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Dall'archivio di Calciopiù, C'era una volta Cristiano Piccini nelle giovanili dilettanti

Dall'archivio di Calciopiù, C'era una volta Cristiano Piccini nelle giovanili dilettanti

Bravura, sacrifici e sudore


Prima del settore giovanile della Fiorentina e della Liga, c'è stato lo Sporting Arno: Alessio Donadi racconta il giovane difensore in rosanero


Poco più di venti presenze in Serie A, la fortuna in Spagna: Cristiano Piccini, fiorentino e tifosissimo viola, è cresciuto nella scuola calcio dello Sporting Arno e poi nel settore giovanile della Fiorentina, ma ha trovato fortuna lontano dall'Italia. Una sola presenza in Serie A in viola - quella del debutto nel 2010 - venti con la maglia del Livorno nella stagione 2013/2014, nel mezzo le esperienze con Carrarese e Spezia. La carriera di Piccini in Italia si conclude qua, fatta eccezione per la breve parentesi con l'Atalanta nella prima parte di questa stagione. Tutt'altra musica invece nella penisola iberica: Piccini è cresciuto e si è affermato nel Betis, poi nello Sporting Lisbona e infine nel Valencia, dove è tornato a gennaio. Il giovane Cristiano, partito da Badia a Settimo, è diventato grande lontano dall'Italia, arrivando anche a giocare la Champions League. Le qualità sono sempre state indubbie, la costanza e la tenacia non sono mai mancate.


«Ho un legame particolare con Cristiano, ho iniziato la mia carriera da allenatore proprio con lui e col gruppo '92 dello Sporting Arno» racconta Alessio Donadi, oggi tecnico degli Allievi regionali dell'Atletica Castello. «L'ho avuto per tre stagioni e mezzo, ho il vanto di essere l'unico allenatore che Cristiano ha avuto nelle giovanili dilettanti. Poi infatti è passato alla Fiorentina e da lì ha compiuto tutto il percorso nel settore giovanile viola. Era un bambino umile, buono e ben integrato nel gruppo. Sapeva giocare ovviamente, era più bravo dei compagni ma non lo faceva notare. Soprattutto aveva una capacità di apprendere amplificata rispetto agli altri: riusciva a svolgere tutto ciò che gli veniva proposto in tempi brevissimi e con velocità di esecuzione». Facilità di corsa e dribbling, oltre come detto alla rapidità di esecuzione: erano queste le principali caratteristiche già all'epoca, quando Piccini aveva poco meno di dieci anni. «Andava a cento all'ora e qualsiasi gesto tecnico lo faceva con naturalezza e rapidità» prosegue Donadi.«E, come detto, aveva una grande capacità di apprendimento: questo distingue il calciatore dotato da uno normale. Avendo queste particolari capacità veniva schierato come esterno offensivo, tutti gli anni faceva un sacco di reti. Aveva la capacità di superare l'avversario, nell'uno contro uno era bravissimo, e sapeva segnare. Forse all'epoca si poteva immaginare anche un percorso diverso per lui, ma a quell'età era ancora piccolo». Un esempio lampante: nella stagione 2002/2003 nella prima fase del campionato Pulcini Piccini riuscì a segnare 17 reti in 11 partite (e a onor del vero non sappiamo nemmeno se le abbia giocate tutte).


Caratterialmente «era il classico ragazzo della porta accanto, di una semplicità unica. Era un bambino bravo e amico di tutti. So che si sente ancora con i vecchi compagni». Dopo gli anni allo Sporting Arno Piccini passò alla Fiorentina, grazie a e insieme a Ilario Saturni, ds rosanero e poi viceresponsabile del settore giovanile viola: «Saturni conosceva le qualità di Cristiano, la Fiorentina lo teneva d'occhio; insomma fu un passaggio naturale in viola, insieme a un altro ragazzo che però non ha poi compiuto il suo stesso percorso. L'ultimo anno che Cristiano è stato con noi abbiamoavuto anche l'onore di rappresentare la Fiorentina, che all'epoca stava rinascendo e non aveva ancora un settore giovanile, in un torneo internazionale a Innsbruck. Cristiano fece un torneo stupendo, ricordo che arrivammo quinti su dodici squadre, tutte professionistiche. C'erano Bayern, Monaco, Austria Vienna. Finito il torneo passò direttamente all'allora Florentia Viola». Il percorso di Piccini poi è storia nota: il settore giovanile della Fiorentina, l'affermazione lontano dalla Serie A. In molti si chiedono come mai un calciatore del suo valore non abbia trovato spazio a Firenze: «Credo che con la Fiorentina abbia avuto difficoltà perché per un ragazzo fiorentino giocare in viola non è mai semplice. Credo che rimanere in Spagna sia stata comunque una sua scelta.L'infortunio grave che ha subito purtroppo lo ha condizionato molto e ha influito sui mesi che ha passato recentemente all'Atalanta». Piccini adesso è tornato al Valencia, pronto a riprendersi il suo spazio, con un pensierino magari rivolto agli Europei di giugno.«Se immaginavo che sarebbe arrivato così in alto?Ero giovane all'epoca, non avevo l'esperienza per intuire se sarebbe potuto diventare davvero forte e affermarsi. A quell'età poi non si può mai dire: era ancora piccolo. Sicuramente ho sperato di vederlo arrivare così in alto. Ho avuto modo di risentirlo dopo l'esordio in Serie A con la Fiorentina, poi mi ha mandato la sua maglia del Betis. È sempre un piacere parlare di lui. Si è conquistato tutto quello che ha raggiunto con bravura, sacrifici e sudore; gli auguro tutto il bene».


Benedetta Ghelli Calciopiù


Foto :



  1. Giovanili Fiorentina, Piccini è il quarto da sinistra. Foto Antonio Badalucco


  2. Giovanili Fiorentina, Piccini è il sesto in piedi da sinistra. Nella foto di Antonio Badalucco c'è anche Camporese, il terzo in piedi da sinistra


  3. Piccini - classifica-marcatori-Pulcini-fase-autunnale-dicembre-2002



  4. Piccini_- tabellino-Pulcini-Sporting-Arno-Malmantile-doppietta-di-Piccini -migliore-in-campo