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Giovani Fucecchio Allievi B regionali, intervista al tecnico Vivarelli

Giovani Fucecchio Allievi B regionali, intervista al tecnico Vivarelli

Tra Polinago e Fiumalbo ci sono trentacinque chilometri, un esonero e la strada per scordarlo. Un anno esatto fa Lorenzo Vivarelli stava concludendo il ritiro che lo avrebbe portato a esordire su una panchina dorata come quella dei Giovanissimi elite dello Scandicci; mai avrebbe pensato che così dorata non era e che, dopo le due castigate dal covid-19 e da una serie di scelte politiche sconsiderate e quella sfortunatissima allo Sporting Arno, per lui sarebbe stata la quarta stagione interrotta. Di quanto accaduto a Scandicci preferisce non parlare se non per ribadire che, nonostante l'amarezza e qualche confronto che in diplomatichese si definirebbe franco, i rapporti adesso sono ottimi.

Di sicuro è così, anche se in Toscana c'è almeno un giornalista che baratterebbe un'intera notte di sonno, professione tiranna, per assistere al suo ritorno al Bartolozzi quando il calendario vorrà, e raccontarlo; di sicuro è così perchè Fucecchio, dove ha trovato casa con l'intenzione finalmente di restarci (gli cade bene anche per motivi geografici, a metà strada tra le città tra cui la sua vita si divide: nel romanzo In coda sulla Fi-Pi-Li avrebbe un posto tra i protagonisti), è il posto giusto per riappacificarsi col passato, scalino fondamentale per guardare serenamente avanti.

E' il posto giusto perchè in Toscana non ce ne sono tanti a coniugare un ambiente simil-professionistico (basta guardare i nomi dei tecnici, dal ds Diego Paletta in giù, per accorgersene), una crescita sportiva ininterrotta da un lustro e la tutela assoluta del bene dei ragazzi: lo dimostra quanto accaduto lo scorso dicembre, quando la Fiorentina bussò per chiedere Loris Rosamilia, difensore centrale titolare d'una squadra allora in lotta per la vittoria del girone e la promozione nell'elite. Tanti club avrebbero rinviato la questione all'estate, cioè a mai; il Fucecchio invece s'è messo da parte avallando un trasferimento che avrebbe potuto mettere a rischio il successo finale e ha vinto tre volte: ha vinto mandando un proprio tesserato nei professionisti; ha vinto il girone regionale, prendendosi la doppia promozione; e ha vinto un altro titolare, perchè chi sostituì Rosamilia negli schemi di Citi è molto più pronto a un campionato di vertice di quanto sarebbe stato se fosse rimasto fermo in panchina per due terzi del girone di ritorno.

E' un approccio che Vivarelli condivide completamente: 'Facciamo questo mestiere per dare un'opportunità ai ragazzi, non a noi stessi; perciò se a dicembre verrà la Fiorentina a chiederci tre ragazzi non solo li lascerò andare, ma li accompagnerò al Viola Park'. Sarebbe il segno d'un girone d'andata esaltante, perchè oltre che nei Giovanissimi elite il Fucecchio si presenta da neopromosso anche negli Allievi B regionali, appunto quelli di Vivarelli; che all'esperienza non è nuovo, visto che quattro anni dopo si gira il remake di quanto accadde a San Giovanni Valdarno (ma lo scontro da ex non ci sarà: l'anno scorso la Sangiovannese è retrocessa). Il club è intervenuto sul mercato aggiungendo undici calciatori nuovi alla struttura dell'anno scorso: 'C'era già qualità', dice Vivarelli, 'ma c'è anche un'incognita da non sottovalutare: come sarà l'adattamento a una categoria nella quale non esistono partite da gestire? Ci aspetta un campionato impegnativo ogni sabato: bisogna calarsi in un'altra dimensione. Ma sono fiducioso'; anche se il talento più cristallino, Andrea Casini (due anni fa la sua tripletta decise la finale dei Giovanissimi B di merito contro l'Affrico), è emigrato ad Altopascio 'ho tra le mani una squadra che ha vinto per due stagioni di fila'.

Per modellarla il ritiro di Fiumalbo è stato fondamentale: 'E' un grande strumento, per tanti motivi; il primo è evidente: partono venticinque persone, torna una squadra. E' l'unico momento della stagione nel quale si possono trascorrere ventiquattro ore consecutive con i ragazzi; bisogna dunque sfruttarle per impostare un modo di lavorare che non si limita al campo. In ritiro s'imparano il rispetto della struttura che ci ospita e il riposo delle altre persone, e si capisce che l'intensità riguarda ogni aspetto della vita d'un atleta, non soltanto la partita o gli allenamenti. L'errore più grande che puà commettere un calciatore così giovane è scambiare il ritiro per una gita scolastica, e dopo due giorni cominciare a distrarsi'. Anche se per un allenatore è faticosissimo ('Le responsabilità sono enormi: avrò dormito due ore a notte'), ove ce n'è la possibilità 'il ritiro è dunque fondamentale'; già gli allenamenti che completano la preparazione sono diversi, 'perchè non abbiamo più i ragazzi sotto gli occhi per ventiquattr'ore. E prima e dopo l'allenamento le sollecitazioni, dalla famiglia agli amici alle fidanzate, possono essere ben differenti da quelle necessarie per arrivare pronti alla prima giornata'.

L'anno scorso il campionato s'è deciso a otto minuti dalla fine con la rete di Fei, professione portiere, a consentire il sorpasso dell'Affrico sul Tau Altopascio battuto in casa dalla Sestese; anche se forse non con un finale che spiega perchè ormai quasi tutti gli sceneggiatori siano disoccupati s'ha la sensazione d'andare incontro a uno simile. Da tempo nessuno fa più finta che non sia così: per struttura e livello tecnico gli Allievi B regionali sono il più competitivo tra i campionati competitivi: 'In testa vedo ancora il Tau Altopascio che coi 2008 ha stravinto i Giovanissimi elite fermandosi a ridosso della finale scudetto e l'Affrico; subito dietro la possibile sorpresa Venturina, la Cattolica e lo Scandicci'.

Neopromosso, il Fucecchio deve inevitabilmente guardare un po' più in basso: 'Affronteremo un campionato durissimo'; si sa che tra i regionali standard e i campionati di vertice esiste uno scalino alto, 'insormontabile nel momento in cui non ci s'adegua al ritmo delle avversarie. Molto dipenderà dal calendario: se affronteremo subito squadre belle forti e strutturate saremo costretti a farlo immediatamente. Diverso sarà invece se partiremo contro squadre del nostro livello: ci vorrà un po' di più per adattarsi. E non sottovalutiamo il peso dell'ambiente: chi non ha disputato l'elite non ha ancora conosciuto l'aria che si respira a Soffiano o al Bartolozzi, nè lo stadio di Sesto. C'è dunque da lavorare anche su quest'aspetto, anche se sono fiducioso e ho sensazioni ottime; anche perchè torno a giocare il pomeriggio che, anche se di sabato, ha il sapore del calcio dei grandi'.
Samuele Tofani