• Finali Berretti
  • Cittadella
  • 2 - 1
  • Arezzo


CITTADELLA (4-3-1-2): Corasaniti; Maniero, Amato.amin, Volpato, Rumleanschi, Caccin, Manente (73' Adu Gyamfi), De Pieri (64' Minozzi), Stocco, Fasolo. A disp.: Scomparin, Ansah, Selmin, Adu Gyamfi, Mandy, Minozzi, Stefani. All.: Giulio Giacomin.
AREZZO (3-4-1-2): Garbinesi, Bonfini (83' Galantini), Pauselli (59' Arcaba), D'Abbrunzo, Bernardini, Minocci, Rampelli, Bozzi, Iacuzio, Ngissah, Benucci (70' Dai Pra). A disp.: Maffetti, Testi, Zammuto, Arcaba, Dai Pra, Brunetti, Magara, Galantini, Cusin, Romagnoli. All.: Antonio Alessandria.

ARBITRO: Edoardo Paolini di Ascoli Piceno, coad. da Squarcia di Roma 1 e Bianchini di Cesena.

RETI: 22' De Pieri, 30' rig. Fasolo, 59' Iacuzio.
NOTE: angoli 6-4. Ammonito Pauselli al 30', Fasolo al 43', Manente al 56', Bernardini al 61'. Recupero 1'+4'.



Un straordinaria reazione nella ripresa non basta all'Arezzo per frenare il Cittadella che conquista lo scudetto nella 50ª edizione del campionato Dante Berretti. Rimane comunque memorabile l'annata amaranto e le gesta compiute dai ragazzi di Antonio Alessandria rimarranno indimenticabili nella storia del settore giovanile amaranto. Nel primo tempo parte molto bene l'Arezzo che nei primissimi minuti prova a mettere alle corde gli avversari. Il primo tiro in porta è dei toscani con una conclusione di Benucci che Corasaniti riesce a neutralizzare. Col passare dei minuti però cresce il Cittadella, grazie a Xamin e Manente che prendono in mano il timone del centrocampo, costringendo gli avversari ad arretrare il baricentro. Dopo un tiro di Amato sugli sviluppi di un cross di Caccin sopra la traversa e una punizione di Xamin sulla barriera, la formazione di Giacomin prende saldamente in mano le redini del gioco, impedendo all'Arezzo di ripartire. Al 19' De Pieri sfugge alla difesa amaranto, ma viene chiuso da Garbinesi che mette in corner. Al 22' Maniero dopo due dribbling lascia partire un tiro che Garbinesi riesce a respingere; la ribattuta sulla destra viene recuperata da Fasolo che mette al centro per De Pieri il quale con opportunismo firma l'uno a zero per i suoi. Al 26' Ngissah conquista palla tra le linee, avanza tra due avversari e, appena entrato in area, lascia partire un tiro-cross che Corasaniti riesce a bloccare senza difficoltà. L'Arezzo alza il baricentro, trascinato da un Ngissah sempre più incisivo ma non trova molti sbocchi. Al 29' altra discesa di Ngissah che parte dalla al piede dalla tre-quarti sulla destra, si accentra e si crea lo spazio per calciare, ma il suo diagonale esce di poco alla destra di Corasaniti. Nel contropiede De Pieri serve da sinistra in area Fasolo che controlla e, spalle alla porta, prova a girarsi, subendo la trattenuta di Pauselli. Per il signor Paolini è calcio di rigore: dagli undici metri batte Fasolo che conclude nell'angolo alto alla destra di Garbinesi che non può arrivare sul pallone. È il due a zero. L'Arezzo non si arrende e prova a ridurre le distanze prime dell'intervallo. Al 34' ci prova D'Abbrunzo con un tiro che, dopo una deviazione, viene parato da Corasaniti. Al 45' calcio di punizione da sinistra di Benucci, la sua parabola spiove in area ma Coraniti domina l'area in uscita.
