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Dall'archivio di Calciopiù - I tesori del Valle di Ottavo

Dall'archivio di Calciopiù - I tesori del Valle di Ottavo

C'erano una volta Di Lorenzo, Mattiello, Fazzi e Bartolomei nelle giovanili dilettanti

Il presidente Risoli, lo storico dirigente Bertagna e i primi allenatori raccontano i quattro calciatori che dalla scuola calcio bianconera sono arrivati in Serie A


Una fucina di talenti. Federico Mattiello, Nicolò Fazzi, Giovanni Di Lorenzo, Paolo Bartolomei - rigorosamente dal più piccolo al più grande - sono soltanto i nomi più famosi tra i diversi calciatori cresciuti nella scuola calcio del Valle di Ottavo e poi arrivati al professionismo . La società lucchese fondata ormai mezzo secolo fa si gode le cinquanta candeline e i suoi tesori più preziosi. Valdottavo è un piccolo paese del comune di Borgo a Mozzano, il Valle di Ottavo è la sua società sportiva da più di cinquant'anni.«Al Valle di Ottavoabbiamo più di duecento ragazzi e un bacino di utenza ampio»racconta il presidente Giovanni Risoli «siamo una società grande, negli anni Ottanta avevamo anche squadre regionali. Mattiello, Di Lorenzo, Fazzi e Bartolomei sono soltanto alcuni dei calciatori cresciuti da noi: siamo stati capaci di farli crescere ma non voglio prendere tutti meriti, abbiamo avuto anche un po' di fortuna». Quando Giovanni Di Lorenzo (classe 1993), Federico Mattiello e Nicolò Fazzi (entrambi del 1995) hanno iniziato a muovere i primi passi nel mondo del calcio Risoli era responsabile della scuola calcio bianconera. Di Lorenzo, oggi difensore del Napoli e della Nazionale, è stato quattro anni al Valle di Ottavo prima di passare alla Lucchese:«Ricordo quando da piccolo veniva al campo col fratello maggiore, che era compagno di squadra di Paolo Bartolomei, e palleggiava tutto il pomeriggio col suo pallone viola aspettando che il fratello finisse di allenarsi. Giovanni è un ragazzo serissimo, con noi giocava come mezzala a centrocampo, poi nel percorso professionistico è diventato terzino». Mattiello e Fazzi sono invece coetanei, due anni più piccoli di Di Lorenzo, e hanno iniziato insieme al Valle di Ottavo. Il primo, oggi di proprietà dell'Atalanta e in prestito allo Spezia, inizialmente si divideva tra calcio e tennis: «Era una promessa del tennis, all'epoca era nazionale Under 10. Nei primi anni Federico doveva conciliare i due sport e gli allenamenti, non è stato facile; dovevamo chiudere un occhio. Poi scelse il calcio, è stato un premio anche per noi che per almeno due anni gli abbiamo dato la possibilità di conciliare le due attività». Anche Fazzi - figlio d'arte, il padre è stato attaccante della Lucchese in Serie C - è stato qualche anno al Valle di Ottavo, prima di passare proprio alla Lucchese e poi sbocciare definitivamente nel settore giovanile della Fiorentina: «Era un bambino eccezionale. Solitamente non mi sbilancio mai, ma era l'unico che, seppur visto da piccolissimo, lasciava intravedere che potesse fare una grande carriera: stava a giornate col pallone attaccato ai piedi e aveva una tecnica innata». Il Valle di Ottavo si gode i suoi talenti, ma come sottolinea Risoli gli elogi vanno condivisi con la Lucchese: «Grande merito va a Luporini, all'epoca ds del settore giovanile rossonero. Lui ha scoperto questi ragazzi e non solo, anche Daniele Rugani. È stato decisivo per tutti loro, è una figura che manca adesso». Paolo Bartolomei, centrocampista classe 1989, ha fatto il suo esordio in Serie A appena qualche mese fa: dopo aver conquistato la massima categoria italiana con lo Spezia, ha giocato in A in questa prima parte di stagione prima di passare alla Cremonese. La storia di Bartolomei è diversa da quella degli altri tre: è rimasto al Valle di Ottavo fino a 16 anni, giocando poi in Eccellenza e in Serie D. «La svolta per lui è arrivata al Pontedera col ds Giovannini. Paolo si era legato tantissimo, e lo è tuttora, al Valle di Ottavo. Anche negli anni del settore giovanile aveva ricevuto diverse proposte, ma qui aveva gli amici del cuore ed è rimasto fino agli Allievi, poi è andato al Prato. Ha sempre mostrato un forte senso di appartenenza. Anche il fratello Diego ha fatto lo stesso percorso, l'anno scorso ha vinto il campionato di Serie D con la Lucchese. Oltre a lui ricordo anche Antonio Pazzaglia, che adesso gioca in D nel Ghiviborgo: anche queste sono soddisfazioni per la nostra società». Così come è una grande soddisfazione per il Valle di Ottavo vedere quanto i vari Di Lorenzo, Mattiello, Fazzi, Bartolomei siano rimasti attaccati alla società: «Ci sono sempre vicini. D'estate, quando organizziamo i campi estivi, vengono spesso a trovare i ragazzi, vanno in campo insieme a loro con grande gioia di tutti. Per Natale ci mandano sempre qualche maglia e qualche gadget delle squadre dove giocano per la nostra lotteria. Sono ragazzi d'oro».


