È quarto, e tanto basta. È quarto, perché la Lastrigiana ha pareggiato, il Perignano ha perso, e lui invece ha vinto; è quarto, e ora può pianificare un girone di ritorno in cui lanciare l'assalto alla qualificazione in coppa. Sta bene il Maliseti Seano, che ritrova il successo interno dopo tre pareggi e due sconfitte; sta un po' meno bene il Firenze Ovest, comunque ancora fuori dalla zona retrocessione ma in fase calante dopo lo sprint connesso al cambio d'allenatore. Il successo manca dal 2 novembre (2-1 interno con lo Sporting Cecina); le cinque partite successive hanno prodotto soltanto due punti. Da Maliseti ne arrivano zero: difficile peraltro pensare di fare qualcosa in più con così tante assenze, pesanti per una squadra che solo al completo può giocarsela con quasi tutte. Si deve solo al caso e a una scelta sbagliata di Giulia Biagianti (era regolare la posizione d'Ingrassia, che prima del pallonetto su Ciappelli aveva tagliato col timing giusto) se perché il 3-1 cominci a prendere forma occorre attendere l'inizio del secondo quarto: lo bagna Dardha (ancora giganteschi i rimpianti per le cinque giornate di squalifica dopo l'espulsione sconsiderata col Pontassieve), che dal limite dell'area capitalizza il lancio profondo di Niccolai incrociando il pallone sul secondo palo. Lo svantaggio accende il Firenze Ovest, che chiude il primo tempo all'attacco; ma una deviazione, peraltro sospetta, nega lo specchio a Giardini che aveva violato l'area di porta da posizione defilata. L'episodio pesa non tanto sull'immediato, quanto sull'avvio della ripresa: dopo la pausa a Guizzaro basta un'azione per raddoppiare dopo aver vinto un rimpallo sulla discesa che da sinistra lo porta al limite dell'area; da lì ha agio a sufficienza per incrociare il destro sul palo lontano. È la rete del 2-0, che chiude la partita solo all'apparenza: prima dell'ora di gioco il Firenze Ovest la riapre con Talbi, che replica la rete di Dardha sul lancio di Simoni. Comincia qui una fase nuova: convinto di poter completare la rimonta, il Firenze Ovest si lancia all'attacco (e costruisce anche l'occasione per il pari: calcia Nuti, alto); è però inevitabile che conceda spazi enormi, nei quali il Maliseti affonda con goduria. Più di tutti ne approfitta Dardha, che dopo essersi visto annullare la doppietta da Giulia Biagianti (fuorigioco, stavolta soltanto dubbio) decide di concedere la copertina a Guizzaro, servito dopo lo sprint da destra: da dieci metri è dunque lui a sigillare il punteggio sul 3-1 con un tiro violento sotto la traversa. Alla fine manca un quarto d'ora, nel quale però è impossibile ipotizzare un altro assalto del Firenze Ovest ormai stremato; ma lo spirito è quello giusto, l'impronta del tecnico riconoscibilissima. Calciatoripiù: Gestri dà equilibrio a una manovra che sfocia nelle reti di Dardha e di Guizzaro (Maliseti Seano); Baraoumi è dunque chiamato a una sfida complicata, dalla quale comunque esce con orgoglio. La notizia migliore però arriva dalla panchina: è finalmente rientrato Patacca (Firenze Ovest), e rientrato bene; su di lui Rivi conta per rincorrere la salvezza.
