• Giovanissimi RegionaliElite
  • 15/01/2023 11.00.00
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  • Affrico
    Nunziati
  • 1 - 1 15/01/2023 11.00.00
  • Scandicci
    Sarti

Commento


AFFRICO: Lombardi, Agosti, Bonfanti, La Greca, Amantea, iania, Nunziati, Silvestri, Piccioli, Vaggioli, Cerasi. A disp.: Donatti, Agnoloni, De Angelis, Ala, Pratesi, Vezzani, Balducci, . All.: Bambi Lorenzo
SCANDICCI: Casini, Andreucci, Mascalchi, Dell Agli, Figus, Margheri, Sarti, Bucciardini, Martini, Pepe, De Leonardis. A disp.: Cosi, Morosino, Leporatti, Picco, Di Cara, Prosperi, Cai, . All.: Pancani Tommaso
RETI: Nunziati, Sarti
AFFRICO: Lombardi, Agosti, Bonfanti, La Greca, Amantea, Iania, Nunziati (69' Vezzani), Silvestri, Piccioli (69' Ala), Vaggioli (64' Agnoloni), Cerasi (40' Pratesi). A disp.: Donatti, De Angelis, Balducci, Gasperini, Nutini. All.: Lorenzo Bambi.
SCANDICCI: Casini, Andreucci, Mascalchi, Dell'Agli (45' Morosino), Figus, Margheri (69' Picco), Sarti, Bucciardini (63' Leporatti), Martini, Pepe, De Leonardis (40' Di Cara). A disp.: Cosi, Prosperi, Cai. All.: Lorenzo Vivarelli.
ARBITRO: Cenni di Firenze
RETI: 33' Nunziati, 70' Sarti.
NOTE: ammoniti Iania e Pepe. Angoli: 7-1. Recupero: 1'+4'.



Da un paio d'anni almeno il dio del calcio o chi per lui tifa spudoratamente Tau; non si spiega altrimenti la traiettoria che assume l'esterno destro di Sarti a mezzo metro dalla fine della pista. Più che lo Scandicci, che evita la quinta sconfitta stagionale ma scivola lontanissimo dalla vetta, a esultare per l'1-1 che ferma la rincorsa dell'Affrico è infatti la capolista che vola a +7 sull'Arezzo di nuovo prima tra le inseguitrici e sogna il bis del 2022, en plein in Toscana e poi chissà. L'Affrico deve aver pensato che se replay dev'essere è bene che lo sia fino in fondo: oltre a riscattare il tonfo dell'andata (al Bartolozzi finì 3-0), vincendo avrebbe ufficializzato per il secondo anno di fila la propria candidatura ad antagonista principale. E per un tempo e mezzo, intervallo in cui incastona la rete del vantaggio e soffoca la manovra avversaria con una pressione sempre più alta, ha tutto il diritto di crederlo: dopo un buon avvio lo Scandicci si rintana tra l'area e la trequarti, in attesa del guizzo che possa accendere una manovra insolitamente fiacca.; ma se a mezzo metro dalla fine della pista il dio del calcio o chi per lui non avesse addolcito la traiettoria uscita dall'esterno di Sarti se ne sarebbe potuto parlare solo nel libro dei desideri scaduti. Cuciti insieme, i due lembi della gara racchiudono il netto predominio dell'Affrico (per averne evidenza è sufficiente contare gli angoli, 7-1; e lo Scandicci batte l'unico alla fine del recupero) ingabbiato però nell'1-1 dal buon inizio e soprattutto dal gran finale dello Scandicci. L'avvio tiene infatti celata l'inerzia prevalente della gara: schierato col classico rombo in cui De Leonardis agisce d'appoggio alle due punte, lo Scandicci sembra poter far subito male sull'asse Sarti-Pepe-Martini al cui pallonetto Amantea s'oppone (2'); ma è poco più di un'illusione, perché di lì in avanti e quasi fino alla fine della gara si gioca nell'altra metà campo. L'Affrico replica immediatamente col destro strozzato di Vaggioli servito ai cinque metri dalla sponda di Piccioli sulla rimessa di Bonfanti (4') e col gocciolone di Silvestri sul quale solo la diagonale sontuosa di Andreucci evita che l'uscita incerta di Casini porti guai grandi in casa Scandicci (10'). Poi per una decina di minuti le occasioni spariscono: è merito di Amantea, che in anticipo sulla trequarti frantuma