Ha visto tirare i primi calci al pallone a tutti questi campioni e a tantissimi altri ragazzi: Fulvio Bertagna , storico dirigente del Valle di Ottavo e oggi segretario - «l'anima della società» come lo definisce il presidente Risoli - li ricorda bene quei quattro bambini talentuosi. «Il merito di questo successo è tutto dei ragazzi»racconta Bertagna«noiabbiamo dato loro la possibilità di esprimere le loro qualità. Di Lorenzo, Mattiello, Fazzi e Bartolomei sono giunti in Serie A, ma tanti altri sono arrivati nei professionisti. Di Lorenzo già da piccolino si vedeva che aveva caratteristiche diverse dai compagni, aveva una bella gamba. È arrivato in Nazionale - in Under 21 ha giocato anche sotto età - ma non ha avuto una vita calcistica facile, ha fatto il giro d'Italia. Lo stesso è successo a Paolo Bartolomei, che ha esordito in Serie A quest'anno: fin da piccolo sognava di avere la sua figurina Panini. So che ha rinunciato anche a una società che gli garantiva uno stipendio più alto. Gli unici che, come dire?, sono arrivati con meno fatica sono Mattiello, che dalla Lucchese passò alla Juventus, e Fazzi, che è cresciuto invece nel settore giovanile della Fiorentina. Siamo molto contenti per tutti questi ragazzi, certamente più per loro che per noi. C'è grande soddisfazione per il percorso che hanno compiuto, difficilissimo da ripetere, e ci fa piacere che vengano spesso a trovarci, portandoci maglie e palloni delle loro squadre da regalare ai bambini».


Bartolomei - I l merito di averci sempre creduto


«Paoloera un ragazzo davvero bravo, uno dei calciatori più bravi che abbia mai allenato»raccontaGiusva Giusti, allenatore di Paolo Bartolomei nell'ultimo anno al Valle di Ottavo prima dell'esperienza con la Berretti del Prato.«L'ho avuto nell'ultimo anno di Allievi, quando ormai Paolo era già grande. Aveva caratteristiche tecniche che spiccavano già all'epoca, ma non pensavo che sarebbe arrivato fino in Serie A. Le strade per arrivare in alto ora sono un po' diverse: le società professionistiche prendono i calciatori già a 11-12 anni. Paolo è arrivato dopo, ma gli va riconosciuto il merito di averci sempre creduto, lavorando sempre moltissimo e facendo tanta gavetta nei dilettanti» serif;>. Difficile trovare una qualità in particolare di Bartolomei,«era bravo a fare tutto, nel saltare l'uomo e soprattutto nel tiro e nei calci da fermo». Giusti, che negli anni ha allenato al Valle di Ottavo, al Barga in Promozione e infine qualche anno fa al Borgo a Mozzano, ha mantenuto un bel rapporto con Bartolomei. «Conosco Paolo da sempre»conclude«siamo grandi amici. Capita spesso di ritrovarsi conlui e altri giocatori che c'erano al tempo, mi fa sempre molto piacere rivederlo».