Sette su sette: se giocasse sempre al Lapenta vincerebbe il campionato a punteggio pieno. Eppure stavolta l'Affrico ha rischiato di concedere un punto al Pontassieve, che nonostante il 2-0 finale Marchionni vede in crescita: soltanto a otto minuti dal 90' Russo indirizza il risultato, che Guerra sigilla di lì a poco. Funziona di nuovo dunque il doppio centravanti per il quale Berchielli opta nella ripresa nel tentativo di tamponare l'assenza di Termini; e funziona l'ormai canonica difesa a tre con Benci e Vignozzi ai fianchi di Shehade, Conti esterno sinistro di centrocampo, Casati mezzala dalla stessa parte. È da qui che l'Affrico costruisce le prime due occasioni per passare in vantaggio; ma su uno dei mille traversoni dal fondo Balli blocca la girata di Russo, che di testa aveva cercato lo specchio; di controbalzo lo manca Donigaglia, che s'era creato lo spazio per calciare in mischia. Ancora aggrappato allo 0-0, il Pontassieve non s'accontenta di strappare un punto da un campo in cui finora tutte hanno perso: le iniziative di Capanni, un paio di volte innescato a sinistra dalle verticalizzazioni improvvise di Del Zotto, accendono prima Lapo Bartolozzi e poi Bernardini, cui rispettivamente la mira e Lami negano il vantaggio. Sull'altro fronte pesa allo stesso modo una decisione controversa di Loretti, che annulla a Conti una rete valida: era sbucato sul secondo palo dopo la parata di Balli sul tiro di Biba, che la sponda di Russo aveva liberato a destra e che per calciare aveva sprintato fino al fondo portando dunque ben avanti la linea del pallone. L'Affrico non ha fortuna neppure da fuori: sfilano a lato i tiri di Biba e Bartoletti, che per millimetri non centra lo specchio neppure sull'angolo con cui il mancino di Conti manda in archivio il primo tempo. Lo 0-0 può andar bene al Pontassieve, che però sa che se s'abbassa a difenderlo rischia di finisce in svantaggio: alla ripresa si spiega così l'approccio aggressivo, disinnescato dalle chiusure sovrane di Shehade e Vignozzi. Più pericoloso è l'Affrico ogni volta che supera la metà campo, e non solo quando s'affaccia in area di rigore; per calciare a Conti basta vedere la porta da venticinque metri, e pazienza se si trova il pallone sull'esterno destro: solo la traversa gli nega la rete che dopo l'episodio del primo tempo avrebbe strameritato. È l'ennesimo segnale che la partita si sta piegando in una direzione precisa; per accentuarne ulteriormente il carattere Berchielli si gioca Guerra (fuori Donigaglia, acciaccato), la cui presenza è sufficiente a costringere il Pontassieve ad arretrare. Marchionni valuta se inserire un difensore in più, e passare al 5-3-2, per neutralizzare i pericoli del doppio centravanti; ma negli istanti in cui ci riflette vede il risultato sbloccarsi. Sulle giocate di Shehade per Casati l'Affrico ha costruito uno scudetto; quest'anno sul traversone dal fondo c'è non Morelli, ma Russo: l'esito comunque resta il medesimo, girata di testa e pallone in rete sul secondo palo. Ora Marchionni deve cambiare paradigma: fuori Capanni e Fedi, dentro Hamzai e Guidotti; dal nuovo assetto nasce subito l'azione per il pari, mancato da Lapo Bartolozzi che dal limite calcia alto sullo scarico di Del Zotto. Non ha pietà invece l'Affrico, che raddoppia sul traversone di Bartalini (all'intervallo aveva rilevato Petrini, convocato in Eccellenza) allontanato corto da Balli: segna Guerra, che col destro spedisce il pallone accanto al primo palo. Da giocare resta soltanto qualche minuto, dall'utilità residuale: né gli ultimi cambi di Marchionni (fuori Lapo Bartolozzi e Niccoli per Albizzi e Tommaso Tellini) né la fuga di Russo, che allo scadere vince un contrasto in mediana e scappa in campo aperto ma non inquadra la porta, smontano il 2-0. Per l'Affrico è il risultato perfetto: la Sestese resta lontanissima; ma ora un po' meno lontana. Calciatoripiù : è splendida la catena mancina tra Conti (ingiustamente annullata la rete del possibile vantaggio; sulla traversa un destro spaziale) e Casati , che sul lancio di Shehade avvia l'azione del vantaggio firmato da Russo . Per segnarlo l'Affrico ha bisogno che la partita s'avvicini alla fine: il Pontassieve aveva retto bene e a lungo, perché in mediana Del Zotto e Urbinati avevano conquistato e ripulito qualche centinaio di palloni.