Nella ripresa l'Arezzo cambia decisamente passo e costringe il Cittadella sulla difensiva. Gli amaranto dimostrano di stare benissimo fisicamente e cercano il gol che riduca le distanze. Al 47' D'Abbrunzo lancia Iacuzio, fermato dalla buona uscita di Corasaniti che blocca il pallone. Al 51' splendida azione degli amaranto: Rampelli da sinistra serve Iacuzio che protegge la sfera per poi scaricarla a Ngissah che prova a piazzare il destro ma Corasaniti in tuffo riesce a bloccare. Al 53' ancora Ngissah, imprendibile in qwuesti minuti, riceve una rimessa laterale e parte in un'iniziativa personale; defilato a sinistra, il giocatore amaranto prova un tiro che termina sull'esterno della rete. Al 57' il solito Ngissah viene liberato da un colpo di testa di Minocci, prende posizione e, forse trattenuto (protesta il pubblico aretino, chiedendo il penalty come nella prima frazione), prova a scaricare all'indietro per Benucci, che però viene contrastato al momento del tiro. Al 58' D'Abbrunzo riceve da un colpo di testa di Benucci, ma il suo tiro termina sul fondo. Passa solo un minuto e la squadra amaranto riduce con merito le distanze: Minocci serve a destra D'Abbrunzo che fa due passi palla al piede e sforna al centro un cross prelibato; Iacuzio è appostato alle spalle di Maniero e con un bel colpo di testa incrocia la sfera alla sinistra di Corasiniti. È il due a uno che riapre il match. Gli amaranto ci credono, corrono di più e meglio della formazione granata che sembra in affanno e non riesce a sviluppare il suo gioco come nella prima frazione. Al 68' torna alla conclusione il Cittadella con una punizione di Minozzi dalla lunga distanza che termina di poco sopra la traversa, anche se Garbinesi controlla la traiettoria. Due minuti più tardi Benucci batte una punizione insidiosa dalla destra, al centro Arcaba spizzica di testa ma non inquadra lo specchio. L'Arezzo preme caparbiamente per dieci minuti, trascinato dalle geometrie del solito Bozzi e dagli esterni che sembrano finalmente entrati in partita. All'82' break dei granata: Fasolo tenta l'affondo a destra ma viene chiuso in corner dal pronto intervento di Bernardini. All'84' D'Abbrunzo sradica il pallone dai piedi di un avversario e lascia partire un gran tiro che, deviato, per poco non inganna Corasaniti. L'ultimo tiro in porta, al 90', è ad opera di Minozzi, che viene chiuso da Minocci, poi nei quattro minuti il recupero il Cittadella riesce a tenere i ragazzi toscani lontani dalla porta di Corasaniti e si arriva così al triplice fischio sul punteggio di due a uno. Il Cittadella, dopo la promozione conquistata dalla prima squadra, festeggia un altro traguardo prestigioso e si cuce sul petto lo scudetto. Si ferma ad un passo dal realizzarsi il sogno dell'Arezzo: ma i ragazzi amaranto non hanno davvero niente da rimproverarsi e devono solo essere elogiati per un'annata straordinaria.
Le pagelle amaranto
Garbinesi: Impegnato più in semifinale (splendida una parata su Rizzo in avvio) che in finale, comunque nella Final Four si mostra sempre sicuro ed autoritario nelle uscite, trasmettendo grande tranquillità a tutto il reparto.
Kouadio: L'ex viola gioca solo la semifinale, nella quale rimedia il cartellino giallo che gli costringe a saltare la finale. Rizzo sfonda in una occasione nel primo tempo, per il resto disputa una gara superlativa, blindando la retroguardia e mostrando buone doti anche nel palleggio. Si sente eccome la sua mancanza in finale.
Bonfini: Una delle piacevoli sorprese di questa stagione. Il centrale difensivo mancino, classe '98, dopo l'esperienza col Perugia, si è ritagliato un ruolo da protagonista nell'annata. Nella semifinale guida con sicurezza il reparto senza concedersi sbavature ed arrivando spesso in anticipo a chiudere le iniziative avversarie. Agisce anche da regista arretrato e trova il gol che sblocca il risultato. Qualche problema in più in avvio della finale, ma cresce alla distanza.
Bernardini: Arriva spesso in anticipo sui dirimpettai e come centrale di sinistra blinda la retroguardia. Due gare più che positive anche per il capitano amaranto, come al solito uno dei trascinatori.
Pauselli: In finale ha vita dura contro gli attaccanti granata che, rapidi e scaltri, lo costringono agli straordinari. Dopo un avvio in salita (procura il rigore del raddoppio), guadagna sicurezza col passare dei minuti.
Arcaba: Entra bene in partita nella mezz'ora della finale e sfiora anche la rete.
