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Il miracolo Audax Rufina Giovanissimi, la parola a mister Diotaiuti

Il miracolo Audax Rufina Giovanissimi, la parola a mister Diotaiuti

Tre anni fa non esisteva neanche. Oggi - e purtroppo parlare al presente in questo momento significa riferirsi a un tempo sospeso - è una delle squadre più forti fra tutte quelle che partecipano ai campionati provinciali della nostra regione. Nonché l'unica, nello specifico dell'intera provincia di Firenze, a risultare imbattuta da inizio anno fino al momento della sosta, e con lo zero in bella mostra anche alla casella gare pareggiate. Il soggetto sottinteso sono i classe 2005 dell'Audax Rufina, la squadra dei record: ventisei gare giocate fino al primo marzo e ventisei vittorie conquistate, 166 gol realizzati e soltanto sette subiti. I numeri parlano un linguaggio freddo, ma quando si cuciono addosso a una storia che vale la pena raccontare assumono allora improvvisamente calore e un'altra luce. E sotto quella dei riflettori finiscono con pieno merito i Giovanissimi dell'Audax e, soprattutto, il suo tecnico. Usando un'espressione che rischia di risultare logora dall'uso, Niccolò Diotaiuti è l'artefice primario di quello che appare quasi un esperimento da laboratorio, condito da passione, sudore e impegno, ma anche qualità tecniche e il piacere dello stare insieme che funge da collante.
Unica squadra dei campionati provinciali, insieme alla Folgor Calenzano a Prato, a risultare sempre vittoriosa in tutti gli incontri che ha disputato, saldamente al comando di un campionato che ha sempre capeggiato; mister, sarebbe davvero un peccato se questa stagione non si potesse concludere per la sua Audax Rufina.
Se penso a tutti i sacrifici che hanno fatto i ragazzi, abbinati alla passione e alla meticolosità che personalmente metto nella cura di ogni dettaglio, dalla diversa preparazione di ogni allenamento per coltivare i progressi del gruppo fino all'alimentazione, sdrammatizzando un po' mi verrebbe da dire che verrebbe da riportare la borsa e chiudere con il calcio. Ma il sistema calcio non ha certo colpe, non ce l'ha nessuno in questo periodo, è una situazione più grande di noi e purtroppo quello che possiamo fare è rispettare le disposizioni delle autorità competenti e sperare che tutto torni alla normalità il prima possibile. Sarebbe semplicemente giusto che i miei ragazzi potessero arrivare fino alla linea del traguardo per la vista della quale ci siamo preparati da tanti mesi a questa parte, se lo meritano loro e tutto il mio staff, dal mio vice Alessio Cellini fino ai dirigenti Masi, Coniatini e Bronzini .
Tre anni fa la società bianconera non aveva una squadra di classe 2005, oggi ha fra le mani un autentico patrimonio. Come è stato possibile arrivare dal metaforico zero a cento nel breve volgere di un triennio?
Tutto nasce dall'intuizione e dalla chiamata che Massimiliano Marchese, responsabile della scuola calcio dell'Audax, mi fece tre anni fa chiedendomi di iniziare da zero il progetto con questa squadra. Ero a Londa e i ragazzi che avevo mi seguirono in blocco, eravamo una decina e nel tempo si sono aggiunti i restanti componenti del gruppo, fino alla quota attuale di ventidue unità. Come abbiamo fatto? Ci siamo rimboccati le maniche e il nostro migliore biglietto da visita è stata la coesione e la qualità del gioco che la squadra ha sempre espresso nel tempo; abbinata al progetto della società Rufina, che mette a disposizione strutture all'avanguardia, nel tempo è stato relativamente facile convincere chi non faceva parte del gruppo base a sposare la nostra causa .
Quanto hanno contribuito gli ottimi risultati che avete raccolto quasi fin da subito?
Hanno sicuramente contribuito a innescare un circolo virtuoso: le vittorie sono arrivate già al termine del primo anno nella categoria Esordienti, poi nella passata stagione abbiamo ottenuto il primo posto sia nella fase autunnale sia in quella primaverile, in quest'ultima tramite la vittoria nello spareggio contro l'Audace Galluzzo. Vincere tramite la proposizione di un gioco ben preciso ci ha consentito di aumentare l'autostima generale e la squadra è diventata ben presto convinta dei propri mezzi e delle sue potenzialità .
In attesa di poterlo concludere, quando ripercorre il triennio che avete vissuto quanto si sente suo questo progetto?
Tantissimo, è una delle soddisfazioni più belle che il calcio mi potesse dare. Alcuni dei ragazzi che alleno sono con me da quando avevano sette anni; all'epoca stavano imparando i gesti tecnici di base, oggi sono calciatori che guidano la squadra o realizzano trenta-quaranta gol a stagione. Sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto insieme, e dell'appeal che ci siamo costruiti nel tempo, che ha portato tanti ragazzi da fuori ad abbracciare senza esitazioni la nostra causa .
Un percorso impreziosito da numeri sensazioni, dicevamo in apertura; fra tutti i dati statistici che compongono il vostro cammino, quale le piace di più o trova maggiormente significativo?
Guardo sempre con interesse il dato relativo ai gol subiti, ed essere la miglior difesa del campionato e fra le meno battute in assoluto è una garanzia perché siamo una squadra che, grazie ai valori di cui dispone in attacco, un gol riesce sempre a segnarlo. Abbiamo un atteggiamento molto propositivo e offensivo, e metterlo in pratica senza andare a discapito della tenuta difensiva è un aspetto che mi rende contento, perché vuol dire che abbiamo trovato un equilibrio quasi perfetto .