Fa morale, e fa classifica: la vittoria sull'Atletico Piombino tira il Bibbiena di nuovo via dalla zona retrocessione, in cui precipitano i cugini dell'Arezzo Academy. Il 2-1 prende forma nella ripresa, dopo un primo tempo reso contratto dalla paura diffusa. Sono poche le azioni che s'annotano prima della pausa; si fa notare solo Giorgioni con due splendidi colpi di testa: il primo (2') esce perché è troppo chiuso l'angolo della deviazione; sul secondo, una girata splendida sull'invito di Bandelloni, è adeguata la risposta di Renucci che in tuffo blocca. In effetti il primo tempo è tutto qui: l'Atletico Piombino fa la propria partita, nella quale infonde impegno e grinta, anche se non si rende mai pericoloso. La musica cambia nella ripresa, grazie soprattutto alle decisioni di Regina che rivoluziona l'assetto tattico del Bibbiena optando per due registi, Gentile e Sensi, in mezzo al campo, e arretrando l'aggiustatutto Goretti, il migliore, nella linea di difesa; poi finalmente recupera Bonelli, e piazza il doppio centravanti. Risultato? La partita si gioca solo nei pressi della porta del Piombino; e il Bibbiena crea occasioni in serie. Si comincia al 62' con un episodio da moviola: l'angolo di Gentile porta alla deviazione vincente di Goretti; ma Soraj annulla per un presunto fallo di Zavagli, che in realtà sembrava essersi liberato regolarmente. Il Bibbiena comunque non molla, e cinque minuti più tardi segna una rete valida, di nuovo sugli sviluppi di un angolo di Gentile: la rovesciata con cui Giorgini cerca di spezzare la mischia s'infrange sulla traversa; sulla ribattuta il più lesto è Luca, che deposita in rete. Indirizzata la partita il Bibbiena non rallenta: per contenerlo il Piombino, che rischia l'inferiorità numerica per un fallo duro di Mitcul su Sagno (solo ammonizione), fa quello che può; ma non basta. I pericoli continuano a manifestarsi in serie: al 70' Bonelli mette dentro per Nocentini, che colpisce il palo; finisce a lato la successiva ribattuta di Giorgioni. Per il Bibbiena comunque la cattiva sorte non è un problema: basta aspettare tre minuti per il pari; lo segna Senesi, uno dei subentrati, che ruba il pallone sui trenta metri, salta facilmente Mitcul in velocità e freddo fulmina Renucci sull'uscita. Rete splendida. Solo all'89' improvvisamente il Piombino accorcia le distanze: di testa segna Mitcul, spedisce alle spalle di Santini uno dei pochi palloni pericolosi proiettati nell'area avversaria. Resta un sussulto isolato: di fatto la partita finisce qui, con grande soddisfazione di tutto l'ambiente del Bibbiena per una squadra che anche stavolta aveva in campo quasi tutti 2007. Calciatoripiù: Goretti è sopra tutti per applicazione, tempismo e capacità di lettura delle situazioni; nel Bibbiena ottimi anche Senesi, Luca e Sagno, che all'esordio stagionale si svela come un furetto dotato di una tecnica straordinaria. Nel Piombino si segnalano Patara, Rincon e Insolia, apparso un centrocampista di tecnica molto abile nella gestione del possesso.
Come a carte: a vincere con gli amici c'è più gusto. È però difficile pensare che a Bertuccio battere l'Arezzo Academy non sia dispiaciuto neppure un'oncia: è stretto il rapporto tra lui e Luca Magnanensi, che ora scivola in zona retrocessione scavalcato dal Bibbiena. È una sorta di nemesi: proprio la rimonta subita nel derby ha avviato un periodo complicato, costellato di due sconfitte senz'appello. Contro il Fucecchio finì 3-1; la Floriagafir segna una rete in più, e con merito pieno: già in avvio aveva colto una traversa con Alighieri (colpo di testa sul traversone d'Ermini Polacci) e un palo sulla punizione di Tommaso Meini. Il tentativo buono è il terzo, quando la mezz'ora sta per completarsi: Regini non esce sull'angolo tagliato di Serrini; e dunque Matteuzzi si vede spalancato tutto lo specchio, in cui di testa tocca il pallone. L'1-0 innesca la reazione dell'Arezzo Academy, che nonostante la fatica di