Minocci: A destra prova a spingere sull'acceleratore con alcune discese, ma non trova sbocchi; in semifinale concede qualcosa a Graziano nel primo tempo, ma diventa dominatore della fascia nella ripresa. Simile l'andamento della sua finale, con una ripresa arrembante sulla destra.
D'Abbrunzo: Il solito peperino a centrocampo: brilla di più quando ha al suo fianco Bozzi, ma non demerita neppure nella semifinale, quando prova a mettere ordine alla manovra, riuscendoci a tratti. Nella ripresa della finale, poi, è tra coloro che trascinano la squadra alla ricerca del pareggio e sforna il cross per la rete di Iacuzio.
Benucci: Poliedrico, dinamico, pratico. In semifinale sostituisce lo squalificato Bozzi e, pur avendo caratteristiche diverse dal compagno; prova comunque a smistare il pallone sbagliando pochissimo. Gioca più avanzato (al posto di Borsi) in finale e, anche se non arriva alla conclusione, è comunque utilissimo nel pressing e serve alcuni cross interessanti.
Rampelli: Come Minocci: nelle due gare offre due partite in una. Alle prime frazioni giocate in fase di contimento, fanno seguito seconde frazioni più arrembanti. Utile in entrambe le sfide.
Ngissah: E' un po' il termostato della squadra. Quando gira lui, l'Arezzo diventa pericolosissimo. Nella semifinale entra in partita nella ripresa, diventando imprendibile e confezionando l'assist per il due a zero. In finale, dopo un avvio poco appariscente, si fa apprezzare nella fase centrale ma paga un po' di stanchezza negli ultimi minuti.
Iacuzio: Torna a timbrare il cartellino in finale, dopo aver fatto più volte la differenza con le sue reti in campionato. Nelle due gare non riceve tanti palloni, ma corre, pressa e si impegna su tutto il fronte di attacco. Meglio nella finale (e specialmente nella ripresa) quando è spesso pericoloso.
Borsi: Si infortuna in semifinale e deve saltare la finalissima. Partendo da destra prova a infastidire la difesa etnea con alcune accelerazioni, ma nonostante l'impegno tocca pochi palloni, tutti lontani dall'area di rigore. Sfortunato, esce per un infortinio in avvio di ripresa.
Dai Pra: Spesso capace di entrare e segnare, anche stavolta conferma il suo senso del gol, facendosi trovare all'appuntamento con la rete contro il Catania, ma conclude alto. Grande volontà anche negli ultimi minuti della finalissima.
All. Antonio Alessandria: Tecnico giovane che ha confermato tutto il suo valore. La sequenza straordinaria di vittorie ottenute nel girone di andata rimarrà nella storia del club amaranto, così come vi rimarrà questa finale e lo scudetto sfiorato. I suoi giocano un calcio pratico, ma anche spettacolare e sono cresciuti molto nel corso dell'annata.
Lo staff. Tutto lo staff amaranto merita un grande elogio per il modo in cui è riuscito ad accompagnare il cammino della squadra. Una citazione in particolare per il preparatore atletico Doti, il massaggiatore Otelli e gli accompagnatori Benigni, Volpe e Duranti. Uno staff così è in grado di fare la differenza
L'intervista
Bastano poche parole con Antonio Alessandria per capire quale è uno dei segreti della cavalcata della formazione amaranto in questa stagione. La sua grinta, la sua carica, la sua voglia di vincere ancora sono a livelli altissimi dopo la sconfitta contro il Cittadella: Non dobbiamo cercare alibi - spiega il tecnico ex Perugia -. Secondo me siamo partiti un po' contratti e in avvio in difesa sono stati commessi due errori due errori che ci sono costati cari. Purtroppo non abbiamo potuto contare su Kouadio, che era squalificato dopo la semifinale. Il Cittadella era una squadra più esperta della nostra, in campo c'erano i fuoriquota che hanno saputo fare la differenza. Quando hanno notato che l'Arezzo era un po' in bambola hanno premuto sull'acceleratore; quando l'Arezzo è diventato arrembante, loro sono stati bravi a controllare e a lavorare di furbizia. Noi eravamo da questo punto di vista meno esperti. E non poteva essere altrimenti, visto che tra loro c'erano anche ragazzi che lo scorso anno giocavano nel campionato primavera .