ogni possibile ripartenza dello Scandicci, e soprattutto di Figus, di Andreucci e dei ripiegamenti di Bucciardini che tamponano Nunziati, Piccioli e Cerasi cercati in profondità dal destro incantato di La Greca. Si torna a sussultare intorno al 25', quando l'Affrico conquista due corner consecutivi: come sul primo, anche sul secondo Casini è incerto nell'uscita alta; stavolta lo salvano non la sua difesa ma La Greca e Vaggioli che involontariamente s'ostacolano e non riescono a spingere il pallone nella porta incustodita. Sul rinvio l'Affrico riconquista il possesso e cerca di nuovo la profondità: la sponda di Piccioli innesca a destra Nunziati che in quattro metri ne recupera cinque a Mascalchi reduce da una pallonata dolorosissima e, violata l'area, anticipa l'uscita di Casini con un diagonale in corsa a lato di mezzo metro. Gli spettatori si difendono senza troppi problemi dal vento insistente, per seguire l'andamento della gara non importa ruotare la testa: si gioca costantemente nella stessa zona, merito dell'Affrico che abbina polmoni capientissimi a una rara capacità di vedere il gioco; alla mezz'ora Silvestri lancia in porta Nunziati, fermato dall'uscita di Casini (meglio, molto meglio sui palloni bassi) e dal fischio di Cenni che punisce un fuorigioco inesistente (Mascalchi non era salito). Ma nel giro di cento secondi le proteste assumono colore diverso: meritava d'esser punito col rigore il tamponamento di Amantea su Pepe che gli aveva sottratto il pallone dopo la svirgolata sul lancio di Mascalchi. E visto che caos chiama caos sulla ripartenza l'Affrico trova il vantaggio: Bonfanti verticalizza su Piccioli che, spostatosi in posizione d'ala sinistra, vince col fisico il duello con Andreucci e raggiunto il fondo crossa col mancino verso il secondo palo; Nunziati ha stretto fin dove deve e con la fronte pizzica il pallone in porta. Se ci fosse bisogno di una didascalia secca: Affrico meritatamente in vantaggio, Scandicci giustamente imbelvito. Consapevole che se non comincia a muoversi resterà impantanato in fondo alla buca, lo Scandicci affronta la ripresa con un piglio ben diverso: Margheri inizia a prender coraggio e a verticalizzare palloni sempre più precisi, uno dei quali Pepe prova a convertire nel pari con una volée che La Greca smorza (43'). Ma l'Affrico rischia d'esser letale ogni volta che cerca la profondità: sulla ripartenza Nunziati innesca Piccioli che lascia Dell'Agli a prendergli la targa e una volta entrato in area piazza sul secondo palo il destro che Cosi (meglio, molto meglio sui palloni bassi) respinge con la gamba opposta. Qualche minuto prima erano già entrati Pratesi (fuori Cerasi) e Di Cara (fuori De Leonardi); Vivarelli si gioca il secondo cambio per contenere le progressioni di Piccioli: fuori Dell'Agli in difficoltà nelle accelerazioni, dentro il terzino 2009 Morosino, Andreucci scala al centro insieme a Figus. La difesa comincia a disimpegnarsi con minor affanno, la manovra gradisce e anche se la porta è ancora un sogno lo Scandicci inizia a distendersi con maggior fluidità: ne è un segnale la doppia sollecitazione per Lombardi che tra il 47' e il 49' deve prima anticipare Martini sul lancio di Bucciardini e poi bloccare a mezz'altezza il tiro di Di Cara servito all'arco dell'area dall'ennesima giocata notevole di Margheri. Ma al 51' lo Scandicci rischia d'uscire dalla partita: gli va bene che sulla giocata consueta, imbucata di Nunziati per Piccioli decentrato, il pallone esca prima del cross che Vaggioli scaraventa in rete; Cenni (e se non avesse padellato il rigore su Pepe non avrebbe diretto