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    Giovanissimi, il Tau alle fasi nazionali: intervista a mister Gandini

Il calcio regala sempre una seconda possibilità. Chiedere a Federico Gandini, allenatore dei Giovanissimi èlite del Tau, che nel 2022 perse la finale nazionale per un rigore e che quest'anno ci può riprovare. Con un altro gruppo, certo, ma con lo stesso entusiasmo e la consapevolezza di salire su un palcoscenico che - prima ancora del risultato - mette in primo piano i ragazzi dando loro la possibilità di crescere ulteriormente e farsi notare. Proprio con Gandini abbiamo fatto un bilancio del percorso in campionato, prima di chiedergli come lui e la sua squadra si stiano preparando alle fasi nazionali ormai alle porte:

Ripartiamo dal campionato, che vi ha visto chiudere al primo posto con dieci punti di vantaggio su Affrico e Arezzo: che percorso è stato quello della regular season?

E' stato un campionato difficile, con tante squadre ben attrezzate e cinque retrocessioni che hanno reso il girone di ritorno molto complicato perchè ogni partita nascondeva delle insidie. La nostra partenza non è stata delle migliori ma d'altronde il gruppo era composto da diversi ragazzi nuovi, che peraltro si sono ritrovati ad affrontare un campionato completamente diverso rispetto a quello provinciale della stagione precedente. Tra dicembre e gennaio però abbiamo svoltato, facendo bene negli scontri diretti e trovando continuità fino ad arrivare alla vittoria finale.

Quali sono stati, secondo lei, i punti di forza che vi hanno permesso di sbaragliare la concorrenza?

Uno dei nostri punti di forza è la completezza della rosa. Durante il campionato purtroppo abbiamo avuto diversi infortuni e quindi tutti i giocatori hanno trovato spazio, riuscendo a dare un contributo importante alla causa. A questo aggiungo la costante ricerca del possesso palla e della ripartenza dal basso, nel tentativo di insegnare ai ragazzi a tenere il pallone tra i piedi e a prendersi la responsabilità di fare certe scelte in campo. Secondo me questa è una metodologia che, se applicata fin dai Giovanissimi, alla fine paga e permette ai ragazzi di crescere molto a livello personale. La società poi svolge un grande lavoro già nella scuola calcio, facendo attenzione ai minimi particolari e dando ai ragazzi dei principi solidi fin da piccoli. Già da qualche anno, con l'istituzione del Centro di Formazione Inter, si vedono bene i frutti del lavoro che c'è alla base, portato avanti da uno staff di persone molto competenti in ogni settore.

Ora le fasi nazionali, nel girone ancora una volta i campioni di Emilia Romagna e Liguria. Come valuta Forlì e Ospedaletti? Cosa si aspetta da queste due avversarie?

Non conosco le nostre avversarie però mi aspetto delle partite vere, molto tattiche e avvincenti perchè i ragazzi hanno grande entusiasmo. Il meccanismo del triangolare è complicato, di fatto ogni gara è una finale a cominciare da quella di domenica contro l'Ospedaletti. A differenza della scorsa stagione quest'anno abbiamo avuto un campionato a girone unico, quindi sarà la prima volta che i ragazzi si cimenteranno in un triangolare. Le squadre delle altre regioni conoscono già questa formula e magari saranno abituate, ma noi arriviamo all'appuntamento carichi e motivati con la volontà di fare del nostro meglio.

Nella 2022 il sogno svanì soltanto in finale. Riscattare quella sconfitta può essere uno stimolo in più? Reduci dall'esperienza dell'anno scorso, avete impostato il lavoro diversamente per arrivare al torneo ancora più preparati?

Sicuramente aver sfiorato l'anno scorso il titolo nazionale ci provoca una voglia di riscatto, ma l'obiettivo principale resta quello di mettere ancora di più in mostra i nostri giocatori, magari per farli notare alle società professionistiche. Quelle della fase nazionale sono partite che permettono ai giocatori di crescere in maniera esponenziale. Per il resto fare meglio dell'anno scorso significherebbe vincere e non è semplice, anche perchè in questi tornei gli episodi fanno la differenza e a volte ci vuole anche un pizzico di fortuna per andare avanti. Per quanto riguarda il lavoro abbiamo cercato di tenere alta la concentrazione proseguendo gli allenamenti e facendo delle amichevoli; purtroppo rispetto alle altre regioni noi abbiamo concluso il campionato molto prima, con più di un mese di anticipo rispetto alle fasi finali, e questo certamente non aiuta. Sulla struttura del torneo poi ci sarebbe da discutere, fare addirittura due triangolari a mio avviso è veramente difficoltoso a livello logistico perchè comporta degli spostamenti enormi nel giro di pochi giorni, con alcuni ragazzi che hanno anche gli esami a scuola.

Non solo i suoi Giovanissimi, ma anche gli Allievi rappresenteranno la Toscana alle fasi nazionali e il Tau ad oggi è l'unica squadra in Italia a essere presente in entrambi i tabelloni.

La partecipazione di entrambe le squadre alla fase nazionale è una grande soddisfazione per tutta la società, e tra l'altro è il secondo anno consecutivo che ci riusciamo. Grande merito va dato alla società per gli investimenti che fa da anni nelle strutture, nell'organizzazione del lavoro, nelle figure che svolgono le attività. I sacrifici alla lunga pagano e i risultati credo siano sotto gli occhi di tutti. A livello personale, poi, è quasi scontato dire che è bellissimo arrivare a giocare delle fasi nazionali. L'anno scorso è stato doloroso perdere per un rigore sbagliato ma il rovescio della medaglia fu che il ragazzo che l'aveva tirato il giorno dopo firmò con l'Inter, a dimostrazione che si possono ottenere delle soddisfazioni al di là dei risultati. Tra laltro io e Gabriel Pucci, il mister degli Allievi, siamo cresciuti calcisticamente insieme proprio al Tau, e quindi ritrovarsi a giocare partite importanti in questa società per noi è una soddisfazione doppia.

Giulio Dispensieri