Campionando.it

GLI SPECIALI DI CALCIOPIù e CAMPIONANDO

Le interviste di Campionando: Simone Fioravanti (Impruneta Tavarnuzze)

Le interviste di Campionando: Simone Fioravanti (Impruneta Tavarnuzze)

Sulle panchine dei campionati regionali è spesso consuetudine trovare mister esperti e navigati; l' Impruneta Tavarnuzze va controcorrente e si affida per la categoria Giovanissimi al giovane Simone Fioravanti .

Abbiamo contattato il mister della società fiorentina, prontissimo e motivato per l'affascinante avventura che andrà a vivere con i ragazzi 2006 dell'Impruneta Tavarnuzze.

Prima esperienza nei campionati regionali, sei un mister molto giovane, come sei arrivato fino a qui, qual è il tuo percorso da mister?

Nonostante la mia giovane età la prossima sarà la decima stagione in panchina, la seconda nel settore giovanile, dopo tanti anni di scuola calcio, dove ho avuto modo di crescere, studiare e migliorarmi.

Ho iniziato ad allenare quasi per scherzo. Quando giocavo a La Querce, a pochi giorni dall'inizio dell'attività sportiva, venne a mancare l'allenatore dei Pulcini 2004 per sopraggiunti impegni lavorativi. Visto che tra i giocatori della prima squadra ero tra i pochi che ancora studiava, Il DS mi chiese se me la sentivo di provare un'esperienza in panchina, risposi di sì e pochi giorni dopo iniziò la mia avventura. Furono due anni fantastici, sia i bambini che i loro genitori, mi misero in condizione di lavorare serenamente e senza pressioni. Porterò sempre nel cuore quel gruppo.

Successivamente mi sono trasferito alla SORMS San Mauro, dove ho preso il timone dei Pulcini 2009, una vera e propria corazzata. Insieme abbiamo fatto un percorso straordinario, siamo riusciti a toglierci tantissime soddisfazioni e ad instaurare un rapporto meraviglioso, tanti di loro stanno proseguendo la loro crescita insieme ed ancora mi contattano per raccontarmi le loro partite e per mettermi a conoscenza dei loro miglioramenti.

Gli ultimi anni passati nella scuola calcio li ho trascorsi a Limite e Capraia, ma, a causa degli impegni dovuti alla stesura della tesi di laurea prima, e del corso UEFA B dopo, ho avuto pochissimo tempo per seguire i ragazzi.

Proprio durante il corso allenatori ho conosciuto quello che poi è diventato un caro amico, Lorenzo Giudici, adesso membro della dirigenza della Florentia San Gimignano. Una volta ottenuto il patentino mi ha presentato a Fausto Gonnelli, DS dell'Impruneta, col quale è scattata immediatamente la scintilla, infatti, nonostante la giovane età e la pressochè inesistente esperienza, mi ha, sin dal primo incontro, affidato un incarico biennale con i Giovanissimi.

Hai allenato il 2006 dell'Impruneta anche la scorsa stagione, pensi sia un vantaggio conoscere molti ragazzi della rosa?

Ad inizio anno ho trovato un gruppo fortemente eterogeneo, ma è bastato pochissimo per unire le forze in vista di un obiettivo unico, il miglioramento. Abbiamo lavorato duramente e, grazie alla spiccata propensione al lavoro dei ragazzi, ed ai loro sacrifici, siamo cresciuti a livello esponenziale, senza lasciare indietro nessuno. Soltanto la prematura interruzione dei campionati ci ha fermati. Il rammarico più grande, infatti, è proprio quello di non aver potuto portare a termine lo straordinario percorso di questa squadra, sono convinto che avremmo potuto fare ancora moltissimi passi avanti.Conosco profondamente chi è rimasto dallo scorso anno, abbiamo un grandissimo rapporto di fiducia reciproca che, sicuramente, sarà la nostra arma in più anche durante il campionato regionale.

La rosa si presenta come un mix tra confermati e nuovi arrivati, pensi di aver costruito, insieme al d.s., un buon gruppo per affrontare i regionali?

Come già accennato, con Fausto ho un rapporto eccezionale, ci sentiamo quasi tutti i giorni, ha provato ad accontentare ogni mia richiesta a livello di rosa anche se, a causa del lockdown, è stato difficile portare avanti i contatti con i ragazzi che stavamo seguendo.

Siamo convinti di aver allestito una buona squadra, coprendo i ruoli scoperti con arrivi di qualità, anche se siamo consapevoli che il campionato regionale sarà di un livello di gran lunga superiore a quello provinciale, quindi il nostro obiettivo resta la salvezza, da raggiungere il più serenamente possibile. Per questo, restiamo sugli attenti anche durante il mese di settembre per provare a mettere a segno qualche colpo di mercato last minute.

Campionati che inizieranno più tardi, come hai impostato la preparazione e il precampionato della squadra?

Purtroppo, a causa delle varie restrizioni dovute all'emergenza CoVid non abbiamo potuto organizzare il classico ritiro precampionato a Castel del Piano. Ad ogni modo, i ragazzi sono sempre stati seguiti sia nei mesi da marzo a giugno con esercizi individuali, che nei mesi di luglio ed agosto con dei programmi di ricondizionamento cardiovascolare e di mobilità.

