Campionando.it

    Verso il fischio di inizio, gli Allievi B regionali dello Scandicci

Trent'anni, gli ultimi dieci trascorsi con un ruolo tecnico di rilievo alla Zenith, Lorenzo Bernocchi quest'anno allenerà gli Allievi B regionali dello Scandicci. 'Esco dalla mia comfort zone, per così dire, e sono contentissimo: a Scandicci ho trovato le due premesse iniziali più importanti, una società con tanta professionalità e organizzazione, dei ragazzi volenterosi, capaci e decisi a migliorarsi', racconta il nuovo tecnico blues nell'intervista uscita sull'ultimo numero di Calciopiù.

La maggior parte delle squadre che prenderà parte ai prossimi campionati elite ha svolto un ritiro fuori sede, voi avete scelto Polinago; in base alle sue conoscenze aggiornate sul calcio, questo tipo di esperienze che valore ha ancora oggi?
Sono convinto che il lato umano rappresenti un buon settanta per cento dell'importanza di un ritiro. Al di là di quanto sia piacevole allenarsi con una decina di gradi in meno rispetto alla città, i ritiri rappresentano un'occasione fondamentale per conoscersi all'interno di un gruppo. Specialmente in un caso come il nostro, nel quale io e il mio secondo Francesco Barucci siamo nuovi e tanti ragazzi della rosa lo sono altrettanto. Per noi la cosa più importante era proprio fare reciproca conoscenza, poi viene tutto il resto; in ogni caso sul campo abbiamo lavorato subito bene, con ottima intensità, mettendo a fuoco i primi principi di gioco; avendo così tante novità in organico il nostro obiettivo era anzitutto quello di parlare la stessa lingua sul campo, e sono soddisfatto. I ritiri, insomma, servono ancora oggi, eccome.

E' un lavoro che si definisce giustamente costruzione dell'identità di squadra.
Concordo: stare insieme tutto il giorno consente di lavorare dal punto di vista tecnico e tattico ma soprattutto di sviluppare dei rapporti sotto il profilo relazionale.

Come si è articolato nello specifico il vostro ritiro di Polinago?
E' durato dallo scorso 17 agosto fino alla mattina del 22, e a parte questi due giorni abbiamo sempre svolto una doppia seduta, prediligendo intensità, forza e resistenza sotto la supervisione del nostro preparatore atletico; con la palla al piede invece abbiamo lavorato proponendo tante situazioni di gioco, anche senza troppi vincoli, per cercare subito di creare quel feeling e quell'affinità nei meccanismi cui facevo riferimento prima. Sono stati giorni davvero piacevoli e di ottimo lavoro, culminati l'ultimo giorno nell'amichevole contro i compagni di un anno più grandi. E' stato un test molto positivo, a corredo di un'esperienza molto positiva.

Inutile nascondere che, per quanto siano occasioni splendide per stare all'aria aperta, inseriti in scenari spesso mozzafiato di montagna, i ritiri comportano sacrifici da parte degli adulti che accompagnano i ragazzi.
Sono fortunato ad avere un lavoro che mi consente di staccare a luglio e di concentrarmi poi ad agosto sui ragazzi che alleno, senza sacrificare nè il lavoro appunto nè la mia vita privata; per tanti miei colleghi non è così, ed è vero: i sacrifici sono tanti perchè serve appunto tantissima passione per dedicare il proprio tempo libero al calcio, h24 per qualche giorno, durante il mese di agosto. Quando si è in ritiro si è assorbiti dal lavoro e dai ragazzi, con possibilità di pochissimi contatti con la propria sfera di affetti a casa.

Torniamo a concentrarci sulla sua squadra: quali sono le sue prime impressioni e i primi step di lavoro da completare in vista del via del campionato?
Vorrei che diventassimo squadra il prima possibile; con così tanti volti nuovi, il mio in primis, dobbiamo amalgamarci in fretta e i primi passi percorsi su questa strada mi lasciano estremamente soddisfatto. Diventati un gruppo, adesso lavoriamo a testa bassa fino alla prima di campionato; le tempistiche sono piuttosto serrate e dovremo farci trovare pronti fin dal primo minuto della prima gara, perchè in un campionato difficile come quello che affronteremo non potremo regalare niente a nessuno.

Quello degli Allievi B regionali è un torneo che conosce?
Tolti gli ultimi mesi della passata stagione in cui sono subentrato sulla panchina dei 2007 della Zenith, è un'esperienza nuova per me; conosco però bene l'annata 2008, che ho vissuto negli ultimi anni togliendomi grande soddisfazioni. Quest'anno si entra in un calcio diverso, quello degli Allievi; un passaggio importantissimo nella crescita dei giovani calciatori verso un mondo con dinamiche più mature, che inizia a rivolgere il proprio sguardo al mondo delle prime squadre.

Ha già in mente l'idea di calcio che vorrebbe sviluppasse la sua squadra?
A me piace un calcio propositivo, in cui la mia squadra cerca sempre il dominio del gioco risultando aggressiva nel momento in cui perde palla; non sono però un integralista e in base alle risposte che sto avendo e che avrò dai ragazzi il mio compito sarà quello di cucire loro addosso un vestito che consenta di farli rendere al meglio.
l.m.