaschi; tranne Rufat, in panchina, nella Lastrigiana sono tutti d'almeno un anno più giovani), strappa fino al lato corto dell'area di rigore e nasconde il pallone a Maxharri, che affonda l'intervento in ritardo. È un fallo insieme evidente e ingenuo, schierata la difesa e poco pericolosa la posizione; ovvio il fischio di Merli, efficace l'esecuzione di Giraldi, che incrociando il mancino porta la Pietà in vantaggio. La Lastrigiana potrebbe pareggiare subito, ma neppure stavolta la sorte le vuole bene: la punizione che il mancino di Pieragnoli scocca dai venti metri pizzica la parte alta della traversa senza lasciare altra traccia. Lo specchio lo trova Grevi nelle due occasioni più nitide nella ripresa; insieme allo specchio però trova anche Mammoli, che per due volte - clamorosa la prima, parata col piede - mantiene inviolata la porta e intatto il vantaggio, addirittura a rischio raddoppio nel finale: più che con la punizione centrale di Vannuzzi, la Pietà si rende pericolosa con l'inserimento di Rrapaj, chiuso con un diagonale sul lato sbagliato della rete, e con una volée d'Alessio Gori, che si coordina al limite dell'area e calcia verso la porta un pallone rimbalzato a terra un paio di volte. Senza la parata di Glielmi sarebbe stato il raddoppio, punizione eccessiva per la Lastrigiana alla ricerca soltanto della precisione in attacco; ma anche solo dello 0-1 la Pietà è felicissima, felicissima come chi il primo giorno di scuola scopre di condividere il banco con la ragazza dagli occhi belli.
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Calciatoripiù : a
Mancini , neocapitano, Sozzi chiede di abbinare la consueta solidità difensiva al maggior numero di sovrapposizioni possibili; le indicazioni producono un buon effetto, come quelle impartite a
Bindi , trasferito alla Lastrigiana dopo anni di Cattolica. A sinistra si muove bene anche la Pietà, tanto bene da vincere la partita: è perfetto il triangolo ai cui vertici ci sono
Cocci , uno dei tre centrali di difesa,
Rrapaj mezzala e
Marzullo a tutta fascia.
esseti
Maliseti Seano-Affrico 0-1
MALISETI SEANO: Hancu, Barlumi, Belli, Ruggiero, Arcioni, Leka, Marinozzi, Monti, Osmenaj, Quispe Flores, Simoni. A disp.: Mura, El Amri, Gurra, Koni, Libiu, Micheloni, Serra, Petracchi, Varrosi. All.: Masi Jacopo
AFFRICO: Mugnaini, Giannoni, Agosti, Nutini, Shehade, iania, Guerrini, Sciulli, Russo, Donigaglia, Ala. A disp.: Lombardi, Traore, Bahry, D Onofrio, Borgheresi, Gianassi, Nunziati, Galgano, Micheli. All.: Gori Filippo
ARBITRO: Giulio Sgaramella di Pistoia
RETI: 31' Russo
Sporting Cecina-Sestese 0-1
SPORTING CECINA: Bendinelli, Ricciardi, Lega, Cerri, Sola, Sala, Castelli, Battini, Londi, Dardar Y., Dardar E.. A disp.: Sommani, Lucido, Brontolone, Manetti, Paladini, Nigiotti, Tarrini, . All.: Magri Alessandro
SESTESE: Fantini, Scarpelli, Mernacaj, Robi A., Nesti, Verzicco, Zei, Pecori, Napolitano, Menchetti, Bravi. A disp.: Tabani, Biscardi, Cesarano, Ferro, Gusciglio, Pomponio, Musa, Riboli. All.: Rossi Alessandro
ARBITRO: Federico Savoca Corona di Viareggio
RETI: 3' Zei
È diversa, diversissima dalla squadra che ha incantato l'Italia: nella prima ufficiale della stagione 2025/26, quella col tricolore cucito addosso, la Sestese è per nove titolari diversa da quella che tre mesi fa schiacciò la Renato Curi Angolana e vinse lo scudetto; eppure è impossibile non considerarla tra le favorite per la vittoria del campionato, e non solo perché per diritto i campioni in carica partono davanti o giù di lì. Per quanto di misura, la vittoria all'esordio è un messaggio chiaro: anche se giovanissimo (nove 2008 titolari, solo Castelli e Londi ad alzare un po' l'età media), lo Sporting Cecina di Magrì resta una delle squadre più interessanti della Toscana. Lo racconta bene la reazione all'approccio sbagliato, che aveva prodotto lo svantaggio a freddo: a Zei, il terzo reduce dalla finale del Bozzi (allora però partì in panchina; la mezz'ora che Alessandro Rossi gli concesse gli fu comunque sufficiente per segnare una rete indimenticabile), bastano tre minuti scarsi per tagliare sul secondo palo e accompagnare in porta il pallone servitogli rasoterra da Menchetti sul filtrante di Nesti, splendido nella visione come splendido era stato nei tre dribbling nello stretto. Percosso dallo 0-1, lo Sporting Cecina è subito costretto a cambiare atteggiamento; e, anche se dell'esito no, della reazione Magrì può essere soddisfatto: prima della pausa si contano ben quattro occasioni per il pareggio, mancate sia da Yasser Dardar (ha troppa fretta, aveva tempo per prendere la mira e piazzare il pallone dove Fantini avrebbe faticato ad arrivare), sia di testa da Eliass Dardar (alto) e da Sala (idem), sia da Battini, murato sottoporta. Dello 0-1 a metà pomeriggio dunque la Sestese si contenta, consapevole però che per essere sicura di vincere deve aumentare la pressione e tornare ad attaccare; entrambe le indicazioni sortiscono effetto, in allegato pochi pericoli (uno soltanto, un tiro di Castelli murato dalla difesa) e l'occasione per il raddoppio: solo la traversa lo nega a Verzicco, che aveva staccato solissimo in mezzo all'area di rigore e di testa aveva girato il pallone verso la porta. Dunque Rossi deve accontentarsi dello 0-1 maturato in avvio, ed è un bell'accontentarsi: la Sestese sa che il tricolore cucito addosso è insieme orgoglio e bersaglio, e dunque sa che specie in trasferta dovrà combattere contro avversarie mosse da motivazioni sovrumane.
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Calciatoripiù: Castelli, Ricciardi (Sporting Cecina), Mernacaj,
Nesti e
Zei (Sestese).
esseti