Difficile immaginare un Arezzo così lontano ad inizio stagione.
Siamo contenti della stagione, è stata esaltante. Nel periodo della preparazione dissi ai ragazzi che ci saremmo divertiti. Avevo notato che i ragazzi avevano una voglia di migliorarsi fuori dal normale e che erano disposti ad adattarsi a tutte le proposte. E così sono arrivate le 14 vittorie consecutive, la vittoria del girone e la conquista della Final Four, anche contro società più organizzate e dal maggior blasone e maggior bacino di utenza. Penso al Lecce e al Catania, ma anche Casertana chera era una squadra arrembante. Facendo un'analisi di tutta la stagione mi ritengo più che soddisfatto .
Peccato, perché nella ripresa con la vostra reazione avreste meritato il pareggio.
È mancata la ciliegina sulla torta: ma è una torta buonissima, fatta con sacrificio, passione ed amore. Pazienza. Ho mangiato tante torte senza ciliegine e mi sono piaciute. Quando arrivi alla finale non ci sono mezze misure: una vince e l'altra perde. Anche se per carattere sono uno che non si accontenta mai e che non molla mai, devo rendere merito al Cittadella, anche perché in una gara da novanta minuti non c'è possibilità di replica. A Lecce abbiamo sbagliato il primo tempo, ma poi siamo andati a rimontare nel secondo tempo e nella gara di ritorno .
Quell'avvio contratto ha avuto una causa emotiva?
Dovendo fare i conti con ragazzi di 18 anni col mio staff non abbiamo caricato tanto la gara dal punto di vista emotivo, anche perché sapevamo che qualcuno non era abituato a questo tipo di partite .
Obiettivo di una squadra Berretti è anche costruire giocatori per la prima squadra. E anche da questo punto di vista può ritenersi soddisfatto.
Tra le quattro finaliste, noi e il Catania eravamo le squadre più giovani. La Cremonese era composta da tutti '97 e tre '96. Il Cittadella in finale aveva solo due '96, ma perché uno era squalificato. Solo il Catania era più giovane di noi, con ragazzi classe '98 e '99. La nostra rosa per la maggior parte è stata composta da '98 e da alcuni '97 rimasti dallo scorso anno. Aggiungendo 5-6 ragazzi nuovi e allestito una rosa competitiva che ha fatto un campionato splendido, andando oltre le più rose. Ci siamo fermati solo al capolinea, perdendo la finale. Ma non è andata bene solo per il risultato, perché usciamo a testa altissima .
Il 3-4-1-2 della Final Four ha confermato di dare buone garanzie.
E' stato questo il modulo che abbiamo adottato per tutta la stagione, anche se a volte lo abbiamo mutato in un 3-5-2, abbiamo sempre mantenuto la difesa a tre. Penso che sia un tipo di gioco votato ad attaccare e ad un calcio propositivo. Il nostro, infatti, è stato per tutta la stagione un calcio equilibrato ma offensivo. Abbiamo avuto soltanto un momento di flessione, che credo non sia stato dovuto ad un calo fisico, ma alla mancanza di alcune pedine che nei momenti topici sono andate con la prima squadra. Mi piace il fatto che la squadra abbia trovato nel corso della stagione il mio stesso carattere combattivo: i ragazzi non mollano finché non è arrivato il triplice fischio .
Per il futuro pensa di rimanere ad Arezzo anche nella prossima stagione?
Vedremo quali saranno le intenzioni della società. Dopo due anni con gli Allievi del Perugia ha provato questa esperienza e direi che è stata molto positiva. Ci incontreremo con la società e ne parleremo nei prossimi giorni .