Di Lorenzo - Tecnica sopraffina e tanti gol


Alessandro Vichi , oggi amministratore delegato della Lucchese, è stato il primo allenatore di Di Lorenzo.«Giovanni ha iniziato con me il percorso nel mondo del calcio. L'ho allenato due anni: durante la prima stagione nei Primi Calci lavoravamo sulla parte tecnica e sull'avvicinamento al mondo del calcio. Il secondo anno invece arrivarono i primi campionati, all'epoca sette contro sette». Ma che bambino era Di Lorenzo? «Giovanni nel gruppo si è sempre distinto fin dall'inizio, era un ragazzino timido, ma che ascoltava ogni dettaglio e si applicava immediatamente: si notava che aveva un passo in più rispetto agli altri, gli riusciva tutto molto facile. E, pur essendo ancora piccolo, èsempre stato un trascinatore». Nel Napoli e in Nazionale gioca come terzino destro, ma il suo ruolo non è sempre stato in difesa:«Come succede spesso quando hai in gruppo un bambino più avantidegli altri,lo facevo giocare di punta. Segnava tantissimi gol perché aveva una tecnica sopraffina che ha mantenuto negli anni. Lo seguo sempre e vedo che anche oggi che gioca in Serie A quando si trova in attacco vede bene la porta; non è il difensore ruvido che magari davanti al portiere svirgola il pallone». Il rapporto tra Vichi e Di Lorenzo è rimasto solido negli anni:«Abito a Ghivizzano, siamo entrambi dello stesso paese. Giovanni torna spesso a trovare i genitori e il fratello, è rimasto un ragazzo umile, non si è montato la testa perché gioca in Serie A e in Nazionale e guadagna tanto. Al di là del calciatore è un ragazzo di grandi valori, e non è un aspetto scontato vista la giovane età.Ci sentiamo spesso, tra l'altro l'anno scorso mi ha fatto un bellissimo regalo: quando è tornato dalla partita di Champions col Barcellona è passato allo stadio a Lucca a salutarmi. Di fatto abbiamo iniziato insieme, lui come calciatore e io come allenatore, mi ha fatto un enorme piacere».


Fazzi e Mattiello - Tecnica e grinta


Federico Mattiello e Nicolò Fazzi sono entrambi classe 1995 e hanno iniziato insieme al Valle di Ottavo. Michele Mazzanti è stato il loro primo istruttore.«All'epoca avevo 19 anni»racconta Mazzanti, che è stato alla guida della squadra per due anni e mezzo«Fazzi e Mattiello erano due bambini completamente all'opposto, il primo molto tranquillo, l'altro già bello tosto di carattere. Mattiello si ricorda ancora che quando non si comportava bene lo mettevo a sedere sul pallone». Di Fazzi già all'epoca colpivanole grandi doti tecniche:«Era una bimbo molto generoso e aveva una tecnica innata, a 6 anni palleggiava già destro-sinistro. È molto attaccato alle sue origini e a Borgo a Mozzano, appena può torna al paese: ho mantenuto un bel rapporto con lui. Mattiello invece si è costruito negli anni, lavorando molto. All'epoca era dotato di un buon fisico e di una buona corsa; era un bambino grintoso, non mollava mai. E questa forza si è vista anche col passare degli anni, basta vedere come si è ripreso dopo due infortuni importanti». Negli ultimi mesi dell'ultimo anno della categoria Piccoli Amici la squadra passa a Cristiano Pucci. Il nuovo tecnico, cresciuto come calciatore nelle giovanili e poi nella prima squadra del Valle di Ottavo, segue Fazzi e Mattiello poi anche nei due anni di Pulcini (allenando anni prima in questa categoria anche Paolo Bartolomei). Pucci si allinea a quanto evidenziato da Mazzanti: «Fazzi era un bimbo tranquillo e molto educato, e si vedeva che era bravo: aveva grandi doti naturali, pur essendo ancora piccolo di età aveva un tiro fortissimo, faceva tanti gol e dribbling. Mattiello era dotato di ottima corsa e grande fisico, e sapeva fare tutto: era bravo di destro, di sinistro, di testa». Dei due però era Fazzi quello che si notava di più:«Nicolò appariva molto di più, aveva numeri da fantasista. Già all'epoca si vedeva che aveva qualcosa di diverso dagli altri, ma comunque anche Federico si faceva notare». Tutt'oggi Pucci continua a seguire i suoi ragazzi e li rivede volentieri quando tornano al paese: «Mi piace guardarli in televisione e li ho rivisti spesso di persona: ho un bel rapporto con loro. Tra l'altro sono tutti e due di Borgo a Mozzano come me, conosco bene le famiglie. All'epoca ero più un amico che un allenatore, era importante che i ragazzi si divertissero a giocare a pallone. Ricordo sempre con piacere la lettera che mi scrisse Nicolò quando passò alla Lucchese: già all'epoca aveva una bella sensibilità».


Benedetta Ghelli Calciopiù



Foto1: Fazzi primo a destra in piedi, all. Michele Mazzanti
Foto2: Di Lorenzo secondo da destra in ginocchio, allenatore Vichi
Foto3: Risoli Pierotti Mattiello Cecchi
Foto4: Bertagna con Di Lorenzo
Foto5: in piedi Fazzi secondo da sinistra e Mattiello secondo da destra. Allenatore Cristiano Pucci

Grazie al presidente del Valle di Ottavo Giovanni Risoli per il materiale fotografico