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Dalla Settignanese ai prof.: i gioielli rossoneri raccontati da Romei

Dalla Settignanese ai prof.: i gioielli rossoneri raccontati da Romei

Il diavolo e i suoi talenti


Chiesa e Tonelli sono i calciatori arrivati più in alto, anche Tognozzi e Ghinassi hanno toccato la Serie A e molti altri campioni sono passati dal Nereo Rocco


Nella mappa fiorentina (e di fatto anche toscana) la Settignanese è indubbiamente uno dei punti cardine. Geograficamente e storicamente. A un passo dal Centro tecnico federale di Coverciano e non troppo distante dall'Artemio Franchi, la Settignanese negli anni ne ha sfornati e ne ha visti passare di calciatori e di giovani talenti. I volti più noti sono Federico Chiesa e Lorenzo Tonelli, ma non solo. E se si aggiungono anche tutti i giovani che hanno brillato al Nereo Rocco la lista si allunga parecchio. Tra questi spiccano Fabio Cannavaro, Stevan Jovetic, Federico Bernardeschi; tra gli ultimi in ordine di tempo c'è anche l'attaccante viola Dusan Vlahovic, protagonista allora con la maglia del Partizan Belgrado.


Di tutti questi talenti si ricorda bene Maurizio Romei, presidente pro tempore e direttore generale della Settignanese. È proprio lui (e chi meglio di lui) a guidarci in questo percorso tra i gioielli passati in casa rossonera, partendo proprio da coloro che sono nati calcisticamente con la maglia della Settignanese.


Il più famoso è indubbiamente l'ex viola Federico Chiesa, dallo scorso ottobre attaccante della Juventus oltre che della Nazionale italiana. Chiesa ha iniziato il suo percorso calcistico proprio nella Settignanese ed è rimasto nella scuola calcio rossonera guidata da Valcareggi e Hamrin (non due nomi a caso) per cinque stagioni prima della chiamata della Fiorentina: «Federico è arrivato a cinque anni ed è andato via a dieci, era piccolo ma già all'epoca aveva le stesse movenze del babbo, e giocava sempre sulle fasce».


Le qualità tecniche sono sempre state indubbie, tanto da attirare ben presto l'interesse della Fiorentina; Chiesa ha avuto anche la fortuna di trovare sulla sua strada degli allenatori che hanno puntato su di lui: Guidi e Semplici nel percorso del settore giovanile, poi «quello che ha creduto in lui è stato Paulo Sousa, che l'ha fatto esordire in Serie A proprio contro la Juventus». Era l'agosto del 2016 e Chiesa non aveva ancora compiuto 19 anni. Il resto è storia nota: quattro stagioni in viola, poi il passaggio alla Juventus che tanto ha fatto arrabbiare i tifosi gigliati.


L'altro grande protagonista della Serie A di scuola Settignanese è Lorenzo Tonelli. Anche il difensore della Sampdoria, cresciuto nel settore giovanile e poi affermatosi con la prima squadra dell'Empoli, ha iniziato il suo percorso con la maglia dei diavoli rossoneri. Nato a Firenze nel 1990, Tonelli muove i primi passi nella scuola calcio di Settignano, anche lui gioca cinque-sei stagioni in rossonero («credo sia arrivato fino agli Esordienti») prima del salto nel professionismo, ma a differenza di Chiesa passa all'Empoli: «Lorenzo era seguito sia dalla Fiorentina sia dall'Empoli. A quei tempi in azzurro c'erano Niccolini e Cappelletti, lo notarono loro. I genitori mi chiesero un consiglio su dove mandarlo, quale delle due società fosse migliore per il figlio e io suggerii loro l'Empoli: a quei tempi avrebbe avuto più possibilità di mettersi in evidenza in azzurro, perché l'Empoli curava di più il settore giovanile».


Nonostante la giovanissima età, «che Lorenzo fosse un difensore si vedeva già dalla scuola calcio: i bambini, se vengono lasciati giocare liberamente, si posizionano da soli dove si sentono più a loro agio, e lui stava sempre dietro». Detto questo, è sempre difficile dire se un calciatore possa arrivare ad alti livelli o a giocare stabilmente in Serie A: «Chiunque dica con certezza 'questo calciatore si affermerà' è un bugiardo, a quell'età sono troppo piccoli. Lorenzo era un ragazzetto, da lì a dire che sarebbe arrivato in Serie A ce ne correva. A differenza di Federico Chiesa non era figlio d'arte, il nonno e il babbo sono stati grandi primari a Careggi. Non aveva un trascorso calcistico in famiglia, ma in chirurgia i Tonelli sono sempre stati numeri uno».


