• Allievi RegionaliA1
  • 31/10/2021 10.30.00
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  • Scandicci
    Paoli
  • 3 - 2 31/10/2021 10.30.00
  • Floria Grassina Belmonte
    Alfani
    Pretelli
    Lucatuorto
    Mirzac

Commento


SCANDICCI: Cei, La Torre, Vanni, Sgai, Paoli, Galli, Zeoli, Alfani, Bonaccini, Conticelli, Sammartino. A disp.: Perone, Barbetti, Amico, Bacheca, Pretelli, Canzani, Iovino, Rossi, Nenci. All.: Gozzi Francesco
FLORIA GRASSINA BELMONTE: Moretti, Berti, Agrello, Innocenti, Gaffarelli, Cavallone, Bartoletti, Ballerini, Mugnaini, Salimbeni, Fiaschi. A disp.: Scartabelli, Lucatuorto, Bianchini, Soare, Morozzi, Morozzi, Mirzac, Manetti, Andreoni. All.: Latini Claudio
RETI: Alfani, Pretelli, Paoli, Lucatuorto, Mirzac
Chi stava già pensando al modo in cui investire la sua eredità deve telefonare al prete, disdire la corona, dire alla prefica («Era tanto bbbona!») di cercarsi un altro ingaggio: lo Scandicci è vivo, vivissimo, di quella vita che brilla solo in chi sotto le suole ha sentito il fondo del lago e in qualche modo è riuscito a tornar su. Perché a un quarto d'ora dalla fine erano in tanti a sfogliare l'elenco dei Requiem per scegliere quello più adeguato: la Floria (lo so, lo so: Grassina Belmonte; mi tocca ripetermi, detto una volta detto sempre) era in vantaggio 1-2, in superiorità numerica dal 63' ed era passata indenne dal rigore del possibile pareggio. E la classifica sembrava allungarsi letalmente, e letalmente tagliar fuori lo Scandicci dalle prime tre posizioni che vogliono dire lotta per il titolo regionale. Ma chi stava già pensando a eredità, corona, prete, prefica e Requiem si era scordato di leggere fino in fondo il tabellino della gara: il nome dell'allenatore che chiude la formazione dello Scandicci non è una variabile secondaria. Perché le sue idee tecniche e tattiche potranno piacere o non piacere (nota personale: per me l'intensità martellante, gli inserimenti delle mezzali e le sovrapposizioni infinite sono l'anima del calcio), ma non si può negare che Francesco Gozzi cambi le partite come se venisse da una stirpe di generali, sciamani, ingegneri ed eroi. E dunque si arriva al 3-2 finale (diciamolo questo risultato, è quasi già tardi) grazie a un'intuizione che in diretta sembra più un'eresia: quattro cambi insieme a un quarto d'ora dalla fine, a rifondare una squadra in dieci e a rischio chiodi sulla bara in contropiede. E invece altro che eresia, la quadruplice mossa è una nuova religione: perché Pretelli, uno dei quattro, segna il pari sulla ripresa del gioco e allo scadere manda in porta Canzani, un altro dei quattro, travolto da Moretti per il rigore decisivo. È l'epilogo di una gara insolitamente circolare, aperta dal rigore della Floria dopo appena 5': Fiaschi conduce sulla trequarti e fa sganciare a sinistra Manetti su cui frana La Torre tre passi dentro l'area. Evidente il rigore, nonostante il cronometro non brucia il fischio in bocca a De Feudis (direzione statica, la statura non lo aiuta, ma più che sufficiente; e valuta bene tutti gli episodi decisivi): dal dischetto Lucatuorto apre il sinistro rasoterra e porta avanti la Floria. Per altri 7'-8' la sfida segue un canovaccio ben preciso: lo Scandicci resta rintanato, quasi timoroso, e rischia di finire sotto di due; si salva solo perché A. Morozzi colpisce sporco, mezzo testa e mezzo spalla, la punizione carezzata dal destro di Manetti. Poi lo Scandicci si scuote, sfiora il pari all'11' e al 12' lo segna: il test è la ripartenza mancina sull'asse Vanni-Conticelli chiusa dal traversone di Bonaccini per Zeoli che di testa sfiora il secondo palo; per l'1-1 bisogna che Zeoli torni a fare quello che sa fare meglio, ossia governare la fascia destra, e dopo aver sverniciato Gaffarelli crossare col mancino per Alfani che sbuca sul secondo palo e di testa incrocia in porta. È un frangente ottimo per lo Scandicci che al quarto d'ora sfiora il vantaggio: Vanni si sovrappone a sinistra e appoggia al vertice dell'area per Sammartino che si fa masticare il destro in angolo e che ci riprova sul cross da fermo di Zeoli sporcato dalla difesa; pallone alto di un metro, resta negli occhi l'ottimo gesto tecnico. Ma forse resta anche negli occhi dello Scandicci che in ripartenza si