I campionati si vincono segnando più di tutti o subendo meno gol rispetto agli avversari?
Amo le squadre che giocano per imporre il proprio gioco e vanno all'attacco, ma sono sempre stato convinto che chi vanta la miglior difesa è avvantaggiato nella corsa per il titolo finale .
Si potrebbe andare avanti a lungo con l'elenco dei vostri dati statistici, mi soffermo su uno in particolare: solo in un'occasione avete realizzato meno di tre gol. Quando è successo?
Lo scorso dicembre, durante un turno infrasettimanale contro la Rignanese; è stata una gara in cui abbiamo un po' sofferto, non ci siamo espressi al meglio e i nostri avversari hanno interpretato bene il match, che comunque finì 2-0 in nostro favore .
Immagino che siano tantissime, ma qual è stata la prestazione migliore che hanno proposto i suoi ragazzi?
Valdarno e Sales sono le formazioni che ci hanno dato più filo da torcere con il rendimento che hanno espresso durante l'anno. Contro i gialloblù di Firenze abbiamo giocato solo una volta finora, ma all'andata fu davvero un big-match. In trasferta e davanti a uno stadio pieno, siamo riusciti a imporci per 4-1 dopo che loro avevano ottenuto il momentaneo pareggio. E' stata una reazione da grande squadra da parte dei miei ragazzi .
In testa dall'inizio fino al momento della sospensione, la sua Rufina era diventata il riferimento per tutti e la squadra da battere per tutte le altre. Avete mai avvertito la pressione?
Siamo partiti fortissimo, realizzando trentacinque gol nelle prime tre partite, poi alla quarta abbiamo affrontato e vinto per 3-1 lo scontro diretto con il Valdarno; da quel momento è scattata in noi la consapevolezza di poter arrivare lontano, ma nessuno ci ha mai regalato niente perché anzi, batterci sarebbe stata una soddisfazione per tutti. Al momento della sosta abbiamo interrotto un cammino fatto di 57 vittorie consecutive, senza mai perdere o pareggiare, incluso il prestigioso torneo di Cesena che abbiamo vinto la scorsa estate; teoricamente non è facile stimolare una squadra con questi numeri, ma anche in questo i miei ragazzi si sono dimostrati eccezionali, gli stimoli sono sempre stati al massimo e ogni allenamento sembrava la vigilia di una finale .
Qualora ce ne fosse bisogno, la vostra leadership è ribadita dal fatto che le tre bocche di fuoco del suo 4-3-3 occupano anche i primi tre posti della classifica marcatori. Può tracciare l'identikit di ognuno, partendo da chi comanda questa particolare graduatoria, ovvero Niccolò Bronzini?
È uno di quei giocatori che è cresciuto di più nell'arco degli ultimi anni, ha messo in campo le sue potenzialità abbinando qualità alla forza fisica di cui è dotato. Ha una generosità enorme, giocando da prima punta finalizza tantissime delle nostre azioni ma gioca anche al servizio dei compagni, vivendo sull'attacco degli spazi e la profondità .
Passiamo a Duccio Pretelli, altro talento in rampa di lancio.
Duccio è arrivato soltanto quest'anno e quando ha accettato la nostra proposta mi ha riempito di soddisfazione. Sembrava impossibile che lasciasse la sua precedente squadra e invece è rimasto talmente intrigato dalla nostra proposta che non ha esitato neanche un istante. È uno dei valori aggiunti che abbiamo, un attaccante dinamico dalla falcata notevole, dotato di enormi potenzialità tecniche. Si è innestato benissimo sul nostro gioco e con Bronzini e Venuto forma un trio davvero formidabile .
Completiamo il trittico appunto con Venuto.
Emanuele è con me da tantissimi anni e, nonostante le chiamate anche da realtà molto più importanti che ha ricevuto nel corso del tempo è rimasto da noi, grazie alla stima e all'affetto reciproco che fonda il nostro rapporto. È abituato a lottare per il titolo di capocannoniere, oltre alle doti di realizzatore è un giocatore completo, un professionista quando si allena, un capitano e un leader naturale. Quando si è infortunato qualche settimana fa è stato un duro colpo, ma la squadra ha saputo reagire alla grande alla sua pensate assenza .
Sono tantissime le individualità di valore che compongono la sua squadra, se dovesse spendere un altro nome quale farebbe?
Quello di Thomas Coglitore, un centrocampista di quantità che non ruba l'occhio con giocate ad effetto ma il cui apporto risulta sempre fondamentale, uno di quei calciatori cui non rinuncerei mai per la squadra che alleno .
Chiudiamo tornando al punto di partenza; come state vivendo e come sta gestendo la sosta, con la speranza di poter completare il cammino fin qui intrapreso?
È un periodo difficile a ogni livello e lo è anche per la lontananza con il campo e con i miei ragazzi; ci teniamo in contatto, mi mandano i video dei loro allenamenti casalinghi: qualcuno sta buttando giù la casa palleggiando e calciando contro i muri! Ho fornito loro un programma di allenamento fisico da effettuare in questo periodo in cui le restrizioni sono particolarmente ferree e ho una doppia speranza, strettamente collegata: che si possa tornare in campo per vincere questo campionato, perché vorrà dire anche che avremo vinto la partita contro il virus .

Lorenzo Martinelli (Calciopiù)