Cosimo Di Bari CITTADELLA (4-3-1-2): Corasaniti; Maniero, Amato&#46;amin, Volpato, Rumleanschi, Caccin, Manente (73' Adu Gyamfi), De Pieri (64' Minozzi), Stocco, Fasolo. A disp.: Scomparin, Ansah, Selmin, Adu Gyamfi, Mandy, Minozzi, Stefani. All.: Giulio Giacomin.<br >AREZZO (3-4-1-2): Garbinesi, Bonfini (83' Galantini), Pauselli (59' Arcaba), D'Abbrunzo, Bernardini, Minocci, Rampelli, Bozzi, Iacuzio, Ngissah, Benucci (70' Dai Pra). A disp.: Maffetti, Testi, Zammuto, Arcaba, Dai Pra, Brunetti, Magara, Galantini, Cusin, Romagnoli. All.: Antonio Alessandria.<br > ARBITRO: Edoardo Paolini di Ascoli Piceno, coad. da Squarcia di Roma 1 e Bianchini di Cesena.<br > RETI: 22' De Pieri, 30' rig. Fasolo, 59' Iacuzio.<br >NOTE: angoli 6-4. Ammonito Pauselli al 30', Fasolo al 43', Manente al 56', Bernardini al 61'. Recupero 1'+4'. Un straordinaria reazione nella ripresa non basta all'Arezzo per frenare il Cittadella che conquista lo scudetto nella 50&ordf; edizione del campionato Dante Berretti. Rimane comunque memorabile l'annata amaranto e le gesta compiute dai ragazzi di Antonio Alessandria rimarranno indimenticabili nella storia del settore giovanile amaranto. Nel primo tempo parte molto bene l'Arezzo che nei primissimi minuti prova a mettere alle corde gli avversari. Il primo tiro in porta &egrave; dei toscani con una conclusione di Benucci che Corasaniti riesce a neutralizzare. Col passare dei minuti per&ograve; cresce il Cittadella, grazie a Xamin e Manente che prendono in mano il timone del centrocampo, costringendo gli avversari ad arretrare il baricentro. Dopo un tiro di Amato sugli sviluppi di un cross di Caccin sopra la traversa e una punizione di Xamin sulla barriera, la formazione di Giacomin prende saldamente in mano le redini del gioco, impedendo all'Arezzo di ripartire. Al 19' De Pieri sfugge alla difesa amaranto, ma viene chiuso da Garbinesi che mette in corner. Al 22' Maniero dopo due dribbling lascia partire un tiro che Garbinesi riesce a respingere; la ribattuta sulla destra viene recuperata da Fasolo che mette al centro per De Pieri il quale con opportunismo firma l'uno a zero per i suoi. Al 26' Ngissah conquista palla tra le linee, avanza tra due avversari e, appena entrato in area, lascia partire un tiro-cross che Corasaniti riesce a bloccare senza difficolt&agrave;. L'Arezzo alza il baricentro, trascinato da un Ngissah sempre pi&ugrave; incisivo ma non trova molti sbocchi. Al 29' altra discesa di Ngissah che parte dalla al piede dalla tre-quarti sulla destra, si accentra e si crea lo spazio per calciare, ma il suo diagonale esce di poco alla destra di Corasaniti. Nel contropiede De Pieri serve da sinistra in area Fasolo che controlla e, spalle alla porta, prova a girarsi, subendo la trattenuta di Pauselli. Per il signor Paolini &egrave; calcio di rigore: dagli undici metri batte Fasolo che conclude nell'angolo alto alla destra di Garbinesi che non pu&ograve; arrivare sul pallone. &Egrave; il due a zero. L'Arezzo non si arrende e prova a ridurre le distanze prime dell'intervallo. Al 34' ci prova D'Abbrunzo con un tiro che, dopo una deviazione, viene parato da Corasaniti. Al 45' calcio di punizione da sinistra di Benucci, la sua parabola spiove in area ma Coraniti domina l'area in uscita.<br >Nella ripresa l'Arezzo cambia decisamente passo e costringe il Cittadella sulla difensiva. Gli amaranto dimostrano di stare benissimo fisicamente e cercano il gol che riduca le distanze. Al 47' D'Abbrunzo lancia Iacuzio, fermato dalla buona uscita di Corasaniti che blocca il pallone. Al 51' splendida azione degli amaranto: Rampelli da sinistra serve Iacuzio che protegge la sfera per poi scaricarla a Ngissah che prova a piazzare il destro ma Corasaniti in tuffo riesce a bloccare. Al 53' ancora Ngissah, imprendibile in qwuesti minuti, riceve una rimessa laterale e parte in un'iniziativa personale; defilato a sinistra, il giocatore amaranto prova un tiro che termina sull'esterno della rete. Al 57' il solito Ngissah