giocare in spazi stretti (ne risente soprattutto Gallorini, che non trova sbocco per i soliti sprint) costruisce l'occasione per il pari: la vanifica Ceccuti recuperando la posizione sul gran tiro di Broccatelli sporcato da Bidini, che in avvio di ripresa ci riprova in prima persona col medesimo esito. Non ha pietà invece la Floriagafir, che segna il raddoppio sfruttando uno dei primi palloni giocati da Fontana: anziché accompagnarlo fuori Marmorini gli concede lo sprint a sinistra, e sul traversone a rimorchio Soldini deve soltanto aprire l'interno. La rimonta dell'Arezzo Academy si fa dunque sempre più impervia, né incide il nuovo assetto tattico chiamato da Magnanensi che opta per un 3-4-3 zaccheroniano: a segnare è ancora la Floriagafir, di nuovo su un angolo stavolta calciato da Amato; ne nasce una mischia che la difesa non sbroglia, e che Matteuzzi trasforma nella doppietta. Un disimpegno sbagliato di Bidini concede gloria anche a Birindelli, che sfrutta al massimo il quarto d'ora concessogli da Bertuccio segnando il 4-0 con una progressione chiusa dal mancino a incrociare. Solo a partita finita l'Arezzo Academy salva quantomeno la statistica che tranne che con l'Affrico (strappò comunque un punto) l'ha visto segnare sempre: splendidi, anche se inutili, sia il filtrante d'Arcangioli sia il pallonetto di Lachi sull'uscita di Ceccuti. È una consolazione fragilissima; il 4-1 avvia infatti un'altra settimana complicata, nella quale oltre che sulla sfida al Maliseti sarà necessario concentrarsi sul mercato. Davanti manca qualcosa di pesante. Calciatoripiù : gli strappi d'Ermini Polacci spaccano una partita che in mediana vive di duelli appassionanti tra Lenzi (Floriagafir), Fruchi, Broccatelli e Bizzi (Arezzo Academy).
Altro che efficace. Il cambio in panchina ha infiammato il Forte dei Marmi, cui manca un punto soltanto per raddoppiare lo score tra il prima il dopo: otto ne aveva ottenuti in undici giornate, con Vannoni alla guida; sette nelle tre successive. Tedeschi può dunque essere soddisfatto anche se l'ultima interna del girone d'andata interrompe la striscia di vittorie: contro una squadra quotata come lo Sporting Cecina può andar bene anche l'1-1; benissimo se si considera che Pontassieve, Firenze Ovest e Arezzo Academy hanno perso. La partita si decide nei primi tre minuti della ripresa, ma s'era accesa già in un primo tempo spettacolare: all'acuto di Carpentieri, che in avvio angola il mancino d'un pollice, replica due volte Londi cui s'oppongono prima Matteo Pucci e poi la traversa. Fino all'intervallo i ritmi restano altissimi, e producono altre tre occasioni da rete: nascono tutte nell'area dello Sporting Cecina, comunque incolume sia sui due tiri di Frandi dal vertice destro dell'area sia sul tentativo di Iacomini. Si capisce l'amarezza che genera la prima azione della ripresa: l'unico protagonista è Foti, che dopo esseri creato lo spazio per calciare schianta il pallone dalla parte giusta del palo lontano. È la rete che consegna il vantaggio allo Sporting Cecina, illusione suprema: sul possesso che segue la riconquista del pallone dopo la ripresa del gioco Cionini si fa scippare da Carpentieri, che fila verso Sozzi e immediatamente pareggia. Ferito dal nuovo equilibrio, lo Sporting Cecina riprende ad attaccare; ma se s'eccettua un tiro di Londi (attento Matteo Pucci) i pericoli principali nascono dalle discese di Pozzobon, sui cui traversoni tesi da sinistra però nessuno taglia. Del pari il Forte dei Marmi s'accontenta: le notizie che arrivano dagli altri angoli della Toscana lo rendono preziosissimo. Il 4-5-1 con cui negli ultimi dieci minuti Tedeschi si copre è una dichiarazione d'intenti: la terzultima posizione resta dietro di due punti. Calciatoripiù: Mecacci e Foti (Sporting Cecina) si dannano per spaccare la linea difensiva avversaria, che però si disimpegna alla grande; spicca la prova di Simonini (Forte dei Marmi), eccellente in entrambe le fasi.
