• Allievi B
  • Terontola
  • 3 - 3
  • Lorese


TERONTOLA: Angelucci, Vasilev, Nocentini, Salvicchi, Garzi, Lunghini, Bucci, Mattiucci, Kakà, Bufalini, Bennati. All.: Forchetti.

LORESE: Pisano, Ciullini, Lucherini, Chiarabini, Nuzzi, Brandini, Minicucci, La Rosa, Supino, Postiglione, Esposito. A disp.: Di Puorto, Teci, Brandini. All.: Falsini.


RETI: Chiarabini, Postiglione, Bufalini, Mattiucci, Supino, Kakà.



Quante volte mi domando: ma che cosa conta davvero a questo mondo? Anche quando seguo una partita viene spontaneo pensare al risultato. Questa gara, calcisticamente parlando, molto avrebbe da dire: sei reti in tutto, andamento rocambolesco; in particolare un punto per ciascuno dei due contendenti, prezioso alla fine per il Terontola che aveva rischiato di perdere e prezioso per la Lorese che era in crisi. Ma lasciamo stare il calcio stavolta. La partita è solo una cornice di una tragedia che ha colpito un giocatore della squadra di casa, oggi comprensibilmente assente dal terreno di gioco. Se ne è andato, dopo tanta sofferenza, il caro Giuseppe Olivi, padre del giocatore terontolese Federico. Eppure si è giocata questa partita. La colpa non è di nessuno, non facciamo polemiche. Ma il dolore resta per la scomparsa di una persona che a Terontola era amata. Anche noi, per quel niente che possiamo fare, ci stringiamo in un forte abbraccio a questa famiglia, a questa gente che soffre (tanti ragazzi non hanno giocato per recarsi al funerale). Ed allora, quali sono le cose che contano davvero? A questo punto non lo so più, non lo so ma penso che il risultato sul campo oggi non contava, almeno per una squadra. Penso che per noi conti invece segnalare questo fatto, la vera notizia di questa partita. Non mi interessa distrarmi e divertirmi questa volta, mi interessa di più pensare che al giorno d'oggi, con la gente che si lamenta tanto perché ha poco tempo libero, perchè non abbonda di oro e non può permettersi quella vacanzetta extra eccetera, eccetera, eccetera, ci sono persone che muoiono e famiglie, ricche o povere che siano, che patiscono e sono disperate per via di tremende malattie. Il calcio non dovrebbe soltanto sensibilizzare, penso che alle volte dovrebbe e potrebbe fermarsi. Quando lo può lo dovrebbe fare. Dovrebbe dire basta!, sforzarsi che fosse così e basta. Se non ci si riesce pazienza, ma almeno far vedere che è in lotta, in lotta per quel risultato. Invece, noto come in questo paese la c.d. società civile, con in testa il sottoscritto, quando decide di fermarsi, di qualunque orientamento politico sia, si ferma solo per interessi di parte, mai per un bene comune. Al contrario, la scorsa settimana, apprezzai molto l'iniziativa sociale di questo giornale in prima pagina. Mi piacerebbe muovermi su questa linea, quantomeno ci provo.

Lapo Guidotti TERONTOLA: Angelucci, Vasilev, Nocentini, Salvicchi, Garzi, Lunghini, Bucci, Mattiucci, Kak&agrave;, Bufalini, Bennati. All.: Forchetti. <br >LORESE: Pisano, Ciullini, Lucherini, Chiarabini, Nuzzi, Brandini, Minicucci, La Rosa, Supino, Postiglione, Esposito. A disp.: Di Puorto, Teci, Brandini. All.: Falsini. <br > RETI: Chiarabini, Postiglione, Bufalini, Mattiucci, Supino, Kak&agrave;. Quante volte mi domando: ma che cosa conta davvero a questo mondo? Anche quando seguo una partita viene spontaneo pensare al risultato. Questa gara, calcisticamente parlando, molto avrebbe da dire: sei reti in tutto, andamento rocambolesco; in particolare un punto per ciascuno dei due contendenti, prezioso alla fine per il Terontola che aveva rischiato di perdere e prezioso per la Lorese che era in crisi. Ma lasciamo stare il calcio stavolta. La partita &egrave; solo una cornice di una tragedia che ha colpito un giocatore della squadra di casa, oggi comprensibilmente assente dal terreno di gioco. Se ne &egrave; andato, dopo tanta sofferenza, il caro Giuseppe Olivi, padre del giocatore terontolese Federico. Eppure si &egrave; giocata questa partita. La colpa non &egrave; di nessuno, non facciamo polemiche. Ma il dolore resta per la scomparsa di una persona che a Terontola era amata. Anche noi, per quel niente che possiamo fare, ci stringiamo in un forte abbraccio a questa famiglia, a questa gente che soffre (tanti ragazzi non hanno giocato per recarsi al funerale). Ed allora, quali sono le cose che contano davvero? A questo punto non lo so pi&ugrave;, non lo so ma penso che il risultato sul campo oggi non contava, almeno per una squadra. Penso che per noi conti invece segnalare questo fatto, la vera notizia di questa partita. Non mi interessa distrarmi e divertirmi questa volta, mi interessa di pi&ugrave; pensare che al giorno d'oggi, con la gente che si lamenta tanto perch&eacute; ha poco tempo libero, perch&egrave; non abbonda di oro e non pu&ograve; permettersi quella vacanzetta extra eccetera, eccetera, eccetera, ci sono persone che muoiono e famiglie, ricche o povere che siano, che patiscono e sono disperate per via di tremende malattie. Il calcio non dovrebbe soltanto sensibilizzare, penso che alle volte dovrebbe e potrebbe fermarsi. Quando lo pu&ograve; lo dovrebbe fare. Dovrebbe dire basta!, sforzarsi che fosse cos&igrave; e basta. Se non ci si riesce pazienza, ma almeno far vedere che &egrave; in lotta, in lotta per quel risultato. Invece, noto come in questo paese la c.d. societ&agrave; civile, con in testa il sottoscritto, quando decide di fermarsi, di qualunque orientamento politico sia, si ferma solo per interessi di parte, mai per un bene comune. Al contrario, la scorsa settimana, apprezzai molto l'iniziativa sociale di questo giornale in prima pagina. Mi piacerebbe muovermi su questa linea, quantomeno ci provo. Lapo Guidotti




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