viene liberato da un colpo di testa di Minocci, prende posizione e, forse trattenuto (protesta il pubblico aretino, chiedendo il penalty come nella prima frazione), prova a scaricare all'indietro per Benucci, che per&ograve; viene contrastato al momento del tiro. Al 58' D'Abbrunzo riceve da un colpo di testa di Benucci, ma il suo tiro termina sul fondo. Passa solo un minuto e la squadra amaranto riduce con merito le distanze: Minocci serve a destra D'Abbrunzo che fa due passi palla al piede e sforna al centro un cross prelibato; Iacuzio &egrave; appostato alle spalle di Maniero e con un bel colpo di testa incrocia la sfera alla sinistra di Corasiniti. &Egrave; il due a uno che riapre il match. Gli amaranto ci credono, corrono di pi&ugrave; e meglio della formazione granata che sembra in affanno e non riesce a sviluppare il suo gioco come nella prima frazione. Al 68' torna alla conclusione il Cittadella con una punizione di Minozzi dalla lunga distanza che termina di poco sopra la traversa, anche se Garbinesi controlla la traiettoria. Due minuti pi&ugrave; tardi Benucci batte una punizione insidiosa dalla destra, al centro Arcaba spizzica di testa ma non inquadra lo specchio. L'Arezzo preme caparbiamente per dieci minuti, trascinato dalle geometrie del solito Bozzi e dagli esterni che sembrano finalmente entrati in partita. All'82' break dei granata: Fasolo tenta l'affondo a destra ma viene chiuso in corner dal pronto intervento di Bernardini. All'84' D'Abbrunzo sradica il pallone dai piedi di un avversario e lascia partire un gran tiro che, deviato, per poco non inganna Corasaniti. L'ultimo tiro in porta, al 90', &egrave; ad opera di Minozzi, che viene chiuso da Minocci, poi nei quattro minuti il recupero il Cittadella riesce a tenere i ragazzi toscani lontani dalla porta di Corasaniti e si arriva cos&igrave; al triplice fischio sul punteggio di due a uno. Il Cittadella, dopo la promozione conquistata dalla prima squadra, festeggia un altro traguardo prestigioso e si cuce sul petto lo scudetto. Si ferma ad un passo dal realizzarsi il sogno dell'Arezzo: ma i ragazzi amaranto non hanno davvero niente da rimproverarsi e devono solo essere elogiati per un'annata straordinaria.<br >Le pagelle amaranto<br ><b>Garbinesi</b>: Impegnato pi&ugrave; in semifinale (splendida una parata su Rizzo in avvio) che in finale, comunque nella Final Four si mostra sempre sicuro ed autoritario nelle uscite, trasmettendo grande tranquillit&agrave; a tutto il reparto. <br ><b>Kouadio</b>: L'ex viola gioca solo la semifinale, nella quale rimedia il cartellino giallo che gli costringe a saltare la finale. Rizzo sfonda in una occasione nel primo tempo, per il resto disputa una gara superlativa, blindando la retroguardia e mostrando buone doti anche nel palleggio. Si sente eccome la sua mancanza in finale.<br ><b>Bonfini</b>: Una delle piacevoli sorprese di questa stagione. Il centrale difensivo mancino, classe '98, dopo l'esperienza col Perugia, si &egrave; ritagliato un ruolo da protagonista nell'annata. Nella semifinale guida con sicurezza il reparto senza concedersi sbavature ed arrivando spesso in anticipo a chiudere le iniziative avversarie. Agisce anche da regista arretrato e trova il gol che sblocca il risultato. Qualche problema in pi&ugrave; in avvio della finale, ma cresce alla distanza.<br ><b>Bernardini</b>: Arriva spesso in anticipo sui dirimpettai e come centrale di sinistra blinda la retroguardia. Due gare pi&ugrave; che positive anche per il capitano amaranto, come al solito uno dei trascinatori.<br ><b>Pauselli</b>: In finale ha vita dura contro gli attaccanti granata che, rapidi e scaltri, lo costringono agli straordinari. Dopo un avvio in salita (procura il rigore del raddoppio), guadagna sicurezza col passare dei minuti.<br ><b>Arcaba</b>: Entra bene in partita nella mezz'ora della finale e sfiora anche la rete.