Per la preparazione ci ritroveremo in sede lunedì 31 agosto e faremo 10 giorni di preparazione con doppia seduta di allenamento giornaliera.

Quest'anno sarò affiancato da Duccio Pini, preparatore atletico ex Florentia San Gimignano, che mi ha fatto sin da subito un'ottima impressione. Anche lui è molto giovane, ma estremamente competente, professionale e con la giusta dose di ambizione, quindi prevedo che la nostra collaborazione darà frutti importanti. Abbiamo già parlato di come predisporre questo lungo ed atipico precampionato e ci siamo trovati d'accordo sul fatto che, in primis, il lavoro da fare sui ragazzi sarà di tipo psicologico, dovremo cercare di spazzare via le loro paure e di dare loro più sicurezze possibili dopo il tremendo stravolgimento delle nostre vite e del modo di vivere il calcio.

A livello tecnico, il primo obiettivo da raggiungere, sarà quello di far riprendere ai ragazzi il feeling con la palla, prevalentemente attraverso il gioco, dopo sei mesi di distacco forzato dalla partita. A tal proposito la società ha già aderito ad un torneo con squadre di livello regionale che si svolgerà a Castello e che partirà sabato 5 settembre.

Nel database dei giocatori di Campionando, ho un Simone Fioravanti, portiere... , raccontaci un po' il tuo trascorso da estremo difensore?

Sì, sono proprio io, ho giocato tutta la vita in porta, sin dai pulcini. Ho compiuto le mie prime parate nella SORMS San Mauro, poi sono passato al Lanciotto, per poi fare tutta la trafila del settore giovanile allo Sporting Arno, dove ho avuto delle grandi soddisfazioni sportive e grandi maestri, tra i quali Francesco Gozzi che, ancora oggi continua a trasformare in oro tutto ciò che tocca.

Purtroppo durante il campionato Allievi Regionali, ho avuto un bruttissimo infortunio al ginocchio che, tra operazioni e riabilitazione, mi ha tenuto lontano dal campo per quasi due anni. Una volta recuparato, ho avuto modo di divertirmi ancora nel mondo dei dilettanti tra Calenzano, Vinci, La Querce e Ginestra, ma, piano piano, tra impegni, acciacchi fisici e la crescente passione per la panchina, ho deciso di abbandonare il calcio giocato e di iscrivermi al Corso UEFA B a Coverciano per dedicarmi esclusivamente alla 'carriera' da allenatore.

Non sono moltissimi i portieri che intraprendono poi il ruolo di allenatore; cosa ne pensi di questa cosa, spesso sono invece i portieri che da dietro riescono a leggere la partita nel miglior modo.

Ottima osservazione, ovunque vada, quando mi chiedono quale fosse il mio ruolo quando giocavo, sentita la mia risposta, noto un certo scetticismo nel mio interlocutore. Per molti addetti ai lavori, un ex portiere non dovrebbe essere in grado di guidare una squadra. Naturalmente ho dovuto approfondire molto le mie conoscenze su determinati aspetti tecnici e tattici, ma per quanto riguarda la gestione mentale e psicologica della partita mi sento più avvantaggiato rispetto ai miei colleghi.

Quello che dici, è vero, il portiere, passa buona parte della partita, a studiare l'avversario, quali sono i suoi movimenti, quale piede usa più di frequente, se ha propensione a finalizzare oppure se preferisce fornire un assist al compagno. Tutto ciò per cercare di prevedere dove andrà a finire il pallone una volta che sarà nei pressi della propria area di rigore, quindi sì, direi che il mio ruolo ha contribuito in maniera positiva alle mie abilità da allenatore.

...ultima domanda, curiosità da intervistatore livornese... sul tuo profilo fb è presente una foto con la sciarpa amaranto 'fino all'ultimo bandito'.... cosa ti lega a Livorno?

Sono fiorentino, anzi Signese al 100%, ma c'è una storia curiosissima dietro alla mia passione per il Livorno. Sin da quando ero piccolissimo, ho passato le mie estati a Castiglioncello. Mi ricordo che una volta mio nonno mi portò a vedere un'amichevole tra Rosignano e Livorno, fui fulminato dalla coppia Protti-Enyinnaya e, appena tornato a casa, iniziai una partita a Championship Manager con il Livorno (già stava nascendo la mia passione per l'allenamento). A quei tempi la squadra era in C1, e, nel videogioco, riuscii a guidarla fino alla vittoria della Coppa dei Campioni. Da lì iniziai a seguire gli amaranto in TV o sul giornale, fino a quando, dopo la promozione in Serie A, convinsi mio padre a regalarmi un abbonamento in curva Nord. Da quel momento non ho più mollato l'Armando Picchi, sono stato abbonato per 5 anni, andando anche in trasferta. Poi, quando ho iniziato a giocare in prima squadra la domenica pomeriggio, ho dovuto ridurre sempre dipiù le mie presenze allo stadio, ma, ancora oggi, quando possibile, mi fiondo in curva, anche se, purtoppo, non è più il calcio, ed il tifo, di una volta.