Maliseti, Sestese, Affrico, Lastrigiana, ora Fucecchio: non si può puntare al vertice se si perdono tutti gli scontri diretti. Per quattro minuti il Fratres Perignano s'era illuso di rompere la serie, e di ritrovare il successo dopo un mese (manca da Pontassieve, era il nove novembre); ma un paio d'indecisioni evidenti con allegati due falli su Gjoni (ingresso devastante) costringono La Rosa a fischiare due rigori netti, e ribaltano il vantaggio che Pucci aveva segnato alla fine del secondo terzo. In rimonta vince dunque (2-1) il Fucecchio, cui la seconda vittoria consecutiva consegna il sorpasso e il terzo posto in classifica; succede tutto nella prima metà della ripresa, seguito d'un primo tempo segnato giusto da una punizione di Filippo Pucci (Gabriele Gori la disinnesca bene) e dalle discese di Compagnucci e Tiozzo, i cui rasoterra né Piccirilli né Brotini riescono a chiudere in porta. Ben più elettrizzante è la ripresa, il cui equilibrio il Fratres Perignano spezza con l'angolo di Dennis Carrai (ottimo il rientro dopo le due giornate di squalifica) masticato dalla difesa: l'interno destro di Filippo Pucci scioglie la mischia che ne nasce. È la rete dello 0-1, che però dura quattro minuti scarsi; funziona la mossa di Giorgetti, che per spezzare una difesa fin lì solidissima inserisce Gjoni: è lui a nascondere il pallone a Polito, che sul dribbling affonda l'intervento in ritardo; dunque lui a conquistare il primo rigore che Piccirilli converte nell'1-1. La partita ha assunto una curvatura diversa; il Fucecchio la cavalca completando la rimonta in soli quattro minuti: la difesa del Fratres Perignano dimostra di soffrire i tagli di Gjoni, che sul lancio lungo di Mazzoni si porta avanti il pallone di testa superando Crispino, si fa di nuovo affossare da Polito e stavolta s'assume l'incombenza di calciare un rigore pesante. L'esecuzione è perfetta, efficace la trasformazione: alla fine del terzo quarto il Fucecchio passa in vantaggio, e non avrà mai la sensazione di poter essere raggiunto; al contrario, a tremare è di nuovo il Fratres Perignano che rischia la capitolazione anticipata sul mancino di Brotini fuori d'una spanna. Considerata la reazione allo svantaggio, a Giorgetti forse il 2-1 finale sta addirittura stretto; ma è sufficiente per mantenere aperta la striscia positiva, e soprattutto inerpicarsi in terza posizione. Calciatoripiù : per rimontare la rete di Filippo Pucci , che con Dennis Carrai forma una coppia splendida nella mediana del Fratres Perignano (ottima comunque l'interdizione di Shllaku ) il Fucecchio ha bisogno dell'ingresso di Gjoni , che in undici minuti (entra al 55') conquista due rigori; e uno lo segna.
Una frenata ogni tanto è fisiologica; né può dare la sensazione d'incidere su una corsa che dopo quattordici giornate resta chiaramente indirizzata. Dunque più che sulla Sestese capolista, che da nove vede scendere a sette i punti di vantaggio sull'Affrico (tantissimi erano e tantissimi rimangono), l'1-1 della penultima d'andata incide sulla corsa salvezza: a conquistare un pari pesante è infatti la Lampo, ora a più cinque sulla terzultima posizione. Segna Sarno, sempre nel finale, stavolta però non su punizione; segna Sarno, che la terza rete in un campionato dal livello altissimo rende sempre più leader tecnico d'una squadra che a lui s'è affidata per scappare dalla zona retrocessione; segna Sarno, nella cui anima l'anno alla Cattolica Virtus (fu il 2022/23, dopo un ampio girovagare tra Margine, Seravezza e Capezzano: chiuse con quattro reti) ha ben impresso la rivalità con la Sestese. Segna Sarno, che potrebbe farlo già in avvio; ma la voglia d'esser protagonista gli fa calciare alto sulla traversa un pallone che avrebbe potuto servire a Febbe o a Bettaccini soli in area. È il primo pericolo che la Sestese corre, e a lungo l'unico: anche se più compassata rispetto alla prova monumentale col Bibbiena, da qui al quarto d'ora finale non rischia niente; e, come d'abitudine, comincia a costruire occasioni da rete. Lusha s'oppone efficacemente a Bravi; in avvio di ripresa però non a Fiorentino, che ci aveva già provato nel primo tempo e che stavolta sul lancio profondo di Mernacaj sguscia dietro la difesa col timing del gran bomber qual è: il pallonetto vincente completa un'azione perfetta nella sua semplicità, ed efficacissima. La ripresa è iniziata da una decina di minuti, e ora ci s'attende una Sestese a valanga: ipotesi subito falsificata. La ragione può essere duplice, i morsi della fatica o la resistenza della Lampo; il senso univoco: la partita resta aperta, nonostante lo spunto di Bravi che costruisce l'occasione migliore per il raddoppio (attento Lusha). La Lampo annusa la mezza impresa, e nel quarto d'ora finale comincia ad attaccare con un'intensità rara; il pari è un premio adeguato: da sinistra lo segna Sarno dopo un doppio dribbling favorito dal lancio di Febbe, che come Nikaj poco prima s'era portato in pedana in cerca di gloria. Se la prende un altro, che alla Lampo regala un punto stratosferico: a fine campionato potrebbe contare tantissimo. Calciatoripiù : neutralizzando quella di Fiorentino, che sul lancio di Mernacaj (Sestese) sblocca la partita segnando per la settima volta in stagione, la rete di Sarno (Lampo Meridien) rivoluziona il pronostico.