<br ><b>Minocci</b>: A destra prova a spingere sull'acceleratore con alcune discese, ma non trova sbocchi; in semifinale concede qualcosa a Graziano nel primo tempo, ma diventa dominatore della fascia nella ripresa. Simile l'andamento della sua finale, con una ripresa arrembante sulla destra.<br ><b>D'Abbrunzo</b>: Il solito peperino a centrocampo: brilla di pi&ugrave; quando ha al suo fianco Bozzi, ma non demerita neppure nella semifinale, quando prova a mettere ordine alla manovra, riuscendoci a tratti. Nella ripresa della finale, poi, &egrave; tra coloro che trascinano la squadra alla ricerca del pareggio e sforna il cross per la rete di Iacuzio.<br ><b>Benucci</b>: Poliedrico, dinamico, pratico. In semifinale sostituisce lo squalificato Bozzi e, pur avendo caratteristiche diverse dal compagno; prova comunque a smistare il pallone sbagliando pochissimo. Gioca pi&ugrave; avanzato (al posto di Borsi) in finale e, anche se non arriva alla conclusione, &egrave; comunque utilissimo nel pressing e serve alcuni cross interessanti.<br ><b>Rampelli</b>: Come Minocci: nelle due gare offre due partite in una. Alle prime frazioni giocate in fase di contimento, fanno seguito seconde frazioni pi&ugrave; arrembanti. Utile in entrambe le sfide.<br ><b>Ngissah</b>: E' un po' il termostato della squadra. Quando gira lui, l'Arezzo diventa pericolosissimo. Nella semifinale entra in partita nella ripresa, diventando imprendibile e confezionando l'assist per il due a zero. In finale, dopo un avvio poco appariscente, si fa apprezzare nella fase centrale ma paga un po' di stanchezza negli ultimi minuti. <br ><b>Iacuzio</b>: Torna a timbrare il cartellino in finale, dopo aver fatto pi&ugrave; volte la differenza con le sue reti in campionato. Nelle due gare non riceve tanti palloni, ma corre, pressa e si impegna su tutto il fronte di attacco. Meglio nella finale (e specialmente nella ripresa) quando &egrave; spesso pericoloso.<br ><b>Borsi</b>: Si infortuna in semifinale e deve saltare la finalissima. Partendo da destra prova a infastidire la difesa etnea con alcune accelerazioni, ma nonostante l'impegno tocca pochi palloni, tutti lontani dall'area di rigore. Sfortunato, esce per un infortinio in avvio di ripresa. <br ><b>Dai Pra</b>: Spesso capace di entrare e segnare, anche stavolta conferma il suo senso del gol, facendosi trovare all'appuntamento con la rete contro il Catania, ma conclude alto. Grande volont&agrave; anche negli ultimi minuti della finalissima.<br ><b>All. Antonio Alessandria</b>: Tecnico giovane che ha confermato tutto il suo valore. La sequenza straordinaria di vittorie ottenute nel girone di andata rimarr&agrave; nella storia del club amaranto, cos&igrave; come vi rimarr&agrave; questa finale e lo scudetto sfiorato. I suoi giocano un calcio pratico, ma anche spettacolare e sono cresciuti molto nel corso dell'annata. <br ><b>Lo staff</b>. Tutto lo staff amaranto merita un grande elogio per il modo in cui &egrave; riuscito ad accompagnare il cammino della squadra. Una citazione in particolare per il preparatore atletico Doti, il massaggiatore Otelli e gli accompagnatori Benigni, Volpe e Duranti. Uno staff cos&igrave; &egrave; in grado di fare la differenza<br >L'intervista<br >Bastano poche parole con <b>Antonio Alessandria</b> per capire quale &egrave; uno dei segreti della cavalcata della formazione amaranto in questa stagione. La sua grinta, la sua carica, la sua voglia di vincere ancora sono a livelli altissimi dopo la sconfitta contro il Cittadella: <b>Non dobbiamo cercare alibi </b>- spiega il tecnico ex Perugia -<b>. Secondo me siamo partiti un po' contratti e in avvio in difesa sono stati commessi due errori due errori che ci sono costati cari. Purtroppo non abbiamo potuto contare su Kouadio, che era squalificato dopo la semifinale. Il Cittadella era una squadra pi&ugrave; esperta della nostra, in campo c'erano i fuoriquota che hanno saputo fare la differenza. Quando hanno notato che l'Arezzo era un po' in bambola hanno premuto sull'acceleratore; quando l'Arezzo &egrave; diventato arrembante, loro sono stati bravi a controllare e a lavorare di furbizia. Noi eravamo da questo punto di vista meno esperti. E non poteva essere altrimenti, visto che tra loro c'erano anche ragazzi che lo scorso anno giocavano nel campionato primavera</b> . <br >Difficile immaginare un Arezzo cos&igrave; lontano ad inizio stagione.