Chiesa, Tonelli, ma non solo dicevamo. Prima di loro hanno giocato alla Settignanese anche Luca Tognozzi e Tommaso Ghinassi: entrambi hanno raggiunto il professionismo e sono arrivati in Serie A. Tognozzi, centrocampista fiorentino classe '77, ha iniziato in rossonero, dove è stato allenato tra gli altri proprio da Maurizio Romei, prima di passare alla Fiorentina: «Ha fatto un percorso più articolato, perché una volta arrivato in Primavera non fu confermato». Tognozzi è ripartito così dalle categorie inferiori, giocando anche nella Sansovino di Maurizio Sarri: «Insieme a Sarri è stato poi alla Sangiovannese in Serie C e infine al Pescara in Serie B. L'ultimo giorno di mercato, allora era il 31 agosto, su suggerimento proprio di Sarri fu venduto alla Reggina di Walter Mazzarri, con cui ha debuttato e giocato tre stagioni in Serie A». Arrivò nel 2006/2007 e in quella stagione la Reggina riuscì a salvarsi nonostante la penalizzazione di undici punti arrivata per Calciopoli.


Anche Tommaso Ghinassi, attuale capitano del Badesse Lornano in Serie D, è cresciuto nella Settignanese, anche lui ha mosso i primi passi nella scuola calcio di Valcareggi e Hamrin. Difensore centrale classe '87, passò poi alla Fiorentina: «Anche lui è arrivato fino alla Primavera viola, poi andò alla Pistoiese e da lì fu mandato in prestito al Genoa. Nell'ultima partita di campionato Giampiero Gasperini lo fece esordire in Serie A a Bergamo contro l'Atalanta». Era la stagione 2007/2008, Ghinassi entrò in campo a venti minuti dalla fine giocando insieme ad Alessandro Lucarelli, Juric e Borriello, riuscendo così a coronare il sogno di ogni bambino. Quella è stata l'unica presenza in A di Ghinassi, che «ha fatto poi tanta Serie C» e adesso con la sua esperienza guida la difesa del Badesse Lornano in D.


Dei quattro calciatori che ha visto sbocciare alla Settignanese Romei ne ha anche allenato uno, Tognozzi: «A quei tempi la Fiorentina, così come l'Empoli, non prendeva i giocatori a otto-dieci anni come invece succede adesso: un ragazzo rimaneva nei dilettanti anche fino a tredici-quattordici anni. Ricordo infatti che Tognozzi andò via dalla Settignanese a quattordici anni, mentre Ghinassi a tredici». Ciò che non è cambiato, di stagione in stagione, è invece il legame tra Settignanese e Fiorentina: dopo Tognozzi, Ghinassi e Chiesa «anche quest'anno sei nostri ragazzi sono approdati in viola, si tratta di quattro 2012, un 2013 e un 2010».


E quelli arrivati di recente in viola si aggiungono a quelli delle passate stagioni: «Adesso ci sono venti nostri bambini alla Fiorentina». Quello più anziano, per modo di dire, è Lorenzo Chiesa, il fratello di Federico. Classe 2004, è arrivato alla Fiorentina un paio di stagioni fa: «Lorenzo è un esterno mancino e salta l'uomo con facilità; caratterialmente è un ragazzo dolcissimo. Rispetto a Federico ha avuto la sfortuna di essere preso da una società professionistica soltanto a quattordici anni». Le qualità sono comunque indubbie anche nel più giovane dei Chiesa: «Per me Lorenzo ha più classe rispetto a quanta ne aveva Federico alla sua età. Federico però ha sempre avuto un carattere forte, si vedeva che voleva arrivare. Lorenzo è venuto a trovarmi al Nereo Rocco lo scorso settembre, l'ho visto alzato e fisicamente più forte».


Un paio di ex rossoneri hanno raggiunto il sogno della Serie A, c'è chi sta sudando per conquistarla, chi comunque è arrivato in Serie C e Serie D - «Ho dato centoventuno ragazzi ai professionisti» - mentre moltissimi altri sono passati da Settignano al Nereo Rocco, il torneo internazionale organizzato proprio dalla Settignanese. La lista si allunga, il primo nome che viene in mente a Romei è quello di Stevan Jovetic, l'ex di Fiorentina, Manchester City e Inter attualmente in forza al Monaco. «Ricordo poi Fabio Cannavaro, Stefano Pioli quando allenava gli Allievi del Bologna, il terzino Francesco Coco, Sartor, oltre ai viola Bernardeschi, Babacar, Chiesa. La stessa Fiorentina al Rocco nel periodo di Pantaleo Corvino ha visto e preso diversi calciatori, come Jovetic, Ljajic, Savic, Milenkovic, Vlahovic». E questi sono soltanto alcuni nomi. «Il Rocco è una vetrina importante. Quest'anno, nonostante la pandemia, è stato il primo torneo in Italia ad aprire al pubblico» racconta Romei. Non è potuto essere un torneo internazionale come al solito per via dell'emergenza sanitaria e «anche quest'anno la 42ª edizione sarà esclusivamente toscana: da fuori regione credo non potrà venire nessuno. L'anno scorso dovevano esserci Milan e Sampdoria, ma purtroppo non è stato possibile». Sarà comunque da tenere d'occhio, come ogni anno, e sempre col taccuino alla mano. Ci sta che la lista debba allungarsi ancora.


Benedetta GhelliCalciopiù


Foto Antonio Badalucco