vede nuovamente superato: tra scatto e doppio passo, Manetti prende tre metri a Galli e dal fondo disegna un rasoterra per Mirzac che anticipa Paoli e chiama Cei al superintervento da due metri; ma la parata resta giusto un dettaglio da statistici, il pallone resta lì e per il centravanti imbucarlo è elementare. Come dopo lo 0-1, lo Scandicci si deprime e rischia di subire di nuovo: gli va bene che il destro di Manetti, portato in pedana addirittura dal rilancio di Moretti che gli permette di bruciare La Torre, si spenga accanto al legno di venti centimetri massimo. Poi lo Scandicci torna fuori: Zeoli recupera un angolo respinto corto e centra per Bonaccini che sottoporta e in posizione sospetta calcia in zona meta. La Floria risponde col cross di Bartoletti che dalla trequarti destra accende la sponda di Manetti per il destro di controbalzo di Mirzac: pallone fuori. I ritmi alti rendono appassionante ogni dettaglio: lo Scandicci conquista il possesso, Bonaccini resiste al tackle di Cavallone e riesce a servire al centro Alfani, murato sottoporta; il pallone schizza al limite dove lo calamita Sammartino che cerca il secondo palo senza trovarlo. Il primo tempo si chiude con lo Scandicci all'attacco: Vanni triangola con Sammartino e prende il tempo a Bartoletti per raggiungere il fondo; a Zeoli manca un quarto di secondo per impattare il lungo traversone rasoterra. Più che a rimescolare le idee, buone e a tratti ottime, la pausa di metà gara serve a far riempire i polmoni: spettacolari da vedere, ritmi così alti prima o poi chiedono il conto. Gozzi lo sa e, già costretto a un cambio in avvio per l'infortunio di Conticelli (dentro Bacheca), in avvio di ripresa si gioca il secondo: fuori Sgai e dentro Iovino; Zeoli scala mezzala destra, Bonaccini si decentra (ma in realtà già lo faceva). Per una decina di minuti succede poco, poi lo Scandicci accelera e crea un'occasione enorme per il 2-2: Alfani premia la sovrapposizione di La Torre che di prima cerca il centro dell'area, Lucatuorto allontana per modo di dire, Zeoli raccoglie e Cavallone gli crolla addosso. Altro rigore evidente, altro fischio puntuale di De Feudis. Sul dischetto va Sammartino che parte timoroso e ci arriva ancora peggio: il suo destro è una via di mezzo tra uno scarabocchio e un passaggio centrale a Moretti che respinge col corpo (58'). 5' e lo Scandicci sembra appallottolare la gara e forse la pagina delle classifiche: già ammonito, Iovino interviene in ritardo su Salimbeni e se ne va dopo 18' netti. L'inferiorità numerica rischia di piegare lo Scandicci che al 69' inchioda a un passo dal burrone: Salimbeni conduce centralmente un contropiede e verticalizza per Mirzac che scarta Galli uscito in protezione, si porta il pallone sul mancino ma anziché schiantarlo in porta lo consegna a Cei ormai quasi rassegnato. Gozzi intuisce che la sfida è ancora aperta, si gioca quattro cambi tutti insieme (dentro Barbetti, Pretelli, Canzani e Amico per La Torre, Zeoli, Bonaccini e Sammartino) e vince. Il gioco infatti riprende con un angolo per lo Scandicci: la traiettoria a rientrare di Vanni tradisce Moretti, fuori tempo in uscita, e premia il movimento di Pretelli che sbuca sul secondo palo e prima di sbatterci contro riesce a spingere il pallone dentro. Lo Scandicci capisce che può vincere, alla Floria non bastano i ritocchi di Latini che cambia lo scacchiere per tenere alta la squadra: il dio del calcio, o chi per lui, ormai ha deciso; e a due passi dallo scadere prende l'aspetto di Pretelli che con una giocata da artista libera Canzani davanti a Morelli. Il resto è l'epilogo di un film classico: pallone nascosto al portiere in uscita, evidente il contatto guanto-caviglia, gelida l'esecuzione di Vanni che incrocia il destro (stessa porta, piede diverso ma stesso angolo del rigore che aveva aperto la contesa) e d'un tratto trascina lo Scandicci dove si respira aria pulita.
Calciatoripiù
: in un quarto d'ora Pretelli segna e costruisce l'azione del successo; fino a lì lo Scandicci era stato sostanzialmente Vanni (splendido in fase offensiva anche se l'1-2 nasce dalla sua parte), Zeoli e Alfani. La Floria è grande finché Fiaschi e Mirzac hanno forze per cercare la profondità; in regia Innocenti e A. Morozzi a tratti entusiasmano.