<br > <b>Siamo contenti della stagione, &egrave; stata esaltante. Nel periodo della preparazione dissi ai ragazzi che ci saremmo divertiti. Avevo notato che i ragazzi avevano una voglia di migliorarsi fuori dal normale e che erano disposti ad adattarsi a tutte le proposte. E cos&igrave; sono arrivate le 14 vittorie consecutive, la vittoria del girone e la conquista della Final Four, anche contro societ&agrave; pi&ugrave; organizzate e dal maggior blasone e maggior bacino di utenza. Penso al Lecce e al Catania, ma anche Casertana chera era una squadra arrembante. Facendo un'analisi di tutta la stagione mi ritengo pi&ugrave; che soddisfatto</b> .<br >Peccato, perch&eacute; nella ripresa con la vostra reazione avreste meritato il pareggio.<br > <b>&Egrave; mancata la ciliegina sulla torta: ma &egrave; una torta buonissima, fatta con sacrificio, passione ed amore. Pazienza. Ho mangiato tante torte senza ciliegine e mi sono piaciute. Quando arrivi alla finale non ci sono mezze misure: una vince e l'altra perde. Anche se per carattere sono uno che non si accontenta mai e che non molla mai, devo rendere merito al Cittadella, anche perch&eacute; in una gara da novanta minuti non c'&egrave; possibilit&agrave; di replica. A Lecce abbiamo sbagliato il primo tempo, ma poi siamo andati a rimontare nel secondo tempo e nella gara di ritorno</b> . <br >Quell'avvio contratto ha avuto una causa emotiva?<br > <b>Dovendo fare i conti con ragazzi di 18 anni col mio staff non abbiamo caricato tanto la gara dal punto di vista emotivo, anche perch&eacute; sapevamo che qualcuno non era abituato a questo tipo di partite</b> . <br >Obiettivo di una squadra Berretti &egrave; anche costruire giocatori per la prima squadra. E anche da questo punto di vista pu&ograve; ritenersi soddisfatto.<br > <b>Tra le quattro finaliste, noi e il Catania eravamo le squadre pi&ugrave; giovani. La Cremonese era composta da tutti '97 e tre '96. Il Cittadella in finale aveva solo due '96, ma perch&eacute; uno era squalificato. Solo il Catania era pi&ugrave; giovane di noi, con ragazzi classe '98 e '99. La nostra rosa per la maggior parte &egrave; stata composta da '98 e da alcuni '97 rimasti dallo scorso anno. Aggiungendo 5-6 ragazzi nuovi e allestito una rosa competitiva che ha fatto un campionato splendido, andando oltre le pi&ugrave; rose. Ci siamo fermati solo al capolinea, perdendo la finale. Ma non &egrave; andata bene solo per il risultato, perch&eacute; usciamo a testa altissima</b> . <br >Il 3-4-1-2 della Final Four ha confermato di dare buone garanzie.<br > <b>E' stato questo il modulo che abbiamo adottato per tutta la stagione, anche se a volte lo abbiamo mutato in un 3-5-2, abbiamo sempre mantenuto la difesa a tre. Penso che sia un tipo di gioco votato ad attaccare e ad un calcio propositivo. Il nostro, infatti, &egrave; stato per tutta la stagione un calcio equilibrato ma offensivo. Abbiamo avuto soltanto un momento di flessione, che credo non sia stato dovuto ad un calo fisico, ma alla mancanza di alcune pedine che nei momenti topici sono andate con la prima squadra. Mi piace il fatto che la squadra abbia trovato nel corso della stagione il mio stesso carattere combattivo: i ragazzi non mollano finch&eacute; non &egrave; arrivato il triplice fischio</b> .<br >Per il futuro pensa di rimanere ad Arezzo anche nella prossima stagione?<br > <b>Vedremo quali saranno le intenzioni della societ&agrave;. Dopo due anni con gli Allievi del Perugia ha provato questa esperienza e direi che &egrave; stata molto positiva. Ci incontreremo con la societ&agrave; e ne parleremo nei prossimi giorni</b> . Cosimo Di Bari




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