Altro che scudetto: ormai da difendere c'è solo la qualificazione in coppa. Dalla controversa sconfitta di Sesto Fiorentino la Lastrigiana ha vinto una volta sola: sei partite hanno prodotto appena sei punti, media troppo bassa per qualsiasi ambizione diversa da un piazzamento nelle prime cinque. Il sesto (1-1) arriva contro il San Giuliano, che a un primo tempo insolitamente rinunciatario fa seguire una ripresa in grande stile; se davvero il suo obiettivo è la salvezza, alla fine del girone d'andata la strada è sgombra: sono ben otto i punti di vantaggio sull'Arezzo Academy terzultimo. Sarebbero però stati sette se la Lastrigiana avesse conservato il vantaggio segnato da Baldini sull'imbucata di Moccia alla fine del primo quarto; ci sarebbe riuscita facilmente se avesse concretizzato almeno una delle tre occasioni mancate da Martini (non spinge in porta un pallone semplice), Finelli, che di testa colpisce centrale, e Castiglioni imbeccato dalla punizione di Fontani da destra. Per reagire il San Giuliano ha bisogno degli sgoccioli del primo tempo; per far paura comunque gli basta un'occasione: si spezza sulla traversa il tiro di Tommaso Papini, in pedana dopo essersi accentrato col classico movimento da sinistra. È la prima battuta d'una recita diversa, che nella ripresa vede il San Giuliano protagonista; a renderlo tale contribuisce anche la scarsa precisione della Lastrigiana, che non raddoppia né con Martini (tiro lento, Ruglioni blocca) né con Fontani, che da destra manda il pallone dalla parte sbagliata del palo. A tanti sprechi il San Giuliano risponde con la rete del pari: la segna Tommaso Papini, che di testa corregge in porta la volée di Mazzoncini sull'angolo d'Antoni respinto da Glielmi al limite dell'area. Il duello si ripete di lì a poco, stavolta con esito diverso: parata la punizione che dal limite sarebbe potuta valere la doppietta e il sorpasso. È un frangente di grande sofferenza per la Lastrigiana, anche perché tranne Mancini (ingresso obbligato, fuori Finelli con allegato ritocco tattico della difesa; entrano anche Vignolini, Oliveri, Canale e Marcus Mari) i cambi non incidono; marcare Tommaso Papini diventa impossibile: sul suo sprint a sinistra Tararà è in ritardo d'un istante, e dunque il suo tocco spinge il pallone dalla parte sbagliata del palo. È un episodio che rischia di pesare, perché nel recupero la Lastrigiana costruisce l'azione del possibile successo; ma opponendosi a Baldini, al tiro da dodici metri dopo il triangolo con Oliveri, Ruglioni salva l'1-1, e ricorda alla platea perché con così tanta concorrenza si sia preso la maglia numero uno d'un club così prestigioso. Calciatoripiù : per decidere la partita non basta Baldini , a segno sul filtrante di Moccia che con Pezzano (Lastrigiana) dà vita a una mediana a lungo solida; non basta perché i cambi di Nuti (ottimo gli ingressi di Dessì, Tararà, Dalle Luche ed Esposito ) rivoluzionano l'andamento della partita, e perché nel finale Ruglioni (San Giuliano) sfodera una parata sovrumana scendendo sulla propria destra in un secondo scarso.