male, almeno tecnicamente; troppo alta però la soglia disciplinare) è ben piazzato e, facendosi capire con un linguaggio corporeo efficacissimo, non convalida. Ma non è l'unico pericolo per la porta dello Scandicci che come nel primo tempo rischia di nuovo su un cross dalla bandierina, stavolta da destra: il mancino di Vaggioli proietta il pallone sulla testa di La Greca che in terzo tempo non trova lo specchio, complice l'opposizione decisiva di Andreucci (54'). Quattro minuti più tardi succede più o meno lo stesso dall'altra parte, quando Lombardi (meglio, molto meglio sui palloni bassi) esce a vuoto sul traversone di Margheri: la deviazione di Bucciardini esce fuori dal bersaglio. Ma lo Scandicci sta crescendo e al 61' costruisce un'altra occasione per il pari sulla giocata illuminante di Mascalchi dietro la difesa: il pallonetto di Sarti è però un passaggio a Lombardi che blocca. Gradevole lo era già nel primo tempo; ora la gara si fa gradevolissima: Pratesi prova a sigillarla calciando col destro al volo sulla sponda di Piccioli, Casini replica con un tuffo plastico. Finalmente però si sentono sprazzi jazz di quello Scandicci che nel girone d'andata ha suonato nei migliori locali della Toscana: Mascalchi improvvisa buttandosi in area sul dialogo tra Leporatti (era uscito Bucciardini) e Pepe, ma da posizione favorevolissima alza il mancino sopra la traversa. Sembra la ghigliottina sulle speranze dello Scandicci, ma si sa che il risultato di una partita non è mai la somma degli elementi (la tecnica, la tattica, le posizioni in campo, la preparazione atletica, le scarpe giuste, la cena della sera prima) che la compongono; c'è sempre quella scintilla quasi magica («l'anima» direbbe un giovane Walter White) che tenendo insieme tutto gli dà un significato diverso. Stavolta la matrice soprannaturale è evidente: si sa che sciarpa porta al collo colui che da lassù, o dove sta, piega fino all'incrocio il tiro di Sarti che dal limite calcia con l'esterno destro dopo una profonda rimessa laterale di Mascalchi; e nell'andamento della traiettoria, lenta e letale perché scende quando Lombardi (meglio, molto meglio sui palloni bassi) l'ha già battezzata alta, il ditone amaranto si vede bello nitido. Beffato quando era ormai convinto di tener viva la lotta per il titolo almeno fino allo scontro diretto d'inizio febbraio, a tre quarti del recupero l'Affrico rischia una sconfitta incredibile: lo salva Lombardi che rattoppa l'errore di Agosti (pallone perso al limite sulla pressione di Di Cara) spingendo in angolo, l'unico della gara dello Scandicci, il tiro di Picco destinato in porta. Sarebbe stato un finale difficilmente spiegabile; ma si sa che a volte è tutta questione di fede.
Calciatoripiù
: insieme al dio del calcio Sarti evita la sconfitta in una delle domeniche più difficili della stagione; il risultato era rimasto aperto fino alla fine per merito di Margheri , che nella ripresa riduce l'estensione dei possedimenti della mediana avversa, e della batteria dei terzini titolari: è vero che per qualche minuto Mascalchi accusa gli effetti di una pallonata dolorosissima e che Andreucci (Scandicci), ottimo da centrale nella seconda parte della ripresa, non tiene Piccioli in occasione della rete, ma sulle corsie laterali la squadra regge e riparte. Non si può dire lo stesso per la zona centrale, dominata da Iania dietro, da La Greca in regia e dal fisico e dalla tecnica di Piccioli che agisce con egual facilità come rifinitore e come finalizzatore: è altissimo il livello dei dialoghi con Nunziati (Affrico), compreso quello che genera il vantaggio.