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    Il calcio al tempo del Coronavirus: il punto con Massimo Colucci

E' la situazione generale che preoccupa. Poi, chiaramente, ognuno dei dirigenti cerca di pensare anche al calcio, a come si ripartirà. Massimo Colucci, direttore generale del Grassina, club di Serie D, girone E, terzo in classifica a quota quarantasei dietro a Grosseto e Monterosi, rimarca la gravità di questa emergenza sanitaria. La più grande dal Dopoguerra ad oggi. La più grave. Che toglie il respiro anche allo sport e al calcio. A ogni aspetto della nostra esistenza. Proprio perché ci spaventa e genera in noi insicurezza. Anche le parole dedicate allo sport vengono meno.
Ora come ora ci sono poche considerazioni da fare per quanto riguarda il calcio. Pensiamo solo che finisca presto questo incubo e che si possa ripartire. Per tutto. Per tutti. Ci sono al momento attuale soltanto ipotesi e suggestioni. La vedo dura. Molto dura.
Soprattutto per i campionati minori l'interrogativo è più intenso. Si ripartirà, o no? Questo il dilemma, che pur arriva secondario e oltre, rispetto alla rilevanza della situazione emergenziale, sanitaria ed economica.
Per i campionati professionistici una soluzione, forse, potrà esserci. A livello di dilettanti la vedo più complicata. Nella migliore delle ipotesi, potremo ripartire a maggio, dopo tre mesi di inattività.
I ragazzi del Grassina si stanno allenando individualmente, come da prassi in questi casi limite. Hanno entusiasmo, voglia di giocarsela. Il Grassina è lassù in classifica e vuole battersi. La pandemia crea una situazione surreale. Tutti in casa, giustamente.
I ragazzi stanno facendo, o hanno fatto, un campionato oltre le righe, oltre l'aspettato. Ora si allenano facendo qualcosa - come tutti - a casa. Li sta seguendo il preparatore atletico, che invia loro un programma, mentre si attendono notizie sull'evolversi della crisi.
Ma l'interrogativo che costituisce un vero e proprio refrain negli ambienti del Grassina - come in ogni altro ambiente sportivo - è se si ripartirà, e in quali modalità. Senza dimenticare che ci saranno anche gravi conseguenze di carattere economico che impatteranno anche sul mondo dello sport e del calcio.
Non sarà comunque e sempre il solito calcio. La crisi economica porterà problemi giganteschi. Ci saranno problemi a chiudere i bilanci. Basti pensare che molti piccoli club si fondano molto sulle entrate di tornei primaverili e sagre. Hanno rinviato anche i tornei delle regioni. Il Coronavirus avrà conseguenze sociali anche nel calcio.
Massimo Colucci, in casa come tutti noi, legge, si documenta, si informa.
Stavo leggendo un articolo di un coordinatore di un settore giovanile della zona di Bologna. Ci sarà da ripensare tutto. Troppe società avranno questi problemi. Perché non cogliere questa tremenda occasione per effettuare la riforma della Serie C e delle altre serie, a seguire? E poi, ci sarà anche un problema per quanto riguarda i giovani atleti. A livello di 2003. Di Allievi. In questo periodo, solitamente si andavano a visionare nuove leve per le prime squadre. Ora non si gioca. Giocavano le rappresentative. Adesso, che si fa? Diventa tutto un problema, come sarà una difficoltà anche quella relativa alle quote.
Che decisioni verranno prese? Questo tutti si chiedono, per poter fare la propria parte, al meglio.
Spero si tengano in considerazione tutti gli aspetti. Spero innanzitutto che si trovi una soluzione alla questione sanitaria generale. Se tutto dovesse finire e però si dovesse giocare in estate, allora sarebbe meglio ripartire la prossima stagione, congelando tutto.

Luca Costa